ATTI DEL GOVERNO
Martedì 9 marzo 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.
La seduta comincia alle 15.05.
Variazioni nella composizione della Commissione.
Vittoria CASA, presidente, avverte che è entrato a far parte della Commissione il deputato Spadafora, mentre hanno cessato di farne parte i deputati Azzolina e Ferraresi.
Proposte di nomina di Marta Donzelli a presidente della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia, nonché di Cristiana Capotondi, di Guendalina Ponti e di Andrea Purgatori a componenti del consiglio di amministrazione della medesima Fondazione.
Nomine nn. 77, 78, 79, 80.
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione inizia l'esame congiunto delle proposte di nomina in oggetto.
Flavia PICCOLI NARDELLI (PD), relatrice, riferisce che la Commissione è chiamata ad esprimere al Governo il parere sulle proposte del Ministro della cultura per la nomina del presidente e di tre dei quattro componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia.
Ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 426 del 18 novembre 1997, il Consiglio di amministrazione della Fondazione è nominato con decreto del Ministro Pag. 69per i beni e le attività culturali – oggi Ministro della cultura, – sentito il parere delle Commissioni parlamentari competenti di Camera e Senato. Il Consiglio di amministrazione è formato dal presidente e da quattro componenti. Il presidente è indicato dallo stesso Ministro della cultura, mentre i quattro componenti sono designati, rispettivamente, tre dal Ministro della cultura e uno dal Ministro dell'economia e delle finanze.
Come chiarito dal Ministro della cultura nella lettera con cui è stato chiesto il parere parlamentare prescritto, la proposta di nomina del quarto componente del Consiglio di amministrazione – spettante al Ministro dell'economia e delle finanze – non è stata ancora formulata.
Nel dettaglio, le quattro nomine proposte dal Ministro Franceschini sono quella di Marta Donzelli a Presidente della Fondazione (proposta n. 77) e quelle di Cristiana Capotondi, Guendalina Ponti e Andrea Purgatori a componenti del Consiglio di amministrazione (si tratta, rispettivamente, delle proposte n. 78, n. 79 e n. 80).
Ricorda brevemente che la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, già ente pubblico istituito con legge 24 marzo 1942, n. 419, ha personalità giuridica di diritto privato. Essa persegue le seguenti finalità: a) lo sviluppo dell'arte e della tecnica cinematografica ed audiovisiva a livello d'eccellenza, attraverso la ricerca, la sperimentazione, la produzione, l'attività di alta formazione, perfezionamento e aggiornamento, svolgendo iniziative di avanguardia e curando la promozione ed il coordinamento di iniziative di formazione sul territorio nazionale, anche in collaborazione con istituti pubblici e privati e con le università, e, mediante intese, con le regioni, le province ed i comuni; b) la conservazione, l'incremento, il restauro e la promozione, in Italia ed all'estero, del patrimonio culturale cinematografico, anche mediante convenzioni con enti, istituzioni ed associazioni culturali, scuole ed università; c) la ricerca e la sperimentazione di nuovi criteri, metodi e tecnologie, nonché di linguaggi innovativi, in tutti i campi connessi alla cinematografia ed agli audiovisivi, da rendere accessibili ai nuovi autori e professionalità emergenti, anche attraverso iniziative di formazione interne alla struttura o partecipazione ad attività di formazione esterne alla stessa.
Precisa che sono organi della Fondazione il presidente, il consiglio di amministrazione, il comitato scientifico, il direttore generale, il collegio dei revisori dei conti. La durata degli organi è di quattro anni. Ciascun componente, e il direttore generale, può essere riconfermato per non più di due volte e, se è nominato prima della scadenza quadriennale, resta in carica fino a tale scadenza. Il presidente ha la legale rappresentanza, anche processuale, della Fondazione e ne promuove le attività; convoca e presiede il consiglio di amministrazione; vigila sull'applicazione dello statuto, sull'osservanza dei princìpi istitutivi e sul rispetto delle competenze dei vari organi; adotta nei casi di necessità ed urgenza, gli atti di competenza del consiglio di amministrazione e li sottopone alla ratifica di questo. In particolare, il presidente predispone e propone al consiglio di amministrazione gli atti relativi alle linee generali dell'attività della Fondazione ed i relativi obiettivi e programmi; propone al consiglio di amministrazione la nomina del direttore generale, del preside e dei docenti della Scuola nazionale di cinema e del Conservatore della Cineteca nazionale; cura le relazioni con enti, istituzioni, imprese pubbliche e private ed altri organismi, anche al fine di instaurare rapporti di collaborazione e sostegno delle singole iniziative della Fondazione.
