SEDE REFERENTE
Giovedì 13 febbraio 2020. — Presidenza della presidente della XII Commissione, Marialucia LOREFICE. – Interviene la sottosegretaria di Stato per la salute, Sandra Zampa.
La seduta comincia alle 9.20.
Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni.
C. 2117 Governo, approvato dal Senato, C. 704 Novelli, C. 909 Rostan, C. 1042 Minardo, C. 1067 Piastra, C. 1070 Bruno Bossio, C. 1226 Carnevali, C. 1246 Bellucci, C. 1590 Lacarra, C. 2004 Paolo Russo.
(Seguito dell'esame e rinvio).
Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo nella seduta del 12 febbraio 2020.
Marialucia LOREFICE, presidente, ricorda che alle ore 11 di ieri è scaduto il termine per la presentazione di eventuali ricorsi avverso la declaratoria di inammissibilità. Al riguardo, comunica che non sono pervenuti ricorsi.
Ricorda, altresì, che nella seduta di ieri i relatori, deputati Bordo per la II Commissione e Ianaro per la XII Commissione, e il rappresentante del Governo, hanno espresso i rispettivi pareri sulle proposte emendative all'esame delle due Commissioni.
Avverte, inoltre, che i relatori hanno ritirato l'emendamento 2.50 e hanno presentato l'emendamento 2.100 (vedi allegato 1). Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti a quest'ultimo, salvo che non subentri espressa rinuncia da parte di tutti i gruppi, è quindi fissato alle ore 11 della giornata odierna.
Avverte, infine, che sono stati ritirati gli emendamenti Perantoni 2.12, Dori 2.13, Perantoni 3.7 e 3.4, nonché Dori 3.5.
Roberto TURRI (LEGA) fa presente che il suo gruppo non intende rinunciare al termine per la presentazione di subemendamenti, anche alla luce del fatto che risultano ovviamente non presentati i subemendamenti, depositati ieri, all'emendamento 2.50 dei relatori, in virtù del ritiro dello stesso emendamento.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, precisa che il nuovo emendamento 2.100, prevede la tutela anche degli incaricati di pubblico servizio nello svolgimento di attività in ambito sanitario e socio-sanitario con l'obiettivo di raccogliere alcune delle sollecitazioni pervenute.
Vito DE FILIPPO (IV) rileva che il nuovo emendamento dei relatori 2.100, in combinato disposto con la riformulazione proposta nella giornata di ieri contenente l'articolo premissivo che definisce gli ambiti di applicazione della normativa facendo rinvio alla legge n. 3 del 2018, risolve le problematiche segnalate nel corso delle audizioni svolte ed oggetto di proposte emendative presentate dal suo gruppo. Preannuncia pertanto il ritiro di molti degli emendamenti presentati dal gruppo di Italia Viva.
Elena CARNEVALI (PD) osserva che l'emendamento 2.100 offre una risposta alle preoccupazioni in ordine al perimetro di applicazione della normativa che si vuole introdurre, che hanno determinato la presentazione da parte del Partito democratico di alcune proposte di modifica. Segnala in particolare la scelta di fare riferimento non ai luoghi in cui viene svolta l'attività, ma alla figura professionale degli operatori sanitari e sociosanitari, includendo così, tra l'altro, anche coloro che svolgono servizi di emergenza e urgenza in regime di convenzione.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, invita i colleghi della Lega ad esaminare il contenuto del nuovo emendamento 2.100 in relazione all'articolo in cui esso si inserisce, ribadendo che le modifiche apportate riprendono una parte consistente delle proposte avanzate dal loro gruppo. Ricorda che è stato eliminato il riferimento ai luoghi in cui si svolgono le professioni sanitarie e socio-sanitarie e che la legge n. 3 del 2018 include in tali categorie anche figure quali i farmacisti e gli assistenti sociali.
Augusta MONTARULI (FDI) dichiara che anche il suo gruppo non intende rinunciare al termine per la presentazione di subemendamenti, in quanto appaiono ancora necessarie modifiche sostanziali.
Marialucia LOREFICE, presidente, preso atto della mancata rinuncia al termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 2.100 dei relatori, ribadisce che tale termine è fissato alle ore 11 della giornata odierna. Osserva che le Commissioni riunite possono in ogni caso procedere all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 1.
Roberto TURRI (LEGA) chiede una sospensione della seduta di un'ora per poter formulare i subemendamenti ed osserva che sarebbe opportuno prevedere un Ufficio di presidenza delle Commissioni riunite per stabilire le modalità di prosecuzione dei lavori.
Marialucia LOREFICE, presidente, d'intesa con la presidente della Commissione Giustizia, onorevole Businarolo, sospende la seduta per 30 minuti per consentire ai gruppi una valutazione sui subemendamenti da presentare, spostando alle 12 il termine per la presentazione degli stessi.
La seduta, sospesa alle 9.35, è ripresa alle 10.10.
Marialucia LOREFICE, presidente, rammenta che nella seduta precedente i relatori avevano proposto di riformulare in senso identico l'articolo premissivo Carnevali 01.01 e gli emendamenti Bagnasco 1.25, Turri 1.15 e Annibali 1.6. Rammenta altresì che nella medesima seduta tutti i proponenti delle predette proposte emendative hanno accettato la riformulazione Pag. 6proposta. Pertanto gli emendamenti Bagnasco 1.25, Turri 1.15 e Annibali 1.6, trasformati in seguito alla formulazione in articoli premissivi, assumono la nuova numerazione Bagnasco 01.02, Turri 01.03 e Annibali 01.04.
Le Commissioni approvano le identiche proposte emendative Carnevali 01.01 (Nuova formulazione), Bagnasco 01.02 (Nuova formulazione), Turri 01.03 (Nuova formulazione) e Annibali 01.04 (Nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Roberto TURRI (LEGA) ritira l'emendamento a sua firma 1.24.
Lucia ANNIBALI (IV) ritira l'emendamento a sua firma 1.5.
Vito DE FILIPPO (IV) ritira l'emendamento a sua firma 1.1.
Le Commissioni approvano l'emendamento Rostan 1.3 (vedi allegato 2).
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che risultano assorbite, dall'approvazione dell'emendamento Rostan 1.3, le proposte emendative Bagnasco 1.20 e Rizzo Nervo 1.10.
Manfredi POTENTI (LEGA) ritira l'emendamento a sua firma 1.18.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.23, sottolinea come lo stesso sia volto a dare attenzione, oltre alle organizzazioni di settore, anche alle associazioni. A suo avviso, infatti, queste ultime sono portatrici di interessi diversi rispetto a quelli delle organizzazioni di settore. Ritenendo il proprio emendamento una proposta di buon senso, non comprende le ragioni del parere contrario espresso dai relatori.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, nel precisare di aver compreso chiaramente lo spirito dell'emendamento, sottolinea come tuttavia, a differenza dell'emendamento Rostan 1.3 che amplia l'ambito di applicazione anche alle organizzazioni sindacali di categoria, sul quale i relatori hanno potuto esprimere il proprio parere favorevole, la proposta emendativa in esame, riferendosi in modo generico alle associazioni, renderebbe la norma di difficile interpretazione, non chiarendo quali soggetti coinvolgere e in quale maniera.
Massimo Enrico BARONI (M5S) ritiene che l'emendamento Bellucci 1.23 non sia necessario, essendo le associazioni già ricomprese nelle organizzazioni di settore.
