SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 13 aprile 2022. — Presidenza della presidente Emanuela CORDA.
La seduta comincia alle 8.30.
Documento di economia e finanza 2022.
Doc. LVII, n. 5, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione della Camera e alla 5ª Commissione del Senato).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con una condizione).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Il deputato Antonio FEDERICO (M5S), relatore, ricorda che la Commissione è chiamata a esaminare, in sede consultiva, ai fini del parere alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il Documento di economia e finanza 2022 (Doc. LVII, n. 5 e Annesso e Allegati).
Inoltre, unitamente al DEF, il Governo presenta una Relazione al Parlamento (ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, Doc. LVII, n. 4 – Annesso) con la quale dà conto delle modifiche – su cui mi soffermerò più avanti – nel sentiero di rientro verso l'Obiettivo di Medio Termine (OMT) per i prossimi anni e richiede la necessaria autorizzazione alle Camere, che dovrà essere approvata a maggioranza assoluta.
Il DEF registra in primo luogo una crescita del PIL nel 2021 al 6,6 per cento superiore alle attese (la nota di aggiornamento al DEF, NADEF, di settembre 2021 prevedeva una crescita del 6 per cento). Anche i dati di finanza pubblica sono risultati nel 2021 migliori del previsto: il rapporto deficit/PIL è stato del 7,2 per cento invece che del 9,6 per cento previsto e il rapporto debito/PIL del 150,8 invece del 153,5 previsto. Il documento registra quindi un peggioramento del quadro macroeconomico in conseguenza dell'aumento dei prezzi energetici e del ritorno dell'inflazione già registrati alla fine dello scorso Pag. 329anno e quindi della guerra in Ucraina. Per questo motivo la crescita tendenziale – al netto cioè degli interventi di politica economica – del PIL nel 2022 è prevista al 2,9 per cento rispetto al 4,7 previsto dalla NADEF; la crescita del PIL tendenziale è poi prevista al 2,3 per cento nel 2023 (rispetto al 2,8 della NADEF) e all'1,8 per cento nel 2024 (rispetto al 1,9 per cento della NADEF). In termini programmatici (cioè considerando gli effetti degli interventi di politica economica) viene però fissato l'obiettivo di una crescita al 3,1 per cento nel 2022 (+0,2 per cento rispetto al tendenziale quindi), al 2,4 nel 2023 (+0,1 per cento rispetto al tendenziale) e all'1,8 per cento nel 2024 (pari al tendenziale). Si conferma quindi una politica economica espansiva per il 2022 e per il 2023. Il carattere espansivo della politica economica è confermato anche dagli obiettivi di finanza pubblica. Infatti il rapporto deficit/PIL tendenziale nel 2022 è previsto al 5,1 per cento, in discesa rispetto all'obiettivo previsto dalla NADEF del 5,6 per cento, ma in termini programmatici si conferma l'obiettivo del 5,6 per cento, creando pertanto spazio per una manovra espansiva di bilancio di mezzo punto di PIL. Il dato tendenziale del rapporto deficit/PIL è del 3,7 per cento nel 2023 e del 3,2 per cento nel 2024 ma anche per questi anni sono confermati gli obiettivi programmatici della NADEF (3,9 per cento nel 2023 e 3,3 per cento nel 2024) e si crea quindi uno spazio per una manovra espansiva di 0,2 punti di PIL nel 2023 e di 0,1 punti di PIL nel 2024. Gli obiettivi programmatici del rapporto debito/PIL sono del 147 per cento nel 2022 (a fronte del 146,8 tendenziale) del 145,2 per cento del 2023 (a fronte del 145 tendenziale) e del 143,4 per cento nel 2024 (a fronte del 143,2 tendenziale).
Nell'ambito di questa politica economica espansiva, il documento annuncia nell'immediato un nuovo decreto-legge per ripristinare alcuni fondi che erano stati utilizzati a copertura del decreto-legge n. 17 in materia energetica, integrare le risorse destinate a compensare l'aumento del costo delle opere pubbliche a causa dell'aumento dei prezzi energetici e delle materie prime e intervenire ancora per contenere il costo dei carburanti e dell'energia.
Il documento dichiara poi collegati alla manovra di bilancio alcuni provvedimenti connessi con le competenze della Commissione: in primo luogo il disegno di legge recante disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, terzo comma, della Costituzione; da segnalare anche il disegno di legge di revisione del testo unico dell'ordinamento degli enti locali, la «legge sulla montagna» e il disegno di legge recante disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle isole minori.
Nella parte del DEF relativa al programma nazionale di riforma si sottolinea anche l'importanza del coinvolgimento degli enti territoriali per l'attuazione del PNRR. Questo coinvolgimento è garantito in primo luogo attraverso il tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale che svolge una funzione consultiva e può segnalare alla cabina di regia ogni profilo ritenuto utile per la realizzazione del piano. Il documento sottolinea anche che circa il 36 per cento delle risorse del PNRR (66,4 miliardi di euro per quanto riguarda il PNRR in senso stretto, circa 80 miliardi se si considera anche il piano nazionale complementare) saranno affidate a regioni, province, comuni, città metropolitane o altre amministrazioni locali; in particolare, gli enti territoriali sono coinvolti in numerosi investimenti e progetti su asili nido, progetti di rigenerazione urbana, edilizia scolastica e ospedaliera, economia circolare, digitalizzazione della pubblica amministrazione, disabilità, servizi pubblici locali e turismo.
