III Commissione

Affari esteri e comunitari

Affari esteri e comunitari (III)

Commissione III (Affari esteri)

Comm. III

Affari esteri e comunitari (III)
SOMMARIO
Mercoledì 18 luglio 2018

SEDE CONSULTIVA:

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017. C. 850 Governo.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018. C. 851 Governo.
Tabella n. 6, stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno finanziario 2018 (Relazione alla V Commissione) (Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, e conclusione. Relazione favorevole e Relazione favorevole con una osservazione) ... 62

ALLEGATO 1 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 69

ALLEGATO 2 (Relazione approvata dalla Commissione) ... 70

RISOLUZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO:

Sulla pubblicità dei lavori ... 63

Risoluzione sul quadro delle future relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito. Doc. XII, n. 22 (Esame ai sensi dell'articolo 125 del Regolamento e rinvio) ... 63

III Commissione - Resoconto di mercoledì 18 luglio 2018

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 18 luglio 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.

  La seduta comincia alle 14.05.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017.
C. 850 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018.
C. 851 Governo.

Tabella n. 6, stato di previsione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno finanziario 2018.
(Relazione alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, e conclusione. Relazione favorevole e Relazione favorevole con una osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta del 17 luglio.

  Marta GRANDE, presidente, ricorda che, come convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è rinunciato alla fissazione di un termine per la presentazione di emendamenti presso questa Commissione.

  Alberto RIBOLLA, relatore, con riferimento al disegno di legge recante Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017 formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO si esprime favorevolmente sulla proposta di relazione illustrata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  Alberto RIBOLLA, relatore, con riferimento al disegno di legge recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018, formula quindi una proposta di relazione favorevole con una osservazione (vedi allegato 2).

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO si esprime favorevolmente sulla proposta di relazione illustrata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.10.

RISOLUZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO

  Mercoledì 18 luglio 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Ricardo Antonio Merlo.

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Marta GRANDE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Risoluzione sul quadro delle future relazioni tra l'Unione europea e il Regno Unito.
Doc. XII, n. 22.

(Esame ai sensi dell'articolo 125 del Regolamento e rinvio).

  Marta GRANDE, presidente, ricorda che la risoluzione in oggetto è stata assegnata in via principale alla III Commissione e, per il parere, alla XIV Commissione. Nel ricordare il dettato dell'articolo 125 del Regolamento, fa presente che, conformemente a quanto deliberato ieri in modo unanime in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nell'ambito dell'esame della risoluzione in oggetto la Commissione potrà procedere ad un ciclo di audizioni informali anche ai fini di approfondire il lavoro svolto dalla competente Commissione del Parlamento europeo.

  Laura BOLDRINI (LeU) interviene sui lavori della Commissione, sottolineando l'intempestività dell'esame della risoluzione in titolo rispetto al dibattito in corso sul tema della Brexit e, in generale, l'opportunità di una istruttoria più approfondita sulla materia, anche alla luce delle recentissime evoluzioni nella posizione del Governo britannico, che sembrano prefigurare una parziale sconfessione di taluni aspetti del Libro bianco sulle future relazioni tra Regno Unito e Unione europea, presentato il 12 luglio scorso. Osserva che le dimissioni del Ministro degli esteri, Boris Johnson, e del Capo negoziatore, David Davis, nonché gli emendamenti approvati negli ultimi giorni in sede di esame del Custom Bill da parte della Camera dei Comuni, che rendono di fatto impraticabile una unione doganale con l'UE, minano gravemente la compattezza del Governo del Regno Unito e della maggioranza parlamentare che lo sostiene, e rendono estremamente fluida la situazione nel suo complesso. Chiede, dunque, che sia trasmessa un'integrazione della documentazione già inviata, per aggiornare i membri della Commissione sugli ultimi, ulteriori sviluppi.

  Marta GRANDE, presidente, informa che la documentazione richiesta, se disponibile, verrà al più presto distribuita ai commissari. Invita la collega Boldrini a porre ogni questione rispetto alla calendarizzazione dei provvedimenti nella sede propria dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Laura BOLDRINI (LeU) conferma le proprie riserve sull'opportunità di esaminare la risoluzione del Parlamento europeo in oggetto, che risale al 14 marzo scorso, e rischia dunque di essere superata dagli eventi e di non rappresentare un oggetto significativo ai fini della deliberazione di questa Commissione.

