INDAGINE CONOSCITIVA
Martedì 16 aprile 2019. — Presidenza della vicepresidente Patrizia TERZONI.
La seduta comincia alle 13.35.
Audizione di rappresentanti dell'Istituto Italiano Imballaggio, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione).
Patrizia TERZONI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l'audizione.
Marco SACHET, presidente dell'Istituto Italiano Imballaggio, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.
Intervengono per formulare quesiti e osservazioni Alberto MANCA (M5S), Vincenza LABRIOLA (FI) e Patrizia TERZONI, presidente.
Marco SACHET, presidente dell'Istituto Italiano Imballaggio, risponde ai quesiti posti, fornendo ulteriori precisazioni.
Pag. 132Patrizia TERZONI, presidente, ringrazia il presidente dell'Istituto Italiano Imballaggio per il suo intervento e dichiara quindi conclusa l'audizione.
Audizione di rappresentanti di ASSORIMAP (Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del Regolamento, e conclusione).
Patrizia TERZONI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Introduce, quindi, l'audizione.
Walter REGIS, presidente di ASSORIMAP (Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche), svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.
Intervengono per formulare quesiti e osservazioni, Umberto BURATTI (PD), Manuela GAGLIARDI (FI) e Generoso MARAIA (M5S).
Walter REGIS, presidente di ASSORIMAP (Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche), risponde ai quesiti posti, fornendo ulteriori precisazioni.
Patrizia TERZONI, presidente, ringrazia i rappresentanti di ASSORIMAP per il loro intervento e dichiara conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 14.40
N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.
SEDE CONSULTIVA
Martedì 16 aprile 2019. — Presidenza del Presidente Alessandro Manuel BENVENUTO – Intervengono il viceministro per le infrastrutture e per i trasporti, Edoardo Rixi e il sottosegretario di Stato per l'ambiente, il territorio e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo.
La seduta comincia alle 14.40.
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo rafforzato di partenariato e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica del Kazakhstan, dall'altra, con allegati, fatto ad Astana il 21 dicembre 2015.
C. 1648 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Patrizia TERZONI (M5S), relatrice, fa presente che l'Accordo si inquadra nell'ambito della strategia dell'Unione europea per l'Asia centrale, per rispondere alla crescente importanza della regione ai fini della stabilità, della sicurezza e della diversificazione energetica. Il Kazakhstan ha perseguito negli anni un percorso di sostanziale avvicinamento all'UE, e l'Accordo in esame, di seconda generazione e rafforzato, rappresenta uno strumento più ampio e di maggiore respiro rispetto al precedente accordo di partenariato e cooperazione del 1999, e intende quindi rilanciare le basi della cooperazione UE-Kazakhstan, allargando i settori di collaborazione, con particolare riguardo alla cooperazione economica.
L'Accordo consta di un breve preambolo, 9 titoli, 287 articoli, 7 allegati e un Protocollo. Per il profilo di competenza della Commissione, vengono in rilievo il Titolo III, Commercio e imprese, per quanto riguarda la regolazione degli appalti pubblici (Capo 8), il titolo IV, Cooperazione nei settori dell'economia e dello Pag. 133sviluppo sostenibile, per quanto riguarda la regolazione di politiche ambientali (Capi 7 e 8), nonché il Titolo VI, Altre politiche di cooperazione, che al Capo 7 disciplina la cooperazione nel settore della protezione civile.
In merito agli appalti pubblici, il Capo 8 del titolo III dell'Accordo, corredato dagli Allegati III e IV, ne definisce l'ambito di applicazione, individuando il principio generale di non discriminazione come base per lo svolgimento delle procedure. Viene definita la disciplina relativa all'impiego di mezzi elettronici nella procedura di appalto e ai metodi di esecuzione, ossia gara aperta, gara selettiva, gara a trattativa privata e aste elettroniche, da eseguire evitando conflitti di interesse e prevenendo le pratiche di corruzione. In particolare, la gara a trattativa privata può essere utilizzata solo nel caso in cui sia certo che tale metodo non si utilizza per evitare la concorrenza tra fornitori ovvero per proteggere i fornitori interni a scapito di quelli esteri.
Viene dettagliata quindi la disciplina relativa alle informazioni sul sistema di appalti, sull'avviso di gara, sulle condizioni di partecipazione, sulle qualifiche dei fornitori, sulle specifiche tecniche e la documentazione di gara. Quanto ai termini, essi devono essere definiti in base alla complessità dell'appalto, all'entità dei subappalti e ai tempi necessari per la trasmissione della documentazione (in caso non si proceda con mezzi elettronici). Apposite disposizioni definiscono le informazioni da dare ai fornitori nel caso di aggiudicazione dell'appalto nonché quelle da dare alle parti per stabilire che l'appalto sia stato condotto in modo equo e imparziale, essendo conseguentemente disciplinate le procedure di ricorso.
Per quanto riguarda le tematiche ambientali, il Capo 7 del titolo IV prevede lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione tra le parti sulle questioni ambientali, contribuendo in tal modo allo sviluppo sostenibile e alla tutela dell'ambiente. Tra i settori oggetto di cooperazione si annoverano l'educazione e la sensibilizzazione ambientale, la qualità dell'aria, la gestione delle risorse idriche, compreso l'ambiente marino, l'inquinamento industriale e la gestione dei rifiuti.
Il Capo 8 del medesimo Titolo IV prevede che le parti intensifichino e sviluppino la cooperazione per la lotta e l'adattamento ai cambiamenti climatici, promuovendo l'adozione di misure volte alla loro mitigazione dei cambiamenti climatici, di adattamento ai cambiamenti climatici, ricerca, sviluppo e diffusione di tecnologie a basse emissioni di carbonio, nonché sensibilizzazione e formazione.
Il Capo 7 del Titolo VI è volto a promuovere la cooperazione nel settore della protezione civile, riconoscendo le Parti la necessità di gestire i rischi di catastrofi naturali e causate dall'uomo a livello nazionale e mondiale. In particolare le Parti dichiarano la propria intenzione di migliorare le misure di prevenzione e risposta alle catastrofi naturali. La cooperazione si esplica attraverso l'interazione degli organismi e delle organizzazioni competenti, il coordinamento nell'assistenza reciproca, lo scambio di esperienze in materia di sensibilizzazione delle popolazioni nella preparazione alle catastrofi e la formazione nel settore della protezione civile, in particolare per l'utilizzo di sistemi di allarme rapido.
In relazione ai contenuti dell'Accordo, pienamente condivisibili, preannuncia la presentazione di una proposta di parere favorevole.
Il sottosegretario Salvatore MICILLO si riserva di intervenire in una fase successiva del dibattito.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
Documento di economia e finanza 2019.
Doc. LVII, 2 e allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Pag. 134 Ugo PAROLO (Lega), relatore, rinviando per gli aspetti di dettaglio alla documentazione predisposta dagli uffici, si sofferma nella relazione sugli aspetti principali delle diverse politiche di interesse della VIII Commissione prese in considerazione dal DEF, e segnatamente dal Programma nazionale di riforma (PNR).
Già in premessa il DEF cita due pacchetti di misure di sostegno agli investimenti contenuti nei decreti legge in corso di emanazione denominati «decreto crescita» e «decreto sblocca cantieri».
Quest'ultimo, riguardante in modo specifico le politiche di settore rientranti nella competenza della Commissione, punta a invigorire la ripresa del settore delle costruzioni, snellendo la legislazione vigente in materia di aggiudicazione dei contratti, appalti integrati, subappalti, norme sulla progettazione, partenariato pubblico-privato e procedure di approvazione di varianti di progetto.
L'impatto dei due provvedimenti sull'economia viene prudenzialmente stimato in 0,1 punti percentuali di crescita aggiuntiva del PIL nel 2019.
Il miglioramento del quadro di regolamentazione derivante dall'intervento legislativo, unitamente all'impegno del Governo ad aumentare le risorse per gli investimenti pubblici e agli incentivi per la ristrutturazione degli immobili, anche in chiave antisismica, dovrebbero creare le condizioni per una vera ripresa di un settore che resta cruciale per l'occupazione e l'andamento generale dell'economia.
Pur risultando assente, rispetto ai DEF precedenti, uno specifico Allegato infrastrutture, in risposta alla Raccomandazione n. 4 del Consiglio Europeo e della Relazione Paese relativa all'Italia 2019 della Commissione europea (in cui si evidenzia che «gli investimenti pubblici nelle infrastrutture restano bassi») nel PNR riveste un particolare rilievo il tema del rilancio degli investimenti infrastrutturali.
Ritiene meritevole sottolineare due passaggi del documento. Il primo esplicita la rilevanza che il Governo assegna al loro rilancio: «il declino delle opere pubbliche ha avuto un forte effetto depressivo sull'attività economica. Inoltre, come evidenziato drammaticamente dal crollo del viadotto Morandi a Genova, le infrastrutture del Paese hanno urgente bisogno di manutenzione e modernizzazione. La ripresa degli investimenti deve coinvolgere non solo i vari livelli dell'Amministrazione pubblica, ma anche le società partecipate o titolari di concessioni pubbliche». Il secondo individua gli attuali fattori di criticità: «l'esperienza di questi anni mostra, tuttavia, che stanziare i fondi non basta per la realizzazione di opere pubbliche di rilevanza strategica (...). Le carenze nella selezione e valutazione dei progetti e gli ostacoli all'efficacia della spesa pubblica per investimenti risiedono non solo in vincoli di bilancio, ma anche in una serie di fattori di natura legale, burocratica e organizzativa (...): la perdita di competenze tecniche e progettuali delle pubbliche amministrazioni (...), le carenze nella valutazione economica e finanziaria e nel monitoraggio dei progetti, la difficile interazione tra le amministrazioni centrali e territoriali, nonché la complessità del recente Codice dei Contratti Pubblici».
Con l'obiettivo di dare impulso agli investimenti e ridurre i tempi di esecuzione delle opere pubbliche, sono stati quindi previsti nuovi soggetti istituzionali.
In primo luogo, è stata istituita la cabina di regia «Strategia Italia» con un ruolo di impulso e di proposta nei confronti del Consiglio dei Ministri e del CIPE. La cabina di regia dovrà interagire con le due nuove strutture tecniche create con la legge di bilancio per il 2019: Investitalia e la Centrale per la progettazione di beni ed edifici pubblici.
La struttura di missione denominata Investitalia ha il compito di supportare le attività del Presidente del Consiglio dei Ministri relative al coordinamento delle politiche del Governo in materia di investimenti pubblici e privati.
La Centrale per la progettazione di beni ed edifici pubblici – non ancora istituita – avrà invece il compito di assicurare un adeguato supporto alle amministrazioni Pag. 135pubbliche centrali e gli enti territoriali interessati per la progettazione di beni ed edifici pubblici.
Tra i fattori di criticità si annovera anche la complessità legata alle difficoltà applicative della normativa di settore, con particolare riguardo alla recente riforma del codice dei contratti pubblici.
Nel 2018 si sono quindi introdotte modifiche puntuali, sul regime delle soglie, in particolare consentendo – con una deroga temporanea alle procedure ordinarie – l'affidamento diretto fino a 150.000 euro e la procedura negoziata per lavori da 150.000 fino a 350.000 euro.
Per ridare slancio agli appalti pubblici e superare le incertezze interpretative sollevate dagli stakeholders, nel DEF si afferma che è necessario apportare modifiche non marginali al citato codice, che saranno contenute sia nel «decreto sblocca cantieri», sia nel disegno di legge di delega al Governo per la semplificazione del codice stesso, presentato al Senato (S. 1116).
La delega mira a ridurre i tempi, migliorare la programmazione e rendere più efficienti le procedure di affidamento, di gestione e di esecuzione degli appalti pubblici, assicurando al contempo maggiore trasparenza.
Nel «decreto sblocca cantieri» saranno contenute misure di semplificazione delle procedure di aggiudicazione e il conseguente sblocco e/o accelerazione delle stesse, l'apertura del mercato degli appalti pubblici alle PMI e una maggiore flessibilità procedurale volta alla promozione della concorrenza.
Infine, il DEF ricorda l'istruttoria governativa volta a individuare modelli innovativi di finanziamento delle infrastrutture atti a fronteggiare i principali problemi che la prassi in materia denota: protrazione dei tempi, contenziosi, fallimento degli affidatari; mancata emissione degli «stati di avanzamento dei lavori» (SAL); formazione di ingenti economie; complessità delle procedure di reiscrizione dei fondi perenti a bilancio.
Naturalmente, oltre al miglioramento del quadro istituzionale e regolatorio, lo scenario programmatico in cui si prevedono maggiori investimenti per gli anni prossimi richiede adeguate risorse.
Al riguardo, nel DEF si valorizza il rifinanziamento operato dalla legge di bilancio 2019, del fondo a sostegno degli investimenti delle Amministrazioni centrali per opere che riducano il rischio idrogeologico e per il rilancio degli investimenti degli Enti territoriali per opere pubbliche e ricostruzione legata agli eventi sismici e alluvionali, per 43,6 miliardi nel periodo 2019-2033.
Complessivamente, oltre 124 miliardi di euro sono destinati agli investimenti pubblici a livello centrale nel periodo 2017-2033, quindi in un periodo temporale sufficientemente lungo a favorire la programmazione di investimenti che, per loro natura, necessitano di un orizzonte pluriennale quali, ad esempio, le grandi infrastrutture o la tutela del territorio.
Per gli enti territoriali sono previsti complessivi 35,1 miliardi nel periodo 2019-2033 e 1,5 miliardi a decorrere dal 2034, per finanziare, tra l'altro, la manutenzione e messa in sicurezza delle strade (con uno stanziamento specifico per la manutenzione straordinaria della rete stradale di Roma), oltre a risorse pari a 1,4 miliardi nel 2019 e 0,3 miliardi nel 2020, in relazione ad eventi emergenziali quali gli interventi per la ricostruzione dei territori interessati dagli eventi sismici, la prevenzione del rischio sismico, gli investimenti per i territori colpiti dalle alluvioni di settembre e ottobre 2018, nonché per interventi a seguito del crollo del viadotto Polcevera di Genova. Per l'anno 2019 sono stati assegnati ai Comuni contributi pari a 400 milioni, tenendo conto della quota stabilita per fascia di popolazione.
Tra gli stanziamenti in questo settore sono ricordati quelli a beneficio delle popolazioni dei territori delle regioni Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Campania interessati dai terremoti del 2016 e del 2017, il fondo per la ricostruzione dei comuni di Ischia colpiti dal sisma del 21 agosto 2017, nonché l'anticipo agli anni 2018 e 2019 delle le risorse (originariamente Pag. 136previste per le annualità 2022-2025) per l'immediata esecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza delle tratte autostradali A24 e A25, resisi necessari in conseguenza degli eventi sismici.
Altri interventi hanno invece utilizzato la leva fiscale: la proroga al 2019 delle detrazioni per interventi di efficienza energetica (50 per cento e 65 per cento, nei limiti di spesa già previsti per il 2018), di ristrutturazione edilizia (50 per cento delle spese sostenute entro il limite massimo di 96.000 euro per unità immobiliare), nonché di sistemazione a verde (36 per cento fino a un limite di spesa di 5.000 euro per ciascuna unità immobiliare).
Con specifico riguardo alla mitigazione del rischio sismico, sono richiamate misure specifiche, quali il finanziamento per le verifiche e l'adeguamento delle scuole in zone a rischio sismico 1 e 2 (875 interventi risultano già finanziati), l'attivazione di 10 cantieri pilota per sensibilizzare i territori ad intervenire sulla messa in sicurezza di edifici pubblici esistenti; l'attivazione di Casa Sicura «Portale sisma bonus» per agevolare la conoscenza e la fruizione della detrazione concessa ai proprietari di immobili per interventi di adeguamento antisismico.
Oltre alle risorse previste per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico (0,8 miliardi nel 2019, 0,9 miliardi sia nel 2020 che nel 2021) e l'attuazione di un primo stralcio del Piano nazionale di interventi nel settore idrico, già previsto dalla legge di bilancio (0,1 miliardi annui dal 2019 al 2028), nel documento in esame si manifesta l'esigenza di ridefinirne il quadro regolatorio.
In materia di interventi per mettere in sicurezza il territorio e la popolazione dai rischi collegati al dissesto idrogeologico, il DEF richiama in primo luogo il DPCM 20 febbraio 2019 denominato «ProteggiItalia» con cui è stato adottato il «Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale».
Tale piano definisce, fra l'altro, un quadro unitario concernente i fabbisogni, il sistema di governance e il cronoprogramma delle attività. Il citato decreto prevede inoltre un Piano stralcio, operativo già nel 2019, di interventi urgenti e indifferibili, fino alla concorrenza di un importo complessivo di 3 miliardi.
Le risorse finanziarie complessivamente disponibili ammontano ad oltre 14 miliardi. Per i primi 3,3 miliardi si è già provveduto al riparto annuale delle risorse ai Commissari delegati, prevedendo la possibilità di finanziare la sola progettazione da realizzare nel 2019. Sono state inoltre predisposte misure normative di semplificazione e razionalizzazione delle procedure – anche su iniziativa del Ministero dell'ambiente – per accelerare i tempi delle autorizzazioni nazionali e regionali nonché per fronteggiare la carenza di progettazione e per rafforzare la governance in capo ai Commissari, volte a consentire la concreta realizzazione degli interventi per un ammontare di spesa previsto in circa 2,5 miliardi nel 2019.
Il citato decreto anticipa un intervento di carattere più generale che sarà realizzato con il disegno di legge per la mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio, che sarà formalizzato previo parere della Conferenza permanente. Tale proposta legislativa intende attribuire ai Presidenti delle Regioni designati quali Commissari contro il dissesto idrogeologico il compito di predisporre un programma d'azione triennale di intervento. Inoltre, sarà possibile ricorrere all'affidamento della progettazione esecutiva e dell'esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo, indipendentemente dall'importo dei lavori, nel rispetto di quanto previsto dalle norme europee sugli appalti pubblici.
Ritiene utile ricordare, in relazione alla programmazione del territorio, che il Governo ha approvato (ma non ancora formalizzato) un disegno di legge delega in materia edilizia e di governo del territorio che ricomprende anche l'urbanistica. Obiettivo di tale iniziativa legislativa, anche attraverso una semplificazione procedimentale, è la celere ripresa dell'attività Pag. 137edilizia, per superare le criticità del settore senza tralasciare misure di minimizzazione del consumo di suolo.
Con riferimento all'edilizia pubblica, il Governo, attraverso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT), intende rendere operativa la piattaforma digitale Building Information Modeling (BIM) per l'attività di progettazione e monitoraggio delle costruzioni, per un risparmio potenziale fino a 30 miliardi negli appalti pubblici.
Quanto alle infrastrutture idriche, nella relazione Paese Italia del 2019 della Commissione europea si sottolinea che al Sud vengono fatti pochi investimenti efficaci nelle infrastrutture idriche, a fronte di persistenti rischi di scarsità di acqua e di siccità, e che sono necessari investimenti nella prevenzione del rischio sismico e idrogeologico onde ridurre la spesa per l'emergenza.
Al riguardo, nel documento in esame si ribadisce l'obiettivo della loro riqualificazione, anche in previsione della crescente scarsità dell'acqua. Si procederà quindi al varo del Piano degli interventi nel settore idrico, anticipato dal Piano straordinario, rifinanziati dalla legge di bilancio 2019 per circa 1,5 miliardi per il prossimo decennio. I Piani sopra citati sono finalizzati alla realizzazione di interventi urgenti in stato di progettazione definitiva ed esecutiva, riguardanti gli invasi multi-obiettivo e i risparmi di acqua negli usi agricoli e civili, nell'ottica di mitigare i danni connessi al fenomeno della siccità ed implementare i necessari parametri di sicurezza delle dighe. Si richiama, inoltre, lo sblocco di circa 250 milioni per finanziare 30 opere nel settore idrico.
Per il potenziamento delle infrastrutture idriche è stato anche istituito un apposito Fondo di Garanzia, che sarà definito con un decreto attualmente in fase di adozione. Il Fondo di Garanzia riguarderà le infrastrutture del servizio idrico integrato (acquedotti o impianti fognari e di depurazione) nonché gli investimenti sulle dighe, con modalità di accesso definite dall'Autorità di settore.
In relazione agli obiettivi di garantire l'accesso all'acqua quale bene comune e diritto umano universale, di tutelarne la qualità e quantità, di ridurre sprechi e incrementare investimenti di natura pubblica sul servizio idrico integrato si dà conto della proposta di legge in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque all'esame di questa Commissione.
Con riguardo alla rete viaria, il DEF cita il Piano straordinario per la messa in sicurezza e manutenzione delle infrastrutture. In particolare, nell'ambito del contratto di programma tra il Ministero delle infrastrutture e la società ANAS SpA 2016-2020, a seguito di una ricognizione dello stato di sicurezza della rete viaria nazionale, sono stati individuati gli interventi più urgenti, con particolare riguardo a ponti, viadotti e gallerie, con un piano di manutenzione straordinaria aggiuntivo per il triennio in corso di valore complessivo fra gli 1,7 e i 2 miliardi.
Tali risorse si aggiungono a quelle destinate alla messa in sicurezza della rete viaria e degli edifici pubblici assegnate direttamente a comuni e Regioni stanziate dalla legge di bilancio per il 2019, che ammontano a poco meno di 2 miliardi complessivi sul triennio 2019-2021, di cui circa 1 miliardo nel 2019 per interventi sulla rete viaria.
Un passaggio del DEF affronta quindi il tema delle concessioni autostradali, affermando l'obiettivo di «riequilibrare i rapporti tra interessi pubblici e privati e implementare le nuove regole con cui l'ART ha approvato il sistema tariffario di pedaggio basato sul price cap con determinazione dell'indicatore di produttività a cadenza quinquennale, per l'affidamento delle concessioni di alcune tratte autostradali». Oltre ad indicare specifiche tematiche, si afferma una strategia complessiva volta ad evitare l'aggravio dell'onere a carico della fiscalità generale in costanza di affidamenti non supportati da idonee risorse private. Tale strategia opererà anche con riguardo all'affidamento delle concessioni autostradali, valutando il ricorso Pag. 138a moduli procedimentali innovativi, anche nella forma della valorizzazione dell’in house providing.
Obiettivo prioritario è anche la sicurezza dell'infrastruttura autostradale, nell'ottica di un superamento progressivo dell'approccio emergenziale e l'applicazione delle più moderne tecnologie di monitoraggio.
Sotto il diverso versante della mobilità sostenibile, Il DEF indica l'obiettivo della riduzione del numero di autoveicoli con motori diesel e benzina, incentivando il ricambio del parco-bus con mezzi a basso impatto, l'acquisto di veicoli non inquinanti e tassando gli acquisti di veicoli nuovi più inquinanti. Al riguardo, la proposta di Piano Nazionale Integrato Energia e Clima inviata alla Commissione europea punta alla riduzione dei carburanti inquinanti nei trasporti e all'incremento della mobilità elettrica, per raggiungere la quota di 1,6 milioni di auto elettriche nel 2030.
Con riguardo ai temi dell'ambiente, il PNR individua sette sfide principali alle quali il Governo intende rispondere nei prossimi anni: 1) ridurre le concentrazioni di inquinanti atmosferici; 2) contrastare i cambianti climatici mediante riduzione dei gas a effetto serra specialmente nel settore della mobilità; 3) salvaguardare la biodiversità terrestre e marina e assicurare una migliore e più coordinata gestione delle aree protette e del capitale naturale; 4) limitare il consumo del suolo e prevenire il rischio idrogeologico; 5) mettere in sicurezza il territorio mediante prevenzione e contrasto dei danni ambientali; 6) promuovere l'uso sostenibile delle risorse e governare la transizione verso l'economia circolare e i «rifiuti zero»; 7) ridurre le procedure di infrazione in materia ambientale.
Al fine di raggiungere tali obiettivi, il PNR annuncia le misure che adotterà per ciascuna sfida.
