XI Commissione
Lavoro pubblico e privato
Lavoro pubblico e privato (XI)
Commissione XI (Lavoro)
Comm. XI
7-00021 Rizzetto: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».
7-00066 Serracchiani: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».
7-00076 Polverini: Iniziative normative volte a tutelare il diritto al pensionamento dei lavoratori esclusi dai precedenti interventi di salvaguardia in favore dei cosiddetti «esodati» (Seguito della discussione congiunta e rinvio) ... 147
ALLEGATO (Proposta di testo unificato delle risoluzioni presentata dal deputato Rizzetto) ... 152
7-00016 Costanzo: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali dell'azienda COMDATA S.p.a.
7-00063 Gribaudo: Iniziative volte a garantire il rispetto degli impegni assunti dall'azienda COMDATA S.p.a., con particolare riguardo alla sede di Pozzuoli (Seguito della discussione congiunta e rinvio) ... 151
RISOLUZIONI
Mercoledì 24 ottobre 2018. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE. — Interviene il sottosegretario di Stato al lavoro e alle politiche sociali, Claudio Cominardi.
La seduta comincia alle 14.10.
7-00021 Rizzetto: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».
7-00066 Serracchiani: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».
7-00076 Polverini: Iniziative normative volte a tutelare il diritto al pensionamento dei lavoratori esclusi dai precedenti interventi di salvaguardia in favore dei cosiddetti «esodati».
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).
Andrea GIACCONE, presidente, avverte che la Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni 7-00021 Rizzetto e 7-00066 Serracchiani, rinviata nella seduta dello scorso 10 ottobre. Fa presente che, successivamente a tale seduta, è stata presentata la risoluzione n. 7-00076 Polverini, che, vertendo sul medesimo argomento, sarà discussa congiuntamente alle risoluzioni già all'esame della Commissione.
Walter RIZZETTO (FdI) avverte che, con le colleghe Serracchiani e Polverini, ha elaborato una proposta di testo unificato (vedi allegato). A suo avviso, tale testo, che tenta la sintesi delle posizioni espresse dalle parti politiche di appartenenza, se il Governo fosse d'accordo, potrebbe essere approvato già la prossima settimana. Invita, quindi, i gruppi di maggioranza a esprimersi, eventualmente proponendo propri contributi, che potranno essere discussi con spirito di collaborazione. Si dichiara, anche a nome delle colleghe, disponibile a modificare il testo proposto per espungere le parti che potrebbero mettere in difficoltà la maggioranza, riferendosi, in modo particolare, alla categoria dei macchinisti delle Ferrovie dello Stato, la cui considerazione nel perimetro delle categorie di lavoratori salvaguardati non è pacifica, ma è comunque prevista nel testo proposto, finalizzato a dare una soluzione definitiva ai problemi aperti dalla riforma pensionistica del 2011. In ogni caso, si appella alla maggioranza perché esprima con chiarezza e il prima possibile la sua posizione sulla proposta di testo unitario e sulla sua approvazione entro prossima settimana.
Debora SERRACCHIANI (PD), associandosi a quanto affermato dal collega Rizzetto, che ringrazia per la disponibilità a superare la propria risoluzione per un testo unificato, ricorda che, sul tema relativo ai macchinisti delle Ferrovie dello Stato colpiti dalla riforma pensionistica del 2011, inclusi nella sua risoluzione tra le categorie di lavoratori da salvaguardare, il Movimento 5 Stelle si era molto speso nella scorsa legislatura. Dal momento, però, che in quella attuale la posizione del Movimento 5 Stelle sembrerebbe diversa, si dichiara disposta a eliminare tale categoria di lavoratori dalle previsioni della risoluzione. Per farlo, tuttavia, ritiene necessario che il Movimento 5 Stelle si esprima con chiarezza, soprattutto per capire se la sua contrarietà riguarda solo i macchinisti o, invece, un nuovo provvedimento di salvaguardia. Se così fosse, allora, preannuncia l'impegno del PD a portare sino in fondo la sua azione per la soluzione del problema.
