CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 aprile 2022
779.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 199

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 13 aprile 2022. — Presidenza della presidente Vittoria CASA. – Interviene la sottosegretaria di stato per la cultura Lucia Borgonzoni.

  La seduta comincia alle 14.35.

Proposta di nomina dell'avvocato Licia Mattioli a presidente della Fondazione Ordine Mauriziano.
Nomina n. 110.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina all'ordine del giorno.

  Cristina PATELLI (LEGA), relatrice, riferisce che la Commissione cultura è chiamata ad esprimere il parere al Governo sulla nomina del Presidente della Fondazione Ordine Mauriziano.
  Ricorda che l'Ordine Mauriziano è un'antichissima istituzione di assistenza e beneficenza, nata nel 1573, per volere di Emanuele Filiberto duca di Savoia, dalla fusione dell'Ordine Cavalleresco e Religioso di san Maurizio con l'Ordine per l'assistenza ai lebbrosi di san Lazzaro. Il suo attuale inquadramento normativo si fonda nella XIV delle disposizioni transitorie e finali della Costituzione, che recita «l'Ordine Mauriziano è conservato come ordine ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge». La legge n. 1596 del 1962 ha Pag. 200dato per prima attuazione al disposto costituzionale, riconoscendo all'Ordine personalità giuridica di diritto pubblico.
  Precisa che il quadro normativo di riferimento è costituito dal decreto-legge n. 277 del 2004, che ha riformato l'assetto dell'Ordine Mauriziano, istituendo un nuovo soggetto denominato Fondazione Ordine Mauriziano (FOM), con sede a Torino, che è subentrato al precedente Ente Ordine Mauriziano (EOM). La trasformazione dell'ente pubblico in fondazione e la connessa riforma ordinamentale servivano a permettere di gestire il grave dissesto finanziario dell'ente. Ai sensi della normativa citata, la Fondazione ha lo scopo di gestire il patrimonio e i beni dell'Ordine, di operare per il risanamento del dissesto finanziario, anche mediante la dismissione di beni, e di conservare il patrimonio culturale di sua proprietà. Nel 2006, sempre in base al decreto-legge citato, è stato adottato con apposito decreto ministeriale lo Statuto della Fondazione. In seguito, con il decreto-legge n. 159 del 2007 è stato disposto il commissariamento della Fondazione ed è stata dettata una disciplina speciale per la gestione del dissesto finanziario. Il ripianamento del dissesto è stato conseguito nel 2013. Nello stesso anno la gestione commissariale è stata rinnovata per la fase transitoria in vista del passaggio dell'Ordine alla gestione ordinaria, con un nuovo assetto finanziario e patrimoniale. La nuova fase commissariale ha avuto il compito specifico di preparare un nuovo Statuto da sottoporre al Governo, oltre a quello di intraprendere le iniziative utili a ricondurre l'Ordine alla gestione ordinaria, in vista della ricostituzione degli organi ordinari. In esito a tale attività, con decreto ministeriale del 16 aprile 2018, è stato adottato il nuovo Statuto della Fondazione. Esaurita la fase di dissesto finanziario, resta ora affidato alla Fondazione l'adempimento dello scopo istitutivo di conservazione e valorizzazione del Patrimonio Culturale Mauriziano, che annovera la Palazzina di Caccia di Stupinigi (inclusi la biblioteca e gli archivi storici), l'Abbazia di Santa Maria di Staffarda, la Precettoria di Sant'Antonio di Ranverso, l'Archivio Storico dell'Ordine, la Basilica Mauriziana di Torino, nonché altri monumenti e luoghi di culto e componenti immateriali di preservazione della memoria. In particolare, l'Archivio Storico dell'Ordine è divenuto, per mole documentaria, il secondo per importanza dopo l'Archivio di Stato di Torino.
  Aggiunge che, ai sensi dell'articolo 6 dello Statuto, sono organi della Fondazione il Presidente, il Consiglio di amministrazione, il Consiglio di indirizzo scientifico, il Collegio dei revisori dei conti. I componenti degli organi durano in carica quattro anni. Ai sensi dell'articolo 7, il Presidente è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri tra soggetti che abbiano maturato conoscenze in organi amministrativi e gestionali e siano in possesso di comprovata competenza ed esperienza negli ambiti della conservazione e valorizzazione degli istituti e luoghi della cultura.
  Riferisce che il 30 marzo scorso, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha comunicato che la proposta del Governo è di nominare a presidente della suddetta Fondazione l'avv. Licia Mattioli. L'atto è stato assegnato alla Commissione il 5 aprile. Precisa che la proposta di nomina è giunta con un anno circa di anticipo rispetto alla scadenza del mandato del Presidente a seguito delle dimissioni del Prof. Angelo Miglietta, rassegnate in data 27 luglio 2021.
  Per quanto concerne la figura professionale dell'avv. Licia Mattioli, proposta per la nomina, rimanda al curriculum trasmesso dal Governo per ogni approfondimento in merito al suo profilo professionale.
  Propone quindi di esprimere un parere favorevole.

  Vittoria CASA, presidente, non essendoci richieste di intervento, avverte che si passa alla votazione. Dopo aver comunicato che il deputato Valente è in missione, ricorda che la votazione avviene per appello nominale con registrazione del nome dei partecipanti al voto. Avverte inoltre che la votazione avrà luogo a scrutinio segreto mediante il sistema delle palline bianche e nere e che, ai fini della validità della votazione è necessario che sia presente la maggioranza dei componenti la Commissione. Precisa Pag. 201che è in votazione la proposta di esprimere parere favorevole sulla nomina.

  La Commissione procede alla votazione a scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole della relatrice.

  Vittoria CASA, presidente, comunica il risultato della votazione:

   Presenti... 26
   Votanti... 26
   Astenuti... 0
   Maggioranza... 14
   Hanno votato ... 26
   Hanno votato no... 0

  (La Commissione approva).

  Vittoria CASA, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

  Hanno preso parte alla votazione i deputati: Acunzo, Anzaldi, Aprea, Bella, Belotti, Carbonaro, Casa, Casciello, De Angelis, Del Sesto, Di Giorgi, Frassinetti, Lattanzio, Mariani, Melicchio, Mollicone, Nitti, Patelli, Piccoli Nardelli, Prestipino, Racchella, Rossi, Spadafora, Toccalini, Tuzi e Vacca.

  La seduta termina alle 14.55.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 13 aprile 2022. — Presidenza della presidente Vittoria CASA, indi della vicepresidente Paola Frassinetti. Interviene la sottosegretaria di Stato per la cultura Lucia Borgonzoni.

  La seduta comincia alle 14.55.

