III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
Relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, corredata del rapporto sull'attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell'allocazione delle relative risorse in bilancio, di cui all'articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, riferita all'anno 2017. Doc. CLXIV, n. 7 (Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento e rinvio) ... 14
7-00098 Delmastro Delle Vedove: Sull'impegno internazionale a sostegno della cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
7-00100 Grande: Sull'impegno internazionale a sostegno della cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi (Discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00007 e reiezione della risoluzione n. 7-00098) ... 18
ALLEGATO 1 (Risoluzione approvata dalla Commissione) ... 23
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
5-00905 Boldrini: Sull'esenzione dell'Italia dall'applicazione delle sanzioni imposte dall'Amministrazione degli Stati Uniti all'Iran ... 21
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 25
5-00903 Quartapelle Procopio: Sui recenti sviluppi della vicenda relativa alla cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
5-00904 Lupi: Sui recenti sviluppi della vicenda relativa alla cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi ... 22
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 26
5-00906 Sabrina De Carlo: Sulla tutela dei religiosi cattolici in Nigeria ... 22
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 27
RELAZIONI AL PARLAMENTO
Giovedì 8 novembre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene la viceministra per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.
La seduta comincia alle 10.10.
Relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, corredata del rapporto sull'attività di analisi e revisione delle procedure di spesa e dell'allocazione delle relative risorse in bilancio, di cui all'articolo 9, comma 1-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, riferita all'anno 2017.
Doc. CLXIV, n. 7.
(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame della Relazione in titolo, rinviato nella seduta del 26 settembre scorso.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che nella seduta precedente il relatore ha illustrato il provvedimento e che, nell'ambito del suo esame, è stata audita, lo scorso 9 ottobre, la Segretaria Generale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Ambasciatrice Elisabetta Belloni.
Pino CABRAS (M5S), relatore, ad integrazione di quanto già rappresentato alla Commissione nella precedente seduta, segnala tre questioni emerse dopo un ulteriore approfondimento sui contenuti del Rapporto sull'attività di analisi e revisione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, redatto a cura della Direzione generale Risorse e Innovazione e di cui alla Sezione I del provvedimento.
In primo luogo, nell'ambito di un contesto di disponibilità finanziarie decrescenti a fronte di responsabilità e sfide sempre maggiori, rileva che le citate strutture della Farnesina segnalano che per il 2017 l'Amministrazione ha fronteggiato la carenza di risorse destinate al funzionamento e allo svolgimento delle proprie attività istituzionali con alcuni strumenti straordinari quali, in primo luogo, i provvedimenti di proroga delle missioni internazionali di pace.
In particolare, il Rapporto evidenzia che «i tempi di adozione della deliberazione del Consiglio dei Ministri sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali e degli atti parlamentari di autorizzazione, nonché quelli per i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri di ripartizione del fondo per il finanziamento delle missioni in parola, adottati ai sensi degli articoli 2 e 4 della legge 21 luglio 2016, n. 145, hanno inevitabilmente condizionato la destinazione delle risorse finanziarie. Nel primo anno di attuazione della legge n. 145 del 2016, la durata dell'intero procedimento di autorizzazione e di attribuzione dei fondi non è risultata compatibile con le necessità operative delle strutture a cui le risorse finanziarie sono destinate. In particolare, dati i tempi di rifinanziamento del Fondo di cui all'articolo 3, comma 159, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, si è dovuto far fronte alle prioritarie esigenze di sicurezza della rete estera con le risorse disponibili in bilancio, sia presso la sede centrale sia presso gli uffici all'estero, distogliendole temporaneamente dalle attività istituzionali ordinarie».
Ritiene, pertanto, necessario avviare una riflessione per valutare l'opportunità di un intervento migliorativo del testo della legge n. 145 del 2016 che proceda nel senso di armonizzare, senza intaccarlo, il modello autorizzatorio definito dalla legge e incentrato sul ruolo del Parlamento, con la garanzia di un ordinato impiego delle risorse finanziarie, scongiurando in futuro soluzioni che possano distogliere, seppur temporaneamente, risorse alle attività istituzionali ordinarie al fine di fronteggiare impegni di spesa afferenti alle competenze del Fondo missioni internazionali.
In secondo luogo, evidenzia l'ulteriore questione concernente gli introiti conseguiti dalla Farnesina con la riassegnazione di entrate riscosse per i servizi resi alle imprese, correlati alle autorizzazioni necessarie per l'export di materiali di armamento, ai sensi della legge n. 185 del 1990. Il Rapporto attesta che per il 2017 sarebbero state presentate al Ministero dell'economia e delle finanze richieste di riassegnazione degli importi versati all'Erario, per complessivi 1.446.482 euro.
Segnala che tale importo deriva dagli oneri a carico dei soggetti interessati e relativi alle autorizzazioni per le forniture, alle certificazioni e ai controlli da eseguire secondo tariffe determinate sulla base del costo effettivo del servizio. Tali tariffe sono state determinate con decreto interministeriale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell'economia e delle finanze del 26 aprile 2013, modificato dal decreto interministeriale del 19 giugno 2017.
