AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 13 aprile 2022.
Audizione dell'Ambasciatore della Repubblica di Moldova in Italia, Anatolie Urecheanu, sugli sviluppi del conflitto russo-ucraino.
L'audizione informale è stata svolta dalle 8.35 alle 9.40.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 13 aprile 2022.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.40 alle 9.50.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 13 aprile 2022. — Presidenza del presidente Piero FASSINO. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni.
La seduta comincia alle 14.35.
Variazione nella composizione della Commissione.
Piero FASSINO, presidente, comunica che a far data dal 12 aprile scorso, per il Pag. 122gruppo M5S è entrata a far parte della Commissione la deputata Francesca Troiano.
Dà quindi il benvenuto alla nuova collega, formulando gli auspici per una proficua collaborazione con la Commissione.
La Commissione prende atto.
Documento di economia e finanza 2022.
Doc. LVII, n. 5, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con una osservazione).
La Commissione inizia l'esame del Documento in oggetto.
Riccardo OLGIATI (M5S), relatore, segnala che il Documento di economia e finanza 2022 è accompagnato da un Annesso, contenente la relazione di aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, presentata ai sensi dell'articolo 6, comma 3 ,della legge n. 243 del 2012 e da tre allegati contenenti rispettivamente il rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica, di cui all'articolo 3 della legge n. 196 del 2009 (Allegato I); il documento sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome, di cui al comma 10 dell'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 (Allegato II) e la relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni CONSIP, di cui all'articolo 2, comma 576, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Allegato III).
Considerata l'ampiezza delle tematiche affrontate dal DEF, sottolinea che in questa sede si limiterà ad una sintetica illustrazione degli aspetti generali del documento, nonché dei principali profili di specifica rilevanza per la III Commissione.
Al fine di richiamare il contesto decisionale in cui si inserisce il documento, ricorda preliminarmente che, sulla base del calendario previsto nell'ambito del Semestre europeo, la legge n. 196 del 2009 (legge di contabilità pubblica) dispone che il processo di programmazione economica inizi il 10 aprile, data di presentazione alle Camere del Documento di economia e finanza (DEF), al fine di consentire al Parlamento di esprimersi sugli obiettivi programmatici in tempo utile per l'invio, entro il 30 aprile, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, del Programma di stabilità e del Programma nazionale di riforma (PNR) contenuti nel DEF.
Segnala che, sulla base dei contenuti del DEF, la Commissione europea elabora le raccomandazioni di politica economica e di bilancio rivolte ai singoli Stati.
Quanto alla struttura del DEF, ricorda che questa è disciplinata dall'articolo 10 della citata legge di contabilità, nel quale si dispone che sia composta di tre sezioni e di una serie di allegati.
In particolare, la prima sezione espone lo schema del Programma di Stabilità, che deve contenere tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del Patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi di politica economica da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico.
Rileva che la sezione espone gli obiettivi e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica per il triennio successivo; l'indicazione degli obiettivi programmatici per l'indebitamento netto, per il saldo di cassa e per il debito delle PA, articolati per i sotto-settori della PA, accompagnata anche da un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi. Ciò anche al fine di dare conto del rispetto del percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine (OMT), qualora si sia verificato uno scostamento dall'obiettivo medesimo. La sezione contiene, inoltre, le previsioni di finanza pubblica di lungo periodo e gli interventi che si intende adottare per garantirne la sostenibilità.
Osserva che la seconda sezione – Analisi e tendenze della finanza pubblica – riporta, principalmente, l'analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioniPag. 123 pubbliche nell'anno precedente; le previsioni tendenziali a legislazione vigente dei flussi di entrata e di uscita del conto economico e del saldo di cassa; l'indicazione delle previsioni a politiche invariate per i principali aggregati del conto economico della PA; le informazioni sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, con particolare riferimento a quelli relativi al pubblico impiego, alla protezione sociale e alla sanità, al debito delle amministrazioni pubbliche ed al relativo costo medio, nonché all'ammontare della spesa per interessi del bilancio dello Stato correlata a strumenti finanziari derivati; le informazioni, infine, sulle risorse destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate, con evidenziazione dei fondi nazionali addizionali.