7-00803 Frassinetti: Sul Santuario di San Francesco di Paola.
(Seguito della discussione e approvazione della risoluzione 8-00163).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione rinviata nella seduta del 6 aprile scorso.

  Paola FRASSINETTI (FDI), accogliendo una richiesta formulata nella seduta del 6 aprile scorso dal deputato Furgiuele, propone una modifica del testo della risoluzione presentata al fine di inserire tra gli impegni anche quello di valutare l'opportunità di collegare agli interventi previsti per il Santuario di Paola, anche interventi sugli antichi conventi di Paterno, Corigliano-Rossano e Sambiase. Sottolinea che, in ogni caso, le prime risorse stanziate dovranno essere destinate, prioritariamente, al Santuario di San Francesco di Paola.

  La Commissione approva la risoluzione come riformulata (vedi allegato 1).

7-00818 Belotti: Iniziative a favore delle bande musicali.
(Seguito della discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione rinviato nella seduta del 6 aprile scorso.

  La Sottosegretaria Lucia BORGONZONI, premesso di essere personalmente favorevole alla risoluzione in esame, fermo restando che l'impegno oggetto della risoluzione in argomento implica valutazioni di opportunità rimesse all'Autorità politica e di Governo, sentiti gli Uffici dell'Amministrazione finanziaria, richiamando il quadro normativo di riferimento, ricorda che la legge 16 dicembre 1991, n. 398, e le disposizioni ad essa correlate contenute nell'articolo 9 del DPR 30 dicembre 1999, n. 544, recano un particolare regime fiscale di favore, consistente nella forfetizzazione del reddito imponibile e dell'IVA, applicabile alle associazioni e società sportive dilettantistiche senza fini di lucro ed esteso, in forza di specifiche disposizioni, anche ad altri soggetti. In particolare, attualmente, l'articolo 2, comma 31, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, stabilisce che: «le disposizioni della legge 16 dicembre 1991, n. 398, e successive modificazioni,Pag. 202 e le altre disposizioni tributarie riguardanti le associazioni sportive dilettantistiche si applicano anche alle associazioni bandistiche e cori amatoriali, filodrammatiche, di musica e danza popolare legalmente costituite senza fini di lucro». L'articolo 9-bis del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 1992, n. 66, prevede che: «alle associazioni senza fini di lucro e alle associazioni pro-loco si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui alla legge 16 dicembre 1991, n. 398». Il Codice del Terzo settore (CTS), di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, reca altresì alcune disposizioni modificative dell'ambito soggettivo di applicazione del regime agevolativo di cui alla legge n. 398 del 1991. In particolare, il Codice del Terzo settore, in relazione al regime di cui alla legge n. 398 del 1991, prevede, da un lato, la disapplicazione di detto regime per gli enti del Terzo settore e, dall'altro, l'abrogazione delle norme che attualmente estendono l'applicazione del regime di cui alla legge n. 398 del 1991, rispettivamente, alle associazioni senza fini di lucro e alle associazioni pro-loco ed alle associazioni bandistiche e cori amatoriali, filodrammatiche, di musica e danza popolare legalmente costituite senza fini di lucro (articolo 102, comma 2, lettere e) ed f) del CTS, che ha previsto l'abrogazione dell'articolo 9-bis del decreto-legge 30 dicembre 1991, n. 417, e dell'articolo 2, comma 31, della legge 24 dicembre 2003, n. 350).
  Tanto premesso deve evidenziare che le predette modifiche all'ambito soggettivo di applicabilità del regime agevolativo di cui alla legge n. 398 del 1991 troveranno applicazione a decorrere dal termine previsto dall'articolo 104, comma 2, del Codice del Terzo settore, vale a dire a decorrere dal periodo d'imposta successivo all'autorizzazione delle Commissione europea, prevista per talune disposizioni fiscali del medesimo Codice (essendo l'altra condizione, quella dell'operatività del Registro unico nazionale del Terzo settore, già realizzata).
  Pertanto, sino al termine di cui al citato articolo 104, comma 2, del CTS, l'ambito soggettivo di applicazione del regime di favore di cui alla legge n. 398 del 1991 resta invariato. Successivamente a tale termine, il regime di cui alla legge n. 398 del 1991, non potrà più trovare applicazione in favore delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche senza fini di lucro che sceglieranno di assumere la qualifica di enti del Terzo settore, iscrivendosi nel Registro unico nazionale del Terzo settore; non potrà più trovare applicazione, a prescindere dall'iscrizione o meno nel Registro unico nazionale del Terzo settore, per le associazioni senza fini di lucro e le associazioni pro-loco, nonché per le associazioni bandistiche e cori amatoriali, filodrammatiche, di musica e danza popolare legalmente costituite senza fini di lucro; continuerà a trovare applicazione per le associazioni e le società sportive dilettantistiche senza fini di lucro che non assumeranno la qualifica di enti del Terzo settore.
  Tali previsioni, che intervengono sull'ambito soggettivo di applicazione del regime di favore di cui alla legge n. 398 del 1991, si giustificano in ragione del fatto che la riforma del Terzo settore ha previsto per gli enti che si iscriveranno nel Registro unico nazionale del Terzo settore l'applicazione di specifiche disposizioni tributarie di favore che sostituiranno quelle attualmente vigenti.
  Alla luce di quanto esposto, fa presente che l'impegno oggetto della risoluzione in argomento sembrerebbe porsi in contrasto con la ratio delle disposizioni del Codice del Terzo settore e, in particolare, con quelle sopra esaminate che intervengono sull'ambito soggettivo di applicazione del regime di favore di cui alla legge n. 398 del 1991. In altri termini, l'iniziativa normativa sottesa all'impegno contenuto nella risoluzione di cui trattasi appare suscettibile di alterare la coerenza sistematica delle disposizioni normative di riforma del Terzo settore, che hanno previsto il riordino e la revisione organica della disciplina speciale e delle altre disposizioni vigenti, relative agli enti del Terzo settore, compresa la disciplina tributaria applicabile a tali enti, per i quali sono state introdotte, come sopra accennato, specifiche e nuove disposizioniPag. 203 tributarie di favore in caso di iscrizione nel Registro Unico nazionale del Terzo settore.