Davide TRIPIEDI (M5S) interviene per precisare che la categoria dei macchinisti delle Ferrovie dello Stato non può essere tecnicamente considerata nella platea dei soggetti beneficiari dei provvedimenti di salvaguardia. La loro impossibilità di accedere al pensionamento con i requisiti previgenti è stata infatti impedita da un errore tecnico nella scrittura dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, a cui è necessario porre rimedio con strumenti diversi da un provvedimento di salvaguardia.
Debora SERRACCHIANI (PD) chiede al collega Tripiedi se, con tale affermazione, intenda preannunciare che il suo gruppo non sosterrà la proposta di testo unificato delle risoluzioni.
Davide TRIPIEDI (M5S), riprendendo il suo intervento, ricorda che i Governi precedenti non sono stati in grado, in otto anni, di risolvere il problema dei macchinisti delle Ferrovie dello Stato. Ciò ha indotto l'attuale Governo a ritenere che sia necessario cambiare l'approccio al problema, coinvolgendo maggiormente le Commissioni parlamentari competenti, diversamente dal passato, quando, invece, l'Esecutivo superava il lavoro parlamentare presentando e facendo votare le proprie decisioni, chiuso a qualsiasi contributo. Infine, ritiene ingiusto che, per intenti di mera speculazione politica, si metta in dubbio la sincerità dell'impegno profuso nella scorsa legislatura dal Movimento 5 Stelle su un tema di tale spessore.
Walter RIZZETTO (FdI) si sorprende che il collega Tripiedi, alla seconda legislatura in Commissione Lavoro, dia un'interpretazione così distorta del ruolo della Commissione medesima nell’iter che ha portato all'adozione dei precedenti provvedimenti di salvaguardia. A suo giudizio, il problema non è se considerare o meno i macchinisti delle Ferrovie dello Stato tra i lavoratori salvaguardati, bensì quello di permettere loro di accedere al pensionamento. Pertanto, tiene a sottolineare che la proposta di votare un testo unificato, per conferire un peso maggiore all'atto di indirizzo, si deve solo all'impegno delle opposizioni. Se la maggioranza si trova in disaccordo rispetto a tale proposta, se ne deve assumere la responsabilità politica e la Commissione potrà esprimersi sulle singole risoluzioni. Ulteriori rinvii sono inutili e dannosi, anche perché consentono alla maggioranza di mantenere un atteggiamento ambiguo sul problema.
Debora SERRACCHIANI (PD), lamentando l'incomprensione da parte della maggioranza dello sforzo politico compiuto dai gruppi di opposizione per giungere alla formulazione di un testo unificato, sottolinea che il gruppo del PD, facendo una valutazione politica che intende rivendicare, ha ritenuto che il tema dei lavoratori da salvaguardare e quello dei macchinisti delle Ferrovie dello Stato potessero essere affrontati insieme in un'unica risoluzione. Ciò nonostante, ribadisce la sua disponibilità a espungere la categoria dei macchinisti dalla proposta di testo unificato, in considerazione della presentazione di una successiva nuova risoluzione che affronterà anche tale tema.
Davide TRIPIEDI (M5S) intende rivendicare l'impegno della sua parte politica per la soluzione del problema che riguarda i macchinisti delle Ferrovie dello Stato.
Andrea GIACCONE, presidente, invita il deputato Tripiedi a consentire alla collega Serracchiani di terminare il suo intervento.
Debora SERRACCHIANI (PD), riprendendo il suo intervento, chiede alla maggioranza di esprimersi chiaramente e con immediatezza, perché, in mancanza di accordo politico, ritiene preferibile che siano poste in votazione le risoluzioni nel loro testo originario.
Carlo FATUZZO (FI), pur considerando incostituzionali i provvedimenti di salvaguardia approvati nella scorsa legislatura, ritiene condivisibile il testo unificato proposto dai colleghi Rizzetto, Serracchiani e Polverini, in quanto tende a risolvere il problema di coloro che, nel giro di ventiquattro ore, si sono trovati senza lavoro e senza pensione per l'entrata in vigore della riforma Fornero. Tiene, tuttavia, a sottolineare che questo provvedimento, con cui la Commissione intende impegnare il Governo, al pari degli altri otto provvedimenti già adottati, risolve il problema solo di una piccolissima parte dei lavoratori colpiti da tale riforma.
