CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 21 aprile 2022
783.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 75

SEDE REFERENTE

  Giovedì 21 aprile 2022. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 8.35.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica della Macedonia del Nord in materia di sicurezza sociale, fatto a Skopje il 25 luglio 2014.
C. 3538 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Gennaro MIGLIORE (IV), relatore, segnala che l'Accordo intende consolidare i rapporti tra i due Paesi per quanto riguarda la sicurezza sociale, sostituendo la precedente Convenzione tra la Repubblica italiana e la Repubblica popolare federale di Jugoslavia, firmata a Roma il 14 novembre 1957, ratificata ai sensi della legge n. 885 del 1960.
  Venendo sinteticamente ai contenuti dell'Intesa, che si compone di quarantotto articoli, segnala, in particolare, le previsioni di cui agli articoli 2, 9, 10, 18 e 25.
  In dettaglio, l'articolo 2 individua l'ambito di applicazione ratione materiae in Italia e nella Repubblica della Macedonia del Nord, sia in positivo, sia in negativo, e comprende la clausola di salvaguardia europea. Sottolinea che la disposizione determina le legislazioni che costituiranno oggetto di coordinamento: esse riguardano, in particolare, l'invalidità, la vecchiaia, le prestazioni ai superstiti, l'infortunio sul lavoro, la malattia professionale, l'indennità di malattia e le cure mediche, l'assicurazionePag. 76 contro la disoccupazione e le prestazioni familiari.
  L'articolo 9 garantisce l'esportabilità delle prestazioni a coloro che rientrano nell'ambito di applicazione soggettivo dell'Accordo.
  L'articolo 10 disciplina la possibilità di ammissione all'assicurazione volontaria, a condizione che essa sia prevista dalla legislazione di uno dei due Stati, il cumulo dei periodi assicurativi e i limiti di applicazione di questi istituti.
  L'articolo 18 prevede il caso in cui il lavoratore soddisfi le condizioni stabilite da uno Stato contraente per acquisire il diritto alle prestazioni senza ricorrere alla totalizzazione.
  L'articolo 19 disciplina le pensioni dovute secondo la legislazione di entrambi gli Stati contraenti attraverso la totalizzazione dei periodi.
  L'articolo 25 disciplina il diritto a beneficiare delle prestazioni in caso di malattia professionale qualora il lavoratore sia stato sottoposto al rischio in uno dei due Stati contraenti.
  Nell'auspicare una rapida approvazione del provvedimento, sottolinea come l'Accordo soddisfi l'esigenza di determinare il coordinamento tra le legislazioni di sicurezza sociale dei due Stati parti dell'Accordo per migliorare la condizione dei lavoratori che si spostano e delle loro famiglie.
  Coerentemente con il programma di Governo e con gli indirizzi da ultimo convintamente ribaditi dalla III Commissione in ordine all'integrazione dei Paesi dei Balcani Occidentali nell'UE, rileva che l'entrata in vigore dell'Accordo rientra sicuramente tra le priorità della proiezione internazionale del nostro Paese in quell'area, fungendo da potenziale impulso per l'incremento di investimenti diretti reciproci.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni del relatore.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, essendo concluso l'esame preliminare, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle ulteriori Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, con Allegato, fatto a Roma il 18 giugno 2021.
C. 3539 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Piero FASSINO, presidente, in sostituzione della relatrice Quartapelle Procopio, impossibilitata a partecipare alla seduta odierna, segnala che l'Accordo in esame, siglato il 18 giugno scorso, s'inserisce nel quadro degli interventi di politica estera con i Paesi dell'est europeo, con l'obiettivo di facilitare il flusso di informazioni e dati tra le istituzioni di sicurezza sociale ed assicurare l'esportabilità delle pensioni e delle rendite da infortunio e malattia professionale.
  Sottolinea che si tratta di un'intesa di particolare rilevanza in ragione della numerosa comunità moldava residente in Italia: sono oltre 120 mila, infatti, i cittadini moldavi che detengono un regolare permesso di soggiorno, cui si aggiungono altri 23 mila che hanno acquisito la cittadinanza italiana.
  Come evidenziato dalla relazione tecnica e dall'analisi tecnico-normativa che accompagna il provvedimento, l'Accordo – il cui campo di applicazione è limitato all'esportabilità delle pensioni – non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, consentendo alle autorità moldave di poter esportare in Italia le loro prestazioni pensionistiche.
  Evidenzia che per l'Italia non vi sarà alcun impatto sulla legislazione nazionale, in quanto le prestazioni pensionistiche e le rendite da infortunio sul lavoro e malattia Pag. 77professionale, ai sensi dell'ordinamento italiano, sono esportabili.
  Quanto ai contenuti dell'articolato, segnala che assume particolare rilievo l'articolo 2, che individua il campo di applicazione per materia dell'Accordo per ciascuna delle due Parti; l'articolo 3, che stabilisce che l'Accordo, conformemente alla legislazione dei due Paesi, si applica alle persone beneficiarie delle prestazioni, nonché ai loro familiari; l'articolo 4, che garantisce l'esportabilità – vale a dire del pagamento all'estero della prestazione – del trattamento pensionistico e delle rendite per infortunio o per malattia a coloro che rientrano nell'ambito di applicazione dell'Accordo. L'articolo 10, invece, tratta del pagamento delle prestazioni, prevedendo che le istituzioni di ogni Parte paghino le prestazioni direttamente agli aventi diritto che risiedono o dimorano nell'altro Stato, nella valuta del proprio Stato o, qualora tale valuta non sia convertibile, in altra valuta convertibile.
  Ribadisce, infine, che, secondo quanto riportato nella relazione tecnica allegata al disegno di legge, l'Accordo in esame non crea obblighi giuridici da cui derivino oneri finanziari a carico del bilancio dello Stato.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, anche alla luce della visita svolta di recente nella regione, esprime apprezzamento per la celerità con la quale la Commissione ha avviato l'esame del provvedimento in titolo, siglato nel giugno 2021.

