UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 1° settembre 2021.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.05 alle 14.20 e dalle 19.35 alle 20.15.
SEDE REFERENTE
Mercoledì 1° settembre 2021. — Presidenza della vicepresidente Rossana BOLDI. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento, Deborah Bergamini, e il sottosegretario di Stato per la salute, Andrea Costa.
La seduta comincia alle 14.35.
DL 105/2021: Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche.
C. 3223 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 agosto 2021.
Rossana BOLDI, presidente, propone che la pubblicità della seduta odierna sia assicurata anche attraverso il circuito chiuso in modalità liberamente accessibile tramite la rete intranet della Camera e, tramite apposite credenziali nominative, anche dalla rete internet, ai sensi di quanto stabilito dalla Giunta per il regolamento nella riunione del 31 marzo 2020.
Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Fa presente che la Commissione, nella seduta odierna, avvierà la votazione delle proposte emendative segnalate dai gruppi, complessivamente pari a 312 (vedi allegato 1).
Segnala, quindi, che prima della seduta è stato ritirato l'emendamento Ceccanti 3.435.
Chiede si vi siano interventi per illustrazione del complesso delle proposte emendative presentate.
Marcello GEMMATO (FdI) tiene a sottolineare preliminarmente che le 37 proposte Pag. 10 emendative segnalate dal gruppo di Fratelli d'Italia mirano ad esprimere il dissenso del gruppo rispetto alla gestione del momento pandemico da parte del Governo e, più specificamente, rispetto alle determinazioni assunte dai governi Conte e Draghi. Più in concreto, non condivide lo spirito del cosiddetto «decreto-legge green pass», che, a suo giudizio – giudizio suffragato anche da esperienze personali – induce gli italiani alla disapplicazione delle misure di prevenzione, come ad esempio la distanza e l'uso della mascherina, che nello scorso inverno hanno avuto conseguenze estremamente positive anche con riguardo al minor contagio del virus influenzale. Le vaccinazioni non mettono di certo al sicuro dalla possibilità di un contagio, ma le disposizioni relative al green pass potrebbero indurre erroneamente gli italiani a crederlo. Il decreto-legge a suo giudizio va quindi corretto e le proposte emendative del proprio gruppo vanno proprio in questa direzione migliorativa.
Tiene infine a sottolineare, sotto il profilo procedurale, che dei circa 200 emendamenti presentati dal proprio gruppo è stata data la possibilità di segnalarne solo 37, circa il 10 per cento del totale delle proposte emendative segnalate, quantità assai esigua, dovendosi a suo parere dare ai gruppi di opposizione, largamente minoritari all'interno del Parlamento, una maggiore possibilità di intervenire, nell'unica modalità consentita, per la correzione di un decreto predisposto da un'ampia compagine di forze di maggioranza. Auspica quindi che in futuro si tenga conto di questo elemento e che la compressione dell'azione politica che si è registrata con riguardo al decreto in esame sia dovuta solo alle tensioni all'interno della maggioranza.
Luca RIZZO NERVO (PD), relatore, nel rendere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 1 del decreto, invita i presentatori al ritiro dell'emendamento Lollobrigida 1.70, degli identici emendamenti Sodano 1.1 e Cunial 1.2, nonché dell'articolo aggiuntivo Sapia 1.02.
Nel rendere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 2, invita i presentatori al ritiro degli identici emendamenti Cunial 2.1 e Mollicone 2.2, nonché degli emendamenti Zoffili 2.9, Provenza 2.14, Gemmato 2.4 e Panizzut 2.10.
Nel rendere i pareri sulle proposte emendative riferite all'articolo 3, invita i presentatori al ritiro degli identici emendamenti Sarli 3.5, Cunial 3.12, Leda Volpi 3.48, De Martini 3.319 e Meloni 3.404, degli emendamenti Pini 3.397, Cavandoli 3.276, Ungaro 3.18, Novelli 3.74, Panizzut 3.321, degli identici emendamenti Raduzzi 3.3, Massimo Enrico Baroni 3.49, Fiorini 3.58, Elisa Tripodi 3.317, Boldi 3.322 e Meloni 3.405, degli emendamenti Maraia 3.375 e Spena 3.76. Esprime parere favorevole sull'emendamento Spena 3.75, a condizione che venga riformulato nei termini di cui in allegato (vedi allegato 2), precisando che tale riformulazione viene proposta anche per gli identici emendamenti Schullian 3.13 e Panizzut 3.345 nonché per l'emendamento Andreuzza 3.261. Invita i presentatori al ritiro degli emendamenti Manzo 3.360, Lollobrigida 3.424, degli identici emendamenti Legnaioli 3.239 e Lollobrigida 3.406, dell'emendamento Massimo Enrico Baroni 3.50, degli identici emendamenti Massimo Enrico Baroni 3.51, Lazzarini 3.324 e Lollobrigida 3.407, dell'emendamento Potenti 3.309, degli identici emendamenti Paolin 3.325 e Meloni 3.408, dell'emendamento Spena 3.77, degli identici emendamenti Sutto 3.326, Meloni 3.409, Snider 3.246 e Massimo Enrico Baroni 3.53, dell'emendamento Di Muro 3.243, degli identici emendamenti Bagnasco 3.79, Gagliardi 3.432, Boldi 3.327, Andreuzza 3.264, Bonomo 3.387 e Buratti 3.389, nonché degli identici emendamenti Caffaratto 3.247, Cavandoli 3.273, Zanella 3.328 e Meloni 3.410. Esprime quindi parere favorevole sugli identici emendamenti Bagnasco 3.92, Lucchini 3.269 e Ianaro 3.372. Invita i presentatori al ritiro degli identici emendamenti Sut 3.371, Belotti 3.237 e Panizzut 3.249, degli identici emendamenti Andreuzza 3.268 e Bagnasco 3.91, nonché dell'emendamento Turri 3.336. Esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ianaro 3.368, Bologna 3.430, Novelli 3.80, Toccafondi 3.22 e Bonomo 3.390, a condizione che vengano riformulati Pag. 11 nei termini di cui in allegato (vedi allegato 2). Invita i presentatori al ritiro degli identici emendamenti Massimo Enrico Baroni 3.52, Foscolo 3.330, Lollobrigida 3.413 e Murelli 3.250, degli emendamenti Sportiello 3.376, Giaccone 3.255, Panizzut 3.318, Rossi 3.383, Alemanno 3.354, Vietina 3.428, degli identici emendamenti Vietina 3.427 e Carelli 3.433, degli emendamenti Mandelli 3.93, Zanichelli 3.350, Novelli 3.94, Grippa 3.359, Lollobrigida 3.420, Foscolo 3.293, Ciaburro 3.27, Mammì 3.353 e Lollobrigida 3.419 e Lazzarini 3.339, degli identici emendamenti Panizzut 3.331, Invernizzi 3.295, Menga 3.7, Belotti 3.238 e Vallascas 3.47, degli emendamenti Rotta 3.399, Sportiello 3.369, Lollobrigida 3.417 e Villani 3.357, degli identici emendamenti Menga 3.8 e Massimo Enrico Baroni 3.54, degli emendamenti Menga 3.9 e Varchi 3.384, degli identici emendamenti Siani 3.394 e Moretto 3.16, degli emendamenti Mandelli 3.95, Vanessa Cattoi 3.199, Cavandoli 3.274, Tuzi 3.374 e Cavandoli 3.344, degli identici emendamenti Carrara 3.66 e Lollobrigida 3.414, degli emendamenti Meloni 3.415, Colla 3.67, Novelli 3.81 e 3.82, degli identici emendamenti Marco Di Maio 3.17 e Alemanno 3.352, degli emendamenti Prisco 3.382, Delmastro Delle Vedove 3.349, Marino 3.361, Gallinella 3.351, Penna 3.373 e Ungaro 3.19, degli identici emendamenti Buratti 3.388, Gagliardi 3.431 e Bitonci 3.341, degli emendamenti Caretta 3.30, Lucaselli 3.378 e Marino 3.362, degli identici emendamenti Provenza 3.366, Menga 3.10 e Meloni 3.416, degli identici emendamenti Bagnasco 3.89 e De Filippo 3.393, degli emendamenti Sodano 3.1 e Spena 3.85, degli identici emendamenti Schullian 3.14, De Filippo 3.398 e Andreuzza 3.262, nonché dell'emendamento Iezzi 3.254. Esprime parere favorevole sull'emendamento Provenza 3.365, a condizione che venga riformulato nei termini di cui in allegato (vedi allegato 2). Invita i presentatori al ritiro degli emendamenti Panizzut 3.343, Gemmato 3.44, Siani 3.395 e 3.396, Bagnasco 3.83, Bignami 3.426, Carnevali 3.392, Giuliodori 3.11, degli identici emendamenti Nevi 3.86 e Liuni 3.96, degli articoli aggiuntivi Bellucci 3.0172, Gemmato 3.07, Giacomoni 3.0104 e Ungaro 3.01. Precisa, infine, che qualora non siano accolti gli inviti al ritiro delle proposte emendative segnalate, il parere deve intendersi contrario.
La sottosegretaria Deborah BERGAMINI esprime parere conforme a quello del relatore.
Elena CARNEVALI (PD), Antonio FEDERICO (M5S), Lisa NOJA (IV), Fabiola BOLOGNA (CI), a nome dei rispettivi gruppi, ritirano le proposte emendative presentate agli articoli da 1 a 3 del decreto sulle quali è stato espresso un invito al ritiro.
Rossana BOLDI, presidente, avverte che analoga richiesta è pervenuta alla presidenza da parte dell'onorevole Bagnasco con riferimento alle proposte emendative riferite agli articoli da 1 a 3 del decreto-legge dal gruppo di Forza Italia sulle quali è stato espresso un invito al ritiro.
Marcello GEMMATO (FdI), intervenendo sull'emendamento Lollobrigida 1.70, di cui è cofirmatario, sottolinea che esso propone la cancellazione della proroga dello stato di emergenza e delle misure ad esso connesse. Segnala che tale proposta deriva dalla constatazione che sono sufficienti gli strumenti normativi ordinari per governare il momento pandemico, come affermato anche da autorevoli costituzionalisti.
Rileva che, sulla base di dati epidemiologici e scientifici, si sta entrando in una fase di endemia e che pertanto è necessario individuare un approccio volto a convivere con il COVID-19 non basato su strumenti emergenziali. Ricorda che il gruppo di Fratelli d'Italia ha più volte posto in evidenza la cattiva gestione della pandemia da parte dei governi che si sono succeduti, come dimostrano i dati che vedono l'Italia al terzo posto per mortalità e al primo posto per letalità in ambito mondiale. In tale contesto la proroga dello stato di emergenza rischia di perpetuare un approccio sbagliato, oltre a determinare una notevole limitazione delle libertà personali.
Tra gli elementi di criticità richiama la cattiva organizzazione del Servizio sanitario Pag. 12 nazionale in Italia, conseguente alla riforma del Titolo V della Costituzione, ricordando che un approccio alla pandemia assai diversificato da parte delle singole regioni ha portato, tra l'altro, ad un caos informativo. Segnala, inoltre, l'inadeguatezza di una parte di una classe scientifica, richiamando in proposito le dichiarazioni allarmistiche sugli esiti catastrofici della possibile «quarta ondata» che non hanno trovato riscontro nella realtà. Invita, pertanto, ad aprire una riflessione su questi temi, senza trascurare le responsabilità della classe politica che si è dimostrata non preparata a gestire una emergenza di tale portata.
Ribadisce, quindi, la necessità di superare, attraverso la fine dello stato di emergenza, quello che rappresenta un pilastro dell'attuale approccio alla diffusione del virus SARS-CoV-2 che ha finora determinato un notevole numero di morti ed avuto un impatto devastante sull'economia del Paese.
Nel richiamare le numerose proposte emendative presentate dal suo gruppo nel corso di questi mesi che non hanno ricevuto un parere favorevole nonostante la rilevanza politica di Fratelli d'Italia, richiama in particolare quanto accaduto in merito ad un proprio emendamento presentato nella scorsa primavera. Con esso si proponeva di superare le modalità sinora seguite per l'assegnazione delle regioni alle diverse fasce di rischio, adottando un approccio basato esclusivamente sui ricoveri ospedalieri. Sottolinea, in proposito, che tale emendamento, che ha ricevuto un parere contrario, è stato poi di fatto «copiato» dal Governo nelle settimane successive. Ritiene che ciò denoti un approccio ideologico e settario verso le proposte provenienti dalle forze di opposizione.
Preannuncia, quindi, la volontà di intervenire su ogni emendamento presentato dal suo gruppo al fine di ribadire le posizioni di Fratelli d'Italia, segnalando che tali proposte sono spesso frutto di un'interlocuzione con la società civile. Nel registrare il fatto che anche la maggior parte degli emendamenti proposti dalle forze di maggioranza hanno ricevuto un parere contrario, ribadisce che il numero di proposte emendative che Fratelli d'Italia ha potuto segnalare appare insufficiente in ragione sia del peso politico attuale nel Paese sia, soprattutto, del fatto che il suo gruppo rappresenta l'unica forza di opposizione. Pone, inoltre, in rilievo che non è stata prospettata neanche una riformulazione delle proposte presentate dal suo gruppo.
Tornando al contenuto specifico dell'emendamento, ribadisce che parte delle criticità sono determinate dalla non tempestività delle cure. A suo avviso, infatti, l'elevato tasso di mortalità e di letalità registrato nel nostro Paese deriva anche dal ridimensionamento della rete ospedaliera sul territorio, previsto dal decreto ministeriale n. 70 del 2015, non accompagnato da un adeguato rafforzamento dell'assistenza territoriale, ad esempio con il ricorso ai dipartimenti di prevenzione, alla rete dei medici di medicina generale, alle case della salute e alle case della comunità. Sottolinea come l'emergenza derivante dal COVID-19 abbia reso manifesta l'insussistenza dei servizi territoriali e come anche l'esperienza delle USCAR, messe frettolosamente in piedi per fronteggiare l'emergenza, si sia rivelata fallimentare. Giudica, inoltre, incongruo il fatto che nel PNRR si faccia riferimento alle case della salute, in quanto si tratta di strutture di fatto insussistenti. Non risulta, peraltro, chiaro a quali soggetti istituzionali spetti la gestione di tali strutture e con quali risorse debba esserne assicurato il funzionamento. Sottolinea come la situazione descritta si inserisca in un quadro di costante riduzione del finanziamento del servizio sanitario nazionale, rilevando come, sulla base dei dati resi noti dalla fondazione Gimbe, tale riduzione, per quanto concerne il decennio antecedente al 2018, sia pari 37 miliardi di euro.
Rileva come la proposta emendativa in esame sia volta a invertire il paradigma, superando la fase emergenziale e avviando una nuova fase di gestione dell'epidemia da COVID-19 attraverso gli strumenti ordinari, i quali, come rilevato anche dal professor Cassese, sono certamente idonei allo scopo. Sottolinea, inoltre, come il prolungamento dello stato di emergenza, oltre a Pag. 13comportare la limitazione dei diritti e delle libertà fondamentali e ad essere inefficace dal punto di vista del contrasto dell'epidemia, incida sulla competitività internazionale del nostro Paese, in particolare disincentivando il turismo.
Fa presente come la proposta emendativa in esame sia volta a riportare la gestione della situazione alla normalità, assecondando il passaggio da una fase pandemica a una fase endemica e di convivenza con la malattia.
Alla luce di tali considerazioni chiede l'accantonamento dell'emendamento in esame.
Rossana BOLDI, presidente, chiede quale sia l'avviso del relatore e del Governo sulla richiesta di accantonamento.
Luca RIZZO NERVO (PD), relatore, non accede alla richiesta di accantonamento e conferma il parere contrario.
La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Lollobrigida 1.70 e gli identici emendamenti Sodano 1.1 e Cunial 1.2.
Francesco SAPIA (MISTO-L'A.C'È), illustrando il suo articolo aggiuntivo 1.02, rileva come esso riguardi il servizio sanitario della regione Calabria e sia volto a farsi carico della situazione in cui versano numerosi lavoratori, che dopo essere stati oggetto di un vero e proprio sfruttamento rischiano ora di perdere il posto di lavoro.
Ricorda come la crisi del servizio sanitario della regione Calabria sia stata oggetto di due provvedimenti d'urgenza, il primo su iniziativa dell'allora Ministra Grillo e il secondo, che giudica abominevole, del Ministro Speranza e della maggioranza di centrosinistra.
Chiede alla rappresentante del Governo di sottoporre al Ministro Speranza la necessità di derogare ai vincoli previsti dal piano di rientro al fine di assicurare ai cittadini calabresi il diritto alle cure sanitarie e rileva come anche esponenti della maggioranza, come il deputato Stumpo, siano consapevoli della necessità di porre rimedio a tale situazione.
Nicola STUMPO (LEU) fa presente come, essendo l'emendamento in esame mosso da intenti condivisibili, avesse maturato l'intenzione di esprimere su di esso voto favorevole, e di aver mutato tale orientamento a causa dei toni utilizzati e delle affermazioni rese dal deputato Sapia. Dichiara, pertanto, il proprio voto contrario.
Marcello GEMMATO (FdI) dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sull'emendamento in esame, sottolineando la necessità di concorsi pubblici per il reclutamento di personale sanitario nella regione Calabria. Ritiene che la responsabilità della situazione che si è determinata non possa essere addebitata ai cittadini calabresi, che si vedono negato il diritto alle cure, in quanto neppure i commissari nominati dal Governo nazionale sono riusciti a porvi rimedio.
Francesco SAPIA (MISTO-L'A.C'È) sottolinea come il mutamento di posizione, da favorevole a contraria, del deputato Stumpo sull'articolo aggiuntivo in esame non costituisca certo un torto nei confronti dei firmatari bensì nei confronti dei lavoratori interessati. Con riferimento all'intervento del deputato Gemmato, concorda sul fatto che la responsabilità della situazione non possa certo essere addebitata ai cittadini calabresi.
La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Sapia 1.02.
Rossana BOLDI, presidente, constata l'assenza della presentatrice dell'emendamento Cunial 2.1: si intende che vi abbia rinunciato.
Maria Teresa BELLUCCI (FdI), illustrando l'emendamento Mollicone 2.2, di cui è cofirmataria, esprime preliminarmente il proprio stupore per il fatto che sia stato espresso un invito al ritiro sulla quasi totalità delle proposte emendative, comprese quelle presentate dalla maggioranza, Pag. 14e rileva come il fatto che determinati temi siano posti non soltanto dall'opposizione ma anche da deputati della maggioranza avrebbe dovuto indurre a una riflessione più attenta. Si dichiara esterrefatta e preoccupata per tale atteggiamento, che ha portato a non prendere in considerazione proposte migliorative di un provvedimento che incide sui diritti fondamentali e ha generato notevole confusione tra i cittadini.
Coglie l'occasione per stigmatizzare con forza le recenti affermazioni dell'assessore alla sanità della regione Lazio, D'Amato, circa la possibilità di porre a carico dei pazienti non vaccinati le spese per le cure mediche, ritenendo tali affermazioni, rese da un esponente delle istituzioni, estremamente preoccupanti, in quanto in base ai princìpi del nostro ordinamento costituzionale chiunque si trovi nel territorio nazionale, ivi compresi gli immigrati irregolari, ha diritto a ricevere le cure sanitarie gratuitamente.
Ribadisce la propria preoccupazione per i pareri espressi dal relatore e dal Governo, che impediscono il confronto democratico e precludono ogni possibilità di miglioramento del provvedimento, auspicando un ripensamento al riguardo.
La Commissione respinge l'emendamento Mollicone 2.2.
Massimiliano PANIZZUT (LEGA), illustrando nell'emendamento Zoffili 2.9, di cui è cofirmatario, rileva come esso, al pari di altre successive proposte emendative che il proprio gruppo ha deciso di segnalare, sia volto a migliorare il provvedimento, intervenendo su alcune misure restrittive che appaiono irragionevoli. Nel caso di specie, l'emendamento intende ridurre la durata della quarantena precauzionale per i soggetti guariti dall'infezione da non più di sei mesi e per i soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale.
La Commissione respinge l'emendamento Zoffili 2.9.
Marcello GEMMATO (FdI) illustra l'emendamento a propria firma 2.4, che intende definire, come criterio per la determinazione della zona bianca, il tasso di occupazione dei posti di terapia intensiva e non quello attualmente adottato del numero dei contagi. Fa presente che si tratta di un emendamento già proposto in precedenza e respinto, che intende correggere quello che a suo giudizio è un errore, ovvero vincolare la determinazione delle zone e quindi la chiusura dei territori a un parametro che scientificamente, in questo momento, non ha rilievo. Ci si trova di fronte, infatti, ad una variante del virus che non produce ospedalizzazioni, se non in casi poco significativi. Una volta messe in sicurezza le fasce di popolazione a maggiore rischio, si potrebbe facilitarne la diffusione, producendosi in tal caso il medesimo effetto che si intende ottenere con i vaccini tradizionali, che si inoculano nel soggetto con carica virale depotenziata affinché in questi si produca una reazione immunitaria di cui il corpo conserva memoria. Esistono infatti due strategie per affrontare la pandemia in corso, entrambe supportate scientificamente: la prima è quella di una vaccinazione di tutta la popolazione italiana, anche dei soggetti appartenenti a fasce meno esposte, come ad esempio i bambini e i ragazzi al di sotto dei dodici anni; la seconda prevede, una volta messe in sicurezza le fasce di popolazione più a rischio e, in particolare, i soggetti ultra sessantacinquenni, di far circolare il virus, prima dell'arrivo della stagione invernale, che potrebbe determinarne una maggiore aggressività. Nel primo caso gli scienziati stimano un'uscita dalla crisi pandemica in un orizzonte di dieci anni, nel secondo di soli due anni e mezzo. A livello personale, pur avendo completato il ciclo vaccinale, privilegia la seconda opzione – auspicando che tale dichiarazione non lo ascriva automaticamente al popolo dei «no vax», al quale non appartiene, come dimostra la scelta di essersi vaccinato contro il coronavirus e di aver sottoposto i propri figli alle vaccinazioni obbligatorie e facoltative raccomandate – in quanto la vaccinazione delle fasce più giovani della popolazione fa a suo giudizio prevalere i costi sui benefici. Solo il tasso di occupazione Pag. 15dei posti in terapia intensiva deve essere il campanello di allarme che induce alla scelta di maggiori restrizioni. Andrebbe quindi a suo giudizio fatto uno sforzo per aumentare il tasso di vaccinazione degli oltre due milioni di ultrasessantacinquenni non vaccinati, obiettivo che si potrebbe raggiungere superando l'attuale struttura degli hub vaccinali e affidandosi ai medici di base, i più adatti ad informare i pazienti sui rischi sulla salute derivanti dal contagio, in una logica prescritta anche dall'OMS, volta a informare la popolazione durante la fase pandemica, affinché diventi parte attiva nel combattere il virus.
Osserva che se la classe politica al Governo fosse realmente convinta della necessità della vaccinazione, dovrebbe assumersi la responsabilità di renderla obbligatoria, senza ricorrere a modalità surrettizie. È opportuno che i cittadini sappiano che l'elemento di maggior rilievo e preoccupazione è rappresentato dal tasso di occupazione delle terapie intensive e che il green pass non rappresenta affatto, come invece sembra dai comportamenti dei cittadini, una sorta di Kryptonite che permette, ad esempio, il mancato rispetto delle misure precauzionali e soprattutto dell'uso della mascherina. La politica del green pass, al contrario, ha l'unico effetto di dividere i cittadini in due categorie, la prima, di serie A, che può accedere a qualunque luogo e fare qualsiasi attività, la seconda, di serie B, reietta e discriminata, in uno spirito del tutto contrario a quello che dovrebbe muovere le decisioni del Governo, chiamato in via generale a valorizzare l'unità del popolo italiano.
Auspica quindi che possa esserci un'ulteriore riflessione da parte della maggioranza e del Governo sull'emendamento in esame, di cui chiede quindi l'accantonamento.
Francesco SAPIA (MISTO-L'A.C'È), in accordo con i presentatori, sottoscrive l'emendamento Gemmato 2.4.
Luca RIZZO NERVO (PD), relatore, respinge la richiesta di accantonamento avanzata dal collega Gemmato, intendendosi confermare il criterio per la determinazione della zona bianca che assume come riferimento il numero dei contagiati.
La Commissione respinge l'emendamento Gemmato 2.4.
Claudio BORGHI (LEGA) illustra l'emendamento Panizzut 2.10, che intende sostituire i criteri attualmente vigenti con quelli approvati in sede di Conferenza Stato-regioni che sono pertanto stati ritenuti congrui da tutti i territori. Nel condividere alcune delle considerazioni del collega Gemmato – il cui intervento ha fatto riferimento ad ambiti assai diversi, tra i quali quello della vaccinazione dei soggetti con età inferiore a dodici anni, che spera possa essere approfondito nel prosieguo del dibattito – osserva che determinare il colore delle zone in base ai contagi penalizza le regioni più diligenti nel tracciamento. Trova curioso, inoltre, che si stabiliscano, per la definizione delle zone, parametri assai stringenti in presenza di uno strumento, il green pass, che doveva proprio eliminare la logica delle zone ed evitare le chiusure. Al momento, la scelta del Governo è, quindi, quella non solo di introdurre il green pass ma di rendere contestualmente i parametri ancora più stringenti rispetto a quelli stabiliti prima dell'avvio della campagna vaccinale, con la inevitabile conseguenza della chiusura di alcuni territori e dei drammatici effetti che essa comporta.
Elena CARNEVALI (PD), nel preannunciare il voto contrario del proprio gruppo sull'emendamento in discussione, rammenta che quanto stabilito dall'articolo 2, approvato da tutta la maggioranza in Consiglio dei ministri, è stato condiviso in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, della quale è presidente Massimiliano Fedriga. Ritiene che tale disposizione rappresenti un punto di equilibrio prudenziale per evitare ulteriori chiusure. Per tale motivo ribadisce il deciso voto contrario del suo gruppo e si augura che un accordo condiviso tra la Conferenza delle regioni e delle province autonome e il Consiglio Pag. 16 dei ministri possa rappresentare di una nuova modalità di lavoro.
La Commissione respinge l'emendamento Panizzut 2.10.
Francesco SAPIA (MISTO-L'A.C'È) sottoscrive gli identici emendamenti Sarli 3.5 e Cunial 3.12.
Maria Teresa BELLUCCI (FdI), intervenendo sull'emendamento Meloni 3.404, del quale è cofirmataria, identico agli emendamenti Sarli 3.5, Cunial 3.12, Leda Volpi 3.48 e De Martini 3.319, fa presente che lo stesso è volto a sopprimere l'articolo 3 del decreto. Rileva che è stato presentato un numero ingente di proposte emendative riferite a tale articolo in quanto a suo avviso lo stesso contiene numerosi errori. Ricorda che il gruppo Fratelli d'Italia era favorevole all'introduzione della certificazione verde proposta attraverso un regolamento dall'Unione europea e sottolinea come la stessa fosse volta a introdurre interventi relativamente alla circolazione dei cittadini europei negli Stati membri. Evidenzia, tuttavia, che in tale regolamento si proponevano una serie di raccomandazioni per evitare l'inserimento negli ordinamenti di derive discriminatorie. Sottolinea infatti che una di tali raccomandazioni è volta a impedire che si pongano in essere discriminazioni nei confronti dei soggetti non vaccinati. Ricorda altresì che un'altra raccomandazione invita gli Stati membri a non prevedere quegli obblighi surrettizi di vaccinazione che invece l'Italia ha introdotto con l'utilizzo ad altri fini della certificazione verde. A suo avviso tali raccomandazioni sono indispensabili in quanto sottolineano come gli Stati membri non debbano utilizzare la certificazione verde come uno strumento attraverso il quale obbligare la popolazione alla vaccinazione. Rileva invece come il decreto-legge in esame proponga una deriva che obbliga al vaccino per poter usufruire di diritti costituzionalmente garantiti. Evidenzia come il Governo avrebbe potuto attuare l'obbligo vaccinale assumendosi la responsabilità dell'indennizzo – qualora chi si fosse sottoposto a vaccinazione avesse avuto delle conseguenze a seguito della stessa – e sottolinea come invece l'Esecutivo non abbia deciso di intraprendere tale strada. Rammenta che nel corso dell'audizione svolta il 5 agosto scorso, a seguito delle insistenti richieste del proprio gruppo, in ordine alle nuove misure adottate dal Governo in materia di certificazioni verdi COVID-19, il Ministro Brunetta ha sottolineato come personalmente fosse propenso ad andare verso la direzione di un obbligo vaccinale. Si chiede quindi per quali ragioni l'Esecutivo non abbia voluto ascoltare le raccomandazioni proposte dall'Unione europea. A suo avviso il Governo adotta la politica dei due pesi e delle due misure nei confronti dell'Unione europea, ritenendo che le raccomandazioni da questa posta in alcuni casi debbano essere tenute in considerazione e in altri no. Reputa inoltre particolarmente grave non aver tenuto in considerazione tali raccomandazioni che sono in totale sintonia con il dettato costituzionale e che si riferiscono alla salute e alla libertà degli italiani. Sottolinea, poi, che il relatore non ha espresso parere favorevole su alcune proposte emendative a suo avviso fondamentali. In proposito richiama la questione relativa al soggetto che deve verificare la validità della certificazione verde. Rileva come tale materia si riferisca al trattamento di dati sensibili e sottolinea come il provvedimento in esame scarichi sugli esercenti una funzione che non è loro in quanto gli stessi non sono pubblici ufficiali. A suo avviso la previsione in base alla quale un ristoratore deve richiedere di visionare il documento di identità per verificare se la certificazione verde sia ascrivibile a chi la mostra costituisce una aberrazione che non tiene conto delle difficoltà degli imprenditori che sono già stati particolarmente provati dalla pandemia. Con riferimento alla citata audizione del Ministro Brunetta sottolinea come lo stesso, nel rispondere alle domande del suo gruppo con le quali venivano si chiedevano certezze e chiarezza ha rinviato a dei decreti attuativi dei quali non si sa ancora la data di emanazione. A suo avviso il Governo con l'articolo 3 del decreto-legge in esame ha dimostrato di Pag. 17non prestare attenzione a tutti i cittadini in eguale misura. Sottolinea inoltre che è stato espresso parere contrario a un emendamento del suo gruppo relativo all'indennizzo e a un altro che prevedeva di sollevare dalla responsabilità gli esercenti rispetto alla verifica del certificato verde. Ritiene grave, invece, che si sollevino Stato e case farmaceutiche dalla responsabilità delle conseguenze dei vaccini. Rileva come anche altre forze politiche abbiano presentato proposte emendative volte a sopprimere l'articolo 3 del provvedimento e ritiene che la convergenza di tante forze all'interno del Parlamento sulla questione dovrebbe far riflettere il Governo sulla necessità di proporre una norma che rispetti il diritto e che preveda una protezione proporzionale e congrua della salute. Ciò premesso, fa presente che il gruppo di Fratelli d'Italia non intende ritirare l'emendamento in discussione. Si chiede quindi se determinate esternazioni di parte della comunità scientifica siano motivate da poca lucidità mentale o spinte da indicazioni del Governo. In proposito stigmatizza quanto affermato dal professor Burioni che, intervenendo in merito alla certificazione vaccinale, si è riferito a chi non si vuole vaccinare come a «sorci» che sarebbero dovuti rimanere nelle proprie abitazioni. Sottolinea come tale affermazione offenda non solo il suo autore, ma la comunità a cui lo stesso appartiene e tutti gli italiani. Precisa di fare questa affermazione da vaccinata ma sottolinea come la scelta di non vaccinarsi debba essere rispettata. Rileva infatti come, in assenza di un obbligo, la libertà di scelta debba essere tutelata da tutti. Manifesta quindi disappunto anche per quanto affermato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della conferenza stampa di presentazione del decreto-legge in discussione nella quale ha utilizzato parole allarmanti ponendo come alternativa alla non vaccinazione la morte. Sottolinea come i vertici di governo dovrebbero avere la capacità di rassicurare e di confortare e di far sentire ai cittadini che ci si può affidare alle autorità e rileva come non si possa chiedere agli italiani di affidarsi se non si è per primi autorevoli e competenti. A suo avviso la strada del costringere surrettiziamente a vaccinarsi è figlia dell'incapacità di convincere a farlo chi non vuole. Ribadisce quindi che il proprio gruppo non intende accogliere l'invito al ritiro dell'emendamento Meloni 3.404 che ricorda essere una proposta emendativa identica ad altre presentate da diversi gruppi. Chiede infine la possibilità di accantonare l'esame dell'articolo 3 al fine di poter svolgere una ulteriore riflessione sul suo contenuto.
Claudio BORGHI (LEGA), nel replicare alla collega Bellucci, che ha sottolineato come anche altre forze politiche hanno presentato emendamenti identici alla proposta emendativa Meloni 3.404, ritiene che quando si è in presenza di emendamenti concordanti una strategia migliore potrebbe essere quella di rimanere sul punto. Evidenzia infatti che con la soppressione dell'articolo 3 si sopprime l'impiego delle certificazioni verdi. Fa presente che esistono regolamenti dell'Unione europea, approvati da tutte le forze politiche, che si esprimono chiaramente in tal senso. In particolare fa riferimento alla risoluzione n. 2361/2021 del Consiglio d'Europa e sottolinea come tale risoluzione sia stata adottata in piena emergenza da COVID-19 con il voto favorevole oltre che dalla Lega anche dal Partito democratico. Ricorda che il paragrafo 7.3.1 di tale risoluzione prevede che sia garantito che i cittadini siano informati che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno debba essere politicamente, socialmente o in altro modo messo sotto pressione per farsi vaccinare. In proposito ritiene che non possa non ritenersi una pressione quella alla quale sarebbe sottoposto un dodicenne che intende accedere a un centro sportivo e che i genitori non intendono sottoporre a vaccinazione, non essendo in possesso della disponibilità economica per poterlo sottoporre a due tamponi settimanali.
Ricorda, inoltre, che il paragrafo 7.3.2 della stessa risoluzione n. 2361, prevede che nessuno debba essere discriminato per non essersi vaccinato a causa di possibili rischi per la salute o per propria scelta. Anche in questo caso richiama l'esempio di Pag. 18un ragazzo che non può giocare a basket per non essersi vaccinato e invita a riflettere sulla compatibilità di questo divieto con quanto previsto da tale paragrafo.
Ricorda, inoltre, che il considerando 36 del regolamento (UE) 2021/953 stabilisce che è necessario evitare la discriminazione delle persone non vaccinate. Nel segnalare che, in quanto regolamento, si tratta di una normativa immediatamente applicabile, ritiene paradossale che forze politiche che si dichiarano sicuramente più europeiste rispetto a quella che è notoriamente la propria posizione personale, non tengano nella dovuta considerazione quanto stabilito, con il loro consenso, a livello europeo.
In conclusione, sulla base delle considerazioni svolte, raccomanda l'approvazione dell'emendamento De Martini 3.319 e delle identiche proposte emendative che propongono la soppressione dell'articolo 3 del provvedimento che disciplina il green pass.
Elena CARNEVALI (PD) dichiara il voto convintamente contrario del Partito Democratico sugli identici emendamenti Sarli 3.5, Cunial 3.12, Leda Volpi 3.48, De Martini 3.319 e Meloni 3.404, che propongono di sopprimere l'articolo 3, motivando tale voto con la necessità di proteggere la comunità nel suo complesso. Ribadisce che tale articolo non è in contrasto con quanto previsto dal regolamento europeo in quanto il green pass si ottiene non solo con le vaccinazioni ma anche con i tamponi e la guarigione dal COVID-19.
Ritiene inaccettabile che una forza politica appartenente alla maggioranza svolga due parti in commedia, agendo contemporaneamente come forza di Governo e di opposizione nonostante i propri rappresentanti abbiano condiviso le scelte effettuate in sede di Consiglio dei ministri. Ritiene che questa ambiguità non faccia del bene al Paese e alla classe politica nel suo complesso. Ribadisce pertanto un deciso voto contrario del suo gruppo sugli emendamenti in discussione.
Lisa NOJA (IV) esprime l'auspicio che i rappresentanti di tutte le forze politiche smettano di «recitare», assumendosi le proprie responsabilità in un momento storico assai difficile al fine di garantire una riduzione del numero dei decessi e un ritorno alla normalità. In relazione a quanto affermato dal deputato Borghi ricorda che vi sono numerose persone vulnerabili che sono rimaste segregate per un lungo periodo a causa della pandemia e che, accanto al ragazzo da egli citato ad esempio, esiste anche un coetaneo in condizioni di fragilità che, senza avere certezze, può sentirsi più sicuro in presenza di un maggiore numero di vaccinati. Sottolinea che l'articolo 2 della Costituzione richiede anche l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà nei confronti degli altri e osserva che in tal modo si costruisce una comunità. Il green pass rende in prospettiva più libera la vita di ciascuno, garantendo in particolare le persone più fragili.
Nel richiamare la propria esperienza personale, segnala che per la prima volta dall'inizio della pandemia nella giornata odierna ha potuto utilizzare il treno, consapevole che ciò non è privo di rischi ma che essi sono comunque minori rispetto a un recente passato. Ribadisce, quindi, l'esigenza di adottare un atteggiamento responsabile verso la comunità e la Patria, garantendo condizioni di normalità e sicurezza senza lasciare nessuno indietro. Osserva che altrimenti si ha come unico obiettivo la libertà propria senza considerare quella degli altri. In conclusione sottolinea che occorre fare tutto il possibile per raggiungere l'obiettivo di un Paese libero e solidale.
Francesco SAPIA (MISTO-L'A.C'È), precisando di non volersi soffermare sulla spaccatura manifesta tra le forze di maggioranza, rileva che i numerosi emendamenti che propongono di sopprimere l'articolo 3 hanno lo scopo di superare una misura mal concepita e attuata in maniera inefficace. Nel ricordare di parlare in qualità di persona fragile che ha effettuato il vaccino, segnala che l'obiettivo di un ritorno alla normalità non può essere conseguito attraverso il green pass e la limitazione delle libertà individuale. Ribadisce, pertanto, la contrarietà della propria componente Pag. 19 politica al contenuto dell'articolo in discussione.
Marcello GEMMATO (FdI) rileva che dal dibattito sulla soppressione dell'articolo 3 emerge una sottile confusione che conferma come lo strumento del green pass sia pericoloso e inutile. Dichiarando di comprendere la preoccupazione espressa dalla collega Noja anche in ragione della sua storia personale, segnala che una figura autorevole come il virologo americano Fauci ha confermato che anche i soggetti vaccinati possono contagiare e invita pertanto ad uscire da un equivoco. Ribadisce che vi è il rischio che i vaccinati, sentendosi eccessivamente protetti, trascurino le dovute precauzioni, osservando che per garantire un ritorno più efficace alla normalità sarebbe preferibile prevedere la gratuità dei tamponi. Ricorda, inoltre, che vi sono soggetti immunodepressi che non potendosi vaccinare non sono in grado di conseguire il green pass. Invita tutti i componenti della Commissione a una riflessione sugli emendamenti soppressivi dell'articolo 3, ribadendo che l'attuale disciplina aumenta i rischi per la salute e ha gravi ripercussioni sulla vita economica del Paese.
Lisa NOJA (IV), in relazione a quanto affermato in conclusione dal collega Gemmato, ricorda che il comma 3 dell'articolo 9-bis del decreto-legge 52 del 2021, introdotto con l'articolo 3 del provvedimento, esclude l'applicazione delle misure relative al green pass alle persone che non si possono vaccinare.
Rossana BOLDI, presidente, chiede al relatore e al rappresentante del Governo di pronunciarsi sulla richiesta di accantonamento degli identici emendamenti Sarli 3.5, Cunial 3.12, Leda Volpi 3.48, De Martini 3.319 e Meloni 3.404.
Luca RIZZO NERVO (PD), relatore, conferma l'invito al ritiro degli emendamenti indicati dalla presidente.
Il sottosegretario Andrea COSTA esprime parere conforme a quello del relatore.
La Commissione respinge gli identici emendamenti Sarli 3.5, Cunial 3.12, Leda Volpi 3.48, De Martini 3.319 e Meloni 3.404.
