III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Giovedì 2 agosto 2018

SEDE REFERENTE:

DL 84/2018: Disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici. C. 1004 Governo, approvato dal Senato (Seguito dell'esame e conclusione) ... 37

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:

5-00304 Quartapelle Procopio: Sull'applicazione dell’embargo dell'ONU sulle armi alla Libia ... 40

ALLEGATO 1 (Testo della risposta) ... 42

5-00305 Fitzgerald Nissoli: Sull'allineamento dei dati tra Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) ... 40

ALLEGATO 2 (Testo della risposta) ... 43

5-00306 Sabrina De Carlo: Sull'accordo di pace tra Eritrea ed Etiopia siglato il 9 luglio 2018 ... 40

ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 45

5-00307 Delmastro Delle Vedove: Sugli obiettivi della «cabina di regia» tra Italia e Stati Uniti sulla Libia ... 41

ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 47

III Commissione - Resoconto di giovedì 2 agosto 2018

SEDE REFERENTE

  Giovedì 2 agosto 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.

  La seduta comincia alle 13.45.

DL 84/2018: Disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici.
C. 1004 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta di ieri.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Difesa, Bilancio, Finanze, Trasporti, Politiche dell'Unione europea e del Comitato per la legislazione.

  Eugenio ZOFFILI (Lega), relatore, ringrazia i colleghi delle Commissioni che tra ieri e questa mattina si sono riuniti per deliberare in sede consultiva sul provvedimento in titolo. A tal proposito ritiene opportuno segnalare, in particolare, che il parere approvato dalla Commissione affari costituzionali evidenzia come le misure recate dal decreto-legge consentano di favorire la corretta gestione delle attuali dinamiche del fenomeno migratorio, con particolare riferimento ai flussi dalla Libia, attribuendo priorità all'esigenza di contrastare i traffici di esseri umani, nonché alla salvaguardia della vita umana in mare. Quanto al parere della Commissione Difesa, si dà risalto al fatto che i mezzi ceduti sono destinati alla sicurezza della navigazione e che l'utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto, sulla cui tipologia il Governo ha fornito chiarimenti in seduta, è finalizzato all'attività di ricerca e soccorso, nonché di polizia marittima. La Commissione Bilancio ha confermato che tale utilizzo non avrà oneri aggiuntivi in quanto vi si provvede nell'ambito delle risorse, umane, finanziarie e strumentali, già disponibili a legislazione vigente mentre la Commissione finanze, nel valorizzare quanto il provvedimento si collochi nel solco dell'impegno dell'Italia a sostegno della statualità libica, ha rilevato che la consegna delle due unità navali cedute dalla Guardia di finanza avverrà entro il 15 settembre e che ciò non comporterà la necessità di acquisire mezzi navali in sostituzione. D'altra parte la Commissione Trasporti, che ha espresso un parere ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, ha comunque doverosamente sottolineato la necessità di garantire l'operatività e l'efficienza della dotazione strumentale del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera. Infine, segnala che la Commissione Politiche dell'Unione europea ha opportunamente evidenziato che la Libia, oltre ad essere vincolata al rispetto degli accordi bilaterali siglati con l'Italia, ha ratificato la Convenzione internazionale per la sicurezza della vita in mare del 1974 e che il Comitato per la legislazione ha approvato l'impostazione del provvedimento sul terreno della omogeneità di contenuto anche per quanto concerne l'inserimento, avvenuto con emendamento presso l'Aula del Senato, dell'articolo 2-bis che contiene una norma comunque riconducibile alle finalità indicate nel preambolo del decreto-legge.

  Piero FASSINO (PD), intervenendo in sede di dichiarazione di voto in vista della deliberazione per il conferimento del mandato al relatore, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo insieme all'intenzione di ripresentare in Aula l'emendamento ritirato nella seduta ieri a fronte del parere contrario espresso dal relatore e dal rappresentante del Governo, volto ad inserire, nell'ambito delle attività di addestramento e formazione del personale della Guardia costiera libica, anche la finalità di un'adeguata preparazione in materia di primo soccorso e di tutela dei diritti umani, secondo gli standard europei. Tale obiettivo, infatti, è conforme al dettato del Memorandum d'intesa siglato dal Governo italiano con le Autorità libiche nel febbraio 2017, e specificamente dell'articolo 5, che stabilisce che «le Parti si impegnano ad interpretare e applicare il presente Memorandum nel rispetto degli obblighi internazionali e degli accordi sui diritti umani di cui i due Paesi siano parte». L'approvazione dell'emendamento già presso la Commissione, peraltro, sarebbe stata coerente con le indicazioni fornite, nella stessa seduta, dal sottosegretario per l'interno Nicola Molteni, secondo cui il Memorandum costituisce parte integrante del decreto-legge.