  Marta GRANDE, presidente, precisa che il regolamento della Camera consente alle Commissioni permanenti di esaminare risoluzioni approvate dal Parlamento, e non anche documenti di Governi di altri Paesi, quali il citato Libro bianco. Sottolinea, tuttavia, che partendo dall'esame della risoluzione sarà possibile valutare tutti i documenti ritenuti utili alla discussione, nella prospettiva di un dibattito aperto e approfondito che tenga conto dei molteplici e complessi profili che afferiscono al tema Brexit.

  Ivan SCALFAROTTO (PD) si associa alla richiesta di un supplemento di riflessione avanzata dalla collega Boldrini, evidenziando che, all'epoca dell'approvazione della risoluzione in oggetto non era ancora stato pubblicato il Libro bianco del Governo britannico, nè si erano prodotte le attuali crepe presenti all'interno della compagine governativa britannica, nonché nel rapporto tra esecutivo e Westminster.

  Marta GRANDE, presidente, ribadisce che la Commissione può avviare il dibattito a partire dall'atto che le è stato formalmente assegnato.

  Iolanda DI STASIO, relatrice, ritiene significativo che tra i primi provvedimenti formali che la Commissione si accinge ad esaminare figuri la risoluzione in oggetto, che rappresenta un punto di riferimento importante nell'ottica di una gestione trasparente e democratica del complesso negoziato in corso sul processo di uscita del Regno Unito dall'Unione europea.
  La risoluzione del Parlamento europeo si colloca infatti ad un cruciale snodo del percorso sulla Brexit dopo che il Consiglio europeo straordinario a 27 del 29 aprile 2017 aveva deciso di articolare il negoziato in due fasi: la prima sull'accordo di recesso e la seconda sulle future relazioni tra UE e Regno Unito in quanto Stato terzo, e come tale non più rappresentato nelle istituzioni, organi e organismi dell'Unione. Precisa che la prima fase – finalizzata a fornire massima chiarezza e certezza giuridica ai cittadini, alle imprese e ai partner internazionali sugli effetti del recesso – ha avuto per passaggi salienti l'accordo raggiunto l'8 dicembre 2017 sulle questioni prioritarie in tema di recesso e l'annuncio, reso il 19 marzo 2018, da parte del Capo negoziatore dell'UE, Michel Barnier, e da David Davis, allora Capo negoziatore per il Regno Unito oggi sostituito da Dominic Raab, circa il raggiungimento di un'intesa parziale su un progetto di accordo di recesso. Oggetto della prima fase sono i diritti dei cittadini dell'UE e del Regno Unito, oltre alla liquidazione finanziaria in collegamento con il bilancio dell'Unione e la regolamentazione delle questioni legate al confine tra Irlanda ed Irlanda del Nord. Sottolinea che nel gennaio del 2018 il Consiglio dell'UE ha adottato ulteriori direttive di negoziato relative al periodo di transizione che si concluderà al 31 dicembre 2020. In vista del Consiglio europeo del 22-23 marzo 2018, al cui ordine del giorno figurava l'adozione di orientamenti sulle future relazioni tra UE e Regno Unito, il Parlamento europeo ha quindi lavorato ad impostare la seconda fase del negoziato, concernente le future relazioni tra UE e UK una volta completato il recesso. Prima di entrare nel merito dei contenuti della risoluzione, evidenzia che la Commissione nella precedente legislatura aveva avviato – ma non concluso – un percorso istruttorio su Brexit come tematica connessa al processo di integrazione europea. Lo sforzo conoscitivo si era in tale occasione particolarmente concentrato sui temi dell'impatto finanziario e delle ripercussioni del recesso su quella parte di sistema produttivo italiano che è presente ed opera nella City. Oggi tra le questioni più allarmanti si pone la condizione di quei cittadini dell'Unione europea – tra cui circa 600 mila connazionali – ai quali, a suo avviso, le istituzioni italiane devono un impegno serissimo per assicurare garanzie sul rispetto dei princìpi di parità di trattamento e di non discriminazione. Esprime preoccupazione, in tal senso, per le recenti dichiarazioni della Prima Ministra britannica Theresa May, certamente rese in un momento di acuta pressione politica all'interno del suo Gabinetto, sul fatto che non saranno più consentiti arrivi dall'Europa da parte di lavoratori che non siano professionisti qualificati.