Con riguardo agli obiettivi di riduzione dell'inquinamento atmosferico e contrasto ai cambiamenti climatici, il Governo promuoverà misure di sviluppo del lavoro ecologico, la «decarbonizzazione» e «defossilizzazione» della produzione e saranno attuate norme di semplificazione amministrativa. Si favorirà inoltre l'utilizzo di fondi rotativi per l'efficientamento energetico degli edifici, con particolare riguardo all'edilizia residenziale pubblica, anche rendendo operativo il Fondo nazionale per l'efficienza energetica (con dotazione, al 31 dicembre 2020, di 310 milioni di euro).
Per la riduzione delle emissioni di CO2 dei veicoli, la proposta di Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il clima (PNIEC), presentata alla Commissione europea nel gennaio scorso prevede, tra l'altro, una riduzione dei gas a effetto serra rispetto al 2005 per tutti i settori non ETS (agricolo, trasporti, residenziale e civile) del 33 per cento a fronte di un obiettivo UE del 30 per cento.
Le iniziative in materia di salvaguardia della biodiversità, gestione delle aree protette e del capitale naturale si articoleranno nell'ambito del Quadro generale per la biodiversità post 2020 della Convenzione sulla biodiversità biologica e, sul piano nazionale, implementando la rete Natura 2000.
In materia di protezione del mare si preannuncia che sarà incoraggiato il recupero dei rifiuti marini e il loro conferimento a terra, oggetto di uno specifico disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri nel mese di aprile (ma non ancora formalizzato).
L'obiettivo della gestione sostenibile del territorio, limitando il consumo del suolo e prevenendo il rischio idrogeologico è oggetto di interventi di diverso tipo, in gran parte già evidenziati in precedenza. Oltre a preannunciare che saranno stabilizzati gli incentivi denominati ecobonus e sisma bonus si indicano i seguenti obiettivi: prevenzione e manutenzione del territorio; aggiornamento della pianificazione di settore; responsabilizzazione dei cittadini e delle istituzioni sui rischi; realizzazione di infrastrutture verdi; rilancio del patrimonio edilizio esistente; introduzione del bilancio comunale ecologico; rafforzamento della governance delle aree marine costiere. Pag. 139
Con specifico riguardo alla sicurezza del territorio si prefigura l'inasprimento delle sanzioni per i reati ambientali (legge n. 68 del 2015) e il contrasto alle ecomafie.
Nell'ottica dell'uso sostenibile delle risorse e sviluppo dell'economia circolare, il documento annuncia due decreti – di prossima adozione – volti a incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER 1 e FER 2), in attesa che venga recepita la nuova direttiva sulle fonti rinnovabili (direttiva (UE)2018/2001).
Si prefigura inoltre un disegno di legge delega in materia di semplificazione e codificazione (esaminati dal consiglio dei Ministri ma non ancora presentati alle Camere) che riguarderà, tra l'altro, i settori dell'energia e delle fonti rinnovabili.
Il Ministero dell'ambiente, cui è attribuita la competenza in materia di economica circolare, oltre ad istituire un quadro di monitoraggio a livello nazionale, in conformità con quello previsto dalla Commissione europea, ha attivato – nell'ambito del PON Governance 2014-2020 – il Progetto Creiamo-PA che dovrebbe offrire alle regioni «modelli e strumenti per la transizione verso l'economia circolare».
A seguito dell'adozione del Pacchetto rifiuti-economia circolare da parte dell'UE, il Governo annuncia modifiche alla normativa nazionale in tema di gestione dei rifiuti (con particolare riferimento al decreto legislativo n. 152 del 2006) nonché l'adozione di decreti «end of waste» sulla cessazione della qualifica di rifiuto volti, tra l'altro, ad incoraggiare il circolo virtuoso di prevenzione, riutilizzo e riciclo dei rifiuti, anche mediante meccanismi fiscali premianti (oltre al credito di imposta del 36 per cento per l'acquisto da parte delle imprese di prodotti riciclati da raccolta differenziata introdotto dalla Legge di bilancio 2019).
