III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Giovedì 11 ottobre 2018

RISOLUZIONI:

7-00048 Delmastro Delle Vedove: Sulla sigla di accordi bilaterali per il trasferimento di detenuti (Discussione e rinvio) ... 51

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-00688 Quartapelle Procopio: Sull'organizzazione della Conferenza internazionale sulla Libia di Palermo (12-13 novembre 2018) ... 52

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 55

5-00689 Suriano: Sulle iniziative diplomatiche per garantire la sicurezza dei nostri connazionali in Venezuela e salvaguardare i rapporti commerciali ... 53

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 57

5-00687 Boldrini: Sul taglio del contributo statunitense all'UNRWA ... 53

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 59

III Commissione - Resoconto di giovedì 11 ottobre 2018

RISOLUZIONI

  Giovedì 11 ottobre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene la Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 13.30.

7-00048 Delmastro Delle Vedove: Sulla sigla di accordi bilaterali per il trasferimento di detenuti.
(Discussione e rinvio).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), nell'illustrare sinteticamente i contenuti della sua risoluzione, richiama l'attenzione del Governo sull'opportunità di avviare una serie di negoziati volti a sottoscrivere intese bilaterali, e segnatamente con il Marocco, l'Albania, la Tunisia e la Nigeria, per il trasferimento dei detenuti, anche in mancanza del consenso dell'interessato.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE precisa che il Ministero della giustizia, competente in materia di trasferimento dei detenuti, ritiene centrale un sempre maggiore utilizzo degli strumenti di cooperazione tra Stati per consentire l'esecuzione della pena nei rispettivi paesi d'origine. Ciò anche alla luce della significativa presenza di detenuti stranieri nelle carceri italiane, in particolare in provenienza da Romania, Albania e area del Maghreb (Tunisia e Marocco). Con riferimento ai quattro Paesi menzionati nella parte dispositiva della risoluzione, sottolinea che, sulla base degli elementi forniti dal Ministero della giustizia, l'Albania, oltre ad aver aderito alla Convenzione di Strasburgo del 1983 sul trasferimento delle persone condannate, ha sottoscritto nel 2002 un Accordo bilaterale con l'Italia (già in vigore). Tale Accordo favorisce il reinserimento e l'integrazione sociale dei condannati, soggetti ad espulsione, nei loro Paesi d'origine, anche in assenza del loro consenso e «secondo una gradualità da concordare tenendo conto della capacità ricettiva di ciascuno dei due sistemi penitenziari». Tuttavia, a fronte delle numerose procedure avviate dall'Italia, il numero di detenuti albanesi effettivamente trasferiti nel Paese di origine appare ridotto, anche in ragione di criticità operative nell'applicazione degli accordi menzionati.
  Con riferimento al Marocco, rileva che nel 2014 è stata firmata una Convenzione bilaterale (già ratificata dall'Italia, ma non ancora dalla controparte) che subordina il trasferimento delle persone condannate al previo consenso del detenuto.
  Inoltre, evidenzia che l'8 novembre 2016 l'Italia ha sottoscritto un accordo con la Nigeria, in attesa di ratifica da parte del Parlamento, che prevede, anche in questo caso, il consenso del detenuto per il suo trasferimento. Quanto alla Tunisia, essa rientra nel novero dei Paesi prioritari con cui il Ministero della Giustizia ha avviato negoziazioni ai fini della conclusione di accordi volti ad agevolare il trasferimento dei detenuti.
  Al fine di superare i limiti ostativi ad un agevole trasferimento dei detenuti, talvolta derivanti dal mancato consenso dell'interessato, così come altri ostacoli di natura burocratico-organizzativa, ritiene utile la previsione di nuovi accordi (o integrazioni) da sottoscrivere con tutti i Paesi richiamati nella risoluzione – quali la Tunisia, il Marocco, l'Algeria e la Nigeria – che rendano complessivamente più semplice e snella la procedura di trasferimento.
  Rileva che il Ministero della Giustizia concorda sull'opportunità di intensificare le negoziazioni in questa direzione e, proprio a tal fine, ha recentemente dato un nuovo impulso alla cooperazione internazionale, incontrando i rappresentanti dei Paesi con il maggior numero di detenuti presenti negli istituti di reclusione italiani, avviando così un proficuo e deciso confronto destinato a porre le basi per il raggiungimento degli accordi in questione.
  Sulla scorta di queste premesse, preannuncia il parere favorevole del Governo, a condizione che gli impegni siano riformulati nei seguenti termini: «ad avviare e proseguire percorsi volti a sottoscrivere trattati e/o accordi bilaterali con il Marocco, l'Albania, la Tunisia e la Nigeria, nonché con ulteriori Stati, per agevolare e semplificare il trasferimento dei detenuti al fine dell'esecuzione penale nello Stato di provenienza, attraverso strumenti e clausole che comprendano anche l'eliminazione della mancanza di consenso del detenuto dalle condizioni ostative».