  Laura BOLDRINI (LeU) rappresenta alla Commissione di non aver partecipato alla seduta di esame degli emendamenti in ragione di un giudizio contrario al provvedimento in toto, in quanto intervento ingiusto, grave, sbagliato e, come tale, inemendabile. Ad avviso del suo gruppo con il decreto-legge in titolo la maggioranza di governo non dimostra alcuna attenzione nei confronti dei migranti che vengono riportati nei centri di raccolta per essere sottoposti a detenzione arbitraria, come attestano numerose inchieste giornalistiche ma anche rapporti ufficiali di istituzioni che rappresentano l'intera comunità internazionale. Al riguardo, ribadisce che il Rapporto della United Nations Support Mission in Libya (UNSMIL) del 12 febbraio 2018, destinato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, certifica che i migranti sarebbero soggetti a «detenzione arbitraria e torture, tra cui stupri e altre forme di violenza sessuale» e che nei centri di detenzione della Libia, governativi e non, avverrebbero «rapimenti per estorsione, lavori forzati e uccisioni illegali». Il Rapporto, inoltre, mette in luce la «condotta spregiudicata e violenta della Guardia costiera libica durante i salvataggi e le intercettazioni in mare». Ricorda altresì la sentenza del dicembre 2017 con la quale il Tribunale di Milano ha condannato un cittadino somalo, responsabile di un centro di raccolta per migranti nella città libica di Beni Walid, per aver sequestrato centinaia di connazionali.
  Alla luce di questi richiami a fonti attendibili rispetto alle quali non dovrebbe essere possibile restare indifferenti, osserva con rammarico che il Governo in carica non sembra che ambire ad un unico obiettivo, vale a dire dare conto al Paese di una contabilità sulla riduzione degli arrivi e impedire, a qualsiasi prezzo, che i migranti giungano sulle nostre coste, violando il loro diritto a richiedere, qualora ne ricorrano le circostanze, la protezione internazionale. Tale diritto, peraltro, è solennemente sancito dall'articolo 10 della nostra Costituzione, che pone il diritto d'asilo tra i diritti fondativi della nostra Repubblica, declinandolo in termini ancora più forti rispetto a quanto previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1951, di cui pure l'Italia è firmataria. Si tratta quanto meno di un dovere giuridico, se ne se ravvisa il profondo elemento etico di fondo. Annuncia dunque il voto convintamente contrario del suo gruppo, invitando i colleghi a non rendersi corresponsabili di un'azione inumana e degradante e ad approfondire la riflessione su questo tema.

  Paolo GRIMOLDI (Lega), preannunciando il voto favorevole del suo gruppo, dichiara a nome dei gruppi di maggioranza la disponibilità a recepire la proposta emendativa del collega Fassino, riservandosi tuttavia di verificare la fattibilità di un'ulteriore lettura in Senato. Sottolinea l'importanza del provvedimento, che si inserisce nel solco di iniziative analoghe adottate dal precedente Governo, e che mira a salvare vite in mare e a combattere la tratta di esseri umani. La riduzione delle partenze in mare di migranti ostaggio di scafisti senza scrupoli è presupposto per la riduzione del numero di morti e affidare ad uno Stato sovrano e legittimamente riconosciuto dall'Italia la gestione del problema è un modo per contrastare il business del traffico di esseri umani. Rileva, infine, che l'Italia stanzia risorse molto significative – nell'ordine di 4-5 miliardi di euro – per la gestione del fenomeno migratorio, con un impegno finanziario di gran lunga superiore a quelli di altri partner europei, come Germania, Francia e Spagna e che è assai sproporzionato rispetto al numero di persone che ottengono effettivamente il riconoscimento del diritto di asilo.