Nel ricordare che, unitamente alla richiesta di parere parlamentare, il Ministro Franceschini ha trasmesso i curricula delle quattro personalità designate, richiama l'attenzione con apprezzamento in particolare sulla giovane età di Marta Donzelli, sulla professionalità di tutti, nonché sul fatto che tre soggetti designati su quattro sono donne. Evidenziando che i nomi scelti dal Ministro posseggono senz'altro i requisiti necessari per ricoprire gli incarichi per i quali sono stati selezionati, trattandosi di nomi noti, di alto livello e di indubbia competenza, Pag. 70invita tutti i commissari a prendere conoscenza dei curricula dei candidati.
Conclude preannunciando che è sua intenzione proporre alla Commissione di esprimere parere favorevole.
Vittoria CASA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.15.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 9 marzo 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.
La seduta comincia alle 15.15.
Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Doc. XXVII, n. 18.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 2 marzo 2021.
Alessandra CARBONARO (M5S), intervenendo da remoto, prende atto preliminarmente, con apprezzamento, del significativo aumento di risorse per la cultura e il turismo, nell'attuale versione della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza, rispetto a una prima versione: aumento di risorse che – a suo avviso – non corrisponde solo all'esigenza di sostenere gli ambiti più colpiti dagli effetti del Covid-19, ma anche al necessario sostegno ai settori innovativi.
Ricorda che le risorse NGEU complessivamente destinate alla componente 3 della missione 1 sono pari a 8 miliardi, di cui 0,3 miliardi destinati a progetti in essere e 7,7 miliardi a progetti nuovi e che alle risorse NGEU si sommano, in base al documento, 0,3 miliardi di fondi PON.
Dato atto che gli stanziamenti sono importanti, constata criticamente che permane però nella proposta di Piano un'idea riduttiva e semplicistica del ruolo che nello sviluppo del Paese possono svolgere la cultura e lo spettacolo, che nel Piano sono considerati prevalentemente come meri fattori di attrazione turistica e di crescita economica, laddove, a suo parere, sono fattori di sviluppo più potenti, le cui ricadute positive sul benessere complessivo dei cittadini vanno ben oltre i pur importanti effetti economici.
Ciò premesso, le preme mettere in luce due aspetti, uno di metodo e uno di merito: il primo riguarda la metodologia di rilevazione degli impatti degli investimenti in cultura e spettacolo, il secondo riguarda specifiche lacune rispetto ai progetti.
Per quanto riguarda il primo aspetto, evidenzia che nel PNRR in esame l'esercizio di valutazione è previsto soltanto a livello macroeconomico, mentre le indicazioni della Commissione europea prevedono la valutazione degli impatti sulle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale ed ambientale, sulla scia dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Al riguardo, ricorda che nelle relazioni conclusive dell'esame della proposta di Linee guida per la redazione del PNRR approvate a suo tempo dalla V Commissione della Camera e dalle Commissioni 5a e 14a del Senato è attribuito un ruolo molto rilevante alla valutazione degli effetti dei singoli progetti del Piano e, più in generale, all'adozione – a partire dal PNRR – di un nuovo approccio valutativo delle politiche pubbliche. Ritiene, infatti, che solo una innovazione culturale profonda nei metodi di valutazione delle politiche pubbliche permetterà di far emergere in tutta la sua complessità il vero valore intrinseco della cultura e dello spettacolo per lo sviluppo del Paese.
Un più esteso esercizio della valutazione delle politiche pubbliche consentirebbe, a suo avviso, di orientare in modo più produttivo le scelte, individuando ex ante le soluzioni più efficaci e rimediando ex post, in modo più tempestivo, agli errori che possono verificarsi, al fine di verificare la convergenza e la coerenza con i criteri della Commissione europea e per verificare Pag. 71che gli investimenti programmati producano gli effetti previsti.
Si dice convinta che l'elaborazione del PNRR e la sua successiva attuazione rappresentino un'occasione unica per innestare a tutti i livelli di governo una cultura della valutazione delle politiche pubbliche. I costi iniziali che un approccio strategico innovativo di questo tipo comporterebbe verrebbero ampiamente ripagati, nel medio-lungo periodo, dalla migliore qualità delle decisioni pubbliche e dell'agire amministrativo, anche dopo e al di là dell'esperienza del PNRR.
