ALLEGATO 1
Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza. Doc. XXVII n. 18.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione (Ambiente, territorio e lavori pubblici),
esaminata, per le parti di competenza, la Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18);
premesso che il documento in esame si articola in sei missioni, 16 componenti e 48 linee progettuali, indicando risorse complessive pari a 223,90 miliardi di spesa, di cui 13 miliardi circa stanziati dal REACT-EU di cui al regolamento (UE) 2020/2221 e che:
alla Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura – sono assegnate risorse per 47,3 miliardi, di cui 2,4 miliardi alla linea progettuale Siti Minori, Aree Rurali e Periferie, nell'ambito della componente Turismo e Cultura 4.0;
alla Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica – sono destinate risorse sono pari a 69,8 miliardi di euro ripartite nelle quattro componenti Agricoltura sostenibile ed economia circolare, (7 miliardi, pari al 10 per cento), Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile (18,22 miliardi, pari al 26 per cento), Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (29,55 miliardi, pari al 42 per cento), Tutela del territorio e della risorsa idrica (15,03 miliardi pari al 22 per cento);
alla Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile – sono destinate risorse per 31,98 miliardi ripartite tra due componenti: Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale (28,30 miliardi) e Intermodalità e logistica integrata (3,68 miliardi);
alla Missione 5 – Inclusione e coesione – cui sono destinate risorse per 27,6 miliardi, è ascritta la componente Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore, in cui è ricompresa la specifica linea di intervento Rigenerazione urbana e Housing sociale, (6,30 miliardi) e la componente Interventi speciali di coesione territoriale (circa 4,2 miliardi) che ingloba le linee progettuali di Strategia nazionale per le aree interne (1, 5 miliardi), Interventi per le aree del terremoto (1,7 miliardi) e Ecosistemi dell'innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati ( 0,60 miliardi);
alla Missione 6 – Salute – componente I (Assistenza di prossimità e telemedicina) è ascritta la linea progettuale Salute, Ambiente e Clima. Sanità pubblica ecologica (0,90 miliardi);
con particolare riguardo alle quattro componenti in cui si articola la missione 2, il PNRR afferma che esse verranno più puntualmente definite in coerenza con la strategia nazionale e gli obiettivi del PNIEC, nonché da specifiche riforme volte a favorire la transizione energetica e la svolta ecologica, fra le quali la revisione del sistema della fiscalità ambientale, in modo che essa contribuisca al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030, e la definizione di una strategia nazionale in materia di economia circolare;
richiamata la deliberazione adottata nel mese di settembre del 2020 dalla Commissione, come contributo alla relazione all'Assemblea della V Commissione (Bilancio), relativa alla proposta di linee guida per la definizione del PNRR), nella quale si sono formulate specifiche indicazioni sulle misure e gli investimenti funzionali alla transizione verde del sistema produttivo, nonché sulla definizione di una ambiziosa strategia nazionale per le aree urbane;
ricordato che la «Guida agli Stati membri per la predisposizione dei Piani» della Commissione europea indicava per i documenti Pag. 130 nazionali l'esigenza di spiegare come le misure previste siano coerenti con le priorità del Green Deal Europeo; allocare almeno il 37 per cento del totale per l'azione climatica, indicando come il piano raggiunga questo target e spiegando come le misure finanziate e le riforme contribuiscano a raggiungere i target climatici al 2030 e la neutralità climatica al 2050; contribuire al raggiungimento degli obiettivi ambientali europei, anche con l'uso delle più avanzate tecnologie digitali, compresa la protezione delle acque e delle risorse marine, la transizione all'economia circolare, la prevenzione dei rifiuti e il riciclo, la prevenzione dell'inquinamento, la protezione e il ripristino di ecosistemi e a rendere più ecologiche le aree urbane;
ricordato che il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF, Recovery and Resilience Facility) indica negli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 il quadro di riferimento per la programmazione strategica, il monitoraggio e la valutazione degli impatti dei progetti dei piani di ripresa e resilienza nazionali nonché per la valutazione della coerenza delle politiche di riforma da parte della Commissione europea. Il citato regolamento stabilisce altresì (lettera d) dell'articolo 18, comma 4), che nessuna misura inserita in un piano nazionale di ripresa e resilienza debba arrecare un danno significativo (principio del «do not significant harm») agli obiettivi ambientali ai sensi dell'articolo 17 del regolamento Tassonomia;