  Sabrina DE CARLO (M5S), nell'annunciare il voto favorevole del suo gruppo, sottolinea che il decreto-legge in esame costituisce un ottimo punto di partenza per avviare una buona gestione del fenomeno migratorio, ispirata alla tutela dei diritti umani e che finora è mancata.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) annuncia il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, precisando tuttavia che il provvedimento risulta insoddisfacente per motivi opposti a quelli sostenuti dalla collega Boldrini: sarebbe stato, infatti, preferibile approvare l'emendamento presentato dal suo gruppo, che mirava a vincolare la cessione di unità navali alla Libia alla realizzazione di un blocco navale davanti alle coste libiche, visto come unica soluzione davvero efficace per garantire la sicurezza nel Mediterraneo, salvare vite umane e combattere il business degli scafisti. Gli interventi previsti dal decreto-legge non danno certezze sulle modalità con cui la Libia gestirà le unità navali e ciò deriva da una carente azione negoziale del nostro Paese rispetto all'interlocutore nordafricano, tuttavia il provvedimento prefigura un primo passo efficace contro gli scafisti ed è dunque da sostenere.

  Marta GRANDE, presidente, dà conto delle sostituzioni.

  La Commissione delibera, quindi, di conferire il mandato al relatore, onorevole Eugenio Zoffili, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Marta GRANDE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 14.05.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Giovedì 2 agosto 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.

  La seduta comincia alle 14.10.

  Marta GRANDE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.

5-00304 Quartapelle Procopio: Sull'applicazione dell’embargo dell'ONU sulle armi alla Libia.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), sottoscrivendo l'interrogazione in titolo, ne illustra il contenuto.

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Ivan SCALFAROTTO, replicando, si dichiara assolutamente insoddisfatto dalla risposta del Governo che pone due problemi: il primo è di ordine logico, dal momento che il Governo conferma che in Libia circolano enormi quantità di armi e che, pertanto, occorre sostenere l’embargo promosso dalle Nazioni Unite; questa dichiarazione, tuttavia, contrasta palesemente con quanto affermato dal Ministro dell'interno, Matteo Salvini, che si è detto disponibile a rimuovere l’embargo. Qui subentra il secondo problema, di carattere politico: ci si chiede, infatti, se le linee di politica estera del Governo possano essere dettate dal Ministro dell'interno che però, in qualità di Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, è figura sovraordinata allo stesso Ministro degli esteri. Tali evidenti contraddizioni generano disorientamento nel Parlamento e nell'opinione pubblica, oltre a minare gravemente il prestigio e la credibilità del Paese soprattutto nei principali consessi multilaterali cui partecipa.

5-00305 Fitzgerald Nissoli: Sull'allineamento dei dati tra Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE).

  Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), aggiungendo che il Governo intende avviare i lavori per una modifica della normativa che disciplina il voto degli italiani all'estero.

  Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), replicando, si dichiara soddisfatta dalla risposta del rappresentante del Governo.

5-00306 Sabrina De Carlo: Sull'accordo di pace tra Eritrea ed Etiopia siglato il 9 luglio 2018.

  Yana Chiara EHM (M5S), in qualità di cofirmataria, illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Yana Chiara EHM (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta sottolineando, in particolare, la situazione drammatica in cui versa l'Eritrea, soggetta ad una dittatura brutale che, secondo i dati diffusi dall'UNHCR, ha provocato l'esodo di oltre 500 mila rifugiati. In questo contesto, auspica che l'Italia possa assumere un ruolo strategico per promuovere la pace nel Corno d'Africa.

5-00307 Delmastro Delle Vedove: Sugli obiettivi della «cabina di regia» tra Italia e Stati Uniti sulla Libia.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) illustra l'interrogazione in titolo.

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), replicando, si dichiara totalmente insoddisfatto dalla risposta del Governo, che ha eluso ogni tema posto, limitandosi a riproporre gli stereotipi dell'alleanza Italia-USA. La risposta, infatti, non fornisce alcun elemento concreto sulle modalità con le quali la «cabina di regia» dovrebbe operare e sugli obiettivi che essa si prefigge, lasciando intendere che si tratti solo di una «vetrina mediatica» per restituire un po’ di credibilità ed autorevolezza alla figura del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ampiamente compromessa dal protagonismo del Vice Presidente e Ministro dell'interno Matteo Salvini.

  Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.45 alle 15.05.

