VI Commissione
Finanze
Finanze (VI)
Commissione VI (Finanze)
Comm. VI
Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 1074, recante disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale ... 59
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2016/1164 recante norme contro le pratiche di elusione fiscale che incidono direttamente sul funzionamento del mercato interno come modificata dalla direttiva (UE) 2017/952 recante modifica della direttiva (UE) 2016/1164 relativamente ai disallineamenti da ibridi con i paesi terzi. Atto n. 42 (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio) ... 59
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
5-00755 Centemero: Misure per lo stralcio delle cartelle di pagamento inferiori ai 1.000 euro ... 60
5-00756 Giacomoni: Rinvio dell'entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica ... 62
ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 65
5-00757 Fregolent: Misure di ristoro in favore dei risparmiatori danneggiati da violazioni di obblighi da parte di istituti di credito ... 62
ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 67
5-00753 Osnato: Carenza organica dell'Agenzia delle Dogane presso la Regione Lombardia ... 63
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 68
AUDIZIONI INFORMALI
Giovedì 18 ottobre 2018.
Audizione di rappresentanti del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 1074, recante disposizioni per la semplificazione fiscale, il sostegno delle attività economiche e delle famiglie e il contrasto dell'evasione fiscale.
L'audizione informale è stata svolta dalle 9.40 alle 10.20.
ATTI DEL GOVERNO
Giovedì 18 ottobre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO.
La seduta comincia alle 13.
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2016/1164 recante norme contro le pratiche di elusione fiscale che incidono direttamente sul funzionamento del mercato interno come modificata dalla direttiva (UE) 2017/952 recante modifica della direttiva (UE) 2016/1164 relativamente ai disallineamenti da ibridi con i paesi terzi.
Atto n. 42.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo, rinviato, da ultimo, nella seduta dell'11 ottobre scorso.
Carla RUOCCO, presidente, comunica che la Commissione ha acquisito la documentazione risultante da un breve ciclo di audizioni svolto sull'Atto presso la Commissione finanze del Senato. Rammenta inoltre che, sebbene il termine per l'espressione del parere sia scaduto martedì 9 ottobre scorso, nella seduta dell'11 ottobre il rappresentante del Governo ha confermato la disponibilità ad attendere qualche altro giorno l'espressione del parere parlamentare, prima dell'adozione del decreto legislativo.
Andrea CASO (M5S), relatore, segnala, come ricordato dalla Presidente, che si è concluso martedì scorso presso il Senato un breve ciclo di audizioni delle quali sta ancora valutando i contenuti, particolarmente complessi e meritevoli di approfondimento. Si riserva, quindi, di predisporre quanto prima una proposta di parere, che sottoporrà ai colleghi affinché si possa pervenire, nei primi giorni della prossima settimana, all'espressione del parere.
Carla RUOCCO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.05.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Giovedì 18 ottobre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Bitonci.
La seduta comincia alle 13.05.
Carla RUOCCO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna delle interrogazioni a risposta immediata sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati, e, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso.
Il Sottosegretario Massimo BITONCI chiede di rinviare alla prossima settimana lo svolgimento dell'interrogazione 5-00754 Raduzzi, al fine di acquisire più compiuti elementi per predisporre la relativa risposta.
Raphael RADUZZI (M5S) si dichiara senz'altro disponibile a rinviare l'interrogazione in titolo.
5-00755 Centemero: Misure per lo stralcio delle cartelle di pagamento inferiori ai 1.000 euro.
Laura CAVANDOLI (Lega) illustra la propria interrogazione.
Il Sottosegretario Massimo BITONCI risponde all'interrogazione in titolo, richiamando la recente approvazione del decreto fiscale da parte del Consiglio dei Ministri, e fornisce ulteriori chiarimenti, anche avendo personalmente partecipato alla redazione del decreto e delle disposizioni aventi ad oggetto la pace fiscale.
