RISOLUZIONI
Martedì 15 febbraio 2022. — Presidenza della presidente della X Commissione Martina NARDI. – Intervengono il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani e la sottosegretaria di Stato per la transizione ecologica Ilaria Fontana.
La seduta comincia alle 11.35.
7-00779 De Toma e 7-00787 Benamati: Iniziative finalizzate a fronteggiare l'aumento delle bollette di luce e gas e a favorire la produzione nazionale di energia da fonti rinnovabili.
(Discussione congiunta e rinvio).
Le Commissioni iniziano la discussione congiunta delle risoluzioni.
Martina NARDI, presidente, avverte che, vertendo sulla medesima materia, le risoluzioni saranno discusse congiuntamente.
Massimiliano DE TOMA (FDI) illustra la risoluzione n. 7-00779 a sua prima firma osservando che il Paese sta affrontando una crisi energetica che, senza esagerare e pur con dei distinguo, forse è paragonabile a quella indotta dalla crisi del petrolio negli anni 70 del secolo scorso i cui effetti generarono una crisi economica senza eguali dal dopoguerra. Rileva che ora la storia sembra ripetersi ma quella crisi di quasi cinquant'anni fa non sembra aver insegnato nulla a chi ha governato allora e chi governa oggi il nostro paese che si trova nelle condizioni di essere energeticamente vulnerabile, dipendente dall'estero, mentre si dovrebbe fare ogni sforzo possibile per renderlo indipendente. Riportando i contenuti di un colloquio avuto qualche giorno addietro, riferisce di essere stato colpito da un'affermazione del suo interlocutore, affermazione che peraltro non è lontana dalla sua posizione politica, secondo la quale la produzione italiana potrebbe essere di almeno 10 miliardi di metri cubi all'anno maggiore dell'attuale che, ai prezzi correnti, di fatto significa avere rinunciato a 8 miliardi di euro di valore di gas italiano, lasciato sottoterra, gas che deve essere invece importato con l'ulteriore conseguenza che si tratta di un pezzo di PIL, che viene trasferito all'estero. Personalmente concorda con tale affermazione: si tratta di PIL sottratto dalle tasche delle famiglie italiane che sono chiamati a sostenere l'onere di scelte del passato non più condivisibili.Pag. 39
Ritiene che anche per questo l'Italia dovrebbe rapidamente rivedere la propria politica energetica dotandosi degli strumenti più appropriati per garantirsi l'indipendenza energetica attraverso un mix che sia il più equilibrato possibile, a partire dalle fonti rinnovabili.
Fa presente che, nel frattempo – ancorché l'auspicio di tutti sia che la crisi ucraina si avvii verso una pacifica risoluzione – è passato più di un mese da quando il Presidente del Consiglio dei ministri, il 10 gennaio, dichiarò che sull'emergenza bollette di luce e gas sarebbero stati presi provvedimenti. Sottolinea, purtroppo, che a quelle dichiarazioni non sono seguiti i fatti e che quindi Fratelli d'Italia ha sentito il forte dovere di delineare alcune possibili risposte a favore del Paese e presentare la risoluzione in discussione contenente una piattaforma di interventi sui quali avviare un sereno dibattito, al fine di condividerli con tutte le forze politiche, perché i cittadini e le imprese si attendono dal Parlamento fatti e non parole o vaghi agli impegni, magari preceduti dalla formula: «a valutare l'opportunità di...». Evidenzia infatti che i cittadini e le imprese non «valutano l'opportunità» di pagare o meno le bollette di luce e gas ma sono costretti a farlo, altrimenti non riscaldano le loro case e le imprese devono fermare la produzione e chiudere. È quindi dell'avviso che occorra agire in fretta perché il Paese rischia di fermarsi. Ricorda che proprio in questi giorni arriveranno bollette energetiche assai salate alle famiglie e molti faranno fatica a pagarle se non sarà data loro la possibilità una rateizzazione totale. Rimarca che tra i soggetti che stanno incontrando enormi difficoltà a causa del caro energia ci sono le imprese, che già scontano enormi difficoltà per sopravvivere alla crisi economica e dei consumi derivata dall'emergenza sanitaria che ha colpito l'Italia, come pure, soprattutto, le famiglie a basso reddito o, in particolare, quelle famiglie obbligate a consumi energetici elevati per via dei macchinari salvavita cui sono collegati i loro congiunti colpiti da disabilità gravi irreversibili come la SLA o altre patologie gravissime. È dell'avviso che a queste imprese, a queste famiglie bisogna dare risposte con fatti concreti e immediati.