  Daniele BELOTTI (LEGA), ritenuto prevedibile il parere contrario del MEF, sottolinea che le bande, con l'applicazione del regime del terzo settore, non hanno futuro. È dell'avviso che sarebbe opportuno un rinvio dell'esame per cercare un'interlocuzione con il Ministero dell'economia, altrimenti moltissime bande, specialmente quelle più piccole, saranno costrette a chiudere. Evidenzia che non si tratta di un problema marginale perché le bande, in Italia, sono circa 5000. Ricordato che anche il presidente delle Acli ha denunciato in un articolo sulla stampa la riforma del terzo settore, che invece di semplificare gli adempimenti ha comportato molti problemi, evidenzia che le bande hanno entrate molto limitate: per i due terzi inferiori a 5000 euro. Comunica, quindi, la propria disponibilità a un rinvio dell'esame; tuttavia, qualora l'interlocuzione con il Ministero dell'economia si rivelasse infruttuosa, chiederà di procedere comunque alla votazione della risoluzione.

  Alessandra CARBONARO (M5S), ricordate le diverse occasioni in cui è intervenuta in favore delle bande, anche presentando emendamenti in occasione dell'esame dei disegni di legge di bilancio, ritiene necessario lo sforzo di tutti per sostenere un settore così importante per i territori.

  La Sottosegretaria Lucia BORGONZONI, dopo aver ringraziato la Commissione per la sensibilità dimostrata sul tema, concorda sulla scelta di avviare un'interlocuzione con il Mef, ritenendo utile prendersi del tempo per cercare di superare le criticità che reputa risolvibili.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD) concorda con il deputato Belotti. Dopo aver sottolineato la condivisione di intenti sulla risoluzione che affronta un problema gravissimo che va risolto, si dichiara d'accordo sul rinvio dell'esame ed eventualmente sul voto.

  Federico MOLLICONE (FDI), dopo aver ricordato che le bande svolgono un ruolo fondamentale nell'educazione musicale di base e rappresentano l'identità dei territori, si dice dispiaciuto per le algide osservazioni del Mef che, invece di avere una visione della questione, sembra non voler dare sostegno alla musica popolare. Invita quindi la sottosegretaria a farsi portavoce presso il Ministero dell'economia perché riveda la sua posizione.

  Michele ANZALDI (IV), riferisce che anche il Gruppo di Italia viva è d'accordo a rinviare per tentare un'interlocuzione necessaria. Ricorda, tuttavia, che si tratta dell'ennesimo rinvio e, sottolineando che tutta la Commissione, all'unanimità, sostiene questa istanza, reputa doveroso che il Governo ne tenga conto.

  Luigi CASCIELLO (FI) sottolinea che autorevolissime figure del mondo della musica, a iniziare dal maestro Riccardo Muti, considerano le bande importanti realtà aggregative che svolgono anche un ruolo educativo, favorendo il primo approccio alla musica. Si associa a quanto detto dal collega Anzaldi e insiste affinché il Governo prenda in considerazione la posizione unanime della Commissione cultura.

  Daniele BELOTTI (LEGA) propone che si organizzi quanto prima un incontro con i rappresentanti del Ministero dell'economia.

  Paola FRASSINETTI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.10.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 13 aprile 2022. — Presidenza della vicepresidente Paola FRASSINETTI. Interviene la sottosegretaria di Stato per la cultura Lucia Borgonzoni.

  La seduta comincia alle 15.10.

Pag. 204

Documento di economia e finanza 2022.
Doc. LVII, n. 5, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessandra CARBONARO (M5S), relatrice, rappresenta che la Commissione è chiamata ad esprimere, alla V Commissione Bilancio, il parere, per gli aspetti di propria competenza, sul Documento di economia e finanza 2022 (Doc. LVII, n. 5) e sulla annessa Relazione presentata dal Governo ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 24 dicembre 2012, n. 243.
  Ricorda preliminarmente che, sulla base del calendario previsto nell'ambito del Semestre europeo, la legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità pubblica) dispone che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF. Sulla base dei contenuti del DEF, la Commissione elabora le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati.
  Aggiunge che il DEF è il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio: esso traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo (PSC).Il DEF è articolato in tre sezioni: la Sezione I contiene il Programma di stabilità dell'Italia; la Sezione II il documento su Analisi e tendenze della finanza pubblica; la Sezione III il Programma Nazionale di Riforma (PNR).
  Ricorda che il DEF viene trasmesso alle Camere affinché si esprimano sugli obiettivi e sulle conseguenti strategie di politica economica in esso indicati. Dopo il passaggio parlamentare, il Programma di Stabilità e il Programma nazionale di riforma sono inviati al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea.
  A completamento della manovra di bilancio 2023-2025, il Governo dichiara collegati alla decisione di bilancio i seguenti disegni di legge:

   DDL «Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata di cui all'articolo 116, comma 3, della Costituzione»;

   DDL di revisione del Testo unico dell'ordinamento degli enti locali;

   DDL delega riforma fiscale;

   DDL delega riforma giustizia tributaria;

   DDL riordino settore dei giochi;

   DDL «su revisione organica degli incentivi alle imprese e potenziamento, razionalizzazione, semplificazione del sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno»;

   DDL su disposizioni per lo sviluppo delle filiere e per favorire l'aggregazione tra imprese;

   DDL di revisione del decreto legislativo 10 febbraio 2010, n. 33 (codice della proprietà industriale);

   DDL per l'aggiornamento e il riordino della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;

   DDL «Delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo», AS 2318;

   DDL recante misure di attuazione del Patto per la salute 2019-2021 e per il potenziamento dell'assistenza territoriale;

Pag. 205

   DDL «delega recante principi e criteri direttivi per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico di diritto pubblico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288»;

   DDL «Delega al Governo per il coordinamento e il graduale aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili nonché misure per la promozione dell'autonomia e dell'emancipazione dei giovani»;

   DDL di delega per la riforma del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 («Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera i), della legge 7 marzo 2003, n. 38»);

   DDL «Sistema degli interventi a favore degli anziani non autosufficienti»;

   DDL «Legge sulla montagna»;

   DDL «Valorizzazione del sistema della formazione superiore e della ricerca»;

   DDL «Legge annuale sulla concorrenza 2021»;

   DDL di adeguamento delle pensioni di invalidità;

   DDL recante disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle isole minori.