considerato che non si prevede di assoggettare lo stesso PNRR a Valutazione Ambientale Strategica (VAS), ai sensi dell'articolo 3, comma 8 della Direttiva 2001/42/CE; il rispetto del principio DNSH e del principio di precauzione è di assoluta rilevanza nella valutazione dei piani e dei progetti in particolar modo nelle zone che già registrano impatti ambientali significativi, come quelle in procedura di infrazione per la qualità dell'aria, delle falde acquifere, ed altro ancora;
rilevato che la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), definisce il quadro di riferimento nazionale per i processi di pianificazione, programmazione e valutazione di tipo ambientale e territoriale, in attuazione di quanto previsto dall'art. 34 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e costituisce lo strumento di coordinamento dell'attuazione dell'Agenda 2030 in Italia;
segnalato in particolare come, da diverse fonti di analisi, sia stato messo in evidenza come il totale delle risorse destinate alla transizione ecologica sia inferiore alla soglia del 37 per cento, in quanto alla Missione 2 sono assegnate risorse pari a 67,49 miliardi (31,9 per cento), una cui quota parte non appare ascrivibile agli obiettivi di mitigazione e adattamento climatico;
rilevata altresì la necessità, nell'ambito delle proposte di interventi infrastrutturali riferiti al completamento dei quattro corridoi che attraversano l'Italia delle reti TEN-T, anche al fine di abbattere il livello delle emissioni nocive nelle zone che registrano i maggiori tassi di inquinamento di rappresentare l'intero mosaico infrastrutturale che oggi caratterizza la offerta evidenziando gli anelli mancanti che mettono in crisi l'intero quadro infrastrutturale e, soprattutto, tutte le interdipendenze funzionali tra le reti ed i nodi urbani e logistici (porti, aeroporti ed interporti);
considerato che la parità di genere, insieme a Giovani e Sud e riequilibrio territoriale, rappresenta una delle tre priorità trasversali di tutte le Missioni del PNRR, l'intero piano dovrà essere valutato in un'ottica di gender mainstreaming e che il superamento delle disuguaglianze di genere passa da una più forte presenza femminile in settori strategici per il rilancio del Paese, tra cui quello della transizione ecologica;
acquisiti gli elementi informativi emersi nel corso di un ampio ciclo di audizioni nonché i documenti trasmessi alla Commissione da numerosi soggetti pubblici e privati;
preso atto delle note tecniche analitiche, redatte in lingua inglese, sottostanti la Proposta di piano nazionale di ripresa e Pag. 131resilienza trasmesse dal Ministro dell'economia e delle finanze,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti osservazioni
a) in via preliminare:
I) dovrebbe valutarsi l'opportunità – già evidenziata nella citata deliberazione adottata dalla Commissione nel mese di settembre del 2020 – di integrare i meccanismi di controllo della spesa, prevedendo una verifica sulla coerenza dei progetti con gli SDGs e i BES, nonché con le finalità della transizione verde, della neutralità climatica e del principio del «do not significant harm». In particolare, sarà importante verificare il rispetto della destinazione del 37 per cento di risorse per investimenti alla transizione verde – che la stessa Commissione europea indica come minimo di spesa da prevedere nei piani nazionali – e la coerenza di tutti i progetti del PNRR all'obiettivo europeo della neutralità climatica 2050 e della riduzione delle emissioni del 55 per cento al 2030, nonché la valutazione ex ante, e in fase di realizzazione anche ex post, dell'impatto ambientale delle azioni previste dal Piano;
II) ritenuta essenziale la coerenza tra contenuti e obiettivi del PNRR con la Legge europea sul Clima, nonché con le indicazioni fornite nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC), nella revisione del PNRR, si tenga tenere conto dell'imminente aggiornamento del PNIEC che si rende necessario a seguito della decisione adottata dal Consiglio europeo che per l'European Green Deal ha approvato il nuovo obiettivo UE vincolante di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Anche con riferimento ai nuovi obiettivi nazionali al 2030 che discenderanno dal PNIEC aggiornato, ulteriormente più sfidanti degli attuali (fonti rinnovabili, efficentamento energetico, mobilità sostenibile), occorre specificare in che misura il PNRR contribuirà al raggiungimento dei target climatici al 2030 e al 2050 e degli altri obiettivi ambientali ed energetici, indicando tra l'altro l'impatto delle misure e degli investimenti previsti sulla riduzione delle emissioni di gas-serra, sulla quota di fonti rinnovabili, sull'efficienza energetica, sulla mobilità sostenibile, sull'integrazione dei sistemi energetici, sulle nuove tecnologie energetiche pulite e sulle interconnessioni elettriche;
III) si assicuri la piena coerenza, all'interno di un unico quadro programmatico, degli obiettivi, target e indicatori del PNRR e della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS), in corso di revisione, in un'ottica di coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile;
IV) si valuti l'esigenza di predisporre misure e procedure amministrative speciali e dedicate in modo specifico alla velocizzazione della realizzazione dei progetti previsti dal PNRR, anche predisponendo norme specifiche che accompagnino la presentazione dei progetti alla Commissione europea e l'immediato rafforzamento delle stazioni appaltanti coinvolte, al fine di garantire la coerenza della loro attuazione con i tempi e gli obiettivi prestabiliti, nonché con le ineludibili esigenze di trasparenza, legalità e sicurezza (al riguardo si propone di estendere a tutte le opere pubbliche previste dal Piano gli accordi sindacali sottoscritti dal MIMS con le organizzazioni di settore in data 11 dicembre e 22 gennaio scorsi dedicati alla tutela dei lavoratori);
V) si valuti, altresì l'esigenza di promuovere un efficace coinvolgimento del settore privato nell'attuazione del PNRR, anche valutando l'opportunità di un intervento legislativo che favorisca l'apporto del capitale privato al raggiungimento degli obiettivi del Piano, a partire dall'istituto del project financing, e valutando ulteriori forme attraverso le quali detta partecipazione si possa realizzare;
VI) al fine di consentire di colmare i divari territoriali, si valuti l'esigenza di applicare, con eventuali aggiustamenti, il criterio di riparto tra i Paesi previsto per le Pag. 132sovvenzioni dal Dispositivo di ripresa e resilienza anche all'interno del Paese (tra le regioni e le macro-aree), escludendo dal computo destinato al Mezzogiorno le risorse per interventi in essere e quelle già considerate nei tendenziali di finanza pubblica;
VII) in relazione alle Missione 2 e Missione 3 si sottolinea l'importanza di promuovere investimenti per potenziare l'occupazione e l'imprenditoria femminile nei settori della transizione ecologica e dello sviluppo infrastrutturale sostenibile; in relazione alla Missione 4 si confermi l'impegno a promuovere il sostegno alla formazione delle giovani donne nelle materie scientifiche e tecnologiche (STEM), fondamentali per realizzare gli obiettivi della transizione ambientale;
b) tenuto conto delle priorità del PNRR, nell'ambito della Missione 1, componente I (Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA), linea progettuale 1 (Digitalizzazione della PA) si assicuri priorità al completamento della digitalizzazione delle procedure di gara per l'affidamento di contratti pubblici, in previsione della futura attuazione del Regolamento UE 1780/2019, che impone entro il mese di ottobre del 2023 la digitalizzazione delle procedure di gara (obbligatorietà dell'uso dei formulari elettronici nella rilevazione e gestione dei contratti pubblici per tutta l'UE), in particolare implementando la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP) operante presso l'ANAC, al fine di affermare il principio di «once only» e realizzare una concreta riduzione degli oneri in capo a operatori economici e stazioni appaltanti. Per il raggiungimento del predetto obiettivo appare fondamentale perseguire una strategia di ampio respiro volta a migliorare la competenza delle stazioni appaltanti, in linea con quanto disposto dall'articolo 38 del decreto legislativo n. 50 del 2016 in materia di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, che allo stato attuale non ha ancora trovato completa attuazione;
c) nell'ambito della Missione 1, componente I (Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA), linea progettuale 2 (Modernizzazione della PA), si tengano in adeguata considerazione gli squilibri territoriali sia nell'attuazione del piano organico straordinario, ivi richiamato, di assunzioni a tempo determinato di personale altamente qualificato, attraverso procedure concorsuali snelle e veloci, destinato al rafforzamento delle Amministrazioni coinvolte nella realizzazione del PNRR sia in una fase successiva, quando si valuteranno le misure per garantire in via permanente il rafforzamento degli enti locali e delle strutture tecniche dello Stato;