Dato il volume di affari di questo importante comparto produttivo e il carico di lavoro che grava sulla Farnesina per assolvere al delicato compito che la legge del 1990 affida a questo ramo dell'Amministrazione pubblica, evidenzia la necessità di assicurare una misura congrua agli oneri per i servizi resi alle imprese da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale con riferimento a criteri ulteriori rispetto al mero costo effettivo del servizio. In tempi di riduzione della spesa potrebbe essere, in generale, praticabile un approfondimento sull'adeguatezza delle tariffe vigenti per sondare la sussistenza di margini di incremento delle stesse e assicurare alla Farnesina eventuali introiti crescenti per i prossimi anni.
In terzo luogo, osserva che il suggerimento suesposto, volto ad aumentare gli introiti per i servizi resi alle imprese, deve lasciare impregiudicata una riconsiderazione futura delle ulteriori risorse di bilancio in aggiunta da destinare a un filone di attività del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che in questi anni ha intercettato una forte crescita, ossia il sostegno alle esportazioni. Evidenzia che la tendenza recente alla crescita delle esportazioni, con un netto miglioramento della bilancia commerciale italiana, è un fattore di grande rilevanza strategica per gli equilibri e le potenzialità del nostro Paese, in grado di mettere sul piatto della bilancia dei grandi confronti finanziari internazionali un «fondamentale» economico rilevantissimo. Sottolinea che un'analisi ancora attuale condotta da Prometeia in tema di «Efficacia e vincoli delle istituzioni all'estero per il sistema produttivo italiano» – e rilanciata dai portatori di interesse legati alla promozione dell'export – in virtù dei raffronti fra gli investimenti per il «made in Italy» e gli acquisti aggiuntivi incrementatisi come conseguenza, giunge a concludere che ogni euro di spesa pubblica «allocato alla Farnesina ha contribuito a generare 20 euro di crescita all'Italia». Considerato che le proiezioni per i prossimi anni procedono in direzione di un potenziale grande incremento della già rilevante quota dell'export sul PIL italiano, valutato altresì che presso il maggiore esportatore europeo, la Germania, il 50 per cento delle esportazioni è generato da appena cinquanta imprese, dotate di loro di un'imponente «diplomazia aziendale», laddove per pervenire alla medesima percentuale in Italia si devono annoverare circa mille imprese; considerato infine che si stanno intensificando gli sforzi per rafforzare la presenza dell'Italia lungo tutte le grandi direttrici commerciali planetarie; tutto ciò osservato e vagliato, sottolinea l'esigenza di pianificare un'estesa ricognizione delle eventuali risorse aggiuntive da stanziare in capo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale con proiezione pluriennale ai fini dell'internazionalizzazione dell'economia italiana secondo la sua peculiare composizione contrassegnata da imprese più piccole rispetto alla media di altri grandi Paesi esportatori.
La viceministra Emanuela Claudia DEL RE esprime apprezzamento per l'attenzione posta dal relatore sull'esigenza di incrementare le risorse per la Farnesina.
Ivan SCALFAROTTO (PD), pur riconoscendo il ruolo essenziale della rete diplomatico-consolare per promuovere l'internazionalizzazione delle imprese e l'esigenza di rafforzarne l'organico per renderlo competitivo e adeguato alla rilevanza dei singoli Paesi, portando ad esempio il caso della Cina, sottolinea che le risorse finanziare destinate al sostegno all'export fanno capo al Ministero per lo sviluppo economico, nell'ambito del piano straordinario per il «made in Italy». Al riguardo, segnala la necessità che tale programma, che ha consentito negli ultimi anni di rafforzare significativamente la competitività delle aziende italiane, sia opportunamente rifinanziato nella legge di bilancio per il 2019.
Laura BOLDRINI (LeU) sottolinea che la relazione del collega Cabras risulta eccessivamente sbilanciata sugli aspetti commerciali dell'attività del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, trascurando le difficoltà che le sedi diplomatiche affrontano nello svolgimento delle attività istituzionali e, in particolare, nelle attività di promozione della lingua e della cultura italiana. Al riguardo, anche sulla base dell'esperienza maturata negli anni di Presidenza della Camera, rileva l'esigenza di garantire risorse certe ed adeguate allo standing internazionale dell'Italia. Chiede, inoltre, chiarimenti sull'incremento degli introiti correlati alle autorizzazioni per l'export di materiali di armamento, che la relazione del collega Cabras sembra auspicare, ma che risulta poco coerente con il tenore delle posizioni espresse durante il dibattito, in Commissione, sul conflitto in Yemen con riferimento all'esigenza di interrompere ogni fornitura all'Arabia Saudita. Esprime, in generale, sconcerto per l'assenza di ogni elemento di indirizzo sulle grandi questioni che coinvolgono l'Amministrazione degli affari esteri.
Pino CABRAS (M5S), relatore, ribadendo che la relazione odierna costituisce un'integrazione al testo già illustrato nella seduta del 26 settembre scorso, precisa che il suo intervento è stato innanzitutto incentrato sull'esigenza di assicurare certezza e trasparenza nell'erogazione e nella gestione contabile delle risorse finanziarie destinate a finanziare gli strumenti della leva diplomatica. Inoltre, la sua proposta di riconsiderare le tariffe nell'ambito dell’iter autorizzatorio per l'export di materiali di armamento mira a garantire un incremento delle risorse a disposizione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ed è coerente con una visione che guarda con grande serietà al tema dell'export di armamenti. Riguardo al sostegno al «made in Italy», pur riconoscendo che esso rappresenta solo un aspetto, sia pure centrale, dell'attività diplomatica, segnala che l'11 ottobre scorso si è riunita alla Farnesina l'apposita cabina di regia che coordina gli interventi in questo settore.
