III Commissione
Affari esteri e comunitari
Affari esteri e comunitari (III)
Commissione III (Affari esteri)
Comm. III
Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi. Atto n. 26 (Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizioni) ... 52
ALLEGATO 1 (Parere approvato dalla Commissione) ... 62
ALLEGATO 2 (Documentazione consegnata dal Sottosegretario Di Stefano) ... 65
5-00054 Quartapelle Procopio: Sulla fornitura di materiali di armamento ai Paesi della coalizione impegnata in operazioni in Yemen ... 57
ALLEGATO 3 (Testo della risposta) ... 71
5-00045 Fornaro: Sulla posizione del Governo in merito al caso Regeni ... 57
ALLEGATO 4 (Testo della risposta) ... 73
5-00118 Ungaro: Sul blocco delle attività di un ente gestore a Londra ... 58
ALLEGATO 5 (Testo della risposta) ... 74
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA:
5-00125 Lupi: Sugli attacchi alla comunità dei cristiani in Nigeria ... 58
ALLEGATO 6 (Testo della risposta) ... 75
5-00127 Delmastro Delle Vedove: Sul blocco navale presso le coste libiche ... 59
ALLEGATO 7 (Testo della risposta) ... 77
5-00128 Boldrini: Sull'impegno dell'Italia in tema di accordi di riammissione ... 59
ALLEGATO 8 (Testo della risposta) ... 79
5-00129 Ehm: Sui rapporti con le autorità israeliane rispetto al progetto «Scuola di gomme» ... 60
ALLEGATO 9 (Testo della risposta) ... 80
5-00130 Quartapelle Procopio: Sulla partecipazione dell'Italia all'operazione EunavforMED Sophia ... 60
ALLEGATO 10 (Testo della risposta) ... 81
5-00126 Fitzgerald Nissoli: Sulla convenzione di sicurezza sociale con gli Stati Uniti ... 61
ALLEGATO 11 (Testo della risposta) ... 83
ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 11 luglio 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.
La seduta comincia alle 13.35.
Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi.
Atto n. 26.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con condizioni).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto ministeriale in oggetto, rinviato nella seduta del 4 luglio scorso.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, nella giornata odierna scade il termine per la presentazione del previsto parere da parte della Commissione. Ricorda inoltre che nel corso della seduta del 4 luglio il relatore, deputato Comencini, aveva fatto espressa richiesta alla rappresentante del Governo di voler fornire alla Commissione l'elenco delle iniziative e dei programmi straordinari ai quali si intendono destinare i fondi previsti per il 2018, pari a 293.809 euro. Quanto ai dati per la gestione 2017, fa presente che essi sono già stati portati a conoscenza dei commissari nel corso della mattinata. Riferisce inoltre che, come preannunciato nella precedente seduta, il collega Fassino ha trasmesso alla Presidenza della Commissione una lettera con cui precisa che la sua funzione di Presidente del CeSPI non comporta alcune incarico esecutivo ed è del tutto gratuita. Nella stessa lettera il collega Fassino preannuncia di non prendere parte al voto previsto nel corso della presente seduta.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, congratulandosi con la presidente Grande per l'importante incarico per il quale è stata eletta, sottolinea che la trasmissione alla Commissione dei dati sui contributi straordinari relativi al 2017 costituisce un'anticipazione rispetto alla dovuta relazione, che sarà presentata al Parlamento in conformità con il dettato normativo. Quanto ai contributi a progetto per il 2018, dà lettura di una lista di ventinove iniziative, il cui iter di finanziamento è ancora in corso. Al riguardo, dopo avere ricordato la disciplina vigente, evidenzia come per il 2018 siano oggetto di selezione iniziative pertinenti con gli obiettivi di legge, sentita la Direzione Generale competente. La fase successiva sarà rappresentata dalla pubblicazione dei bandi, il cui superamento è condizionato al superamento di una valutazione di qualità. Quanto ai contributi ordinari auspica che, nelle more di una doverosa e assai attesa riforma della materia, in occasione della revisione della tabella, possa essere valutato il reinserimento della Fondazione De Gasperi, il cui contributo è sospeso dal 2017 a seguito di decisione presa in tal senso dall'allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Gioacchino Alfano. Coglie l'opportunità per preannunciare fin da ora la piena disponibilità dell'Esecutivo all'aggiornamento della normativa.
Vito COMENCINI, relatore, dà quindi lettura di una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 1).
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) rileva con sorpresa che il Governo non ha reputato doveroso informare la stessa maggioranza parlamentare circa le iniziative destinatarie dei contributi straordinari per il 2018. Si rammarica nel registrare come le stesse forze politiche che nella passata legislatura, dai banchi dell'opposizione, inneggiavano alla trasparenza, siano ora responsabili della mancata informazione del Parlamento. Ritiene, inoltre, sconcertante il riferimento contenuto nella proposta di parere all'esigenza che siano rivisti i criteri adottati per l'attribuzione dei contributi a fronte di una tabella che propone al Governo tagli anche ingenti in assenza dell'indicazione di qualsivoglia logica o criterio. Viene da chiedersi se non vi sia da parte delle forze politiche di maggioranza un intento di natura punitiva nei confronti di enti non in linea con l'attuale Governo, come si potrebbe evincere, ad esempio, dall'azzeramento dei fondi per il CIME. Inoltre, le riduzioni inserite nel parere inducono a ritenere che vi siano altri beneficiari già individuati. Ribadisce l'anomalia di una proposta parlamentare di tagli selettivi in assenza di ogni indicazione di metodo, dovendosi così evincere la natura politica dell'iniziativa, considerato il coinvolgimento di alcuni colleghi negli organi sociali degli enti, come ad esempio nel caso del CeSPI. Peraltro, si tratta di tagli per lo più pari a non oltre il 3 per cento dei bilanci di enti la cui funzionalità non dipende certo dal provvedimento in titolo. È in questione, in buona sostanza, il messaggio politico che questo Parlamento intende dare al Paese. Chiede, inoltre, chiarimenti sulla destinazione dei risparmi derivanti dalla nuova tabella, per comprendere se si tratta di fondi che andranno in economia o destinati ad obiettivi specifici. Manifesta disappunto, infine, per la mancata trasmissione da parte del relatore, con anticipo rispetto alla presente seduta e secondo quanto preannunciato in precedenza, della proposta di parere, al fine di facilitarne la conoscenza e comprensione prima del voto. Alla luce di tali considerazioni, chiede un rinvio dell'esame affinché la Commissione possa disporre di maggior tempo prima di procedere al voto.
Daniele DEL GROSSO (M5S) propone, a nome del gruppo, una sospensione di quindici minuti per consentire gli approfondimenti richiesti dall'opposizione, per poi procedere alla deliberazione.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) sostiene la richiesta di rinvio della seduta, ritenendo inutile una breve sospensione. D'altra parte, l'omologa Commissione del Senato ha condiviso ieri l'opportunità di un ulteriore rinvio dell'esame per motivi analoghi a quelli sostenuti dalla collega Quartapelle. Scongiura quindi ogni forzatura che possa pregiudicare un clima collaborativo tra maggioranza e opposizione.
Laura BOLDRINI (LeU) si associa a sua volta alla richiesta di chiarimenti e di rinvio della seduta. Si dice esterrefatta per la riduzione di somme già di per sé esigue destinate ad enti culturali, di alto valore storico, come ad esempio la Fondazione Lelio e Lisli Basso, il cui contributo verrebbe dimezzato. Anche il CIME, penalizzato in modo grave, vanta una tradizione storica nel dibattito sui temi europei, per non parlare del Forum per i Problemi della Pace e della Guerra, che testimonia una cultura pacifista che non può essere brutalmente azzerata. Sottolinea che le istituzioni culturali cui il Governo italiano contribuisce devono rappresentare una visione plurale delle sensibilità presenti nel Paese, in linea con una cultura trasversale e contro ogni metodo di tipo settario o politicamente di parte.
Paolo GRIMOLDI (Lega) condivide la proposta di breve sospensione avanzata dal collega Del Grosso e coglie l'opportunità per sottolineare che il provvedimento è frutto di una impostazione ascrivibile al Governo precedente che a sua volta aveva operato scelte di tipo politico. Sottolinea, pertanto, che il contributo della maggioranza di questo Parlamento è animato dall'intento di ribilanciare l'impostazione del provvedimento in esame.
Osvaldo NAPOLI (FI), valutando incongrua una mera sospensione della seduta a fronte dell'andamento dei lavori presso il Senato, caratterizzati da tempi maggiori, ritiene, in linea con il collega Delmastro Delle Vedove, che la questione centrale risieda nella mancanza di trasparenza sui contributi straordinari. Chiede, quindi, al relatore di valutare un ripensamento della proposta.