Evidenzia come la ratio delle misure proposte sia stata quella di discostarsi dai modelli di condono del passato, quali lo scudo fiscale o la voluntary disclosure, che hanno interessato tutti i Governi dal dopoguerra in avanti. Si è tentato piuttosto di costruire un sistema – partendo dal precontenzioso, quindi dagli avvisi di accertamento, passando poi alle fasi di contenzioso vero e proprio e ai provvedimenti finali, quali le cartelle di pagamento, di varia natura e riguardanti varie tipologie di tributo – che non assomigliasse minimamente al concordato del 2002, che aveva carattere tombale. Sottolinea infatti che, dal punto di vista politico, sia il Movimento 5 Stella che la Lega ritengono che il ricorso ai condoni tombali debba avere fine.
Richiama quindi alcuni dati, che meritano a suo avviso attenta valutazione. Rammenta innanzitutto che vi è un «magazzino», per così dire, di arretrato fiscale – ovvero di cartelle di pagamento non riscosse, di varia tipologia e importo – il cui ammontare complessivo è pari a circa 850 miliardi di euro. Poiché tali cartelle sono ricomprese tra le entrate o nei residui del bilancio dello Stato, quando si discute di un loro stralcio occorre anche valutare gli eventuali profili di copertura.
In tale prospettiva, si è inteso mettere in piedi un sistema che fosse compatibile con le più recenti misure di definizione agevolata, adottate dal precedente Governo, in parte ancora in corso.
La soluzione individuata è stata quindi quella di mantenere ferma l'imposta dovuta, e di prevedere lo stralcio completo unicamente delle sanzioni e degli interessi, per tutte le cartelle, con una dilazione dei pagamenti – che a suo avviso migliora anche i tendenziali del bilancio della pubblica amministrazione – non più in 5 rate (rateizzazione che ha favorito alcuni ma che rischia di non agevolare chi si trova in serie difficoltà economiche e che nel giro di pochi mesi difficilmente riuscirà a modificare il proprio stato), ma in 20 rate trimestrali. Le misure si applicano sia agli avvisi di accertamento e al precontenzioso che alle cartelle di pagamento, per i quali si paga l'intero ammontare dell'imposta accertata, senza sanzioni e senza interessi, con una rateizzazione in 5 anni. L'unico stralcio introdotto è quello relativo alle cartelle emesse fino al 2010, di varia natura, che rappresentano, come numero, il 25 per cento dell'intero magazzino fiscale, e coinvolgono più di 10 milioni di contribuenti. Si è trattato di una scelta – anche emersa in sede di confronto con la Presidente della Commissione – volta a garantire la trasparenza nei bilanci delle pubbliche amministrazioni, in considerazione del fatto che tali importi debbono ritenersi inesigibili, nonché di pulizia del magazzino. Ricorda infatti che per l'amministrazione finanziaria il lavoro su milioni cartelle di basso importo – pari a 50 o 100 euro – non ha alcun vantaggio di carattere economico, poiché i costi di lavorazione sono superiori all'eventuale ricavo che si avrebbe dalla riscossione delle cartelle, anche a causa della loro vetustà e della conseguente svalutazione delle relative somme.
Per quanto concerne poi il contenzioso tributario, si tratta di un tema sul quale Governo e Parlamento dovranno avviare un processo di riforma, anche con riferimento al processo tributario. L'Esecutivo ha intanto ritenuto opportuno anticipare a questa fase alcune misure, che si possono definire ‘svuota Cassazione’. In caso di vittoria, in primo grado, di un contenzioso con l'amministrazione finanziaria, sarà possibile, mediante il pagamento, con dilazione, del 50 per cento della sola imposta, senza sanzioni né interessi, chiudere il contenzioso in atto. Qualcuno si chiederà forse per quale motivo il contribuente dovrebbe aver interesse a chiudere un contenzioso, a seguito di una vittoria in primo grado, pagando il 50 per cento dell'imposta oggetto di contestazione, ma coloro che conoscono da vicino il funzionamento delle Commissioni tributarie sanno bene che in alcuni casi questa scelta può essere molto vantaggiosa per il contribuente. In caso di vittoria in secondo grado – quindi anche in questo caso prima del giudizio in Cassazione, dove il contenzioso ha raggiunto livelli ormai vicini allo stallo – il Governo ha scelto di prevedere la misura agevolativa di chiusura della lite pendente con il pagamento del 20 per cento degli importi contestati.