Evidenzia che la terza sezione reca, infine, lo schema del Programma nazionale di riforma (PNR) che, in coerenza con il Programma di Stabilità, contiene gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida per il Programma nazionale.
Passando quindi a illustrare più compitamente i contenuti del DEF, rileva che la Sezione I si articola in sei capitoli, relativi, rispettivamente, al quadro complessivo e alla politica di bilancio, al quadro macroeconomico, all'indebitamento netto e al debito pubblico, alla sensitività e sostenibilità delle finanze pubbliche, alle azioni intraprese e alle linee di tendenza, nonché agli aspetti istituzionali delle finanze pubbliche.
Sintetizzando in brevi termini il contenuto dei capitoli da I a VI, segnala preliminarmente che nel 2021 l'Italia ha conseguito un forte recupero del prodotto interno lordo, cresciuto del 6,6 per cento in termini reali, e un notevole miglioramento della finanza pubblica. Tuttavia, già negli ultimi mesi del 2021 il ritmo di crescita del PIL è stato rallentato dalla quarta ondata dell'epidemia da COVID-19, da carenze di materiali e componenti, nonché dall'impennata dei prezzi del gas naturale e dell'energia elettrica, che peraltro avevano già registrato forti aumenti a partire dalla tarda primavera.
Sottolinea che nel primo bimestre di quest'anno gli indicatori del ciclo internazionale si sono indeboliti, pur rimanendo moderatamente positivi. Il forte impulso inflazionistico proveniente dall'energia e dalle materie prime ha anche causato una revisione al rialzo delle aspettative di mercato sulla futura politica monetaria della Banca centrale europea (BCE) con la conseguenza che i tassi di interesse hanno registrato aumenti significativi e il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e tedeschi si è ampliato.
Osserva che su questo già complesso quadro economico, a fine febbraio si è inserito l'attacco militare della Russia all'Ucraina, che ha influito non poco sull'aumento dei prezzi delle materie prime e, in particolare, del gas naturale e del petrolio, che hanno raggiunto un nuovo massimo l'8 marzo. L'effetto più evidente di queste dinamiche è la crescita dell'inflazione (del 6,7 per cento al netto dei prodotti energetici e alimentari freschi, mentre l'inflazione «di fondo» ha raggiunto il 2 per cento).
Rileva che la pandemia da COVID-19 non può dirsi ancora conclusa e, sebbene gli alti tassi di vaccinazione e l'impatto limitato di ricoveri e terapie intensive hanno consentito di porre fine allo stato di emergenza il 31 marzo 2022, essa continua a produrre effetti economici non positivi nel quadro già incerto sopra delineato.
Evidenzia che sono, invece, moderatamente positivi sia i dati di finanza pubblica, registrandosi a fine 2021 la discesa dell'indebitamento netto della PA al 7,2 per cento (migliorando rispetto sia alle previsioni del DEF che della NADEF 2021) sia quelli del 2022, in cui si è registrata una riduzione del fabbisogno di cassa.
Precisa che la previsione macroeconomica tendenziale, partendo da una stima Istat di crescita del PIL reale, nel 2021 è più elevata di quanto previsto a settembre nella Nota di Aggiornamento del DEF, pari al 6,6 per cento (rispetto al 6,0 per cento), mentre la previsione tendenziale per il 2022 scende al 2,9 per cento rispetto al 4,7 per cento della NADEF.
Osserva che la revisione al ribasso dipende essenzialmente dalle variabili esogenePag. 124 sopra descritte, che incidono negativamente sul commercio estero e che comportano un taglio alla previsione di crescita reale per il 2022 di almeno 1,4 punti percentuali.
