AFFARI ASSEGNATI
Mercoledì 7 luglio 2021. – Presidenza del vicepresidente PILLON. – Intervengono, in relazione all'Affare assegnato n. 871, il dottor Luca Chianura, psicologo, psicoterapeuta, mediatore familiare, consulente in sessuologia e responsabile di psicologia clinica del Servizio di adeguamento tra identità fisica ed identità psichica (SAIFIP) presso l'Istituto Metafora, il dottor Francesco Borgonovo, vicedirettore del quotidiano «La Verità», la dottoressa Maddalena Mosconi, psicologa-psicoterapeuta, responsabile «area minori» del SAIFIP presso l'Istituto Metafora, il professor Filippo Maria Boscia, medico, ginecologo e andrologo, professore di fisiopatologia della riproduzione umana all'Università degli Studi di Bari e presidente dell'Associazione medici cattolici italiani (AMCI).
La seduta comincia alle 8.
Affare sulle pratiche della transizione di genere dei soggetti minori di età (n. 871).
(Esame ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento, e rinvio).
Il presidente PILLON (L-SP-PSd'Az) in qualità di relatore, illustra l'affare assegnato in esame attraverso il quale la Commissione si propone di approfondire il tema della transizione sessuale dei minori di età, Pag. 198affrontando in primo luogo la questione legata alla prescrivibilità di farmaci contenenti la molecola della triptorelina per inibire lo sviluppo sessuale in età puberale. Ricorda inoltre come non molti mesi fa siano state diffuse, nella Regione Lazio, delle linee guida, predisposte dall'Istituto Metafora, successivamente ritirate dopo la formale presa di distanza da parte proprio dell'Ospedale romano. Avverte quindi che per l'approfondimento della questione oggetto dell'affare saranno svolte alcune puntuali audizioni.
Il seguito dell'esame è quindi rinviato.
Sulla pubblicità dei lavori.
Il PRESIDENTE avverte che della procedura informativa che sta per iniziare, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo, con contestuale registrazione audio, e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
I lavori della Commissione, che saranno oggetto di registrazione, potranno essere quindi seguiti – dall'esterno – sia sulla web TV Camera che su quella del Senato.
Non essendovi osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
PROCEDURE INFORMATIVE
Audizione di esperti in relazione all'esame dell'affare assegnato sulle pratiche della transizione di genere dei soggetti minori di età (n. 871).
Il PRESIDENTE ringrazia tutti gli auditi per la disponibilità a partecipare ai lavori della Commissione e a fornire il loro autorevole contributo sulla delicata questione della circoncisione minorile.
Il dottor Luca CHIANURA ricorda alla Commissione che il Servizio per l'Adeguamento tra Identità Fisica ed Identità Psichica (SAIFIP) è stato istituito come Servizio di consulenza e di sostegno per le persone transgender che intendono chiedere un sostegno psicologico e/o la rettificazione medico-chirurgica ed anagrafica di riattribuzione di sesso, secondo la legge nazionale n. 164 del 1982. La legge regionale n. 59 del 1990 che ha individuato nell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini il Centro di riferimento per il Lazio. In seguito alle molteplici richieste di assistenza da parte di genitori con bambini e adolescenti con problematiche relative all'identità di genere, nel 2005 il SAIFIP ha istituito un'area specifica rivolta ai minorenni. L'Area Minori è stata fondata in collaborazione con il professor Domenico Di Ceglie, uno dei più autorevoli esperti internazionali in tema di Disforia di Genere (DG) in età evolutiva, Consulente della Gender Identity Development Unit presso la Tavistock & Portman Clinic di Londra. L'Area Minori è stata istituita come Centro clinico e di ricerca sulla varianza di genere in età evolutiva e si propone di definire un percorso nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale, interdisciplinare ed integrato rivolto in modo specifico a bambini e adolescenti con varianza di genere.
