CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 14 aprile 2022
780.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 14 aprile 2022.Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Intervengono il sottosegretario di Stato per la giustizia, Francesco Paolo Sisto, indi la sottosegretaria di Stato per la giustizia, Anna Macina.

  La seduta comincia alle 12.40.

Deleghe al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario e per l'adeguamento dell'ordinamento giudiziario militare, nonché disposizioni in materia ordinamentale, organizzativa e disciplinare, di eleggibilità e ricollocamento in ruolo dei magistrati e di costituzione e funzionamento del Consiglio superiore della magistratura.
C. 2681 Governo, C. 226 Ceccanti, C. 227 Ceccanti, C. 489 Zanettin, C. 976 Rossello, C. 989 Bartolozzi, C. 1156 Dadone, C. 1919 Colletti, C. 1977 Dadone, C. 2233 Pollastrini, C. 2517 Sisto, C. 2536 Zanettin, C. 2691 Costa e C. 3017 Costa.
(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 13 aprile 2022.

  Mario PERANTONI, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri delle Commissioni I e IV, mentre le Commissioni VI, VII, XI e la Commissione parlamentare per le questioni regionali hanno comunicato che non intendono esprimere il prescritto parere. Avverte, altresì, che la Commissione Bilancio si pronuncerà ai fini dell'esame direttamente in Assemblea.
  Avverte, infine, che i relatori hanno predisposto una proposta di correzione di forma (vedi allegato 1)

  Eugenio SAITTA (M5S), relatore, anche a nome del relatore Verini, illustra la proposta di correzione di forma.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A) chiede alla presidenza qualche istante al fine di Pag. 25verificare che la proposta di forma non rechi in realtà modifiche sostanziali del testo.

  La Commissione approva la proposta di correzione di forma predisposta dai relatori (vedi allegato 1).

  Andrea COLLETTI (MISTO-A) preannuncia il voto contrario sul provvedimento esaminato, a suo giudizio, in modo frettoloso al fine di celare situazioni di favore per magistrati più vicini al mondo politico, che hanno il potere di controllare le politiche legislative del Governo. Ritiene che la riforma in esame rafforzi il potere delle correnti rilevando come, dopo lo scandalo Palamara, sarebbero stati necessari ben altri interventi normativi. Evidenzia inoltre come con tale riforma si attribuisca maggiore potere anche ai partiti chiamati a nominare i propri rappresentanti al CSM, mentre i magistrati indipendenti che lavorano con serietà si troveranno in una situazione di concreta difficoltà.

  Cosimo Maria FERRI (IV) preannuncia il voto di astensione del suo gruppo, contestando il metodo adottato dal Governo nella gestione dell'esame parlamentare del provvedimento. Pur non volendo esprimere un giudizio negativo sul ruolo svolto dalla presidenza della Commissione, ritiene che in tale passaggio parlamentare delicato siano emerse dinamiche sbagliate all'interno della maggioranza. Evidenzia, altresì, l'assenza del Governo dal dibattito parlamentare, dal momento che molte proposte presentate anche dal suo gruppo sono rimaste inascoltate. Rivendica il ruolo svolto dal proprio gruppo che ha portato avanti il dibattito su grandi temi non affrontati da anni. Ritiene che il gruppo di Italia Viva abbia dato il suo contributo in modo responsabile anche votando alcuni degli emendamenti presentati dal Governo auspicando che si potesse davvero ridurre il peso delle correnti.
  In particolare ritiene che la scelta del sistema del sorteggio in realtà rafforzi la presenza delle correnti all'interno del CSM che troveranno comunque il modo di far sentire il proprio peso. Giudica quindi un errore non aver voluto scegliere un sistema di sorteggio maggiormente temperato. Nel rivendicare come il suo gruppo abbia voluto evidenziare alcune criticità in modo costruttivo, ritiene che anche sul tema delle incompatibilità dei magistrati non si siano adottate le scelte più opportune. Auspica al riguardo che nel dibattito in Assemblea il Governo possa modificare alcune posizioni su temi assai rilevanti.
  Nel confermare il voto di astensione ribadisce come il gruppo di Italia Viva abbia svolto un ruolo costruttivo al fine di giungere ad una vera riforma della giustizia che risulta però indebolita da numerose scelte di compromesso. Ritiene, più in generale, che la politica stia abdicando al proprio ruolo rinunciando a scelte più incisive ed innovative, anche se non necessariamente punitive, nei confronti della magistratura.