Sottolinea che l'impatto sul PIL italiano delle riduzioni di esportazioni verso la Russia vede una perdita stimata di PIL dello 0,2 per cento nel 2022 e di un ulteriore 0,1 per cento nel 2023 che prevede una crescita al 2,3 per cento. Dal lato delle importazioni i primi effetti si sono verificati sul prezzo dei prodotti siderurgici vietati dalle sanzioni UE. Migliora invece il PIL per la diversa distribuzione temporale delle spese connesse al PNRR, con un impatto positivo per 0,2 punti percentuali circa. L'aumento significativo dell'inflazione porta tuttavia la crescita del PIL nominale al 6,0 per cento, contro il 6,4 per cento previsto dalla NADEF.
Evidenzia, altresì, che il quadro delle relazioni economiche italo-russe e delle sanzioni dell'UE nei confronti di Mosca è oggetto di due approfonditi focus che ricostruiscono efficacemente l'evoluzione delle relazioni commerciali italo-russe e la ricaduta delle misure sanzionatorie sulla presenza delle imprese italiane sul mercato russo.
Per quanto riguarda la finanza pubblica nello scenario tendenziale, segnala che la previsione dell'indebitamento netto a legislazione vigente per il 2022 è rivista al ribasso rispetto allo scenario programmatico della NADEF, dal 5,6 al 5,1 per cento del PIL. Tale miglioramento è principalmente ascrivibile a maggiori entrate tributarie, contributive ed altre entrate correnti, che più che compensano stime più elevate di spesa corrente e in conto capitale rispetto alla NADEF.
Rileva che la pressione fiscale calcolata secondo i criteri della contabilità nazionale è attesa scendere dal 43,5 per cento del 2021 al 43,1 per cento del PIL quest'anno. Inoltre, correggendo i dati per tenere conto della classificazione di svariati sgravi fiscali e contributivi come misure di spesa, la pressione fiscale effettiva è in realtà più bassa e scende in misura lievemente maggiore, dal 41,7 dell'anno scorso al 41,2 di quest'anno.
Precisa che con riferimento a tali previsioni sono sviluppati alcuni scenari di rischio, tra i quali ricorda quello che ipotizza possibile rialzo dei prezzi del gas connesso alla guerra in Ucraina, ipotizzando un embargo del gas russo nel 2022 e nel 2023 e due scenari alternativi: un primo scenario in cui la diversificazione degli approvvigionamenti produca risultati attesi ed uno più negativo in cui si produca una carenza di gas naturale. Sono inoltre delineati scenari di rischio relativamente all'andamento del mercato dei cambi e in relazione allo spread tra i titoli pubblici BTP e i BUND tedeschi.
Osserva che il Governo, già dallo scorso anno, ha risposto al repentino aumento dei prezzi dei prodotti energetici con misure di contenimento dei costi per gli utenti di gas ed energia elettrica. Gli interventi – attuati in misura rilevante dal terzo trimestre del 2021 – sono stati pari, in termini di indebitamento della PA, a 5,3 miliardi nel 2021 e a 14,7 miliardi per il primo semestre di quest'anno, quando si sono aggiunte misure in favore anche delle grandi imprese, incluse le «energivore», per il contenimento del costo dei carburanti e a beneficio del settore dell'autotrasporto.
Segnala che si può, inoltre, stimare che per effetto di tali misure l'aumento della bolletta energetica pagata da imprese e famiglie nel primo semestre si riduca di almeno un quarto rispetto a uno scenario senza gli interventi del Governo.
Ricorda che il Governo sta anche operando per una risposta più ampia e strutturale alla crisi energetica, sia con azioni a livello nazionale sia con l'attiva partecipazione alla formulazione delle politiche europee.
Sul fronte nazionale, sottolinea che, di concerto con le imprese del settore, è in corso uno sforzo di ampliamento e diversificazione degli approvvigionamenti di gas tramite un maggior ricorso alle forniture attraverso i gasdotti meridionali, nonché di aumento delle importazioni di GPL e della capacità di rigassificazione. Sarà inoltre Pag. 125promosso un incremento della produzione nazionale di gas naturale e di biometano.