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.35.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 11 ottobre 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene la Viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 13.35.

  Marta GRANDE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-00688 Quartapelle Procopio: Sull'organizzazione della Conferenza internazionale sulla Libia di Palermo (12-13 novembre 2018).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) illustra l'interrogazione in titolo.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo. Pur riconoscendo l'impegno che l'esecutivo sta profondendo per organizzare la Conferenza di Palermo, sottolinea l'esigenza di intensificare i contatti con gli interlocutori libici per garantire una loro adeguata rappresentanza nella Conferenza stessa. Inoltre deplora il fatto che l'ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Perrone, sia trattenuto in patria adducendo motivi di sicurezza che in realtà non sussistono, dal momento che il restante personale diplomatico continua ad operare a Tripoli. Da ultimo, rileva che le incertezze del Governo sulla sostituzione dei vertici dei servizi di sicurezza possono ingenerare confusione nei partner libici e rischi per il buon esito della Conferenza.

5-00689 Suriano: Sulle iniziative diplomatiche per garantire la sicurezza dei nostri connazionali in Venezuela e salvaguardare i rapporti commerciali.

  Simona SURIANO (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Simona SURIANO (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta dalla risposta del Governo ed auspica che gli sforzi del Ministero degli Affari esteri possano contribuire alla stabilità e alla sicurezza in Venezuela, non solo per i nostri connazionali.

5-00687 Boldrini: Sul taglio del contributo statunitense all'UNRWA.

  Laura BOLDRINI (LeU), prima di procedere all'illustrazione dell'interrogazione in titolo, si rammarica che la Commissione sia stata convocata mentre era ancora in corso, in Assemblea, la commemorazione del Prof. Carlo dell'Aringa, già deputato nella XVII legislatura, sottosegretario di Stato al lavoro e alle politiche sociali nel Governo Letta.

  Marta GRANDE, presidente, pur esprimendo comprensione per il rilievo sollevato dalla collega Boldrini, precisa che la Commissione, come da convocazione diramata nella giornata di ieri, si è riunita al termine delle votazioni antimeridiane dell'Assemblea.

  Laura BOLDRINI (LeU), illustrando l'interrogazione in titolo, sottolinea che l'UNRWA assiste circa cinque milioni di persone distribuite tra Cisgiordania, striscia di Gaza, Libano, Giordania e Siria, fornendo beni di prima necessità, ma anche servizi sanitari ed educativi. La decisione dell'amministrazione USA di tagliare oltre 300 milioni di dollari di finanziamento costituisce dunque un atto grave che, unito alla scelta di spostare la sede dell'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme, ha creato ulteriori tensioni nella regione. Sottolinea, inoltre, lo sforzo profuso dall'Unione europea e dai suoi Stati membri per compensare il taglio dei fondi USA, rilevando che l'UE e la Germania hanno versato all'UNRWA, rispettivamente, 40 e 94 milioni di dollari.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Laura BOLDRINI (LeU), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatta della risposta del Governo, e chiede chiarimenti sull'effettivo ammontare del contributo dell'Italia all'UNRWA. Pur nella carenza delle risorse destinate alla cooperazione, sollecita il Governo a prestare particolare attenzione alle popolazioni della regione in cui opera l'UNRWA, che vivono in condizioni di estrema necessità.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE, nel ringraziare l'onorevole Boldrini per i continui richiami alle emergenze umanitarie, che sono comunque all'attenzione del Governo, precisa che il contributo totale dell'Italia all'UNRWA ammonta a circa 25 milioni di euro.

  Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.05.

III Commissione - giovedì 11 ottobre 2018

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00688 Quartapelle Procopio: Sull'organizzazione della Conferenza internazionale sulla Libia di Palermo (12-13 novembre 2018).

TESTO DELLA RISPOSTA

  Prima di tutto, vorrei descrivere brevemente l'approccio con cui ci stiamo preparando alla Conferenza di Palermo di novembre, come già illustrato al Parlamento dal Ministro Moavero.
  Intendiamo la Conferenza di Palermo, convocata dal Presidente del Consiglio Conte, come un'opportunità per la Comunità Internazionale di dimostrare la sua coesione sul dossier libico, a sostegno del ruolo centrale delle Nazioni Unite e degli sforzi del Rappresentante Speciale Salamé per far avanzare il processo politico e per superare la lunga fase di transizione. A Palermo non intendiamo, quindi, come Italia proporre soluzioni predeterminate alla crisi libica. La Conferenza potrà, invece, essere l'occasione per identificare passi concreti sulle questioni di sicurezza ed economiche contribuendo in tal modo al processo politico; sarà una tappa di un percorso, che include altre iniziative – come la Conferenza di Parigi del maggio scorso – e che durerà oltre Palermo. Un percorso volto al conseguimento di una stabilizzazione duratura del Paese.
  Tutti gli sforzi del Governo italiano in collaborazione con le Nazioni Unite sono, in questa fase, indirizzati a preparare nel migliore dei modi la Conferenza e a facilitare, da un lato, l'unità della Comunità Internazionale e, dall'altro, una partecipazione rappresentativa degli stakeholder libici. Ciò coerentemente con la nostra tradizionale posizione, da sempre improntata al pieno rispetto della «ownership» libica del processo politico e al principio dell'inclusività. Riteniamo, infatti, che spetti ai libici decidere sul proprio destino, senza interferenze dall'esterno. Pertanto, non possiamo che svolgere un ruolo di facilitatore, accompagnando la Libia in tale percorso fino al completamento della lunga fase di transizione. La stabilità del Paese e il suo sviluppo pacifico sono interessi prioritari per noi, ma lo sono ancor di più per i libici.
  Proprio al fine di assicurare la più ampia partecipazione degli attori libici, nelle scorse settimane il Ministro Moavero ha avuto intensi contatti con i rappresentanti del Governo libico, il Presidente Serraj, il Vice Presidente Maitig, il Ministro degli Esteri Siala, oltre che con il Maresciallo di campo Haftar, che io stessa ho incontrato ieri, proprio quale seguito della missione a Bengasi dello scorso 10 settembre del Ministro Moavero. Nella stessa occasione ho avuto a Gubba un lungo e cordiale colloquio con il Presidente della Camera dei Rappresentanti Aghila Saleh. Ho, inoltre, intenzione di compiere a breve una missione a Tripoli per ulteriori incontri. Il Ministro Moavero ha parlato più volte con il Rappresentante Speciale Salamé ed io stessa ho incontrato martedì 9 ottobre la sua Vice Stephanie Williams per comprendere meglio come la Comunità Internazionale possa sostenere l'azione delle Nazioni Unite in Libia. Questo, infatti, è per noi l'obiettivo prioritario e, in tale ottica, il Presidente del Consiglio e il Ministro degli Esteri hanno avuto a New York una serie di incontri, approfittando della presenza di molti leader a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il Presidente del Consiglio Conte, che ha invitato i suoi omologhi e i vertici