Ulteriore questione è quella riguardante la dichiarazione integrativa, peraltro oggetto di discussione in queste ore. Si tratta di uno strumento già a disposizione dei contribuenti, che tuttavia trova nel decreto fiscale una differente disciplina: si prevede il pagamento di una imposta sostitutiva pari al 20 per cento, un tetto di 100.000 euro e l'esclusione dei casi di omessa dichiarazione. Coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione e i contribuenti che hanno presentato dichiarazioni con importi molto bassi rispetto al dovuto non potranno avvalersi di tale strumento. Non è cioè possibile l'emersione di grosse somme ma solo di piccoli importi. Rispetto all'ammontare del dichiarato si potrà farne emergere un terzo al massimo, pagando il 20 per cento sul sovra reddito dichiarato. A titolo di esempio, richiama il caso di un contribuente che abbia dichiarato 300.000 euro, e abbia pagato nei cinque anni precedenti tutte le imposte dovute applicando l'aliquota più alta del 43 per cento: questi potrà dichiarare al massimo una somma pari al 30 per cento. Non si tratta con tutta evidenza di una misura di voluntary disclosure, ma dell'emersione di piccole somme per soggetti che hanno già pagato la maggior parte delle imposte dovute.
Con riferimento infine, al pagamento dell'IVA, rammenta che questa imposta dovrà in ogni caso essere corrisposta: in quanto imposta che costituisce risorse proprie dell'Unione europea non può essere oggetto di riduzione di imposta o stralcio.
Laura CAVANDOLI (Lega) ringrazia il Sottosegretario e si dichiara soddisfatta della risposta fornita, che conferma come non sia previsto alcun condono, ma piuttosto una pace fiscale volta a ridurre i contenziosi.
5-00756 Giacomoni: Rinvio dell'entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica.
Raffaele BARATTO (FI) illustra la propria interrogazione.
Il Sottosegretario Massimo BITONCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Raffaele BARATTO (FI) si dichiara insoddisfatto della risposta ricevuta, ritenendo che l'introduzione della fatturazione elettronica comporterà inevitabilmente per le aziende un aggravio di costi. Osserva che non è opprimendo i più deboli che si rilancia l'economia di un Paese e che occorrerebbe piuttosto sostenere quel tessuto imprenditoriale, costituito da tante piccole e medie imprese, che rappresenta un essenziale fattore di sviluppo per l'Italia: invita pertanto il Governo a compiere un ulteriore approfondimento della problematica segnalata.
5-00757 Fregolent: Misure di ristoro in favore dei risparmiatori danneggiati da violazioni di obblighi da parte di istituti di credito.
Silvia FREGOLENT (PD) illustra la propria interrogazione.
Il Sottosegretario Massimo BITONCI risponde all'interrogazione in titolo, richiamando il recente incontro avuto con circa 60 associazioni, in rappresentanza del 90 per cento dei risparmiatori colpiti dal crack del sistema bancario. Rammenta che la vicenda ha riguardato circa 300 mila cittadini, dei quali 200 mila solo in Veneto, a causa del crack di due noti istituti di credito che operavano nel territorio di Treviso, Padova e Vicenza. Occorre ricordare che vi sono state migliaia di famiglie che si sono trovate da un giorno all'altro prive dei propri risparmi, avendo loro le banche offerto azioni garantendone l'affidabilità, come fossero buoni ordinari del Tesoro, senza spiegare che si trattava invece di strumenti finanziari ad alto rischio.
Ricorda come già il Governo precedente abbia istituito un Fondo di ristoro per le vittime di reati finanziari, che ha destinato ai risparmiatori coinvolti 100 milioni di euro, in quattro anni, ovvero 25 milioni di euro l'anno. Il Governo, partendo da questa base, ha introdotto una ulteriore misura, prevedendo il ricorso al meccanismo di arbitrato della CONSOB, strumento sinora utilizzato solo da un numero limitato di risparmiatori, circa un migliaio, evidentemente ben consigliati. Rammenta al riguardo che, sinora, il 90 per cento delle istanze presentate alla CONSOB avrebbero avuto esito positivo. Evidenzia in proposito come il Governo abbia disposto il trasferimento alla CONSOB dell'importo occorrente per l'erogazione dei rimborsi a favore dei risparmiatori, che tra 15 giorni cominceranno ad essere erogati.