Rossana BOLDI, presidente, comunica che alle 19.30 si terrà una riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, per definire ulteriormente le modalità per la prosecuzione dell'esame del provvedimento.
La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Cavandoli 3.276 e Panizzut 3.321.
Francesco SAPIA (MISTO-L'A.C'È) sottoscrive l'emendamento Raduzzi 3.3.
Claudio BORGHI (LEGA), intervenendo sull'emendamento Boldi 3.322 di cui è cofirmatario, ricorda che circa 12 milioni di italiani non sono ancora vaccinati e che per la gran parte di essi andrebbe evitato di utilizzare in modo improprio l'etichetta «no vax» che viene utilizzata frequentemente per impedire una discussione senza pregiudizi. In relazione alla previsione di impedire l'accesso per tali persone ai servizi di ristorazione al chiuso, segnala che con la fine dell'estate ciò può comportare gravi problemi per loro e per gli operatori del settore.
Richiama in particolare l'attenzione sulle località del turismo invernale, rivelando che intere famiglie potrebbero rinunciare all'utilizzo del ristorante anche per la presenza di un singolo componente non vaccinato. Dichiara, inoltre, di non comprendere le motivazioni logiche che portano ad una differente previsione nel caso dei servizi di ristorazioni all'interno degli alberghi.
Ricorda che nella scorsa primavera, nonostante le previsioni effettuate da alcuni soggetti sulla possibilità di oltre mille decessi giornalieri nel caso di aperture dei ristoranti, la Lega si è battuta per tale obiettivo e che tali funeste previsioni non si sono avverate. Ribadisce pertanto la necessità di evitare l'utilizzo del green pass per i servizi di ristorazione, approvando l'emendamento Pag. 20 Boldi 3.322 e gli altri identici emendamenti.
Maria Teresa BELLUCCI (FdI), intervenendo sugli identici emendamenti Raduzzi 3.3, Massimo Enrico Baroni 3.49, Fiorini 3.58, Boldi 3.322 e Meloni 3.405, rileva come essi siano volti a sopprimere l'obbligo del green pass per i servizi di ristorazione al chiuso. Sottolinea come tale proposta abbia carattere subordinato rispetto alla proposta, precedentemente respinta, di abolizione del green pass, in quanto ritiene che si sarebbero potuti utilizzare strumenti più efficaci per tutelare la salute pubblica.
Quanto all'obbligo del green pass per i servizi di ristorazione, osserva come si sia in tal modo posto a carico degli esercenti un onere rilevante. Tal onere, tuttavia, non è stato accompagnato dalle necessarie misure di supporto per il settore, le quali sono state tardive e insufficienti. Fa presente, infatti, come gli operatori abbiano dovuto continuare a far fronte a una serie di costi, ad esempio per la tassa sullo smaltimento dei rifiuti, pur in presenza di una situazione di interruzione o di notevole riduzione delle attività.
Ricorda come il green pass non sia utilizzato in numerosi Paesi europei e come nonostante ciò in Italia si sia intrapresa una strada che ha aggravato la situazione di crisi di un settore già duramente colpito, imponendo peraltro agli esercenti, in modo confuso e poco chiaro, obblighi di controllo, con pesanti sanzioni per le eventuali violazioni, che costituiscono un ulteriore aggravio.
Rileva come, a fronte dell'introduzione del green pass, sarebbe necessario quanto meno prevedere la gratuità dei tamponi, al fine di evitare l'attuale situazione discriminatoria, ai fini del rilascio del green pass, determinata dalla gratuità della vaccinazione, da un lato, e dall'onerosità del tampone, dall'altro. Sottolinea, inoltre, come, qualora si ritenga essenziale la vaccinazione, ci si dovrebbe assumere la responsabilità di renderla obbligatoria, con contestuale obbligo di indennizzo nel caso di effetti avversi.
Ritiene che gli interventi promossi dal Governo siano inefficaci, miopi e discriminatori e sottolinea come il carattere discriminatorio di tali interventi, che pure perseguono lo scopo di proteggere le persone fragili, rischi di determinare ulteriori situazioni di fragilità, di carattere economico.
Nicola STUMPO (LEU) ritiene senz'altro legittimo esprimere dissenso nei confronti della linea del Governo, ma osserva come tale dissenso dovrebbe quanto meno essere sorretto da argomentazioni logiche. Osserva come non si possa ragionevolmente sostenere come l'aumento della frequentazione dei ristoranti determini una diminuzione dei contagi, né si possa negare che senza la campagna vaccinale e l'obbligo del green pass vi sarebbe stata una diffusione dei contagi nettamente superiore rispetto a quella che si è registrata.
Sottolinea come le associazioni di categoria non abbiano espresso contrarietà all'obbligo del green pass e come, al contrario, tale obbligo sia anche nell'interesse degli esercenti, garantendo condizioni di sicurezza che incentivano la frequentazione degli esercizi di ristorazione.
Nega che il green pass sia uno strumento di limitazione della libertà e sottolinea, al contrario, come esso sia volto ad ampliare la libertà dei cittadini, consentendo la ripresa delle attività economiche e sociali. Ribadisce, poi, come il dissenso rispetto a tale strumento sia certamente legittimo, pur essendo singolare che esso sia espresso da esponenti della maggioranza. Non si può, tuttavia, fare ricorso ad argomentazioni che non tengono conto della realtà dei fatti.
La Commissione respinge gli identici emendamenti Raduzzi 3.3, Massimo Enrico Baroni 3.49, Fiorini. 3.58, Boldi 3.322 e Meloni 3.405.
Rossana BOLDI, presidente, avverte che i presentatori degli emendamenti Spena 3.75, Schullian 3.13, Panizzut 3.345 e Andreuzza 3.261 ne hanno accettato la riformulazione, in un identico testo, proposta dal relatore.
La Commissione approva gli emendamenti Spena 3.75, Schullian 3.13, Panizzut Pag. 213.345 e Andreuzza 3.26, come riformulati in un identico testo (vedi allegato 3).
La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Lollobrigida 3.424, gli identici emendamenti Legnaioli 3.239 e Lollobrigida 3.406, nonché l'emendamento Massimo Enrico Baroni 3.50.
Marcello GEMMATO (FdI), intervenendo sugli identici emendamenti Massimo Enrico Baroni 3.51, Lazzarini 3.324 e Lollobrigida 3.407, rileva come essi siano volti a prevedere la soppressione dell'obbligo del green pass per assistere a spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive.
Dopo aver sottolineato come tale proposta rivestisse carattere subordinato rispetto a quella che prevedeva l'abolizione del green pass, richiama le proprie precedenti considerazioni circa l'inadeguatezza di tale strumento, sottolineando come la frequentazione dei ristoranti al chiuso prima dell'introduzione dell'obbligo del green pass non abbia determinato un incremento dei contagi che, viceversa, si è verificato proprio a seguito dell'introduzione di tale obbligo. Rileva come il green pass rischi di essere controproducente, in quanto induce una percezione di sicurezza che non è giustificata, e ritiene che la strada da percorrere sia quella di compiere una capillare opera di persuasione nei confronti degli anziani non vaccinati, anziché concentrarsi sulla vaccinazione dei giovani, che non versano in una situazione di fragilità.
Osserva come il tasso di occupazione dei posti nei reparti di terapia intensiva, anche nelle regioni in cui vi è una maggiore diffusione dei contagi, sia comunque lontano dalle soglie di criticità individuate dal Governo e come, pertanto, le misure restrittive che sono state adottate non siano giustificate.
Sottolinea che il fatto che le associazioni di categoria non si siano esplicitamente pronunciate non toglie che vi sia, da parte degli esercenti e nel Paese, un atteggiamento di rassegnazione e di sfiducia.
Nell'evidenziare che la strategia perseguita dal Governo rischia di aggravare il clima di sfiducia nei confronti della politica e delle istituzioni, chiede al relatore e al Governo un ripensamento e raccomanda comunque l'approvazione delle proposte emendative in esame.