Andrea ORSINI (FI), associandosi alle richieste di rinvio avanzate da taluni colleghi, aggiunge che non appare conforme alla prassi l'espressione di un parere che, in tema di riparto di fondi, si addentri nello specifico delle cifre in luogo di una indicazione di criteri metodologici. Si tratta di una prassi innovativa su cui invita i colleghi a riflettere in una prospettiva rivolta al futuro. Ritiene che il quesito di fondo sia individuare gli strumenti in base ai quali la Commissione ha svolto le sue valutazioni, nell'auspicio che non si tratti di valutazioni politiche nel senso esplicitato dal collega Grimoldi. Sottolinea che in uno Stato liberale l'unico criterio dovrebbe essere rappresentato da una valutazione di merito e di utilità scientifica e che, se in passato qualche governo ha sbagliato, non è questo un buon motivo per insistere nell'errore.
Sabrina DE CARLO (M5S), intervenendo a nome del suo gruppo, ritiene che il parere espliciti l'obiettivo di aprire il finanziamento pubblico a una cerchia più ampia di soggetti. Evidenzia che le risorse risparmiate potrebbero validamente contribuire al sostegno della rete degli istituti italiani di cultura quanto all'anno in corso, in attesa di procedere alla tanto auspicata riforma. Condivide, infine, l'opportunità di disporre una breve sospensione della seduta.
Ivan SCALFAROTTO (PD) esprime profondo disagio per il metodo adottato dalla maggioranza. Rileva che, se da un lato ogni cittadino ha diritto di esprimere proprie opinioni politiche, dall'altro coloro che si impegnano in attività di studio e ricerca non possono che perseguire finalità di tipo scientifico. La proposta del relatore manifesta l'intento di attribuire appartenenze politiche agli enti impegnati nella ricerca in campo internazionalistico e ciò rappresenta un evento prodromico all'azzeramento totale di un pensiero plurale nel nostro Paese. Si prefigura, infatti, il messaggio per cui la ricerca scientifica deve essere orientata politicamente. Sottolinea che la proposta di parere appare in tal senso assai preoccupante, poiché caratterizzata da un approccio totalitario che è da rimandare al mittente senza esitazioni.
Piero FASSINO (PD) si dichiara a sua volta sconcertato per le valutazioni sulle attività di carattere scientifico degli enti internazionalistici, poste alla base della proposta di parere. Chiede al relatore su quali elementi informativi si fondino le sue valutazioni, sintetizzate nella tabella allegata. Segnala che di tali elementi è consapevole il Governo, che se ne avvale nella predisposizione dell'atto trasmesso al Parlamento. Ritiene molto grave che la Commissione si addentri in una valutazione di tipo politico in maniera del tutto indifferente al dato scientifico, poiché ciò equivale a decretare la fine di una ricerca autonoma e indipendente. In ultima analisi, la proposta del relatore tradisce la non conoscenza del lavoro effettivo svolto dagli enti.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), ribadendo la richiesta di rinvio della seduta, insiste nel quesito circa i criteri utilizzati per modificare gli importi della tabella. Richiama gli appelli formulati in passato sui requisiti di qualità e di rilevanza che gli enti dovrebbero assicurare, ad esempio anche ai fini della preparazione dei giovani al concorso diplomatico. Non si tratta, quindi, di una cerchia elitaria di soggetti privilegiati ma di enti di ricerca che svolgono attività specifiche e riconosciute. Ribadisce, infine, l'esigenza di conoscere la destinazione dei fondi risparmiati e i criteri adottati dal relatore.
Laura BOLDRINI (LeU) chiede se le motivazioni alla base della proposta di parere che sono state illustrate dal collega Grimoldi entreranno a far parte delle considerazioni svolte in premessa alla proposta di parere.
Marta GRANDE, presidente, ritiene che la valutazione sulla riformulazione della proposta di parere spetti al relatore.
Piero FASSINO (PD) chiede in particolare al sottosegretario Di Stefano se i criteri adottati dal relatore siano coerenti con i criteri impiegati dalle strutture della Farnesina.
Marco MINNITI (PD) evidenzia che il dibattito in corso non attiene ad un tema di ordinaria amministrazione ma sostanzi il primo atto formale di questa Commissione. Le forze politiche di opposizione hanno, con tutta evidenza, chiesto uno sforzo di trasparenza e di attenzione. Rivolge, quindi, l'appello alla maggioranza affinché i lavori della Commissione non abbiano inizio nel segno di una forzatura, che getterebbe un'ombra sul futuro rapporto fra i gruppi. Si tratta di una questione di metodo, connessa all'esigenza di conoscere specifici criteri valutativi adottati dal relatore a fronte di una documentazione giunta in modo tardivo, tanto più alla luce dell'andamento dei lavori al Senato. Sul merito, non si comprendono le ragioni che comportano in alcuni casi la riduzione totale dei contributi ordinari. È opportuno, quindi, esplicitare il senso di una scelta che appare alludere al superamento della ragion d'essere stessa di enti che, ad esempio, si impegnano nella riflessione sui conflitti. Se, invece, le ragioni sono di altro genere, cioè di tipo politico, si tratta di una opzione non accettabile, rispetto alla quale occorre che la maggioranza prenda subito le distanze. Ritiene che un rinvio della seduta potrebbe contribuire a scongiurare una forzatura non necessaria per la stessa maggioranza, laddove invece occorre rafforzare la capacità di ascolto tra maggioranza e opposizione, in vista di questioni più importanti.
Marta GRANDE, presidente, ritiene che sul terreno del metodo il relatore abbia indicato le motivazioni alla base del parere. Richiama l'elenco di iniziative finanziate a valere sui contributi straordinari, di cui ha dato lettura il sottosegretario. Ritiene pertanto che i gruppi dispongano di tutti gli elementi richiesti nella precedente seduta e si dichiara, quindi, disponibile, a disporre una breve sospensione della seduta.
Eugenio ZOFFILI (Lega), in risposta ai colleghi del Partito Democratico, e preannunciando il parere favorevole del suo gruppo alla proposta di parere favorevole del relatore, sottolinea che gli elettori italiani chiedono decisioni veloci da parte delle istituzioni. Rivendicando la sua qualità di parlamentare neoeletto, manifesta il proprio orgoglio per essere chiamato a collaborare con colleghi prestigiosi e di grande esperienza, come l'onorevole Fassino. Ciò premesso, sottolinea che la data del 4 marzo simboleggia la svolta del Paese verso il cambiamento e questo investe anche un provvedimento caratterizzato con tutta evidenza da un certo tasso di politicizzazione. Gli enti in questione, la cui funzionalità non è certo condizionata dai contributi ordinari dello Stato, potranno impegnarsi in futuro per diversificare le fonti di finanziamento. Alla maggioranza parlamentare spetta oggi il compito di dare concretezza all'aspettativa di cambiamento e al Partito Democratico la necessità di registrare la portata del risultato elettorale.
Ivan SCALFAROTTO (PD) non ritiene che la comprensione del provvedimento in titolo richieda una specifica esperienza parlamentare. Quanto al nuovo contesto politico, l'alternanza è un elemento insito ad ogni democrazia funzionante, ma ciò non significa che ogni contesto debba essere del tutto politicizzato, diversamente lo stesso Parlamento perderebbe la propria ragion d'essere, tornando a rappresentare un mero «bivacco di manipoli». L'Italia non è uno stato totalitario che teorizzi una dottrina ufficiale alla quale gli enti di ricerca si debbano conformare. La proposta di parere del relatore pone il tema di una riconsiderazione della materia in base a criteri diversi da quelli impiegati dalle strutture della Farnesina. Si associa pertanto ai quesiti sollevati dalle colleghe Boldrini e Quartapelle, ritenendo che si tratti di una questione di doverosa trasparenza e chiarezza.
Laura BOLDRINI (LeU) ribadisce l'esigenza che la proposta di parere del relatore sia corredata dalla esplicitazione di criteri, in assenza dei quali l'unica spiegazione è rappresentata dalle parole del collega Grimoldi. Reitera quindi l'auspicio per un rinvio della seduta.