  Al DEF 2022 sono inoltre allegati i seguenti documenti, secondo quanto previsto dalla normativa vigente: il documento sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome; il rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità; la relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip.
  Per quanto attiene ai contenuti del DEF 2022, le sezioni dedicate agli andamenti di finanza pubblica analizzano, innanzitutto, i dati di consuntivo 2021. Al riguardo, si denota che l'indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni nel 2021 è stato pari, in valore assoluto, a 128,3 miliardi, corrispondente al 7,2 per cento del Pil. Ciò evidenzia un miglioramento sia rispetto all'anno 2020 (esercizio nel quale l'indebitamento netto è, infatti, risultato pari a 159 miliardi, corrispondente al 9,6 per cento del Pil), sia rispetto all'obiettivo programmatico per il 2021, che prevedeva un indebitamento netto pari al 9,4 per cento del PIL. Hanno concorso a tale risultato, da un lato, l'aumento del gettito fiscale sostenuto dalla ripresa economica, dall'altro, l'andamento contenuto della spesa primaria corrente, in conseguenza anche ad un minor tiraggio delle misure discrezionali adottate per mitigare l'impatto della crisi pandemica.
  Quanto alle previsioni tendenziali per il periodo 2022-2025, il conto economico esposto dal DEF evidenzia per il 2022 un indebitamento netto pari al 5,1 per cento del Pil (95,2 miliardi). Rispetto al 2021, nel 2022 il saldo negativo si riduce in termini di PIL per effetto del miglioramento del saldo primario (da –3,7 per cento a –1,6 per cento), a fronte di un'incidenza della spesa per interessi sul PIL costante (pari al 3,5 per cento). Tale tendenza appare motivata, in primo luogo, da un aumento delle entrate tributarie, le quali registrano, in valore assoluto, un incremento nelle stime per il 2022 (+21,6 miliardi) rispetto ai valori 2021. L'andamento crescente è confermato anche dalle previsioni riferite a tutto il periodo 2022-2025 (da 548,6 miliardi nel 2022 a 597,1 miliardi nel 2025). Si evidenzia, poi, un aumento dei contributi sociali, delle altre entrate correnti e delle entrate in conto capitale non tributarie, anche grazie ai finanziamenti europei nell'ambito del sistema NGEU.
  La pressione fiscale scende dal 43,5 per cento del 2021 al 43,1 per cento nel 2022, al 42,8 per cento nel 2023, al 42,3 per cento nel 2024 fino ad attestarsi al 42,2 per cento nel 2025.
  Per quanto riguarda, infine, la dinamica dell'indebitamento netto e del rapporto debito/PIL nello scenario programmatico, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è stimato ridursiPag. 206 al 5,6 per cento nel 2022, al 3,9 per cento nel 2023, al 3,3 per cento nel 2024 e al 2,8 per cento nel 2025.
  Il nuovo livello del debito pubblico è previsto scendere al 147 per cento del PIL nel 2022, al 145,2 per cento nel 2023, al 143,4 per cento nel 2024 e al 152,7 per cento nel 2024.
  Il DEF precisa che nel contesto attuale, alla luce dell'abbassamento della previsione di indebitamento netto tendenziale al 5,1 per cento del PIL, il Governo ha deciso di confermare l'obiettivo di rapporto tra deficit e PIL del DPB (5,6 per cento del PIL) e di utilizzare il risultante margine di 0,5 punti percentuali di PIL per finanziare un nuovo provvedimento, che vedrà la luce nel mese di aprile; con tale provvedimento, si intende ripristinare i fondi di bilancio de-finanziati a parziale copertura del decreto-legge n. 17 del 2022 e destinare nuove risorse all'incremento dei fondi per le garanzie sul credito, a copertura dell'incremento dei prezzi delle opere pubbliche, a nuovi interventi per contenere i prezzi dei prodotti energetici, offrire assistenza ai profughi ucraini, mitigare l'impatto del conflitto sulle aziende italiane e sostenere la risposta del sistema sanitario alla pandemia e ai settori più colpiti dall'emergenza pandemica.
  Per quanto riguarda gli ambiti di competenza della VII Commissione, nella Premessa viene sottolineato che per il Governo resta imprescindibile continuare ad operare per promuovere una crescita economica più elevata e sostenibile. Si ricorda che già lo scorso anno, con ripetuti interventi, il Governo ha posto le basi per un innalzamento del potenziale di crescita dell'economia, estendendo nel tempo, tra gli altri, gli incentivi agli investimenti privati e, in particolare, gli incentivi alla ricerca. Sono stati inoltre creati nuovi strumenti di sostegno alla ricerca di base e applicata.
  Nella sezione I, contenente il Programma di stabilità dell'Italia, nel paragrafo V.1, il Documento riferisce che la manovra di finanza pubblica 2022 è orientata a sostenere la ripresa economica nella fase di uscita dall'emergenza pandemica e prevede interventi con un orizzonte di medio e lungo termine che integrano le risorse previste con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tramite il potenziamento degli investimenti pubblici e privati. A queste misure si aggiungono quelle per la riduzione della pressione fiscale per le famiglie e le imprese, quelle per la tutela dell'occupazione, per il sociale e per il finanziamento della sanità, dell'istruzione, dell'università e della ricerca. In particolare, in ambito scolastico sono prorogati fino al termine delle lezioni dell'anno 2021/2022 gli incarichi temporanei di personale docente e tecnico amministrativo con contratto a tempo determinato. Inoltre, sono incrementate le risorse, nell'ambito del Fondo di solidarietà comunale, per il potenziamento dell'offerta degli asili nido e dei servizi educativi per l'infanzia. A favore dell'università e della ricerca sono previsti: l'incremento del fondo di finanziamento ordinario delle Università, di quello per il finanziamento ordinario degli enti di ricerca, il rifinanziamento del fondo italiano per la scienza e l'istituzione del fondo per le scienze applicate, destinato a promuovere la competitività del sistema produttivo nazionale, attraverso la valorizzazione della ricerca industriale e dello sviluppo.
  Con riferimento alla Sezione III del DEF, nella parte introduttiva, si specifica che questa edizione del Programma Nazionale di Riforma (PNR) non rappresenta meramente un adempimento del Semestre Europeo e un volume del Documento di Economia e Finanza previsto dalla normativa nazionale, ma è invece un'occasione per aggiornare la strategia di riforma alla luce delle mutate condizioni di contesto della situazione europea e mondiale che ha registrato cambiamenti di tale portata da imporre una riflessione sulla strategia complessiva di riforma. In presenza di un quadro economico, tecnologico e geopolitico in costante evoluzione a livello europeo e mondiale, l'aggiornamento annuale della strategia di riforma e di politica economica e sociale del Governo accompagna la periodica rendicontazione sullo stato di avanzamento del PNRR rappresenta il programma più ampio e strutturato di riforma, innovazionePag. 207 e rilancio degli investimenti degli ultimi decenni.
  Ricorda che la «Comunicazione sull'analisi annuale della crescita sostenibile 2022», adottata dalla Commissione europea il 24 novembre 2021, sottolinea che il ruolo dell'educazione, come elemento di inclusione sociale e crescita economica, deve essere rafforzato, anche in considerazione delle negative conseguenze della pandemia sul lungo periodo sia sull'apprendimento che sulla salute mentale degli alunni. Gli Stati devono dunque impegnarsi a intensificare i propri sforzi per migliorare i risultati in materia di istruzione ed educazione.
  Il PNR 2022 sottolinea che il Governo condivide la convinzione espressa dalla Commissione europea secondo la quale l'impegno verso un'istruzione più inclusiva e di migliore qualità non si deve limitare a una risposta emergenziale alla crisi.
  In tale contesto evidenzia che, come risulta dall'ultimo Report dell'Istat su istruzione e formazione, pubblicato a ottobre 2021, il divario nei livelli di istruzione fra l'Italia e gli altri Paesi europei si sta ampliando. In particolare, gli abbandoni scolastici sono stati accentuati dalla pandemia, perché è emersa la difficoltà di sfruttare proficuamente strumenti di apprendimento diversi da quelli tradizionali.
  In questo quadro, ricorda, anzitutto, che gli investimenti e le riforme previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sono volti a ridurre le disparità regionali in termini di infrastrutture e risultati scolastici, rafforzando le tecnologie digitali nel sistema educativo e contrastando il divario di genere.
  In particolare, per l'ambito scolastico, il PNR ricorda che il PNRR prevede:

   interventi sull'edilizia scolastica, attraverso i seguenti Piani: un Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica, al quale sono stati destinati euro 800 milioni (prestiti). Sulla base di quanto disposto dal decreto ministeriale 343 del 2 dicembre 2021 (qui l'allegato 1), è intervenuto l'avviso pubblico prot. 48048 del 2 dicembre 2021, relativo all'intera dotazione finanziaria, con il quale si intende individuare, ai fini del finanziamento, 195 candidature e proposte di sostituzione di edifici pubblici adibiti ad uso scolastico con le relative aree da porre a base del concorso di progettazione di cui all'articolo 24 del decreto-legge n. 152 del 2021 (legge n. 233 del 2021); un Piano per asili nido e scuole dell'infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia, al quale sono stati destinati euro 4.600 milioni (sovvenzioni). Sulla base di quanto disposto dal già citato decreto ministeriale 343 del 2 dicembre 2021 (qui gli allegati 2 e 3), è intervenuto l'avviso pubblico prot. 48047 del 2 dicembre 2021, con una dotazione finanziaria pari a euro 3 miliardi, di cui 2,4 miliardi per la fascia 0-2 anni ed euro 600 milioni per la fascia 3-5 anni; un Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell'edilizia scolastica, al quale sono stati destinati euro 3.900 milioni (sovvenzioni);

   interventi per colmare i divari territoriali: il PNRR prevede un Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado e alla riduzione dell'abbandono scolastico, al quale sono stati destinati euro 1.500 milioni (sovvenzioni);

   interventi per sviluppare nuove competenze e nuovi linguaggi: il PNRR – destinando a tale intervento euro 1.100 milioni (sovvenzioni) – intende promuovere l'integrazione, all'interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e multilinguistiche;

   la revisione del sistema di reclutamento dei docenti e di formazione iniziale: in particolare, il PNRR prevede il reclutamento di docenti qualificati e l'istituzione della Scuola di alta formazione per il personale scolastico;

   la riforma dell'organizzazione del sistema scolastico: la riforma intende adeguare il numero degli alunni per classe – in particolare, il numero di insegnanti sarà fissato allo stesso livello dell'a.s. 2020/2021, a fronte del calo demografico – e rivedere Pag. 208le norme relative al dimensionamento degli edifici scolastici;

   la riforma del sistema di orientamento nelle scuole secondarie: il riassetto degli Istituti tecnici superiori (ITS) e degli istituti tecnici e professionali. Con riferimento agli ITS, il PNRR prevede un investimento di euro 1.500 milioni (sovvenzioni). Si ricorda, al riguardo, che il 20 luglio 2021 l'Assemblea della Camera ha approvato il testo unificato degli A.C. 544 e abb. «Ridefinizione della missione e dell'organizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza». Il testo è ora all'esame del Senato (A.S. 2333). La riforma relativa agli istituti tecnici e professionali intende allineare i curricula alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese;

   interventi per scuole innovative e connesse: al riguardo, il PNRR prevede l'investimento Scuola 4.0 – scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori – al quale sono stati destinati euro 2.100 milioni (sovvenzioni).

  Per l'ambito dell'istruzione terziaria, il PNR ricorda che al 31 dicembre 2021 sono già stati conseguiti vari traguardi previsti dal PNRR, importanti, fra l'altro, per rispondere all'evoluzione della domanda di competenze del mercato del lavoro e favorire la flessibilità del percorso curricolare. Si tratta dei seguenti:

   riforma delle classi di laurea: il PNRR ha previsto l'aggiornamento dei curricula universitari, riducendo i rigidi confini che limitano fortemente la possibilità di creare percorsi interdisciplinari. In attuazione di tale obiettivo, l'articolo 14 del decreto-legge n. 152 del 2021 ha disposto che, nell'ambito dei criteri generali per la definizione, da parte degli atenei, degli ordinamenti dei corsi di studio universitari, una parte dei crediti formativi universitari (CFU) può essere riservata ad attività affini o integrative, comunque relative a settori scientifico-disciplinari (SSD) o ad ambiti disciplinari non previsti per le attività di base o per le attività caratterizzanti del corso di studi. L'obiettivo è quello di promuovere l'interdisciplinarietà dei corsi di studio e la formazione di profili professionali innovativi. Inoltre, in coerenza con i medesimi obiettivi, ha previsto la razionalizzazione e l'aggiornamento dei medesimi SSD;

   riforma in materia di lauree abilitanti: il PNRR ha inteso semplificare le procedure per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, al fine di velocizzare l'accesso al mondo del lavoro;

   in attuazione di tale obiettivo, la legge n. 163 del 2021 ha previsto che l'esame finale dei corsi di laurea magistrale in odontoiatria e protesi dentaria, farmacia e farmacia industriale, medicina veterinaria, psicologia, e dei corsi di laurea professionalizzante in professioni tecniche per l'edilizia e il territorio, professioni e tecniche agrarie, alimentari e forestali, professioni tecniche industriali e dell'informazione, abilita all'esercizio delle relative professioni. Ha, altresì, previsto che l'esame finale dei corsi di laurea magistrale per l'esercizio delle professioni di chimico, fisico e biologo è abilitante, previa emanazione di regolamenti di delegificazione. Infine, ha disposto che ulteriori titoli universitari che consentono l'accesso all'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio di professioni per il quale non è richiesto lo svolgimento di un tirocinio post-lauream, possono essere resi abilitanti, previa emanazione di regolamenti di delegificazione, su richiesta delle rappresentanze nazionali degli ordini o dei collegi professionali di riferimento o su iniziativa del Ministro dell'università e della ricerca;