Intende quindi precisare come occorra distinguere tra ciò che riporta il documento programmatico e le concrete misure che saranno contenute nel disegno di legge di bilancio, che prevede uno stanziamento di un miliardo e mezzo di euro in 5 anni, già a partire dal 2019 con l'erogazione dei primi 500 milioni di euro. La domanda di ristoro potrà essere presentata alla CONSOB entro il 30 aprile 2019, termine che deve considerarsi sufficientemente ampio.
Il Governo ha inteso recepire tutte le indicazioni fornite dalle associazioni ascoltate, che non hanno colore politico ma sono unicamente rivolte alla tutela degli interessi dei risparmiatori: l'inversione dell'onere della prova (importante per il misseling), la facilitazione dei pagamenti, una corsia preferenziale per i casi riguardanti persone anziane e quelle con reddito inferiore ai 35 mila euro, per la valutazione dei quali ci saranno 2 apposite commissioni. In totale vi saranno 10 commissioni, composte da 100 persone, che affronteranno circa 50 mila pratiche all'anno.
Segnala che per il 2019 sono stati previsti 500 milioni, ammontare più che sufficiente e che verosimilmente determinerà anche un residuo, che potrà essere utilizzato successivamente. Verrà pagato il 30 per cento dell'importo approvato dalla CONSOB, con un tetto di 100 mila euro, al fine di garantire la platea più ampia possibile. Ribadisce infine come nel disegno di legge di bilancio siano destinati ai risparmiatori colpiti un miliardo e mezzo di euro, per 5 anni.
Deposita comunque agli atti della Commissione una nota scritta, che integra quanto testé illustrato (vedi allegato 2).
Silvia FREGOLENT (PD) invita a non scherzare sulle banche, come avvenuto invece di recente, con esponenti della maggioranza che hanno dichiarato pubblicamente di non tenere minimamente in conto l'andamento dello spread, con esiti purtroppo assai negativi. Giudica favorevolmente, invece, il fatto che il Governo abbia ripreso parte delle misure adottate dal precedente Esecutivo. Ribadisce tuttavia che durante la campagna elettorale l'attuale maggioranza aveva promesso di risarcire tutti i risparmiatori che avevano subìto un danno ingiusto, mentre nel documento programmatico di bilancio le relative risorse per il 2019 sono completamente assenti. Quanto al prossimo disegno di legge di bilancio, si riserva di valutarne gli effettivi contenuti non appena presentato alle Camere.
5-00753 Osnato: Carenza organica dell'Agenzia delle Dogane presso la Regione Lombardia.
Marco OSNATO (FdI) illustra la propria interrogazione.
Il Sottosegretario Massimo BITONCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).
Marco OSNATO (FdI) ringrazia il Sottosegretario per la completezza della risposta, sottolineando tuttavia come dalle sue stesse parole emerga che la situazione riguardante la dotazione organica delle strutture doganali territoriali è realmente difficile. Pur riconoscendo il ruolo di supporto che in questo ambito può essere svolto dai supporti di ordine tecnologico, ritiene che il Governo debba trovare una soluzione normativa, insieme alle necessarie risorse finanziarie, per far fronte alle carenze organiche dell'Agenzia delle dogane, sia a livello nazionale sia in riferimento alle sedi della Lombardia.
Carla RUOCCO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.50.
INTERROGAZIONI
Giovedì 18 ottobre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Bitonci.
La seduta comincia alle 13.50.
Carla RUOCCO, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata tramite l'attivazione degli impianti audiovisivi a circuito chiuso.
Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
5-00719 Martinciglio: Applicazione del principio della obbligatoria rotazione degli incarichi dirigenziali ai dirigenti delle Commissioni tributarie.