  Passando alla risoluzione, sottolinea che per gli eurodeputati l'accordo di associazione tra UE e Regno Unito ormai divenuto Paese terzo potrà essere approvato sulla base di specifici principi tra i quali figurano: l'impossibilità di equiparare il Regno Unito ad uno Stato membro o ai membri dell'EFTA o dello spazio economico europeo; la tutela dell'integrità e il corretto funzionamento del mercato interno, dell'unione doganale e delle quattro libertà; la salvaguardia dell'ordinamento giuridico dell'UE e del ruolo della Corte di giustizia; il rispetto dei principi demografici, dei diritti umani e delle libertà fondamentali; la parità di condizioni nel rispetto degli obblighi internazionali, del diritto e delle politiche dell'Unione europea in settori cruciali per i cittadini come i diritti sociali e dei lavoratori, i livelli di protezione sociale, l'ambiente, la protezione dei consumatori, la fiscalità, la protezione dei dati e la tutela della vita privata. Secondo la risoluzione del Parlamento europeo l'Accordo di associazione dovrebbe contemplare l'adesione del Regno Unito al mercato interno e all'Unione doganale. L'Unione doganale in particolare dovrebbe consentire la rimozione di barriere tariffarie e controlli doganali e imporre il rispetto della politica commerciale dell'UE. Sul terreno della politica estera e della cooperazione in materia di sicurezza, sottolinea come il Parlamento europeo inquadri correttamente il carattere prioritario della cooperazione con Londra in materia di gestione e protezione delle informazioni classificate dell'UE. Secondo la risoluzione, soltanto nel contesto di un accordo specifico in materia potrà proseguire la partecipazione del Regno Unito alle missioni civili e militari dell'UE, nonché la collaborazione in materia di politica degli armamenti, inclusi i progetti sviluppati nell'ambito di una cooperazione strutturata permanente (cd. PESCO). Resta inteso che le missioni non potranno prevedere un ruolo guida per il Regno Unito. In via generale, in politica estera il Parlamento europeo prospetta dei meccanismi di consultazione per consentire a Londra di allinearsi alle posizioni di Bruxelles, pur senza coinvolgimento nel processo decisionale europeo. È particolarmente sentito il reciproco interesse dell'UE e del Regno Unito a istituire un partenariato che assicuri una continua cooperazione in materia di sicurezza nella lotta contro il terrorismo e i fenomeni criminali a carattere transnazionale. La futura cooperazione potrà esplicarsi in contesti come Europol o Eurojust, utili a consentire lo scambio di dati in materia di sicurezza tra UE e Paesi terzi.
  Sottolinea il particolare interesse che rivestono i punti dedicati alla governance del futuro accordo, che dovrà essere incentrata sul ruolo della Corte di giustizia dell'Unione europea e su un meccanismo di risoluzione delle controversie, oltre che su una commissione incaricata di controllare l'attuazione dell'Accordo, fare fronte a divergenze interpretative e valutare misure correttive nell'esercizio del principio di buonafede.
  Rileva che una delle questioni chiave per il consenso del Parlamento europeo sarà il trattamento di tutte le questioni sospese relative ai diritti dei cittadini, con la garanzia affinché Brexit non abbia un impatto sui cittadini europei che ad oggi già risiedono nel Regno Unito o, viceversa,
dei cittadini britannici in territorio dell'Unione. Il Parlamento europeo ha insistito affinché durante il periodo di transizione ogni cittadino dell'UE che giunga nel Regno Unito possa godere degli stessi diritti di cui godono i cittadini che vi risiedevano prima dell'inizio del periodo di transizione.
  Precisa che il Consiglio europeo del 22-23 marzo 2018 ha adottato conclusioni che vanno nella direzione di una stretta cooperazione sui settori cruciali dell'economia, delle politiche commerciali, della lotta contro il terrorismo e la criminalità internazionale, della politica di sicurezza, di difesa ed estera. Il Consiglio ha riaffermato l'indivisibilità delle quattro libertà del mercato unico negando la possibilità di un negoziato selettivo secondo il metodo del «cherry picking». Data l'indisponibilità del Regno Unito alla partecipazione al mercato unico o all'Unione doganale, il Consiglio ha aperto all'opzione per un accordo di libero scambio, che comprenda il commercio di beni in tutti i settori e senza tariffe o restrizioni quantitative, il commercio di servizi (i servizi finanziari al momento non sono esclusi), compatibilmente con il futuro status di Paese terzo del Regno Unito, accesso ai rispettivi mercati di appalti, investimenti e protezione della proprietà intellettuale, comprese le denominazioni di origine e l'accesso reciproco alla acque e alle risorse della pesca. Il futuro partenariato tra UE e Regno Unito dovrebbe, ad avviso del Consiglio, comprendere disposizioni sulla circolazione delle persone fisiche, sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale e sul riconoscimento delle qualifiche professionali.
