CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 febbraio 2019
145.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
COMUNICATO
Pag. 64

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 20 febbraio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo e il sottosegretario per lo sviluppo economico, Davide Crippa.

  La seduta comincia alle 15.

Indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'ANCI, alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio.
(Deliberazione di una proroga del termine).

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, ricorda che la Commissione, in data 21 novembre 2018 ha deliberato lo svolgimento dell'indagine conoscitiva sui rapporti convenzionali tra il Consorzio nazionale imballaggi (CONAI) e l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), alla luce della nuova normativa in materia di raccolta e gestione dei rifiuti da imballaggio. Pag. 65Il termine per la sua conclusione era stato originariamente fissato in tre mesi.
  Dando seguito a quanto stabilito nello scorso ufficio di presidenza, ha acquisito l'intesa con la Presidenza della Camera, ai sensi dell'articolo 144 del Regolamento, ai fini di una proroga del medesimo termine fino al 30 giugno 2019.
  Pone, quindi, in votazione la proposta di proroga del termine dell'indagine conoscitiva testé richiamata.

  La Commissione approva.

  La seduta termina alle 15.05.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 20 febbraio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Intervengono il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo e il sottosegretario per lo sviluppo economico, Davide Crippa.

  La seduta comincia alle 15.05.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2018.
Emendamenti C. 1432 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione – Parere su emendamenti).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 9 gennaio scorso.

  Elena LUCCHINI (Lega), relatrice, formula una proposta di parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 0.16.01 Governo e sull'emendamento Maggioni 17. 1, esprimendo altresì parere contrario sugli emendamenti De Luca 16. 1, 16. 2 e 16. 4, sugli identici emendamenti De Luca 16. 3 e Vietina 16. 7, nonché sugli emendamenti De Luca 16. 5 e 16. 6 (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Salvatore MICILLO, esprime parere conforme alla relatrice sull'articolo aggiuntivo 0.16.01 Governo e sugli emendamenti De Luca 16. 1, 16. 2 e 16. 4, sugli identici emendamenti De Luca 16. 3 e Vietina 16. 7, nonché sugli emendamenti De Luca 16. 5 e 16. 6. Si rimette invece alla Commissione con riguardo all'emendamento Maggioni 17. 1.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dalla relatrice 6 (vedi allegato 1).

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di dialogo politico e di cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Cuba, dall'altra, fatto a Bruxelles il 12 dicembre 2016.
C. 1332 Grande.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 19 febbraio scorso.

  Giuseppe D'IPPOLITO (M5S), relatore, presenta una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole presentata dal relatore (vedi allegato 2).

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato della sicurezza e sul degrado delle città.
Testo base C. 696 De Maria ed abb.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

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  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che suddetta proposta di legge in esame è iscritta nel calendario dei lavori dell'Assemblea il 25 febbraio e che pertanto la Commissione di merito dovrebbe concluderne l'esame nella giornata di giovedì 21 febbraio. Pertanto il parere dovrà essere reso compatibilmente con tale tempistica. Tuttavia, la Commissione di merito non ha ancora proceduto ad esaminare gli emendamenti riferiti al testo.
  Ne consegue che, ove la Commissione concordi, nella seduta odierna non si procederà all'espressione del parere, al fine di poterlo rendere su testo risultante dall'esame degli emendamenti, compatibilmente con i tempi definiti in sede di organizzazione dei lavori della Commissione di merito e dell'Assemblea.