Il Servizio propone interventi di diagnosi integrata (medica-endocrinologica, neuropsichiatrica e psicologica) e sostegni psicologici rivolti al bambino-adolescente e alla sua famiglia. Inoltre, cura il collegamento con strutture e servizi del territorio sia urbano che nazionale, soprattutto con gli istituti scolastici ed i servizi di Tutela Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva (TSRMEE). L'identità di genere rappresenta una componente essenziale dell'identità sessuale. L'identità di genere può essere definita come la sensazione profonda e precoce di appartenere al genere maschile, femminile, entrambi o nessuno dei due. Per la maggior parte delle persone, il genere a cui sentono di appartenere è allineato con quello assegnato loro alla nascita, sulla base dei loro genitali esterni. Per le persone transgender, invece, il genere cui sentono di appartenere non coincide con quello assegnato loro alla nascita. Nell'immaginario collettivo, l'identità di genere è concepita come un sistema binario che Pag. 199vede contrapposti il genere maschile e quello femminile. Secondo questa logica, le persone che non s'identificano pienamente nel genere che è stato loro assegnato alla nascita, devono allora identificarsi nel genere opposto. Secondo le recenti evidenze scientifiche e di pratica clinica, l'identità di genere può essere immaginata come uno spettro. In questo ipotetico continuum, agli estremi si collocano il maschile e il femminile e, tra questi due poli, un'infinita varietà di possibili identità ed espressioni di genere. Il concetto di spettro presuppone un sistema non binario, in cui sono possibili contaminazioni tra i generi, oscillazioni o movimenti fluidi tra i generi o l'appartenenza a nessun genere. A questa variabilità, nelle identità di genere e nell'espressione di genere, ci si riferisce con varianza di genere. Nei casi di disforia di genere la persona può vivere un'incongruenza tra il genere assegnatole alla nascita e quello in cui invece si identifica. Il superamento di questa incongruenza e del disagio che ne deriva passano attraverso interventi medici affermativi di genere che possono includere terapie ormonali e/o chirurgiche. Mentre la varianza di genere riflette la normale variabilità dell'essere umano e non è quindi da considerarsi patologica, la disforia di genere è una categoria diagnostica. Essa è infatti attualmente inserita nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), uno dei sistemi nosografici più utilizzati al mondo. Sottolinea quindi che i livelli di sofferenza legati alla varianza di genere sono legati principalmente a fattori sociali, secondari all'incongruenza, come lo stigma, la transfobia, i pregiudizi, le discriminazioni, nonché scarse relazioni con il gruppo dei pari e gli atti di bullismo. Il rifiuto da parte della famiglia e dei pari, nonché le pressioni culturali a «normalizzarsi», assumono in quest'ottica la valenza di fattori di rischio importanti e predominanti nello sviluppo di psicopatologie nel bambino o adolescente con disforia di genere.
Il dottor Francesco BORGONOVO fa presente alla Commissione di aver portato avanti sul proprio giornale una inchiesta sulla questione delle linee guida regionali predisposte dall'Istituto Metafora e «rinnegate» dall'ospedale San Camillo-Forlanini di Roma. La vicenda nasconde però una realtà più ampia e problematica legata al trattamento dei transgender minori di età. Rileva in particolare come sul portale Infotrans.it, realizzato dall'Istituto superiore di sanità in collaborazione con l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (UNAR) della presidenza del Consiglio dei ministri il SAIFIP è indicato fra gli istituti di riferimento per coloro che intendono intraprendere un percorso di transizione di genere. Ciò che desta perplessità è il fatto che sui profili social del SAIFIP e di alcuni dei suoi responsabili siano presenti post che denotano un approccio eccessivamente politicizzato ed ideologico sui temi legati al genere. Altrettanto preoccupante è la collaborazione che il SAIFIP ha avviato da oltre dieci anni con la Tavistock clinic. Questa clinica londinese, specializzata in transizioni di minori, è stata di recente al centro di una vicenda anche giudiziaria per la somministrazione a bambini e adolescenti di bloccanti della pubertà, seguiti da interventi chirurgici, dopo frettolose diagnosi di disforia di genere.
Tali circostanze inducono a chiedersi se sia corretto che le problematiche della transizione sessuale dei minori siano affrontate da un istituto così ideologicamente connotato, con il rischio che venga trascurato il necessario approccio di analisi individuale del minore.
La dottoressa Maddalena MOSCONI sottolinea come la letteratura scientifica riporti ampiamente come i giovani con disforia di genere presentino una maggiore vulnerabilità psicopatologica e l'incidenza di più problematiche comportamentali ed emozionali rispetto alla popolazione generale dei pari. I dati presenti in letteratura suggeriscono che questi adolescenti hanno una probabilità più alta di sviluppare difficoltà psicologiche (come problematiche legate alla depressione e all'ansia, ritiro sociale ed isolamento), rifiuto del corpo, autolesionismo e ideazione suicidaria e disturbi del comportamento alimentare. Osserva quindi come negli ultimi anni si sia assistito, in tutti i servizi che si occupano di Pag. 200minori con varianza di genere a livello internazionale, ad un aumento considerevole di prese in carico di bambini ed adolescenti che presentano un quadro di varianza di genere, in parallelo a un abbassamento dell'età di questi. Oltre ad essere maturata a livello culturale una maggiore accettazione di queste condizioni, grazie ad una maggiore visibilità e consapevolezza, vi è anche una maggiore possibilità di espressione della propria identità di genere. In linea con i dati internazionali, anche il SAIFIP sta registrando un notevole aumento dell'utenza minorile, infatti, nonostante la situazione pandemica legata all'emergenza da COVID19, si è potuto registrare un sostanziale incremento degli accessi. Questo dato è strettamente correlato all'aumento di bambini e adolescenti che desiderano fare la transizione sociale durante gli anni della scuola. Per tale motivo sempre più scuole si troveranno a dover gestire minori con varianza di genere con l'obbiettivo di permettergli di seguire il percorso scolastico nel modo più sereno possibile. Il termine «transizione sociale» descrive il processo attraverso il quale una giovane persona con varianza di genere comincia a vivere nel genere percepito senza alcun intervento medico; essa comporta tipicamente dei passaggi come il cambio di nome e la scelta dei pronomi che si adattino meglio al genere esperito. La transizione sociale precede, generalmente, gli interventi medici, come le terapie ormonali e gli interventi chirurgici, permettendo al giovane di fare un'esperienza di vita reale nell'identità di genere percepita.