Il Sottosegretario Massimo BITONCI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).
Vita MARTINCIGLIO (M5S) prende atto della risposta fornita dal Sottosegretario, ma sottolinea che la questione da lei sollevata riguardava in particolare la determina del Direttore generale delle finanze del 13 ottobre 2017, con protocollo n. 15.856, con la quale è stato avviato un interpello per l'attribuzione di incarichi non dirigenziali di direttore degli uffici di segreteria delle commissioni tributarie di alcune regioni, ma non anche per i dirigenti delle commissioni tributarie. Poiché ciò comporterebbe la palese violazione della legge n. 190 del 2012 e del Piano nazionale anticorruzione, che prescrive la rotazione obbligatoria anche dei suddetti, vorrebbe avere chiarimenti del Governo rispetto a questa situazione specifica.
Il Sottosegretario Massimo BITONCI si riserva di approfondire ulteriormente la questione sollevata.
Carla RUOCCO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 13.55.
ALLEGATO 1
5-00756 Giacomoni: Rinvio dell'entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con il documento in esame, gli Onorevoli interroganti chiedono se il Governo intenda confermare l'entrata in vigore dell'obbligo di fatturazione elettronica a decorrere dal 1o gennaio 2019, valutando la possibilità di prorogare il suddetto termine al 1o gennaio 2020 e differenziandolo in base alle dimensioni delle imprese e/o all'ammontare del fatturato.
Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell'Amministrazione finanziaria si rappresenta quanto segue.
L'Italia è stata autorizzata con decisione di esecuzione (UE) 2018/593 del Consiglio del 16 aprile 2018 a introdurre, per il periodo dal 1o luglio 2018 al 31 dicembre 2021, in deroga agli articoli 218 e 232 della direttiva IVA, n. 2006/112/CE, l'obbligo di fatturazione elettronica per le operazioni che intervengono tra soggetti passivi stabiliti sul territorio italiano diversi dai soggetti passivi che beneficiano della franchigia per le piccole imprese.
L'autorizzazione alla deroga è stata chiesta ai fini di lotta alla evasione fiscale, di semplificazione degli adempimenti e di efficientamento della riscossione nonché di modernizzazione del sistema produttivo con conseguente riduzione dei costi amministrativi per le imprese.
Più in dettaglio, l'obbligo di fatturazione elettronica attraverso il Sistema di interscambio consente all'amministrazione di acquisire in tempo reale le informazioni contenute nelle fatture emesse e ricevute dagli operatori economici, offrendo così la possibilità di effettuare un controllo tempestivo e automatico della corrispondenza tra l'IVA dichiarata e pagata e le fatture emesse e ricevute.
Per le medesime ragioni appena indicate, risulterà significativamente accresciuta la capacità dell'amministrazione di contrastare le frodi IVA.
L'estensione dell'obbligo di fatturazione elettronica alle operazioni tra privati e verso i consumatori non rappresenta un aggravio di costi per gli operatori economici né per i consumatori stessi. Infatti in Italia è in vigore dal 2014 l'obbligo di fatturazione nei confronti della pubblica amministrazione e, dunque, molti soggetti sono già attrezzati e abituati alla fatturazione elettronica con le modalità che si intendono introdurre.
Inoltre, l'Agenzia delle entrate ha già sviluppato i servizi necessari per la generazione della fattura, la trasmissione della fattura al sistema di interscambio, e l'archiviazione della stessa e li ha resi disponibili gratuitamente online.
Tanto premesso, per quanto riguarda la richiesta di differenziazione in base alle dimensioni delle imprese e/o all'ammontare del fatturato, è opportuno evidenziare che la fatturazione elettronica integra un processo «simmetrico» che vincola – per norma comunitaria – non solo il soggetto emittente ma anche quello ricevente a gestire come elettronica la fattura.
L'entrata in vigore «differenziata» per operatori IVA introdurrebbe elementi di notevole complessità per gli operatori stessi nella gestione quotidiana delle fatture e, quindi, nei processi amministrativi e contabili ad esse strettamente correlati, con la necessità di individuare – di volta in volta — se il soggetto emittente ovvero quello ricevente rientri nelle categorie per le quali decorre l'obbligo nonché trattare – sulla base delle norme sopra citate – alcune fatture come elettroniche altre come analogiche.