Claudio BORGHI (LEGA) illustra l'emendamento Lazzarini 3.324, che intende eliminare l'obbligo di green pass per l'accesso ai musei e i luoghi di cultura, a suo giudizio inutilmente punitivo. Osserva come i musei italiani siano luoghi purtroppo poco affollati, a meno di quelle importanti strutture museali frequentate a livello internazionale, che hanno protocolli assai stringenti con riguardo al numero di persone ammesse nelle sale, anche ai soli fini della corretta fruizione delle opere. L'introduzione dell'obbligo di green pass in tali strutture impedirebbe, ad esempio, a una scolaresca in visita di poter accedere al museo, dovendosi preventivamente fare i tamponi a tutti i ragazzi, sempre stante per tutti il consenso dei genitori. Tenendo molto alla cultura, insiste sulla necessità che vi sia una rivalutazione di tale emendamento da parte del Governo e della maggioranza, al fine di incentivare la frequentazione dei musei e dei luoghi di cultura, che a suo giudizio rappresentano luoghi privi di rischi sanitari.
Roberto BAGNASCO (FI) condivide le considerazioni del collega Borghi e auspica che il Governo possa tenerle in adeguata considerazione. Su un piano generale, osserva che possono esistere due filosofie, quella a favore e quella contro il green pass, sottolineando che intende collocarsi tra i fautori del green pass come strumento in grado di affrontare efficacemente la situazione pandemica. Non accetta però che si affermi che il Governo voglia far passare l'idea che il green pass costituisca una panacea per chi lo possiede. Nessuno che abbia responsabilità politiche o sanitarie nel Paese ha infatti mai affermato che il green pass liberi chi lo possiede dall'obbligo di adottare le misure precauzionali contro il virus e che consenta pertanto la frequentazione di qualsiasi luogo senza l'utilizzo della mascherina, la disinfezione delle mani e il distanziamento. Essendosi affrontato Pag. 22da poco nel dibattito il tema dell'accesso ai luoghi dove si svolgono le manifestazioni sportive, sottolinea, ad esempio, che questo è consentito soltanto previo rispetto delle misure precauzionali, non consentendosi l'ingresso a coloro che siano sprovvisti della mascherina o che non abbiano effettuato la disinfezione delle mani.
Fabiola BOLOGNA (CI), nel concordare con le considerazioni del collega Bagnasco, tiene a sottolineare che non è mai passato, né deve passare, il messaggio che il green pass consenta l'adozione di comportamenti che mettano a rischio la salute delle persone. Anche il più volte citato Anthony Fauci ha evidenziato la possibilità che un soggetto vaccinato possa essere infettato dalla variante delta, ma al precipuo fine di indurre i cittadini statunitensi all'utilizzo delle mascherine. Non concorda pertanto con le affermazioni dei colleghi delle opposizioni che l'hanno preceduta sui comportamenti errati degli italiani, che a suo giudizio stanno invece rispettando puntualmente le misure di precauzione imposte dal Governo.
La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti Massimo Enrico Baroni 3.51, Lazzarini 3.324 e Lollobrigida 3.407, nonché l'emendamento Potenti 3.309.
Maria Teresa BELLUCCI (FdI) illustra l'emendamento Meloni 3.408, che intende eliminare l'obbligo di green pass per l'accesso alle piscine, ai centri natatori, alle palestre e ai centri benessere, anche all'interno di strutture ricettive, qualora al chiuso. Ricorda le reiterate restrizioni operate dai governi in carica relative alle attività sportive e motorie che si svolgono in ambienti chiusi, malgrado le numerose richieste di attenzione da parte dei gruppi di opposizione su questo delicato settore. Evidenziando preliminarmente che l'attività motoria è un elemento di contrasto del rischio sanitario nonché dei disturbi psicologici, rileva come essa sia praticata perlopiù dai giovani, che hanno pagato un prezzo altissimo a causa delle restrizioni imposte per la pandemia. Rammenta, inoltre, le risoluzioni approvate in Assemblea con le quali si impegnava il Governo a una maggiore attenzione alla salute fisica e psicologica dei giovani, stante anche l'aumento dei ricoveri nei reparti di neuropsichiatria infantile a seguito del COVID-19.
Tenendo a sottolineare che il proprio gruppo non esercita mai un'opposizione in via preconcetta, ma che è sempre disponibile, nel segno della buona politica, a convergere sulle misure di buon senso proposte anche da colleghi appartenenti alla sezione opposta dell'arco parlamentare, ricorda che i centri sportivi hanno investito ingenti risorse per consentire un accesso sicuro alle loro strutture, investimenti vanificati dall'obbligo di certificazione verde imposta dal decreto in esame, obbligo di cui le associazioni sportive chiedono la soppressione. Osserva inoltre che tale misura investe il dibattito, tenutosi in molti Paesi, sull'utilità della vaccinazione dei ragazzi appartenenti alla fascia di età tra i dodici e i diciotto anni, che non ha ancora avuto un esito univoco. In caso di mancato possesso del green pass da parte dei ragazzi, le famiglie sarebbero obbligate a sottoporre i loro figli settimanalmente al tampone, con costi elevati. Ritenendo che il Governo dovrebbe promuovere stili di vita sani, e tra questi quindi la frequentazione di strutture sportive disincentivata invece dall'obbligo di green pass, osserva come siano stati di fatto autorizzati comportamenti a rischio, che andrebbero invece dissuasi. Si riferisce, in particolare, al silenzio dei ministri Lamorgese e Dadone rispetto a quanto avvenuto a Valenzano in occasione del rave party tenutosi nel mese di agosto, peraltro ampiamente annunciato sui social network, in cui si sono consumate droghe alla luce del sole e si è registrato finanche un decesso. Il Governo, per essere credibile autorevole e competente, deve essere in grado di proteggere la salute soprattutto dei soggetti più fragili, e tra questi certamente i giovani e i giovanissimi. Consentire lo svolgimento del rave party, che si è tenuto in Italia nella consapevolezza che non ci sarebbero stati controlli da parte delle istituzioni, è un fatto a suo giudizio Pag. 23gravissimo oltre che in palese controtendenza con l'obbligo di possesso del green pass per l'accesso ai centri sportivi, introdotto dal decreto in esame.
Chiede pertanto l'accantonamento dell'emendamento Meloni 3.408, ai fini di un'ulteriore riflessione da parte del Governo e della maggioranza, che auspica possa perlomeno valutare la possibilità di affiancare tale obbligo con misure compensative, come ad esempio la gratuità del tampone.
Giuditta PINI (PD) desidera precisare che i rave party sono per definizione illegali e che la loro caratteristica principale è quella di essere organizzati all'oscuro delle autorità proprio per far sì che stesse intervengano il più tardi possibile. Sottolinea quindi che tale tipo di attività non è prevista dalla disposizione in esame in quanto si tratta di attività illegale e pertanto non normabile.
Roberto TURRI (LEGA), nel precisare di non essere a priori contrario al green pass, sottolinea come tuttavia si sarebbe aspettato, così come previsto per la scuola, una deroga all'obbligo della certificazione verde per lo svolgimento di attività sportive per i minori di 14 anni. Ritiene, infatti, che le attività sportive siano importanti per gli adolescenti e che si possano assimilare a quelle scolastiche. Rileva inoltre come il rischio che corrono gli infra quattordicenni di contrarre il virus sia inferiore a quello degli ragazzi più grandi proprio perché i primi conducono una vita maggiormente protetta. Per tutte le conseguenze che la limitazione prevista dal decreto-legge ha per i ragazzi più giovani, auspica quindi che si possa rivedere questa disposizione. Nel portare ad esempio la propria esperienza personale di presidente di un'associazione giovanile sportiva dilettantistica, fa presente di aver riscontrato che molto spesso anche coloro che sono vaccinati hanno delle remore a far vaccinare i propri figli minori di quattordici anni. Evidenzia inoltre che non tutte le famiglie hanno la possibilità economica di far sottoporre ripetutamente i propri ragazzi a tampone e sottolinea come ciò farà sì che molti bambini non potranno cominciare l'attività sportiva. Chiede quindi al Governo di rivedere la disposizione, sottolineando come le attività sportive siano fondamentali per lo sviluppo degli adolescenti.
Rossana BOLDI, presidente, ringrazia il collega Turri per aver condiviso la propria esperienza.