Elena CARNEVALI (PD) pur comprendendo lo spirito dell'emendamento Bellucci 1.23, sottolinea come il provvedimento in discussione tratti il tema delle garanzie per gli operatori sanitari e socio-sanitari. A suo avviso, tali lavoratori sono tutelati dalle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Per tale ragione preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta emendativa in esame.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) insiste affinché i relatori rivedano il proprio parere sull'emendamento a sua firma 1.23. Sottolinea, infatti, a mero titolo esemplificativo, che gli operatori cattolici sanitari sono un'associazione di carattere nazionale portatrice di interessi particolari e che necessita di tutele. Suggerisce di riformulare il proprio emendamento richiamando il carattere nazionale delle associazioni.
Le Commissioni respingono l'emendamento Bellucci 1.23.
Michela ROSTAN (LEU) accetta la riformulazione del proprio emendamento 1.27 avanzata dai relatori.
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che, a seguito della riformulazione testè accolta, l'emendamento Rostan 1.27 sarà posto in votazione dopo l'esame dell'emendamento Turri 1.16 che, nella nuova formulazione, si riferisce alla lettera d) del comma 1 dell'articolo 1.
Pag. 7Lucia ANNIBALI (IV) accetta la riformulazione dell'emendamento a sua firma 1.7 proposta dai relatori.
Elena CARNEVALI (PD) accetta la riformulazione del proprio emendamento 1.11, identico all'emendamento Annibali 1.7.
Le Commissioni approvano gli identici emendamenti Annibali 1.7 (nuova formulazione) e Carnevali 1.11 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Elena CARNEVALI (PD) accetta la riformulazione dell'emendamento a sua firma 1.12 proposta dai relatori.
Le Commissioni approvano l'emendamento Carnevali 1.12 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Roberto TURRI (LEGA) non accetta la riformulazione dell'emendamento a sua prima firma 1.16 proposta dai relatori nella precedente seduta. A suo avviso, infatti, tale proposta emendativa tocca un tema, quello della videosorveglianza che, come è emerso nel corso delle audizioni, è molto rilevante e sul quale il Parlamento dovrebbe fare di più, anche in risposta alle numerose iniziative che sono state già intraprese dalle Aziende sanitarie locali. Chiede, pertanto, ai relatori di rivedere la riformulazione proposta al fine di effettuare un intervento legislativo più incisivo.
Paolo RUSSO (FI), nel sottolineare la necessità, emersa anche nel corso delle audizioni, di intervenire sulla materia della videosorveglianza, apprezza preliminarmente lo sforzo dei relatori, attraverso la proposta di riformulazione dell'emendamento Turri 1.16, di andare nella direzione indicata dai numerosi emendamenti sulla materia presentati. Auspica tuttavia che sulla questione il Parlamento individui una soluzione che non sia parziale e inefficace al punto da essere offensiva per gli operatori sanitari e sociosanitari. Rileva, quindi, l'importanza di individuare una soluzione che abbia un profilo nazionale e sottolinea come un eventuale problema di copertura finanziaria potrebbe essere risolto prevedendo un percorso ordinato nel tempo.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, nel cogliere le sollecitazioni del colleghi Turri e Paolo Russo, sottolinea come il tema della videosorveglianza sia legato all'altro tema, particolarmente delicato, del rispetto della privacy e che pertanto sia particolarmente complicato prevedere una norma cogente sulla materia. Ciò premesso, propone una ulteriore nuova formulazione dell'emendamento Turri 1.16 nella quale si sopprime il termine «eventualmente» che rende la disposizione troppo morbida (vedi allegato 2).
La sottosegretaria Sandra ZAMPA esprime parere favorevole sull'ulteriore nuova formulazione dell'emendamento Turri 1.16.
Roberto TURRI (LEGA) chiede se le iniziative per gli strumenti di videosorveglianza previste dalla iniziale riformulazione dei relatori siano di carattere legislativo.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, precisa che, trattandosi di iniziative di competenza dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, esse non potessero essere di natura legislativa.
Paolo RUSSO (FI), nell'apprezzare che i relatori abbiano compreso le motivazioni poste alla base dell'emendamento Turri 1.16, ritiene che la finalità dell'ulteriore nuova formulazione dello stesso testé proposta sia condivisibile e sottolinea come anche l'articolo aggiuntivo Novelli 4.027 vada nella medesima direzione. Chiede pertanto di rivedere anche la valutazione di tale proposta emendativa da parte dei relatori.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, ritiene che la ulteriore nuova formulazione dell'emendamento Turri 1.16 possa assorbire la ratio di tutte Pag. 8le proposte emendative in materia di videosorveglianza.
Roberto TURRI (LEGA) accetta l'ulteriore nuova formulazione dell'emendamento a sua firma 1.16 proposta dai relatori.
Massimo Enrico BARONI (M5S), intervenendo a titolo personale, ritiene che la questione della videosorveglianza vada esaminata molto attentamente. Nel rammentare numerose pubblicazioni sulla materia, tra le quali «Il capitalismo della sorveglianza» di Shoshana Zuboff, sottolinea come gli studi comportamentali affermino che l'approccio clinico cambia necessariamente se le figure professionali sanno di essere sottoposte a videosorveglianza. Ritiene pertanto che sarebbe più opportuno disporre che l'Osservatorio debba valutare la possibilità di promuovere iniziative per l'utilizzo di strumenti di videosorveglianza, invece che attribuire allo stesso il compito di promuoverle. Nel rilevare, quindi, che una telecamera montata su un'ambulanza non può produrre gli stessi effetti di un apparecchio installato, ad esempio, in una struttura di cura per minori, ritiene che sarebbe opportuno che le Commissioni avviassero un'indagine conoscitiva sulla materia.
Flavio DI MURO (LEGA), nel far presente che il Ministero dell'interno deve indire dei bandi sulla videosorveglianza, ritiene che la proposta emendativa Turri 1.16, nella sua formulazione originaria, potrebbe incidere meglio proprio sulla indizione di tali bandi.
Ingrid BISA (LEGA) si esprime in maniera critica sulle considerazioni del collega Baroni, al quale chiede se conosca le norme del nostro ordinamento e soprattutto se, a proposito dei trojan, si sia confrontato con gli esponenti del suo gruppo componenti la Giunta per le autorizzazioni. Nel puntualizzare che tutti sono capaci di parlare di filosofia del diritto, si domanda in particolare se il collega Baroni sappia cosa siano i trojan e come vengano utilizzati, ritenendo del tutto infondato il paragone con i sistemi di video sorveglianza e il riferimento alle presunte violazioni della privacy di questi ultimi. Si domanda peraltro se il collega Baroni avrà la coerenza di confermare le dichiarazioni appena svolte anche in occasione dell'imminente esame da parte della Camera del decreto-legge in materia di intercettazioni. Nel dichiararsi allibita dopo l'intervento del collega, fa presente che la videosorveglianza rappresenta uno strumento preventivo volto esclusivamente ad evitare azioni che possano ledere i diritti altrui.
Roberto NOVELLI (FI), nell'apprezzare il tentativo dei relatori di accogliere le istanze appena poste, sottolinea l'opportunità di esaminare con attenzione l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.027, che interviene sul medesimo argomento, prevedendo una serie di precauzioni a tutela della privacy nell'adozione di sistemi di videosorveglianza da parte delle strutture sanitarie. Rileva infatti al riguardo che, come stabilito dai commi 4, 5 e 6 del suo articolo aggiuntivo, le telecamere non devono essere fornite di dispositivi di comunicazione con risorse esterne, il Garante per la protezione dei dati personali è chiamato a definire le clausole di riservatezza e i sistemi di videosorveglianza sono installati previo accordo collettivo stipulato dalle rappresentanze sindacali. Nel sottolineare pertanto che con l'articolo aggiuntivo in questione si entra nel dettaglio della questione, con l'obiettivo di fornire una soluzione strutturata all'introduzione di sistemi di sorveglianza, invita i relatori ad un supplemento di valutazione.
Marialucia LOREFICE, presidente, chiede al collega Turri se intenda confermare l'accettazione dell'ulteriore nuova formulazione del suo emendamento 1.16, proposta dai relatori.
Roberto TURRI (LEGA) conferma di accettare l'ulteriore nuova formulazione proposta dai relatori del suo emendamento 1.16.
Pag. 9Le Commissioni approvano l'emendamento Turri 1.16 (ulteriore nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Le Commissioni approvano l'emendamento Rostan 1.27 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Silvana NAPPI (M5S) ritira l'emendamento a sua prima firma 1.13.
Michela ROSTAN (LEU) ritira l'emendamento a sua prima firma 1.4.
Marialucia LOREFICE, presidente, in qualità di firmataria dell'emendamento 1.14. accetta la riformulazione proposta dai relatori.
Le Commissioni approvano l'emendamento Lorefice 1.14 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Silvana NAPPI (M5S) sottoscrive l'emendamento Misiti 1.26 e lo ritira.
Vito DE FILIPPO (IV) ritira gli emendamenti Annibali 1.8 e 1.9, di cui è cofirmatario.
Marialucia LOREFICE, presidente, prende atto che i presentatori dell'emendamento Bond 1.21 non accolgono l'invito al ritiro formulato dai relatori e insistono per la votazione.
Le Commissioni respingono l'emendamento Bond 1.21.
Manfredi POTENTI (LEGA) fa presente che l'emendamento a sua prima firma 1.19, nel rispetto delle competenze concorrenti in materia di sanità, è volto a prevedere che la relazione predisposta dall'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie da istituirsi presso il Ministero della salute, sia trasmessa oltre che al Parlamento anche ai consigli regionali e alle province autonome di Trento e Bolzano. Ritiene che tale intervento normativo sia tanto più opportuno in considerazione del fatto che l'articolo 1 del testo in esame prevede che l'Osservatorio sia istituito previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Rileva pertanto che si tratti di un intervento scontato, oltre che per ragioni di rispetto istituzionale, anche in considerazione del fatto che la trasmissione della relazione ai consigli regionali e alle province autonome di Trento e Bolzano configura un impegno minimo sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista temporale. Sollecita pertanto i relatori ad un supplemento di riflessione, dichiarando la propria disponibilità ad accogliere una eventuale proposta di riformulazione dell'emendamento a sua prima firma 1.19.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, con riferimento alle considerazioni del collega Potenti, fa presente che la trasmissione anche ai consigli regionali e alle province autonome di Trento e Bolzano della relazione predisposta dall'Osservatorio non appare opportuna per un duplice ordine di ragioni. Evidenzia in primo luogo che tutti gli atti istituzionali a carattere nazionale sono inviati esclusivamente ai due rami del Parlamento, non prevedendosi in alcun caso destinatari diversi. In secondo luogo, pur consapevole della competenza regionale in materia di sanità, sottolinea che, nella composizione dell'Osservatorio di cui al comma 1 dell'articolo 1 del testo in esame, è prevista la presenza di rappresentanti delle regioni, che dunque partecipano anche alla stesura della relazione sull'attività svolta. Su tali basi non ritiene condivisibile la proposta emendativa avanzata dal collega Potenti.
Le Commissioni respingono l'emendamento Potenti 1.19.
Rosa MENGA (M5S) accetta la riformulazione dell'emendamento Trizzino 1.17, di cui è cofirmataria.
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che, a seguito della riformulazione Pag. 10proposta dai relatori e testè accolta, l'emendamento Trizzino 1.17, essendo stato trasformato in un articolo aggiuntivo all'articolo 1 e assumendo la nuova numerazione 1.024, sarà posto in votazione dopo l'emendamento De Filippo 1.2.
Paolo RUSSO (FI), con riferimento all'emendamento a sua prima firma 1.22, ritiene di giustificare il parere contrario esclusivamente con l'aspirazione dei relatori a procedere rapidamente all'approvazione del provvedimento in esame, senza incorrere in problematiche di carattere finanziario. Rileva infatti come resti centrali la questione sottesa alla sua proposta emendativa, che si prefigge di intervenire in materia di tutela della sicurezza degli operatori sanitari e socio sanitari anche con iniziative diverse dall'inasprimento sanzionatorio. Nel fare presente che oltre un terzo delle strutture di emergenza sono sprovviste di triage, rammenta che la maggior parte dei soggetti auditi ha evidenziato la inadeguatezza degli spazi e dei servizi forniti quale elemento induttivo delle azioni violente. Sottolinea pertanto a tale proposito la necessità di definire linee guida per iniziative di adeguamento anche organizzativo delle strutture, provvedendo ad individuare le idonee risorse finanziarie. Ribadisce che il suo emendamento è volto ad integrare il testo del provvedimento, eccessivamente sbilanciato sul versante repressivo, ritenendo che, in assenza di adeguati interventi di miglioramento della qualità del servizio, l'inasprimento delle sanzioni risulterebbe irragionevole.
Le Commissioni respingono l'emendamento Paolo Russo 1.22.
Lisa NOJA (IV) ritira l'emendamento De Filippo 1.2, di cui è cofirmataria.
Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo Trizzino 1.024 (ex 1.17) (nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Rosa MENGA (M5S) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Misiti 1.023 e lo ritira.
Michela ROSTAN (LEU) ritira l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.02.
Silvana NAPPI (M5S) ritira l'articolo aggiuntivo 1.017, di cui è cofirmataria.
Roberto NOVELLI (FI) non accede alla richiesta di ritiro dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.022 e insiste per la votazione.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Novelli 1.022,
Michela ROSTAN (LEU) ritira l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.03.
Silvana NAPPI (M5S) ritira l'articolo aggiuntivo 1.018, di cui è cofirmataria.
Roberto NOVELLI (FI) non accede alla richiesta di ritiro dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.021 e insiste per la votazione.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Novelli 1.021.
Vito DE FILIPPO (IV) ritira l'articolo aggiuntivo Annibali 1.04, di cui è cofirmatario.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Baldini 1.05 e insiste per la votazione.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Baldini 1.05.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Baldini 1.06 e insiste per la sua votazione, considerato che tale proposta emendativa è volta a prevedere l'adozione di sistemi di controllo degli accessi alle strutture sanitarie al fine di migliorare le condizioni di sicurezza degli operatori e dei pazienti. Nel rammentare la frequenza con la quale si verificano furti o episodi di violenza nelle strutture sanitarie anche in considerazione del libero accesso che le caratterizza, sottolinea che tali offese alla proprietà o alla Pag. 11persona appaiono particolarmente traumatici perché perpetrati in luoghi di cura, che dovrebbero garantire la serenità dei pazienti e degli operatori. Sollecita pertanto i colleghi a votare favorevolmente sull'articolo aggiuntivo Baldini 1.06, ritenendo obiettivo comune e condiviso la tutela e la protezione dei soggetti più fragili.
Le Commissioni respingono l'emendamento Baldini 1.06.
Marialucia LOREFICE, presidente, precisa che gli articoli aggiuntivi Nappi 1.015 e Leda Volpi 1.016 risultano assorbiti dall'approvazione della proposta emendativa Trizzino 1.024 (nuova formulazione).