Ivan SCALFAROTTO (PD) osserva che la cabina di regia è stata istituita nel 2014.
Pino CABRAS (M5S), relatore, proseguendo, sottolinea che non è errato sostenere che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sia al centro dell'impegno per l'internazionalizzazione del Sistema Paese, come d'altra parte emerge dal citato rapporto di Prometeia che ha valutato l'impatto dell'azione diplomatica anche in termini di crescita del Pil.
Ivan SCALFAROTTO (PD) ricorda che molti risultati rivendicati dall'attuale maggioranza di governo sono in realtà frutto di un proficuo lavoro realizzato dal precedente esecutivo: ad esempio, l'apertura del mercato cinese ai prodotti quali il riso e le arance italiane, sbandierata come un successo conseguente al recente viaggio del ministro Di Maio in Cina, è in realtà la conseguenza di una sapiente azione diplomatica condotta negli ultimi anni. Ribadisce che la stessa cabina di regia per la promozione del «made in Italy» esiste già dal 2014 e si riunisce, alternativamente, sotto la presidenza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dello sviluppo economico, che rappresenta, tuttavia, il vero centro di spesa. Al riguardo sottolinea che fino al 2013 i contributi all'internazionalizzazione delle imprese ammontavano a 40 milioni di euro: nel 2014 tale somma è stata quintuplicata, raggiungendo i 200 milioni di euro. Richiama dunque la maggioranza a mantenere lo stesso livello di impegno finanziario nella legge di bilancio per il 2019 e a provvedere alla nomina dei vertici dell'Agenzia ICE, che svolge un ruolo fondamentale nel settore del sostegno all'export.
Laura BOLDRINI (LeU) sottolinea che il collega Cabras si è limitato ad esprimere, in maniera asettica e laconica, l'esigenza di aumentare gli introiti correlati alle autorizzazioni per l'export di materiali di armamento, trascurando del tutto gli aspetti etici delle politiche relative all'industria bellica. Tale atteggiamento appare in netto contrasto con le posizioni espresse dal Movimento 5 Stelle nella scorsa legislatura, particolarmente critiche riguardo alle scelte del precedente Governo in materia di armamenti.
Pino CABRAS (M5S), relatore, rispondendo alla collega Boldrini, segnala che all'ingresso del Palazzo di Vetro è incisa una frase del profeta Isaia, che recita «forgeranno le spade in vomeri e le loro lance in falci, un popolo non alzerà più la spada contro nazione, né si eserciteranno più nell'arte della guerra». Tale affermazione è un auspicio certamente condivisibile e occorre lavorare, nel lungo termine, per realizzarlo. Tuttavia, la realtà attuale impone ad ogni Paese di sviluppare, nell'ambito della propria sovranità, una politica in materia di armamenti, che rispetti la legalità internazionale, e dunque il divieto di vendere armi a Stati belligeranti o conculcatori dei diritti umani, e sia coerente con il proprio sistema di relazioni internazionali. Riguardo all'osservazione del collega Scalfarotto, riferisce alla Commissione che il disegno di legge di bilancio per il 2019 prevede, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, uno stanziamento aggiuntivo di 90 milioni di euro.
Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito ad altra seduta.
La seduta termina alle 10.35.
RISOLUZIONI
Giovedì 8 novembre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Guglielmo Picchi.
La seduta comincia alle 12.50.
7-00098 Delmastro Delle Vedove: Sull'impegno internazionale a sostegno della cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
7-00100 Grande: Sull'impegno internazionale a sostegno della cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
(Discussione congiunta e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00007 e reiezione della risoluzione n. 7-00098).
La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni in titolo.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), nell'illustrare brevemente la vicenda giudiziaria di Asia Bibi, evidenziandone gli aspetti aberranti, sottolinea che la risoluzione di cui è primo firmatario è il frutto del recepimento da parte sua, nella fase di preparazione del testo dell'atto, delle forti preoccupazioni del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per i seri rischi che incombono in questa delicatissima fase per la vita di Asia Bibi, dei suoi familiari e per la stessa sicurezza nazionale ed internazionale alla luce delle dichiarazioni minacciose pronunciate da formazioni partitiche pachistane di tipo islamiste. Osserva, inoltre, che la vicenda della cittadina pachistana di religione cattolica è emblematica per tutti coloro che hanno a cuore la libertà di credo ed il pluralismo religioso, precondizione per realizzare il pluralismo politico. In tal senso, ricorda che il gruppo Fratelli d'Italia ha sollecitato l'avvio di un'indagine conoscitiva sulla condizione delle popolazioni di religione cristiana nei territori d'oriente. Nel preannunciare il proprio voto favorevole alla risoluzione Grande e altri n. 7-00100, rileva che essa risulta essere la fotocopia, nel senso più nobile del termine, del proprio testo che, tuttavia, prevede un impegno più cogente per il Governo italiano ad offrire immediata disponibilità per individuare, in coordinamento con la comunità internazionale, le modalità per facilitare il trasferimento di Asia Bibi.