Evidenzia che in quest'ottica si colloca l'impegno del Governo per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, concretizzatosi lunedì scorso nell'accordo siglato dal Presidente Draghi ed il Presidente algerino Tebboune per l'utilizzo delle capacità disponibili di trasporto del gasdotto TransMed/Enrico Mattei per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche, fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dall'autunno 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all'anno nel 2023-24. Segnala che ad esso si aggiunge l'intesa Eni-Sonatrach per il gas, che rinvia ad un più ampio Protocollo di intesa tra i Governi, firmato dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio con il suo omologo algerino.
Rileva che nuovi accordi sono già programmati con il Congo, l'Angola ed il Mozambico, dove già l'Italia ha importanti rapporti nel settore dell'energia, con l'obiettivo di incrementare ancora le forniture.
Con riferimento agli scenari di rischio relativi ai prezzi del gas, sottolinea che, secondo quanto riporta il Documento, nella migliore delle ipotesi il calo del PIL indotto dall'embargo sarebbe – rispetto al valore tendenziale – di 0,8 e 1,1 punti di PIL per i due anni 2022 e 2023 e sarà recuperato integralmente nel 2024. Nella peggiore delle ipotesi la caduta del PIL rispetto allo scenario tendenziale sarebbe di 2,3 punti percentuali nel 2022 e di 1,9 nel 2023, ma, in tal caso, vi sarebbero interventi di mitigazione più forti di quelli descritti nello scenario programmatico. In tal caso vi sarebbe inoltre un recupero maggiore nel 2024 (+1,9 per cento) e nel 2025 (+2,3 per cento), che compenserebbe i cali dei due anni precedenti.
Precisa che nello scenario programmatico, alla luce dell'abbassamento della sopra indicata previsione di indebitamento netto tendenziale al 5,1 per cento del PIL, il Governo ha deciso di confermare l'obiettivo di rapporto tra deficit e PIL del Documento Previsionale di Bilancio (5,6 per cento del PIL) e di utilizzare il risultante margine di 0,5 punti percentuali di PIL (circa 9,5 miliardi) per finanziare un nuovo provvedimento, che dovrà essere emanato nel corso di questo mese e che sarà diretto innanzi tutto a ripristinare i Fondi di bilancio temporaneamente definanziati a parziale copertura del decreto-legge n. 17 del 2022 e per 4,5 miliardi per finanziare ulteriori interventi diretti: dall'aumento delle risorse necessarie a coprire l'incremento dei prezzi delle opere pubbliche ad ulteriori interventi per contenere i prezzi dei carburanti e il costo dell'energia, fino ad ulteriori misure che si rendano necessarie per assistere i profughi ucraini e per alleviare l'impatto economico del conflitto in corso in Ucraina sulle aziende italiane.
Osserva che l'impatto sul PIL di tale intervento è stimato pari a 0,2 punti nel 2022 e 0,1 nel 2023, con una crescita del PIL stimata, quindi, nel quadro programmatico pari al 3,1 per cento nel 2022 e del 2,4 per cento nel 2023. Vengono inoltre confermati gli obiettivi di indebitamento netto del 2023 e 2024 rivisti in chiave migliorativa nella NADEF e nel Documento Programmatico di Bilancio 2022 dell'anno scorso, ovvero 3,9 per cento del PIL nel 2023 e 3,3 per cento del PIL nel 2024. Per il 2025 il nuovo obiettivo di deficit è pari al 2,8 per cento del PIL. Le differenze fra scenario programmatico e tendenziale sono comunque limitate, giacché il differenziale di deficit è più ampio nel 2022 ma si riduce nel prossimo triennio fino a sostanzialmente annullarsi nel 2025.
Quanto alla finanza pubblica, segnala che il deficit della PA scenderà dal 5,6 per cento previsto per il 2022 fino al 2,8 per cento del PIL nel 2025. Il rapporto debito/PIL nello scenario programmatico diminuirà al 147,0 per cento nel 2022 e poi via via fino al 141,4 nel 2025.