Marta GRANDE, presidente, si rimette al relatore per l'eventuale riformulazione del parere.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, in risposta alle sollecitazioni emerse nel corso del dibattito, chiarisce che i dati inerenti i contributi a progetto per il 2018 saranno resi pubblici solo dopo lo stanziamento definitivo. Ciò nonostante, mette a disposizione della Commissione l'elenco già illustrato (vedi allegato 2). Quanto ai criteri a sostegno della proposta di parere, ritiene che essi siano stati già esplicitati nella relazione illustrativa, laddove si allude ad una valutazione sul merito e sull'indipendenza politica degli enti in vista della revisione della tabella per il prossimo triennio. Conferma che l'intento di questo Governo è l'apertura del finanziamento ad una cerchia più ampia di soggetti. Quanto agli interventi dei colleghi Minniti e Fassino, lungi dal rinnegare la maggioranza di Governo di cui egli stesso è esponente, ritiene che sia lesiva di un principio di pluralismo una lista di enti sostanzialmente inalterata dal 1982. Chiarisce che il Ministero non svolge le proprie valutazioni in chiave politica ma in base a parametri di merito, con particolare riferimento ai contributi straordinari ad hoc. Quanto alla destinazione delle cifre risparmiate, informa la Commissione che esse saranno destinate agli istituti di cultura.
Piero FASSINO (PD) insiste nel chiedere se la proposta del relatore sia condivisa dal Ministero. Evidenzia l'incongruenza tra una tabella iniziale, presentata dal Ministero e che è già stata frutto di un giudizio di valore – d'altra parte, il Ministero conosce nel dettaglio la storia, le attività e i bilanci degli enti – e una tabella presentata dal relatore senza l'apparato informativo di cui dispone la Farnesina e in ragione di un mero dato elettorale. Rivolgendosi al collega Zoffili, evidenzia che la Commissione non sta discutendo una modalità di finanziamento pubblico ai partiti ma il sostegno all'attività di enti di ricerca in campo internazionalistico a supporto delle istituzioni del Paese che per definizione corrispondono ad una visione di tipo plurale. Il metodo adottato dal relatore dissimula un approccio discriminatorio ed arreca un vulnus grave sul piano dei valori. Quanto alla presenza di politici all'interno degli organi sociali degli enti, fa presente che ognuno di essi coinvolge parlamentari o figure attive in politica ma che operano nell'ambito di tali enti in quanto impegnati sui temi della politica internazionale. Si appella pertanto al relatore per un supplemento di riflessione.
Marco MINNITI (PD) a sua volta insiste sul rinvio della seduta, che in nessun modo può pregiudicare la deliberazione da parte di questa Commissione. Si appella, in particolare, alla presidente Grande, che in altre sedi ha dimostrato una sensibilità consapevole sul ruolo del Parlamento. Insiste affinché si ponga fine ad un dannoso braccio di ferro e si creino le condizioni per il rispetto reciproco tra le forze politiche.
Marta GRANDE, presidente, pur comprendendo le ragioni dei colleghi intervenuti, ritiene che l'opposizione abbia ottenuto tutte le risposte e gli elementi informativi richiesti. La stessa proposta di parere del relatore è stata oggetto di approfondito esame e non appaiono, pertanto, sussistere ulteriori ragione di dilazione della decisione, tanto più in considerazione della scadenza a oggi del termine per l'espressione del parere.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO, rispondendo al collega Fassino, precisa che la tabella è elaborata dal Ministero sulla base di una programmazione concordata su base triennale. Anche in ragione della sua esperienza nella precedente legislatura come deputato di opposizione, ben comprende l'esigenza di approfondimento che, in questo caso, non è certo mancato.
Piero FASSINO (PD), a sua volta ricordando la sua esperienza di sottosegretario agli affari esteri, non può che prendere atto della linea adottata dal sottosegretario, segnalando che il vertice politico dell'Amministrazione collabora con le strutture ministeriali, alle quali chiede di svolgere valutazioni di cui può anche non tenere conto. In linea con quanto riferito con lettera indirizzata alla Presidenza di questa Commissione, preannuncia di non prendere parte alla deliberazione al fine di scongiurare ogni fraintendimento rispetto alla sua qualità di presidente del CeSPI, che auspica non essere alla base della scelta discriminatoria oggi operata. Sottolinea di non svolgere alcun compito di carattere esecutivo o a titolo oneroso nell'ambito di tale ente e ribadisce l'alto riconoscimento che circonda il CeSPI nel contesto della comunità scientifica internazionale.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole con condizioni formulata dal relatore.
La seduta termina alle 14.50.
INTERROGAZIONI
Mercoledì 11 luglio 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.
La seduta comincia alle 14.50.
5-00054 Quartapelle Procopio: Sulla fornitura di materiali di armamento ai Paesi della coalizione impegnata in operazioni in Yemen.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3), sottolineando di avere assunto nella precedente legislatura numerose iniziative di sindacato ispettivo sulla stessa materia rimaste senza risposta. Concorda su tutte le premesse all'interrogazione in titolo, segnalando conclusivamente una visione restrittiva rispetto alle autorizzazioni che potranno essere concesse e piena disponibilità ad eventuali proposte di riforma migliorativa della materia.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, si dichiara assolutamente insoddisfatta dalla risposta del Governo, dalla quale si evince solo che l'embargo sulla fornitura di materiali di armamento ai Paesi interessati continuerà, ma senza esprimere alcuna valutazione politica. La posizione dell'attuale Governo, a suo avviso, risulta più conservatrice rispetto al precedente esecutivo, e non tiene in nessun conto quella espressa dal Parlamento europeo in una recente risoluzione, nella quale si evoca, tra le altre cose, l'avvio di un'iniziativa finalizzata all'imposizione di un embargo dell'UE nel suo complesso sulla fornitura di armi nei confronti dell'Arabia Saudita. Segnala che, in assenza di chiare prese di posizione a livello politico, l'unico elemento di novità da parte del Governo è costituito dalla previsione di una funzione di controllo – meramente burocratico – sulla fornitura di materiali di armamento da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE). Si appella pertanto alla maggioranza parlamentare per una collaborazione su tali temi, considerato che il sottosegretario Di Stefano nella sua nuova funzione istituzionale disattende le posizioni sostenute in passato.
5-00045 Fornaro: Sulla posizione del Governo in merito al caso Regeni.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4), sottolineando che nella scorsa legislatura, in qualità di membro della Commissione, ha seguito da vicino gli sviluppi della vicenda Regeni, e che l'obiettivo del Governo è di pervenire ad una ricostruzione veritiera dell'accaduto, per soddisfare le legittime attese della famiglia Regeni e dell'opinione pubblica italiana.
Erasmo PALAZZOTTO (LeU), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo, ricordando che, come membro dell'opposizione, il deputato Di Stefano nella scorsa legislatura aveva chiesto la sospensione dei rapporti diplomatici con l'Egitto, oltre a quelli con ulteriori Paesi che non tutelano i diritti umani, come misura estrema per ottenere la collaborazione delle autorità egiziane nella ricostruzione della tragica vicenda in oggetto. In generale, il gruppo del Movimento 5 Stelle sosteneva che l'eccessiva cautela del Governo fosse allora motivata da interessi economici, nello specifico dell'ENI. Sottolinea che nella risposta del rappresentante del Governo manca ogni richiamo ai diritti umani, cui oggi questo Governo non sembra indifferente, e che la visione del Governo in carica non evidenzia alcun elemento di novità rispetto al passato Esecutivo, che aveva quanto meno sospeso una fornitura di velivoli F16 all'Egitto. Non sono, infatti, indicate nuove iniziative nei settori della cooperazione militare o economica in reazione alla carente collaborazione da parte egiziana. Rileva, inoltre, con preoccupazione che il Ministro Salvini ha recentemente dichiarato che il mantenimento di buone relazioni con l'Egitto prevale sul pur legittimo diritto alla verità della famiglia Regeni. Infine, preannuncia la presentazione di una proposta di legge per l'istituzione di una commissione d'inchiesta sul caso in oggetto.
5-00118 Ungaro: Sul blocco delle attività di un ente gestore a Londra.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).
Massimo UNGARO (PD), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatto dalla risposta del Governo, sottolineando l'esigenza di pervenire ad una soluzione in tempi rapidi per tutelare il diritto allo studio di quasi cinquemila studenti e la situazione economica delle relative famiglie in difficoltà. Sottolinea che la promozione del Sistema-Paese parte dalla garanzia dei servizi ai cittadini, che l'ente gestore in questione assicura dal 1971.
Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.10.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Mercoledì 11 luglio 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Manlio Di Stefano.
La seduta comincia alle 15.10.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Dispone, pertanto, l'attivazione del circuito.
5-00125 Lupi: Sugli attacchi alla comunità dei cristiani in Nigeria.