Marta GRANDE, presidente, nel ringraziare i gruppi per lo spirito collaborativo e il forte senso di responsabilità che hanno condotto all'elaborazione di una risoluzione unitaria, illustra la risoluzione di cui è prima firmataria e sottoscritta da colleghi presidenti dei gruppi della maggioranza e dell'opposizione, sottolineando l'impegno serio e costruttivo di cui ha dato prova finora il Governo italiano nella gestione di un caso che vede Asia Bibi e la sua famiglia, ma anche tutta la comunità mondiale dei cristiani, in particolare di quelli presenti in Pakistan, fortemente minacciata.
Il sottosegretario Guglielmo PICCHI esprime parere favorevole sulla risoluzione Grande e altri n. 7-00100, auspicando che tutti gruppi possano convergere su tale testo. Esprimendo apprezzamento per l'impegno profuso dall'onorevole Delmastro Delle Vedove, lo invita a riformulare il dispositivo della risoluzione a sua firma, mutuando il contenuto dalla risoluzione Grande e altri n. 7-00100, dovendo diversamente esprimere un orientamento contrario. Precisa che tale posizione è frutto di una accurata istruttoria, mirata a scongiurare fraintendimenti nocivi per le condizioni di sicurezza di Asia Bibi e della sua famiglia. Ritiene, in generale, che un atto di indirizzo unitario, sottoscritto da tutti i gruppi, avrebbe maggiore incidenza sul positivo evolvere della vicenda.
Andrea DE MARIA (PD), nel preannunciare il voto favorevole del gruppo del Partito democratico sulla risoluzione Grande e altri n. 7-00100, invita il Governo a mantenere viva l'opzione di dare accoglienza ad Asia Bibi in Italia.
Laura BOLDRINI (LeU), preannunciando il voto favorevole del gruppo Liberi e Uguali sulla risoluzione Grande e altri n. 7-00100, sottolinea che l'approvazione unanime costituirebbe un messaggio politico di particolare forza e rilevanza. In tal senso, invita il collega Delmastro Delle Vedove a ritirare la propria risoluzione, pur comprendendo la sua aspettativa di un congruo riconoscimento per il lavoro svolto. Sottolinea, inoltre, l'opportunità di inserire, tra le premesse, l'obiettivo di garantire protezione anche all'avvocato di Asia Bibi, che per sfuggire alle minacce degli integralisti islamici, è stato costretto ad espatriare, lasciando in Pakistan la propria famiglia, anch'essa in pericolo.
Michaela BIANCOFIORE (FI), nel chiedere chiarimenti al Governo sulla situazione attuale di Asia Bibi considerate le discordanti notizie di stampa diffuse tra ieri e questa mattina, annuncia il voto favorevole del gruppo Forza Italia alla risoluzione Grande e altri n. 7-00100 rilevando, tuttavia, che sarebbe stato opportuno inserire riferimenti più espliciti alla tutela delle minoranze cristiane nel mondo, anche per non eccedere in cedevolezza rispetto ai capisaldi della nostra cultura occidentale.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), nel respingere con veemenza l'insinuazione della collega Boldrini di voler in fondo solo difendere la primazia dell'iniziativa, rifiuta con fermezza l'invito del Governo ad adottare il dispositivo della risoluzione Grande e altri n. 7-00100, che ritiene eccessivamente debole. Ribadisce di aver accolto l'indicazione di prudenza sull'utilizzo di qualsiasi riferimento alla concessione dello status di rifugiato ad Asia Bibi e di avere voluto comunque collaborare rispetto a quanto deliberato ieri nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi; tuttavia, non intende recedere dalla proposta di impegnare il Governo italiano ad offrire immediatamente quanto meno la sua disponibilità per facilitare il trasferimento di Asia Bibi e della sua famiglia in luogo sicuro. A suo avviso, la fermezza nei toni è un elemento essenziale per affermare la credibilità dell'Italia sulla scena internazionale.
Sabrina DE CARLO (M5S), esprimendo riconoscimento al collega Delmastro Delle Vedove per il meritevole lavoro svolto, auspica che egli possa ritirare il proprio atto d'indirizzo e sottoscrivere la risoluzione a prima firma Grande. Qualora, invece, il collega volesse mantenere la propria risoluzione accogliendo la proposta di riformulazione avanzata dal rappresentante del Governo, il gruppo Movimento 5 Stelle voterebbe a favore della risoluzione del collega Delmastro Delle Vedove.
Laura BOLDRINI (LeU) si associa all'invito rivolto al collega Delmastro Delle Vedove a convergere sulla risoluzione Grande e altri n. 7-00100, precisando che essa contiene un impegno esplicito a favorire la protezione di Asia Bibi e della sua famiglia, ed appare quindi più stringente di quanto non sia la risoluzione a prima firma Delmastro Delle Vedove, che si limita a menzionare nel dispositivo la disponibilità ad un trasferimento di Asia Bibi in luogo sicuro, espressione che non corrisponde a nessun grado formalizzato di protezione internazionale ai sensi dei vigenti strumenti di diritto internazionale umanitario.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) ritiene convincenti le precisazioni della collega Boldrini, ma ribadisce la richiesta di riformulare il dispositivo della risoluzione a prima firma Grande con l'impegno al Governo ad offrire immediatamente la propria disponibilità per facilitare il trasferimento di Asia Bibi.
Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI), pur esprimendo profonda comprensione per la posizione del collega Delmastro Delle Vedove, di cui conosce l'impegno di lunga data sulla vicenda di Asia Bibi, ricorda che nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi ieri, alla quale il collega Delmastro Delle Vedove non ha potuto partecipare, si è registrata una convergenza all'unanimità dei presenti sull'opportunità di approvare una risoluzione unitaria con la prima firma della presidente della Commissione. Dunque, invita il collega a ritirare il proprio testo, anche per scongiurarne la reiezione, e ad approvare la risoluzione Grande e altri n. 7-00100 o, in alternativa, a riformulare la risoluzione a sua firma nei termini indicati dal Governo. Conclude sottolineato che le notizie di stampa di queste ore inducono a ritenere ancora più importante l'impegno del nostro Paese e della comunità internazionale.
Ivan SCALFAROTTO (PD) ribadisce l'invito al collega Delmastro Delle Vedove a ritirare il proprio testo ed a sottoscrivere la risoluzione Grande e altri n. 7-00100 che, a suo avviso, contiene tutte le cautele necessarie per assicurare la protezione di Asia Bibi e della sua famiglia: l'esigenza di trasmettere un messaggio forte a sostegno di Asia Bibi, rinunciando a prospettive di parte, dovrebbe infatti prevalere sulle pur legittime aspirazioni di ciascun gruppo a vedere accolte le proprie richieste, che riflettono sensibilità diverse. Preannuncia che, qualora non si addivenisse ad un voto unanime su un testo condiviso, anche il gruppo del Partito Democratico valuterebbe la presentazione di una risoluzione autonoma più esplicita sui punti evocati dal collega De Maria.
Paolo FORMENTINI (Lega), associandosi agli appelli rivolti al collega Delmastro Delle Vedove, sottolinea che l'ipotesi di elaborare un testo unitario, lungi dall'inficiare l'impegno profuso dal collega Delmastro Delle Vedove, è emersa ieri in Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, sulla scorta delle drammatiche notizie emerse nelle ultime ore circa la sorte di Asia Bibi.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) ribadisce che il dispositivo della risoluzione Grande e altri n. 7-00100 è, a suo avviso, troppo remissivo e reitera la richiesta di inserire un impegno più stringente quanto ad una disponibilità immediata del Governo italiano a favorire il trasferimento di Asia Bibi.
Dimitri COIN (Lega), nel riaffermare l'opportunità di approvare un testo unitario, ricorda la tragica vicenda di Shabbaz Bhatti, politico e ministro dell'Armonia nazionale e degli Affari delle minoranze nel governo del Pakistan, ucciso dagli estremisti islamici nel marzo del 2011 a Islamabad per la sua azione in difesa delle minoranze religiose pakistane. Rammenta, inoltre, che il suo ruolo venne ereditato dal fratello, Paul Bhatti, che fino ad allora aveva esercitato la professione di medico condotto in Italia, proprio nel suo paese.
Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI) propone, come formula di compromesso, di lavorare su una riformulazione volta ad inserire la parola «immediatamente» nel dispositivo della risoluzione Grande e altri n. 7-00100.
Il sottosegretario Guglielmo PICCHI, rispondendo alla richiesta di chiarimenti dell'onorevole Biancofiore, precisa che il Ministero degli affari esteri pachistano ha confermato che Asia Bibi è stata trasferita, sotto protezione, in una località segreta, dove rimarrà fin quando la Corte Suprema non si sarà pronunciata sul ricorso contro l'assoluzione, presentato dall'imam che l'aveva accusata di blasfemia. Ribadisce che il Governo non può accettare riformulazioni del dispositivo che creino problemi rispetto a questa delicata situazione. Rileva, infine che l'impegno dell'esecutivo per la tutela delle minoranze religiose non è discussione, come dimostra la recente iniziativa organizzata in sede OCSE «Combatting Intolerance and Discrimination with a Focus on Discrimination Based on Religion or Belief: Toward a Comprehensive Response in the Osce Region», che ha visto la partecipazione, tra gli altri del Cardinale Angelo Bagnasco, già Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) sottolinea che l'eccesso di prudenza imposto dalla Farnesina risulterà controproducente, come già accaduto con la vicenda dei marò.
La Commissione, con distinte votazioni, approva all'unanimità la risoluzione n. 7-00100 Grande e altri, come riformulata, che assume il n. 8-00007 (vedi allegato 1), e respinge la risoluzione Delmastro Delle Vedove n. 7-00098.
La seduta termina alle 13.30.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 8 novembre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Guglielmo Picchi.
La seduta comincia alle 13.30.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
5-00905 Boldrini: Sull'esenzione dell'Italia dall'applicazione delle sanzioni imposte dall'Amministrazione degli Stati Uniti all'Iran.
Laura BOLDRINI (LeU) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Guglielmo PICCHI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Laura BOLDRINI (LeU), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo, che non fornisce chiarimenti circa il presunto scambio tra l'esenzione dalle sanzioni concessa all'Italia, da un lato, e la vendita degli F35, la preservazione del Muos e il completamento del gasdotto Tap, dall'altro. Su questi temi, peraltro, osserva che nella scorsa legislatura si erano levate voci molto critiche da parte del Movimento 5 Stelle. Inoltre, rileva che l'esenzione disposta dall'Amministrazione Trump rischia di minare l'unità dell'Unione europea, che il Governo dovrebbe salvaguardare.