Con riferimento all'indebitamento netto a legislazione vigente della Pubblica amministrazione (PA) ricorda che esso è sceso dal 9,6 per cento del 2020 al 7,2 per cento del PIL. In termini assoluti, l'indebitamento netto è stato di 128,3 miliardi, un livello inferiore di 30,7 miliardi rispetto al 2020. Sottolinea che grazie alla sostenuta crescita del prodotto in termini nominali (7,2 per cento), il rapporto tra debito pubblicoPag. 126 e PIL a fine 2021 è sceso al 150,8 per cento, dal picco del 155,3 per cento toccato nel 2020.
Evidenzia che gli interventi normativi introdotti con la legge di bilancio 2022, il decreto-legge fiscale, le misure emergenziali aggiuntive rese necessarie ad inizio 2022 dalla quarta ondata di diffusione del Coronavirus e quelle introdotte per mitigare l'impatto sulle famiglie e le imprese derivante dall'incremento dei prezzi energetici e il cosiddetto «decreto-energia» – oltre agli interventi finanziati col PNRR – portano nel 2022, il rapporto deficit/PIL a legislazione vigente al 5,1 per cento, un livello inferiore di circa 0,5 punti percentuali rispetto all'obiettivo del 5,6 per cento già rivisto al ribasso lo scorso autunno.
Rileva che l'obiettivo per l'anno in corso era stato, infatti, fissato al 5,9 per cento del PIL nel precedente Programma di Stabilità. Negli anni successivi, il rapporto deficit/PIL tendenziale segnerà ulteriori riduzioni, collocandosi al 3,7 per cento nel 2023, al 3,2 per cento nel 2024 e al 2,7 per cento nel 2025.
Sottolinea che il deficit primario segnerà ulteriori ridimensionamenti, scendendo allo 0,6 per cento del PIL nel 2023, per poi attestarsi allo 0,2 per cento del PIL nel 2024. Nel 2025 è previsto un avanzo primario a legislazione vigente dello 0,2 per cento del PIL. La spesa per interessi passivi subirà un aumento in termini nominali nell'anno in corso, cui seguiranno progressive riduzioni nel 2023 e 2024.
Dal lato della spesa pubblica, segnala che il sentiero di riduzione dell'incidenza della spesa totale primaria sul PIL prevede un calo dal 52,0 per cento registrato nel 2021 al 50,1 per cento del PIL nell'anno in corso, fino al raggiungimento del 46,6 per cento nel 2025. La spesa corrente primaria seguirà un andamento simile.
Evidenzia che un particolare rilievo è riservato, sempre nella sezione II, all'Aiuto pubblico allo sviluppo (APS): a tale proposito, il documento segnala che nel 2020 l'APS italiano – calcolato sulla base delle erogazioni notificate da 63 enti – era stato di 3,7 miliardi, pari allo 0,22 per cento del Reddito Nazionale Lordo (RNL), percentuale equivalente a quella raggiunta nel 2019.
Rileva che la flessione rispetto al 2018, quando il rapporto era dello 0,25, è ancora una volta imputabile in larga misura al notevole decremento delle spese destinate all'accoglienza temporanea in Italia dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Tenuto conto di tali dati, il Governo conferma l'auspicio di un allineamento dell'Italia agli standard internazionali in materia di APS, impegnandosi in un percorso di avvicinamento all'obiettivo dello 0,7 per cento del RNL fissato nel 2015 dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Al riguardo, osserva che il Documento ribadisce l'esigenza di assicurare, con una prospettiva pluriennale, graduali incrementi degli stanziamenti assegnati alle amministrazioni dello Stato per interventi di cooperazione allo sviluppo, in linea con quanto previsto dall'articolo 30 della legge n. 125 del 2014, con particolare riferimento alle risorse allocate al MAECI per attività di cooperazione allo sviluppo.