Deve, comunque, precisarsi che i soggetti che applicano i regimi forfettari o di vantaggio, aventi ridotti volumi di ricavi, sono già esclusi dall'obbligo di fatturazione elettronica.
Infine, si fa presente che un eventuale rinvio comporterebbe una riduzione del gettito connesso a tale adempimento, che, come anzidetto, è finalizzato a rendere più efficace il contrasto alle frodi attraverso controlli tempestivi e automatici in merito alla coerenza degli importi IVA dichiarati e versati.
Pertanto, anche un rinvio parziale, nei termini prospettati dagli Onorevoli interroganti, necessiterebbe di copertura finanziaria.
ALLEGATO 2
5-00757 Fregolent: Misure di ristoro in favore dei risparmiatori danneggiati da violazioni di obblighi da parte di istituti di credito.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con l'interrogazione in riferimento si chiedono notizie in merito all'avvio delle procedure di ristoro in favore dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto a seguito della violazione di obblighi da parte degli Istituti di credito.
Al riguardo occorre precisare, preliminarmente, che le procedure di ristoro in favore dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, sono già state avviate con il decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2018, n. 108 che all'articolo 11, comma 1-bis ha previsto che «i risparmiatori di cui al comma 1106 già destinatari di pronuncia favorevole adottata dall'ACF nonché i risparmiatori di cui al medesimo comma 1106, i cui ricorsi, già presentati, saranno decisi con pronuncia favorevole entro il 30 novembre 2018 dall'ACF, possono avanzare istanza alla CONSOB [...] al fine di ottenere tempestivamente l'erogazione, nella misura del 30 per cento e con il limite massimo di 100.000 euro, dell'importo liquidato».
La CONSOB, già in data 24 settembre 2018 ha tempestivamente pubblicato sul proprio sito internet le modalità per ottenere il ristoro.
Ha, quindi, fatto seguito il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze per trasferire alla CONSOB l'importo occorrente per l'erogazione dei rimborsi a favore dei risparmiatori sopra individuati.
Il decreto è ora al controllo della Corte dei conti, all'esito del quale, con l'effettivo trasferimento delle risorse alla CONSOB, saranno avviati i primi ristori a favore dei citati risparmiatori.
Per quanto concerne poi lo stanziamento di risorse da destinare ai ristori dei medesimi risparmiatori, il Governo con il disegno di legge di bilancio, nell'ambito di una generale riscrittura delle disposizioni e delle procedure per agevolare la presentazione delle richieste da parte dei risparmiatori, attribuendo canali preferenziali alle categorie meno abbienti, includerà l'istituzione di un apposito Fondo per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle Banche in violazione degli obblighi informativi (diligenza, correttezza e trasparenza).
Le risorse stanziate su fondo ammonteranno a 525 milioni di euro annui per ciascun anno del triennio 2019-2021, per un totale di oltre 1,5 miliardi di euro.
Le tabelle riportate nel DPB (documento programmatico di bilancio) indicano invece gli effetti delle previste erogazioni cassa (tenuto conto dei tempi tecnici per l'istruttoria delle richieste e il completamento delle procedure), aggiuntive rispetto a quanto già incluso nei tendenziali della nota di aggiornamento al DEF (200 milioni annui).
Complessivamente per l'anno 2019 la previsione delle uscite di cassa (a fronte dei 525 milioni disponibili) è stata valutata in 250 milioni. Per gli anni successivi la previsione delle erogazioni si attesta a 500 milioni di euro annui.
Il DPB indica esclusivamente la quota aggiuntiva «di cassa» dell'anno 2019 (50 milioni) che espressa in percentuali di PIL è approssimata a zero.
Tutto ciò troverà attuazione nel disegno di legge di bilancio che a breve verrà presentato in Parlamento.
Conclusivamente si evidenzia che le risorse ora messe in campo sono notevolmente più consistenti di quelle previste dal precedente Governo.