5-00903 Quartapelle Procopio: Sui recenti sviluppi della vicenda relativa alla cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
5-00904 Lupi: sui recenti sviluppi della vicenda relativa alla cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
Marta GRANDE, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente
Andrea DE MARIA (PD), che sottoscrive l'interrogazione in titolo, e Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI) rinunciano a illustrare le interrogazioni.
Il sottosegretario Guglielmo PICCHI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Andrea DE MARIA (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, e ribadisce la richiesta all'Esecutivo di adoperarsi per concedere asilo ad Asia Bibi.
Maurizio LUPI (Misto-NcI-USEI), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo e sottolinea l'importanza della risoluzione approvata con voto unanime nella seduta odierna. Tale atto conferma l'impegno dell'Italia a tutela della libertà religiosa, che è stata lesa in maniera evidente in Pakistan, sia con riferimento alla vicenda di Asia Bibi, sia con riferimento agli assassinii del Ministro Shabbaz Bhatti, richiamato dall'onorevole Coin, e dell'ex governatore musulmano della provincia del Punjab, Salman Tasir, ritenuto colpevole proprio di aver difeso Asia Bibi.
5-00906 Sabrina De Carlo: Sulla tutela dei religiosi cattolici in Nigeria.
Sabrina DE CARLO (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Guglielmo PICCHI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Sabrina DE CARLO (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta della risposta del Governo, che conferma l'impegno dell'esecutivo per superare il clima di insicurezza che regna nel Paese.
Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 14.
ALLEGATO 1
Risoluzione n. 7-00100 Grande: Sull'impegno internazionale a sostegno della cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE
La III Commissione,
premesso che:
il 19 giugno 2009, la cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi è stata presa in custodia dalla polizia, nel suo villaggio del Punjab, con l'accusa di aver offeso il profeta Maometto. Da quel momento, la donna ha vissuto in carcere, spesso in isolamento;
l'11 novembre 2010, Asia Bibi è stata condannata a morte per blasfemia. La sentenza è stata confermata in appello dall'Alta Corte di Lahore nell'ottobre 2014, ma l'esecuzione della sentenza è stata sospesa;
l'8 ottobre 2018, dopo un'udienza durata oltre tre ore e mezza, la Corte Suprema ha deciso di rinviare la decisione finale senza annunciare una data. La scelta del rinvio sarebbe stata dettata dalla necessità di verificare le clausole di diritto;
l'assoluzione della donna cristiana Asia Bibi da parte della Corte Suprema è avvenuta il 31 ottobre scagionandola dall'accusa di blasfemia per la quale era stata condannata a morte. Il rilascio della donna non è peraltro ancora avvenuto e sembra essere stato ritardato proprio a causa delle reiterate proteste dei manifestanti. Le scuole e le università sono rimaste chiuse per tre giorni, dopo che Khadim Hussain Rizvi, leader del partito radicale islamico Tehreeke-Labbaik, aveva esortato i suoi seguaci a continuare proteste e sit-in;
l'assoluzione di Asia Bibi è arrivata dopo quasi 10 anni e un calvario giudiziario che ha mobilitato mezzo mondo;
Asia Bibi è moglie e madre di 5 figli. A supporto della sua causa si è sviluppato un movimento globale che ha dato battaglia per la sua liberazione: Asia Bibi è diventata, suo malgrado, l'icona di un movimento che chiede la cancellazione del reato di blasfemia in Pakistan e il simbolo della persecuzione dei cristiani nel mondo. Per questi motivi, Asia ha attirato su di sé l'ira dei fondamentalisti islamici che ne vorrebbero la morte;
il partito islamista pakistano Tehreek-e-Labbaik (TLP) ha fatto sapere che in caso di assoluzione e quindi mancata condanna, avrebbe considerato di ritornare in piazza per chiedere l'impiccagione della donna;
il partito ha minacciato anche i giudici della Corte Suprema chiamati a decidere sul suo caso, prospettando per loro una « fine orribile « in caso di assoluzione;
il TLP ha innalzato a « martire « ed « eroe « Mumtaz Qadri, l'uomo che nel 2011 uccise l'ex governatore musulmano della provincia del Punjab, Salman Tasir, ritenuto colpevole proprio di aver difeso Asia Bibi;
l'avvocato di Asia Bibi, Saif ul-Malook, è stato costretto ad espatriare per timore per la propria incolumità, lasciando in Pakistan la propria famiglia, anch'essa in pericolo;
secondo fonti di stampa, il Governo pachistano starebbe preparando un piano di evacuazione della donna verso un luogo sicuro, probabilmente fuori dai confini nazionali,
impegna il Governo
a favorire la protezione di Asia Bibi e della sua famiglia a seguito dell'assoluzione dall'accusa a lei imputata, mantenendosi in costante coordinamento con tutti gli Stati interessati anche per eventualmente facilitarne il trasferimento in luogo sicuro.
(8-00007) «Grande, Sabrina De Carlo, Lupi, Valentini, Formentini, Boldrini, Quartapelle Procopio».