delle organizzazioni interessate, e il Ministro Moavero hanno in programma nei prossimi giorni ulteriori visite e contatti per sensibilizzare i partner internazionali.
  In occasione degli incontri bilaterali che il Ministro Moavero ha avuto con gli omologhi di Francia, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Marocco e con il Segretario Generale della Lega Araba, egli ha potuto raccogliere valutazioni particolarmente interessanti e, in diversi casi, anche molto approfondite, di cui intendiamo far tesoro in preparazione della Conferenza di novembre. I colloqui con i nostri partner internazionali stanno proseguendo anche in questi giorni sia a livello politico che tecnico. Il Ministro Moavero ha incontrato il Ministro degli Esteri della Federazione Russa l'8 ottobre e assai intensa è l'agenda dei colloqui programmati nelle prossime settimane. Io stessa sto collaborando strettamente nell'organizzazione della Conferenza, proprio nell'ambito dei vari contatti che riteniamo di dover sviluppare perché a Palermo possano essere realizzati alcuni passi concreti, in grado – ci auguriamo – di stimolare il riavvio del processo politico che ha visto negli ultimi mesi fasi di stallo alternate con qualche piccolo progresso.
  Vorrei quindi rassicurare l'Onorevole interrogante che continueranno i contatti di alto profilo che stiamo sviluppando con il Presidente del Consiglio e con il Ministro Moavero. Questo anche tramite la nostra Ambasciata, che resta pienamente operativa, nonostante per i ben noti motivi di sicurezza abbiamo ridotto il personale. Contatti finalizzati alla preparazione della Conferenza di Palermo, «per» la Libia – e non «sulla» Libia — che — e lo ribadisco – intendiamo realizzare insieme ai libici e alla Comunità internazionale.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00689 Suriano: Sulle iniziative diplomatiche per garantire la sicurezza dei nostri connazionali in Venezuela e salvaguardare i rapporti commerciali.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come evidenziato dagli stessi onorevoli interroganti, da tempo il Venezuela sta vivendo una gravissima crisi che ne ha dilaniato il tessuto sociale ed economico. Le tradizionali buone relazioni intrattenute con Caracas, e la presenza di una comunità di oltre 140.000 cittadini italiani, hanno fatto sì che l'Italia mantenesse per lungo tempo aperto un canale di dialogo con le autorità venezuelane, prestando allo stesso tempo ascolto alle richieste dell'opposizione parlamentare, così da incoraggiare un dialogo franco e costruttivo. Numerosi in tal senso gli incontri a livello Ministri – Vice Ministri e a livello alti funzionari sia con esponenti di governo che con leader dell'opposizione.
  Senza beninteso sottostimare altri fondamentali aspetti di tale crisi (l'obiettivo auspicabile della riconciliazione nazionale non ha purtroppo avuto successo, come del resto nessuno dei tentativi di mediazione e nessuno degli inviti al dialogo finora promossi da più attori), vorrei in questa sede oggi soffermarmi sulla situazione della comunità italo-venezuelana.
  Le esigenze e la tutela della nostra collettività residente nel Paese sono state e continuano ad essere prioritarie per la Farnesina. Al riguardo, sono state assunte varie decisioni:
   nel 2018 la Farnesina ha reso disponibili 2 milioni di euro a beneficio dei connazionali indigenti residenti in Venezuela (con un incremento rispetto ai 1,35 milioni già erogati nel 2017) ed ha stanziato fondi aggiuntivi a beneficio di enti venezuelani che offrono assistenza ai nostri connazionali indigenti;