   riforma dei dottorati di ricerca: il PNRR ha previsto la semplificazione delle procedure per il coinvolgimento di imprese e centri di ricerca e il potenziamento della ricerca applicata. In attuazione, è intervenuto il decreto del Ministro dell'università e della ricerca 14 dicembre 2021, n. 226, Regolamento recante modalità di accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato e criteri per l'istituzione dei corsi di dottoratoPag. 209 da parte degli enti accreditati. Si ricorda che il PNRR ha anche destinato euro 432 milioni (sovvenzioni) all'estensione del numero di dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale;

   interventi in materia di borse di studio per l'accesso all'università: il PNRR, destinando a tale intervento euro 500 milioni (sovvenzioni), ha previsto l'aumento dell'importo delle borse di studio e l'estensione delle stesse a una quota più ampia di studenti. In attuazione, l'articolo 12 del decreto-legge n. 152 del 2021 ha semplificato, per il periodo di riferimento del PNRR, la disciplina relativa alla determinazione dei requisiti di eleggibilità per l'accesso alle borse di studio, e per la determinazione dei relativi importi. È conseguentemente intervenuto il decreto ministeriale 1320 del 17 dicembre 2021;

   interventi in materia di alloggi per studenti universitari: il PNRR, destinando a tale intervento euro 960 milioni (sovvenzioni), ha inteso incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura, da parte del MUR, di parte degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. In attuazione, l'articolo 64, comma 8, del decreto-legge n. 77 del 2021, utilizzando le risorse del PNRR, ha aumentato la quota massima di cofinanziamento statale dal 50 al 75 per cento. Successivamente, l'articolo 15 del decreto-legge n. 152 del 2021 ha previsto, fra l'altro, l'informatizzazione della procedura.