Al contempo, il testo riafferma, in linea con i rilievi mossi dalla Corte dei conti, la necessità di promuovere un maggiore coordinamento delle politiche pubbliche nel settore della cooperazione internazionale, con l'obiettivo di migliorare la qualità e la coerenza dell'azione dell'Italia in tema di APS valorizzando, in particolare, gli strumenti previsti dalla medesima legge n. 125 del 2014.
Per quanto attiene ai contenuti della sezione III, contenente il Programma nazionale di riforma, sottolinea che in esso si dà conto preliminarmente del fatto che, seppure gli interventi predisposti nel PNRR siano relativamente recenti, i cambiamenti degli scenari internazionali e di contesto sono stati così rilevanti da rendere necessario un aggiornamento della strategia di riforma alla luce delle mutate condizioni di contesto.
In particolare, sono evidenziati nella parte introduttiva i settori connotati dall'assunzione di nuove iniziative. Oltre a quelli più strettamente connessi all'emergere della crisi ucraina – riferiti alla politica energetica, con particolare riguardo Pag. 127all'esigenza di accelerare la transizione ecologica ed il correlato problema dello sviluppo delle filiere produttive legate alla transizione ecologica – sono segnalati lo sviluppo di una politica industriale per i settori di punta, quali i chips e l'auto elettrica, e una strategia di miglioramento dell'istruzione e della formazione, di rafforzamento dei dottorati e della ricerca universitaria, di promozione delle discipline STEM (science, technology, engineering and mathematics) e del riallineamento delle competenze con le esigenze del sistema produttivo.
Con riguardo alla tematica della riforma fiscale, segnala che sul piano europeo e internazionale sarà assicurato il potenziamento della cooperazione amministrativa attraverso lo scambio di informazioni tra giurisdizioni fiscali per contrastare efficacemente e tempestivamente l'evasione.
Rileva che la sezione si sofferma, altresì, sul percorso compiuto dal nostro Paese per l'attuazione dell'Agenda 2030 ed il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, illustrando dettagliatamente le misure attuate e programmate dal Governo per accelerare il raggiungimento di quegli obiettivi il cui percorso di attuazione è in posizione ancora arretrata rispetto alla media UE. Tali OSS sono stati suddivisi in ragione della loro rilevanza in tema di sostenibilità ambientale, transizione digitale e produttività, equità, stabilità macroeconomica. La disamina si basa sui risultati del Rapporto di monitoraggio di Eurostat, sui dati rilevati a livello nazionale dall'Istat e sulla Relazione sugli indicatori di Benessere equo e sostenibile (BES) 2022.
Tutto ciò premesso, presenta, quindi, una proposta di parere favorevole, che illustra (vedi allegato 1).
Paolo FORMENTINI (LEGA), richiamando l'ordine del giorno n. 9/03495-AR/037 Zucconi, approvato questa mattina dall'Aula, nonché la risoluzione n. 7-00821 sulla partecipazione dell'Italia al progetto di gasdotto Eastmed, assegnata alle Commissioni Affari esteri ed Attività produttive, propone di integrare la proposta di parere inserendo – al decimo capoverso delle premesse – un riferimento relativo all'opportunità che l'Italia aderisca al gasdotto EastMed che, mirando a convogliare il gas dai bacini di Israele e coinvolgendo Grecia, Cipro e Italia, potrebbe collegare il gas del Mediterraneo orientale all'Europa.
Laura BOLDRINI (PD), con riferimento all'ultimo capoverso delle premesse, sottolinea l'esigenza di rendere più stringente e vincolante l'impegno ad incrementare le risorse destinate all'Aiuto pubblico allo sviluppo. Sottolinea, infatti, che nelle ultime settimane si è aperto un ampio dibattito sulla necessità di assolvere agli obblighi internazionali assunti dall'Italia in sede NATO circa l'aumento delle spese militari. Trattandosi anche in questa materia di obblighi internazionali, occorrerebbe garantire il rispetto degli impegni presi in sede di Nazioni Unite concernenti il sostegno all'aiuto allo sviluppo. Anche tali impegni devono essere considerati stringenti, prevedendo l'obbligo di conseguire entro il 2030 lo 0,7 per cento del Reddito nazionale lordo (RNL). Peraltro, ricorda che il Governo italiano aveva assunto autonomamente un obiettivo di medio termine, che comportava il raggiungimento dello 0,30 per cento entro il 2020: un target ampiamente disatteso, visto che nel 2020 sono state investite risorse pari allo 0,22 per cento del RNL e che tale target non appare realizzato neanche nell'anno in corso.