ALLEGATO 3
5-00753 Osnato: Carenza organica dell'Agenzia delle Dogane presso la Regione Lombardia.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con il documento in esame, l'Onorevole interrogante, dopo aver manifestato il timore che la funzione di controllo esercitata dall'Agenzia delle dogane possa risultare deficitaria per ragioni oggettive di carenza di personale, chiede di conoscere quali interventi si intendano adottare al fine di supportare l'attività dell'Agenzia medesima con particolare riferimento alle strutture doganali della Lombardia. Ciò soprattutto in vista dell'aumento dei carichi di lavoro derivanti dalle operazioni extracomunitarie conseguenti alla Brexit.
Al riguardo, sentiti gli uffici competenti, si rappresenta quanto segue.
Come noto, in caso di «hard Brexit», il maggior flusso di merci da e verso il Regno Unito dovrà essere gestito e sottoposto a controllo analogamente a quello delle merci da e verso Paesi Terzi. Le dogane italiane dovranno, quindi, gestire i rischi e le opportunità originate dalla nuova configurazione dei traffici.
L'Agenzia ha, pertanto, in programma di razionalizzare la distribuzione delle risorse già presenti sul territorio e di intensificare le azioni di formazione per potenziare, ove occorra, le attività di presidio e di controllo. Non è tuttavia da escludere che per far fronte alle esigenze operative che verranno via via meglio delineandosi vadano anche incrementate le attuali dotazioni e con esse gli attuali programmi di reclutamento, ovviamente delineati in aderenza a stringenti vincoli di legge che non consentono di tener conto delle esigenze operative derivanti dalla Brexit.
L'Agenzia sta, inoltre, verificando la complessiva coerenza e la sostenibilità delle modifiche organizzative già definite in corso d'anno anche sotto il profilo della rispondenza delle stesse alle sollecitazioni operative che scaturiranno dalla Brexit. Al contempo si stanno definendo azioni informative e programmi formativi mirati utili a far fronte alle ricadute operative della Brexit. Nel breve termine si valuterà anche se potenziare o attrezzare diversamente le strutture logistiche già disponibili tenendo conto dei cambiamenti prevedibili.
Tra le iniziative utili a fronteggiare i cambiamenti operativi che potrebbero derivare dalla Brexit, potrebbe rivestire importanza prioritaria l'acquisizione di risorse ulteriori rispetto a quelle possibili in virtù delle ordinarie facoltà assunzionali. Ciò in modo da potenziare le strutture dell'Agenzia che più di altre saranno direttamente investite da incrementi di traffico passeggeri e merci extracomunitarie.
A fine settembre 2018 il tasso di scopertura delle strutture territoriali dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli risulta elevato e pari, in media, al 17 per cento. Effettivamente più alto della media è il livello di scopertura che si registra nella regione Lombardia: a fronte di una dotazione organica pari a 1.613 per le strutture doganali, le unità effettivamente presenti nella regione ammontano a 1.300 circa per un livello di scopertura pari al 19,5 per cento. Non dissimile è tuttavia la situazione in molte altre regioni del Centro-Nord (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Marche).
Nell'ultimo decennio, alle limitazioni di acquisizione di personale dovute agli interventi normativi di contenimento della spesa pubblica si è cercato di supplire con l'ampio ricorso alla mobilità da altre amministrazioni che ha, però, contribuito all'innalzamento dell'età media del personale in servizio e al decremento di competenze tecnico specialistiche. È evidente che le azioni di formazione, per quanto mirate e costanti, possono risultare utili ma non decisive nel recupero di una maggiore capacità operativa.
Nel corso dell'ultimo quinquennio, essendo stata fortemente limitata dal legislatore la possibilità di effettuare concorsi, l'Agenzia ha fatto, poi, più volte ricorso all'istituto del comando attraverso procedure para concorsuali che hanno consentito l'acquisizione di 107 unità nella regione Lombardia e di altre 23 unità tramite ricollocazione del personale delle province, degli enti di area vasta e di altri enti.