  Gianluca VINCI (FDI) esprime rammarico per il fatto che la riforma che la Commissione si accinge ad approvare rappresenti una occasione persa che non affronta alcuni nodi cruciali. Si tratta, a suo giudizio, di una riforma assai limitata che di fatto non cambia il contesto attuale e che certamente richiederà nuovi interventi normativi da parte del prossimo Governo che dovrà continuare ad occuparsi di magistratura. Preannuncia quindi il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia confermando la nomina della collega Varchi quale relatrice di minoranza e auspicando che si possano introdurre, durante l'esame in Assemblea, i necessari miglioramenti al testo.

  Mario PERANTONI, presidente, su richiesta di alcuni deputati, non ravvisando obiezioni, dispone l'attivazione del circuito chiuso.

  Alfredo BAZOLI (PD) preannuncia il voto convintamente favorevole del PD sul provvedimento in esame che rappresenta una buona riforma e un punto di equilibrio tra posizioni certamente distanti. Si tratta di un provvedimento che certamente fornisce alcune risposte agli appelli del PresidentePag. 26 della Repubblica anche a seguito del grave discredito che lo scandalo Palamara ha gettato sulla magistratura, creando un sentimento di profonda sfiducia.
  Riconosce come la riforma rappresenti necessariamente il risultato di una sintesi fra punti di vista certamente diversi. Con riferimento al sistema di elezione dei rappresentanti del CSM, ritiene che la scelta del sorteggio cosiddetto temperato sarebbe stata deleteria non solo perché incostituzionale ma perché avrebbe irrobustito l'elemento di sfiducia nei confronti della magistratura, le cui scelte sarebbero state rimesse al puro caso.
  Ritiene che il male della magistratura non sia rappresentato dalle correnti ma dal fenomeno deteriore di quelle correnti in grado di condizionare le decisioni del CSM. Su tale delicata questione ritiene siano stati introdotti criteri certi che possono contribuire a far emergere il merito e promuovere i magistrati migliori. Si tratta di una buona riforma che consente alla magistratura e al CSM di uscire dalle logiche correntizie ed auspica che l'accordo faticosamente raggiunto in Commissione possa reggere anche alla prova dell'esame in Assemblea.
  In tale contesto rivendica il ruolo svolto dal Partito democratico che ha responsabilmente contribuito a costruire un accordo anche rinunciando in alcuni casi alle proprie posizioni.

  Federico CONTE (LEU) osserva come la riforma in discussione ha certamente il merito di aver saputo resistere a due rischi: quello di normare la patologia e quello di una lettura delle norme influenzata da impostazioni dietrologiche.
  Ritiene, più in generale, che la scrittura delle norme debba essere finalizzata a regolare i processi e non puntare solo a risolvere fenomeni patologici.
  Osserva, inoltre, che un'ulteriore spinta avrebbe potuto essere quella di una riforma punitiva nei confronti della magistratura anche a seguito dei noti fenomeni di degenerazione. Esprime quindi soddisfazione per le soluzioni adottate rispetto alla questione delle cosiddette porte girevoli e alla questione relativa ai magistrati fuori ruolo di cui si è limitato il numero.
  Sul tema della valutazione dei magistrati, in particolare, ritiene che con gli strumenti previsti dalla riforma si possa valutare l'efficienza e le performance dei magistrati senza incorrere nel rischio di un'eccessiva burocratizzazione della magistratura. Riconosce come vi possano certamente essere ulteriori miglioramenti ma ritiene che importanti riflessioni a questo punto possono ritenersi avviate e che si siano assunte finalmente decisioni prima inimmaginabili.
  Riconosce che la Commissione Giustizia ha svolto certamente un lavoro faticoso con evidenti pressioni anche dall'esterno, ma ritiene che si sia avviato un percorso di cambiamento, certamente perfettibile, anche sul sistema elettorale. Si tratta di un cambio di direzione che si doveva al Paese e osserva come deve ritenersi altrettanto importante la scelta di aumentare il peso degli avvocati, scelta che certamente rappresenta un elemento di novità dal momento che anche gli avvocati potranno esprimere la propria valutazione sull'operato dei magistrati.