   già in passato, è stato sospeso l'adeguamento del tasso di ragguaglio, per evitare che la forte svalutazione della valuta locale si riflettesse negativamente sul costo delle percezioni consolari e quindi creasse ulteriori disagi ai nostri connazionali, in particolare quelli che si trovano in stato di indigenza;
   in più occasioni, e da ultimo quest'anno, si è provveduto ad adeguare il valore monetario delle pensioni erogate a circa 4.000 connazionali, per metterle al riparo dalle conseguenze negative della forte svalutazione della moneta venezuelana;
   stiamo inoltre valutando la possibilità di procedere con un piano di distribuzione di medicinali salvavita, sempre a beneficio dei nostri connazionali;
   in aggiunta, la Farnesina ha proceduto al rafforzamento dell'organico di Ambasciata e Consolati per rispondere più efficacemente alle crescenti richieste di cittadini, doppi cittadini e aspiranti cittadini. In particolare, il Consolato Generale a Caracas onera con dieci dipendenti delle aree funzionali di ruolo – oltre al Console Generale – di cui nove adibite ai servizi consolari e una al settore amministrativo. Inoltre, al fine di rispondere alle delicate esigenze della numerosa collettività residente, l'Amministrazione si è avvalsa di misure di rafforzamento delle risorse a disposizione del Consolato Generale sia
temporanee (con l'assegnazione di una unità in più per sei mesi, che si intende prorogare fino al massimo previsto), sia di natura permanente, con la messa in pubblicità di un ulteriore posto consolare. Per il Consolato di Maracaibo, l'Amministrazione si sta impegnando per destinarvi unità aggiuntive di personale di ruolo, in netta controtendenza rispetto al resto delle strutture consolari in America Latina. Quanto al personale con contratto regolato dalla legge locale, è stata recentemente autorizzata l'assunzione di quattro unità temporanee presso il Consolato Generale a Caracas e di tre unità a Maracaibo, di cui due a tempo determinato, a ulteriore consolidamento dei servizi consolari;
   per quanto concerne il rilascio dei passaporti, 1 attività dei Consolati di Caracas e Maracaibo è sensibilmente aumentata per venire incontro ai disagi dei connazionali dovuti alla crisi venezuelana. I passaporti rilasciati dal Consolato a Caracas nel 2017 sono stati 12.063 mentre al 31 luglio 2018 si è già registrato un totale di 9.527 rilasci. Tali dati lasciano prevedere per il 2018 un aumento percentuale del 50 per cento, per giunta a fronte di una diminuzione della popolazione residente (circa 1.000 connazionali in meno, rispetto al 2018). Il trend per il Consolato a Maracaibo e stabile con 1.884 passaporti rilasciati nel 2017 e 987 al 31 luglio 2018. Inoltre, nell'ottica di favorire i connazionali residenti in aree distanti dalle due Sedi venezuelane, sono stati inviati due dispositivi mobili per la rilevazione delle impronte digitali e l'invio telematico agli uffici consolari per il rilascio del passaporto in favore del Vice Consolato onorario di Porlamar e dell'Agenzia Consolare onoraria di Barinas. I connazionali residenti nelle predette aree possono ora recarsi presso gli uffici consolari onorari per la richiesta di passaporto, senza affrontare il viaggio per il Consolato di riferimento, dal momento che i dati vengono inviati telematicamente al Consolato, che procede all'emissione e all'invio postale del passaporto;
   infine, è stata rafforzata la sicurezza dell'Ambasciata a Caracas, per prevenire possibili azioni violente e indesiderate.