d) in termini generali rispetto alla destinazione delle risorse e, nello specifico, per le risorse riferite alla Missione 2 che vedono circa il 40 per cento delle risorse destinate ad interventi già previsti, si verifichi il rapporto tra interventi nuovi e già in essere, al fine di ottimizzare l'impatto delle risorse del Recovery and Resilience Facility Con riguardo a tutte le Missioni del Piano, e nello specifico, in relazione alla Missione 3, nel caso in cui, al fine di inserire nel PNRR interventi immediatamente cantierabili, si sostituisca, in toto o in parte, una fonte di finanziamento già esistente con quelle previste dal RRF, si provveda a riprogrammare le eventuali risorse rinvenienti, garantendo il rispetto del vincolo territoriale originario stabilito dalla relativa fonte di finanziamento; in particolare sia garantito il reintegro e la salvaguardia dei prescritti meccanismi di allocazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, assicurando il doveroso coinvolgimento del Parlamento in sede di loro riprogrammazione;
e) nell'ambito della Missione 2, componente I (Agricoltura sostenibile e economia circolare), linea progettuale 2 «Economia circolare e valorizzazione del ciclo integrato dei rifiuti» sia prestata particolare attenzione alla corretta gestione e chiusura del ciclo dei rifiuti, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti aumentando gli attuali stanziamento destinato a nuovi impianti, prevedendo preventivamente un «censimento» dell'esistente (pubblico e privato) per ovviare alle carenze territoriali, all'ammodernamento di Pag. 133quelli esistenti, al potenziamento e innalzamento tecnologico della raccolta differenziata, in particolare della frazione organica dei rifiuti, soprattutto nei territori dell'Italia centrale e meridionale nei quali non è ancora garantita l'autosufficienza impiantistica; al riguardo, sia favorita la diffusione di sistemi per la pesatura e la tracciabilità dei rifiuti anche con la finalità di semplificare l'applicazione della tariffa puntuale in tutto il Paese, la realizzazione di nuovi impianti di compostaggio dell'organico, in previsione dell'incremento della raccolta differenziata dei rifiuti organici, la realizzazione di impianti di riciclo dei rifiuti urbani e speciali, anche con riferimento alla gestione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo con impianti di sterilizzazione «in situ»; e si incentivi il tracciamento satellitare e/o digitale per la localizzazione di veicoli e siti di smaltimento;
f) nell'ambito della Missione 2, componente I (Agricoltura sostenibile e economia circolare), linea progettuale 2 «Economia circolare e valorizzazione del ciclo integrato dei rifiuti», al fine di accelerare la transizione verso un'economia circolare e semplificare la normativa per la cessazione della qualifica di rifiuto anche in relazione alle procedure dei controlli, si valuti l'esigenza di un processo di implementazione della scrittura dei decreti End of Waste per singoli flussi e tipologie di rifiuti, in modo da garantire efficienza ed efficacia con tempi certi di recupero e riciclo delle diverse tipologie di materie;
g) nell'ambito della Missione 2, componente I (Agricoltura sostenibile e economia circolare), linea progettuale 2 «Economia circolare e valorizzazione del ciclo integrato dei rifiuti» si valuti l'esigenza di definire specifici finanziamenti principalmente destinati alla bonifica applicabile delle discariche, a partire da quelle più vetuste o chiuse;
h) nell'ambito della Missione 2, componente II «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità locale sostenibile» si assumano le opportune iniziative dirette alla riduzione dell'inquinamento dell'aria e del particolato atmosferico dell'area del Bacino Padano;
i) nell'ambito della Missione 2, componente II «Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità locale sostenibile» in coerenza con l'obiettivo del PNIEC al 2030 relativo ad una maggiore produzione di energia prodotta da impianti a fonti rinnovabili (vigente è il 30 per cento di energia prodotta sul consumo finale), tenuto conto degli insoddisfacenti esiti dei bandi del decreto ministeriale 4 luglio 2019, cosiddetto decreto ministeriale FER1, per la richiesta di accesso agli incentivi per la realizzazione o il revamping di impianti FER, anche al fine di un rilancio degli investimenti, si rendano più accessibili i finanziamenti attraverso la semplificazione delle procedure di accesso e degli iter autorizzativi;