Maurizio LUPI (Misto-NcI) illustra l'interrogazione in titolo, sottolineando come gli eventi illustrati registrino l'indifferenza della comunità internazionale. Sottolinea, inoltre, l'importante tradizione che vanta il nostro Paese sul tema della tutela dei cristiani nel mondo.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).
Maurizio LUPI (Misto-NcI), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta del Governo, evidenziando che la Nigeria per molto tempo ha rappresentato un modello di convivenza tra Cristianesimo ed Islam. Ttale equilibrio è ora messo gravemente a rischio dall'azione di Boko Haram, e l'Italia deve far sentire la propria voce, anche in forza dei tradizionali rapporti, non solo economici, che legano l'Italia alla Nigeria, anche sul terreno della diplomazia parlamentare, ricordando la missione svolta dalla collega Boldrini in veste di Presidente della Camera dei deputati nella scorsa legislatura. In via generale, auspica una collaborazione tra Parlamento e Governo per la promozione, nelle relazioni internazionali, del tema della libertà religiosa.
5-00127 Delmastro Delle Vedove: Sul blocco navale presso le coste libiche.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 7), aggiungendo che l'instaurazione di rapporti solidi con le autorità libiche rappresenta una priorità per il Governo italiano, non solo in ragione dei legami storici tra i due Paesi, ma anche come strumento per conseguire la stabilizzazione della regione. Inoltre, ricorda che in occasione dell'ultimo Consiglio europeo del 28-29 giugno gli Stati membri dell'UE hanno raggiunto l'accordo per il trasferimento di 500 milioni di euro al Fondo fiduciario per l'Africa: tali risorse, destinate a combattere le cause che determinano i flussi migratori nel Mediterraneo, appaiono tuttavia insufficienti, soprattutto a fronte dei 6 miliardi di euro investiti nell'Accordo UE-Turchia per la gestione dei rifugiati. Ricordando di aver partecipato alle recenti celebrazioni concernenti l'avvio della missione EunavforMED Sophia affidata al comando dell'ammiraglio Credendino, sottolinea, infine, che, come enunciato dal Ministro Moavero Milanesi, al fine di garantire il rispetto dei diritti umani, l'eventuale allestimento di centri di identificazione dei migranti in territorio africano dovrà sempre prevedere la presenza di rappresentanti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni (OIM).
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FdI), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta del Governo, rilevando che non viene formulata alcuna valutazione sull'ipotesi di istituire un blocco navale presso le coste libiche che, a suo avviso, rappresenterebbe l'unico strumento efficace per combattere il traffico di esseri umani. Esprime inoltre riserve sul fatto che l'auspicio del Governo, relativo ad una maggiore responsabilizzazione dei partner europei e africani, possa trovare effettiva attuazione.
5-00128 Boldrini: Sull'impegno dell'Italia in tema di accordi di riammissione.
Laura BOLDRINI (LeU) illustra l'interrogazione in titolo, precisando che durante la campagna elettorale l'attuale Ministro Salvini aveva preannunciato il rimpatrio dei circa 600 mila irregolari stimati in territorio italiano. Fa presente di avere più volte evidenziato che tale promessa si fonda su accordi ad oggi inesistenti e che precedenti governi di centrodestra avevano affrontato il tema mediante lo strumento di una sanatoria, che coinvolse allora circa un milione di stranieri.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 8), sottolineando che la cooperazione bilaterale e multilaterale rappresenta una leva essenziale per affrontare il problema migratorio, in un'ottica di tutela degli stessi migranti. Con riferimento al tema degli immigrati irregolari presenti in Italia, rileva che i criteri per valutare l'opportunità di un'eventuale sanatoria possono essere diversi (l'esercizio di una professione, l'integrazione linguistica e culturale) ed auspica un contributo, in termini di proposta, da parte del Parlamento.
Laura BOLDRINI (LeU), replicando, prende atto della risposta del Governo, dalla quale non emergono elementi di novità. Rileva, inoltre, che, al fine di combattere l'immigrazione irregolare, è opportuno lavorare innanzitutto sul tema dell'identificazione in collaborazione con le autorità consolari. Occorre inoltre incidere sul meccanismo delle quote, in linea con le esigenze del mercato del lavoro, e promuovere nuovi ed efficaci canali di immigrazione legale, in assenza dei quali l'unica soluzione concreta appare essere la sanatoria, individuale o collettiva.
5-00129 Ehm: Sui rapporti con le autorità israeliane rispetto al progetto «Scuola di gomme».
Yana Chiara EHM (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 9), sottolineando che il rispetto del diritto internazionale umanitario e delle norme che regolano la cooperazione italiana dovrebbe costituire un obiettivo comune, al di là delle dinamiche di contrapposizione tra maggioranza e opposizione.
Yana Chiara EHM (M5S), replicando, si dichiara soddisfatta dalla risposta del Governo, rilevando che l'eventuale demolizione della «Scuola di gomme», esempio mirabile di bioarchitettura e presidio educativo essenziale per la comunità beduina di quella zona, rappresenterebbe un fallimento, in termini ideali, del diritto universale all'istruzione.
5-00130 Quartapelle Procopio: Sulla partecipazione dell'Italia all'operazione EunavforMED Sophia.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) illustra l'interrogazione in titolo, ricordando che obiettivo dell'operazione è sia il pattugliamento sia il salvataggio dei migranti in mare, evidenziando che l'intervento della Ministra della difesa rispetto alle dichiarazioni del Ministro dell'interno rappresenta un precedente significativo rispetto all'esigenza di porre fine alla propaganda e trovare soluzioni. È, pertanto, essenziale comprendere con quale voce parli il Governo italiano in carica.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 10), aggiungendo che il Governo intende adoperarsi, con una posizione univoca e compatta, per una modifica delle regole di ingaggio della missione, al fine di determinare le condizioni per un più ampio coinvolgimento dei partners europei per quanto concerne i porti accessibili. Nel richiamare la sua partecipazione insieme alla Ministra della difesa alle celebrazioni per il lancio dell'operazione EunavforMED Sophia, evidenzia che l'impegno per la modifica delle regole di ingaggio avrebbe dovuto caratterizzare anche il Governo precedente. Ribadisce che sulla materia il Governo italiano decide oggi in modo coeso, conformemente alle decisioni del Consiglio europeo e alle valutazioni che saranno assunte da questo Parlamento.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, si dichiara insoddisfatta della risposta del Governo, rilevando le difficoltà del Governo stesso nella elaborazione di risposte chiare e condivise sul tema migratorio. Al riguardo, esprime riserve sull'opportunità, evocata dal ministro degli interni Salvini, di costruire alleanze con Paesi come l'Austria, che hanno più volte dichiarato l'intenzione di bloccare i flussi dei migranti con la chiusura dei confini nazionali, anziché con la gestione condivisa delle frontiere. Osserva che se si confermerà l'attuale chiusura del Brennero, significherà che nell'Esecutivo sarà prevalsa la linea del Ministro Salvini. A suo avviso, il Paese non può più permettersi margini di ambiguità sulla materia, essendo urgente un quadro decisionale chiaro e l'abbandono di toni da campagna elettorale.
5-00126 Fitzgerald Nissoli: Sulla convenzione di sicurezza sociale con gli Stati Uniti.
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI) illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Manlio DI STEFANO risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 11).
Fucsia FITZGERALD NISSOLI (FI), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del Governo, che ricalca quella già ottenuta nella scorsa legislatura.
Marta GRANDE, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.55.
ALLEGATO 1
Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (Atto n. 26).