Ricorda che il Governo ha evidenziato che attraverso le riforme e gli investimenti del PNRR l'Italia accelererà il perseguimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda ONU 203 e che dal 2018 anche l'Italia ha fatto degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES) uno strumento strategico della programmazione economico finanziaria. La valutazione di impatto viene tuttavia rinviata a un momento successivo, in relazione alla concreta attuazione dei progetti. Ritiene necessario colmare questa lacuna dettagliando nel PNRR il sistema di governance per la valutazione degli impatti dei progetti sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile e sul BES.
Il secondo rilievo riguarda il mancato rispetto degli impegni chiesti al Governo con le risoluzioni n. 6-00138, approvata dall'Assemblea della Camera, e n. 6-00134, approvata dall'Assemblea del Senato. Rileva che nel documento in esame non si riscontrano seguiti su vari profili oggetto delle risoluzioni: si riferisce soprattutto allo spettacolo dal vivo e alle arti performative. In particolare, rileva che – rispetto agli impegni chiesti dal Parlamento al Governo – nel PNRR non figurano né l'attivazione di linee di investimento indirizzate alla valorizzazione dello spettacolo dal vivo e delle arti performative e al sostegno delle varie professionalità di alto livello operanti in ambito artistico e culturale; né la messa a sistema di uno «statuto del lavoro delle arti», al fine di assicurare adeguate tutele e ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori del mondo della cultura, dello spettacolo e delle performing art; né la previsione di un piano straordinario di iniziative culturali e di spettacolo di concerto tra Stato, regioni e comuni.
In conclusione, auspica che questi elementi possano essere ripresi nel parere che la Commissione esprimerà alla V Commissione, per essere poi ribaditi negli indirizzi che la Camera formulerà al Governo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e sull'impiego delle risorse europee.
Luigi CASCIELLO (FI) premette di condividere le considerazioni della deputata Carbonaro sul settore dello spettacolo e auspica la massima sollecitudine da parte del Governo per l'adozione di tutte le misure più opportune per fronteggiare un momento storico così drammatico, soprattutto in termini di perdite umane e di ricadute sul tessuto economico e connettivo del Paese. Annunciando che il suo intervento riguarderà nello specifico l'editoria, ricorda che il settore era in un profondo stato di crisi già prima dell'esplosione della pandemia, almeno dal 2009. Sottolinea come l'avvento delle nuove tecnologie abbia imposto all'editoria, soprattutto giornalistica, di affrontare una rivoluzione copernicana, alla quale non tutti sono preparati. Ritiene importante che lo Stato accompagni questa rivoluzione organica, aiutando le imprese e i dipendenti a passare al digitale, facendo in modo che siano restaurati i livelli occupazionali, che dal 2009 sono crollati a seguito della crisi del settore, che ha visto la riduzione delle vendite dei quotidiani e di quelle degli spazi pubblicitari. Rimarcando l'importanza vitale dell'editoria e dei giornali, evidenzia come finalità primaria quella di intervenire con urgenza nel settore, destinando ad esso maggiori risorse, non solo con i progetti del PNRR, ma già con i prossimi provvedimenti di ristoro e di rilancio, estendendo agli editori le misure di natura fiscale che saranno adottate per le aziende in generale.
Si sofferma quindi sull'aspetto della distribuzione dei giornali, sottolineando come questa abbia subito una battuta d'arresto, per la pandemia, in molte zone d'Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, dove, in mancanza di canali per la consegna a domicilio, Pag. 72non arrivano più non solo i quotidiani, ma anche i libri. Rimarca la gravità del rischio di un'informazione veicolata solo da siti internet non curati da giornalisti professionisti e ricorda il grave fenomeno della pirateria informatica, che genera catene illecite di distribuzione, danneggiando ulteriormente le imprese e le cooperative giornalistiche.
Auspica pertanto che nel parere che sarà deliberato dalla Commissione sia rivolto un appello urgente al Governo affinché non siano rinviati ulteriormente gli interventi necessari a dare ossigeno alle imprese editoriali e ad impostare la necessaria riforma del settore.
Esprime soddisfazione per la recente proroga del sostegno diretto alle cooperative giornalistiche, i cui soci in alcuni casi, a causa della mancanza di finanziamenti, o dei ritardi nella loro erogazione, hanno dovuto offrire anche il proprio patrimonio personale a garanzia dei prestiti bancari che hanno dovuto chiedere per fare fronte alle spese.
Nell'esprimere la propria preoccupazione per il rischio incombente di un elevato tasso di disoccupazione nel settore, ribadisce l'auspicio che nel parere della Commissione, e poi negli indirizzi del Parlamento al Governo, l'editoria riceva la dovuta attenzione.