ALLEGATO 2
5-00905 Boldrini: Sull'esenzione dell'Italia dall'applicazione delle sanzioni imposte dall'Amministrazione degli Stati Uniti all'Iran.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il Governo italiano conferma il suo sostegno all'attuazione del JCPoA, quale elemento dell'architettura di non proliferazione nucleare globale, in grado di contribuire alla stabilità nella regione. Assieme agli altri partner europei, non condividiamo la decisione dell'Amministrazione Trump di uscire dall'accordo e la conseguente imposizione di nuove misure restrittive all'Iran. In particolare, abbiamo manifestato forte perplessità e preoccupazione per gli effetti extraterritoriali delle sanzioni, suscettibili di colpire direttamente interessi di imprese italiane ed europee.
A seguito dell'entrata in vigore della seconda tranche di misure sanzionatorie (che colpiscono più direttamente il settore energetico ed in particolare il commercio di idrocarburi), l'Amministrazione USA ha indicato di ritenere temporaneamente esentate dagli effetti delle misure restrittive sette Paesi, fra i quali il nostro, e l'isola di Taiwan. L'annuncio dovrebbe essere seguito, già nei prossimi giorni dalla pubblicazione del relativo ordine sulla Gazzetta Ufficiale (Federal Register).
Sulla base delle informazioni acquisite presso gli interlocutori statunitensi, la deroga consentirà alla Banca Centrale iraniana di poter ricevere pagamenti riguardanti operazioni commerciali relative a petrolio su un conto corrente monitorato, dal quale potranno essere prelevati fondi solo a copertura di transazioni commerciali di carattere umanitario (ad esempio beni alimentari o medicinali) o beni prodotti in Italia. Terminati i sei mesi, i fondi residui potranno essere impiegati, sempre sotto monitoraggio, solo per acquisto di beni destinati a venire incontro a necessità umanitarie.
Il Governo italiano ha accolto la decisione americana come un credito di fiducia verso un Paese ed un Governo che si è mostrato cooperativo con l'Amministrazione USA, che ha sempre ricercato la via del dialogo e che ha favorito la soluzione di problematiche evocate dalle nostre imprese attraverso il confronto ed il pragmatismo. Questo approccio costruttivo è stato riconosciuto anche dagli interlocutori USA, che hanno confermato – anche a livello tecnico – la disponibilità a continuare ad interloquire direttamente con le nostre imprese per cercare soluzioni a possibili problematiche nascenti dall'attuazione delle sanzioni USA, nell'ambito di un dialogo trasparente e positivo.
Non risultano invece altre condizioni poste da parte americana, il cui obiettivo, chiarito ancora prima dell'entrata in vigore delle sanzioni, è quello di poter giungere all'azzeramento delle importazioni di greggio dall'Iran da parte dei Paesi clienti.
Nonostante la deroga accordata da parte americana, l'Italia prosegue il lavoro avviato assieme ai partner UE alla ricerca di strumenti da affiancare alle prime misure già adottate per contrastare gli effetti del regime sanzionatorio contro nei confronti di Teheran. Proseguono infatti nei competenti gruppi tecnici le discussioni per la creazione di uno «special purpose vehicle/SPV» per facilitare transazioni finanziarie legittime con l'Iran, così consentendo alle imprese italiane ed europee di continuare a commerciare con l'Iran in conformità con la legislazione dell'Unione europea.
ALLEGATO 3
5-00903 Quartapelle Procopio e 5-00904 Lupi: Sui recenti sviluppi della vicenda relativa alla cittadina pachistana di religione cattolica Aasiyah Naurīn Bibi.
TESTO DELLA RISPOSTA
Abbiamo visto tutti che in queste ultime ore si sono succedute svariate notizie sulla sorte di Asia Bibi e sulla sua presunta partenza dal Pakistan. Tuttavia, il ministero degli Esteri pakistano ha smentito che Asia Bibi sia partita per l'estero. Si troverebbe in una località segreta in Pakistan. In attesa che la situazione si chiarisca, stiamo continuando a seguire, in stretto contatto con la nostra Ambasciata e con la massima attenzione, le evoluzioni della vicenda.
Il Governo è infatti sensibile alle istanze espresse da tanti settori della società civile italiana e condivide le preoccupazioni manifestate dal Parlamento sulla vicenda della Signora Asia Bibi e della sua famiglia.
Asia Bibi, cittadina pakistana di fede cristiana, è stata arrestata nel giugno 2009 nella Provincia del Punjab su denuncia di alcune sue compagne di lavoro, per asserite espressioni blasfeme nei confronti del credo islamico. Nel novembre 2010, Asia Bibi è stata condannata alla pena capitale con l'accusa di blasfemia.
La sentenza di condanna nei confronti di Asia Bibi è stata confermata in appello dall'Alta Corte di Lahore nell'ottobre del 2014. Nel luglio 2015, però, la Corte Suprema pakistana ha cassato entrambe le sentenze, ritenendole viziate. La decisione ha così sospeso l'esecuzione della pena capitale e ha comportato la ripetizione del processo. Tale nuova fase del procedimento è andata avanti con una certa lentezza, anche per i timori relativi alle possibili reazioni di ambienti estremisti.
Il 31 ottobre la Corte Suprema del Pakistan ha finalmente assolto Asia Bibi dopo lunghi anni di detenzione, in una vicenda trascinatasi per quasi dieci anni.
