ALLEGATO 1
Disciplina del volo da diporto o sportivo (Testo unificato C. 2493 e abbinate).
PARERE APPROVATO
La Commissione IV (Difesa),
esaminato il testo unificato delle abbinate proposte di legge C. 2493 Bendinelli e C. 2804 Maschio, così come modificato dagli emendamenti approvati;
rilevato che il provvedimento, composto di 15 articoli e di due allegati, contiene la disciplina del volo da diporto o sportivo, fondata sul prioritario principio della sicurezza;
evidenziato che l'articolo 3, comma 2, reca l'istituzione di una Commissione permanente per la sicurezza del volo, tra i cui compiti vi è anche quello di favorire la diffusione della sicurezza del volo secondo i programmi e le direttive annualmente individuati dall'Aero Club d'Italia e concordati con l'Agenzia nazionale della sicurezza del volo e l'Ispettorato Sicurezza del volo dell'Aeronautica militare;
valutate favorevolmente le disposizioni dell'articolo 5 relative all'uso delle aree di decollo e atterraggio, che fanno salvi gli eventuali divieti disposti dalle competenti autorità civili o militari sulla base di esigenze di difesa, di sicurezza o di ordine pubblico, prevedono che le operazioni di decollo, atterraggio e rimessaggio sugli aeroporti militari avvengano previo accordo tecnico tra Aeronautica militare e Aero Club d'Italia e che le operazioni di atterraggio, decollo e volo presso gli aeroporti militari, nonché in prossimità delle installazioni militari e all'interno degli spazi aerei controllati dall'Aeronautica militare siano soggette alla preventiva autorizzazione rilasciata dal Ministero della difesa, in conformità a specifici accordi tecnici stipulati tra l'Aeronautica militare e l'Aero Club d'Italia;
considerato che l'articolo 8 prevede il concerto con il Ministro della difesa per l'adozione del Regolamento per gli aeromobili da impiegare per il volo da diporto o sportivo provvisti di motore,
esprime
PARERE FAVOREVOLE.
ALLEGATO 2
Interrogazione n. 5-02208 Roberto Rossini: Sulle iniziative da adottare da parte del Ministero della difesa per la razionalizzazione e l'ottimizzazione degli spazi destinati all'archiviazione della documentazione cartacea.
TESTO DELLA RISPOSTA
Ai sensi del Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa (decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000), la Direzione Generale di Commissariato e dei Servizi Generali è affidataria della gestione dell'archivio di deposito dell'Area Tecnico Amministrativa della Amministrazione Difesa.
Tale archivio è situato presso la Caserma Piccinini, sita in Roma alla via Casilina, che ospita, all'interno di 3 capannoni e 3 prefabbricati, circa 43 chilometri di documenti (espressi in metri lineari).
I nuovi versamenti si attestano su 600-700 faldoni all'anno (una cifra in costante contrazione per effetto del passaggio al digitale) e i principali utenti che formulano richieste di consultazione dei documenti custoditi sono Enti interni alla difesa, oltre a ricercatori in discipline storiche.
L'ultima operazione di scarto, che ha interessato oltre 26.000 faldoni, risale al 2010; la successiva Commissioni di scarto nominata nel 2016, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 8 gennaio 2001 n. 37, non è divenuta operativa a causa della indisponibilità di componenti esterni alla Amministrazione Difesa.
Nel corso del 2019 è stata nominata una nuova commissione permanente di scarto la quale, nel corso di numerose sedute, ha esaminato una ingente mole di documenti individuando quelli che, privi di valore storico ed amministrativo, potranno essere distrutti previa autorizzazione del Ministero della cultura.
Le attività di detta commissione, completate al 90 per cento circa, sono state interrotte per effetto dell'emergenza sanitaria da Covid-19 e, si stima, potranno essere riprese, ad emergenza terminata.
Occorre ricordare, al fine di una corretta rappresentazione della tematica, che la normativa in materia di archivi, contenuta nel citato Testo Unico sulla Documentazione Amministrativa, deve essere coordinata con le disposizioni contenute nel Codice della Amministrazione Digitale, di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005 e con le Regole Tecniche in materia di sistema di conservazione, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2013, che prevedono una gestione completamente informatizzata dell'intero ciclo di vita del documento, dalla sua formazione fino alla conservazione.
Da ciò ne deriva che la tradizionale distinzione operata dalle scienze archivistiche tra archivio corrente, archivio di deposito e archivio storico tende a sfumare alla luce di una concezione unitaria e digitale di archivio, inteso come un tutt'unico che non conosce partizioni.
In particolare, se l'attività di conservazione dei documenti analogici è disciplinata da precise regole e procedimenti di natura archivistici e di misure e tecniche volte ad evitare il deterioramento della carta e degli inchiostri, la conservazione dei documenti digitali è caratterizzata, prioritariamente, dalla necessità di garantire nel tempo che gli strumenti hardware e software in grado oggi di rendere accessibili contenuti, siano in grado di farlo anche nel futuro e di conseguenza di preservare le caratteristiche di autenticità, affidabilità, integrabilità, leggibilità dei documenti informatici garantendo la loro reperibilità in un arco di tempo indefinito.
In tale contesto è stata operata una duplice valutazione in merito alla funzione Pag. 33dell'archivio di deposito gestito dalla citata Direzione generale.
In primo luogo, si è preso atto che dal 2012 la produzione di documenti analogici da parte della Amministrazione della difesa ha subito una drastica riduzione a seguito dell'adozione del sistema di gestione dei flussi documentali tale per cui si può affermare che, salve poche aree di attività per le quali sono comunque allo studio iniziative di digitalizzazione, l'uso del documento cartaceo è divenuto assolutamente marginale.
In secondo luogo, la situazione dell'archivio presso la Caserma Piccinini, sotto il duplice profilo della disponibilità di spazi nonché della necessità di una consultazione periodica da parte degli uffici, non è tale da creare preoccupazioni e comunque non è fonte di costi aggiuntivi per l'Amministrazione.
Ne è conseguita la decisione di valorizzare, allo scopo di una effettiva razionalizzazione degli spazi di archivio, quanto previsto dall'articolo 42 del citato decreto legislativo n. 82 del 2005 che, previo compimento di una analisi costi benefici, consente di implementare una attività di dematerializzazione dei documenti analogici, cioè una loro digitalizzazione con uso di strumenti quali O.C.R. (optical character recognition), autenticazione e successiva archiviazione informatica, avvalendosi dei processi «industriali» resi disponibili dal Centro di Dematerializzazione e Conservatore Unico (Cedecu) di Gaeta.
Tale soluzione consente, a un costo molto ridotto, di trasformare i documenti ancora di interesse per la amministrazione che, con opportuni processi di rendering, possono essere «ricostituiti» conservando il loro pieno valore legale così come la utilizzabilità in giudizio.
Ciò potrà consentire un effettivo risparmio di spazio, grazie alla distruzione dei documenti analogici e all'incremento di efficacia degli operatori in virtù del minor dispendio di tempo collegato alla ricerca e consultazione degli stessi.
Già a far data dal mese di gennaio 2018, da parte della competente Direzione Generale di Commissariato, si è dato l'avvio a tale attività chiedendo a tutte le articolazioni organizzative dell'Area Tecnico-Amministrativa di comunicare i dati necessari per lo svolgimento dei processi lavorativi (classificazione, estremi cronologici, motivazione).
Con riferimento, infine, alle Forze armate/Arma dei Carabinieri si rende noto che già da tempo è stata attivata la razionalizzazione organizzativa ed informatica dei procedimenti mediante l'introduzione di sistemi informatici che permettono la trattazione di documenti dall'acquisizione/digitalizzazione, al protocollo informatico, alla distribuzione, alla catalogazione fino all'archiviazione sostitutiva, in linea con le disposizioni in materia di dematerializzazione della documentazione cartacea.
ALLEGATO 3
Interrogazione n. 5-06878 Deidda: Sulle iniziative da assumere per evitare la chiusura e potenziare l'organico del IX Battaglione Carabinieri di Sardegna.
TESTO DELLA RISPOSTA
La Difesa, nell'esprimere apprezzamento per quanto affermato dall'Onorevole interrogante in merito al ruolo svolto dal 9° Battaglione Sardegna Carabinieri nel corso degli anni, condivide l'assunto in base al quale lo stesso abbia rappresentato, e rappresenti tuttora, per tutta la Sardegna, un elemento insostituibile d'intervento per la tutela della pubblica sicurezza e dell'ordine pubblico, nonché un presidio sicuro a supporto della Protezione Civile, in caso di pubblica calamità.
Ad integrazione di quanto già rappresentato nell'atto, ricordo che in data 1° ottobre 2009 il 9° Battaglione è stato collocato alle dipendenze dell'8° Reggimento Carabinieri «Lazio», con assetti estremamente snelli orientati esclusivamente all'attività operativa, venendo demandato il relativo supporto logistico amministrativo direttamente al Comando Legione Carabinieri Sardegna.
Nell'ambito dei provvedimenti volti a razionalizzare e ottimizzare le funzioni di supporto qualificato all'Arma territoriale e in particolare alle attività di prevenzione antiterrorismo, il 9° Battaglione, in data 4 marzo 2019, ha assunto una nuova fisionomia ordinativa con la costituzione di 3 Squadre Operative di Supporto (SOS), inquadrate nell'ambito del 1° Plotone della dipendente Compagnia.
Lo stesso Battaglione espleta, inoltre, attività connesse con:
il concorso alla difesa integrata del territorio nazionale;
la partecipazione ai servizi di ordine pubblico con tutti i propri assetti dipendenti;
la vigilanza ad obiettivi sensibili militari e a quelli di natura civile definiti, di volta in volta, dall'autorità di Pubblica Sicurezza;
il supporto dell'Organizzazione territoriale per incrementare il controllo del territorio nelle zone più sensibili sotto il profilo della sicurezza pubblica;
la predisposizione di assetti da impiegare nelle missioni «fuori area» per l'assolvimento delle funzioni di polizia militare ed il sostegno di alcune attività logistiche;
le esigenze di Protezione Civile;
vigilanza agli obiettivi sensibili a rischio di minaccia terroristica e fronteggiare situazioni di media criticità riconducibili ad atti di matrice terroristica (tramite le SOS).
Nel merito delle questioni poste, si rappresenta che, allo stato, non esiste alcun provvedimento di rimodulazione del Battaglione Sardegna.
Con riferimento, invece, all'organico si partecipa che l'impiego giornaliero del personale in servizi di ordine pubblico, antiterrorismo e di supporto all'Arma territoriale è mediamente pari a 32 unità nell'anno 2019, a 45 unità nell'anno 2020 e a 38 unità nel 2021, idoneo all'assolvimento dei compiti istituzionali.