Luca RIZZO NERVO (PD), relatore, nel sottolineare come tutti quanti auspichino la fine della crisi pandemica e il ritorno alla normalità, specialmente per i giovani, ritiene che lo sport sia certamente un vettore di salute per gli adolescenti. Tuttavia evidenzia come sia necessario mantenere un atteggiamento prudenziale per i luoghi al chiuso nei quali è prevista la presenza contemporanea di molte persone. Ritenendo che siano facilmente comprensibili le ragioni per le quali possa essere prevista una deroga per la scuola, con rammarico conferma l'invito al ritiro degli identici emendamenti Paolin 3.325 e Meloni 3.408, auspicando che presto ci si possa trovare in una differente situazione, che consenta di superare le restrizioni ora necessarie.
La Commissione respinge gli identici emendamenti Paolin 3.325 e Meloni 3.408.
Marcello GEMMATO (FdI), intervenendo sull'emendamento Meloni 3.409, identico agli emendamenti Sutto 3.326, Snider 3.246 e Massimo Enrico Baroni 3.53, relativi alla cancellazione dell'obbligo di green pass nelle sagre e nelle fiere, ritiene che non sussista la possibilità di vincolare l'ingresso a eventi all'aperto all'esibizione del green pass. Sottolinea come evidenze scientifiche dimostrino come sia quasi impossibile contagiarsi all'aperto. Nel ribadire che il suo gruppo è contrario all'impianto generale del provvedimento, sottolinea come ancor più non sia condivisibile la scelta di limitare l'accesso ad eventi quali sagre e fiere alla esibizione della certificazione verde. Sottolinea che in tale maniera gli italiani non vaccinati verranno esclusi dalla partecipazione a tali filiere economiche e ribadisce che non ritiene sia possibile – fino a Pag. 24quando non sarà prevista l'obbligatorietà della vaccinazione – costringere surrettiziamente la popolazione a vaccinarsi per esasperazione. A suo avviso, se la vaccinazione viene identificata come la strategia univoca per contrastare la pandemia allora il Governo dovrebbe assumersi la responsabilità di prevedere l'obbligo vaccinale. Nel rimandare a quanto osservato dalla collega Bellucci in ordine al rave party che si è svolto in provincia di Viterbo, fa presenta alla collega Pini che, sebbene sia vero che tali eventi siano clandestini, tutti i telegiornali hanno dato diffusamente notizia dello stesso. Manifesta, quindi, il proprio disagio nel vedere come molti stranieri siano potuti entrare in modo occulto nel territorio dello Stato e abbiano potuto delinquere, insieme a nostri connazionali, senza che nessuno abbia fatto nulla per fermarli. Si domanda come sia possibile consentire lo svolgimento «in segreto» di tali eventi, permettendo lo svolgimento di una pagina triste della cronaca italiana, e contemporaneamente impedire agli italiani di partecipare alle fiere e alle sagre, massacrando gli operatori dell'economia con restrizioni inutili. Nel ricordare inoltre che all'aperto non è previsto l'obbligo di indossare la mascherina, ritiene che prevedere invece l'esibizione del green pass per partecipare alle fiere non farà altro che appesantire le amministrazioni locali caricandole di spese e incombenze legate al controllo. Manifestando la propria soddisfazione nel vedere che anche altre forze politiche hanno presentato proposte emendative identiche all'emendamento Meloni 3.409, sottolinea come tra tutte le proposte emendative del suo gruppo riferite all'articolo 3, questa sia quella che meno impatta sulla salute in quanto la partecipazione agli eventi all'aperto non ha in sé pericoli intrinseci. Auspica, quindi, che si possa aprire sul tema una riflessione evidenziando come qualora la disposizione prevista dal decreto in esame rimanesse invariata si produrrebbero enormi danni di carattere sociale ed economico.
Francesco SAPIA (MISTO-L'A.C'È) sottolinea come la sua componente politica abbia tentato di migliorare il testo in esame attraverso la presentazione di emendamenti sui quali non riscontra, tuttavia, aperture da parte del Governo. In particolare, con riferimento all'emendamento Massimo Enrico Baroni 3.53, fa presente come con lo stesso si tenti di agevolare la ripresa dell'economia. Nel ribadire la totale contrarietà all'obbligo di green pass, evidenzia come non sia facilmente comprensibile la disposizione che l'emendamento in esame è volto a sopprimere. Nel ricordare come lo svolgimento di fiere e di sagre possa consentire la rinascita e lo scambio sociale ed economico, sottolinea come l'Esecutivo da un lato non consenta l'accesso a tali eventi all'aperto a chi non è in possesso di certificazione verde e dall'altro consente assembramenti senza mascherina sulle spiagge, che quest'estate sono state particolarmente affollate. Invita quindi il Governo e la maggioranza a cercare di valutare tutti gli emendamenti con logicità e rigore.
Luca RIZZO NERVO (PD), relatore, alla luce del dibattito svoltosi, propone un accantonamento degli emendamenti che si riferiscono al comma 1, lettera e), dell'articolo 9-bis del decreto-legge n. 52 del 2021, introdotto con il presente provvedimento, al fine di individuarne una possibile riformulazione, in particolare per quanto riguarda le sagre, che si svolgono esclusivamente all'aperto.
Rossana BOLDI, presidente, nel concordare sull'opportunità di una riflessione aggiuntiva sulle proposte emendative richiamate dal relatore, precisa che il ritiro delle proposte emendative da parte di alcune forze di maggioranza era motivato da una richiesta in tale senso da parte del relatore e del rappresentante del Governo. Segnala, pertanto, che nel caso in cui venga meno tale richiesta, tali proposte non devono più intendersi come ritirate.
Elena CARNEVALI (PD) ringrazia la presidente per la puntualizzazione fatta in relazione agli emendamenti ritirati dai gruppi di maggioranza, ribadendo che il tema delle sagre è particolarmente sentito dal proprio gruppo, come testimoniato anche Pag. 25 dalla presentazione di emendamenti in tal senso in occasione dell'esame di altri provvedimenti da parte della Commissione. Nel ricordare che tali eventi si svolgono all'aperto ed è pertanto ipotizzabile prevedere misure meno rigide, invita tuttavia ad assumere tutte le necessarie precauzioni.
La Commissione concorda con l'accantonamento degli identici emendamenti Sutto 3.326, Meloni 3.409, Snider 3.246 e Massimo Enrico Baroni 3.53, dell'emendamento Di Muro 3.243, nonché degli identici emendamenti Bagnasco 3.79, Gagliardi 3.432, Boldi 3.327, Andreuzza 3.264, Bonomo 3.387 e Buratti 3.389.
Maria Teresa BELLUCCI (FdI) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Meloni 3.410, di cui è cofirmataria, soppressivo della disposizione che prevede l'obbligo del green pass per l'accesso a centri termali e a parchi tematici e di divertimento, ricordando che tali attività si svolgono prevalentemente all'aperto. Ritiene, pertanto, che sia possibile conciliare la protezione della salute con la libera scelta dei cittadini e la tutela delle attività d'impresa.
Segnala, in particolare, che l'attività nei centri termali ha anche finalità riabilitative e terapeutiche, sottolineando che si dovrebbe tenere conto di tale aspetto. Nel rilevare che gli interventi svolti in precedenza dai rappresentanti di Fratelli d'Italia hanno stimolato una riflessione sulla incongruità di alcune misure, come quelle relative alle sagre, auspica che, anche in questo caso, si possa raccogliere la sollecitazione delle forze di opposizione, eventualmente accantonando le proposte emendative in esame.
La Commissione respinge gli identici emendamenti Caffaratto 3.247, Cavandoli 3.273, Zanella 3.328 e Meloni 3.410.
Rossana BOLDI, presidente, avverte che l'emendamento Ianaro 3.372 è stato sottoscritto anche da tutti i deputati dei gruppi Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali, facenti parti della Commissione, che l'emendamento Bagnasco 3.92 è stato sottoscritto dai deputati della Commissione facenti parte del gruppo Coraggio Italia e che l'emendamento Lucchini 3.269 è stato sottoscritto dai deputati della Commissione appartenenti al gruppo Fratelli d'Italia.
La Commissione approva gli identici emendamenti Bagnasco 3.92, Lucchini 3.269 e Ianaro 3.372 (vedi allegato 3).
Rossana BOLDI, presidente, in considerazione dell'imminente avvio della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 19.15.