Sul DEF sono stati auditi dalle Commissioni bilancio di Senato e Camera i soggetti rappresentativi del sistema delle autonomie territoriali. In particolare, la Conferenza delle regioni e delle province autonome segnala l'impatto che avranno sui bilanci regionali l'assistenza ai profughi ucraini, l'aumento dei costi per gli investimenti di cui le regioni sono soggetti attuatori causato dall'aumento dei prezzi energetici e delle materie prime, l'aumento delle spese correnti per i rincari energetici anche per Pag. 330gli enti strumentali regionali, le aziende ospedaliere e sanitarie, le aziende di trasporto pubblico locale. La Conferenza delle regioni ribadisce anche la necessità di una leale collaborazione con il Governo per definire le priorità di utilizzo delle risorse del PNRR e di una gestione coordinata delle risorse del PNRR con quelle della programmazione UE 2021-2027. L'UPI sottolinea l'esigenza di un ristoro per le province a fronte delle maggiori spese derivanti dall'aumento dei prezzi energetici e delle materie prime, che avrà effetti gravi anche sull'attuazione del PNRR. Viene anche segnalata la necessità di incrementare il fondo per l'esercizio delle funzioni fondamentali di province e città metropolitane istituito durante l'emergenza pandemica. In proposito, segnala come queste istanze siano pienamente condivise dalla Commissione.
La Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel corso della sua audizione, è tornata a sottolineare anche, come già fatto nella scorsa sessione di bilancio, l'esigenza di una «istituzionalizzazione» della Conferenza. Come già osservato in quella occasione, si tratta di un tema che merita una riflessione apposita e approfondita, nel quadro di un nuovo complessivo disegno della concertazione tra i diversi livelli di governo territoriale.
Il deputato Roberto PELLA (FI) rileva la necessità di fare riferimento nella proposta di parere anche alle istanze avanzate dall'ANCI, in particolare con riferimento alla necessità di incrementare anche gli stanziamenti necessari per l'esercizio delle funzioni fondamentali anche dei comuni.
Il deputato Antonio FEDERICO (M5S), relatore, segnala che non risulta ancora pervenuta la memoria relativa all'audizione dell'ANCI svoltasi ieri; per questo non ha potuto fare riferimento nella sua relazione alle posizioni dell'associazione. Non ha comunque difficoltà a recepire l'indicazione del collega Pella. Formula quindi una proposta di parere favorevole con una condizione (vedi allegato 1).
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
Disciplina dell'ippicoltura e delega al Governo per l'adozione di disposizioni volte allo sviluppo del settore.
Nuovo testo C. 2531.
(Parere alla XIII Commissione della Camera).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento.
Il deputato Flavio GASTALDI (LEGA), relatore, nell'illustrare brevemente il contenuto del provvedimento, rileva come questo, pur attenendo all'ippicoltura, ne reca la disciplina ai fini civilistici, fiscali e previdenziali ed appare pertanto riconducibile alle materie di esclusiva competenza statale sistema tributario dello Stato, previdenza sociale e ordinamento civile (articolo 117, secondo comma, lettere e), l), o) della Costituzione).
In particolare, l'articolo 1 definisce cosa debba intendersi per ippicoltura. Più nel dettaglio, si intende tale l'attività che interessa tutti gli equidi e che riguarda la riproduzione, la gestazione, la nascita e lo svezzamento svolte in forma imprenditoriale. Tali attività sono considerate agricole ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile e ad esse si applicano le disposizioni fiscali e previdenziali vigenti previste per il settore agricolo. Inoltre, sono considerate connesse all'attività agricola le seguenti attività: esercizio e gestione di stazioni di fecondazione, l'assistenza e la gestione della produzione del seme; la doma, l'addestramento, l'allenamento, la custodia e il ricovero dei cavalli; la valorizzazione e la promozione delle razze, autoctone e non autoctone; la gestione e il mantenimento degli equidi, anche qualora siano di proprietà di soggetti terzi non allevatori, a prescindere dall'età degli stessi equidi; la promozione delle tecniche di ippicoltura, tirocini e attività formative in collaborazione con istituti scolastici e allevamenti e le cliniche veterinarie; la promozione e l'insegnamento delle attività di mascalcia.
Alla cessione e vendita degli equidi si applica l'IVA al 10 per cento.Pag. 331
Gli operai assunti a tempo indeterminato o determinato dalle imprese che esercitano attività di ippicoltura sono considerati, ai fini previdenziali, lavoratori agricoli dipendenti.
Infine, si fa divieto di destinare alla filiera alimentare gli equidi impiegati a scopo sociale o terapeutico.
L'articolo 2 prevede la clausola di salvaguardia, stabilendo che le disposizioni della presente proposta di legge sono appplicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle province autonome di Trento e Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3.
L'articolo 3 prevede la clausola di copertura finanziaria per gli oneri derivanti dall'articolo 1 pari a 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2021.
Il provvedimento non appare quindi presentare profili problematici per quello che attiene all'ambito di competenza della Commissione.
Formula quindi una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).
La Commissione approva la proposta di parere del relatore.
La seduta termina alle 8.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 13 aprile 2022.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 8.50 alle 8.55.