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La III Commissione (Affari esteri e comunitari),
esaminato lo Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (n. 26);
ribadite l'utilità e l'opportunità di una costante verifica parlamentare sui contributi ordinari e straordinari concessi agli enti e istituti a carattere internazionalistico;
confermata la necessità di procedere ad una revisione dei criteri adottati per l'attribuzione dei contributi ordinari agli enti, nonché ad una ricognizione maggiormente puntuale ed obiettiva dei risultati raggiunti da tali istituti;
ribadita la necessità che tali strumenti di sostegno concorrano ad incentivare i centri di eccellenza della ricerca internazionalistica, e non già a tradursi in un mero meccanismo di sostegno pubblico degli istituti;
preso atto che il riparto dello stanziamento in esame risulta in attuazione della programmazione 2016-2018 dei contributi statali ordinari;
preso, altresì, atto della diminuzione, rispetto allo scorso anno, dei contributi ordinari destinati agli enti e istituti a carattere internazionalistico, nonché di quelli straordinari a favore di singolari iniziative di particolare interesse;
tenuto conto della necessità che si proceda ad una puntuale ricognizione degli ulteriori enti ed istituti, potenzialmente interessati a beneficiare dei contributi pubblici in questo settore, anche in vista della prossima revisione della tabella di cui all'articolo 1 della legge 28 dicembre 1982, n. 948, e per una programmazione dei contributi futuri più aderente alle rinnovate e mutevoli problematiche del panorama internazionale,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti condizioni:
a) a fronte della progressiva riduzione delle risorse disponibili per tale meccanismo di finanziamento, e dopo aver analizzato la Relazione sulle attività svolte da tali enti a carattere internazionalistico, svolta nel quadro degli strumenti di vigilanza affidati dalla legge al MAECI, l'ultima delle quali trasmessa alla Presidenza della Camera lo scorso 18 dicembre, dalla quale è possibile dedurre come i finanziamenti in oggetto siano a volte residuali e destinati a svolgere una funzione meramente simbolica, appare evidente come in base ai limiti di legge in capo al MAECI si possa tendere già in questa sede, verso una ulteriore riduzione dei fondi stanziati, soprattutto in termini di marginalità, efficacia e necessità del contributo, secondo la tabella seguente:
b) stante la necessità, come peraltro già evidenziato nel corso della passata legislatura, di procedere nel prossimo futuro, ad una revisione dei criteri adottati per l'attribuzione dei contributi agli enti a carattere internazionalistico, nonché di realizzare una ricognizione maggiormente puntuale ed obiettiva dei risultati raggiunti da tali istituti, che tenga conto di effettivi elementi di meritocrazia nella scelta degli enti e delle ricerche da sostenere, premiando soprattutto i contributi e le strutture più qualificate, ed evitando di ridurre l'istituto stesso ad un mero ed indifferenziato strumento di sostegno pubblico, si ritiene doveroso procedere ad una revisione della tabella sui possibili enti beneficiari, che realizzi un profondo ripensamento dei criteri per l'attribuzione di tali fondi;
c) in un'ottica di sinergia con il sistema Italia, e in vista della auspicata revisione della tabella di cui trattasi, si ritiene prioritaria una apertura della destinazione dei contributi, ad esempio a soggetti provenienti dal mondo dell'Università e della Ricerca, siano essi centri di ricerca in affari internazionali o veri e propri spin-off accademici in materie affini, soggetti più comunemente denominati think-tank in temi di geopolitica, offrendo in questo modo nuovi spazi, anche economici, per realtà che sono già presenti sul nostro territorio, verso le quali il nostro Stato ha già investito cospicue risorse, e soprattutto proporre e rendere disponibili visioni e opportunità in questo momento non accessibili per gli scopi e gli obiettivi di cui si discute in questa sede;
d) in termini di indipendenza democratica, politica ed economica dei soggetti destinatari di fondi statali, e governativi in questo caso, pur riconoscendo il valore culturale e scientifico di tali istituti e delle loro attività occorre insistere su maggiori criteri di effettiva obiettività degli enti, anche in considerazione del fatto che taluni degli enti beneficiari annoverano fra i propri organi dirigenti esponenti di forze politiche;
e) in virtù del mutato quadro geopolitico è indispensabile un aggiornamento delle aree di interesse prioritario su cui focalizzare le attività da finanziare con i contributi straordinari, in modo da assicurarne una più adeguata corrispondenza alle effettive esigenze di analisi e di approfondimento della realtà geopolitica.
ALLEGATO 2
Schema di decreto ministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per l'anno 2018, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi (Atto n. 26).
DOCUMENTAZIONE CONSEGNATA DAL SOTTOSEGRETARIO DI STEFANO
ALLEGATO 3
Interrogazione n. 5-00054 Quartapelle Procopio: Sulla fornitura di materiali di armamento ai Paesi della coalizione impegnata in operazioni in Yemen.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il Governo italiano è da tempo impegnato nella ricerca di una soluzione diplomatica al conflitto yemenita, tramite un'azione ispirata da quattro elementi fondamentali:
In primo luogo, siamo convinti che, nonostante il vulnus alla legittimità istituzionale delle milizie Houthi e il conseguente intervento della Coalizione araba, la soluzione al conflitto in corso debba essere politica e non militare.
In secondo luogo, riteniamo che la ricerca di una composizione pacifica della controversia deve avvenire attraverso un compromesso negoziato, basato necessariamente sul criterio di inclusione più ampio possibile di tutte le componenti della popolazione.
In terzo luogo, sosteniamo la mediazione delle Nazioni Unite e gli sforzi dell'Inviato Speciale per lo Yemen del Segretario Generale ONU, volti a promuovere una cessazione delle ostilità e un accordo di pace tra le parti contrapposte.
Infine, manteniamo una costante attenzione al deterioramento della situazione umanitaria nel Paese, il problema più grave al momento le cui cause prime vanno individuate nell'impatto del conflitto su un Paese già caratterizzato da vari elementi di fragilità. L'impegno del Governo sugli aspetti umanitari della crisi è stato ribadito anche con un contributo di 5 milioni di euro dell'Italia in occasione della riunione dei Donatori a Ginevra lo scorso 3 aprile. Particolare attenzione viene inoltre attribuita al tema chiave dell'accesso per gli aiuti e per gli operatori umanitari.
La recente intensificazione delle operazioni militari e degli scontri intorno al porto di Hodeidah è fonte di grande preoccupazione. L'Italia è impegnata, insieme all'UE e agli altri Stati Membri, a favorire il successo degli sforzi dell'inviato Speciale delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, il quale in questi giorni è impegnato in una delicata spola diplomatica tra Sana'a, Aden e le principali capitali della regione per rilanciare i negoziati di pace tra le parti in conflitto e stabilire un controllo internazionale sul porto di Hodeidah, scongiurando così le conseguenze più gravi dell'offensiva in corso intorno alla città costiera.
Il pieno sostegno all'impegno di Griffiths è stato affermato con vigore anche nelle Conclusioni sullo Yemen adottate dall'ultimo Consiglio Affari Esteri del 25 giugno, accanto alla ferma convinzione di tutti gli Stati Membri UE che al conflitto in corso nello Yemen non vi sia soluzione militare.
Tale obiettivo, che rimane prioritario per l'Italia e per l'UE, può essere conseguito solo se si mantiene un dialogo aperto e bilanciato con tutte le parti coinvolte in questa crisi, ivi inclusi i Paesi della Coalizione. Tra questi vi sono degli attori regionali di primo piano, con fondate preoccupazioni di sicurezza nazionale, che rappresentano importanti partner dell'Italia e dell'UE.
Per quanto riguarda, infine, lo specifico quesito posto dall'On. Quartapelle, riguardante le forniture di materiali di armamento ai Paesi dell'area, ricordo che, oltre ad applicare l'embargo armi internazionale sullo Yemen, il Governo presterà particolare attenzione affinché tutte le richieste autorizzative di esportazione di materiale d'armamento continuino ad essere valutate con estrema attenzione e particolare rigore. Non mancherà di esercitare le proprie prerogative nel bilanciare considerazioni politiche con quelle economico-industriali, in particolare investendo il CIPE, competente in base alla legge n. 185 del 1990 per la definizione delle linee politico-strategiche nel settore. Il CIPE anche in passato avrebbe dovuto dare indirizzi, invece, è stato sottoutilizzato. Da ciò ne è derivata una carenza informativa nelle scelte operate.
Le valutazioni nel merito delle istanze vengono previamente effettuate con il Ministero della Difesa nell'iniziale fase delle trattative contrattuali, e successivamente con i Dicasteri della Difesa, Interno, Sviluppo Economico ed Ambiente, e con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell'ambito del Comitato Consultivo ex-L. 185/90 subito prima dell'eventuale autorizzazione alla movimentazione dei materiali d'armamento.
Le valutazioni avvengono in un quadro di concertazione fra Paesi Alleati ed UE, tenendo anche conto dei rapporti bilaterali e della cooperazione internazionale nella lotta al terrorismo, con particolare attenzione ai riflessi sul quadro regionale mediterraneo. Nel caso specifico delle licenze di esportazione di materiali d'armamento a Paesi dell'area, segnalo come si sia passati da 8,6 miliardi di euro nel 2016 a 4,6 miliardi di euro nel 2017 e poi a 302 milioni di euro nel primo semestre del 2018 per l'Area geografica «Africa Settentrionale, Vicino Medio Oriente».
ALLEGATO 4
Interrogazione n. 5-00045 Fornaro: Sulla posizione del Governo in merito al caso Regeni.