  Pierantonio ZANETTIN (FI) preannuncia il voto favorevole sul testo della riforma all'esame della Commissione che ha svolto un percorso lungo e faticoso caratterizzato da posizioni a volte molto distanti delle forze politiche. Ritiene che, nel complesso, la riforma rappresenti un risultato assai soddisfacente soprattutto su alcuni temi in discussione da tempo.
  In particolare ritiene che sulla separazione delle funzioni, che rappresenta una battaglia storica dell'avvocatura, si sia raggiunto un risultato eclatante prevedendo un unico passaggio dopo i primi dieci anni di carriera. Il fatto che si tratti di norme immediatamente applicabili che non impediscono lo svolgimento del referendum, è una circostanza importante di cui il gruppo di Forza Italia rivendica con orgoglio la paternità. Anche sulla questione delle cosiddette porte girevoli, questione che ha esposto l'Italia anche ad una procedura di infrazione, la riforma introduce una soluzione drastica che consente il superamento Pag. 27di un'anomalia italiana nel contesto europeo, determinando quindi, un risultato prima inimmaginabile.
  Sul tema della valutazione dei magistrati e del ruolo attribuito agli avvocati nei consigli giudiziari, ritiene che i magistrati non debbano temerne la valutazione e giudica le reazioni dell'Associazione Nazionale dei Magistrati come di altre associazioni davvero eccessive. Nel complesso ritiene che la Commissione Giustizia abbia raggiunto un soddisfacente risultato anche se su alcuni temi sarebbe stato preferibile individuare soluzioni diverse. Preannuncia quindi il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.

  Catello VITIELLO (IV) nel rivolgere un'attestazione di stima nei confronti dei colleghi che hanno contribuito ad animare il dibattito e di cui condivide molte posizioni, ritiene che la riforma che la Commissione si accinge ad approvare sia in realtà una riforma fatta di slogan e viziata da un afflato contro fenomeni patologici in un momento di difficoltà profonda per la magistratura.
  Si tratta certamente, da un certo punto di vista, di una riforma epocale che non è però stata affrontata per regolare la fisiologia dei fenomeni ma solo la loro manifestazione patologica. Ritiene che non bisogna demonizzare il ruolo delle correnti in quanto esiste certamente una magistratura associata che fa politica, diversa dalla degenerazione del fenomeno correntizio. Ribadisce il voto di astensione del suo gruppo ma ritiene che non sia stata raggiunta una mediazione verso l'alto che risolvesse molti dei nodi che purtroppo restano ancora insoluti. Osserva ad esempio che la scelta per un sistema di sorteggio temperato avrebbe potuto essere oggetto di una mediazione diversa, inserendo ad esempio l'elemento della territorialità anche al fine di ridurre il peso delle correnti che invece risulterà rafforzato. Sulla questione delle porte girevoli osserva come siano emersi vari strati della magistratura alcuni dei quali vengono tutelati maggiormente. Ricorda come il sottosegretario Sisto nel 2014 sia stato relatore di una importante proposta di legge di riforma della magistratura importante, purtroppo arenatasi in seconda lettura presso il Senato, che non mortificava la scelta di entrare in politica, per un determinato periodo, da parte dei magistrati. Evidenzia, altresì, che sulla questione dei magistrati fuori ruolo la mediazione raggiunta non rappresenta, a suo giudizio, una soluzione efficiente.
  Nel ricordare come la magistratura sia chiamata a svolgere una funzione fondamentale riconosciuta e tutelata, esprime rammarico per le scelte adottate in questa occasione assai diverse da quelle cui si era giunti nel 2014 e constata che dopo otto anni, purtroppo, è mutato l'orientamento su molte questioni. Conferma quindi il voto di astensione da parte del suo gruppo.