  Sergio VALLOTTO (Lega), relatore, riferisce alla Commissione in merito alla proposta di legge recante l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sullo stato della sicurezza e sul degrado delle città, ai fini dell'espressione del parere di competenza.
  Ricorda che, nella scorsa legislatura, analoghe funzioni sono state affidate ad un organismo monocamerale. Proprio sulla base dell'esperienza maturata, nella relazione finale sull'attività svolta, tale organismo formulava l'auspicio che nella successiva legislatura fosse istituita una omologa Commissione, avente però carattere bicamerale.
  In via preliminare, segnala altresì che l'esame del testo base C. 696 De Maria avviene con riguardo alla sua formulazione originaria, in quanto non sono ancora stati esaminati in sede referente gli emendamenti ad esso presentati. Pertanto, sarà sua cura integrare la presente relazione in relazione ai diversi contenuti che il provvedimento eventualmente assumerà per i profili di competenza della VIII Commissione.
  Venendo al contenuto del provvedimento, esso prevede l'istituzione di una Commissione di inchiesta, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, per la durata della XVIII legislatura, composta da 20 senatori e 20 deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera.
  Come di consueto, è previsto che la Commissione presenti alle Camere una relazione sullo stato dei lavori dopo il primo semestre di attività, nonché e una relazione finale sull'attività svolta e sui risultati dell'inchiesta al termine dei suoi lavori, consentendo altresì la possibilità di presentare anche relazioni di minoranza.
  Il provvedimento reca inoltre le disposizioni che definiscono le prerogative della Commissione, con particolare riguardo ai rapporti con l'autorità giudiziarie e le Amministrazioni pubbliche, nonché le forme di esercizio dei poteri e delle prerogative costituzionali.
  Per i profili di interesse della Commissione Ambiente, tra i principali compiti attribuiti all'istituendo organo parlamentare elencati dall'articolo 3, si segnalano i profili riferiti al degrado delle periferie, all'abusivismo edilizio e all'occupazione abusiva di immobili.
  Si tratta di tematiche di indagine che, indubbiamente, potranno costituire uno stimolo ad assumere iniziative per promuovere e gestire le politiche di rigenerazione urbana, sollecitate anche nella relazione finale approvata nel dicembre 2017 dalla omologa Commissione monocamerale (Doc. XXII-bis, n. 19).
  In conclusione, qualora dal dibattito non emergano criticità, preannuncia la proposta di parere favorevole sul provvedimento.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 20 febbraio 2019. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la Pag. 67tutela del territorio e del mare, Salvatore Micillo.

  La seduta comincia alle 15.15.

Disposizioni in materia di gestione pubblica e partecipativa del ciclo integrale delle acque.
Testo base C. 52 Daga e abb.
(Seguito esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 30 gennaio 2019.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, avverte che il Comitato per la legislazione ha reso il prescritto parere, ai sensi dell'articolo 16, comma 6-bis del Regolamento, in data 7 febbraio 2019.
  Comunica quindi che, alla scadenza del termine, da ultimo prorogata a venerdì 8 febbraio 2019, sono stati presentati 230 emendamenti (vedi allegato 3). Al riguardo, dichiara inammissibile, per estraneità di materia, l'emendamento Silvestroni 15.7, in quanto volto a ripristinare le elezioni a suffragio universale delle province e città metropolitane. Con riguardo all'ammissibilità, si riserva di pronunciarsi in una successiva seduta sull'emendamento Frusone 17.03, che incide sulla disciplina generale della riscossione mediante ruolo con riguardo ai crediti delle società per azioni a partecipazione pubblica a ciò autorizzate, fattispecie che riguarda una tipologia vastissima di soggetti, non solo quelli interessati alla normativa in oggetto e che pertanto presenta profili di estraneità alla materia.
  Ricorda, infine, che nello scorso ufficio di presidenza si è convenuto di dedicare la seduta odierna alla discussione sul complesso degli emendamenti.

  Ilaria FONTANA (M5S), preliminarmente rivendica la scelta del Movimento 5 stelle, anche in questa legislatura, di assumersi l'onere e l'onore di portare in discussione la legge di iniziativa popolare che darebbe finalmente attuazione al referendum del 2011.
  Partendo dall'esperienza accumulata sui territori in questi anni e dagli importanti contributi raccolti nei quasi 3 mesi di audizioni, il suo gruppo ha presentato alcuni emendamenti frutto della necessità di aggiornare un testo nato dodici anni fa, mantenendo ovviamente fede ai principi alla base del voto referendario di 27 milioni di italiani, ma che allo stesso tempo arricchiscono e rendono più efficace la portata della riforma.
  L'obiettivo della presente proposta di legge è quello di riconoscere il diritto universale all'acqua sottraendola al controllo dei privati e affidando la gestione esclusivamente al pubblico. Come previsto anche da alcuni degli emendamenti depositati, si intende attuare questo passaggio prevedendo sin da subito lo stop alla redistribuzione di dividendi e la destinazione di tutti gli utili al potenziamento del servizio, procedendo con la giusta gradualità alle trasformazioni societarie e mantenendo i livelli occupazionali.
  Altri emendamenti testimoniano l'intenzione della sua parte politica di aumentare gli investimenti e diminuire le tariffe, affidando al Ministero dell'Ambiente compiti di vigilanza, ritenendolo il soggetto più adatto a controllare l'intero settore che si configura come un monopolio naturale. Una ulteriore proposta emendativa delega il Governo ad istituire un nuovo soggetto di diritto pubblico funzionale alla gestione di un servizio pubblico essenziale come quello oggetto di questa riforma.
  In termini generali, il Movimento 5 Stelle si fa carico della necessità di operare un coordinamento normativo con il testo unico ambientale e con quanto previsto dalla direttiva «acque» (2000/60/CE).
  Vendo all'illustrazione delle singole proposte emendative, all'articolo 1 si chiede di aggiungere il riferimento alla lettera e) dell'articolo 117 della costituzione, per ribadire che la potestà esclusiva, rispetto ai temi trattati nella legge, spetta allo Stato, anche rispetto al tema della concorrenza. Trattandosi di servizio idrico Pag. 68integrato, l'esclusione della lettera e) potrebbe comportare l'implicito riconoscimento della competenza residuale delle regioni. Poiché nel testo si sostiene che il servizio idrico non è collocato sul mercato in regime di concorrenza, l'assunto è che lo Stato eserciti la competenza esclusiva in materia di concorrenza in forma negativa, ossia sottraendo il settore del servizio idrico alla concorrenza, pur riconoscendone il carattere economico.
  Un ulteriore esigenza consiste nel fare ordine in un sistema troppo frammentato, senza stravolgere ciò che di buono è stato fatto. Gli emendamenti proposti dalla sua forza politica relativi agli articoli 2, 3, 4 intervengono esattamente in questa direzione, in primo luogo, mantenendo l'abrogazione delle norme del decreto cosiddetto «Sblocca-Italia» che impongono aggregazioni e obblighi per gli enti locali di cedere le reti ai grandi gestori come le multiutility. Allo stesso tempo le proposte emendative puntano a non stravolge l'attuale governance, in linea con la direttiva quadro sulle acque che ha come scopo quello di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo dei corpi idrici e migliorare lo stato delle acque, assicurando un utilizzo sostenibile basato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili, anche mediante il riconoscimento a tutti i servizi idrici del giusto prezzo che tenga conto del loro costo economico reale, attraverso l'applicazione del principio del Full Cost Recovery, secondo il principio «chi inquina paga» e «chi usa paga». In linea con i principi della proposta di legge presentata dalla collega Daga, si intende quindi precisare che il diritto di accesso all'acqua va contemperato con la necessità di rendere la gestione del servizio idrico sostenibile, sia dal punto di vista economico, ma soprattutto ambientale e sociale. I richiamati emendamenti inseriscono i principi generali della proposta di legge direttamente all'interno del testo unico ambientale, all'articolo 144, proprio per operare quel coordinamento normativo richiesto anche dal servizio studi.
  Con l'emendamento Ricciardi 3.3 si propone di ancorare all'articolo 43 della Costituzione il servizio idrico integrato e sottolinearne l'utilità sociale. Inoltre la modifica che propone all'articolo 10 serve a garantire che l'eventuale indennizzo dovuto al privato in caso di trasformazione venga definito ai sensi dell'articolo 43 della Costituzione e quindi sempre tenendo conto dell'utilità sociale.
  Per quanto riguarda il quantitativo minimo vitale, gli emendamenti presentati lasciano aperta la possibilità di coprire il minimo vitale sia con la tariffa che con la fiscalità generale, in modo da poter rispettare i vincoli di bilancio e non gravare eccessivamente sul deficit. La modifica non comporterebbe ricadute sul quantitativo minimo vitale garantito, ma consentirebbe di spostare semplicemente i relativi costi sulle entrate derivanti dalla tariffa anziché sulla fiscalità generale, evitando, in tal modo, una serie di ostacoli applicativi connessi alla necessaria predeterminazione degli oneri economici necessari ad attuare tale misura.