  Ricorda le conclusioni adottate dal Consiglio europeo del 28-29 giugno 2018, che ha ospitato una riunione a 27 sullo stato dei negoziati per la Brexit, le quali contemplano la preoccupazione per la mancanza di progressi sostanziali per quanto riguarda una soluzione «di salvaguardia» (backstop) per il confine tra l'Irlanda e l'Irlanda del Nord; invitano a intensificare gli sforzi per concludere l'accordo di recesso il prima possibile e ad accelerare i lavori per la conclusione di una dichiarazione politica sul quadro delle future relazioni tra l'UE e il Regno Unito, sulla base degli orientamenti negoziali definiti dallo stesso Consiglio europeo. Il medesimo Consiglio ha da ultimo chiesto al Regno Unito una maggiore chiarezza e proposte realistiche in merito alla sua posizione sulle relazioni future con l'UE, dichiarandosi disponibile a riconsiderare la sua offerta, conformemente ai principi enunciati negli orientamenti negoziali già approvati, se le posizioni del Regno unito dovessero evolvere.
  La risposta del Governo del Regno Unito è giunta con il Libro bianco sulle future relazioni tra Regno Unito e UE, pubblicato il 12 luglio 2018, contenente la illustrazione della piattaforma negoziale da parte britannica per la seconda fase dei negoziati. Su quest'ultimo passaggio, rileva l'opportunità di richiamare i punti salienti della proposta: inquadramento delle relazioni in un accordo di associazione ricalcato sul modello UE-Ucraina o CETA; conclusione contestuale dell'accordo sul recesso e dell'accordo sul futuro quadro delle azioni; creazione di un'area di libero scambio per i prodotti agricoli, alimentari e industriali, disciplinata dall'UE e senza frontiere, dazi o tariffe, con l'esclusione dei settori dei servizi, anche finanziari, e del digitale (l'area di libero scambio eviterebbe un confine fisico tra Irlanda e Irlanda del nord); cessazione della libera circolazione delle persone nell'interesse prioritario per il Regno Unito di tornare ad esercitare un controllo sull'immigrazione, pur preservando misure di agevolazione a favore della mobilità di studenti e di lavoratori qualificati; armonizzazione dei sistemi doganali per consentire al Regno Unito di riscuotere per conto dell'UE le tariffe europee per i beni destinati al mercato dell'Unione; cooperazione in materia di energia e trasporti; cooperazione nel settore della sicurezza mediante la partecipazione a Europol e Eurojust e l'avvio di accordi per il coordinamento sulla politica estera di difesa e di sviluppo; sostegno all'interoperabilità tra Forze Armate; rafforzamento della competitività
dell'industria europea per la difesa; lotta contro l'immigrazione illegale, il terrorismo e per un dialogo strategico in tema di cybersecurity, protezione civile e sicurezza della salute; avvio di accordi di cooperazione nei settori della ricerca (in particolare, nell'ambito della difesa e dello spazio), dell'innovazione, della cultura ed istruzione, della cooperazione internazionale; avvio di un negoziato annuale per l'accesso alle rispettive acque di pesca; realizzazione di un sistema di risoluzione delle dispute fondato su una commissione congiunta ed un meccanismo di arbitrati vincolanti ma non soggetti alla giurisdizione delle corti di una delle due parti.
  Rileva che gli ultimi giorni sono stati scanditi da un susseguirsi di notizie sul tema Brexit che testimoniano le enormi tensioni che attraversano la politica britannica, da ultimo il superamento di misura alla Camera dei Comuni di un emendamento che avrebbe raccomandato la permanenza della Gran Bretagna nell'Unione doganale laddove Londra non dovesse riuscire a negoziare un accordo di libero scambio con Bruxelles dopo il recesso, nonché il richiamo da parte di Tony Blair ad un ritorno al referendum.
  Quanto alle dichiarazioni del Presidente Trump in occasione del bilaterale con la Premier britannica, sottolinea che esse tradiscono la profonda attenzione e preoccupazione che circonda l'andamento del negoziato su Brexit da parte dei maggiori attori internazionali, evidentemente sensibili alle alterne vicende di una Unione europea politicamente debole ma commercialmente ancora assai temibile.
  Precisa che i negoziati dovrebbe concludersi entro il prossimo mese di ottobre, al fine di consentire il completamento della procedura di adozione dell'Accordo di recesso da parte delle istituzioni dell'UE entro il 29 marzo del 2019, data limite di due anni prevista dall'articolo 50 del Trattato sull'Unione europea (TUE). Prendendo atto preso atto con rammarico del rinvio all'autunno di una audizione del Capo negoziatore Barnier, già preannunciata per la prossima settimana, ritiene assai significativo avviare senza ritardo una riflessione che prenda spunto dal contributo del Parlamento europeo, a conferma di un approccio comunque incentrato sui valori di trasparenza e di democraticità di un processo destinato ad incidere profondamente sul futuro del continente europeo e delle generazioni future.