Paola FRASSINETTI (FDI), premesso che il suo intervento si concentrerà sulla scuola, sull'università e sulla ricerca, evidenzia che quello sulla tecnologia integrata digitale appare al momento l'unico vero investimento sulla didattica. Invita però a non sottovalutare il rischio di distorsione che può nascere dal subordinare le scelte didattiche alla tecnica: occorre stare attenti ad evitare di passare dall'utilizzo della tecnologia a fini didattici all'adattamento della didattica alle esigenze della tecnologia, con conseguente perdita di stimolazione della capacità di critica. La tecnologia deve essere al servizio della didattica, non viceversa. Le competenze digitali non devono insinuarsi all'interno delle discipline e delle materie convenzionali, ma devono essere inserite all'interno di specifici insegnamenti per gli studenti e di sessioni di formazione dei docenti in tali competenze.
Riferendosi poi al divario educativo, soprattutto quello tra le regioni del Nord e del Sud, si sofferma sulla necessità di intervenire per arginare il fenomeno dell'abbandono scolastico, particolarmente rilevante nel Mezzogiorno. Sottolinea l'importanza di risolvere il problema della carenza di insegnanti, soprattutto nella scuola secondaria di secondo grado, attraverso una rivisitazione delle modalità di selezione, oltre che di formazione, dei docenti.
Cita poi passi del documento in esame che sono a suo avviso troppo vaghi e di difficile interpretazione: richiama in particolare l'accenno all'«intervento di supporto del dirigente scolastico con tutor esterni» e alle «azioni di tutoraggio e di formazione di docenti»: tutti concetti che non vengono chiariti nel dettaglio.
Dopo aver ricordato che il PNRR prevede 28,5 miliardi per la Missione Istruzione e Ricerca, di cui 16,72 per il potenziamento delle competenze e del diritto allo studio e 11,77 per la ricerca e l'impresa, esprime l'avviso che tale stanziamento, sebbene sostanzioso, non sia sufficiente per risolvere i problemi del sovraffollamento delle classi e della carenza di organico e per l'indispensabile adeguamento degli stipendi degli insegnanti italiani al livello di quelli medi degli insegnanti europei. Dopo aver accennato anche alla carenza degli insegnanti di sostegno, evidenzia che i fondi per l'edilizia scolastica, stanziati nella misura di 0,8 miliardi per la costruzione di scuole nuove e di 6,42 miliardi per il risanamento strutturale ed il cablaggio per l'efficientamento energetico, appaiono insufficienti, considerata la vetustà e lo stato del patrimonio edilizio scolastico.
Quanto all'ordinamento scolastico, esprime considerazioni critiche sulla scuola secondaria di primo grado, per la quale ritiene necessario intervenire modificando la formazione dei docenti e rivedendo gli insegnamenti. Segnala l'importanza di intervenire per l'ampliamento delle competenze dei percorsi scolastici, abbandonando la logica di una scuola concepita Pag. 73solo come trampolino di lancio verso l'imprenditoria. Fa presente che la cultura e lo studio non sono solo mezzi per il lavoro, ma sono anche e innanzitutto veicoli fondamentali di formazione e crescita della persona. Al riguardo, prende atto della grande attenzione posta dal PNRR sui percorsi professionalizzanti e tecnici, sullo sviluppo degli ITS e sulle discipline STEM, allo scopo di facilitare l'ingresso dei discenti nel mondo del lavoro, ma si rammarica della mancanza di analoga considerazione per materie fondamentali per la formazione personale come lo studio della lingua italiana e delle materie umanistiche – storia dell'arte, filosofia, lingue classiche – su cui si reggono la cultura e la tradizione italiane e che addestrano gli studenti al ragionamento tanto quanto le materie scientifiche.
Con riferimento all'università, evidenzia che è necessario il potenziamento della ricerca di base, delle infrastrutture di ricerca e dell'interazione tra ricerca e mondo produttivo; come pure la promozione della mobilità dei docenti e dei ricercatori sia verso l'estero sia verso l'Italia. È necessario attrarre giovani talenti, non solo impedire l'esodo degli italiani, ma attirare gli stranieri. Reputa indispensabile il supporto alla ricerca dei giovani talenti con finanziamenti ad essi dedicati. Condivide le misure previste dal PNRR per finanziare la ricerca al fine di colmare il distacco con gli altri Paesi europei. Ritiene nel complesso necessario rendere il sistema di ricerca italiano più attrattivo, rivalutando il merito e pianificando bene i bandi di finanziamento, con una maggior linearità nell'elargizione dei fondi.
Conclude auspicando un più cospicuo investimento nel diritto allo studio, da perseguire sviluppando un piano straordinario di assunzione di ricercatori, rivedendo il sistema delle tasse universitarie e delle facilitazioni per gli studenti meritevoli, con lo scopo di limitare gli abbandoni e il calo delle iscrizioni. Auspica inoltre l'istituzione di fondi straordinari per la sanità universitaria, a cominciare dai policlinici universitari, il cui ruolo si è rivelato fondamentale nella gestione della crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, e in generale per la ricerca scientifica nel campo sanitario.
Flora FRATE (MISTO-A-+E-RI) premette di voler formulare alcune proposte con particolare riferimento al campo dell'istruzione. A suo avviso è indispensabile una riforma del ciclo scolastico che si basi sull'aumento del tempo pieno, da sviluppare specialmente al Sud, e su una maggiore integrazione della scuola primaria e di quella secondaria di primo grado. Sottolinea la necessità di prevedere l'innalzamento della scuola dell'obbligo fino a 18 anni, anche al fine di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e quello dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET), di assicurare una maggiore tutela per gli studenti disabili e di superare il digital divide. Si sofferma poi sull'opportunità di introdurre un supporto psicologico sia per gli studenti, sia per i lavoratori della scuola. In merito alla valorizzazione degli insegnanti, ritiene necessario prevedere un aumento degli stipendi, che sono attualmente al livello più basso tra quelli europei. Ricordando poi che i docenti precari costituiscono il 35 per cento del personale didattico, raccomanda l'attuazione di un piano straordinario di stabilizzazione che assicuri continuità didattica e garantisca la qualità dell'insegnamento. In proposito ritiene opportuno un sistema di reclutamento più flessibile, improntato ai principi di buona amministrazione.
Conclude auspicando che alla scuola e al sistema di formazione venga assicurata la dovuta attenzione, con misure idonee a risolvere le contraddizioni storiche del sistema.
Alessandro MELICCHIO (M5S) premette che il Piano nazionale di ripresa e resilienza individua l'istruzione, insieme alla ricerca, quale missione strategica nel processo di trasformazione decisivo per il Paese, per attuare una discontinuità sui temi dello sviluppo sostenibile, della digitalizzazione e l'innovazione, della transizione ecologica, della riduzione dei divari e delle disuguaglianze. Evidenzia come il sistema Pag. 74di istruzione e ricerca necessiti di un miglioramento in termini di maggiore efficacia, inclusività e competitività internazionale e costituisca un pilastro fondamentale per contrastare i divari strutturali che posizionavano l'Italia nei posti di coda dei ranking internazionali già prima della crisi causata dal Covid. A suo avviso, parlare di risorse per l'istruzione e la ricerca significa affrontare il tema strutturale più importante per rilanciare la crescita, la produttività, l'inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del nostro Paese.
Rileva come la missione Istruzione e ricerca sia particolarmente focalizzata sulle generazioni future e come, attraverso le risorse aggiuntive di React EU, particolarmente concentrate sugli investimenti nel Mezzogiorno, sia volto a combattere le disuguaglianze e superare lo storico divario Nord-Sud. A tal fine ritiene necessario il finanziamento di migliaia di contratti di ricerca e di borse di dottorato, su tematiche soprattutto green, oltre al potenziamento dell'investimento in istruzione terziaria sostenendo, nelle regioni del Mezzogiorno, interventi a tutela del diritto allo studio con l'erogazione di borse di studio e attraverso l'esonero dal pagamento delle tasse universitarie. L'obiettivo di aumentare, in cinque anni, la percentuale dei giovani fino a 34 anni di età in possesso di una laurea, passando dall'attuale 27,6 per cento ad almeno il 35 per cento, necessita di investimenti volti ad assicurare ai giovani percorsi universitari più adeguati, anche mediante la creazione di nuovi campus e l'aumento del numero di docenti, che, in Italia, sono pochi, attestandosi su un rapporto di un docente ogni trentacinque studenti, mentre, per esempio in Gran Bretagna, tale rapporto è di uno a dodici.