  Concludo assicurando che l'Italia, nel pieno rispetto della sovranità del Venezuela, continuerà a sostenere in coordinamento con i partner europei e in sintonia con i paesi latinoamericani, una soluzione negoziata della crisi. Soluzione, che non può certamente essere imposta dall'esterno. Solo il pacifico e costruttivo superamento della conflittualità politica potrà infatti aprire la strada alla riconciliazione nazionale e al risanamento economico e sociale, nel quadro beninteso del necessario pieno rispetto dei diritti civili e politici dei cittadini venezuelani.

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00687 Boldrini: Sul taglio del contributo statunitense all'UNRWA.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Vorrei rispondere fornendo innanzitutto qualche elemento di inquadramento sulla questione per poi esporre quanto il Governo sta facendo.
  Dal 2015 l'UNRWA sta affrontando una crisi finanziaria che, come rilevato dall'On. Boldrini, si è aggravata ad inizio di quest'anno, a seguito della drastica riduzione dei fondi da parte degli Stati Uniti per un valore complessivo di 300 milioni di dollari.
  Anche per sopperire a questi tagli, si è svolta a marzo una conferenza ministeriale straordinaria a Roma presso la FAO, sotto egida ONU e presieduta dal Segretario Generale Guterres e a giugno una conferenza dei donatori a New York. Gli impegni aggiuntivi dei donatori – fra i quali l'Italia – annunciati nel corso dell'anno, uniti alle riforme interne all'Agenzia volte a razionalizzare le spese e migliorare l'efficienza, hanno permesso di ridurre il deficit da 446 milioni di dollari a 186 milioni con un'ulteriore importante contribuzione della comunità internazionale annunciato in occasione dell'Assemblea Generale pari a 120 milioni. Proprio due giorni fa a Bruxelles, il Commissario Generale di UNRWA, Pierre Kraehenbuehl, in un incontro informale presso il Comitato Politico e di Sicurezza del Consiglio UE, ha ringraziato l'Italia e gli altri Stati membri per il sostegno finanziario e politico assicurato nel 2018, anche se ciò non ha comunque evitato tagli ai servizi forniti da UNRWA ai rifugiati palestinesi nella regione.
  A settembre, nella riunione ministeriale su UNRWA tenutasi a margine dell'UNGA, il Sottosegretario Di Stefano ha annunciato un ulteriore milione di euro a sostegno delle attività umanitarie di UNRWA in relazione alla crisi siriana. Nel complesso, come vi ho detto prima, sono stati annunciati da parte della comunità internazionale circa $120 milioni.
  L'Italia sostiene UNRWA e la considera un attore essenziale per migliorare le condizioni di vita dei palestinesi, e contribuire alla stabilità regionale. Questo lo abbiamo ribadito a Bruxelles al Commissario Generale Kraehenbuehl nell'incontro che citavo poc'anzi.
  Il Governo italiano sostiene l'Agenzia con contributi volontari, stanziati dal Comitato Congiunto presieduto dalla sottoscritta e destinati al bilancio generale, nonché contributi di emergenza e per specifici progetti (multi-bilaterali).
  A partire dal 2012 la Cooperazione Italiana ha costantemente aumentato i contributi all'Agenzia, passando da 1,5 milioni di euro circa del 2012 ai 14,8 milioni di euro programmati nel 2018.
  Per quanto riguarda gli stanziamenti di quest'anno, sul canale multilaterale abbiamo approvato ed erogato in anticipo il contributo volontario al bilancio generale di 6,8 milioni di euro, il secondo più alto dell'Italia per i Fondi e Programmi ONU in assoluto, dopo UNHCR.
  Sul canale ordinario abbiamo programmato risorse a dono del valore complessivo di 5 milioni di euro. In particolare, sono state approvate iniziative di sviluppo nei settori della salute e dell'istruzione in Libano per i rifugiati siriani (1,5 milioni di euro) e in Palestina, Gaza (2 milioni di euro) per la fornitura di servizi sanitari di
base. Prevediamo inoltre di approvare entro la fine dell'anno un terzo finanziamento a UNRWA del valore di 1,5 milioni di euro in favore dei rifugiati palestinesi in Libano nel settore sanitario.
  Sul canale emergenza, in occasione della Conferenza ministeriale straordinaria di Roma del 15 marzo scorso, abbiamo previsto il raddoppio degli interventi d'emergenza per il 2018 rispetto all'anno precedente, da 1,5 a 3 milioni di euro: 1 milione è stato destinato ai minori rifugiati palestinesi in Siria per attività volte a garantire l'accesso ai servizi educativi e di sostegno psicosociale e 2 milioni per il rafforzamento delle capacità produttive delle famiglie a reddito agricolo e dei meccanismi di resilienza.
  Vorrei chiudere ribadendo quindi il nostro convinto sostegno ad UNRWA per il suo ruolo rilevante che essa svolge nell'erogazione dei servizi ai rifugiati e l'apporto alla stabilità regionale. Inoltre, non possiamo che apprezzare ed incoraggiare gli sforzi di ristrutturazione intrapresi dall'agenzia onusiana per risolvere il problema della sostenibilità finanziaria delle sue attività.