III Commissione - giovedì 2 agosto 2018

ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00304 Quartapelle Procopio: Sull'applicazione dell’embargo dell'ONU sulle armi alla Libia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come correttamente riportato dall'On. interrogante, sulla Libia è in vigore un embargo sulle armi, rinnovato con cadenza annuale dal Consiglio di Sicurezza con una articolata serie di risoluzioni che vengono regolarmente approvate all'unanimità.
  La questione della diffusione in Libia delle armi accumulate dal regime di Gheddafi è certamente di rilievo primario, ed è stata sollevata a più riprese dal Rappresentante Speciale Ghassan Salamè in Consiglio di Sicurezza. L'Italia, in prima linea nel sostegno all'azione del Rappresentante Speciale Salamè, si conforma pienamente alla lettera e alla sostanza della decisione del Consiglio di Sicurezza di imporre l'embargo sulle armi.
  Questo non esclude che ci si possa interrogare sulla perdurante validità del quadro sanzionatorio, ben sapendo, peraltro, che qualunque decisione sull'eventuale revisione o rimozione dello stesso ricade esclusivamente nella competenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da cui, fino a questo momento, non è giunto alcun segnale di apertura in proposito.
  La questione che si pone, quindi, è come rafforzare le Istituzioni libiche, operando in linea con le previsioni del Consiglio di Sicurezza e con i termini del mandato delle Nazioni Unite in Libia. Questo in un contesto in cui – come lamentato a più riprese dai vertici istituzionali libici, da ultimo il Vice Premier Maitig – quelle stesse Istituzioni legittime faticano a dotarsi, proprio per le restrizioni esistenti, degli strumenti necessari per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico nel Paese.
  D'altra parte, va tenuto conto che altri soggetti potrebbero procurarsi un'arma, con potenziali gravi conseguenze nella lotta contro il terrorismo, avvantaggiandosi proprio della difficoltà nel controllo del territorio e in particolare dei lunghissimi confini terrestri desertici. Evidentemente, il problema si pone anche per quanto riguarda il tema del contrasto ai trafficanti di esseri umani che, come noto, fanno parte di network criminali spesso transnazionali molto rilevanti e dotati di grandi mezzi, anche militari.
  L'Italia è in prima linea per contrastare tali traffici, anche attraverso gli strumenti della Cooperazione allo Sviluppo e in stretto raccordo con l'Unione europea, e con il pieno sostegno delle Nazioni Unite.
  Portiamo avanti iniziative di rafforzamento delle capacità istituzionali a favore delle competenti autorità libiche per una più efficace gestione integrata delle frontiere.
  Sosteniamo anche le comunità più colpite dal fenomeno, con programmi mirati a generare opportunità di reddito legale, iniziative di emergenza e capacity building a sostegno delle municipalità. Lo facciamo attraverso numerosi e articolati programmi destinati a portare assistenza nei campi attraverso le Organizzazioni non Governative, mediante l'azione per favorire la sempre più capillare presenza sul terreno di UNHCR e OIM.

ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00305 Fitzgerald Nissoli: Sull'allineamento dei dati tra Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) e Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE).

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) è la banca dati nazionale nella quale confluiranno progressivamente le anagrafi comunali. È istituita presso il Ministero dell'interno, che ne ha la competenza primaria ed esclusiva. Il Ministero degli esteri contribuisce ad alimentare con i propri dati raccolti all'estero le banche dati anagrafiche nazionali e, per quanto riguarda l'allineamento dei dati, continua a provvedere, per la propria parte di competenza, all'invio dei dati aggiornati per il successivo recepimento nelle anagrafi comunali.
  Fatta questa necessaria premessa, vi riporto di seguito quanto riferitoci dal Ministero dell'interno. In merito alle elezioni di 4 marzo scorso la Direzione Centrale per i Servizi Demografici del Viminale ha diramato la circolare 10/2017 con la quale ha invitato le Amministrazioni comunali ad effettuare i seguenti adempimenti: 1) verificare l'esattezza e la completezza dei dati registrati nelle AIRE comunali per evitare l'inserimento nel citato elenco di dati non corretti o incompleti e rettificare eventuali posizioni scartate dall'AIRE centrale 2) provvedere tempestivamente alla trattazione delle comunicazioni degli uffici consolari per evitare disallineamenti tra i dati registrati negli archivi comunali e quelli contenuti negli schedari consolari 3) effettuare la cancellazione delle posizioni duplicate e degli ultracentenari, per i quali non sia stata fornita la prova di esistenza in vita.
  In quella sede è stata altresì ribadita l'importanza del corretto utilizzo, nella trasmissione dei dati richiesti, del campo relativo al diritto di voto ed è stato inoltre evidenziato che i comuni subentranti in ANPR non devono provvedere ad effettuare alcuna trasmissione, essendo i relativi dati dell'AIRE già in possesso del Viminale, ferma restando la necessità per detti comuni di effettuare gli adempimenti sopra richiamati onde garantire la completezza degli elenchi.
  Nell'articolato percorso di attuazione del progetto dell'ANPR, si è inserito l'intervento del Commissario Straordinario del Governo per l'attuazione dell'Agenda Digitale, il quale, insieme al suo Team Digitale, ha individuato in ANPR uno dei progetti strategici dell'Agenda ed ha messo in campo alcuni correttivi per accelerarne i tempi di realizzazione. Contestualmente, per corrispondere alle richieste dei comuni che hanno rappresentato difficoltà economiche ed organizzative ad integrarsi nel complessivo disegno dell'anagrafe nazionale, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha reso disponibili agli stessi, con la pubblicazione di un apposito bando, contributi finalizzati a incentivare l'ingresso in ANPR entro il 31 dicembre 2018.
  Concludo dandovi qualche dato fornitoci dal Viminale. A oggi, sono 432 i comuni migrati in ANPR per 6.989.891 cittadini iscritti, mentre sono oltre 1.400 quelli in fase di pre-subentro. Inoltre, secondo i dati forniti oggi stesso al Viminale da SOGEI, il valore percentuale dell'allineamento
AIRE-schedari consolari, riferito all'elenco unico 2017, è del 94,71 per cento.
  Per quanto di competenza, la Farnesina, nella consapevolezza dell'importanza dell'allineamento dei dati anagrafici fra schedari consolari e AIRE comunali, continuerà a fornire il proprio contributo nel superiore interesse dei nostri connazionali residenti all'estero.

ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00306 Sabrina De Carlo: Sull'accordo di pace tra Eritrea ed Etiopia siglato il 9 luglio 2018.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'On. De Carlo e gli altri co-firmatari di questa interrogazione per aver attirato l'attenzione su un'area geopolitica dove sono in corso evoluzioni molto interessanti, sulle quali si è soffermato anche il Ministro Moavero nel corso della sua audizione programmatica. Il Corno d'Africa ha sempre avuto una collocazione strategica – pensate che più di un terzo dei traffici commerciali marittimi transita attraverso il Canale di Suez ed il Golfo di Aden – ma ciò è anche stato la causa di una tradizionale instabilità. La situazione di «né guerra né pace» tra Etiopia ed Eritrea ha costituito uno dei principali fattori di criticità ed ha segnato le vicende della regione negli ultimi vent'anni, risultando uno dei principali ostacoli alla stabilità politica ed allo sviluppo regionale.
  La nomina del nuovo premier etiope Abiy Ahmed, il più giovane leader africano, ha costituito un elemento di svolta. Il premier ha impresso una decisa spinta riformista, sia all'interno dell'Etiopia che a livello regionale, volta tra l'altro ad una piena normalizzazione delle relazioni con l'Eritrea. La decisione di applicare pienamente l'Accordo di Algeri nel 2000 e le disposizioni della Commissione arbitrale per la demarcazione del confine con l'Eritrea sta dando un importante impulso verso la riconciliazione.
  A tale importante passo è seguito lo scambio di visite, prima di Abiy Ahmed ad Asmara, quindi del Presidente eritreo Afewerki ad Addis Abeba. Si è trattato di incontri storici, che hanno condotto alla firma di una Dichiarazione congiunta che ha posto fine allo stato di guerra e sancito il riavvio delle relazioni diplomatiche e della cooperazione tra i due Paesi in tutti i principali settori. Nel documento si ribadisce, inoltre, l'impegno a rispettare le previsioni degli Accordi di Algeri.
  L'effettiva attuazione delle disposizioni contenute nella Dichiarazione segnerebbe una svolta storica nei rapporti i due Paesi, determinando l'uscita eritrea dall'isolamento regionale degli ultimi anni e la conseguente crescita degli scambi commerciali, premessa fondamentale anche per l'avvio di dinamiche di sviluppo che potrebbero condurre, specie in Eritrea, alla diminuzione dei flussi migratori verso l'Europa.
  I positivi sviluppi degli ultimi mesi hanno già iniziato a produrre rilevanti effetti sull'intero Corno d'Africa. Ne è prova la recente visita ad Asmara del Presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed, il primo Capo di Stato somalo a recarsi in Eritrea dall'indipendenza del Paese. La ripresa delle relazioni diplomatiche, sugellata anche dalla firma di una Dichiarazione di amicizia, ha aperto una nuova fase storica anche nei rapporti tra Asmara e Mogadiscio.
  Per l'Italia, il Corno d'Africa costituisce da sempre una fondamentale priorità strategica. I trascorsi storici dei legami con Etiopia ed Eritrea conferiscono alle relazioni tra l'Italia ed i due Paesi una dimensione di alto profilo e di speciale amicizia che, nelle numerose occasioni di interlocuzione, è stata ampiamente riconosciuta dalle controparti. Ricordo che la prima visita del Presidente Mattarella in Africa si è svolta proprio in Etiopia nel
marzo 2016 e che abbiamo mantenuto attivi i canali d'interlocuzione con l'Eritrea, malgrado l'isolamento del Paese, attraverso un costante dialogo con le Autorità politiche di Asmara.
  Il Governo italiano sta riservando al processo di riconciliazione fra Etiopia ed Eritrea la più alta attenzione dal punto di vista politico. Non è un caso che il Presidente del Consiglio Conte ha già rivolto al Premier Abiy Ahmed un invito a venire in Italia in visita ufficiale, anche per meglio individuare quegli ambiti in cui il nostro Paese potrà sostenere questo processo. Lo scorso luglio, inoltre, il Sottosegretario Del Re ha incontrato a Bruxelles la Vice Ministra etiopica Hirut Zemene, facendo presente alla sua interlocutrice che l'Italia incoraggia e sostiene questo nuovo processo da cui i due popoli non potranno che trarne beneficio.
  In secondo luogo, Il Governo è impegnato in un'opera di rafforzamento delle attività sostenute dalla Cooperazione Italiana nei due Paesi, individuando insieme alle controparti etiopi ed eritree quelle specifiche iniziative volte al consolidamento del processo di distensione.
  Viviamo una fase storica senza precedenti per il Corno d'Africa. Vi è la reale prospettiva che, in quest'area, possano affermarsi assetti di pace e progresso socio-economico. Si tratta certamente di un cammino complesso e dagli esiti non scontati. In ogni caso l'Italia è pronta a dare il suo contributo e a intensificare il suo impegno in quest'area.

ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00307 Delmastro Delle Vedove: Sugli obiettivi della «cabina di regia» tra Italia e Stati Uniti sulla Libia.

TESTO DELLA RISPOSTA

  La recente visita del Presidente Conte a Washington è stata l'occasione per rinnovare i profondi e storici legami di amicizia tra il popolo statunitense e quello italiano. L'obiettivo – pienamente raggiunto – era quello di rinsaldare una relazione fondamentale per la sicurezza e la stabilità internazionale nei principali teatri e intensificare la cooperazione tra i due Paesi nell'ottica della crescita economica di entrambi. Il successo della missione, assieme alla visibile intesa nell'incontro fra il Presidente Conte e il Presidente Trump, rappresentano un importante segnale della tradizionale sintonia tra l'Italia e gli Stati Uniti su una serie molto ampia di dossier prioritari.
  La decisione dei due leader di lanciare una partnership strategica nel «Mediterraneo allargato» costituisce un input politico al massimo livello. Un importante stimolo volto raggiungere un obiettivo preciso: rafforzare la collaborazione tra Italia e Stati Uniti a favore della stabilizzazione e della prosperità di un'area cruciale per la sicurezza internazionale.
  Strumento importante per il raggiungimento di questo obiettivo sarà il varo di una «cabina di regia» che sarà guidata dai rispettivi Ministeri degli esteri e della difesa. Essa consentirà di intensificare la collaborazione bilaterale già esistente sui vari teatri di crisi regionali, a cominciare da quello libico. Si tratta di un'iniziativa di grande valore e significato perché costituisce anche il segno della fiducia che gli Stati Uniti ripongono nell'Italia come partner di riferimento per la stabilizzazione del «Mediterraneo allargato». Un'area cui Washington continua ad attribuire un'importanza cruciale.
  La missione del Presidente Conte si è appena conclusa quindi è ancora presto per poter esporre un quadro di obiettivi specifici e di azioni operative. Tutto ciò sarà definito nelle prossime settimane nel corso di incontri più approfonditi tra i ministri competenti. Come ha avuto modo di dire il Presidente del Consiglio, «i dettagli li studieremo». Credo in ogni caso che non mancheranno le occasioni per il Parlamento di conoscere in futuro gli sviluppi di questa iniziativa e i risultati concreti che ne sortiranno.
  Vorrei però chiudere il mio intervento con una riflessione: una partnership ancora più stretta e strategica tra Roma e Washington è una «dote» di straordinaria rilevanza. Lo è non soltanto per i nostri rapporti bilaterali con gli Stati Uniti ma anche per il futuro del rapporto transatlantico e per un dialogo più costruttivo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti.