IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 22 settembre 2021. — Presidenza della presidente RONZULLI.
La seduta comincia alle 8.45.
Schema del V Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva.
(Parere al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, ai sensi dell'articolo 1, comma 5 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 103.
(Esame e rinvio).
La PRESIDENTE, avverte che nella prima parte della seduta odierna la Commissione è chiamata ad esaminare il V Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva. Si tratta di un atto – di indubbia importanza – sul quale la Commissione dovrà rendere parere entro il 6 novembre. Sul Piano, segnala, che ha reso già il prescritto parere l'Autorità Garante per l'infanzia e l'adolescenza, dottoressa Garlatti.
Procede quindi, in qualità di relatrice, alla illustrazione dell'Atto in esame.
Il Piano è il risultato di un'intensa attività di coprogettazione che ha coinvolto non solo tutti i soggetti e gli enti partecipanti all'Osservatorio nazionale, ma anche la società civile e il terzo settore, soggetti pubblici quali amministrazioni centrali, enti pubblici e territori, soggetti privati, esperti, il mondo dell'università e della ricerca.
Specifica che il documento si articola in 3 sezioni e in una appendice nella quale sono riportati gli esiti di una consultazione Pag. 305online promossa dall'Osservatorio nazionale – che ha elaborato il Piano.
La prima sezione, di introduzione, delinea il contesto internazionale ed europeo in materia di strategie per la promozione e la tutela dei diritti delle nuove generazioni, nel quale il Piano nazionale si inserisce: dalla Convenzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo del 1989, agli Obiettivi ONU di sviluppo sostenibile – Agenda 2030, dalla Strategia dell'Unione europea sui diritti dei minori 2021-2024 al Sistema europeo di garanzia per i bambini vulnerabili (European Child Guarantee).
Evidenzia che la seconda sezione del Piano, intitolata «Quadro di realtà», è dedicata alla ricognizione della condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia, attraverso l'analisi degli interventi esistenti e delle azioni che necessitano di nuovi interventi migliorativi.
Rileva inoltre che nella terza e ultima sezione sono individuate le tre aree di intervento, Educazione, Equità, Empowerment nelle quali si struttura il Piano, e indicate per ciascuna obiettivi generali e azioni specifiche.
Con riguardo all'area Educazione il Piano si propone quattro obiettivi generali: il pieno riconoscimento del diritto dei bambini e delle bambine alla educazione a partire dalla nascita; il rilancio della corresponsabilità tra scuole, studenti e famiglie sostenendo quindi la definizione e il consolidamento della comunità educante sul territorio nazionale; la prevenzione e la promozione del benessere psicologico e fisico.
Il primo obiettivo generale è perseguito attraverso due specifiche Azioni: da un lato, l'integrazione delle potenzialità attuali dei servizi educativi 0-6 anni e il rafforzamento dell'offerta 0-3 anni (Azione 1) e, dall'altro, lo sviluppo dell'accessibilità ai servizi educativi 0-3 anni attraverso la cancellazione progressiva delle rette per la frequenza degli asili nidi (Azione 2).
L'importanza dei servizi educativi rivolti all'infanzia rappresenta un tema la cui rilevanza è stata in più occasioni evidenziata dalla Commissione. Altrettanto condivisibile è la necessità di garantire su tutto il territorio nazionale l'accesso ad asili nidi, superando un evidente gap.
Relativamente al secondo obiettivo il Piano indica tre Azioni: la necessità di un complessivo ripensamento della corresponsabilità scuola, studenti e famiglie in un'ottica di ampliamento delle forme di coinvolgimento delle rappresentanze studentesche e dei genitori, consentendo la massima partecipazione dei minori attraverso un modello circolare bottom-up e top-down in modo da favorire il dialogo anche con i territori (Azione 3); la valorizzazione degli strumenti forniti dalla legge n. 71 del 2017 per il contrasto del cyberbullismo e della legge n. 92 del 2019 relativa alla introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica, promuovendo in questi ambiti la conoscenza anche della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Azione 4); la definizione di un protocollo operativo per la fruizione di spazi pubblici in orario extrascolastico da parte della comunità educante tramite patti educativi di comunità (Azione 5).
Evidenzia che con riguardo alla prevenzione/promozione del benessere psicologico e fisico dei minori, obiettivo da raggiungere attraverso un intervento trasversale e integrato che coinvolga i servizi sociali, quelli educativi e quelli sanitari, il Piano individua 5 Azioni. In primo luogo il Piano prevede l'istituzione di un servizio – parte integrante dell'offerta formativa – di psicologia scolastica in ogni scuola. Si tratta anche in questo caso di una esigenza che la Commissione ha reiteratamente segnalato, evidenziando l'importanza di forme di sostegno psicologico in ambito scolastico. Tale servizio deve consentire anche l'accesso diretto alle prestazioni professionali e ai servizi in ambiti della salute mentale da parte degli adolescenti. È importante che il servizio sia accompagnato dalla adozione di linee di indirizzo nazionali (Azione 6). Ancora il Piano prevede il rafforzamento e il potenziamento dei consultori anche attraverso l'aumento dell'organico delle equipe e la previsione dell'aumento del numero degli psicologi, nonché la adozione di protocolli operativi tra ASL e direzioni regionali e provinciali del Ministero dell'istruzione Pag. 306 in un sistema di governance che veda uno stretto collegamento tra scuola e territorio (Azione 7). In terzo luogo il Piano prevede l'aggiornamento delle linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo in ambito scolastico anche attraverso una più piena partecipazione della comunità educante (Azione 8). Il Piano, poi, riconosce l'importanza di implementare i programmi centrati sulle life skills (Azione 9), prevedendo la stabilizzazione di tutte quelle iniziative integrate scuola-territorio sui corretti stili di vita (dalla educazione alimentare allo sport, al contrasto delle dipendenze). L'ultima Azione finalizzata alla promozione del benessere psicologico e fisico dei minori si sostanzia nella implementazione dell'educazione alla affettività, alla sessualità e alla parità di genere nelle scuole, da realizzarsi attraverso atti di indirizzo intersettoriali da approvare in Conferenza Stato-Regioni e attraverso la promozione di iniziative locali realizzate in un sistema a rete che coinvolga le istituzioni scolastiche e i vari enti territoriali (Azione 10).
Sottolinea poi come prendersi cura di un/a bambino/a o di un/a ragazzo/a in situazioni di vulnerabilità richieda una professionalità alta, formata attraverso un percorso di laurea universitaria per il profilo di operatore in ambito socio-educativo, che sviluppi saperi e competenze nella declinazione multilivello. È per questa ragione che il Piano prevede il necessario rafforzamento della qualità, del monitoraggio e della valutazione delle policies e degli interventi, da realizzarsi attraverso la valorizzazione dei sistemi informativi integrati, incluso il sistema sull'offerta dei servizi sociali, la promozione della cultura dei diritti dei bambini e della valutazione della documentazione nella formazione dei professionisti operanti nei servizi di protezione e tutela delle persone di minore età, l'identificazione del mismatch tra competenze necessarie al sistema di servizi di tutela e protezione e competenze offerte dai corsi di studio universitari ed infine l'unificazione delle due classi di laurea che formano gli educatori professionali (Azione 11).
Relativamente alle politiche per l'equità il Piano individua quattro obiettivi generali: il contrasto alla povertà assoluta dei minori; il rafforzamento delle opportunità educative per favorire l'inclusione sociale; la realizzazione di un efficace sistema integrato dei servizi per la cura, la tutela e la protezione; la protezione dei bambini e degli adolescenti dal rischio di abusi e maltrattamenti. Tali temi sono peraltro oggetto di procedure informative ancora in corso in Commissione. Anche in questo caso per ciascuno degli obiettivi generali il Piano indica precise Azioni.
Specifica inoltre con riguardo al contrasto alla povertà il Piano prevede, da un lato, l'avvio di una analisi volta alla revisione delle misure anche legislative vigenti nell'ottica di un efficace contrasto della povertà materiale dei nuclei familiari con minori di età (Azione 12) e, dall'altro, la progressiva estensione del servizio di refezione scolastica nelle scuole dell'infanzia e primaria, tendendo verso l'accesso universale, attraverso la qualificazione di questo servizio come livello essenziale delle prestazioni sociali – Lep (Azione 13).
Per quanto concerne il rafforzamento delle opportunità educative al fine di favorire l'inclusione sociale il Piano prevede quattro specifiche azioni (Azioni 14-17): l'incentivazione del processo di digitalizzazione attraverso la dotazione di connettività a banda ultralarga per le scuole, la previsione di adeguate risorse per assicurare la piena fruizione della didattica a distanza, riducendo ogni divario digitale fra aree del Paese, l'istituzione di un voucher connettività per le famiglie a basso reddito, la realizzazione di progetti sperimentali per la razionalizzazione degli interventi a favore dei figli minorenni in povertà assoluta.
L'obiettivo generale della progettazione e realizzazione, all'interno del sistema pubblico e integrato dei servizi di una specifica area di servizi socio-sanitari-educativi titolari delle funzioni di accompagnamento, cura, tutela e protezione dell'infanzia in cui il supporto alla genitorialità sia un elemento costitutivo anche in contesti di accoglienza fuori della famiglia è perseguito Pag. 307attraverso in primo luogo la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (Azione 18), l'istituzione in seno all'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, di un tavolo di lavoro permanente con soggetti istituzionali, del terzo settore e con la piena partecipazione di organismi rappresentativi delle persone di minore età, finalizzato a disegnare un sistema pubblico, inclusivo e integrato di servizi e a garantirne il monitoraggio (Azione 19), la realizzazione di reti territoriali in un'ottica di sistema integrato di presa in carico dei minori di età (Azione 20), il monitoraggio e l'aggiornamento delle tre Linee di indirizzo nazionali su affidamento familiare, comunità e vulnerabilità e delle linee guida per l'accoglienza a scuola in tutte le regioni e province autonome dei minori di età adottati e del Piano di promozione dell'affido (Azione 21) e infine garantendo la piena applicazione della normativa esistente in tema di accoglienza e protezione dei minori stranieri non accompagnati (Azione 22).
L'ultimo specifico obiettivo generale della politica per l'equità è rappresentato dalla protezione dei minori di abusi e maltrattamenti. Le specifiche Azioni indicate nel Piano sono in linea con le conclusioni della relazione approvata dalla Commissione al termine della lunga indagine conoscitiva sulla violenza tra e ai danni dei minori. Il Piano prevede, in particolare, l'individuazione di un centro pediatrico ospedaliero specializzato in ogni Regione e la realizzazione di un sistema di collegamento tra pronto soccorsi e pediatri di famiglia per l'accesso al fascicolo del minore (Azione 23) e l'adozione di Linee guida per aziende sanitarie, ospedaliere e servizi sociosanitari per le vittime di violenza minori di età con la contestuale individuazione di indicatori per screening in pronto soccorso (Azione 24).
Infine le politiche per l'empowerment sono volte alla creazione di una nuova forma di partecipazione dei minori di età, alla costruzione e al rafforzamento della comunità educante partendo dallo strumento del patto educativo di comunità, alla programmazione e valutazione delle politiche pubbliche per l'infanzia e l'adolescenza e infine al miglioramento della reattività dei sistemi sanitari alle condizioni di vulnerabilità.
L'obiettivo della realizzazione di una nuova forma di partecipazione dei bambini e degli adolescenti richiede in primo luogo la definizione di linee di indirizzo nazionali sulla partecipazione dei minori per promuovere la loro significativa e rafforzata partecipazione all'interno della famiglia, delle comunità della scuola e degli altri ambiti della vita sociale (Azione 25), in secondo luogo la diffusione e la formazione del personale e dei diversi professionisti dell'infanzia sul tema della partecipazione definendo le potenzialità, lo stile e gli elementi di attenzione per la gestione del processo anche con riguardo alla inclusione di soggetti vulnerabili (Azione 26) e infine la promozione di una normativa primaria sulla partecipazione dei minori nel processo decisionale relativo a tutte le questioni che li riguardano e all'ideazione e attuazione delle politiche e dei programmi volti a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Azione 27).
Sempre con riguardo alle politiche per l'empowerment, evidenzia che il Piano ritiene necessaria la costruzione e il rafforzamento della comunità educante partendo dallo strumento del patto educativo di comunità, un obiettivo questo da raggiungere attraverso la definizione dei criteri essenziali dei Patti educativi di comunità e l'elaborazione di linee guida di indirizzo nazionali sulla comunità educante (Azione 28); altrettanto essenziale è la definizione di linee d'indirizzo nazionali per l'individuazione degli elementi essenziali dei patti territoriali che garantiscano la partecipazione dei bambini e dei ragazzi al fine di assicurare la costituzione di comunità educanti territoriali (Azione 29).
Per consentire la programmazione e la valutazione delle politiche pubbliche di prevenzione, protezione e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, occorre migliorare la conoscenza del fenomeno della violenza, favorendo la confrontabilità e la interoperabilità dei dati raccolti dai vari sistemi che detengono informazioni sui bambini e adolescenti Pag. 308 anche in carico ai servizi e fuori famiglia (Azione 30). Il problema dei dati, dell'assenza di un sistema integrato, è stato in più occasioni rilevato dalla Commissione.
Infine la condizione di svantaggio, di deprivazione, di esclusione sociale dei minorenni e delle famiglie in cui essi vivono espone bambini e ragazzi a gravi rischi per la salute, compromettendone il sano sviluppo delle proprie potenzialità e dell'equilibrio psicofisico. In questo contesto il sistema sanitario nazionale rappresenta lo strumento principale per garantire la protezione, la prevenzione e la promozione del diritto alla salute dei minorenni vulnerabili.
Proprio al fine di migliorare la reattività dei sistemi sanitari nel rispondere alle esigenze di bambini e adolescenti in situazioni di vulnerabilità il Piano rileva l'esigenza di promuovere la salute materno infantile, con particolare attenzione alle donne in condizione di disagio sociale, mediante l'attuazione a livello regionale delle Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo, delle Linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità, della sicurezza degli interventi assistenziali in area pediatrico-adolescenziale, nonché del documento di indirizzo «Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita» (Azione 31).
È quindi aperta la discussione.
Il senatore PILLON (L-SP-PSd'Az) sottolinea l'importanza dell'Atto in esame, uno dei pochi provvedimenti sui quali la Commissione bicamerale è chiamata ad esprimere il proprio parere. Nel merito ritiene in linea generale condivisibile il contenuto del Piano, nella cui redazione si è tenuto conto anche della attività svolta dalla Commissione.
In particolare apprezzabile è l'inserimento tra le Azioni da attuare anche della valorizzazione degli strumenti di contrasto al cyberbullismo. In relazione a tale tema, oggetto peraltro di una ampia ed approfondita indagine conoscitiva svolta dalla Commissione e conclusasi con l'approvazione di un documento finale, ritiene necessario prevedere un maggiore coinvolgimento delle famiglie nell'educazione al corretto uso della rete da parte dei minori.
Relativamente alla Azione 10 sottolinea l'esigenza, anche in questo caso, di riconoscere un più incisivo ruolo alle famiglie nella educazione alla affettività, alla sessualità e alla parità di genere dei bambini e degli adolescenti. È importante che l'educazione alla sessualità e all'affettività sia portata avanti tenendo conto della maturità dei singoli minori, e non in modo standardizzato, ma soprattutto occorre evitare che la scuola diventi lo strumento di promozione e di diffusione di teorie lgbt e gender, senza il consenso dei genitori.
Conclude rilevando l'esigenza di integrare il Piano prevedendo un generale empowerment della famiglia quale principale comunità educante.
La senatrice Paola BINETTI (FIBP-UDC) sollecita una riflessione sulle misure contenute nel disegno di legge n. 1662, di delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, approvato ieri dal Senato. Tale provvedimento reca infatti una serie di interventi che toccano anche la giustizia di famiglia e dei minori. Auspica quindi che tale riforma possa effettivamente contribuire a risolvere le criticità riscontrate nella prassi con riguardo in particolare all'affidamento dei minori.
Il seguito dell'esame è rinviato.
MATERIE DI COMPETENZA
Sull'attività svolta dalla Commissione nell'anno 2020: proposta di relazione.
(Esame, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, della legge 23 dicembre 1997, n. 451. Approvazione della relazione: Doc. XVI-bis, n. 5).
La PRESIDENTE, in qualità di relatrice, illustra la proposta di relazione sulla attività svolta dalla Commissione nell'anno 2020 (vedi allegato 1). Evidenzia che il 2020 sarà senza dubbio ricordato come l'anno della pandemia da Covid-19. Una esperienza traumatica ed inaspettata che ha profondamente segnato la vita non solo degli adulti ma anche di tanti bambini ed adolescenti. La crisi epidemiologica ha influito anche sull'attività parlamentare della Commissione bicamerale, la quale, in particolare nei mesi del primo lockdown, ha subito un indubbio rallentamento. La relazione si propone di focalizzare e sollecitare l'attenzione del Parlamento, e più ampiamente del dibattito politico, sulle tematiche connesse al mondo dell'infanzia e alla concreta attuazione dei diritti che, oltre 30 anni fa, sono stati riconosciuti dalla Convenzione ONU a bambini e adolescenti e che nel periodo drammatico della pandemia da Covid-19 sono stati messi a dura prova. Nella relazione, oltre a riassumere il lavoro svolto nell'anno 2020 e a menzionare alcune informazioni relative agli sviluppi più recenti nell'attività, specifica che è stato dato conto, senza pretese di esaustività, anche di eventuali interventi legislativi – de jure condendo e de jure condito – relativi ai temi legati al mondo dell'infanzia e dell'adolescenza.
In continuità con le esperienze delle precedenti legislature e dello scorso anno il metodo di lavoro seguito è stato contraddistinto da un clima di ampia condivisione, che ha consentito di evitare di riprodurre sui temi relativi ai diritti dell'infanzia le forti contrapposizioni tra forze politiche che sono proprie della normale dialettica parlamentare.
Non essendovi richieste di intervento, la PRESIDENTE avverte che si passerà direttamente alla votazione, previe dichiarazioni di voto.
L'onorevole LATTANZIO (PD), nel preannunciare il voto favorevole del proprio Gruppo, invita la Presidente a modificare la Relazione utilizzando una semantica attenta alle differenze e alla parità di genere attraverso quindi l'esplicito richiamo alle «bambine e alle adolescenti». Sottolinea poi, con riguardo al tema della circoncisione rituale minorile, l'esigenza di esplicitare con maggiore chiarezza come i protocolli seguiti nell'ambito della Comunità ebraica per l'effettuazione di tali pratiche siano pienamente sicuri sul piano medico sanitario.
Il senatore PILLON (L-SP-PSd'Az) ringrazia la Presidente e tutti i componenti della Commissione per il proficuo lavoro svolto anche durante lo scorso anno, così profondamente segnato dalla crisi epidemiologica. Dichiara quindi il voto favorevole del proprio Gruppo.
Intervengono quindi, a nome dei rispettivi Gruppi, per dichiarazione di voto favorevole, le deputate Patrizia MARROCCO (FI), Carmela GRIPPA (M5S) e Fabiola BOLOGNA (CI).
La PRESIDENTE, nel prendere atto che non vi sono ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto, pone in votazione la proposta di relazione, integrata con i rilievi formulati dall'onorevole Lattanzio, che, previa verifica del prescritto numero legale, è approvata all'unanimità (vedi allegato 2).
INTEGRAZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA
Elezione di un Vice Presidente.
La PRESIDENTE avverte che si procederà infine all'integrazione dell'Ufficio di Presidenza, mediante l'elezione di un Vice Presidente.
Ricorda che la Commissione funziona esclusivamente come un seggio elettorale. Pertanto, non è possibile svolgere considerazioni o interventi di alcun tipo, se non richiami al Regolamento che siano strettamente attinenti alle votazioni che stanno per avere luogo.
Pag. 310La PRESIDENTE invita quindi la senatrice D'Angelo e l'onorevole Giannone a svolgere le loro funzioni di segretari. Indice quindi la votazione a scrutinio segreto per l'elezione di un vice Presidente.
(Seguono la votazione e lo scrutinio delle schede).
Comunica il risultato della votazione:
Presenti... 21
Votanti... 21
Hanno ottenuto voti:
Siani... 13
Schede bianche... 7
Schede nulle... 1
Proclama quindi eletto vice Presidente della Commissione l'onorevole Paolo SIANI.
La PRESIDENTE dichiara conclusa la seduta.
La seduta termina alle 9.30.