  Laura BOLDRINI (PD) chiede chiarimenti sul concetto di esportabilità delle prestazioni previdenziali ed assicurative.

  Piero FASSINO, presidente, precisa che, in base a tale principio, ciascuna delle Parti si impegna ad erogare le prestazioni direttamente agli aventi diritto che risiedono o dimorano nell'altro Stato, nella valuta del proprio Stato o, qualora tale valuta non sia convertibile, in altra valuta convertibile.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, essendo concluso l'esame preliminare, avverte che si intende si sia rinunciato al termine per la presentazione degli emendamenti e che il provvedimento sarà trasmesso alle ulteriori Commissioni competenti per l'espressione dei pareri.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 8.45.

RISOLUZIONI

  Giovedì 21 aprile 2022. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 8.45.

7-00766 Boldrini: Sull'impegno dell'Italia a favore del disarmo nucleare.
(Seguito discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione, rinviata nella seduta del 21 dicembre 2021.

  Piero FASSINO, presidente, ricorda che nella precedente seduta la collega Boldrini ha illustrato il contenuto dell'atto di indirizzo e che la Commissione ha convenuto sulla opportunità di attendere gli esiti della decima Conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP), prevista per gennaio 2022 e poi rinviata all'agosto di quest'anno, prima di procedere alla deliberazione.
  Avverte, altresì, che la collega Boldrini ha predisposto una nuova formulazione della risoluzione, finalizzata a recepire alcune novità intervenute sulla materia.

  Laura BOLDRINI (PD) presenta un testo riformulato della risoluzione in titolo, di cui illustra le specifiche novità rispetto al testo iniziale (vedi allegato). Evidenzia, in particolare, con riferimento al quarto punto della premessa, la necessità di precisare che il trattato di non proliferazione è il principale pilastro dei percorsi di disarmo nucleare. Nel successivo punto della premessa segnala l'opportunità di dare conto Pag. 78del fatto che l'Italia è già impegnata a portare avanti il tema del disarmo nucleare. Con riferimento al sesto punto delle premesse è opportuno precisare che il TPNW è stato adottato da una Conferenza ad hoc delle Nazioni Unite e, quanto al settimo punto, è necessario dare conto del fatto che sono nel frattempo saliti a sessanta i Paesi che hanno ratificato il TPNW. Quanto alla nona premessa, è corretto precisare che il sondaggio non fa riferimento alla maggioranza della popolazione italiana ma ad una cerchia più ristretta di soggetti. Quanto al secondo punto della parte dispositiva, evidenzia la necessità di precisare che non possa esclusa in linea di principio la possibilità per l'Italia di aderire al TPNW.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si riserva di valutare le riformulazioni apportate al testo della risoluzione, ribadendo, tuttavia, che la posizione da sempre sostenuta dagli Esecutivi che si sono succeduti in Italia individua nel Trattato di non proliferazione nucleare (TPN) lo strumento principale per promuovere un disarmo effettivo e verificabile: questa è la ragione principale per cui il Governo ha ritenuto di non aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW), che rischia di creare un'istanza parallela, ma non convergente, tra i Paesi dotati e quelli non dotati di armi nucleari. Peraltro, suo avviso, l'attuale contesto di guerra in cui la Russia ha alluso, per ragioni propagandistiche, all'eventuale uso di testate nucleari, impone di assicurare la massima compattezza in ambito NATO: non a caso, Norvegia e Germania – due Paesi membri dell'Alleanza atlantica – hanno chiesto di partecipare solo come osservatori alla prima riunione degli Stati Parti del TPNW, avendo peraltro avanzato questa richiesta in un contesto geopolitico antecedente e ben diverso da quello presente.
  Ciò premesso, sottolinea che non vi sono visioni divergenti sulle premesse e sugli obiettivi di massima dell'atto di indirizzo ma che, al contempo, il Governo italiano non ha finora valutato il TPNW come uno strumento efficace per conseguire il risultato del disarmo nucleare.
  Conferma, pertanto, di riservarsi un ulteriore tempo di approfondimento per valutare le riformulazioni apportate al testo.

  Gennaro MIGLIORE (IV), sottoscrivendo la proposta di risoluzione in discussione, suggerisce di eliminare dalle premesse il riferimento agli esiti di un sondaggio on-line che, non avendo basi scientifiche, rischia di minare l'autorevolezza del testo, già di per sé dotato di argomenti assai forti. Pur comprendendo la posizione del Governo, auspica che il rappresentante del Governo possa arrivare ad esprimere un parere favorevole, valutando i contenuti costruttivi del nuovo testo. Evidenziando che non esiste alcuna contraddizione tra il Trattato di non proliferazione nucleare e il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, sollecita l'Esecutivo ad assumere un atteggiamento più ambizioso in tema di disarmo, proprio in considerazione delle minacce poste dal regime di Putin, la cui sottovalutazione da parte occidentale ha portato alla deflagrazione del conflitto in Ucraina. Occorre certamente mantenere solido il fronte dei Paesi NATO ma questo non significa dovere abdicare come Italia ad ambizioni sul tema del disarmo nucleare. Evidenziando che il TPN ha comunque fallito l'obiettivo di conseguire un disarmo generalizzato, ribadisce che la partecipazione in qualità di osservatori alla riunione degli Stati Parte non contrasterebbe con gli obblighi imposti dall'adesione all'Alleanza atlantica.

  Yana Chiara EHM (MISTO-M-PP-RCSE), ringraziando la collega Boldrini per l'iniziativa assunta e per gli aggiornamenti apportati al testo, da lei comunque sottoscritto fin dall'inizio, evidenziando l'esigenza di un approccio più coraggioso ed ambizioso da parte dell'Italia, in grado di stimolare una postura diversa anche da parte dei Paesi partner. A suo avviso, un ordine mondiale finalmente libero dagli armamenti nucleari è un obiettivo sì utopistico, ma non impossibile da realizzare. In tal senso, anche alla luce della imminenza della riunione riconvocata a Vienna nel prossimo mese di giugno, propone alla Pag. 79collega Boldrini e al Governo un rafforzamento della parte dispositiva, sopprimendo al secondo punto le parole «continuare a» e sostituendo al terzo punto le parole «a valutare la partecipazione» con le seguenti: «a prevedere la partecipazione».