Daniele MOSCHIONI (Lega) rivendica l'impegno profuso nella scorsa legislatura dal collega di partito Fedriga sul tema dei cosiddetti «esodati» e, per questo, si sente preso in giro da coloro che, come maggioranza nella scorsa legislatura, sono stati causa del problema che ora pretendono di risolvere. Il Governo è ben cosciente della necessità di intervenire, ma intende farlo con serietà e umiltà. Osserva che, per permettere a circa seimila soggetti, come recita la proposta di testo unificato, di accedere al pensionamento, per un costo – sempre stando a tale testo – di 329 milioni di euro, sia necessario svolgere i dovuti approfondimenti, prendendosi tutto il tempo che sarà necessario.
Alessandro ZAN (PD), dichiarandosi sconcertato per l'atteggiamento della maggioranza, rivendica con orgoglio il fatto che i precedenti Governi abbiano adottato provvedimenti di salvaguardia per la soluzione, seppure parziale, del problema degli «esodati». Ricorda che, nella scorsa legislatura, non si è potuto giungere alla soluzione del problema dei macchinisti delle Ferrovie dello Stato a causa delle criticità messe in luce dalla Ragioneria generale dello Stato e dall'INPS. Tuttavia, una recente sentenza della Corte dei conti in materia potrà, a suo giudizio, permettere finalmente una soluzione in questa legislatura. Quello che manca è, però, una chiara presa di posizione della maggioranza, che consenta di capire se c’è ancora la possibilità, come lui personalmente crede, di giungere all'approvazione di un testo unitario delle risoluzioni.
Elena MURELLI (Lega) sottolinea che la maggioranza è ben consapevole dell'importanza dei problemi oggetto delle risoluzioni in discussione e che, per questo, sono già da tempo in corso, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, incontri anche con i rappresentanti delle categorie interessate, allo scopo di individuare lo strumento più idoneo a chiudere definitivamente la vicenda. Da tali incontri è emerso che, come rilevato dagli stessi rappresentanti degli «esodati», i macchinisti delle Ferrovie dello Stato non rientrano nella categoria dei soggetti interessati dai provvedimenti di salvaguardia e, pertanto, necessitano di una soluzione specifica e di tipo diverso. A suo parere, pertanto, sarebbe opportuno continuare sulla strada seguita sin qui, concentrandosi per il momento solo sugli «esodati».
Marco LACARRA (PD) rileva che la posizione testé espressa dalla collega Murelli, che sembrerebbe chiedere tempo per trovare una sintesi basata sulla proposta di testo unificato delle tre risoluzioni, non appare in linea con quella in precedenza espressa dal deputato Tripiedi, dalla quale sembrava emergere, piuttosto, l'intenzione del gruppo del Movimento 5 Stelle di presentare un'autonoma risoluzione. Teme che questo sia l'ennesimo esempio della strategia di appropriazione delle proposte delle opposizioni che il Movimento mette sistematicamente in atto nelle Commissioni. Infine, sottolinea che il fatto di essere stato il partito di Governo nella scorsa legislatura non può essere di ostacolo al Partito Democratico nell'esercizio del suo ruolo di opposizione nella legislatura in corso. Gli italiani che hanno votato il Partito Democratico gli hanno dato un preciso mandato, che esso intende esercitare fino in fondo.