Roberto TURRI (LEGA) insiste per la votazione dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.019, volto ad intervenire direttamente sull'articolo 336 del codice penale, che punisce gli atti di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per comprendervi esplicitamente anche il personale medico, infermieristico, ausiliario nonché i farmacisti e gli assistenti sociali. Nel dichiarare di non condividere l'impostazione adottata dai relatori che hanno ritenuto di intervenire sul testo in esame, rinviando alle disposizioni della legge 11 gennaio 2018, n. 3, rammenta come i soggetti auditi abbiano evidenziato la necessità che, al fine di rafforzarne la sicurezza, gli operatori sanitari e socio sanitari siano equiparati ai pubblici ufficiali.
Luca Rodolfo PAOLINI (LEGA) invita i colleghi ad un supplemento di riflessione sull'argomento, ritenendo che il rinvio alle disposizioni della legge n. 3 del 2018 comporti inevitabili dubbi interpretativi, oltre a determinare ulteriori difficoltà nel caso in cui il testo di legge dovesse essere successivamente modificato. Rileva al contrario che l'articolo aggiuntivo Turri 1.019 presenta una formulazione cristallina, tipica della norma penale.
Elena CARNEVALI (PD), nell'evidenziare che la proposta emendativa del collega Turri lascia fuori dalla tutela prevista dall'articolo 336 del codice penale l'intero comparto tecnico, ritiene che il rinvio alle disposizioni della legge n. 3 del 2018, dove sono chiaramente esplicitate le categorie professionali degli operatori del settore sanitario, sia preferibile all'intervento sulla norma penale. Rileva peraltro che il rinvio alle citate disposizioni di legge, unitamente alla formulazione dell'emendamento 2.100 dei relatori, che fa esplicito riferimento allo svolgimento dell'attività di cura, dia la certezza di includere la totalità dei soggetti interessati.
Rossana BOLDI (LEGA) ritiene che non sia risolutivo il rinvio alla legge n. 3 del 2018, in considerazione del fatto che si tratta della legge istitutiva degli ordini professionali nel settore sanitario, precisando altresì che l'elenco dettagliato di tutte le professioni sanitarie è invece contenuto sul sito del Ministero della salute. Nel fare inoltre presente che in questi giorni è al lavoro un tavolo istituito presso il competente Ministero allo scopo di predisporre la riforma delle professioni sanitarie, ritiene a maggior ragione un errore fare esplicito riferimento alla citata legge n. 3 del 2018, considerando i dubbi interpretativi che ne potrebbero derivare. Ritiene pertanto preferibile che in questa sede si proceda ad una esplicita elencazioni delle professioni interessate, rinviando per ulteriori considerazioni all'esame dell'emendamento 2.100 dei relatori.
Manfredi POTENTI (LEGA) pone in evidenza che l'articolo aggiuntivo Turri 1.019, di cui è cofirmatario, investe due distinti temi. Il primo è quello relativo alla necessità di assicurare anche al personale sanitario e sociosanitario le tutele previste dall'articolo 336 del codice penale, mentre il secondo riguarda le preoccupazioni di carattere sistematico, già evidenziate dai colleghi, che potrebbero rendere difficile l'interpretazione in sede giudiziaria rispetto a quali siano le categorie professionale interessate dalle tutele. Ritiene quindi necessario un approfondimento, Pag. 12eventualmente anche attraverso un accantonamento di tale proposta emendativa.
Augusta MONTARULI (FDI) dichiara in premessa di non voler affrontare il tema della definizione delle categorie professionali, preferendo concentrarsi sulle fattispecie di reato al fine di assicurare una maggiore tutela a tutti gli operatori. Rileva che le scelte effettuate dalla maggioranza offrono una tutela limitata, relativa alle sole lesioni, senza considerare fenomeni comunque gravi come quelli della violenza e della minaccia, oggetto dell'articolo 336 del codice penale. Invita pertanto ad una ulteriore riflessione su questo tema.
Massimo Enrico BARONI (M5S), nel rilevare che la proposta emendativa in discussione riprende pressoché integralmente il contenuto dell'articolo 2 della proposta di legge C. 1067, segnala che la documentazione predisposta dagli uffici ha evidenziato che sulla base della giurisprudenza la fattispecie penale di cui all'articolo 336 del codice penale già si applica al personale delle strutture ospedaliere territoriali del servizio sanitario nazionale e che pertanto la modifica proposta appare ultronea.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, rileva la necessità di chiarire che l'ambito professionale di applicazione della normativa è definito con l'articolo premissivo 01 approvato dalle Commissioni riunite nella seduta odierna, mentre il tema in discussione dovrebbe essere quello relativo alla opportunità o meno di considerare anche tali soggetti pubblici ufficiali al fine della tutela offerta dall'articolo 336 del codice penale. Nel ricordare che sentenze della Corte di Cassazione hanno già riconosciuto alcune tutele per gli incaricati di pubblico servizio, ribadisce che non appaiono opportune ulteriori specificazioni che di fatto snaturerebbero la ratio di quanto previsto dall'articolo 357 dello stesso codice riguardo alla nozione del pubblico ufficiale, in quanto essa non viene attribuita a categorie professionali ma in virtù della funzione svolta. Per tali motivi si è preferito seguire la strada di un inasprimento delle pene, equiparate a quelle dei reati compiuti contro pubblici ufficiali, e della procedibilità d'ufficio, senza effettuare il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale per il personale sanitario e sociosanitario, che appare non necessaria e nello stesso tempo non utile. Nel manifestare apertura verso opinioni diverse, rileva che una scelta difforme rispetto a quella adottata dovrebbe riguardare non solo il personale medico, ma tutti gli altri soggetti coinvolti, con notevole difficoltà applicative. Segnala che questo approccio è stato condiviso dalla Consulta delle professioni sanitarie e socio-sanitarie che si è riunita proprio nella giornata di oggi presso il Ministero della salute, come potrà essere più ampiamente confermato dalla sottosegretaria Zampa.
Vito DE FILIPPO (IV), in relazione all'intervento effettuato dalla collega Boldi, ritiene utile segnalare che la legge n. 3 del 2018, oltre ad affrontare il tema degli ordini, inquadra con precisione quali sono le professioni sanitarie e sociosanitarie e definisce le modalità di un eventuale riconoscimento futuro. Ritiene quindi che si sia compiuta una scelta corretta nel richiamare tale disposizione, scelta rispetto alla quale vi può essere un'ampia convergenza.
Roberto TURRI (LEGA) ricorda che l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.019 si inserisce in un contesto che prevede, con altre proposte emendative, anche la modifica dell'articolo 357 del codice penale richiamato dal relatore Bordo, proprio al fine di considerare pubblici ufficiali coloro che svolgono funzioni medico-sanitarie, come richiesto nel corso delle audizioni svolte.
La sottosegretaria Sandra ZAMPA sottolinea preliminarmente che il tema oggetto del disegno di legge in discussione, investendo disposizioni di carattere penale, riguarda prevalentemente le competenze del Ministero della giustizia. Precisa che, in ogni caso, il Ministero della salute ha ritenuto opportuno effettuare un approfondimento Pag. 13attraverso la convocazione della Consulta delle professioni sanitarie e socio-sanitarie istituita recentemente dal Ministro Speranza. Nella seduta svolta nella mattinata odierna di tale organismo è stato affrontato il tema relativo all'opportunità di attribuire al personale sanitario la qualifica di pubblico ufficiale.
Riferisce che in tale sede è stata ritenuta preferibile un'estensione delle misure di tutela senza il riconoscimento a tale personale di tutte le responsabilità che l'attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale comporta. Ritiene che la soluzione adottata su un tema complesso, rispetto al quale la politica deve raccogliere la sfida ed assumersi la sua responsabilità, possa offrire tutte le necessarie garanzie al personale sanitario e socio-sanitario.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) giudica importanti le parole della sottosegretaria Zampa, ricordando che nel corso delle audizioni svolte era stata manifestata con chiarezza e forza la richiesta di assicurare lo status di pubblico ufficiale, non essendo sufficiente un semplice inasprimento delle pene e rilevando che la proposta approvata dal Senato non prevede risorse finanziarie per potenziare le misure di tutela. Sulla base di queste premesse, ritiene doveroso conoscere in maniera più puntuale le motivazioni che hanno portato gli ordini professionali ad un radicale cambiamento di posizione, che desta sicuramente molta sorpresa.
Michela ROSTAN (LEU) rileva una sorta di «vizio di forma» rappresentato dal fatto che il Ministero della salute riconosca la competenza primaria di quello della giustizia e nello stesso tempo nella sede del Ministero della salute si effettui una valutazione sull'opportunità di includere il personale sanitario tra i soggetti rientranti nelle tutele previste dal codice penale. Ritiene pertanto opportuno avere maggiori informazioni sui soggetti che hanno partecipato alla riunione della Consulta e sulle decisioni assunte, posto che quanto emerso dall'intervento della sottosegretaria Zampa contrasta nettamente con quanto emerso nel corso delle audizioni svolte.
Roberto TURRI (LEGA), nel ringraziare la rappresentante del Governo per le sue comunicazioni, evidenzia che esse investono un tema centrale rispetto al contenuto del provvedimento e che quindi appare necessario avere maggiori dettagli rispetto alla riunione della Consulta. Rileva, alla luce del netto mutamento di posizioni degli ordini professionali interessati, rispetto a quanto affermato nel corso delle audizioni, riferito dalla sottosegretaria Zampa, come sia necessario ascoltare nuovamente i soggetti coinvolti al fine di convalidare tale diverso orientamento.
Rossana BOLDI (LEGA), nel ricordare che le posizioni espresse nel corso delle audizioni sono verificabili attraverso il loro riascolto e una lettura della documentazione consegnata, ritiene che un mutamento di posizione così radicale come quello segnalato dalla rappresentante del Governo, dovrebbe essere documentato in maniera più concreta e tangibile, anche attraverso una lettura dei verbali della riunione della Consulta svolta nella mattinata odierna.
Marcello GEMMATO (FDI) evidenzia come le Commissioni si trovino di fronte a un problema che riguarda principalmente il metodo. Al riguardo osserva che, dopo aver ascoltato in audizione le organizzazioni sindacali più rappresentative delle categorie professioni sanitarie e socio-sanitarie, oggi si sta mettendo in dubbio quanto è stato rappresentato dai soggetti coinvolti. A suo avviso, ciò costituisce un vulnus e ritiene, pertanto, necessario che le Commissioni sospendano i propri lavori per svolgere una valutazione della questione e per assumere, conseguentemente, le opportune decisioni.
Roberto TURRI (LEGA) ritiene necessario che le presidenze convochino immediatamente gli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, per gli Pag. 14opportuni chiarimenti. Fa presente che, qualora tale richiesta non dovesse essere accolta, il suo gruppo sarà costretto ad abbandonare i lavori delle Commissioni.
Franco VAZIO (PD), nel sottolineare di avere sempre sostenuto che le audizioni consentono alle Commissioni di acquisire utili elementi di valutazione, ritiene tuttavia necessario rilevare come esista una distanza tra il contenuto delle audizioni, le richieste degli auditi e le decisioni che il legislatore deve poi assumere. A suo avviso, ove i parlamentari ritenessero che la richiesta di un audito, per quanto autorevole, rappresenti un obbligo da eseguire, tradirebbero il compito di legislatori loro attribuito. Ribadisce che, sebbene quanto richiesto in audizione vada valutato dal Parlamento con la massima attenzione, il compito dei deputati è quello di comprendere se la richiesta sia congrua o meno o se la stessa, come nel caso in oggetto, rischi addirittura di destabilizzare il sistema. Rammenta che esistono numerose pronunce giurisprudenziali che attribuiscono al pubblico ufficiale particolari funzioni, che non sembrano affatto riconducibili ai compiti degli infermieri o degli operatori sociali.
Per tale ragione ritiene che, qualora si attribuisse a tutte le professioni comprese nell'area socio-sanitaria la qualifica pubblico ufficiale si introdurrebbe una norma che, oltre a destabilizzare il sistema, non garantirebbe loro maggiori tutele. Osserva come, a suo avviso, non sia sufficiente l'argomento per cui occorre attribuire a tali categorie la qualifica richiesta solo in quanto ritenuta dalle stesse maggiormente tutelante.
Non ravvisa, pertanto, l'opportunità di procedere ad ulteriori approfondimenti con i soggetti già auditi, ritenendo necessario che siano le Commissioni, a suo avviso, a decidere se attribuire la qualifica di pubblico ufficiale agli operatori sanitari e socio-sanitari. Ribadisce che, a suo avviso, non sussistano ragioni valide per procedere a tale riconoscimento.
Fabiola BOLOGNA (M5S), nel concordare con quanto rilevato dal collega Vazio, fa presente che la richiesta avanzata in audizione, peraltro non dalla totalità dei soggetti auditi, di attribuire al personale sanitario e socio-sanitario la qualifica di pubblico ufficiale, derivava dal fatto che per i reati contro le predette categorie non era prevista la procedibilità d'ufficio, che invece è contemplata dal disegno di legge in esame. Osserva, che nel corso dell'esame presso il Senato, l'esigenza inizialmente rappresentata è venuta meno a seguito della previsione dell'aggravante delle pene.
Gianluca CANTALAMESSA (LEGA), nel concordare con il collega Vazio sul fatto che quanto richiesto in audizione non debba comportare automatismi da parte delle Commissioni, rileva tuttavia come il Parlamento debba verificare quanto affermato da un rappresentante del Governo in merito all'attività svolta presso un tavolo tecnico. Ritiene, pertanto, necessario che le Commissioni sospendano i propri lavori per acquisire elementi utili circa la composizione di tale tavolo.
La sottosegretaria Sandra ZAMPA reputa opportuno precisare che la competenza primaria sulla questione appartiene al Ministero della giustizia. Precisa altresì che il Ministero della salute, avvalendosi della Consulta, che è un organo informale del quale esso si avvale, ha voluto espletare una verifica ulteriore rispetto agli approfondimenti già svolti dal Ministero della Giustizia, pervenendo alle medesime conclusioni.
Manfredi POTENTI (LEGA), nel replicare al collega Vazio, rammenta che con la legge n. 86 del 1990, recante modifiche in tema di delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, si è voluto disancorare il rapporto tra il soggetto incaricato di quella funzione e l'ente pubblico. A suo avviso la figura medico-sanitaria ha anche un potere coercitivo in esecuzione dell'applicazione del potere pubblico. Rammenta, a titolo di esempio, che recentemente degli operatori sanitari, in virtù di poteri autoritativi, hanno bloccato, al largo di Civitavecchia, una nave da Pag. 15crociera in quanto avevano rilevato il rischio di contagio da coronavirus. Sottolinea quindi che in questo caso, a differenza di quanto è avvenuto nei confronti di Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti, nessun magistrato ha avviato indagini nei confronti del personale sanitario che ha adottato il provvedimento. Osserva, inoltre, che anche quando un medico effettua una vaccinazione obbligatoria esercita un potere autoritativo.
A suo avviso, quindi, attribuendo a tali categorie di personale la funzione di incaricato di pubblico servizio, il legislatore non compirebbe alcuna forzatura.