  Laura BOLDRINI (PD), facendo presente al Governo che i negoziati in sede di Trattato di non proliferazione nucleare sono di fatto bloccati, come dimostra l'incapacità di approvare una dichiarazione congiunta in esito all'ultima Conferenza degli Stati Parti, ribadisce l'esigenza di un deciso passo in avanti verso la proibizione delle armi nucleari, obiettivo condiviso da una massiccia campagna di mobilitazione a livello globale. Insistendo che la partecipazione dell'Italia come osservatore alla prima riunione degli Stati Parti, prevista a giugno, non sarebbe in contraddizione con una prassi preesistente e sarebbe coerente con l'aspirazione alla pace, da sempre uno degli obiettivi prioritari della politica estera italiana, invita il Governo ad esprimere fin da ora una valutazione favorevole sul testo riformulato della risoluzione, anche in considerazione dell'imminenza della citata riunione e proprio alla luce dell'aggressione russa all'Ucraina. Proprio in ragione della opportunità di acquisire con celerità il parere favorevole dell'Esecutivo, ritiene opportuno non accogliere le proposte di riformulazione avanzate dalla collega Ehm, che peraltro condivide nella sostanza.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), intervenendo da remoto, sottoscrive la risoluzione in titolo, come riformulata.

  Paolo FORMENTINI (LEGA), in considerazione della delicatezza della materia trattata e degli obblighi del nostro Paese in sede di Alleanza atlantica, chiede alla Presidenza di attivarsi presso la Presidenza della Camera al fine di ottenere una riassegnazione dell'atto alle Commissioni riunite affari esteri e difesa. Ricordando che il Segretario Generale della NATO Stoltenberg ha più volte sottolineato la necessità che la Russia si convinca di non poter mai vincere una guerra nucleare, invita i colleghi a riflettere sul fatto che la dottrina della deterrenza nucleare ha garantito per decenni la pace, evitando un conflitto aperto tra le potenze dotate di armamenti nucleari.

  Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), intervenendo da remoto, evidenziando che un'adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari sarebbe del tutto incompatibile con gli impegni che il nostro Paese ha assunto in ambito NATO e costituirebbe una mera concessione ad un certo elettorato pacifista, ritiene tale scelta del tutto inadeguata rispetto alla situazione attuale, in cui il regime autocratico russo ha apertamente sfidato l'Occidente confidando nelle sue divisioni e incertezze successive al fallimento della missione in Afghanistan. A suo avviso, in questa fase occorre consolidare la coesione e la compattezza del fronte occidentale, evitando di creare motivi di contrasto quali una diversa valutazione rispetto al TPAN. Esprime pertanto dissenso sull'atto di indirizzo, con particolare riferimento al secondo punto della parte dispositiva.

  Laura BOLDRINI (PD) rammenta al rappresentante del Governo e ai colleghi Formentini e Delmastro Delle Vedove che l'avvicinamento ai contenuti del TPNW sarebbe limitato alle azioni di assistenza alle vittime e di risanamento ambientale, e dunque sarebbe perfettamente compatibile con il ruolo del nostro Paese nell'Alleanza atlantica.

  Il Sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, pur concordando sul fatto che il Trattato di non proliferazione nucleare si trova in una situazione di stallo, ricorda che esso è stato ratificato dalle principali potenze nucleari e resta, dunque, lo strumento principale per il disarmo, non essendo in alcun modo surrogabile dal Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Pertanto, l'Italia, pur non disponendo di un proprio arsenale atomico, deve tuttavia esercitare un ruolo di responsabilità e promuovere ogni tentativo per rilanciare i negoziati per la non proliferazione nucleare, che Pag. 80rappresenta peraltro un obiettivo storicamente sostenuto dal nostro Paese. Sottolinea che l'appuntamento di agosto è peraltro cruciale per valutare le posizioni dei Paesi nucleari.

  Gennaro MIGLIORE (IV) ribadendo che a suo avviso non esiste alcuna contraddizione tra i due Trattati e che l'adesione all'Accordo sulla proibizione delle armi nucleari riguarderebbe soltanto le misure di assistenza alle vittime e di risanamento ambientale, ritiene piuttosto opinabile che la dottrina della deterrenza abbia garantito la pace negli anni della Guerra Fredda: infatti, pur in assenza di scontri diretti tra le due superpotenze, si sono registrati molteplici conflitti su scala globale. Rammenta, peraltro, che il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari è stato uno dei fattori che hanno contribuito al crollo dell'Unione Sovietica. Se ne può desumere che l'avere insistito su questo strumento giuridico si sia rivelata una scelta premiante sul piano metodologico, e dunque da replicare con il Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

  Piero FASSINO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.15 alle 9.30.