  Il sottosegretario Ricardo Antonio MERLO, evocando i contenuti di suoi recenti contatti con l'Ambasciata del Regno Unito in Italia, sottolinea l'impegno del Governo italiano per assicurare la massima tutela ai seicentomila italiani residenti in Gran Bretagna di cui solo trecentomila risultano iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, nonché dei centomila cittadini britannici residenti in Italia. Coglie l'occasione per evidenziare lo stato di emergenza in cui versano le nostre strutture consolari a Londra, preannunciando una sua imminente missione volta a valutare possibili soluzioni. Nella direzione di quanto osservato dall'onorevole Boldrini, rileva, inoltre, la contraddittorietà delle posizioni espresse dal Governo del Regno Unito negli ultimi giorni, associandosi alla richiesta di un supplemento di riflessione che consenta di ricostruire le dinamiche di politica interna di quel Paese e i relativi riflessi sul negoziato Brexit. Alla luce della situazione del tutto in evoluzione nella scena politica interna al Regno Unito, auspica uno stretta sinergia tra Governo e Parlamento a presidio dei diritti della nostra comunità di connazionali.

  Laura BOLDRINI (LeU), nel ringraziare il sottosegretario Merlo, auspica che la Commissione proceda anche all'audizione del rappresentante diplomatico del Regno Unito in Italia nell'ambito dell'attività conoscitiva connessa all'esame della risoluzione in oggetto.

  Marta GRANDE, presidente, sottolinea che il calendario delle eventuali audizioni potrà essere definito in sede di Ufficio di presidenza. Precisa inoltre che, in esito all'esame, la Commissione non sarà chiamata a deliberare sul contenuto della risoluzione del Parlamento europeo ma potrà valutare l'opportunità di votare un atto di indirizzo al Governo.

  Ivan SCALFAROTTO (PD), associandosi ai ringraziamenti per l'intervento del Sottosegretario Merlo, auspica che la Commissione possa al più presto svolgere l'audizione del Capo negoziatore Barnier. Sottolinea, inoltre, quanto sia difficile individuare una posizione univoca e coerente del Governo britannico rispetto allo schema di relazioni future con l'Unione europea: infatti, se da un lato il prototipo dell'accordo commerciale UE-Canada (CETA) appare troppo labile, dall'altro una forma di associazione assimilabile a quella concessa alla Norvegia appare troppo stringente. Da ultimo, concorda sulla necessità di garantire le opportune tutele ai cittadini UE residenti nel Regno Unito, al fine di preservare non solo le posizioni lavorative, ma anche i consolidati legami affettivi. Condivide l'opportunità di un'interazione della Commissione con l'Ambasciatore del Regno Unito a Roma per meglio comprendere anche le proposte per un nuovo referendum, emerse nel dibattito presso la Camera dei Comuni.