Vito DE FILIPPO (IV), intervenendo sull'ordine dei lavori, constata che il lavoro delle Commissioni sta subendo un rallentamento. Ritiene che sarebbe utile, quindi, comprendere le modalità organizzative con cui procedere nei lavori nella seduta odierna.
Marialucia LOREFICE, presidente, a fronte delle richieste avanzate da parte di alcuni deputati, fa presente che, essendo le Commissioni in fase di dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo Turri 1.019, si deve proseguire fino alla votazione di tale proposta emendativa. Precisa altresì che, una volta effettuata tale votazione, sarà convocata una riunione dell'Ufficio di presidenza delle Commissioni riunite, anche per definire i tempi e le modalità organizzative della seduta odierna.
Andrea CECCONI (MISTO-MAIE), concordando con il collega Vazio, ritiene che la richiesta avanzata in audizione, peraltro non da parte di tutti i soggetti intervenuti, non costituisca, di per sé, una ragione valida perché le Commissioni attribuiscano la funzione di pubblico ufficiale agli operatori sanitari e socio-sanitari. Al riguardo, ritiene che le motivazioni in base alle quali decidere se attribuire o meno tale qualifica debbano essere ben altre.
Alessandra LOCATELLI (LEGA), ritenendo che la questione in esame costituisca un nodo centrale del provvedimento, sul quale molti parlamentari avanzano perplessità, chiede che sia fatta chiarezza sull'argomento. A suo avviso, pertanto, per serietà nei confronti delle persone che operano nei servizi sanitari, è opportuno che le Commissioni sospendano i propri lavori al fine di acquisire gli elementi utili ad una approfondita valutazione della materia. Preannuncia, quindi, che qualora non fosse accolta la richiesta di sospensione dei lavori delle Commissioni, il suo gruppo abbandonerebbe i lavori delle stesse in segno di protesta.
Marialucia LOREFICE, presidente, fa presente che, essendo in corso le dichiarazioni di voto, non è possibile sospendere la seduta prima di aver effettuato la votazione dell'articolo aggiuntivo Turri 1.019, in considerazione dell'inscindibile unità logico-giuridica delle due fasi.
Roberto TURRI (LEGA) ritiene che, diversamente da quanto dichiarato dalla presidente, sia possibile interrompere le dichiarazioni di voto, accantonando l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.019, anche in ragione del fatto che analoghe questioni si porranno con riguardo alle successive proposte emendative, che intervengono sull'articolo 357 del codice penale. Evidenzia che il presunto cambiamento di orientamento maturato nel corso della notte, riportato dalla rappresentante del Governo, richieda lo svolgimento di un Ufficio di presidenza, al fine di definire le modalità più opportune per il prosieguo dell'esame.
Alfredo BAZOLI (PD) ritiene che la richiesta di sospensione avanzata dai colleghi sia del tutto ingiustificata, dal momento che la valutazione dell'articolo aggiuntivo Turri 1.019 da parte delle forze politiche non è subordinata alle posizioni dei soggetti auditi in merito o alle conclusioni della Consulta, ma poggia su considerazioni di merito, efficacemente illustrate dai relatori nonché dal collega Vazio.
Pertanto, sottolineando che è nella facoltà di ciascuno di esprimersi in senso Pag. 16favorevole o contrario sulla proposta emendativa in esame, invita a procedere alla votazione.
Ingrid BISA (LEGA), con riguardo alle affermazioni della presidente circa l'impossibilità di sospendere la seduta, scindendo la fase delle dichiarazioni di voto da quella della votazione, la invita a verificare le decisioni assunte dalle presidenze di altre Commissione in circostanze analoghe. A tale proposito fa presente che, durante l'esame del decreto cosiddetto milleproroghe, in una recente seduta delle Commissioni riunite I e V, nel corso dell'esame dell'emendamento della collega Annibali in tema di prescrizione, si è proceduto, oltre che al rinvio della votazione, anche alla sospensione della seduta. Ribadisce pertanto l'invito a valutare attentamente la richiesta di sospensione della seduta.
Marialucia LOREFICE, presidente, ribadisce che le dichiarazioni di voto su una specifica proposta emendativa e la relativa votazione costituiscono una fase unitaria e che, pertanto, quando sono in corso dichiarazioni di voto, si deve proseguire fino alla relativa votazione. A fronte di ciò, resta ferma la facoltà dei relatori di proporre l'accantonamento della proposta emendativa in questione qualora ravvisino l'opportunità di procedere ad approfondimenti. Rileva come, nel caso in questione, non vi sia tale volontà da parte dei relatori né si registri un consenso unanime dei gruppi nel senso di accogliere la richiesta avanzata da alcuni deputati.
Ingrid BISA (LEGA), evidenzia la necessità di sottoporre la questione sollevata alla Giunta per il Regolamento ed eventualmente al Presidente della Camera.
Alessandra LOCATELLI (LEGA) ritiene vergognoso che ci si rifiuti di ascoltare le istanze dei colleghi su un tema così delicato.
Marialucia LOREFICE, presidente, invita i colleghi a non abbandonare la seduta, ribadendo che a breve si svolgerà la riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni riunite, da loro stessi richiesta.
Paolo RUSSO (FI), nel condividere le risposte tecniche puntualmente fornite dalla presidente, fa presente che si pone tuttavia una questione politica, rilevando che il testo in esame è stato licenziato dal Senato all'unanimità e che finora l'argomento è stato affrontato anche alla Camera con la massima attenzione, in un clima positivo e collaborativo. Suggerisce, pertanto, di individuare la soluzione metodologica più adeguata, dal momento che, come riferito dalla sottosegretaria, si è verificato un mutamento del quadro rispetto ai risultati del ciclo di audizioni svolto dalle Commissioni riunite. Ritiene pertanto che tale situazione richieda una riflessione in sede di Ufficio di presidenza, volta a individuare le migliori modalità per proseguire l'esame del provvedimento, anche in presenza di orientamenti diversi, al fine di raggiungere l'obiettivo di un'approvazione quanto più possibile condivisa. Sollecita pertanto una riflessione politica più che tecnica, ritenendo che ciò possa risultare utile anche per gli stessi relatori.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) esprime il proprio dispiacere per il fatto che si sia alterato il clima pacato che fino a questo momento ha consentito di collaborare efficacemente, restando ancorati al merito delle questioni, allo scopo di tutelare fattivamente gli operatori del settore sanitario. Ritiene pertanto che, in considerazione dell'emergenza sociale rappresentata dal fenomeno della violenza verso gli operatori del settore e delle sollecitazioni a fare presto pervenute dai soggetti auditi, sia dovere di tutti mantenere la ragionevolezza, al fine di portare a termine l'esame del provvedimento, anche accogliendo talune proposte delle opposizioni.
Evidenzia che sono stati chiamati in causa organismi importanti del Ministero della salute, che hanno indotto il Governo ad assumere determinate decisioni in merito all'attribuzione dello status di pubblico Pag. 17ufficiale agli operatori sanitari e socio-sanitari. A nome del gruppo di Fratelli d'Italia, sottolinea l'importanza di avere ragionevole conoscenza degli atti della Consulta relativi alla questione posta, ritenendo che ciò possa ripristinare il precedente clima di serenità, consentendo di fornire un esempio di buona politica e di non dividersi su un provvedimento così significativo.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, ritiene che non sia necessario aggiungere ulteriori elementi alla discussione, rilevando come i precedenti interventi abbiano chiarito l'inopportunità di attribuire agli operatori del settore lo status di pubblico ufficiale. Reputa invece importante svolgere alcune considerazioni di carattere politico, manifestando la propria, assoluta serenità in merito alla valutazione delle proposte emendative che intervengono sul tema.