Da ultimo, l'Agenzia ha potuto ottenere autorizzazioni a bandire concorsi per un totale di circa 750 unità a livello nazionale, che consentiranno, quantomeno in parte, di colmare le forti carenze attualmente registrate. La maggior parte delle nuove acquisizioni di personale sarà destinata a potenziare le strutture dell'Agenzia dislocate nel Centro-Nord, notoriamente le più carenti, così come anche le azioni di mobilità prescritte per poter avviare i menzionati concorsi.
ALLEGATO 4
5-00719 Martinciglio: Applicazione del principio della obbligatoria rotazione degli incarichi dirigenziali ai dirigenti delle Commissioni tributarie.
TESTO DELLA RISPOSTA
Si fa riferimento all'interrogazione, con la quale si chiede al Ministro dell'economia e delle finanze di accertare se siano stati banditi interpelli per la rotazione della figura del dirigente delle Commissioni tributarie e quali iniziative intenda intraprendere per sanare l'eventuale violazione del principio della obbligatoria rotazione.
Al riguardo, in via preliminare, si rappresenta che il numero complessivo delle Commissioni tributarie è pari a 124, di cui 21 Commissioni regionali e 103 Commissioni provinciali.
Sulla base delle vigenti disposizioni organizzative del Ministero, le posizioni dirigenziali previste sono 17, di cui 15 di Commissioni regionali, alle quali si aggiungono le Commissioni provinciali di Roma e di Napoli.
Pertanto, circa l'80 per cento degli Uffici è retto da personale non dirigenziale, per il quale sono state previste misure volte a garantire la rotazione degli incarichi mediante l'introduzione di procedure di interpello aperte a funzionari del Ministero nonché di altre Amministrazioni ai fini dell'attribuzione della funzione, oltre che l'introduzione di limiti al numero di rinnovi.
La procedura di interpello per l'attribuzione di incarichi non dirigenziali di Direttore degli Uffici di Segreteria prevede una apposita clausola secondo cui «i candidati che hanno consecutivamente rivestito nei sei anni precedenti l'incarico di direttore di ufficio di segreteria di una commissione tributaria non possono presentare domanda per la medesima commissione tributaria» risultando così assicurato il principio generale della temporaneità degli incarichi e della loro rotazione.
Il conferimento degli incarichi dirigenziali per le commissioni tributarie, è del resto soggetto alle ordinarie procedure di interpello, indette dall'Amministrazione, che consentono la partecipazione di tutti i dirigenti interessati.
Ad oggi, pertanto, la titolarità della maggior parte degli incarichi dirigenziali presso le Commissioni tributarie è di durata inferiore a sei anni; cinque posizioni dirigenziali sono state riconfermate due volte e una soltanto è stata oggetto di ripetute conferme.
Ciò premesso, si precisa ulteriormente che, ai sensi del regolamento interno del MEF (decreto ministeriale 5 agosto 2009 «Individuazione dei criteri per il conferimento, mutamento e revoca degli incarichi dirigenziali nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze»), la «rotazione» rappresenta un principio generale da osservare nel conferimento degli incarichi, anche al fine di garantire la più efficace ed efficiente utilizzazione delle risorse in relazione ai mutevoli assetti funzionali ed organizzativi e ai processi di riorganizzazione e al fine di favorire lo sviluppo della professionalità dei dirigenti.
Inoltre, come risulta dal piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2018-2010, sotto il profilo della regolazione, le strutture competenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze hanno elaborato linee guida, da adottare con successivo provvedimento del Ministro, recante i criteri generali e la disciplina della rotazione nelle aree maggiormente esposte a rischio corruttivo, con particolare riferimento alla periodicità della rotazione, alla individuazione delle modalità di attuazione della stessa (anche al fine di programmarne l'attuazione per assicurare il rispetto dei principi di buon andamento e continuità dell'azione amministrativa) e al coordinamento della rotazione cosiddetta «straordinaria» (articolo 16, comma 1, lettera l-quater, del decreto legislativo n. 165 del 2001) con la normativa sul conferimento degli incarichi dirigenziali.
L'iter per l'adozione delle predette linee guida è attualmente in fase avanzata di definizione.