Si tratta di una vittoria importante, anche se tardiva, per la giustizia in Pakistan, dove vive una minoranza cristiana di oltre due milioni di persone.
L'Italia in questi anni ha seguito costantemente il caso della Signora Asia Bibi, interagendo con la famiglia e con coloro che le sono stati vicini.
Ovviamente ora la preoccupazione è di assicurare un futuro alla Signora Asia Bibi, alla sua famiglia e a quanti si trovano in pericolo per averla assistita durante le varie fasi processuali.
Ci tengo quindi a ribadire che la Farnesina sta seguendo con grande attenzione la situazione della Signora Asia Bibi, in stretto collegamento con la nostra Ambasciata in Pakistan, come ha ribadito anche il Ministro degli esteri Moavero Milanesi. Stiamo mantenendo un costante coordinamento con tutti gli Stati interessati, per facilitare una soluzione che garantisca la sua sicurezza e un avvenire che auspichiamo sereno.
ALLEGATO 4
5-00906 Sabrina De Carlo: Sulla tutela dei religiosi cattolici in Nigeria.
TESTO DELLA RISPOSTA
La Farnesina segue con attenzione la vicenda delle cinque religiose rapite in Nigeria e non mancherà di monitorare, assieme ai nostri partner europei, le azioni messe in atto dal Governo nigeriano per assicurare una risoluzione positiva del rapimento.
A livello generale, la tutela e la promozione della libertà di religione o credo, nonché dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche, rappresentano temi prioritari per questo Governo. L'Italia, anche in coordinamento con i partner dell'Unione Europea e in ambito Nazioni Unite, porta avanti numerose iniziative sul tema, al fine di mantenere alta l'attenzione della Comunità Internazionale sulla situazione delle minoranze religiose nel mondo, inclusi i cristiani, che costituiscono minoranza in molte delle attuali aree di crisi.
In Nigeria da anni si assiste a conflitti etnico-religiosi, che su un substrato di tensioni e conflitti endemici interni e regionali, presenza di gruppi terroristici o pulsioni indipendentiste, vede le comunità cristiane fra le principali vittime di episodi di estremismo violento. Non sempre si tratta di una discriminazione nei confronti dei cristiani in quanto tali, quanto piuttosto di violenze da inquadrare nell'ambito dei conflitti ancestrali per il controllo delle risorse. All'acuirsi delle violenze ha contribuito il diffondersi del terrorismo estremista di matrice islamica riconducibile al gruppo denominato Boko Haram, che dal 2009 affligge il nord-est della Nigeria.
L'Italia sostiene il Governo nigeriano e le popolazioni nella lotta all'estremismo violento. Innanzitutto con forti prese di posizione politiche: a seguito di episodi di particolare violenza registrati lo scorso marzo, ad esempio, la nostra Ambasciata, assieme alle Ambasciate europee ad Abuja, ha svolto un'azione coordinata per manifestare allarme per la recrudescenza degli scontri fra pastori e agricoltori, spronando il Governo del Presidente Buhari ad agire con maggior determinazione per promuovere un dialogo costruttivo e perseguire i responsabili.
Dal momento che tali episodi di violenza nei confronti delle comunità cristiane sono dovuti principalmente alla precarietà della situazione di sicurezza in alcune aree del Paese, l'Italia svolge da anni attività di formazione a favore di funzionari di sicurezza nigeriani. Si tratta di attività a cura dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e del Ministero della difesa, alcune finanziate dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, destinate a rafforzare la capacità della polizia, delle Forze Armate e di altri corpi dello Stato nigeriano in materia di contrasto al terrorismo e rafforzamento dell'ordine pubblico.
L'Italia ha inoltre sostenuto la decisione dell'Unione Europea di concedere un contributo di 50 milioni di euro nel quadro del sostegno alla MultiNational Joint Task Force, costituita da Benin, Camerun, Ciad, Niger e Nigeria per contrastare le attività terroristiche di Boko Haram.
L'Italia è infine attiva sul fronte della risposta all'emergenza umanitaria causata dalle attività terroristiche in Nigeria e nella regione del Lago Ciad.
L'Italia ha partecipato a febbraio 2017 alla Conferenza di Oslo e il 3 e 4 settembre 2018 alla Conferenza di Berlino, entrambe dedicate alla crisi umanitaria del Lago Ciad, area colpita da un inaridimento progressivo e allo stesso tempo soggetta alle azioni violente di Boko Haram. In tale ambito l'Italia ha confermato lo stanziamento di 15 milioni di euro da utilizzarsi nel triennio 2017-2019 per iniziative di emergenza e programmi di sviluppo in favore delle popolazioni stanziate nella regione del Lago Ciad. Tali programmi di assistenza rivestono particolare importanza in quanto alleviando le sofferenze della popolazione contribuiscono ad attenuare le tensioni tra gruppi etnici e religiosi per il controllo delle risorse.
Continueremo a promuovere sia in ambito bilaterale che multilaterale la libertà religiosa o di credo, opponendoci fortemente ad ogni forma di intolleranza, violenza e persecuzione religiosa. In relazione al caso delle cinque religiose rapite, continueremo a seguirlo con attenzione affinché possa giungere a una positiva conclusione.