  Iolanda DI STASIO, relatrice, invita la Commissione a valutare l'opportunità di organizzare una missione di una delegazione a Londra.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

III Commissione - mercoledì 18 luglio 2018

ALLEGATO 1

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2017 (C. 850 Governo).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
   esaminato, ai sensi dell'articolo 119, comma 8 del Regolamento, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 850, recante Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'anno finanziario 2017;
   premesso che:
    il Rendiconto per il 2017 evidenzia, nel raffronto tra stanziamenti di competenza delle previsioni di bilancio per il 2017 e stanziamenti di cassa, un aumento complessivo per il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di 363,8 milioni di euro, pari al 13,9 per cento delle previsioni iniziali, con particolare riferimento alla Missione n. 4 (L'Italia in Europa e nel mondo) e allo specifico programma relativo alla cooperazione allo sviluppo, beneficiario di un incremento di 200,9 milioni di euro;
    nel segnalare l'incidenza complessiva delle spese del MAECI sul complesso del Bilancio dello Stato pari allo 0,5 per cento, la Farnesina ha affrontato un severo percorso di razionalizzazione interna che ha portato alla riduzione netta di un terzo del personale dipendente, oltre ad una revisione dell'assetto dell'intera rete consolare che è stata oggetto di costante monitoraggio da parte di questa Commissione nell'impegno a conciliare l'obiettivo di riduzione della spesa pubblica con il mantenimento di elevati standard qualitativi nell'erogazione dei servizi ai connazionali all'estero;
    si registrano dati incrementali relativi al programma concernente la promozione della pace e sicurezza internazionale, articolato in capitoli concernenti il contributo alle forze di sicurezza afghane, nonché le spese e contributi derivanti dalla partecipazione dell'Italia a iniziative e interventi di solidarietà internazionale;
    vi sono stati contenuti aumenti sui programmi concernenti la presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari e la sicurezza delle strutture in Italia e all'estero;
    il coefficiente di realizzazione, dato dal rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile, che si attesta al 99,57 per cento, testimonia un'elevata capacità di spesa del MAECI in termini di fondi effettivamente spesi;
    preso atto delle valutazioni espresse dalla Corte dei Conti sul mantenimento di un livello elevato di impegno finanziario nella cooperazione allo sviluppo, indirizzato verso l'innalzamento dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo in un percorso di progressivo riallineamento del rapporto APS/RNL italiano agli standard internazionali, che dovrebbe approdare allo 0,7 per cento del Reddito nazionale lordo (RNL) entro il 2030,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE.

ALLEGATO 2

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018 (C. 851 Governo).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
   esaminato, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, per le parti di propria competenza, il disegno di legge C. 851 Governo recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2018, in relazione alla Tabella 6;
   evidenziato che:
    lo stato di previsione del MAECI per il 2018, approvato con la legge di bilancio 27 dicembre 2017, n. 205, reca spese in competenza per un totale di 2.609 milioni di euro, di cui 2.580,7 milioni di parte corrente e 28,2 milioni in conto capitale;
    rispetto a tali previsioni iniziali il disegno di legge di assestamento reca talune modifiche dovute all'adozione, nel periodo gennaio-maggio 2018, di atti amministrativi che hanno già comportato variazioni di bilancio, con particolare riferimento all'anticipazione del 75 per cento delle somme da destinare alle missioni internazionali di pace, al Fondo per le spese obbligatorie e d'ordine e alle somme stanziate per lo svolgimento delle consultazioni elettorali nel 2018;
    le previsioni per il 2018 risultano assestate, per la competenza, a 2.963,05 milioni di euro, dei quali 2.934,56 milioni di parte corrente e 28,49 milioni di conto capitale; per le autorizzazioni di cassa le previsioni si assestano a 3.022,67 milioni (2.983,90 di parte corrente e 38,77 di conto capitale); infine, per i residui si assestano a 182,42 milioni di euro, venendo a coincidere con i residui al 31 dicembre 2017 accertati in sede di rendiconto, di cui 141,67 milioni ricadono nella parte corrente e 40,75 milioni nel conto capitale;
    per effetto delle predette variazioni, la massa spendibile risulta, in seguito alle proposte di assestamento, pari a 3.145,47 milioni e il coefficiente di realizzazione scende al 96,09 per cento;
    richiamato, infine, il parere favorevole con condizioni espresso nella seduta dell'11 luglio 2018 sullo Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi,

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con la seguente osservazione:
   valuti la Commissione di merito l'opportunità di promuovere la finalità del sostegno finanziario a favore della rete degli istituti italiani di cultura all'estero.