Inoltre, il Governo annuncia misure per la riduzione dei rifiuti di plastica nell'ambito della revisione del Programma Nazionale di prevenzione dei rifiuti, richiamando le misure varate con la legge di Bilancio 2019 e quelle previste dal «decreto crescita». Sarà inoltre modificata l'attività dei Consorzi nazionali di riciclaggio per coordinare azioni di contrasto al traffico illecito di rifiuti e sarà creata una cabina di regia per le attività legate all'inquinamento da amianto.
Infine, si conferma l'impegno volto a ridurre le procedure di infrazione aperte nei confronti dell'Italia (da 117 nel 2014 alle 74 attuali), di cui il 23 per cento riguarda l'ambiente (inquinamento atmosferico, rifiuti, acque reflue urbane).
Da ultimo, ricorda che l'Allegato III reca una relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. In attuazione del protocollo di Kyoto, l'Italia si è impegnata a ridurre le proprie emissioni del 6,5 per cento rispetto ai livelli del 1990 nel periodo 2008-2012, impegno che è stato mantenuto.
Per il periodo successivo, il «Pacchetto clima-energia 2020» reca l'obiettivo di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra del 20 per cento rispetto ai livelli del 1990, adottando poi da ultimo, la Decisione 406/2009/CE9 (c.d. Decisione «Effort Sharing»). Nella relazione si afferma che l'Italia ha intrapreso un percorso di riduzione che permetterà il rispetto degli obiettivi annuali vincolanti di cui alla citata Decisione con un ampio margine.
Infine, la relazione si sofferma sull'elemento centrale del nuovo Quadro Clima Energia 2030, recante l'obiettivo di riduzione dei gas serra di almeno il 40 per cento a livello europeo rispetto all'anno 1990. Questa riduzione è articolata in una riduzione del 43 per cento per il settore ETS ed una del 30 per cento per i settori non soggetti a ETS (trasporti, civile, piccola industria, agricoltura e rifiuti, calcolate rispetto all'anno 2005 (il 33 per cento per l'Italia). Il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima identificherà le misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi.
Il Sottosegretario Salvatore MICILLO e il Viceministro Edoardo RIXI si riservano di intervenire in una fase successiva del dibattito.
Pag. 140Chiara BRAGA (PD) approfitta della presenza del rappresentante del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per avere informazioni circa la mancata trasmissione del cosiddetto «Allegato infrastrutture». A sua memoria tale allegato è sempre stato trasmesso insieme al Documento di economia e finanza e la mancata trasmissione non può che denotare le forti criticità interne alla compagine dell'attuale Governo sul tema delle infrastrutture. Rileva che il Documento di economia e finanza risulta sprovvisto anche della relazione recante l'analisi degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES), che la legge n. 163 del 2016 ha previsto accompagni i documenti di programmazione economica e finanziaria.
Il Viceministro Edoardo RIXI, negando l'esistenza di alcuna criticità, comunica che l'Allegato infrastrutture, già predisposto dal Ministero delle infrastrutture dei trasporti e condiviso con il Ministero dell'economia e delle finanze, sarà trasmesso nelle prossime ore.
Chiara BRAGA (PD) chiede precisazioni alla presidenza sul prosieguo dell'esame del Documento di economia e finanza, in particolare evidenziando l'opportunità che la Commissione non si esprima prima della trasmissione da parte del Governo degli allegati da lei indicati.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, si riserva di verificare l'avvenuta trasmissione da parte del Governo dell'allegato infrastrutture, assicurando in ogni caso alla Commissione congrui tempi di discussione.
Chiara BRAGA (PD) insiste sulla necessità che il Governo trasmetta anche l'analisi degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile, configurandosi tale trasmissione come un obbligo di legge. Ribadisce che in assenza di tali fondamentali documenti la Commissione non è messa nelle condizioni di esprimere un parere nella giornata di domani. Chiede pertanto al Governo e al relatore se dispongano di informazioni al riguardo.
Il sottosegretario Salvatore MICILLO si riserva di verificare le ragioni della mancata trasmissione dell'analisi degli indicatori BES.
Ugo PAROLO (Lega) ritiene che le rassicurazioni fornite dal Governo consentiranno alla Commissione di assolvere al proprio compito nei tempi prefissati.
Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.20.