Renata POLVERINI (FI) richiama i colleghi al tema della discussione, incentrata su un atto di indirizzo politico, che intende impegnare il Governo nella soluzione del problema di coloro che non sono riusciti ad accedere al pensionamento per l'entrata in vigore della riforma Fornero, pur avendo già lasciato il lavoro. Esorta i commissari a ritornare allo spirito del lavoro del Parlamento, basato sul confronto tra maggioranza e opposizione, pur senza confusione di ruoli. Inoltre, pur ricordando la sua ferma opposizione ai Governi del centro-sinistra nella scorsa legislatura, non esita a riconoscerne il merito di avere accolto le istanze della Commissione per la soluzione del problema degli «esodati», con l'adozione dei precedenti provvedimenti di salvaguardia. Pertanto, sulle risoluzioni all'esame, la maggioranza dovrebbe, a suo giudizio, assumersi la responsabilità di chiarire la propria posizione sui macchinisti, per permettere alla Commissione di esprimersi sulle risoluzioni, nella consapevolezza che i parlamentari dovrebbero svolgere il loro lavoro non per chi li ha eletti, ma per tutti i cittadini.
Davide TRIPIEDI (M5S), dopo aver riportato l'opinione negativa di un'esponente del Partito Democratico sui provvedimenti di salvaguardia, ricorda, in contrasto con quanti lo hanno preceduto, che i Governi di centro-sinistra si sono distinti per aver sistematicamente ignorato il lavoro del Parlamento e che quello attuale è, al contrario, intenzionato ad adottare un metodo di lavoro diverso.
Maria PALLINI (M5S), dopo avere ricordato la disponibilità del Governo alla positiva definizione della vicenda degli «esodati», annuncia l'intenzione della maggioranza di presentare una propria risoluzione. Il ritardo lamentato dai colleghi delle opposizioni è dovuto all'esigenza di individuare, attraverso incontri con le parti coinvolte, gli strumenti più idonei alla soluzione dei problemi.
Il sottosegretario Claudio COMINARDI si riserva di esprimere la posizione del Governo in una successiva seduta.
Marco LACARRA (PD) non ritiene che i colleghi della maggioranza abbiano chiarito se siano favorevoli a votare un testo unificato delle risoluzioni all'esame della Commissione. Se, infatti, l'annunciata prossima presentazione di una risoluzione di maggioranza ha intenti puramente dilatori, il gruppo del Partito Democratico non è disponibile ad avallare tale comportamento.
Antonio VISCOMI (PD) reputa necessario capire quale sia il risultato a cui si intende pervenire. Se è quello di votare un testo unificato, allora fa presente che è necessario il coinvolgimento di tutte le parti politiche. Dal momento che la collega Pallini sembra, invece, preferire l'approvazione di un testo di maggioranza, appare inutile aspettare un'altra settimana.
Andrea GIACCONE, presidente, cercando di fare una sintesi di quanto emerso dal dibattito, propone di rinviare alla prossima settimana il voto sulle risoluzioni presentate e di prossima presentazione, così da raccogliere le posizioni di tutte le parti politiche, di maggioranza e di opposizione.
Marco LACARRA (PD) insiste perché la maggioranza esprima con chiarezza la sua volontà, di giungere o meno alla formulazione di un nuovo testo unificato.
Andrea GIACCONE, presidente, dopo avere ribadito la necessità che le parti politiche avviino le necessarie interlocuzioni, rinvia il seguito della discussione delle risoluzioni ad altra seduta.
7-00016 Costanzo: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali dell'azienda COMDATA S.p.a.
7-00063 Gribaudo: Iniziative volte a garantire il rispetto degli impegni assunti dall'azienda COMDATA S.p.a., con particolare riguardo alla sede di Pozzuoli.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).
Andrea GIACCONE, presidente, avverte che la Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni 7-00016 Costanzo e 7-00063 Gribaudo, rinviata nella seduta del 17 ottobre 2018. Ricorda che in tale sede il sottosegretario Durigon aveva rappresentato l'esigenza di approfondire i termini della questione prima di potere esprimere la posizione del Governo sulle risoluzioni in discussione.
Jessica COSTANZO (M5S) propone di rinviare il seguito della discussione congiunta, per permettere ai gruppi di giungere alla formulazione di un testo unificato da porre in votazione.
Alessandro ZAN (PD) esprime l'auspicio che il testo unificato, che le firmatarie delle risoluzioni si propongono di presentare, sia idoneo a raggiungere il risultato della tutela dei livelli occupazionali degli stabilimenti COMDATA di Pozzuoli e di Padova. In particolare, il Governo dovrà impegnarsi a vigilare sull'azienda, che ha già dimostrato di non rispettare gli impegni assunti.