j) nell'ambito della Missione 2, componente II (Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità locale sostenibile), si valuti l'opportunità di adottare le necessarie strategie di finanziamento e sostegno alla ricerca, al fine di consentire lo sviluppo di una filiera italiana legata all'uso dell'idrogeno nell'ottica di sostegno al percorso di decarbonizzazione e, più in generale, per la produzione di energia da fonti rinnovabili che faciliti l'obiettivo della mobilità sostenibile con azioni specifiche riguardanti la riduzione dei consumi energetici del TPL e dei veicoli privati, in linea con la direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, recepita con il decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257, sulla realizzazione di una infrastruttura per i combustibili alternativi, assicurando il principio della neutralità tecnologica, puntando in particolare sulla mobilità elettrica, anche nell'ottica di sviluppo di una tecnologia degli accumuli che permetta di costruire una filiera nazionale delle batterie e incrementando, a tal fine, la ricerca nazionale;
k) si valuti altresì l'opportunità di istituire a Taranto il Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l'Idrogeno previsto dalla Missione 4, componente II (Dalla ricerca all'impresa), in ragione dell'opportunità di accompagnare attraverso la realizzazione di questo importante investimento il progetto di decarbonizzazione del più grande Pag. 134polo siderurgico d'Europa costituito dall'Ilva di Taranto, come già prevede il Piano attraverso il sostegno alla decarbonizzazione degli impianti tramite l'utilizzo di idrogeno e la progressiva riduzione delle aree di produzione a caldo; ciò consentirebbe di cogliere appieno l'occasione di sviluppo e sperimentazione sul campo delle tecnologie utili alla produzione di acciaio, attraverso una forte sinergia e collaborazione tra sistemi di ricerca, imprese e istituzioni, in grado di generare sviluppo territoriale sostenibile e occupazione qualificata;
l) nell'ambito della Missione 2, componente III «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» si provveda a dare particolare priorità alla linea progettuale 2 «Efficientamento energetico e sismico, edilizia residenziale privata e pubblica», mediante:
1) l'estensione (in linea con quanto già richiesto nella citata relazione all'Assemblea della V Commissione sulla proposta di linee guida per la definizione del PNRR) del cosiddetto superbonus 110 per cento all'intero anno 2023, indipendentemente dalla avvenuta realizzazione di percentuali di lavori nell'ultimo anno di vigenza dell'incentivo, anche al fine di moltiplicare gli effetti positivi in termini di risparmio energetico annuo generato dagli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio privato; si valuti altresì l'inserimento di tale incentivo in una strategia di riqualificazione degli edifici e di semplificazione per favorire l'accesso ad essa, in particolare sul versante della verifica preventiva della conformità urbanistica, degli interventi sugli edifici ubicati nei centri storici laddove la presenza di vincoli impedisce il miglioramento di almeno due classi energetiche e l'accelerazione dei tempi di recupero del credito nonché la sua estensione ad altre tipologie di immobili e l'opportunità di un'estensione delle platea dei beneficiari;
2) la realizzazione di un Piano operativo nazionale per la sicurezza sismica per l'efficientamento energetico del patrimonio edilizio residenziale pubblico;
m) nell'ambito della Missione 2, componente III «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» si preveda il potenziamento e la proroga del «Bonus Verde» (ex legge 27 dicembre 2017, n. 205, articolo 1, comma 12) in modo che possa diventare uno strumento valido ed efficace per contrastare il lavoro nero o sommerso e soprattutto le infiltrazioni mafiose o della criminalità in genere (così frequenti in questo settore) favorendo il ricorso al lavoro qualificato e specializzato delle aziende;
n) nell'ambito della Missione 2, componente IV «Tutela del Territorio e della risorsa idrica», che pure reca contenuti indirizzati alla tutela e recupero degli ecosistemi e alla tutela della biodiversità, si integri il documento dedicando adeguata attenzione, anche in termini finanziari, al tema della prevenzione del dissesto idrogeologico e alla tutela della biodiversità, che risulta attualmente marginale, programmando l'aggiornamento e il miglioramento della Strategia nazionale per la biodiversità in linea con la Strategia europea al 2030, anche nell'ambito di un apposito piano nazionale di forestazione urbana e attraverso la valorizzazione del sistema dei parchi e delle aree marine protette;