Ritiene pertanto incomprensibile l'atteggiamento della Lega, evidenziando che, mentre si può legittimamente non condividere le valutazioni dei relatori e della maggioranza, ciò tuttavia non costituisce un motivo ragionevole per abbandonare i lavori di Commissione. Nell'ipotizzare che le ragioni di tale abbandono siano da ricercare altrove, fa presente che è in corso una discussione seria e pacata su un tema importante e che la convinzione dei relatori sulle proposte emendative in questione è maturata a prescindere dalla novità di questa mattina. A tale proposito sottolinea, infatti, come alle conclusioni della Consulta, che la sottosegretaria ha voluto condividere con le Commissioni per cortesia, si siano aggiunte considerazioni sostanziali, di merito, che hanno indotto i relatori a non ritenere utile l'attribuzione dello status di pubblico ufficiale. Nel fare presente, con riferimento alla richiesta della collega Bellucci, che la Consulta non ha prodotto alcun atto in forma scritta, evidenzia come spetti alla componente politica assumere le proprie libere determinazioni. Pertanto, ribadisce la convinzione che l'estensione dello status agli operatori del settore sanitario rappresenti uno scardinamento dell'attuale sistema di riconoscimento del pubblico ufficiale recato dall'articolo 357 del codice penale, evidenziando d'altro canto l'importante novità rappresentata dal riferimento «agli incaricati di pubblico servizio» introdotto nell'emendamento 2.100 dei relatori. Sottolinea a tale proposito che l'unica differenza di trattamento tra pubblico ufficiale e incaricato di pubblico servizio agli effetti della legge penale è rappresentata dal reato di oltraggio.
Marialucia LOREFICE, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'articolo aggiuntivo Turri 1.019; s'intende che vi abbiano rinunciato.
Sospende, quindi, brevemente la seduta per consentire lo svolgimento dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
La seduta, sospesa alle 12.30, è ripresa alle 13.10.
Marialucia LOREFICE, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli articoli aggiuntivi Bruno Bossio 1.07 e Potenti 1.020: s'intende che vi abbiano rinunciato.
Michela ROSTAN (LEU), intervenendo sul suo articolo aggiuntivo 1.01, rileva che dagli interventi del collega Vazio e del relatore Bordo si può dedurre che non è stato compreso pienamente il senso della richiesta di riconoscere la qualifica di pubblico ufficiale per gli operatori sanitari e socio-sanitari. Evidenzia che si è in presenza di una grande questione sociale in quanto si è rotto una sorta di patto tra operatori sanitari e pazienti, esponendo così gli operatori medesimi ad aggressioni verbali e fisiche. Il senso della ratio dell'articolo aggiuntivo 1.01 è quello di promuovere una maggiore cautela nell'approccio verso gli operatori sanitari, in maniera analoga a quello che accade nei confronti degli esponenti delle Forze dell'ordine.
Chiede, pertanto, che tale proposta emendativa sia posta in votazione, non accedendo alla richiesta di ritiro formulata dai relatori.
Le Commissioni respingono articolo aggiuntivo Rostan 1.01.
Elena CARNEVALI (PD) ritira i propri articoli aggiuntivi 1.010 e 1.09.
Paolo SIANI (PD) ritira i propri articoli aggiuntivi 1.013 e 1.08, dichiarandosi convinto delle motivazioni fornite dai relatori e da alcuni colleghi intervenuti nella discussione. Rileva, infatti, che il provvedimento in oggetto, grazie anche alle modifiche che si stanno apportando, offra agli operatori del settore le tutele previste per i pubblici ufficiali per quanto riguarda l'inasprimento delle pene per i reati commessi nei loro confronti e la procedibilità d'ufficio, senza gravare su di essi con gli oneri connessi al riconoscimento di tale qualifica.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) ribadisce la validità del contenuto dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 1.014 che, rispondendo a una richiesta avanzata dagli operatori del settore, propone di attribuire loro la qualifica di pubblico ufficiale per contrastare l'attuale emergenza sociale rappresentata dalle aggressioni, sia fisiche che verbali, di cui sono vittime. Si dichiara dispiaciuta della indisponibilità dei relatori ad entrare nel merito della proposta e ribadisce la richiesta di avere maggiori dettagli rispetto alla posizione che sarebbe stata assunta all'interno della Consulta delle professioni sanitarie. Invita, quindi, a rivedere il parere espresso sulla sua proposta emendativa, segnalando che le posizioni assunte, in sede di votazione, dalle differenti forze politiche, daranno un chiaro segnale a tutti coloro che nelle settimane passate hanno avanzato la richiesta del riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Bellucci 1.014.
Procedono, quindi, all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 2.
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che sono stati presentati sei subemendamenti all'emendamento 2.100 dei relatori (vedi allegato 3).
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, anche a nome della relatrice per la XII Commissione Ianaro, esprime parere contrario su tutti i subemendamenti riferiti all'emendamento 2.100 dei relatori ad eccezione del subemendamento Montaruli 0.2.100.1, sul quale esprime parere favorevole. Raccomanda, quindi, l'approvazione di tale emendamento.
La sottosegretaria Sandra ZAMPA esprime parere conforme a quello dei relatori e parere favorevole sull'emendamento 2.100.
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che sono stati ritirati dai presentatori i subemendamenti Montaruli 0.2.100.2, Dori 0.2.100.4 e Perantoni 0.2.100.5 e 0.2.100.6.
Constata l'assenza dei presentatori del subemendamento 0.2.100.3: s'intende che vi abbiano rinunciato.
Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano il subemendamento Montaruli 0.2.100.1 e l'emendamento 2.100 dei relatori, nel testo risultante dall'approvazione di tale subemendamento (vedi allegato 2).
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 2.100 dei relatori, risultano preclusi o assorbiti gli emendamenti Sarli 2.6, Carnevali 2.3, Bagnasco 2.10, Annibali 2.2, Dori 2.11, Turri 2.7 e gli identici Bellucci 2.4, Menga 2.5 e Annibali 2.1 nonché gli emendamenti Rostan 2.14 e Novelli 2.8, che pertanto non saranno posti in votazione.
Constata, quindi, l'assenza dei presentatori dell'emendamento Mugnai 2.9: s'intende che vi abbiano rinunciato.
Le Commissioni procedono all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 3.
Pag. 19Marialucia LOREFICE, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Turri 3.3: s'intende che vi abbiano rinunciato.
Devis DORI (M5S) accetta la riformulazione dell'emendamento a sua prima firma 3.6.
Le Commissioni approvano l'emendamento Dori 3.6 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che, in seguito all'approvazione della dell'emendamento Dori 3.6, come riformulato, risultano preclusi gli emendamenti Carnevali 3.2 e Rostan 3.1, che pertanto non saranno posti in votazione.
Lisa NOJA (IV), in qualità di cofirmataria, ritira l'articolo aggiuntivo Annibali 3.01.
Le Commissioni procedono all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 4.
Lisa NOJA (IV), in qualità di cofirmataria, ritira l'emendamento Annibali 4.1.
Marcello GEMMATO (FDI), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.01, ricorda che le farmacie private convenzionate costituiscono un elemento essenziale del Servizio sanitario nazionale, in quanto spesso unico presidio sul territorio in zone disagiate e che esse sono spesso vittime di reati. Segnalando che la proposta emendativa in discussione prevede agevolazioni fiscali al fine di incentivare l'installazione di videocamere, osserva che in tal modo, utilizzando in gran parte risorse private, si fornisce un sostegno a questa categoria di professionisti sanitari aumentando, allo stesso tempo, la sicurezza sul territorio.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Gemmato 4.01.