Nel ricordare che l'Italia è al ventisettesimo posto tra le Nazioni che mettono più soldi in ricerca e sviluppo, dietro a Slovenia, Repubblica Ceca o Ungheria, osserva che occorrerebbe assumere almeno 50 mila ricercatori per recuperare posizioni, adeguandone stipendi e carriere; occorrerebbe semplificare le procedure burocratiche, investire di più in infrastrutture e laboratori e rendere tutto più trasparente. Aggiunge che la quota che l'Italia destina al settore ammonta solo all'1,4 per cento del PIL, mentre la media europea si attesta intorno al 2 per cento e quella dei 37 Paesi membri dell'OCSE al 2,4 per cento. In particolare, Germania e Austria investono in ricerca il doppio dell'Italia e Israele il triplo. Sottolinea, quindi, che dal 2008 l'Italia ha risposto alla crisi finanziaria con una riduzione netta della spesa pubblica per istruzione terziaria: riduzione che l'ha collocata stabilmente nelle ultimissime posizioni dei Paesi OCSE. Ricorda che le politiche di austerità si sono concretizzate nella riduzione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle università, le quali hanno dovuto ricorrere ad un aumento delle tasse a carico degli studenti, che sono diventate le più alte, dopo l'Olanda, per i Paesi dell'area Euro.
A suo avviso, il PNRR costituisce l'occasione per un risanamento e una riqualificazione senza precedenti dell'università. Rimarca che le risorse finanziare per il settore hanno bisogno di essere ulteriormente incrementate, per quanto siano tornate ad essere rilevanti negli ultimi tre anni – grazie ai Governi Conte e alla maggioranza che li sosteneva – dopo molti anni di definanziamento del sistema universitario e della ricerca.
Invita a prestare attenzione, nella proposta di Piano in esame, ai molti contenuti importanti: al tema delle maggiori tutele per i ricercatori universitari, a quello della maggiore trasparenza nei concorsi universitari, necessaria affinché sia valorizzato il merito; al tema della semplificazione delle procedure per l'abilitazione all'esercizio delle professioni, che si ottiene con le lauree abilitanti; al tema dell'aggiornamento della disciplina dei dottorati, a quello dell'offerta di residenze per studenti universitari, dell'estensione della no Tax Area e dell'ampliamento delle borse di studio. Conclude esprimendo forte apprezzamento per il lavoro svolto dal precedente Governo.
Daniele BELOTTI (LEGA) rileva la minima considerazione offerta, a suo avviso, allo sport dalla versione attuale del Recovery Plan, che prevede solo 700 milioni di Pag. 75investimenti, pari allo 0,3 per cento dei circa 200 miliardi complessivi. Ritiene che si tratti di un investimento insufficiente, se confrontato con il numero di italiani che fanno sport, quantificati in circa 10-12 milioni, nonché rispetto all'ammontare del PIL generato dal settore sportivo, che produce direttamente il 3 per cento del Pil italiano, che diventa il 5 per cento se si considera l'apporto in forma indiretta.
Nel rilevare che lo Sport, nel PNRR, è inserito nel Capitolo «Inclusione e coesione», alla voce «Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore», ed è quasi interamente convogliato negli interventi del piano «Sport e Periferie», evidenzia che l'ultimo bando Sport e Periferie, a fronte di uno stanziamento di 140 milioni, ha ricevuto 3.380 domande, che hanno reso necessaria un'integrazione di 160 milioni. Si intuisce da questo facilmente, a suo parere, come i 700 milioni previsti dal Recovery Plan siano uno stanziamento molto modesto.
A suo avviso lo sport andrebbe inserito, in virtù della sua trasversalità, non solo nella missione «Inclusione e coesione», ma anche nelle missioni relative a «Salute» e a «Istruzione».
Nell'esprimere poi rammarico per la mancata nomina, per il momento, di un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega sullo sport – fatto che rende difficile individuare nel Governo un interlocutore preciso cui esporre questi problemi – auspica che la Commissione si faccia carico in modo unanime di raccomandare al Governo di aumentare i finanziamenti per lo sport.
Ricordando che il mondo dello sport, dagli atleti alle società, è stato uno dei settori più penalizzati dall'arresto delle attività di base, che dura da un anno, sollecita un segnale chiaro di sostegno, non potendo bastare lo stanziamento di 50 milioni previsto dalla manovra finanziaria: ciò soprattutto in vista delle Olimpiadi di Milano Cortina del 2026, che rischiano di essere compromesse per le gravi perdite economiche subite dalle società di gestione degli impianti da sci, cui è stato precluso ogni guadagno nella presente stagione.
Evidenzia che investire nello sport invernale significa dare un futuro anche all'intero territorio montano, dove si produce, secondo il Censis, il 16,3 per cento della ricchezza nazionale, dove è altissima la qualità dell'ambiente, in considerazione anche di un consumo del suolo limitato al 2,7 per cento, contro il 9,7 per cento dei comuni non montani. Ricorda che in Italia il territorio di montagna rappresenta complessivamente il 54,3 per cento della superficie nazionale, e che ci vivono circa 11 milioni di abitanti, pari al 17,9 per cento della popolazione.
Sottolineando che la versione attuale del Piano non cita mai la montagna, nonostante lo sci rappresenti uno dei volani dell'economia montana, che è basata in gran parte sul turismo, auspica che la Commissione presti attenzione, in particolare, alle esigenze del comparto montano e sciistico.
Conclude invitando a considerare le aree montane anche alla luce del concetto di sostenibilità, valorizzandone il potenziale nell'ambito della transizione ecologica, e ricorda che per tenere in vita quelle aree serve sostenere le attività economiche di cui si alimentano, che sono rappresentate soprattutto dallo sport.
Vittoria CASA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.10.
SEDE REFERENTE
Martedì 9 marzo 2021. — Presidenza della presidente Vittoria CASA.
La seduta comincia alle 16.10.
Disposizioni per la riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore.
C. 544 Gelmini, C. 2387 Invidia e C. 2692 Bucalo.
(Seguito dell'esame e rinvio – Abbinamento della proposta di legge C. 2868 Toccafondi).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 novembre 2020.
Vittoria CASA, presidente, avverte che è stata assegnata alla Commissione la proposta di legge n. 2868 Toccafondi, che – vertendo sull'identica materia di quelle in titolo – è stata loro abbinata. Comunica che sono state preannunciate dai gruppi anche altre proposte di legge sull'argomento, le quali, come sempre, saranno valutate ai fini dell'abbinamento via via che saranno assegnate alla Commissione.
Gabriele TOCCAFONDI (IV), relatore, ad integrazione delle relazioni già svolte sulle proposte di legge in titolo, introduce quest'oggi la sua proposta di legge C. 2868, recante «Modifiche alla disciplina concernente l'organizzazione e il funzionamento degli istituti tecnici superiori».
Premesso che non intende soffermarsi sulle motivazioni alla base della necessità di un intervento legislativo, dato che la Commissione ne è consapevole, com'è provato anche dal fatto che sono in discussione numerose proposte di legge da parte di colleghi di diversi gruppi, fa presente che le due novità – sul piano politico – che reputa importante richiamare sono rappresentate dalla presenza nel Recovery plan predisposto dal precedente Governo di un investimento specifico dedicato agli ITS con l'obiettivo di decuplicare il numero dei diplomi ITS annuali, nonché, a conferma della rilevanza strategica anche per il nuovo esecutivo, i riferimenti al sistema ITS nel discorso con il quale il Presidente Draghi ha chiesto la fiducia delle Camere. È evidente che una delle priorità nel prossimo futuro sarà quella di intervenire sulla formazione terziaria professionalizzante, della quale gli ITS rappresentano una gamba fondamentale.
La VII Commissione ha l'occasione di dare un contributo importante sul tema, valorizzando la propria funzione in una interlocuzione con l'Esecutivo che potrà avvenire su un lavoro già incardinato. Non sono molte le aree di intervento del PNRR per le quali si potrà dire lo stesso. È dunque un'occasione da non lasciarsi sfuggire e un incentivo a procedere con speditezza verso la definizione di un testo base da portare in discussione in un tempo relativamente breve.
La proposta che presenta oggi si compone di 10 articoli, interviene sulla disciplina dell'organizzazione e del funzionamento degli ITS, introducendo modifiche alla normativa di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 gennaio 2008, recante «Linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli istituti tecnici superiori».
L'articolo 1, nel definire l'oggetto e le finalità della proposta, chiarisce che gli ITS costituiscono il segmento professionalizzante dell'istruzione terziaria assicurando la formazione di tecnici superiori a livello terziario, promuovendo la diffusione della cultura tecnica e scientifica, contribuendo alla formazione, alla ricerca applicata e al trasferimento tecnologico verso le imprese, anche mediante i dottorati industriali e l'apprendistato di alta formazione e ricerca, con particolare riferimento alle tecnologie abilitanti del Piano nazionale impresa 4.0. Essi, oltre ad assicurare la formazione del capitale umano necessario alla realizzazione delle politiche industriali e dei processi di sviluppo economico nazionali, promuovono l'attuazione delle politiche attive del lavoro e l'aggiornamento continuo.