Andrea GIACCONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.20.
ALLEGATO
7-00021 Rizzetto, 7-00066 Serracchiani e 7-00076 Polverini: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».
PROPOSTA DI TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI PRESENTATA DAL DEPUTATO RIZZETTO
La XI Commissione,
premesso che:
in materia pensionistica è prioritario concludere il percorso delle salvaguardie attuato con diversi provvedimenti legislativi, a partire dall'anno 2012, al fine di tutelare le lavoratrici e i lavoratori che sono stati condannati a un fenomeno velocemente assurto agli onori della cronaca con il nome di «esodati»: persone che hanno sottoscritto accordi per uscire dal mondo del lavoro facendo affidamento sui criteri pensionistici ante legge 28 giugno 2012, n. 92, cosiddetta «legge Fornero» e che, pertanto, con la modifica dei criteri per il riconoscimento del diritto alla pensione, dopo decenni di lavoro, si sono ritrovate a non essere più occupate e, imprevedibilmente, a non poter ancora accedere alla pensione;
al riguardo, come è noto, la gravissima congiuntura economico-finanziaria in cui versava il Paese, indusse l'allora Governo Monti a varare una ingente manovra finanziaria incentrata, tra l'altro, su una drastica operazione di innalzamento dell'età pensionistica e sull'abolizione delle pensioni di anzianità. Una decisione che, sin dal suo esordio, evidenziò notevoli problemi attuativi su numerosi processi di ristrutturazioni aziendali e sui percorsi di vita lavorativa costruiti sul previgente regime pensionistico. Difatti, le problematiche e la destrutturazione del sistema previdenziale e occupazionale vennero individuate e sollevate già in fase di esame della richiamata legge. Basti pensare che sin dai primi mesi di vigenza delle disposizioni approvate a fine 2011, e poi nel corso dei sette anni successivi, il legislatore è dovuto intervenire ben otto volte per provvedere con interventi di urgenza a salvaguardare i soggetti interessati dalla riforma «Fornero» ed esclusi dal pensionamento;
nello specifico, il lungo e complesso lavoro normativo per risolvere il fenomeno degli esodati ha portato al varo di ben otto salvaguardie attraverso le disposizioni normative contenute nel decreto-legge n. 216 del 2011, cosiddetto «mille proroghe» 2012, nel decreto-legge n. 95 del 2011, cosiddetto «spending review», nella legge n. 228 del 2012 cosiddetta «stabilità 2013», nel decreto-legge n. 102 del 2013 e poi ancora nella legge n. 147 del 2013, cosiddetta «stabilità 2014», e ancora nella legge ad hoc n. 147 del 2014, nella legge n. 208 del 2015 cosiddetta «stabilità 2016» e, in ultimo, nella legge di bilancio 2017 (legge n. 232 del 2016);
le salvaguardie hanno interessato complessivamente poco più di 142.000 lavoratori che si sono visti accolta la richiesta di pensionamento sulla base delle regole previgenti alla riforma Fornero, su un totale teorico di oltre 203.000 lavoratori stimati come aventi diritto. Uno scostamento significativo che ha comportato ingenti risparmi di spesa, basti pensare che rispetto alla platea di 30.700 unità prevista dall'ottava salvaguardia, è stato riconosciuto il diritto al trattamento pensionistico solo a meno della metà dei richiedenti;
le otto manovre di salvaguardia fin ad oggi introdotte, non sono state sufficienti, poiché hanno escluso circa seimila «esodati», che, per varie ragioni, non hanno potuto godere di tale opportunità. Tra queste persone, vi rientrano altresì alcune centinaia di ex lavoratrici postali che hanno lasciato il lavoro con un incentivo all'esodo facendo affidamento sul riconoscimento del diritto all'assegno pensionistico entro pochi anni e che, a causa della progressione della speranza di vita, non sono rientrate negli interventi di salvaguardia spesso per soli pochi mesi;
si ritiene, quindi, prioritario e urgente procedere alla nona salvaguardia per consentire l'accesso all'assegno pensionistico alla platea di uomini e donne in questione, che stanno vivendo una condizione di grande disagio sociale, poiché rimasti da anni senza un reddito;