Elena CARNEVALI (PD) ritira l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.02 nonché gli articoli aggiuntivi Rizzo Nervo 4.03, Siani 4.04 e Rizzo Nervo 4.05, di cui è cofirmataria.
Marialucia LOREFICE, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Piastra 4.023: s'intende che vi abbiano rinunciato.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) segnala che l'articolo aggiuntivo 4.017, di cui è prima firmataria, fa parte di una serie di proposte di carattere preventivo che, a suo avviso, occorre accompagnare alle misure di carattere repressivo previste dal testo in esame. In particolare, evidenza l'importanza di rendere obbligatori i presidi di polizia presso le strutture ospedaliere, al fine di garantire la sicurezza nei luoghi in cui si opera per la tutela della salute dei cittadini.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Bellucci 4.017.
Marialucia LOREFICE, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'emendamento Potenti 4.025: s'intende che vi abbiano rinunciato.
Rosa MENGA (M5S) sottoscrive e ritira l'articolo aggiuntivo Misiti 4.031.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Novelli 4.027.
Elena CARNEVALI (PD) ritira il proprio articolo aggiuntivo 4.06.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) segnala che anche l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.016 ha la finalità di potenziare le misure preventive, volte scongiurare la violenza contro gli operatori sanitari, in questo caso attraverso l'installazione di telecamere a circuito chiuso, strumento che molti auditi considerano utile per svolgere il loro lavoro con maggiore serenità.Pag. 20
Dichiara di non comprendere la contrarietà espressa rispetto a una proposta integrativa che dovrebbe essere condivisa.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Bellucci 4.016.
Rosa MENGA (M5S) sottoscrive e ritira gli articoli aggiuntivi Misiti 4.030 e Trizzino 4.032.
Elena CARNEVALI (PD) ritira i propri articoli aggiuntivi 4.07 e 4.08.
Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo Siani 4.09 (vedi allegato 2).
Elena CARNEVALI (PD) ritira il proprio articolo aggiuntivo 4.010.
Paolo RUSSO (FI) ritira l'articolo aggiuntivo Novelli 4.029, di cui è cofirmatario.
Elena CARNEVALI (PD) ritira il proprio articolo aggiuntivo 4.011, il cui contenuto è stato di fatto assorbito con l'approvazione della nuova formulazione dell'emendamento Lorefice 1.14.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, al fine di una migliore definizione delle strutture a cui si intende riferire la disposizione normativa, propone di riformulare ulteriormente l'articolo aggiuntivo Rizzo Nervo 4.012 nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
La sottosegretaria Sandra ZAMPA esprime parere favorevole sull'ulteriore nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo Rizzo Nervo 4.012.
Paolo SIANI (PD) accetta, in qualità di cofirmatario, la ulteriore riformulazione dell'articolo aggiuntivo Rizzo Nervo 4.012 e ritira gli articoli aggiuntivi a sua prima firma 4.013 e 4.014.
Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo Rizzo Nervo 4.012 (ulteriore nuova formulazione) (vedi allegato 2).
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) segnala che l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.015 mira a prevenire e gestire il rischio derivante da atti di violenza nei confronti del personale medico e sanitario attraverso la costituzione di gruppi di lavoro multidisciplinari, ricordando che tale previsione corrisponde a una richiesta avanzata in sede di audizione dell'Ordine dei medici, sulla base di uno studio approfondito condotto sul tema. Nel ribadire che sarebbe opportuno raccogliere le sollecitazioni provenienti dai soggetti auditi quando esse sono motivate, osserva che proposte analoghe sono state avanzate anche da altri gruppi che però successivamente le hanno ritirate, mentre il gruppo Fratelli d'Italia ritiene che si debba proseguire su tale strada.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, riconosce che il tema posto dalla collega Bellucci presenta un'indubbia rilevanza, segnalando come sia stato in qualche modo affrontato con la riformulazione dell'emendamento 1.27, che ha incluso tra i compiti dell'Osservatorio quello di promuovere, tra le buone prassi anche il lavoro, in équipe. Osserva, tuttavia, che non appare opportuno un intervento così puntuale effettuato con una legge dello Stato rispetto a scelte organizzative di competenza regionale. Invita a trasformare la proposta emendativa in un ordine del giorno, che potrebbe avere l'appoggio di tutti i gruppi parlamentari, al fine di impegnare il Governo a promuovere in sede di Conferenza Stato-regioni la creazione di gruppi di lavoro multidisciplinari in ambito sanitario.
Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli articoli aggiuntivi Bellucci 4.015 e 4.018.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI) accetta la riformulazione dell'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.019.
Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo Bellucci 4.019 (nuova formulazione) (vedi allegato 2); respingono quindi, Pag. 21con distinte votazioni, gli articoli aggiuntivi Bellucci 4.020 e 4.021.
Maria Teresa BELLUCCI (FDI), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo a sua prima firma 4.022, volto a prevedere l'istituzione presso le strutture sanitarie e socio-sanitarie di un servizio di ascolto e consulenza psicologico a supporto dei lavoratori vittime di violenza sul lavoro, evidenzia come la presenza delle forze dell'ordine presso tali strutture non sia l'unico oggetto di attenzione da parte del suo gruppo. Nel sottolineare come i tassi di sindrome da burnout siano particolarmente elevati per gli operatori socio-sanitari, rammenta che questi ultimi, oltre a confrontarsi con un'utenza fragile e stressata, operano in un contesto lavorativo non sicuro.
Sottolinea, altresì, come tali fattori contribuiscano a incrementare il rischio di cadere in depressione e di essere soggetti ad attacchi di panico o di ansia. Per tali ragioni, raccomanda l'approvazione della proposta emendativa in esame.
Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Bellucci 4.022.
Marialucia LOREFICE, presidente, constata l'assenza dei presentatori dell'articolo aggiuntivo Potenti 4.024: s'intende che vi abbiano rinunciato.
Michele BORDO (PD), relatore per la II Commissione, anche a nome della collega Ianaro, relatrice per la XII Commissione, all'esito di un'ulteriore valutazione, modifica in favorevole il parere precedentemente formulato sull'articolo aggiuntivo Paolo Russo 4.026.
La sottosegretaria Sandra ZAMPA esprime parere conforme a quello dei relatori.
Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo Paolo Russo 4.026 (vedi allegato 2).
Paolo RUSSO (FI), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo a sua firma 4.028, sottolinea come lo stesso preveda la predisposizione, da parte di tutte le strutture pubbliche e private che erogano prestazioni sanitarie, di una relazione annuale sulla gestione del rischio di aggressioni nei confronti degli operatori sanitari nell'esercizio delle loro funzioni. La medesima proposta emendativa prevede altresì che la mancata predisposizione di tale relazione sia rilevante ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei direttori generali responsabili. Osservando come presso l'altro ramo del Parlamento si stia esaminando un provvedimento che ricomprende anche la materia oggetto della sua proposta emendativa, invita il rappresentante del Governo a valutare in tale sede l'opportunità di inserire tale previsione tra i parametri di valutazione dei manager. Preannunciando, quindi, la presentazione di un ordine del giorno sulla materia, ritira l'articolo aggiuntivo a sua firma 4.028.
Marialucia LOREFICE, presidente, avverte che il testo del disegno di legge C. 2117 Governo, approvato dal Senato, come risultante dagli emendamenti approvati, sarà trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva per l'espressione dei rispettivi pareri.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.55.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 12.40 alle 13.
ERRATA CORRIGE
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 323 del 12 febbraio 2020, a pagina 7, prima colonna, quarantesima riga, le parole: «nella parte in cui» sono sostituite dalle seguenti «in quanto».
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