  Infine, il PNR ricorda che alle azioni per il rafforzamento dell'offerta formativa previste dal PNRR se ne affiancano altre, fra le quali le misure straordinarie per la copertura dei posti vacanti e disponibili di personale docente per l'anno scolastico 2021/2022 e per la semplificazione delle procedure concorsuali per l'immissione in ruolo dello stesso personale e lo stanziamento di risorse in favore delle università del Sud, anche per mitigare gli effetti derivanti dalla pandemia.
  Per quanto riguarda gli ambiti della ricerca e dell'innovazione, gli orientamenti europei contenuti nella Comunicazione sull'analisi annuale della crescita sostenibile 2022 evidenziano come la garanzia di una prosperità futura per i cittadini dell'UE dipenderà in modo cruciale dall'incremento della produttività e dell'innovazione, attraverso una combinazione di riforme e investimenti sia pubblici che privati in grado di sostenere la competitività e la creazione di posti di lavoro. A questo riguardo, la Comunicazione individua quali ambiti da considerare in via prioritaria il green, il digitale, i semi-conduttori, il trasferimento e la valorizzazione delle conoscenze specie a livello delle PMI e delle startup.
  Con specifico riferimento all'Italia, lo European Innovation Scoreboard 2021 qualifica il nostro Paese come «innovatore moderato», caratterizzato sia da punti di forza che di debolezza: una ricerca pubblica di qualità, ma con risorse umane e finanziarie sottodimensionate; la ricerca privata in crescita, con una specializzazione, però, non omogeneamente distribuita fra i territori e fra i settori; ottime performance dal punto di vista del numero dei soggetti ed enti innovatori, dell'impatto sull'impiego della ricerca e sulla sostenibilità ambientale; risultati meno buoni, fra l'altro, sotto il profilo della diffusione delle competenze digitali.
  Ad ogni modo, sebbene gli investimenti in ricerca e sviluppo siano più bassi degli altri Paesi europei (1,47 per cento del PIL nel 2019, contro il 2,1 dell'area UE e il 2,5 dell'area OCSE, secondo dati ISTAT), l'Italia spicca per la produzione di pubblicazioni scientifiche, che rientrano nel 10 per cento più citato a livello mondiale.
  In tale contesto, il PNR 2022 delinea due principali strumenti strategici per riguadagnare alla ricerca la centralità nell'agenda delle politiche pubbliche.
  Il primo è il Programma Nazionale per Ricerca 2021-2027, approvato dal CIPE nel 2020, finalizzato alla valorizzazione dei giovani ricercatori, al consolidamento della ricerca fondamentale e all'incentivazione della ricerca interdisciplinare, alla promozione della dimensione internazionale dell'altaPag. 210 formazione e della ricerca, alla circolazione di conoscenza tra ricerca e sistema produttivo. Il Programma è alimentato da risorse di bilancio del Ministero per l'università e la ricerca, fondi strutturali e di investimento europei, fondi nazionali destinati alla Politica di Coesione e programmi europei a gestione diretta (Horizon Europe, InvestEU, Europa digitale, Erasmus+, Europa Creativa, LIFE) per un valore complessivo, nell'arco dei sette anni, di circa 14,5 miliardi.
  Il secondo strumento è il PNRR, principalmente (sebbene non esclusivamente) nella Missione 4 «Istruzione e ricerca». La componente «Dalla ricerca all'impresa» – operando in una logica sinergica rispetto al Programma Nazionale per la Ricerca – stanzia 11,4 miliardi di euro per investimenti da effettuare fra il 2022 e il 2026, con l'obiettivo di creare e rafforzare le connessioni funzionali fra ricerca e impresa, semplificare la gestione dei fondi dedicati alle attività di ricerca pubblico-private e attribuire agli Enti pubblici di ricerca (EPR) un ruolo baricentrico nel sistema.
  Il raggiungimento dell'obiettivo passa per tre linee d'intervento: 1) potenziare le attività di ricerca di base e industriale, con uno stanziamento di 6,91 miliardi, investendo sui giovani ricercatori (ad oggi ce ne sono 6,3 su ogni 1000 occupati contro l'8,9 della media UE) e a favorire la creazione di partnership pubblico/private di rilievo nazionale o con una vocazione territoriale; 2) rafforzare la propensione all'innovazione del mondo produttivo, incoraggiando un uso sistemico dei risultati della ricerca e favorendo la creazione di reti di collaborazioni internazionali. Alle misure di sostegno diretto alle imprese si accompagna un'azione di riorganizzazione, razionalizzazione e rafforzamento delle strutture che offrono servizi tecnologici avanzati e servizi innovativi qualificanti di trasferimento tecnologico; 3) creare le condizioni abilitanti allo sviluppo delle attività di ricerca e innovazione, agendo su: dotazione infrastrutturale (anche favorendo l'apertura delle infrastrutture di ricerca al mondo produttivo); sviluppo di competenze (dottorati) dedicate a specifiche esigenze delle imprese (in particolare nelle tematiche del green e del digitale); strumenti finanziari destinati a sostenere gli investimenti in ricerca e innovazione delle PM. Uno degli strumenti chiave in questo ambito è rappresentato dalla creazione di un Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione (a cui sono dedicati 1,58 miliardi). Il Fondo dovrà facilitare l'osmosi tra la conoscenza scientifica generata in infrastrutture di ricerca di alta qualità e il settore economico, favorendo l'innovazione. È inoltre prevista l'integrazione delle risorse del Fondo Nazionale per l'Innovazione – lo strumento gestito da CDP per sostenere lo sviluppo del venture capital in Italia – per ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo, finanziando investimenti privati in grado di generare impatti positivi e valore aggiunto sia nel campo della ricerca sia sull'economia nazionale. Ciò consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni. Infine, si intende investire (600 milioni) per l'introduzione di dottorati innovativi che rispondano ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovano l'assunzione dei ricercatori da parte delle imprese stesse.
  Per quanto riguarda lo sport, rilevato che tra le principali riduzioni attese della spesa corrente si annoverano circa 900 milioni di euro dei trasferimenti a CONI Sport e salute per le indennità ai collaboratori sportivi colpiti dall'emergenza COVID, il PNR riconosce, tra le misure per l'inclusione sociale, la parità di genere e la coesione territoriale, lo sport quale elemento fondamentale nei processi di inclusione. Il Governo intende quindi dotarsi di un Fondo finalizzato alla realizzazione di impianti e parchi sportivi di quartiere che consentano di valorizzare lo sport di base, favorendo l'accesso a tali strutture da parte di associazioni che promuovono progetti di integrazione e inclusione; le stesse finalità verranno, inoltre, perseguite potenziando strumenti già esistenti, quali il Fondo 'Sport e Periferie', particolarmente efficace nel potenziamento dell'impiantistica sportiva nei Pag. 211piccoli comuni, nonché nelle aree più disagiate del territorio nazionale. Per dare attuazione alle misure del PNRR in ambito sportivo, nonché ad altri progetti per lo sviluppo degli impianti sportivi sul territorio nazionale, verranno inoltre incrementati gli specifici Fondi gestiti dall'Istituto per il Credito Sportivo che hanno lo scopo di fornire garanzie per mutui finalizzati alla costruzione, ampliamento, miglioramento e acquisto di strutture ed attrezzature sportive.
  Nel documento si ricorda che la legge di bilancio prevede, tra l'altro agevolazioni per lo sviluppo dello sport e un credito d'imposta per le spese relative alla fruizione dell'attività fisica in attuazione delle linee guida della Commissione europea (CSR 2.2, Misura 3) che prevedono l'introduzione di un'indennità in favore degli operatori del settore dello sport colpiti dall'emergenza COVID.
  Per quanto riguarda la cultura, rilevato che tra i principali incrementi attesi alla spesa in conto capitale rientrano anche gli investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale (sotto forma di contributi agli investimenti per gli enti locali), si ricorda che tra le disposizioni in favore della cultura, a decorrere dal 2022, è entrata a regime l'implementazione della «Carta Giovani Nazionale» che consente ai beneficiari, giovani tra i 18 e i 35 anni, la fruizione di sconti e agevolazioni su acquisti connessi ad attività ricreative, culturali e sportive, cui si sono aggiunte anche iniziative di formazione ed è stato rifinanziato per il 2022, il «Bonus cultura», un contributo di 500 euro per i ragazzi che hanno compiuto diciotto anni nel 2021 da spendere in attività culturali quali cinema, musica, libri, musei e corsi di lingua straniera.
  Il Governo intende poi – nell'ambito del progetto «rigenerazione 285» di riqualificazione e valorizzazione di oltre 200 beni confiscati alla criminalità organizzata – condurre una lotta alla povertà educativa e culturale, con particolare attenzione al Mezzogiorno (area caratterizzata da una carenza di offerta di servizi socio-educativi) prestando particolare cura allo sviluppo di servizi sociali e culturali, educativi e didattici, e alla promozione di attività culturali e sportive. A tale proposito nel 2021 sono stati assegnati i fondi per il Piano Innovativo Nazionale per la Qualità dell'Abitare o PINQUA (159 progetti per 2,8 miliardi di euro) e sono stati assegnati i fondi per gli investimenti relativi ai Piani Integrati Urbani (3,13 miliardi di euro) alle città metropolitane, le quali individueranno i progetti finanziabili all'interno della propria area urbana.
  È stato poi incrementato di 120 milioni di euro, per il 2021 il Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali e le risorse destinate al funzionamento degli istituti statali e dei luoghi di cultura sono aumentate di 20 milioni per il 2021.
  Varie misure di sostegno sono state riconosciute al settore turistico e culturale sotto forma di indennità una tantum per i lavoratori stagionali e temporanei e sono stati previsti sgravi previdenziali per i datori di lavoro privati che operano nel settore del turismo e nel settore creativo, della cultura e dell'intrattenimento tramite l'istituzione di fondi specifici a sostegno del turismo e della cultura, nonché compensazioni per musei e luoghi di cultura.
  La legge di bilancio per il 2022 ha rifinanziato il Fondo per la cultura per ciascuno degli anni 2022 e 2023; è stato incrementato il Fondo Unico per l'intrattenimento; il credito d'imposta è stato esteso alle imprese impegnate nella vendita al dettaglio di libri. È stato istituito il Fondo temporaneo di sostegno economico con risorse pari a 40 milioni a partire dal 2022 per i lavoratori, dipendenti o lavoratori autonomi, che svolgono attività artistiche o tecniche temporanee direttamente connesse alla produzione di spettacoli.
  Inoltre il Piano straordinario per la promozione del «Made in Italy» e l'Attrazione degli Investimenti prevede anche la promozione del turismo e dell'industria culturale.
  Si ricorda, infine, che il Fondo per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale, con una dotazione di 400 milioni annui assegnati per il periodo 2025-2034 ai comuni è destinato anche alla tutela del patrimonio culturale.Pag. 212
  In materia di editoria, in attuazione della Raccomandazione della Commissione europea (CSR.2020.3.1) per garantire l'effettiva attuazione delle misure volte a fornire liquidità all'economia reale, comprese le piccole e medie imprese, le imprese innovative e i laboratori autonomi, ed evitare i ritardi di pagamento, è stata adotta la Misura 65 con la quale è stato Istituito il Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all'editoria (90 milioni di euro nel 2022), per incentivare gli investimenti delle imprese editoriali, anche di nuova costituzione, orientati all'innovazione tecnologica e alla transizione digitale, all'ingresso di giovani professionisti qualificati nel campo dei nuovi media, a sostenere le ristrutturazioni aziendali e gli ammortizzatori sociali, nonché la domanda di informazione. La ripartizione del fondo avverrà con un DPCM da adottare entro il 31 marzo di ogni anno per il biennio 2022-2023.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole con un'osservazione (vedi allegato 2).