si tratta di un provvedimento anche di giustizia sociale nei confronti di queste persone, che a parità di diritto rispetto a quelle già salvaguardate, non hanno potuto beneficiare delle precedenti manovre di salvaguardia a causa di discriminanti criteri e paletti temporali posti come condizioni per l'accesso;
tale intervento normativo, pertanto, dovrà essere definitivo e escludere parametri o limiti temporali che comportino un'irragionevole esclusione degli aventi diritto, considerando, tra l'altro, che le risorse finanziarie per coprire la manovra esistono e avanzano anche dalle precedenti salvaguardie, che, come predetto, hanno interessato un numero molto inferiore a quello previsto; ciò è anche confermato dai report riepilogativi dell'Istituto nazionale della previdenza sociale;
nonostante lo sforzo per la riduzione del danno, non si è riusciti a concludere definitivamente il processo di salvaguardia di tutti i soggetti interessati. Rimangono ancora esclusi circa seimila lavoratori che, per varie ragioni, non hanno potuto godere di tale opportunità. In primis ci sono alcune centinaia di ex lavoratrici postali che hanno lasciato il lavoro con un incentivo all'esodo contando di traguardare la pensione entro pochi anni e che, a causa della progressione della speranza di vita, sono rimaste beffate spesso per pochi mesi. Altrettanto significativo ed urgente è il caso dei macchinisti ferroviari i quali, come anche sancito da una recente sentenza della Corte dei conti, si sono visti negare l'accesso al regime previgente alla riforma del dicembre 2011, in ragione di un evidente errore materiale della disposizione di cui all'articolo 24, comma 18, del citato decreto-legge n. 201 del 2011, nonostante le reiterate segnalazioni ed iniziative parlamentari della passata legislatura volte a porre rimedio a tale errore materiale ed alla altrettanto erronea applicazione da parte dell'ente previdenziale;
dai dati forniti dall'Inps emerge che per salvaguardare le circa seimila persone interessate, in base ai criteri adottati nell'ottava salvaguardia, si stima un costo totale per attuare la manovra di 329 milioni di euro, risorse finanziarie che, si ribadisce, esistono in bilancio e vanno destinate al riconoscimento dell'assegno previdenziale agli «esodati» ancora privi di tutele;
si evidenzia che la sinora ipotizzata intenzione del Governo di reintrodurre il meccanismo delle quote, fissandone la soglia al valore di 100, sebbene tuttora non se ne conoscano approfonditamente gli elementi fondamentali, non può essere considerata un provvedimento risolutorio anche per tutti coloro che sono rimasti esclusi dalle otto salvaguardie ad oggi adottate;
pertanto, previo confronto con le organizzazioni sindacali e i comitati di rappresentanza degli «esodati», risulta necessario e improcrastinabile adottare la misura di nona salvaguardia, per concludere questa annosa e indegna vicenda, caratterizzata da anni di bisogno e disagio sociale imposti a norma di legge a decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori nel nostro Paese,
impegna il Governo:
ad assumere tempestivamente, per quanto di competenza e previo approfondito confronto con le organizzazioni sindacali e i comitati di rappresentanza dei lavoratori «esodati», urgenti ed idonee iniziative normative per attuare la nona e definitiva salvaguardia dei circa seimila «esodati» rimasti esclusi dalle precedenti misure richiamate in premessa, garantendo l'accesso a tutti gli aventi diritto alla pensione;
ad adottare ogni iniziativa affinché sia garantito che, ai fini della nona salvaguardia, non sia posto alcun criterio o limite temporale che determini l'esclusione di qualcuno e siano altresì esclusi margini interpretativi restrittivi che, per via amministrativa, possano inficiare il carattere di definitività della misura e mettere nuovamente a rischio l'accesso ai trattamenti pensionistici, come purtroppo avvenuto nelle precedenti manovre di salvaguardia.