Per questo molti istituti scolastici del territorio nazionale hanno attivato la «carriera alias» che consiste in una modifica della carriera reale dello studente mediante l'assegnazione di un'identità provvisoria.
Dopo aver sottolineato come la questione delle linee guida sia stata gestita in modo errato a livello comunicativo e come l'istituto Metafora abbia ritenuto preferibile seguire la via del silenzio stampa, precisa che l'Istituto collabora con l'ospedale San Camillo-Forlanini sulla base di una convenzione. Si sofferma quindi sulle iniziative formative rivolte ai docenti, le quali, a motivo proprio della vicenda legata alle linee guida, non sono state attivate. Con riguardo ai protocolli seguiti osserva come l'Istituto prenda in carico l'intero nucleo familiare procedendo in primo luogo ad una attenta diagnosi del minore e portando avanti il percorso di transizione sulla base di protocolli clinici predeterminati. Sottolinea inoltre come il percorso gestito dall'Istituto sia di carattere psicologico, non operando presso l'istituto endocrinologi pediatrici: la fase del trattamento che implica la somministrazione di farmaci o ulteriori interventi chirurgici è rimessa ad altre strutture.
Il professor Filippo Maria BOSCIA evidenzia che in base alla propria lunga esperienza questo ambito del sesso e del genere è fortemente controverso, tanto da aver determinato una proliferazione di termini, variamente complessa, che va a complicare anche gli intimi significati diventati variabili non solo nel tempo, ma anche all'interno delle singole discipline e creando grande confusione tra una disciplina e l'altra.
Un esempio di confusione è costituito dal fatto che la parola «sesso» indica sia l'essere maschio/femmina, sia la sessualità. Non solo, ma i termini «sesso», «sessuale» e «genere» non sono più riferiti agli indicatori biologici di maschio e femmina ma sono indicativi di contesti riguardanti la capacità riproduttiva, i cromosomi sessuali, le gonadi, gli ormoni sessuali, gli organi genitali interni ed esterni, ambigui e non ambigui. La necessità di introdurre il termine «genere», l'ultimo fra tanti, sorge non solo per gli individui con indicatori biologici non ambigui, ma anche per quelli con indicatori biologici sessuali contrastanti o ambigui. Lo stesso termine si allarga riguardando ruoli vissuti nella società, dalle identificazioni come bambino o come bambina, come uomo o come donna, dai fattori biologici ai fattori sociali, psicologici e a tutti i contributi interagenti allo sviluppo del genere.
L'assegnazione di genere, per gli sviluppi della medicina, si riferisce non più alla sola assegnazione iniziale di maschio e femmina Pag. 201alla nascita, ma è diventato precocissimo perché lo si può invocare con molto anticipo. La determinazione del sesso è rilevabile attraverso la diagnosi pre-impianto (esame genetico del blastomero) o attraverso tecnologie riproduttive che lavorano per la determinazione del sesso/genere ancora prima della nascita.
L'identità di genere è una categoria, non soltanto anatomica, ma educazionale, comportamentale, cognitiva e sociale. Il DSM – dimostrando una poca stabilità degli assunti scientifici – riporta che «Esistono disforie di genere che si riferiscono al disagio affettivo/cognitivo in relazione al genere assegnato e che può assumere una specificità maggiore quando viene utilizzato come categoria diagnostica».
Con riguardo alla transizione di genere da attuarsi in soggetti minori di età, si deve essere consapevoli della incertezza che i dati di letteratura pubblicati sui casi di pubertà patologica, non possono essere sovrapponibili a quelli che interessano il blocco della pubertà fisiologica.
Si tratta della riassegnazione di genere di soggetti di minore età che non mostrano patologie riferita al genotipo o al fenotipo, ma alla sola percezione di un'immagine del sé corporeo non accettato e della sofferenza connessa derivante dall'incongruenza del genere esperito o espresso e il genere assegnato. Il DSM ha compiuto un incredibile salto, derubricando queste situazioni di incongruenza da «malattie» a «comportamenti di scelta».
Nel giro di pochi anni questi problemi sono stati quindi traslati da patologie cliniche bisognevoli di interventi terapeutici, anche chirurgici, a semplici comportamenti che partono semplicemente da preferenze, svolgimenti di attività, o di giochi o di funzioni, stereotipicamente utilizzati da generi opposti. Il Comitato nazionale di bioetica per la somministrazione della triptorelina ha raccomandato un approccio di prudenza in situazioni accuratamente selezionate, da valutare caso per caso, quindi modalità prudenziali che obbligano a seri filtri, soprattutto quando v'è mancanza di dati scientifici in base ai quali selezionare i casi suddetti, ponendo, nel contempo, l'interrogativo sulla possibilità di intraprendere un percorso di consapevolezza dell'identità di sé in un vissuto di identità sessuata neutrale.
Molti studi affrontano peculiarmente il problema della sofferenza che non si limita al desiderio di appartenere semplicemente al genere opposto, ma può comprendere il desiderio ardente di appartenere ad un genere alternativo e che differisca dal genere assegnato.
Lo stesso DSM descrive a supporto delle diagnosi, azioni quali ad esempio i maschi il depilarsi le gambe al primo segno di crescita dei peli o il bendaggio dei genitali per rendere meno visibili le erezioni e per le femmine il bendaggio del seno. Ed ancora, per la diagnosi sottolinea in modo chiaro che non guida l'esame clinico e che nemmeno gli esami di laboratorio sono indicativi, restando essenziali i fattori comportamentali, temperamentali, ambientali e tutte le specificazioni psicologiche.
Il tema della transizione sessuale dei minori deve essere affrontato prescindendo da valutazioni di ordine sociologico, politico o culturale. È necessario seguire un approccio strettamente medico. Occorre un team di super specialisti esperti che comprenda il fisiopatologo della riproduzione, il neonatologo, il pediatra, il ginecologo e l'andrologo dell'adolescenza, il genetista, l'endocrinologo pediatra, l'urologo pediatra, lo psicologo o psichiatra pediatra, il chirurgo pediatra, ma soprattutto i genitori, unici responsabili del sesso di allevamento, che sempre più spesso tendono a delegare le decisioni e non ad occuparsene magari attraverso associazioni di supporto Peer Group (Gruppo di pari) che includono con ruolo fondamentali il soggetto, della cui identità di genere si dibatte.
Il team specialistico che segue il soggetto deve valutare nel singolo caso sotto molteplici profili in base alla situazione psicologica, alle inclinazioni, alle eventuali patologie e alle situazioni generali del soggetto e della famiglia. Deve stabilire il tempo ottimale di eventuali interventi terapeutici, tenendo presente che comunque, questi sono attuati incongruamente e potrebbero avere un impatto negativo, potenzialmente irreversibile Pag. 202 per lo sviluppo individuale, condannando tra l'altro il soggetto a discriminazioni o peggio ad un ritardo della costruzione della sua immagine corporea rispetto a quella dei coetanei, evento che sicuramente può impattare negativamente sui rapporti sociali e parentali.
Critica quindi l'approccio al problema della disforia seguito da alcuni medici della Tavistock Clinic che prevede un intervento precoce sul minore anche sul piano della genito-plastica. Si tratta di un approccio che se, da un lato, presenta il vantaggio di una più facile guarigione tissutale, dall'altro, presenta delle terribili conseguenze sul piano psichico, anche per la sua irreversibilità. Devono essere, a suo parere, identificati in modo specifico e con precisione i singoli casi che richiedono di interventi terapeutici, se no si rischiano generalizzazioni o indicazioni assolutamente arbitrarie. Sottolinea poi come nessuno conosca ad oggi fino in fondo le conseguenze dei blocchi delle funzioni endocrine o gli effetti delle supplementazioni o degli iper stimoli ormonali. Conclude osservando come queste persone, diventate facili bersagli, possano essere aiutate anche diversamente ed essere sostenute nelle loro identità, senza disporre interventi esasperanti.
Interviene per porre quesiti il presidente relatore PILLON (L-SP-PSd'Az) il quale osserva preliminarmente come né il dottor Chianura né la dottoressa Mosconi abbiano chiarito la vicenda relativa alle linee guida e alle motivazioni che hanno spinto la struttura ospedaliera del San Camillo-Forlanini non solo a dissociarsi dall'iniziativa, ma addirittura a diffidare formalmente l'istituto Metafora dall'utilizzo sulle suddette linee guida del proprio logo.
Pone quindi quesiti sulle linee guida, rilevando come tale documento sia profondamente intriso di ideologie gender. Ideologie queste che vengono applicate anche a personalità in formazione come quelle dei bambini e adolescenti. È indubbio che alcune dichiarazioni rese dalla dottoressa Mosconi ad una emittente radiofonica e nel corso di un'intervista con Richard Thunder sulla nozione di identità di genere e sulla «ignoranza» dei genitori che non avallano processi di transizione in figli minori di età rappresentano la conferma che tali linee guida sono state elaborate partendo da ideologie gender da promuovere anche nelle scuole.
Si sofferma quindi sulla drammatica vicenda che ha visto come protagonista Keria Bell, una giovane paziente della clinica Tavistock di Londra, pentita per i trattamenti ormonali e chirurgici che l'hanno, irrimediabilmente, trasformata in un uomo. Esprime viva preoccupazione per la collaborazione che l'istituto Metafora porta avanti ormai da diversi anni proprio con la clinica Tavistock. Una clinica dalla quale peraltro nel gennaio dello scorso anno un gruppo di medici si è dimesso in massa proprio per il modo in cui il Gender Identity Development Service trattava i giovani pazienti, bambine e bambini affetti da disforia di genere.
La lettura di alcuni post pubblicati dal dottor Chianura sulla propria pagina facebook non può che destare preoccupazione; preoccupazioni accentuate dal contenuto delle linee guida, che evidenziano una adesione acritica alla terapia affermativa del genere. È importante quindi che gli auditi chiariscano quale sia la posizione dell'Istituto Metafora in merito alla suddetta terapia.
Il senatore MALAN (FIBP-UDC) ritiene che il caso di Keria Bell non debba essere minimizzato anche perché esso è uno solo dei tanti casi che hanno visto coinvolti i minori. Domanda alla dottoressa Mosconi e al dottor Chianura se durante la fase di analisi del paziente minore di età vengano prospettate anche le conseguenze negative del percorso di transizione, o invece ci si soffermi solo sui profili «salvifici» di tali trattamenti. Dopo aver segnalato le gravi conseguenze sul piano fisico che la somministrazione della triptorelina può comportare nei minori di età, ricorda che, alcuni studi scientifici mostrano che un'ampia percentuale di minori con problemi di disforia di genere non trattati negli anni tendono ad accettare il proprio sesso di nascita. In merito al tasso suicidario segnalato dalla dottoressa Mosconi chiede se tale Pag. 203percentuale diminuisca nei minori che hanno iniziato il percorso di transizione.
Il dottor BORGONOVO, replicando ad alcuni dei quesiti posti, osserva come gli studi sul transessualismo siano limitati. Dagli interventi non sembrano emergere con chiarezza le fonti scientifiche a supporto dell'avvio precoce di percorsi di transizione sessuale. Ancora, non è chiaro quale sia stato l'iter che ha portato l'Istituto Metafora ad elaborare le linee guida, poi sconfessate dall'ospedale San Camillo-Forlanini. Come hanno confermato gli altri auditi, presso l'istituto Metafora non prestano la loro attività medici – pediatri esperti in endocrinologia. I giovani pazienti quindi sono chiamati a rivolgersi per la terapia farmacologica e chirurgica ad altre strutture. Sembrano quindi mancare dati in ordine al numero di pazienti minori di età trattati sul piano psicologico dall'Istituto che, successivamente, hanno avviato e completato il percorso di transizione anche chirurgica. Conclude soffermandosi sul tema della de-transizione.
La senatrice Tiziana Carmela Rosaria DRAGO (FdI) osserva come si stia trasformando la questione del genere da un problema naturale in un tema fortemente ideologico e ideologizzato. Chiede agli auditi se la disforia di genere sia il sintomo o la causa. Domanda poi quali siano le ragioni per le quali negli ultimi anni si sia rilevato questo significativo aumento dei casi di transizione di genere – soprattutto di donne – e in particolare se «l'ambiente accogliente» creato da molti dei centri che si occupano della transizione sessuale non abbia finito in qualche modo per indirizzare e condizionare le scelte individuali. Si sofferma quindi sul problema della irreversibilità di questi trattamenti, un tema particolarmente grave soprattutto quando si tratta di soggetti minori di età. Chiede poi a quale specialista competa la diagnosi di disforia di genere e quale tipologia di coinvolgimento delle famiglie debba essere preso in considerazione.
Il dottor CHIANURA, dopo aver fornito alcuni elementi di risposta sulla vicenda relativa alle linee guida, ritiene del tutto inappropriato il richiamo fatto dal presidente Pillon a post pubblicati sui social network. Si tratta di dichiarazioni strettamente personali e private e che non inficiano il valore della propria attività in ambito clinico.
Il presidente PILLON (L-SP-PSd'Az) chiede al dottor Chianura di chiarire quali siano i rapporti dell'Istituto Metafora con la clinica Tavistock e se l'Istituto segua o meno la terapia affermativa.
Dopo una breve interlocuzione con il dottor Chianura, prende la parola la dottoressa MOSCONI la quale osserva come la disforia di genere sia legata non solo ad una predisposizione biologica, ma anche a fattori ambientali e culturali. Rileva poi come i percorsi seguiti dall'Istituto non siano uno strumento per veicolare ideologie gender. Fornisce quindi alcuni precisazioni sul tema della carriera alias, da inquadrarsi nell'ambito delle politiche di contrasto alla dispersione scolastica particolarmente marcata con riguardo ai minori transgender.
Dopo alcune richieste di chiarimento formulate dal senatore PILLON (L-SP-PSd'Az) alle quali replica la dottoressa MOSCONI, prende la parola il dottor BOSCIA. Questi ribadisce l'esigenza di ponderare adeguatamente ogni forma di intervento esogeneo, proprio per l'impatto sulla psiche dell'individuo. Andrebbero in particolare, a suo parere, sostenute e portate avanti forme di intervento alternative non interferenti sulla identificazione sessuale.