TESTO DELLA RISPOSTA
Mi preme sottolineare la determinazione del Governo italiano a sostenere la cooperazione giudiziaria in corso tra le Procure di Roma e del Cairo per fare piena luce su quanto accaduto al nostro giovane ricercatore. L'impostazione cui si attiene il Governo è quella espressa dal Presidente della Repubblica nel messaggio inviato al Presidente Al Sisi in occasione della sua rielezione lo scorso 2 aprile, nel quale la domanda di verità e giustizia viene ribadita, sollecitando seguiti coerenti con l'impegno, assunto dal vertice politico egiziano, a raggiungere «risultati definitivi».
L'arrivo dell'Amb. Cantini a Il Cairo il 14 settembre 2017 ha consentito di portare avanti una assidua azione di sensibilizzazione nei confronti delle autorità egiziane, a tutti i livelli, che allo stallo nelle indagini dell'anno e mezzo precedente ha fatto seguire risultati positivi, non scontati.
La costituzione in giudizio dei legali egiziani della famiglia Regeni, la consegna del fascicolo d'indagine (decisione senza precedenti) e l'esame congiunto dei video della metropolitana avvenuto pochi giorni fa – sulla base di una tabella di marcia concordata tra l'Ambasciatore Cantini e il Procuratore Generale egiziano Sadek, che prevede ulteriori attività di indagine per le prossime settimane – non sarebbero stati possibili senza la continua interlocuzione con le controparti egiziane.
Non vi sono incongruenze in questa linea d'azione. Alla ferma domanda di verità il Governo italiano ha associato un dialogo e un confronto sull'intero spettro dei rapporti tra Italia ed Egitto; tutte le articolazioni governative si attengono a questo principio, che permea l'insieme dei rapporti bilaterali. I risultati ottenuti negli ultimi mesi, per quanto ancora certamente parziali, e pur necessitando di un prosieguo della collaborazione giudiziaria, dimostrano la perdurante validità di tale approccio. È convinzione di questo Governo che il graduale rafforzamento del dialogo bilaterale con le autorità egiziane consentirà di ottenere nuovi e importanti progressi nella cooperazione tra organi investigativi sul caso Regeni.
La posizione assunta da questo Governo, al pari delle dichiarazioni del Presidente Fico, trasmesse dalla Vice Presidente Spadoni alle autorità egiziane nel marzo scorso, si pongono dunque in linea di continuità e di coerenza con la domanda di verità da parte delle istituzioni e dell'opinione pubblica italiana.
Sulla base di queste direttrici di azione, il Governo italiano intende proseguire nell'impegno a fare luce sull'uccisione di Giulio Regeni, e mantenere alta l'attenzione sulla situazione dei diritti umani in Egitto.
ALLEGATO 5
Interrogazione n. 5-00118 Ungaro. Sul blocco delle attività di un ente gestore a Londra.
TESTO DELLA RISPOSTA
La promozione della lingua italiana all'estero riveste un ruolo di interesse prioritario per la politica estera italiana. La conoscenza della lingua italiana rappresenta infatti la chiave di lettura necessaria per entrare in contatto con la nostra cultura e, dall'analisi dei dati sulla diffusione dell'italiano nel mondo, emerge che oltre due milioni di stranieri scelgono di studiare la nostra lingua per avvicinarsi al nostro ricchissimo patrimonio artistico e creativo.
Inoltre, per le collettività italiane e di origine italiana all'estero, esistono i corsi di lingua e cultura italiana a loro espressamente dedicati. I corsi di lingua italiana per le nostre collettività all'estero sono diventati negli anni uno strumento fondamentale nella strategia di diffusione dell'italiano e hanno contribuito a caratterizzare l'italiano come lingua di cultura e non più solo di emigrazione.
Per quanto riguarda la situazione dell'Ente gestore di corsi e cultura italiana COASIT, sollevata dall'On. Interrogante, in fase di presentazione del bilancio consuntivo 2017 il Consolato Generale a Londra ha rilevato alcune possibili irregolarità di carattere contabile, di cui ha tempestivamente informato il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Pur alla luce della proficua collaborazione esistente tra il MAECI e il COASIT sui corsi di lingua e cultura italiana, tali irregolarità hanno reso sin dal principio evidente la necessità di un approfondimento rispetto alla rendicontazione da parte dell'Ente negli anni passati. Nel contempo, e a titolo precauzionale, si è resa necessaria la sospensione di ogni ulteriore erogazione a favore del COASIT.
Il COASIT ha quindi ritenuto di sospendere le attività didattiche il 21 maggio 2018, con circa tre settimane di anticipo rispetto alla scadenza naturale dei corsi. Peraltro, occorre rilevare come la sospensione anticipata delle attività, avvenuta a ridosso della conclusione dell'anno scolastico, non abbia inciso sulla possibilità, da parte degli alunni, di sostenere gli esami di fine anno previsti.
Gli accertamenti in merito sono in corso e si rendono tanto più necessari in quanto tesi ad accertare la corretta rendicontazione dell'utilizzo di fondi pubblici, a tutela di tutti i soggetti coinvolti.
Ciò premesso, è ferma intenzione della Farnesina intraprendere ogni misura atta a garantire la continuità delle attività didattiche nella circoscrizione di Londra.
Ciò in ragione dell'importanza della promozione della lingua e cultura italiana nel contesto locale, nonché a tutela dei docenti impiegati nei corsi, degli studenti e delle loro famiglie.
Al momento, è allo studio la possibilità che un altro Ente scolastico assuma nei tempi più brevi possibili nuove attività in materia di corsi di lingua e cultura italiane, al fine di contenere il più possibile eventuali disagi a carico dell'utenza.
Desidero quindi rassicurare l'On. Interrogante che la Farnesina continuerà a seguire la questione con la massima attenzione.
ALLEGATO 6
Interrogazione a risposta immediata n. 5-00125 Lupi: Sugli attacchi alla comunità dei cristiani in Nigeria.
TESTO DELLA RISPOSTA
La tutela e la promozione della libertà di religione o credo, nonché dei diritti degli appartenenti alle minoranze etniche e religiose rappresentano temi prioritari per questo Governo.
L'Italia, anche in coordinamento con i partner dell'Unione europea e in ambito Nazioni Unite, porta avanti numerose iniziative sul tema, al fine di mantenere alta l'attenzione della Comunità Internazionale sulla situazione delle minoranze religiose nel mondo, inclusi i cristiani, che costituiscono minoranza in molte delle attuali aree di crisi.
In Nigeria da anni si assiste a conflitti etnico-religiosi, che su un substrato di tensioni e conflitti endemici interni e regionali, presenza di gruppi terroristici o pulsioni indipendentiste, vede le comunità cristiane fra le principali vittime di episodi di estremismo violento.
Spesso non si tratta di una discriminazione nei confronti dei cristiani in quanto tali, quanto piuttosto di violenze da inquadrare nell'ambito dei conflitti ancestrali per il controllo delle risorse. All'acuirsi delle violenze ha inoltre contribuito il diffondersi del terrorismo estremista di matrice islamica riconducibile a Boko Haram, che dal 2009 affligge il nord-est della Nigeria.
La situazione della libertà di religione nel Paese e delle minoranze religiose, in particolare i cristiani, è pertanto costantemente monitorata da parte dell'Italia e dell'UE, che sostengono il Governo e le popolazioni locali nella lotta all'estremismo violento. Innanzitutto con forti prese di posizione politiche: a seguito di episodi di particolare violenza registrati lo scorso marzo la nostra Ambasciata, assieme alle altre Ambasciate UE ad Abuja, hanno svolto una azione coordinata per manifestare allarme per la recrudescenza degli scontri fra pastori e agricoltori, spronando il Governo del Presidente Buhari ad agire con maggior determinazione per promuovere un dialogo costruttivo e perseguire i responsabili.
Dal momento che tali episodi di violenza nei confronti delle comunità cristiane sono dovuti principalmente alla precarietà della situazione di sicurezza in alcune aree del Paese, l'Italia svolge da anni attività di formazione a favore di funzionari di sicurezza nigeriani. Si tratta di iniziative a cura dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e del Ministero della difesa, alcune delle quali finanziate dalla Farnesina, destinate a rafforzare le capacità della polizia, delle forze armate e di altri corpi dello Stato nigeriano in materia di contrasto al terrorismo e rafforzamento dell'ordine pubblico.
Inoltre, l'Italia è attiva sul fronte risposta all'emergenza umanitaria. Oltre che alleviare le sofferenze della popolazione, tali iniziative hanno per effetto anche di attenuare le tensioni tra gruppi etnici e religiosi nel Paese per il controllo delle risorse. A febbraio 2017, in occasione della Conferenza di Oslo dei donatori per Nigeria e la Regione del Lago Ciad, ha annunciato un contributo di 10 milioni di euro per il 2017, dei quali 3 sono già stati erogati per interventi ad impatto immediato realizzati da UNICEF e PAM nei settori della salute e della sicurezza alimentare in Nigeria. Inoltre, una quota dell'intervento di emergenza sul canale bilaterale a favore di rifugiati, sfollati interni, popolazioni di ritorno e comunità ospitanti del Lago Ciad (Nigeria, Niger, Ciad e Camerun) del valore di 6,6 milioni di euro è stata destinata alla Nigeria (1 milione di euro).
Desidero, infine, rassicurare l'On. Interrogante che l'Italia, anche in coordinamento con i partner UE, continuerà a promuovere sia in ambito bilaterale che multilaterale la libertà di religione o credo, opponendosi fortemente ad ogni forma di intolleranza, violenza e persecuzione religiosa.
ALLEGATO 7
Interrogazione a risposta immediata n. 5-00127 Delmastro Delle Vedove: Sul blocco navale presso le coste libiche.
TESTO DELLA RISPOSTA
Il Governo italiano è al fianco delle Autorità libiche nella complessa sfida migratoria, secondo un approccio integrato che combina sicurezza, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Nel corso della missione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione Internazionale Moavero Milanesi in Libia di sabato scorso è stata raccolta dalle più alte cariche istituzionali libiche la massima disponibilità a continuare a lavorare insieme per affrontare tale sfida comune.
I flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo centrale continuano a destare grave preoccupazione. Per contenere i flussi, salvaguardare vite umane e sottrarre i migranti alle reti dei trafficanti, assicurando la protezione internazionale a chi ne ha diritto, è necessario in primo luogo un cambio di passo da parte dell'UE e dei suoi Stati Membri, assicurando anzitutto un adeguato rifinanziamento del Fondo Fiduciario dell'UE di emergenza per l'Africa. È fondamentale inoltre rinnovare e ampliare le attività a sostegno alle capacità libiche, sia nella loro azione in mare nella zona Search and Rescue, sia, in prospettiva, per il controllo dei confini terrestri la nota fase 2, dell'operazione Sophia. Tra le iniziative di sostegno alle capacità libiche di gestione integrata delle frontiere e controllo dei flussi migratori, sono già state riconsegnate quattro motovedette classe «Bigliani» alla Guardia Costiera libica; ne abbiamo riconsegnate tre ad inizio anno, altre sono in via di restituzione, a completamento dei cicli di formazione. Recentemente, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un decreto-legge mirato a fornire ulteriore sostegno concreto, attraverso la fornitura di 12 ulteriori unità navali ad entrambe le componenti della Guardia Costiera libica.
Anche grazie agli interventi di capacity building sostenuti dall'Italia, la capacità di ricerca e soccorso della Guardia Costiera libica è aumentata significativamente. Nel 2017, assetti navali libici hanno effettuato oltre 20.000 salvataggi. Nell'anno in corso, sarebbero oltre 10.000 i migranti soccorsi dalla Guardia Costiera libica.
Molto importante e da richiamare è la dimensione europea del nostro impegno. Questi risultati sono stati raggiunti anche grazie all'azione della missione EUNAVFORMED Sophia, attraverso programmi di formazione che hanno portato fino ad oggi all'addestramento di oltre 200 ufficiali e marinai della Guardia Costiera libica.
Per alleviare le condizioni dei migranti presenti nei centri di detenzione, proteggere i rifugiati e operare rimpatri volontari assistiti dalla Libia verso i Paesi di origine, l'Italia sostiene, anche attraverso lo strumento del Fondo per l'Africa, le attività dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e dell'UNHCR. Lo strumento dei rimpatri volontari, che ha consentito il ritorno a casa dalla Libia in condizioni di dignità di circa 30.000 migranti dal 2017 ad oggi, riveste come è evidente grande importanza anche ai fini della riduzione dei flussi verso l'Italia, contribuendo a sottrarre ai trafficanti ed a ridurre il bacino dei migranti che intendono partire verso il nostro Paese.
In parallelo, il MAECI ha avviato una serie di iniziative per promuovere lo sviluppo economico delle comunità più colpite dal fenomeno migratorio e attività generatrici di reddito favorendo l'emergere di un diverso tipo di economia, fondata sulla legalità. Su iniziativa italiana, inoltre, lo scorso marzo la Commissione Europea ha varato un programma da 50 milioni di euro a favore di 24 municipalità libiche, a valere sul Fondo Fiduciario della Valletta.
Tutte le citate iniziative si inseriscono in un percorso volto alla progressiva responsabilizzazione dei nostri partner africani, anche attraverso un rafforzamento delle loro capacità di gestione dei flussi ed al fine di assicurare una migliore protezione ai migranti in transito sottraendoli all'arbitrio dei trafficanti.
In questo senso, il Governo sostiene l'opportunità di istituire, in via transitoria, dei «centri di protezione» dei migranti nei Paesi di transito per identificare chi ha diritto ad ottenere asilo il più vicino possibile ai luoghi di origine, aiutando gli altri migranti a fare ritorno a casa nel quadro di rimpatri volontari assistiti.
ALLEGATO 8
Interrogazione a risposta immediata n. 5-00128 Boldrini: Sull'impegno dell'Italia in tema di accordi di riammissione.
TESTO DELLA RISPOSTA
La complessità del fenomeno migratorio impone un approccio integrato, volto a uscire da una logica emergenziale e a riportare i flussi migratori in una dimensione regolare e ordinata, rispettando obblighi internazionali, diritti umani dei migranti e il diritto degli Stati di stabilire criteri per l'ammissione di stranieri sul proprio territorio.
In questa cornice, secondo quanto comunicato dal Ministero dell'interno, l'Italia ha accordi di riammissione in vigore a livello bilaterale, con i seguenti Paesi extra-UE: Algeria, Egitto, Filippine, Kosovo, Nigeria e Tunisia. Oggetto di tali accordi è l'impegno a riammettere su richiesta della controparte i propri cittadini (e talvolta i cittadini di Stati terzi), presenti irregolarmente sul territorio dell'altro Stato contraente, previa presentazione dei necessari documenti identificativi.
Con la Costa d'Avorio, la Gambia, il Senegal e il Sudan, il Ministero dell'interno ha concluso intese tecniche di cooperazione di polizia che comprendono la collaborazione in materia di identificazione dei migranti irregolari rintracciati sul territorio nazionale e di rimpatri.
A livello Europeo, l'UE ha accordi di riammissione in vigore con Albania, Armenia, Azerbaijan, Bosnia Erzegovina, Capo Verde, Macedonia del Nord, Georgia, Hong Kong, Macao, Moldova, Montenegro, Pakistan, Russia, Serbia, Sri Lanka, Turchia, Ucraina.
Con alcuni dei citati Paesi (Albania, Bosnia Erzegovina, Moldova, Montenegro, Russia, Serbia) il Ministero dell'interno ha già concluso appositi protocolli esecutivi. Tali protocolli regolano le procedure operative di esecuzione a livello bilaterale degli accordi di riammissione dell'Unione europea.
L'Unione europea ha inoltre concluso accordi sulle procedure operative standard (c.d. SOPs) in materia di identificazioni e rimpatri con Afghanistan, Bangladesh, Guinea e Gambia.
Il Governo sta infine valutando l'opportunità di stipulare nuovi accordi di riammissione con altri Paesi fonte di migrazione irregolare.
ALLEGATO 9
Interrogazione a risposta immediata n. 5-00129 Ehm: Sui rapporti con le autorità israeliane rispetto al progetto «Scuola di gomme».
TESTO DELLA RISPOSTA
Così come confermato dal Ministro Moavero nel corso dell'audizione programmatica di ieri, il Governo italiano, assieme ai partner dell'Unione Europea, segue con grande attenzione la questione delle demolizioni effettuate da parte israeliana in Cisgiordania, su cui frequenti sono le prese di posizione pubbliche delle missioni diplomatiche degli Stati Membri UE.
Per quanto concerne la specifica vicenda del villaggio beduino di Khan Al Ahmar e della Scuola di Gomme ivi situata, essa è stata, come noto, oggetto di numerose, mirate azioni da parte italiana fin dall'agosto 2016, quando le Autorità israeliane hanno informato di voler procedere «per ragioni amministrative» al suo smantellamento e al suo successivo trasferimento in altro sito. Tali azioni sono state condotte sia in via bilaterale che nell'ambito del rapporto UE-Israele.