  Ingrid BISA (LEGA), nel preannunciare il voto favorevole della Lega sul conferimento del mandato ai relatori, richiamandosi alle considerazioni già svolte nel corso della nottata appena trascorsa, rileva alcune criticità con riguardo al sistema elettorale. A tale proposito rammenta che nella scorsa seduta il suo gruppo ha accettato la riformulazione avanzata dai relatori su un subemendamento riferito all'articolo 29, nonostante essa snaturasse lo spirito originario della proposta subemendativa. Fa presente pertanto come, anche in questa occasione, la Lega abbia manifestato il medesimo atteggiamento costruttivo dimostrato durante l'intero iter di un importante provvedimento, che introduce una riforma epocale. Evidenzia inoltre che il suo gruppo è rimasto fedele all'accordo raggiunto tra le forze di maggioranza in occasione dei diversi tavoli che si sono svolti prima di approdare all'esame delle proposte emendative e subemendative da parte della Commissione. Conferma in conclusione il voto favorevole del suo gruppo.

  Giusi BARTOLOZZI (MISTO) preannuncia che non voterà in senso favorevole al conferimento del mandato ai relatori, per ragioni di metodo e di merito.
  Quanto al primo aspetto, richiama in primo luogo le parole del collega Bazoli che, nel corso del suo intervento, ha fatto riferimento alle scelte del Governo che occorrePag. 28 rispettare e che al contrario a suo parere si sono tradotte in un nulla di fatto. Fa presente a tale proposito che invece si sarebbe dovuta cogliere l'occasione per affrontare la riforma che ci chiede il Paese, come ha fatto notare l'onorevole Vitiello, le cui parole sposa completamente. Nel rammentare quindi che l'originario testo del disegno di legge è stato presentato quasi due anni fa dall'allora Ministro Bonafede, dopo lo scandalo del cosiddetto affaire Palamara, evidenzia che in quell'occasione il Presidente della Repubblica avrebbe potuto decidere di sciogliere il Consiglio superiore della magistratura, invece di prendere atto della scelta di alcuni membri di dimettersi e soprattutto di quella di altri di rimanere nel CSM. Nel chiedersi se già allora si sarebbe potuto intervenire con un decreto-legge, cui il Governo ha fatto costantemente ricorso durante la legislatura, fa presente che a suo parere lo strumento della legge di delega non dovrebbe essere utilizzato su temi come quello in discussione o in materia penale, dal momento che ciò equivale ad esautorare il Parlamento dalle sue prerogative. Rammenta inoltre che è occorso quasi un anno e mezzo prima che la Ministra Cartabia proponesse i propri emendamenti al disegno di legge Bonafede e che, al contrario, ai deputati sono stati imposti termini inadeguati per la presentazione delle proposte subemendative, che oltretutto sono state significativamente ridotte nel numero attraverso il sistema della segnalazione. Fa notare infine che nel corso dell'esame il presidente si è trovato nella condizione di imporre una contrazione del dibattito che è andata a svantaggio della bontà del lavoro della Commissione. Con riguardo al merito, richiamando le considerazioni del presidente dell'Unione delle camere penali, Gian Domenico Caiazza, ritiene che la riforma si sia rivelata un bluff, nonostante le affermazioni di molti colleghi della maggioranza, secondo cui il provvedimento in esame rappresenterebbe comunque un importante risultato. Relativamente