o) nell'ambito della Missione 2, componente IV «Tutela del Territorio e della risorsa idrica», si presti particolare attenzione, anche di natura finanziaria, al tema dell'efficienza idrica, attraverso un percorso di superamento dei limiti derivanti dalla governance frammentata delle infrastrutture idriche, in particolare mediante il rafforzamento della governance locale (EGATO), con l'obiettivo di una migliore pianificazione degli investimenti, necessari alla riduzione delle perdite nelle reti di acqua potabile, al rafforzamento della digitalizzazione alla manutenzione delle reti di distribuzione e fognature, al risparmio idrico, al virtuoso ciclo integrale delle acque, al superamento delle procedure di infrazione europee nonché agli interventi sulle grandi infrastrutture di approvvigionamento, garantendo un'equa distribuzione delle risorsa idrica tra Regioni ricadenti nel medesimo distretto idrografico mediante l'intervento delle autorità competenti Pag. 135 e accompagnando le linee di investimento da una puntuale operazione di semplificazione delle procedure autorizzative;
p) nell'ambito della Missione 2, componente IV «Tutela del Territorio e della risorsa idrica», si presti particolare attenzione ad investire nelle infrastrutture che aumentino il livello di uso e riciclo delle acque piovane anche attraverso il rinnovamento delle infrastrutture vetuste dei centri storici, allo scopo di garantire una maggiore resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici del tessuto urbano consolidato e prevedendo nuove modalità di costruzione degli edifici che assicurino il massimo grado di riutilizzo delle acque grigie;
q) nell'ambito della Missione 2, componente IV «Tutela del Territorio e della risorsa idrica», si provveda ad integrare il documento, incrementando le risorse della linea progettuale «Interventi sul dissesto idrogeologico» alla redazione e attuazione, da parte delle regioni o soggetti dalle stesse delegati, di un programma di salvaguardia delle coste dall'erosione costiera e la riduzione delle cause che generano i fenomeni erosivi, la protezione e valorizzazione dei litorali sabbiosi sul territorio nazionale, la mitigazione dei fenomeni dell'intrusione dell'acqua marina nell'acqua di sottosuolo, negli estuari e nei sistemi fluviali e lagunari, per far fronte alle problematiche connesse ai cambiamenti climatici e la trasformazione resiliente degli ambiti costieri del Mar Mediterraneo;
r) nell'ambito della Missione 2, componente IV «Tutela del Territorio e della risorsa idrica», linea progettuale «Sistemi di gestione rifiuti raccolti al mare nelle aree portuali», sia previsto l'ampliamento degli interventi anche ai rifiuti raccolti nei laghi, fiumi e lagune;
s) nell'ambito della Missione 2, componente IV «Tutela del Territorio e della risorsa idrica», linea progettuale «Investimenti nelle reti di fognatura e negli impianti di depurazione», si indirizzi quota parte delle risorse per il rinnovamento e la riqualificazione dei sistemi fognari esistenti nelle aree dei nostri laghi, ai fini della tutela della qualità delle acque e degli ecosistemi lacuali;
t) nell'ambito della Missione 3, componente I «Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale», linea progettuale «Messa in sicurezza e monitoraggio digitale di strade, viadotti e ponti» si presti particolare attenzione ad investire nella sostituzione dei ponti esistenti realizzati nel secolo scorso, con problemi strutturali e di sicurezza, piuttosto che sprecare risorse per interventi «tampone» su strutture ormai obsolete e inadeguate rispetto ai nuovi standard viabilistici europei;
u) nell'ambito della Missione 3, componente II «Intermodalità e logistica integrata», sia previsto il finanziamento del completamento omogeneo e sostenibile degli assi prioritari e corridoi europei TEN-T, compatibilmente con i criteri di utilizzo delle risorse del piano, allo scopo di garantire infrastrutture scorrevoli di collegamento dei nostri porti con l'Europa centrale e trasporti rapidi di persone e merci infra-mediterranei e per il turismo, evitando strozzature e blocchi che incidono pesantemente sull'inquinamento atmosferico; Si presti inoltre particolare attenzione ad investire nelle piattaforme intermodali, in particolare nelle aree retroportuali e nelle ZES, che devono divenire hub dello scambio fra i differenti mezzi di trasporto di merci e persone, garantendone il collegamento con strade e autostrade;