Ribadisce, quindi, l'opportunità di riformulare il testo del parere al fine di sollecitare un'azione più incisiva da parte dell'Esecutivo su questa materia, tenuto conto che l'aiuto pubblico allo sviluppo, tra le altre cose, promuovendo la crescita nei Paesi in via di sviluppo, contribuisce anche a ridurre i flussi migratori.
Yana Chiara EHM (MISTO-M-PP-RCSE), associandosi alle considerazioni della collega Boldrini e ringraziando la Viceministra Sereni per aver ribadito – in una recente intervista – l'impegno dell'Italia a conseguire il citato target dello 0,7 per cento, con riferimento all'ultimo punto delle premesse, propone di sostituire le parole «in un percorso di avvicinamento all'obiettivo» con le parole «per il raggiungimento dell'obiettivo».Pag. 128
Sottolinea, altresì, che il Governo si appresta a stipulare nuovi accordi in materia di diversificazione degli approvvigionamenti energetici con Paesi terzi – come l'Algeria, l'Angola e il Mozambico – che presentano serie criticità sul fronte dei diritti umani. Si tratta di una questione che questa Commissione dovrebbe valutare con maggiore accuratezza alla luce della crisi russo-ucraina.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), condividendo le osservazioni delle colleghe Boldrini ed Ehm, propone di modificare l'ultimo paragrafo delle premesse sopprimendo le parole «con l'auspicio di un» e sostituendo le parole «in un percorso di avvicinamento» con le parole «per il raggiungimento».
La Viceministra Marina SERENI, evidenziando che l'Italia condivide lo sviluppo di un hub energetico nel Mediterraneo, rileva, tuttavia, che il progetto EastMed deve ancora essere sottoposto ad un'accurata analisi sul piano finanziario e tecnico. In tema di aiuto pubblico allo sviluppo, precisa che i nuovi dati OCSE/DAC, relativi al 2021, segnalano che l'Italia ha raggiunto la quota dello 0,28 per cento del RNL: si tratta di un incremento decisamente incoraggiante, legato alle risorse impiegate per fronteggiare la crisi umanitaria in Afghanistan, alla cooperazione in ambito sanitario per gestire l'emergenza COVID-19 e alle decisioni prese in tema di ristrutturazione del debito di Paesi terzi. Tenuto conto che si tratta di due fenomeni congiunturali, è tuttavia possibile che per il 2022 le risorse destinate all'APS possano subire nuovamente una contrazione.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) propone di aggiornare il parere con i dati appena esposti dalla Viceministra.
Riccardo OLGIATI (M5S), concordando con quest'ultima proposta della collega Quartapelle Procopio, suggerisce, altresì di inserire un'osservazione che recepisca la richiesta dell'onorevole Formentini.
Laura BOLDRINI (PD), richiamando l'intervento della collega Ehm sulle criticità di alcuni Paesi in tema di diritti umani e Stato di diritto, propone di menzionarle nel parere, inserendo un apposito passaggio sulla esigenza di non sottovalutare tali aspetti nella definizione degli accordi con Paesi terzi in materia energetica: a suo avviso, infatti, il nostro Paese rischia nuovamente – come accaduto con la Federazione Russa – di creare rapporti di dipendenza, sul piano degli approvvigionamenti di materie prime, con regimi tutt'altro che democratici.
Paolo FORMENTINI (LEGA) replicando alla collega Boldrini, sottolinea che il progetto EastMed permetterebbe all'Italia di importare il gas da Israele – l'unica democrazia del Medio Oriente –, dunque senza incorrere nei rischi derivanti dalla dipendenza da Paesi autoritari e instabili.