al tema della separazione delle carriere, ritiene che non si possa qualificare come un successo il fatto che si sia consentito un unico passaggio di funzione, rispetto ai quattro attualmente previsti. Nel far presente che, come tutti sanno, praticamente nessun magistrato fa ricorso alle quattro possibilità di passaggio previste dall'attuale normativa, manifesta soddisfazione per il fatto che l'approvazione delle proposte emendative e subemendative non infici lo svolgimento del referendum fissato per il prossimo 12 giugno.
  Quanto alla soluzione adottata per le cosiddette porte girevoli, ritiene che, oltre a rinnegare i principi costituzionali degli articoli 3 e 51 e ad operare una differenziazione tra i diversi ambiti della magistratura, si sia introdotta una ingiusta disparità di trattamento tra i magistrati che ricoprono cariche elettive e i magistrati che collaborano con il Governo in ruoli apicali. Ritiene che si tratti di un vero proprio affronto nei confronti di tutti coloro che hanno deciso di dare pubblicamente il loro contributo alla vita politica del Paese, privilegiando al contrario quanti lavorano in silenzio. Sottolinea che anche il sistema di valutazione, rispetto al quale il deputato Costa esprime grande soddisfazione, non presenti alcuna novità dal momento che l'idea originaria della proposta del collega è stata snaturata con l'approvazione di un subemendamento del Movimento 5 Stelle che prevede l'introduzione nel fascicolo del magistrato unicamente delle anomalie gravi, lasciando peraltro ampia discrezionalità con riguardo a cosa sia o meno qualificabile come grave anomalia. Aggiunge che anche la soluzione congegnata dalla senatrice Bongiorno al fine di correre ai ripari rispetto al sistema congegnato dal testo Bonafede e dai successivi emendamenti della Ministra Cartabia, non rappresenti in alcun modo un contrasto alle degenerazioni del correntismo. A tale proposito, nel richiamare il caso della mancata elezione del dottor Falcone al CSM in considerazione della estemporanea modifica delle regole, sottolinea come l'aggregazione dei distretti al fine di comporre i collegi elettorali finisca per favorire le correnti più forti all'interno della magistratura. Nel far presente che ci sarà tempo e modo in Assemblea di riproporre queste e altre problematiche, si dichiara avvilita per il fatto che si sia persa Pag. 29un'occasione per fare una buona riforma, considerato l'atteggiamento poco collaborativo del Governo e della maggioranza si sono chiusi a riccio rispetto alle considerazioni svolte in sede di dibattito. Richiamando le considerazioni della collega Varchi in merito al mercato degli emendamenti, fa presente che ogni forza di maggioranza può oggi rivendicare un suo personale risultato, che in realtà tale non è. A suo parere infatti il provvedimento in esame andrà a danno dei tanti magistrati onesti, che lavorano seriamente ogni giorno e che saranno preferiti nel conferimento degli incarichi o nell'accesso all'ufficio del massimario da chi è sostenuto dalle correnti della magistratura, e degli utenti del servizio giustizia che sono ancora più mortificati dalle soluzioni adottate. Da ultimo, richiamandosi alle considerazioni del collega Vitiello, stigmatizza la decisione di organizzare uno sciopero dei magistrati, sottolineando che è loro compito applicare le norme di legge senza farsi spaventare da una «pagellina».