Dopo una ulteriore richiesta di chiarimento della senatrice Tiziana Carmela Rosaria DRAGO (FdI) prende la parola l'onorevole Maria SPENA (FI), la quale sottolinea l'importanza della tematica oggetto dell'affare assegnato. Alla dottoressa Mosconi chiede di chiarire quale sia l'età minima per iniziare questo percorso di trattamento della disforia di genere, tenuto conto del segnalato abbassamento dell'età media degli utenti. Chiede ancora di precisare quanto Pag. 204tempo intercorra tra la presa in carico del bambino/adolescente e l'inizio della terapia farmacologica. Domanda, poi, quale sia la natura dei rapporti, e in particolare della convenzione, tra l'Istituto Metafora, il SAIFIP e l'ospedale San Camillo-Forlanini. Conclude ponendo quesiti in ordine alle conseguenze sulla salute psicofisica delle terapie farmacologiche per la transizione sessuale avviate su bambini e adolescenti anche alla luce delle esperienze di altri Paesi europei.
La senatrice Raffaella Fiormaria MARIN (L-SP-PSd'Az) esprime vive perplessità sull'approccio clinico seguito da alcuni istituti per il trattamento delle disforie, che finisce per influire negativamente sullo sviluppo psico-fisico di minori di età. Chiede quindi in che modo i genitori vengano coinvolti in questo percorso di transizione sessuale.
Dopo alcune precisazioni della dottoressa MOSCONI interviene l'onorevole Maria Teresa BELLUCCI (FDI), la quale osserva come i rappresentanti dell'Istituto Metafora non abbiano chiarito quali siano gli studi scientifici e clinici alla base dei protocolli da loro seguiti. Desta perplessità infatti che minori in età puberale possano intraprendere questi tipi di percorsi. Chiede poi di chiarire la durata e le modalità del supporto psicologico fornito alle famiglie e al minore. Domanda, ancora, quanto tempo intercorra tra l'avvio del percorso psicologico e l'inizio di una eventuale terapia farmacologica.
Il dottor CHIANURA fa presente che il solo ospedale Careggi di Firenze stia portando avanti una sperimentazione farmacologica per il trattamento dei minori con disforia di genere.
Il dottor BOSCIA ribadisce l'importanza che la questione della disforia di genere dei minori sia affrontata da team di esperti.
Il PRESIDENTE ringrazia gli auditi e dichiara conclusa l'audizione. Ricorda poi che nella seduta pomeridiana già convocata per oggi la Commissione sarà chiamata a votare la proposta di relazione sulle pratiche della circoncisione rituale di minori.
La seduta termina alle 10.45.
MATERIE DI COMPETENZA
Mercoledì 7 luglio 2021. – Presidenza della presidente RONZULLI.
La seduta comincia alle 13.50.
Sulle problematiche connesse alle pratiche di circoncisione rituale dei minori: proposta di relazione.
(Esame, ai sensi dell'articolo 1, comma 5, della legge 23 dicembre 1997, n. 451. Approvazione della relazione: Doc. XVI-bis, n. 4).
La PRESIDENTE avverte che nella seduta odierna la Commissione è chiamata ad esaminare e votare la relazione al Parlamento sulle problematiche connesse alla circoncisione rituale minorile.
Ricorda quindi che la Commissione aveva richiesto l'assegnazione di un affare su questa tematica e in quella sede era stato svolto un ciclo di audizioni, nel corso delle quali erano stati ascoltati, fra gli altri, esperti in medicina e pediatria, nonché esponenti delle comunità religiose ebraica e musulmana. La proposta di relazione, predisposta dalla relatrice Boldrini, che la Commissione si appresta a votare, partendo proprio gli esiti della attività conoscitiva svolta nell'ambito dell'affare assegnato e del materiale acquisito nella medesima sede, affronta in modo organico, pur senza pretese di esaustività, il tema della circoncisione rituale minorile.
Dà quindi la parola alla relatrice per l'illustrazione della proposta.
La relatrice Paola BOLDRINI (PD) fa presente che la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza è chiamata dalla legge istitutiva 23 dicembre 1997, n. 451 a svolgere compiti di indirizzo e Pag. 205controllo sulla concreta attuazione degli accordi internazionali e della legislazione relativi ai diritti e allo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, potendo formulare, nell'esercizio di tali funzioni, osservazioni e proposte alle Camere sugli effetti, sui limiti e sull'eventuale necessità di adeguamento della legislazione vigente, in particolare per assicurarne la rispondenza alla normativa dell'Unione europea ed in riferimento ai diritti previsti dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989.
Nella scelta dei temi da affrontare la Commissione ha individuato, accanto a tematiche di ampia portata e di indubbia complessità, questioni più circoscritte, ma non meno attuali ed importanti, quali il problema della circoncisione rituale minorile oggetto della proposta di relazione in esame.