  Federico MOLLICONE (FDI) rileva che si tratta di una proposta di parere superficiale. A suo avviso, infatti, la Commissione gli appare troppo sbilanciata sui temi legati dell'istruzione, ed è carente sul fronte della cultura e, in particolare, per ciò che concerne lo spettacolo dal vivo. Ritiene che non si possono omettere le strutturali problematiche della filiera dello spettacolo dal vivo: un settore che merita le stesse attenzioni che sono state riservate allo sport, specialmente a seguito dell'applicazione delle misure per fronteggiare la pandemia. Ricorda che tutti gli attori di questo settore hanno richiesto aiuti e sono stati ignorati. Chiede pertanto che la proposta di parere venga integrata con un'osservazione sullo spettacolo dal vivo.
  Evidenzia che quest'anno il Def può definirsi più sobrio rispetto ai precedenti probabilmente perché l'attuale Presidente del Consiglio è consapevole di aver pressoché esaurito il proprio compito. Ritiene che, alla prova dei fatti, le previsioni di qualche anno fa si sono rilevate fantasiose. Rileva, al riguardo, che la previsione dell'incremento del PIL è passata dall'8 al 3,1 per cento, dato che gli appare ancora ottimistico, non potendo misurare il peso delle aspettative di imprese e consumatori, in considerazione della guerra in corso in Ucraina. Peraltro, anche raggiungendo il risultato del 3,1 per cento, a fine anno si saranno appena recuperati i livelli pre-covid, ovvero i livelli di PIL del 2000. Aggiunge che la spesa per interessi passivi è stimata al 3,5 per cento del PIL (praticamente una somma pari a quella che lo Stato spende per tutta l'istruzione: dalle scuole materne, all'Università): dato inquietante perché in crescita e, pertanto, si tratta di un dato negativo. La crescita del debito pubblico rappresenta un'inversione di tendenza, con una inflazione prevista al 5,8 per cento e senza l'ombrello protettivo degli acquisti pandemici della BCE. La tendenza al ribasso ipotizzata per il rapporto debito-Pil gli appare più realistica rispetto alle precedenti versioni del DEF degli anni precedenti, quando si immaginavano irrealizzabili (e difatti irrealizzate) riduzioni. Si ipotizza, infatti, una discesa dal 150,8 per cento del 2021 sino al 141,4 per cento nel lontanissimo 2025, grazie ad un complesso meccanismo legato all'inflazione che da un lato fa crescere il valore nominale del PIL, dall'altro aumenta, ma in misura minore, il costo del debito. Evidenzia che il rapporto nominale dunque scende, ma non perché migliora la situazione dell'economia reale, ma perché peggiora il potere di acquisto degli italiani.
  Conclude auspicando che la Commissione non esca dall'esame dell'ultimo DEF della legislatura senza fare menzione dello spettacolo dal vivo.

  Valentina APREA (FI), preannunciando il voto favorevole del suo gruppo, rileva tuttavia che si registra una contrazione della spesa per la scuola di mezzo punto, a fronte di un atteso calo demografico. Dopo aver ricordato che il Ministro dell'istruzione, in audizione in Commissione, aveva promesso che non ci sarebbero stati tagli d'organico o di risorse, evidenzia che i problemi della scuola sono ancora tanti e che è necessario investire soprattutto per inserire la nuova classe dirigente e preparare la scuola del futuro. Apprezzate le Pag. 213misure in favore di ricerca e università, si rammarica perché nel settore dello sport si registra ancora la mancata valorizzazione del lavoro del Parlamento e della Commissione: si riferisce a una nota del Ministero dell'istruzione con cui viene dato il via all'insegnamento dell'educazione motoria nelle scuole come se non ci fosse stata un'iniziativa parlamentare in questo senso. Ricorda, in proposito, che questa istanza era partita proprio dalla Commissione cultura con una proposta di legge di iniziativa del suo gruppo che è ora ferma in Senato, analogamente a quanto accade con la proposta di legge di riforma degli ITS. Il lavoro di una Commissione parlamentare non può essere limitato alla formulazione di pareri; anzi, deve prevalere proprio l'attività legislativa nel rispetto del ruolo del Parlamento perché anche questo è un segno di democrazia.

  Rosa Maria DI GIORGI (PD), dopo aver preannunciato il voto favorevole del Partito democratico, reputa necessarie alcune integrazioni volte a dare maggiore attenzione al settore scolastico perché nella scuola sono previste molte riforme strutturali il cui finanziamento richiede ingenti risorse: si riferisce, in particolare, alla formazione, al tutoraggio, all'orientamento e allo sviluppo di un nuovo modello di scuola.
  Chiede pertanto un'integrazione dell'osservazione per rendere stabili e strutturali i finanziamenti del settore della scuola italiana per allinearlo agli standard europei.

  Germano RACCHELLA (LEGA) stigmatizza l'assenza di misure nel Documento a sostegno delle scuole paritarie.

  Alessandra CARBONARO (M5S), ritenendo di poter accogliere favorevolmente i suggerimenti emersi dal dibattito, chiede una breve sospensione della seduta per poter riformulare la proposta di parere.

  Paola FRASSINETTI, presidente, sospende brevemente la seduta.

  La seduta sospesa alle 15.35 riprende alle 15.45.

  Alessandra CARBONARO (M5S) propone una nuova formulazione della proposta di parere (vedi allegato 3).

  Manuel TUZI (M5S) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Movimento 5 Stelle.

  Federico MOLLICONE (FDI), pur apprezzando l'impegno della relatrice, preannuncia il voto contrario del suo gruppo da intendersi come politicamente contrario al DEF.

  Daniele BELOTTI (LEGA) preannuncia il voto favorevole del gruppo della Lega.

  Michele ANZALDI (IV) preannuncia il voto favorevole del gruppo di Italia viva.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice come riformulata.

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 13 aprile 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 16.05.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

Disposizioni per la promozione del lavoro e dell'imprenditoria femminile nel settore dell'agricoltura, delle foreste, della pesca e dell'acquacoltura.

Testo unificato C. 2049 Spena, C. 2930 Cenni, C. 2992 Ciaburro e C. 3509 Bubisutti
(Parere alla XIII Commissione).