Evidenzia altresì che il caro energia riguarda, ovviamente, anche il rincaro dei carburanti, di cui poco si parla, ma che sconta una pressione fiscale tra accise e Iva senza pari. Tale pressione fiscale non diminuisce nonostante gli impegni assunti dal governo con l'approvazione dell'ordine del giorno richiamato nella risoluzione in discussione. Quest'ultima reca non solo impegni concreti per sostenere le famiglie e imprese in questo difficile momento ma anche impegni di prospettiva capaci di delineare un percorso comune per dotare il Paese di una strategia energetica nazionale di ampio respiro, con un approccio più realistico e solerte nei confronti delle energie da fonti rinnovabili.
Osserva che il nostro è un Paese capace di progettare il proprio futuro energetico, che ha le risorse e le conoscenze scientifiche e tecnologiche appropriate. Crede inoltre che bisogna fare sistema anche rimuovendo tutti quegli impedimenti burocratici che interessano le nostre imprese sulla via della transizione energetica.
Preferendo non dilungarsi sui contenuti della risoluzione, rinviando i colleghi alla sua lettura, desidera anche ricordare solo alcuni punti in essa contenuti la cui condivisione è di fondamentale importanza per le famiglie italiane e per le imprese. In tal senso ad avviso del suo gruppo: occorre adottare misure urgenti per ridurre subito il peso fiscale, e dunque il costo finale, dei prodotti energetici, almeno per un certo periodo di tempo; occorre favorire e sostenere i processi e i progetti di transizione ecologica per lo sviluppo, il potenziamento, la ristrutturazione, l'accessibilità, l'efficientamento e la riconversione degli asset produttivi e commerciali dell'impresa; occorrerebbe poi promuovere iniziative di partenariato, tra il Ministero della transizione ecologica e il sistema nazionale della ricerca universitaria, nei settori delle energie rinnovabili, inclusa la ricerca scientifica per la produzione e lo sviluppo competitivo di tecnologie e prodotti energetici per uso civile e industriale, così da valorizzare anchePag. 40 le infrastrutture presenti sull'intero territorio nazionale.
Sottolinea che quelle menzionate sono solo alcune tra le misure individuate nella risoluzione all'esame e auspica un sereno e franco prosieguo della discussione, sul complesso delle risoluzioni, anche favorendo l'avvio di un rapido ciclo di audizioni dei soggetti maggiormente coinvolti sui temi energetici e nella transizione ecologica, essendo certo che il Paese si attende dal Parlamento una presa di posizione comune, concreta e capace di dare risposte immediate alle famiglie e alle imprese.
Conclude evidenziando che per quanto l'attuale contesto sia difficile, riferendosi in particolare a quanto sta avvenendo nell'Europa dell'est, l'Italia non può permettersi il lusso di dipendere solo da quanto accade fuori dei propri confini ma deve tornare a considerarsi centrale e mettere in campo una strategia e quindi scegliere cosa fare e con chi farlo. È convinto che il Parlamento possa dare precisi e decisivi input al Governo contribuendo alle opportune azioni idonee a perseguire una vera transizione (che con un gioco di parole può anche essere definita «transazione») ecologica fin da ora. Sottolinea, in ultimo, che efficaci iniziative in materia di energia e carburanti debbono prevedere anche risposte giuste sul versante delle infrastrutture in quanto senza un intervento sulle infrastrutture non potrà essere assicurata nessuna transizione all'elettrico e all'idrogeno.
Martina NARDI, presidente, sospende brevemente la seduta al fine di permettere talune operazioni di ordine tecnico per la regolazione dell'impianto di trasmissione audiovideo.
La seduta, sospesa alle 11.45, è ripresa alle 11.50.
Gianluca BENAMATI (PD) illustra la risoluzione n. 7-00787 a sua prima firma e sottolinea, preliminarmente, che l'incremento dei prezzi dell'energia trova origine in situazioni di carattere strutturale oltre che dipendere da ragioni di tipo congiunturale. Evidenzia, inoltre, che il processo di decarbonizzazione dovrà traguardare al 2050 e avere diverse fasi, prima e dopo il 2035. Rileva che tale processo si muove in linea con i piani e la strategia energetici nazionali, come il Pniec, piani che personalmente ritiene tuttora validi anche se taluni obiettivi dovranno essere rivisti al rialzo e, soprattutto dopo il 2035, ci sarà bisogno di puntare decisamente su altre fonti rinnovabili, determinando un cambiamento del mix energetico e una progressiva riduzione del peso del gas in esso. Ritiene tuttavia che l'attuale mix energetico ponga l'Italia tra quei Paesi che molto hanno fatto per avviarsi decisamente verso la decarbonizzazione ed evidenzia che l'utilizzo del gas deve essere considerato un elemento di sostegno al complesso delle esigenze energetiche.
Fa dunque presente che la risoluzione in discussione si pone anche come momento di riflessione circa le cause, strutturali e congiunturali, dell'aumento dei prezzi evidenziando che questo dipende non solo da attriti geopolitici e dal calo della produzione globale determinato dagli effetti della pandemia sull'economia mondiale ma anche dal grado di velocizzazione della diffusione delle fonti di energia rinnovabili.
Ritiene che sia stato opportuno l'intervento del Governo a sostegno delle famiglie e delle imprese di fronte all'emergenza causata dall'aumento dei costi dell'energia, e condivide le misure volte a ridurre i costi fiscali e parafiscali a vantaggio di chi consuma energia. Si tratta di un'azione che deve continuare però, a suo avviso, questi interventi di sostegno, che di fatto sono caratterizzati dalla rincorsa all'aumento dei prezzi, non possono continuare all'infinito. Anche per tale motivo la risoluzione in titolo cerca di indicare misure che vadano oltre, in modo diverso, rispetto a quanto finora fatto. Innanzitutto, si tratta di modificare, o almeno cercare di farlo con decisione, il meccanismo di formazione dei prezzi dell'energia nel mercato italiano, considerando altresì le diverse strutture dei costi delle differenti componenti.
Osserva inoltre che si impone una riflessione sulla tematica riguardante l'estrazionePag. 41 di gas dai giacimenti nazionali nonché sull'uso delle scorte di gas in stoccaggio, e ciò per gli effetti che tali elementi potrebbero comportare in materia di formazione e contenimento dei prezzi dell'energia. Fa poi presente che la risoluzione punta anche a ridefinire le quote di rifornimento di carburante ed energia da altri Paesi, esortando ad una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento e, pur rafforzando le attuali importazioni, accrescerle da altri contesti geopolitici utilizzando anche le possibilità fornite da un più massiccio impiego del TAP, su cui peraltro evoca le inutili polemiche del passato. Segnala inoltre che nella risoluzione si invita a velocizzare la penetrazione della produzione energetica da fonti rinnovabili, anche al fine di cogliere gli obiettivi del Pniec. In particolare segnala che dovrebbero essere coinvolte le imprese a sostegno degli investimenti nazionali nel settore delle Fer elettriche e che dovrebbero essere identificate con celerità le aree idonee per l'installazione di queste ultime nonché velocizzare le procedure di autorizzazione per l'installazione di fonti di energia rinnovabile.
Evidenzia che tutte queste misure non devono comunque far dimenticare la necessità di continuare a fornire gli opportuni sostegni a tutela delle fasce più deboli della popolazione sottolineando, peraltro, che tali sostegni sono necessari anche a favore delle amministrazioni pubbliche che stanno affrontando serie difficoltà a gestire alcuni servizi, come ad esempio il servizio di pubblica illuminazione delle strade.
Rimarca poi che per le nostre imprese il costo maggiorato dell'energia comporta la perdita di competitività. Anzi, segnala, è l'intero sistema Paese che rischia una generale riduzione del livello di competitività. In tal senso l'energia è una materia prima da difendere anche per tutelare la ricchezza e la prosperità della nazione. Bisogna quindi fare presto e, osserva, la risoluzione in discussione rappresenta una buona occasione anche per riaffermare il ruolo che il Parlamento può svolgere per concorrere a cercare soluzioni adeguate.
Conclude, quindi, invitando il Governo ad assumere gli impegni indicati nella risoluzione, auspicando una fattiva collaborazione da parte delle forze politiche e della maggioranza.
La sottosegretaria di Stato Ilaria FONTANA si riserva di intervenire in altra seduta.
Martina NARDI, presidente, in considerazione dell'importanza delle tematiche in discussione e visto il poco tempo a disposizione, invita i commissari a rinviare il loro intervento alla prossima seduta. Concordi le Commissioni, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 12.10.