ALLEGATO
Sulla missione svolta il 2 aprile 2019 presso il Comando Operativo di vertice Interforze (COI) e presso il Comando Interforze per le operazioni delle Forze Speciali (COFS).
Una delegazione della IV Commissione Difesa si è recata il 2 aprile 2019 in visita presso il Comando Operativo di vertice Interforze (COI) e presso il Comando Interforze per le operazioni delle Forze Speciali (COFS), situati a Roma, facendo seguito ad una deliberazione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, finalizzata allo svolgimento di tale missione stante la centralità dell'attività strategica ed operativa dei due Comandi, nell'ambito della sicurezza sia nazionale che internazionale.
Della delegazione, guidata dal Presidente Gianluca Rizzo, hanno fatto parte gli onorevoli Roberto Traversi (M5S), Davide Galantino (M5S), Roberto Rossini (M5S), Roberto Paolo Ferrari (Lega), Luca Toccalini (Lega), Lino Pettazzi (Lega), Alberto Pagani (PD), Maria Tripodi (FI), Matteo Perego di Cremnago (FI) e Elisabetta Ripani (FI).
La visita è stata introdotta da un intervento del Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI), Amm. Sq. Giuseppe Cavo Dragone, che ha illustrato l'organizzazione dei due Comandi (COI e COFS), sottolineando come si tratti di due strutture «paritetiche» alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, nella duplice veste di Capo di Stato Maggiore in quanto tale (CHOD, responsabile della pianificazione generale de sviluppo dello strumento militare) e di Comandante in Capo (CINC, responsabile per la predisposizione ed impiego delle Forze).
Il COI, costituito nel 1998, è lo strumento mediante il quale il Capo di Stato Maggiore della Difesa esercita la sua determinante funzione di Comandante Operativo delle Forze Armate. I principali compiti sono quelli di pianificare, coordinare e condurre le operazioni interforze, multilaterali e nazionali nonché le esercitazioni interforze, e quelli di dirigere, controllare e coordinare i concorsi militari alle autorità civili, in casi di calamità naturali o di straordinaria necessità e urgenza.
A tale proposito l'Ammiraglio Cavo Dragone ha osservato come il Comando svolga una funzione centrale rispetto ad alcune attività e una funzione di supporto rispetto ad altre, sottolineando come la vera essenza del COI e, a suo avviso, il suo punto di forza sia rinvenibile proprio nella flessibilità e nella disponibilità della struttura, che comporta il suo intervento anche quando il ruolo che è chiamata a svolgere non è di primo piano.
Con riferimento poi alla struttura del Comando, è stato precisato che questo vede il coinvolgimento in uguale misura di tutte le Forze Amate e che tale organizzazione consente da una parte una suddivisone delle responsabilità, dall'altra la disponibilità delle diverse competenze presenti nelle varie Forze armate.
Particolare rilievo è stato dato all’Italian Joint Force Headquarters (ITA-JFHQ), un Comando interforze permanentemente attivato, ad alta prontezza operativa, rapidamente schierabile, in grado di immettersi con breve preavviso nelle aree di crisi in tutto il mondo, e di assumere le funzioni di comando e controllo degli assetti terrestri, marittimi ed aerei resi disponibili per l'assolvimento di una missione. La struttura, costituita nel febbraio del 2007, è dotata di personale altamente specializzato e contraddistinto da una struttura organizzativa flessibile e snella e rappresenta una delle nuove realtà della Difesa Pag. 102italiana. Essa è proiettabile nei vari teatri, allorquando si profili un coinvolgimento del COI, svolgendo un'attività preparatoria al suo successivo intervento.
È stato inoltre fatto cenno alle operazioni in corso, sottolineando come il personale militare sia impegnato in 41 operazioni, e precisamente 38 operazioni internazionali e 3 operazioni nazionali (tra cui l'operazione «Strade sicure») che vedono l'impiego rispettivamente di 6.100 e 7.200 uomini per un totale di 13.400 militari coinvolti.
Per le 38 operazioni internazionali sono coinvolti 1.700 militari in Europa e nell'area del Mediterraneo, 1.300 in Medioriente e 2.100 in Asia.
Sono stati poi condotti degli approfondimenti su alcune specifiche missioni: in particolare quelle in Afghanistan, in Iraq, in Libia e in Niger, dando conto, per ciascuna di esse, del quadro generale di riferimento, degli uomini e dei mezzi impiegati e degli sviluppi previsti.
In conclusione, l'Ammiraglio Cavo Dragone ha riassunto i principali punti di forza del Comando che, da una parte, si qualifica come elemento attraverso il quale la Difesa esercita il comando e il controllo e come parte essenziale della politica internazionale nelle aree di crisi (Difesa Enabler/Multipler), dall'altro, rappresenta una sorta di «palestra» per sperimentare nuovi concetti e capacità (Cyber, Targeting) nonché per favorire interoperabilità e un approccio interagenzia.
Dopo i chiarimenti resi dal Comandante in risposta ai quesiti posti dagli onorevoli deputati, la delegazione si è trasferita presso la sede del COFS.
Il Comandante del COFS, Generale di Divisione Nicola Zanelli, ha illustrato alla delegazione i principali compiti e le modalità operative del Comando, ricordando che è stato costituito nel 2004 alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa per la gestione delle Operazioni Speciali. Il Generale Zanelli ha sottolineato, in particolare, la strategicità del Comando soprattutto nel contesto attuale contraddistinto da nuove forme di conflitto ibrido e asimmetrico.
Conclusa la visita presso il COFS si è svolto il saluto rituale e la delegazione ha fatto ritorno presso la Camera dei deputati.
Gli onorevoli deputati hanno convenuto unanimemente sulla importanza della missione che ha consentito loro di acquisire una conoscenza diretta e approfondita delle funzioni svolte dai due Comandi, apprezzandone il livello di eccellenza e la particolare strategicità proprio in considerazione della attività operativa che sono chiamati a svolgere.