ALLEGATO
QUESITI PER I QUALI È PERVENUTA RISPOSTA SCRITTA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE (N. 165/843, N. 166/844 E N. 169/870)
BERGESIO, CASOLATI, FERRERO, MONTANI, PIANASSO. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Agli interroganti giungono numerose ed insistenti segnalazioni da parte dei cittadini piemontesi relativamente alle difficoltà di ricevere il segnale Rai, in particolare quello di Raitre, impedendo la corretta fruizione del telegiornale regionale. Quanto ai disservizi le zone più critiche sono quelle del Cuneese (in particolare l'Alta Langa), le valli del Monviso e la valle Elvo (nel Biellese).
Considerato che, sulla base dei dati raccolti dal Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom Piemonte) a febbraio 2019, circa 150 mila abitanti del Piemonte non ricevano il segnale Rai regionale, cioè circa il 13 per cento del campione considerato, con un aumento fino al 19 per cento per le aree montane e collinari;
e considerato altresì che i disservizi nelle zone predette sono stati già oggetto di quesito degli interroganti;
alla Società concessionaria si chiede come intenda risolvere i problemi di ricezione del segnale che interessano tutta la regione Piemonte ed in particolare le zone richiamate in premessa, anche alla luce dell'impegno assunto nelle sedi istituzionali dalla medesima Società concessionaria. (166/844)
RISPOSTA. – In merito all'interrogazione in oggetto si informa di quanto segue.
In primo luogo è opportuno premettere che il tema della diffusione rappresenta per la Rai non solo un obbligo da Contratto di servizio ma uno degli elementi essenziali per poter svolgere con efficacia la missione di servizio pubblico; qualunque iniziativa in tema si muove quindi – in linea generale – nella direzione auspicata.
Per quanto riguarda le difficoltà di ricevere il segnale Rai nelle zone indicate dall'interrogante, si specifica che la causa della difficoltà di ricezione è spesso da imputare alle particolari condizioni orografiche del Paese che, in alcune zone particolari, si aggiungono ai problemi degli impianti gestiti dalle ex-Comunità Montane, ora Unioni dei Comuni, che ripetono i programmi del MUX 1 RAI: gli impianti infatti non sono gestiti in modo adeguato per problemi tecnico/economici.
In particolare, si segnalano le seguenti situazioni:
Alta Langa: è un'area collinare che risulta servita per un 70-80 per cento dal segnale degli impianti RAI («Cortemilia» e «Saliceto») e per un 20-30 per cento da diversi impianti delle ex-Comunità Montane. Mentre i primi (impianti RAI) sono regolarmente funzionanti, gli altri molto probabilmente sono in condizioni precarie.
Valli del Monviso: tutti gli impianti che coprono l'area funzionano correttamente (sia gli impianti RAI sia gli impianti delle ex-Comunità Montane). Probabilmente qui le lamentele sono dovute al fatto che alcuni impianti ex-Comunità Montane (ad esempio quelli di Crissolo e Tuornur) ricevono il segnale da satellite il quale, attualmente, propone, a rotazione, il gazzettino (TGR) di una delle quattro Regioni sede del Centro di Produzione RAI (Lazio, Piemonte, Lombardia e Campania) ed in modo occasionale, durante avvenimenti di particolare importanza e rilevanza territoriale, quello di altre Regioni. Pag. 142
Valle Maira: anche gli impianti della ex-Comunità Montane non effettuano un buon servizio a causa del fatto che il cd impianto «capo-catena» (primo impianto che alimenta i successivi impianti a valle) di S. Martino di Stroppo è interessato da fenomeni di interferenza in ricezione che si propagano a cascata sugli impianti ad esso collegati.
Valle Elvo: in questo caso il problema potrebbe essere riconducibile, esclusivamente per il MUX 1 RAI, alla interferenza causata da una emittente privata (Tele Libertà) e anche, soprattutto nel periodo estivo, alla presenza di affievolimenti del segnale proveniente dal lontano Monte Penice (fading). La soluzione a questi problemi potrà attendersi solo successivamente al prossimo riaccomodamento delle reti, dovuto alla liberazione della cd banda 700 MHz in favore del 5G (servizi mobili di ultima generazione).
CAPITANIO, BERGESIO, COIN, FUSCO, IEZZI, PERGREFFI, TIRAMANI. – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Da fonti di stampa si apprende che, nei giorni scorsi, il direttore generale corporate, Alberto Matassino, avrebbe formalizzato il licenziamento dell'ex direttore dello sviluppo tecnologico, ing. Luigi Rocchi, perché privo di incarico da molto tempo.
Considerato che l'ing. Rocchi risulta privo di incarico da marzo 2019 non per colpa sua bensì per decisione del management aziendale, e considerato altresì che lo stesso Rocchi risulta prossimo alla pensione;
alla Società Concessionaria si chiede di sapere:
perché l'ing. Luigi Rocchi sia stato licenziato;
perché all'ing. Luigi Rocchi, stante la rinomata professionalità e competenza, non fosse stato assegnato alcun incarico nonostante fosse in organico da regolare rapporto di lavoro subordinato con compenso lordo annuo superiore ai 200.000 euro. (165/843)
GASPARRI – Al Presidente e all'Amministratore delegato della RAI.
Premesso che:
l'Ing. Rocchi Luigi, competente e serio dirigente da molti anni della Rai, di cui è stato un punto di riferimento, è stato improvvisamente licenziato dall'azienda senza alcuna ragione specifica;
la sua vicenda è stata, giustamente, denunciata pubblicamente anche dalla A.D.RAI,
per sapere:
per quali ragioni si sia proceduto al citato licenziamento illegittimo;
per quale ragione sia stata assunta una decisione così ingiustificata e vessatoria in un momento di grande confusione dell'Azienda;
quando e come i vertici operativi vorranno revocare un'azione priva di motivazioni e che esporrà l'azienda a gravi conseguenze di natura giuridica ed economica. (169/870)
RISPOSTA. – In merito alle interrogazioni in oggetto si informa di quanto segue.
In primo luogo è opportuno premettere che l'ing. Luigi Rocchi, da gennaio 2003, ha ricoperto il ruolo di Direttore della Direzione strategie tecnologiche e, dal luglio 2015, quello di Direttore della Direzione qualità e pianificazione, nell'ambito dell'area TCO.
Con ordine di servizio del 1o aprile 2019, la Direzione qualità e Pianificazione è stata soppressa; a seguito di tale soppressione l'Azienda ha avviato una ricognizione interna per trovare all'ing. Rocchi una collocazione dirigenziale alternativa ed adeguata per standing e bagaglio professionale Pag. 143a quella venuta meno, considerato il ruolo di top manager dell'interessato.
In tale quadro il periodo successivo alla soppressione della Direzione qualità e pianificazione è stato utilizzato per un approfondito tentativo di ricollocazione (come richiesto dalla più recente giurisprudenza di legittimità) che tuttavia non ha dato esito positivo. Pertanto non essendo stato possibile rinvenire alcuna posizione dirigenziale adeguata al profilo professionale dell'interessato, l'Azienda ha comunicato in data 12 dicembre 2019 all'ing. Rocchi la risoluzione del rapporto di lavoro intercorrente ex articolo 2118 c.c. (giustificato motivo oggettivo).
L'ing. Rocchi, peraltro, nonostante la soppressione della Direzione, ha scelto di non aderire al piano di incentivazione all'esodo rivolto ai dirigenti aziendali che l'Azienda gli aveva proposto prima della comunicazione del recesso.
Da ultimo si evidenzia che sono tuttora in corso interlocuzioni per un eventuale bonario componimento della vicenda.