v) nell'ambito della Missione 5, componente III «Interventi speciali di coesione territoriale», si valuti l'opportunità di incrementare le risorse assegnate alla linea progettuale 1 (strategia nazionale per le aree interne) e alla linea progettuale 2 (Interventi per le aree del terremoto); in particolare si promuova l'avvio di un vero e proprio «cantiere Centro Italia» e di politiche di sostegno all'insieme delle aree terremotate, promuovendo un'azione complessiva di rigenerazione e di contrasto allo spopolamento e al declino sociale ed economico in corso, cui connettere un'incisiva iniziativa per rendere città e borghi delle aree del terremoto sicuri, accoglienti, attrezzati, Pag. 136 connessi e sostenibili, anche con interventi specifici per una mobilità più efficiente e sostenibile, di recupero e riqualificazione energetica degli edifici, la realizzazione di servizi digitali, lo sviluppo di sistemi fotovoltaici, di un'illuminazione urbana ecocompatibile, di impianti e reti tecnologiche adeguate, di valorizzazione del territorio, in particolare delle risorse, forestali e boschive, con un finanziamento aggiuntivo di almeno 1 miliardo di euro;
w) nell'ambito della Missione 5, componente III «Interventi speciali di coesione territoriale», ma anche con riferimento ad ulteriori linee progettuali previste nell'ambito di altre missioni, sia rafforzata la definizione di una nuova ed ambiziosa strategia per le aree urbane – quali luoghi privilegiati in cui si giocherà la sfida della sostenibilità ambientale, economica e sociale – in particolare mediante progetti di trasformazione urbana ad alta sostenibilità ambientale ed energetica volti ad adattare le nostre città alle nuove esigenze sociali, economiche e tecnologiche, con misure di velocizzazione degli iter e delle procedure, di miglioramento delle prestazione energetiche, idriche e di sicurezza sismica degli edifici esistenti, di potenziamento dell'offerta di edilizia residenziale pubblica e di carattere sociale senza consumo di suolo, di contrasto alle condizioni di emarginazione, di degrado sociale, di superamento dei divari tra centro e periferie, anche alla luce degli obiettivi 11 (città e comunità sostenibili) e 13 (azione climatica) dell'Agenda 2030. Andrebbe altresì valutata l'opportunità di istituire una «cabina di regia» a livello centrale che governi le politiche urbane e l'utilizzo delle risorse pubbliche, dichiarando di interesse pubblico gli interventi di rigenerazione urbana e approvando norme volte a superare i molteplici ostacoli che ancora ne impediscono la realizzazione;
x) nell'ambito della Missione 5, componente III «Interventi speciali di coesione territoriale» si valuti l'opportunità di prevedere, a favore di una sempre maggiore coesione e perequazione sociale delle aree montane e delle aree interne, un investimento prioritario secondo una efficace «Agenda digitale per la montagna» che porti al completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica, della digitalizzazione ed innovazione della PA, dello sviluppo delle infrastrutture e servizi per una digitalizzazione inclusiva contro il digital divide, anche in funzione delle positive ricadute in termini di protezione dell'ambiente e mitigazione dei rischi idrogeologici e sismici, nonché di miglioramento dell'efficienza energetica e antisismica degli edifici, al fine di contrastare lo spopolamento delle zone montane e l'abbandono dell'agricoltura, del pascolo e dell'alpeggio, anche nell'ottica di ridurre il rischio di dissesto idrogeologico;
y) nell'ambito della Missione 6, componente I «Assistenza di prossimità e telemedicina», linea progettuale 2 (Salute, Ambiente e Clima. Sanità pubblica ecologica), dovrebbe valutarsi l'opportunità di sottolineare la necessità di rafforzare permanentemente la capacità tecnica nel settore ambientale del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) quale strumento abilitante e trasversale alle sfide strategiche della digitalizzazione, della transizione ecologica e del legame tra salute, ambiente e clima con un finanziamento dedicato al raggiungimento dei LEPTA sull'intero territorio nazionale; in particolare, si ritiene prioritario perseguire la piena integrazione del SNPA con il previsto Sistema nazionale di prevenzione salute, ambiente e clima (SNPS) mediante il rafforzamento e la digitalizzazione dei poli di eccellenza e poli regionali, delle strutture territoriali della rete SNPS-SNPA, la riqualificazione di infrastrutture, risorse strumentali e umane delle strutture SNPS-SNPA.
ALLEGATO 2
D.L. n. 22/2021: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. C. 2915 Governo.