L'articolo 2 sancisce la costituzione degli ITS come fondazioni private dotate di statuto, i cui requisiti organizzativi e percorsi formativi sono stabiliti con decreto del Ministro dell'istruzione da emanarsi, ogni due anni, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e sentito il Comitato nazionale di cui al successivo articolo 9.
L'articolo 3 interviene in particolare sui soggetti fondatori, andando nella direzione di una semplificazione dell'impostazione attualmente prevista senza però rinunciare alla necessaria autorevolezza della compagine. Si prevede che le fondazioni ITS sono costituite da: un istituto di istruzione secondaria di secondo grado, statale o paritario, ovvero una struttura formativa accreditata Pag. 77 dalla regione per l'alta formazione, situati nella provincia in cui ha sede la fondazione ITS; un'impresa per ciascuna delle aree tecnologiche nell'ambito delle quali opera l'ITS; un'università o un ente di ricerca. È ovviamente consentita anche la partecipazione di soggetti diversi da quelli anzidetti.
L'articolo 4 disciplina le aree tecnologiche e il titolo di studio. In particolare, prevede che gli ITS operano nell'ambito delle seguenti aree tecnologiche: efficienza energetica; mobilità sostenibile; nuove tecnologie della vita; nuove tecnologie per il made in Italy; tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e per il turismo; tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Le competenze conseguite al termine di percorsi degli ITS della durata di quattro semestri o di sei semestri sono riferite, rispettivamente, al quinto e al sesto livello del Quadro europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente. Il titolo rilasciato dagli ITS, abilitati da un apposito decreto del Ministro dell'istruzione, costituisce titolo valido per l'accesso ai pubblici concorsi e, se rilasciato al termine di un percorso della durata di sei semestri, costituisce titolo di studio equivalente alla laurea triennale.
L'articolo 5 dispone in materia di rilascio e di revoca dell'accreditamento degli ITS da parte delle regioni.
L'articolo 6 istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione il «Fondo nazionale per l'istruzione tecnica superiore», finalizzato al finanziamento del sistema degli ITS, con una dotazione di 68 milioni di euro per l'anno 2021 e di 48 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022. I relativi criteri di ripartizione, nonché quelli per l'organizzazione del sistema di monitoraggio e di valutazione dei percorsi degli ITS, sono stabiliti con decreto del Ministro dell'istruzione, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. L'articolo disciplina la ripartizione delle risorse del Fondo tra le regioni e dispone la copertura dell'onere a valere sulla riduzione del Fondo per l'istruzione e formazione tecnica superiore, di cui all'articolo 1, comma 875 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
L'articolo 7 stabilisce che, per beneficiare delle risorse del Fondo di cui all'articolo 6, le Fondazioni devono prevedere nei rispettivi statuti, tra le cause di scioglimento, oltre a quelle previste dalla legge, la perdita dell'accreditamento regionale nonché la perdita dell'autorizzazione al rilascio dei titoli.
L'articolo 8 dispone che i presidenti delle fondazioni ITS fanno parte dei comitati regionali di coordinamento previsti dall'articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 27 gennaio 1998, n. 25. Il comma 2 stabilisce che il diploma rilasciato da un ITS al termine di un percorso della durata di quattro semestri consente l'ammissione al terzo anno dei corsi delle lauree ad orientamento professionale. Il terzo comma dispone in materia di riconoscimento di crediti formativi universitari per i diversi percorsi.
L'articolo 9 istituisce, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Comitato nazionale per l'istruzione tecnica superiore, composto dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell'istruzione, dal Ministro dell'università e della ricerca, dal Ministro dello sviluppo economico, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dal Presidente della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Il Comitato garantisce il coordinamento tra le politiche dell'istruzione, del lavoro e dello sviluppo economico, promuove i percorsi di formazione gestiti dalle fondazioni ITS e stabilisce per ogni triennio le linee di indirizzo per l'attuazione delle attività e per il potenziamento della presenza territoriale degli ITS.
L'articolo 10 affida al Comitato lo svolgimento di attività di comunicazione e di orientamento dirette agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e dei centri di istruzione e formazione professionale regionali per diffondere la conoscenza delle opportunità di formazione professionale e del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore. Al riguardo si prevedono inoltre specifici spazi pubblicitari Pag. 78 nelle trasmissioni televisive. Il comma 3 istituisce, a decorrere dall'anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della proposta di legge, la Giornata nazionale degli ITS, da celebrare il 25 gennaio di ogni anno.
Vittoria CASA, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 16.20.