  Valentina D'ORSO (M5S) fa presente preliminarmente che il testo che la Commissione si accinge a licenziare non rappresenta la riforma che il Movimento 5 Stelle si sarebbe augurato, sottolineando come il suo gruppo si rispecchi piuttosto nell'impostazione del testo Bonafede che coniugava l'esigenza di rinnovare il sistema e di contrastare la degenerazione delle correnti con i principi dell'indipendenza della magistratura. Fa presente tuttavia che la maturità politica raggiunta dal suo gruppo li ha indotti a comprendere che in un nuovo contesto politico, caratterizzato dalla compresenza nell'attuale maggioranza di forze con posizioni molto distanti fra loro, non si potesse pretendere che il testo Bonafede non venisse in alcun modo modificato. Rivendica pertanto il ruolo svolto dal Movimento, che ha fornito un importante contributo all'opera paziente di mediazione e che ha soprattutto fatto da argine ad alcune pericolose derive. Nel richiamare con soddisfazione i risultati ottenuti con il divieto assoluto di passaggio dalla magistratura all'attività politica nonché con la previsione di criteri meritocratici nel conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi, fa presente che restano comunque alcune criticità. Evidenzia a tale proposito che il Movimento 5 Stelle non ha votato favorevolmente sulla misura relativa al passaggio di funzioni non tanto perché per tradizione fortemente contrario alla separazione delle carriere, ma piuttosto perché la norma presenta alcuni aspetti critici che non sono stati tenuti in considerazione dai colleghi della maggioranza. Nel dichiararsi consapevole che il sistema elettorale non rappresenta la panacea di tutti i mali, evidenziando come il testo Bonafede garantisca un maggior contrasto al condizionamento delle correnti, ritiene che la soluzione adottata non sia completamento soddisfacente, dal momento che vede nel sorteggio dei collegi il rischio di una eterogenesi dei fini. In conclusione, tiene a precisare un concetto al quale aderiscono sicuramente tutti i colleghi, vale a dire che la riforma non è contro la magistratura ma semmai rappresenta il tentativo di fornire una risposta ai cittadini e soprattutto di restituire credibilità ai magistrati, che vivono una condizione momentanea di difficoltà. Nel preannunciare il voto favorevole del suo gruppo, in conclusione ribadisce che il Movimento 5 Stelle non si poteva sottrarre a fornire un contributo fattivo e vigile allo sforzo collettivo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire il mandato ai relatori, onorevoli Verini e Saitta, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame come risultante dalle proposte emendative e subemendative approvate. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Mario PERANTONI, presidente, nel rammentare che il gruppo di Fratelli d'Italia ha designato l'onorevole Varchi quale relatrice di minoranza per l'esame in Assemblea, avverte che la presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 13.50.

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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 14 aprile 2022. — Presidenza del presidente Mario PERANTONI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la giustizia, Anna Macina.

Documento di economia e finanza 2022.
Doc. LVII n. 5 e Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

  La seduta comincia alle 13.50.

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta di mercoledì 13 aprile 2022.

  Roberto CATALDI (M5S), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2) rilevando con soddisfazione che il DEF riconosce la validità del lavoro svolto dalla Commissione Giustizia, con particolare riguardo agli interventi volti a garantire l'efficientamento del sistema giudiziario. Nel rilevare che dagli anni novanta si tenta di mettere mano alle regole del processo e che finalmente si è realizzato un intervento ambizioso, fa presente a tale proposito che secondo le stime del DEF la riforma del sistema giudiziario contribuirà ad un aumento del PIL nel lungo periodo di 0,7 punti percentuali. Nel rammentare in particolare le importanti misure di semplificazione del processo civile, fa presente che gli obiettivi del Governo sono tra l'altro quelli di ridurre del 40 per cento la durata dei processi civili e di abbattere il 90 per cento dell'arretrato in sede civile. Pertanto, nel sottolineare che con il DEF è stata ricevuta una attestazione del buon lavoro svolto dalla Commissione, ribadisce che il suo è un parere convintamente favorevole.

  Andrea COLLETTI (MISTO-A) fa presente di aver ascoltato dal relatore Cataldi un parere fortemente positivo sul DEF e sugli importanti risultati che sarebbero raggiunti con una delega che, al momento, non è stata ancora esercitata. Considera il DEF un libro dei sogni soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, che vede tra l'altro in aggiunta alle altre criticità anche la prevedibile chiusura di molte aziende. Ritiene pertanto che non si possa non esprimere un parere contrario nei confronti di un simile libro dei sogni, apprezzando comunque lo sforzo immaginifico del collega Cataldi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 13.50.