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La VIII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il decreto-legge n. 22/2021, C. 2915 Governo, recante Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
premesso che:
l'articolo 2 disciplina la trasformazione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in Ministero della transizione ecologica (MiTE), devolvendo ad esso le funzioni precedentemente attribuite al Ministero dell'ambiente nonché rilevanti competenze – precedentemente attribuite al Ministero dello sviluppo economico – in materia di politica energetica;
il decreto dispone il limite di tre dipartimenti e dieci direzioni generali (aumentando rispettivamente di un dipartimento e di due direzioni generali l'attuale assetto organizzativo del Ministero dell'ambiente), al fine di consentire l'istituzione del Dipartimento per l'energia e il clima, in cui confluiscono la Direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica e la Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari del Ministero dello sviluppo economico nonché la Direzione generale per il clima, l'energia e l'aria, già istituita presso il Ministero dell'ambiente;
l'articolo 4 istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), con il compito di assicurare il coordinamento delle politiche nazionali per la transizione ecologica e la relativa programmazione;
l'articolo 5 modifica la denominazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sostituendola con la nuova: «Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili»,
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti osservazioni:
a) all'articolo 4, comma 3:
1) alla lettera c), premettere alle parole «contrasto al dissesto», le seguenti: «prevenzione e»;
2) alla lettera f), si valuti l'opportunità di aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e relative infrastrutture»;
3) si valuti l'opportunità di ricomprendere tra le materie le cui politiche sono oggetto di coordinamento da parte del CITE, e ferme restando le competenze costituzionalmente previste, anche il governo del territorio;
4) si valuti l'opportunità di ricomprendere tra le materie le cui politiche sono oggetto di coordinamento da parte del CITE, anche la riqualificazione, riconversione economica, valorizzazione e risanamento ambientale delle aree industriali in crisi, e dei territori più colpiti dalla transizione energetica, attesa la loro dipendenza dai combustibili fossili.
b) all'articolo 4, comma 5, si valuti l'opportunità di sostituire le parole «delibera sulla rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi», con le parole «delibera sulle proposte per una progressiva riduzione e la rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi e sulla loro sostenibilità economica».
ALLEGATO 3
D.L. n. 22/2021: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri. C. 2915 Governo.
PARERE ALTERNATIVO DEL GRUPPO FRATELLI D'ITALIA
La VIII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il DL n. 22/2021, C. 2915 Governo, recante Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri;
premesso che:
il preambolo non dà conto dei motivi di necessità ed urgenza alla base del mutamento, di cui all'articolo 5, di denominazione relativa al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ora denominato Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, denominazione alla quale peraltro non sembra accompagnarsi nessun mutamento di funzioni;
con riferimento al rispetto del requisito dell'immediata applicabilità delle norme contenute nei decreti-legge di cui all'articolo 15, comma 3, della legge n. 400/1988, si evidenzia che lo stesso appare eluso, atteso che – per quanto di competenza della Commissione VIII – risultano previsti l'adozione di alcuni DPCM e provvedimenti di altra natura, tra i quali l'approvazione di un piano per la transizione ecologica;
considerato che:
l'articolo 2, comma 2, lettera d), numero 2), capoverso c) contiene l'espressione «finanza climatica» che, in quanto nuova nella legislazione italiana, deve essere corredata di un'apposita definizione;
la composizione del CITE, di cui all'articolo 4 del DL in esame, dovrebbe essere integrata con «Ministro della salute, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale»;
l'articolo 4, comma 1, capoverso 5, prevede che il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) deliberi sulla rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi di cui all'articolo 68 della legge n. 221 del 2015. Al riguardo deve essere meglio chiarita la portata della disposizione posto che alcuni di tali sussidi costituiscono autorizzazioni legislative di spesa che quindi possono essere oggetto di modifica solo attraverso un intervento legislativo;
appare indispensabile prevedere, con riferimento all'articolo 4 del presente DL, modalità di coordinamento tra il CITE e il CIPESS;
il mutamento di denominazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di cui all'articolo 5 del presente DL, va previsto come forma di novella del decreto legislativo n. 300 del 1999 in coerenza con il paragrafo 3, lettera a), della circolare per la formulazione tecnica dei testi legislativi del Presidente della Camera del 20 aprile 2001 e con quanto previsto dallo stesso provvedimento con riferimento al Ministero della transizione ecologica (articolo 2);
l'articolo 10 del presente DL prevede l'adozione, entro il 30 giugno 2021, dei regolamenti di organizzazione dei Ministeri con DPCM, con una deroga – che peraltro va esplicitata – al procedimento ordinario stabilito dall'articolo 17, comma 4-bis, della legge n. 400 del 1988 e che, in ogni caso, risulta più adeguato indicare, per l'emanazione di regolamenti governativi di delegificazione, l'adozione di DPR, sentito il Consiglio di Stato e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti in materia;
esprime in sede consultiva alla Commissione di merito
PARERE CONTRARIO.