Per l'approfondimento di quest'ultima questione la Commissione ha chiesto l'assegnazione di un affare, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, del Regolamento del Senato.
Nell'ambito di tale affare la Commissione ha proceduto – come è stato ricordato anche dalla presidente – ad una serie di audizioni, ascoltando esperti in pediatria e i rappresentanti delle comunità islamica ed ebraica. La circoncisione rituale maschile, pratica poco in uso nella cultura italiana, ha assunto particolare rilievo nel nostro Paese in seguito all'aumento di famiglie straniere che la eseguono usualmente per motivi religiosi e/o culturali.
Negli ultimi anni numerosi sono stati i fatti di cronaca che hanno visto tristemente protagonisti bambini che, a causa dell'esecuzione della circoncisione rituale maschile da parte di «circoncisori tradizionali» e in ambiti igienicamente non sicuri, hanno riportato complicanze gravi se non addirittura letali.
A differenza delle mutilazioni genitali femminili, la cui esecuzione è penalmente perseguibile nel nostro Paese, il Comitato Nazionale per la Bioetica ha espressamente riconosciuto nel 1998 che «le comunità, che per la loro specifica cultura praticano la circoncisione rituale maschile, meritano pieno riconoscimento della legittimità di tale pratica», in accordo con l'articolo 19 della Costituzione italiana e con la legge n. 101 del 1989, recante norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l'Unione delle Comunità ebraiche italiane. La proposta di relazione predisposta oltre ad analizzare il fenomeno della circoncisione sia sotto un profilo storico che medico-clinico e dar conto degli aspetti culturali e religiosi che ancora oggi giustificano questa pratica, fornisce alcune indicazioni sugli interventi sull'attuale sistema, anche normativo, che si potrebbero rivelare importanti al fine di assicurare l'effettuazione della circoncisione nel pieno rispetto del diritto alla salute dei piccoli pazienti. In particolare sarebbe opportuno promuovere, in un quadro di leale collaborazione con i competenti organismi nazionali e gli enti territoriali e nel rispetto delle comunità religiose interessate, la conclusione di accordi con le strutture sanitarie pubbliche finalizzate ad assicurare agli utenti che ne facciano richiesta la possibilità di effettuare in ambito ospedaliero le pratiche di circoncisione rituale secondo un tariffario concordato che tenga conto dell'intero percorso assistenziale dalle attività di analgesia, sedazione, asepsi alla tecnica chirurgica. Tenendo anche conto di quanto previsto nell'Intesa conclusa tra lo Stato italiano e le comunità ebraiche italiane, sarebbe opportuno prevedere garanzie minime di sicurezza sanitaria in relazione alle prestazioni di circoncisione rituale, assicurando una uniformità a livello nazionale in ordine alle modalità di accesso alla pratica, alla individuazione delle professionalità coinvolte, nonché agli eventuali accertamenti diagnostico-strumentali pre-intervento e alle modalità del follow-up. Sarebbe in altre parole auspicabile un diffuso incoraggiamento della ospedalizzazione pubblica della circoncisione non terapeutica, fatti salvi ovviamente i casi, nei quali, come accade con riguardo alla Comunità ebraica, l'esecuzione delle circoncisioni rituali avviene già nel rispetto di protocolli medico-sanitari e in situazione di sicurezza. Tale soluzione, da un lato, rappresenterebbe un importante strumento per assicurare la tutela del bene primario della salute, ma, dall'altro, Pag. 206 permetterebbe anche di garantire il diritto di libertà religiosa il quale impone allo Stato non solo di riconoscere ma anche di rimuovere tutti quegli ostacoli di vario genere che ne impediscono concretamente la fruizione a livello individuale, collettivo e istituzionale. Ogni intervento non può prescindere dall'adozione di esplicite direttive a livello nazionale atte ad assicurare ai genitori, che intendono sottoporre a circoncisione il proprio figlio, la possibilità di accesso alle strutture sanitarie pubbliche e/o convenzionate del sistema sanitario con percorsi definiti e con costi accessibili alla famiglia richiedente, nel rispetto delle vigenti norme di tutela della privacy.
Infine, altrettanto importante, considerando la scarsità di dati disponibili, sarebbe l'avvio di una attività di monitoraggio a livello di Ministero della salute al fine di dare una corretta dimensione alla questione in oggetto ma anche al fine di una adeguata programmazione di risorse, umane e materiali, da impiegare, assicurando una adeguata collaborazione anche con le comunità religiose e comunità di stranieri presenti in Italia, per la promozione e tutela della salute di tutti i bambini.
Conclude auspicando quindi il voto unanime della Commissione sulla relazione.
La PRESIDENTE dichiara aperto il dibattito. Nel prendere atto che non vi sono richieste di intervento avverte che si procederà direttamente alle dichiarazioni di voto sulla proposta di relazione.