Sul piano bilaterale, queste hanno interessato anche il livello politico. Nelle occasioni di incontro con le controparti israeliane, i vertici politici (Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio e Ministro degli esteri) hanno sottolineato la posizione italiana, contraria allo smantellamento di manufatti e infrastrutture sociali, educative e assistenziali realizzate dalla Cooperazione italiana in Cisgiordania a beneficio delle popolazioni locali; è stato altresì ribadito che il mantenimento di questa struttura rappresenta una priorità per l'Italia, non solo per la sua valenza umanitaria, ma anche per ragioni politiche e di rispetto della legalità internazionale.
A seguito di una recente sentenza della Corte Suprema israeliana, con cui è stata data autorizzazione alla demolizione del villaggio di Khan Al Ahmar, l'Ambasciatore italiano a Tel Aviv ha preso parte, a fine maggio, al passo del Rappresentante dell'Unione Europea presso il Ministero degli Esteri israeliano e, ad inizio luglio, ad un incontro assieme ai rappresentanti di Germania, Francia, Regno Unito e Spagna presso l'Ufficio del Primo Ministro Netanyahu. In entrambe le occasioni sono state ribadite la forte attenzione e la viva preoccupazione per il rischio di imminente demolizione del villaggio.
Parallelamente, il Console Generale d'Italia a Gerusalemme sta svolgendo una costante azione di monitoraggio della situazione e ad inizio luglio ha effettuato, in coordinamento con la comunità locale e assieme ad altri Capi Missione dell'Unione europea, un sopralluogo presso il villaggio.
A seguito della presentazione nei giorni scorsi di due appelli presentati dai legali della comunità beduina, in merito ai quali lo Stato israeliano è chiamato ad esprimersi in tempi ravvicinati, così come rimarcato dallo stesso Ministro Moavero nel corso dell'audizione di ieri, la Corte Suprema israeliana ha sospeso per alcuni giorni l'ordine di demolizione del villaggio.
Il Governo italiano, in stretto coordinamento con i principali partner europei e l'Unione europea, continuerà a prestare la massima attenzione al caso della Scuola di Gomme e a compiere tempestivamente ogni sforzo sul piano politico-diplomatico per scongiurare l'attuazione dell'ordine di demolizione, mantenendo la vicenda ben presente nell'agenda sia a livello bilaterale che nel contesto europeo.
ALLEGATO 10
Interrogazione a risposta immediata n. 5-00130 Quartapelle Procopio: Sulla partecipazione dell'Italia all'operazione Eunavformed Sophia.
TESTO DELLA RISPOSTA
Vorrei innanzitutto sottolineare come EUNAVFORMED Sophia abbia una rilevanza strategica fondamentale per l'Italia poiché uno dei suoi compiti più importanti, oltre al contrasto al contrabbando di armi e di petrolio in ottemperanza alle pertinenti Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ONU e alla disarticolazione del traffico di esseri umani (originario « core task» della missione), consiste nell'addestramento e nell'equipaggiamento della Guardia Costiera libica in materia di controllo delle frontiere marittime e di soccorso.
Quest'ultima funzione, divenuta di fatto il compito principale della missione, è cruciale proprio per il contributo che quelle autorità stanno fornendo nel soccorso dei migranti/naufraghi e nel loro successivo accompagnamento sul territorio libico.
Siamo consapevoli che il mancato rinnovo della missione riverserebbe l'onere di questa materia principalmente, se non esclusivamente, sull'Italia.
La questione del porto di sbarco dei migranti/naufraghi soccorsi dalle navi militari operanti nell'ambito di Operazioni dell'UE, così come confermato dal Ministro Moavero in occasione dell'audizione programmatica di ieri, è attualmente all'attenzione del Governo italiano. Così come evidenziato dallo stesso Ministro, non è infatti intenzione dell'Italia sfilarsi dalle missioni internazionali.
L'obiettivo è invece quello di fare chiarezza su un tema complesso anche a seguito delle modifiche intervenute dopo la scadenza del mandato di Triton e la successiva creazione della missione Themis.
Nello specifico dell'operazione Sophia, era stato infatti adottato il meccanismo relativo all'Operazione Triton, che prevedeva l'Italia come porto di sbarco delle persone salvate nella zona che dipendeva dal comando italiano. Triton è stata poi sostituita da Themis, nell'ambito della quale questo legame immediato con i porti italiani non è più espresso. Tuttavia il regime dell'operazione Sophia si basa ancora sui meccanismi di Triton ed è nostra intenzione, ed in questo senso vanno le più recenti prese di posizione del Governo italiano, sottoporre al competente comitato a livello UE, ovvero il Comitato Politico di Sicurezza, l'adeguamento del quadro operativo.
Lavorare nelle opportune sedi con i nostri partners per una revisione di alcuni aspetti delle missioni internazionali non significa pertanto mettere in discussione la nostra partecipazione alle stesse.
Così come sottolineato dal Presidente del Consiglio Conte, le regole delle missioni internazionali che seguono le navi impegnate nel Mediterraneo sul fronte migranti si possono e si debbono rivedere, perché così come sono attualmente formulate contraddicono il principio di un'Europa solidale, che l'Italia intende affermare anche in materia di immigrazione. In particolare, sempre secondo il Premier, alcuni aspetti dell'operazione internazionale Sophia andrebbero riformulati. Soprattutto per operare una redistribuzione dei migranti soccorsi in area Sar tra i vari paesi europei.
Peraltro, già nel luglio dello scorso, in occasione della revisione strategica del mandato operativo di EUNAVFORMED Sophia, l'Italia con una apposita dichiarazione unilaterale aveva manifestato le sue forti aspettative di aggiustamento, a tempo debito, delle regole contenute nel Piano Operativo di Sophia relativamente al porto di sbarco dei migranti/naufraghi soccorsi in mare, in accordo con la revisione del Piano operativo di Triton, ovvero in maniera indipendente qualora non fosse stato possibile giungere ad una revisione del Piano Operativo di Triton.
Si ritiene pertanto che sia ora giunto il tempo di affrontare questa questione e riesaminare le regole e le procedure inerenti il porto di sbarco dei migranti/naufraghi soccorsi dalle navi militari di EUNAVFORMED Sophia. Ciò anche in linea con i principi, poi fatti propri dal mandato di Themis, che ha sostituito Triton, di una più sostenibile condivisione degli oneri derivanti dal salvataggio delle persone in mare.
In ogni caso, l'Italia, come i suoi partners, non rigetta i principi fondamentali della salvaguardia della vita umana in mare e non intende sfilarsi dagli impegni internazionali né discostarsi dal quadro del diritto internazionale ed europeo.
ALLEGATO 11
Interrogazione a risposta immediata n. 5-00126 Fitzgerald Nissoli: Sulla convenzione di sicurezza sociale con gli Stati Uniti.
TESTO DELLA RISPOSTA
La questione sollevata dall'Onorevole Interrogante è all'attenzione del Governo, che conferma l'opportunità di adeguare l'Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti del 1973 ai profondi mutamenti intervenuti nella legislazione dei due Paesi e al mutato scenario migratorio.
In particolare, a livello tecnico sono state accolte le proposte di estendere le tutele previdenziali a categorie di lavoratori finora escluse, come dipendenti pubblici, e sono state effettuate le stime degli oneri aggiuntivi che potrebbero derivare dalla rinegoziazione dell'Accordo in parola.
La revisione dell'Accordo con gli Stati Uniti rientra tra quelli considerati prioritari, in considerazione della circostanza che esso assume una specifica rilevanza, non solo per migliorare il contesto operativo per gli operatori economici italiani negli Stati Uniti ma anche per eliminare la disparità di trattamento tuttora esistente tra i lavoratori del settore pubblico e di quello privato.
Il Ministero del lavoro ha già provveduto ad acquisire dall'INPS la stima degli oneri derivanti dall'ampliamento ai dipendenti pubblici del campo di applicazione personale della convenzione di cui trattasi. Nel frattempo, sono in corso di finalizzazione le intese amministrative di attuazione degli Accordi di Sicurezza Sociale ratificati nel corso del 2016 (Turchia, Israele, Canada e Giappone). Una volta concluse tali intese, sarà presa in esame la revisione di Accordi di Sicurezza Sociale con gli altri Paesi considerati dal Governo come prioritari a questo fine.
In conclusione, confermo la volontà del Governo di avviare al più presto il negoziato con gli Stati Uniti d'America, ma è evidente che non si può definire una tempistica certa per la conclusione del negoziato, trattandosi appunto di attività che, oltre ad essere subordinata al reperimento delle risorse necessarie, coinvolge anche le amministrazioni di un altro Stato.