Laura BOLDRINI (PD), rivolgendosi al collega Formentini, precisa che si riferiva a Paesi come l'Algeria, l'Angola e il Mozambico, che non hanno una reputazione specchiata in tema di diritti umani.
Guglielmo PICCHI (LEGA), pur condividendo le preoccupazioni sollevate dalla collega Boldrini, ricorda che inserire un richiamo al rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto con riferimento agli accordi in materia energetica appare contrario all'interesse nazionale: infatti, premesso che gran parte delle materie prime provengono da Paesi governati da regimi autoritari, a partire dalla Cina, che è il primo esportatore al mondo di terre rare, essenziali per la produzione di telefoni cellulari, ai quali nessuno comunque rinuncerebbe. L'attivazione di una tale clausola sui diritti umani provocherebbe danni irreparabili al nostro sistema produttivo, già afflitto da costi energetici esorbitanti, da alti tassi di disoccupazione e dall'inflazione crescente. Non a caso, la Germania in passato non ha esitato a stipulare accordi con la Federazione Russa pur di incrementare le sue esportazioni di automobili e garantirsi l'approvvigionamentoPag. 129 di gas con le reti NorthStream 1 e 2: l'Italia deve confrontarsi con questi competitors e agire di conseguenza, lasciando da parte le pur legittime rivendicazioni sul piano ideale.
Andrea DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI), associandosi alle considerazioni del collega Picchi, aggiunge che, in base all'assioma dell'onorevole Boldrini, si potrebbero stipulare accordi in materia energetica – per di più assai onerosi – solo con gli Stati Uniti o – meglio ancora, visti gli episodi che hanno generato il movimento Black Lives Matter – con lo Stato di Città del Vaticano. Sul terreno dello Stato di diritto nessun Paese fornitore di energia offre garanzie ottimali, considerato che anche taluni Paesi membri dell'Unione europea sono oggetto di severe critiche in materia di Stato di diritto.
Matteo PEREGO DI CREMNAGO (FI) sottolinea che la logica della diversificazione delle fonti energetiche adottata dal Governo mira proprio ad evitare – come accaduto con la Russia – la dipendenza da un unico Paese che non rispetta gli standard delle democrazie occidentali.
La Commissione approva quindi la proposta di parere del relatore, come riformulata nel corso del dibattito (vedi allegato).
La seduta termina alle 15.05.
COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI NEL MONDO
INDAGINE CONOSCITIVA
Mercoledì 13 aprile 2022. — Presidenza della presidente Laura BOLDRINI.
La seduta comincia alle 15.05.
Sull'impegno dell'Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni.
Audizione, in videoconferenza, di una delegazione della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada, guidata dal Presidente Dmytro Lubinets.
(Svolgimento e conclusione).
Laura BOLDRINI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Svolge, quindi, un intervento introduttivo.
Dmytro Valeriyovych LUBINETS, Presidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche della Verkhovna Rada, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine conoscitiva.
Intervengono, quindi, per porre quesiti e formulare osservazioni, Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), Piero FASSINO (PD), Yana Chiara EHM (MISTO) e Laura BOLDRINI, presidente.
Gli ulteriori deputati ucraini Konstyantyn Ivanovych KASAY, Presidente della Sottocommissione per i territori temporaneamente occupati dell'Ucraina, Nelli Illivna YAKOVLEVA, Vicepresidente della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche, Taras Petrovych TARASENKO, Presidente della Sottocommissione per i diritti umani, e Mustafa DZHEMILEV, Pag. 130membro della Commissione per i diritti umani, la de-occupazione e reintegrazione dei territori temporaneamente occupati delle regioni del Donetsk, Luhansk e della Repubblica autonoma di Crimea e per le relazioni interetniche, svolgono a loro volta brevi interventi sulle violazioni dei diritti umani in Ucraina nel contesto del conflitto con la Federazione Russa.
Laura BOLDRINI, presidente, dichiara conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 16.05.
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.