La senatrice Grazia D'ANGELO (M5S), nell'esprimere apprezzamento per il contenuto della relazione le cui indicazioni potranno consentire in futuro di preservare la vita e la salute di molti minori, preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo. Ribadisce quindi l'importanza di assicurare una uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale anche favorendo la conclusione di protocolli e convenzioni con strutture medico-ospedaliere per l'esecuzione, con costi contenuti e in sicurezza degli interventi di circoncisione. Si tratta di una soluzione, questa, peraltro, in grado di assicurare il dovuto rispetto della libertà religiosa riconosciuta alle confessioni che prevedono la circoncisione come rito essenziale.
La senatrice Raffaella Fiormaria MARIN (L-SP-PSd'Az) preannuncia il voto favorevole del proprio Gruppo parlamentare, sottolineando l'importanza di promuovere campagne informative volte sensibilizzare le famiglie appartenenti a culture diverse dalla nostra sulla necessità di effettuare nel rispetto di protocolli sanitari e in ambito medico-ospedaliero le operazioni di circoncisione anche nei casi in cui per ragioni religiose o culturali esse si rendano necessarie.
L'onorevole Patrizia MARROCCO (FI) sottolinea come il tema oggetto della proposta di relazione in esame sia di indubbia delicatezza ed attualità. È importante impedire nuove morti o danni irreparabili alla salute di tanti bambini che vengono per ragioni religiose o culturali sottoposti alla pratica della circoncisione. Occorre quindi favorire l'esecuzione di circoncisioni a livello medico ospedaliero o comunque nel rispetto – come avviene nel caso della comunità ebraica – di protocolli sanitari. Altrettanto essenziale è la promozione di iniziative di sensibilizzazione volte a spingere le famiglie a rivolgersi per l'esecuzione delle circoncisioni a persone con competenze mediche e non a circoncisori improvvisati. Conclude dichiarando il voto favorevole del proprio Gruppo parlamentare.
L'onorevole SIANI (PD), nel preannunciare il voto favorevole del Gruppo del Partito democratico, esprime vivo apprezzamento per la relazione predisposta dalla relatrice, la quale affronta in modo compiuto e approfondito il tema della circoncisione rituale minorile. A legislazione vigente, peraltro, la circoncisione non è ricompresa tra le prestazioni assicurate fra i livelli essenziali di assistenza previsti dal Servizio sanitario nazionale. Ne consegue che ogni regione decide sul punto in modo differente: un'eterogeneità non solo nell'offerta all'interno dei diversi Servizi sanitari regionali, ma anche nella stessa regione tra Pag. 207le diverse aziende sanitarie, e quindi nelle modalità di accesso e nel percorso assistenziale. Ciò che è prioritario è quindi evitare che siano eseguite circoncisioni in ambienti non igienicamente sicuri e da parte di personale non qualificato, con evidenti rischi per la salute del minore. Da questo punto di vista non si può che guardare con favore alla sottoscrizione di accordi o convenzioni con strutture ospedaliere per l'effettuazione in ambito clinico di tale pratica.
Interviene quindi per dichiarazione di voto favorevole l'onorevole Maria Teresa BELLUCCI (FDI), la quale esprime viva preoccupazione per l'assenza di dati certi e di un sistema adeguato di monitoraggio del fenomeno. L'assenza di dati e di un sistema organico di rilevazione è un problema emerso anche nell'ambito di altre attività conoscitive svolte dalla Commissione e che denota una scarsa attenzione del nostro ordinamento nei confronti dei più fragili. Sono preoccupanti ed allarmanti le stime diffuse sulle circoncisioni rituali svolte in clandestinità, pratiche che, per la sicurezza dei minori, devono essere contrastate. Bisogna incentivare l'esecuzione a livello medico ospedaliero o comunque nel rispetto di protocolli sanitari delle circoncisioni, proprio nel rispetto del principio del superiore interesse del minore.
La PRESIDENTE, nel prendere atto che non vi sono ulteriori richieste di intervento per dichiarazione di voto, pone in votazione la proposta di relazione, che, previa verifica del prescritto numero legale, è approvata all'unanimità (pubblicata in allegato).
La Commissione unanime approva.
Su una proposta di affare assegnato sulla scomparsa dei minori in Italia.
La PRESIDENTE riferisce alla Commissione di aver incontrato il prefetto Riccio, nuovo Commissario Straordinario del Governo per la gestione del fenomeno delle persone scomparse, con riguardo alla questione dei minori scomparsi. Accedendo anche ad una richiesta pervenuta per le vie brevi della senatrice Marin, la quale rilevava l'esigenza di approfondire la questione legata al fenomeno dei minori non accompagnati, propone alla Commissione di deliberare in ordine alla richiesta alla Presidenza del Senato dell'assegnazione di un affare sulla più ampia problematica della scomparsa dei minori in Italia.
La Commissione conviene unanime.
La seduta termina alle 14.20.