  L'emendamento 4.2, a sua prima firma, risponde invece all'esigenza e all'opportunità di lasciare inalterata l'attuale forma di governance del servizio idrico integrato dato che, allo stato dell'arte, l'ente d'ambito è in molti casi di dimensione regionale e, dopo lungo tempo, si è riusciti ad avere un assetto definito del regolatore locale. Una diversa previsione normativa aumenterebbe la parcellizzazione della governance del servizio idrico integrato, riaprirebbe i tempi per la delimitazione degli ATO e le superate resistenze e conflittualità degli enti locali. Di contro, per le finalità della proposta di legge, nulla osta a prevedere l'organizzazione della gestione del servizio per territori sottodimensionati rispetto agli ATO già delimitati dando risalto ed importanza all'unità del bacino idrografico o del sub-bacino o dei bacini idrografici contigui, alla localizzazione delle risorse, ai loro vincoli di destinazione, all'interconnessione delle opere funzionali all'approvvigionamento idrico. In questo modo si potranno conseguire economie di scala e al contempo avere la possibilità di una gestione interconnessa in grado di soddisfare i fabbisogni e fronteggiare Pag. 69le emergenze. In questo senso si muove anche l'emendamento 4.28, a sua prima firma. Ritiene che la percezione dei cittadini sia di lontananza rispetto ai gestori del servizio, cui vendono imputate «bollette pazze», richieste esorbitanti di conguagli, assenza di sportelli sul territorio, zero trasparenza in bolletta, scarse informazioni sulla qualità dell'acqua, reti colabrodo o erogazione limitata e nessuno che fornisce notizie certe. A suo avviso questa proposta di legge porrà fine a tutto questo e chi dice che attualmente va tutto bene mente ai cittadini, sapendo di mentire.
  Gli emendamenti del suo gruppo all'articolo 5 modificano direttamente la norma che si occupa delle concessioni, recata del T.U. 1775/1933, operando un coordinamento e riducendone quindi la durata. Per quanto riguarda nello specifico le concessioni di derivazione d'acqua, premesso che, in termini giuridici l'acqua è un bene demaniale (articolo 1 del T.U. 1775/1933, così come modificato dall'articolo 1 della legge 36/94), caratteristica dei beni demaniali è che hanno natura di res extra commercium ovvero sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti di terzi. L'istituto della concessione di derivazione d'acqua, a livello nazionale, è normato dal T.U. 1775/1933, dal regolamento di cui al regio decreto 1285/1920 nonché dalle disposizioni contenute nel decreto ministeriale 16 dicembre 1923. Il Testo unico fissa i principi generali e le condizioni necessarie per assentire la concessione di derivazione; il regolamento indica i contenuti necessari minimi della domanda di derivazione, le modalità di presentazione della stessa e l'iter procedimentale per il rilascio del provvedimento di concessione a derivare; il decreto ministeriale fissa i criteri e i contenuti per la presentazione dei progetti di massima da porre a corredo delle domande di derivazione. Tuttavia, a seguito del completamento del trasferimento dallo Stato alle regioni delle competenze in materia di demanio idrico, iniziato con il decreto del Presidente della Repubblica 616 del 1977 e conclusosi con il decreto legislativo 112 del 1998, la competenza è passata in capo alle Regioni che hanno adottato propri regolamenti. Il diritto a derivare è assentito dall'Amministrazione competente (Regioni o province, sentita l'autorità di distretto) attraverso l'istituto della concessione. Con il provvedimento di concessione viene ampliata la sfera giuridica del richiedente (soggetto pubblico o privato) che acquisisce un diritto all'utilizzo di quella risorsa subordinatamente al rispetto degli obblighi imposti nel disciplinare e previo pagamento del canone di concessione. Tutti gli oneri relativi alla realizzazione delle opere per la derivazione sono generalmente a carico del concessionario. La condicio sine qua non per il rilascio della concessione è che essa non pregiudichi il mantenimento o il raggiungimento degli obiettivi di qualità,secondo il disposto dell'articolo 12-bis del citato testo unico. Le concessioni di derivazione sono temporanee, sono assentite per portata derivata (moduli) e non per volumi (1 modulo = 100 l/s.), sono distinte in grandi e piccole derivazioni in ragione di una tassonomica indicazione dell'utilizzo con la relativa durata (es. industriale 15 anni, irriguo 40, altri usi 30 anni, tra cui quello potabile, ittiogenico ecc.).
  Poiché, a suo avviso, non tutte le opere hanno lo stesso grado di complessità e non di rado ci si riferisce a rifunzionalizzazioni e potenziamenti di impianti esistenti, si può ritenere che il recupero dell'investimento avvenga ragionevolmente in un orizzonte temporale di almeno 20 anni. Relativamente alle acque per uso umano, ritiene di dover ribadire che l'acqua riservata al consumo umano non può essere utilizzata per altri usi, qualora lo fosse il canone di utenza sarebbe decuplicato. L'acqua per uso umano deve essere usata solo per uso umano. Il fine è di incentivare il risparmio dell'acqua di buona qualità e di riutilizzare l'acqua o di usarne altri tipologie per gli altri usi.
  Con l'emendamento Zolezzi 5.20 si incentiva e favorisce il reinvestimento dei canoni in manutenzione ordinaria e straordinaria e messa in sicurezza delle infrastrutture di derivazione (dighe e altri Pag. 70sistemi di derivazione dell'acqua). Per quanto riguarda le concessioni per l'uso idropotabile, con l'emendamento 5. 23 a sua prima firma, si prevede che tali concessioni possono essere rilasciate solo agli enti locali che abbiano in uso prevalente la risorsa idrica captata, anche in forma partecipata con gli altri enti locali appartenenti al medesimo ambito o ad ambiti con esso interferenti. Come ha già fatto Roma Capitale con l'acquedotto del Peschiera, si vuole infatti tutelare le fonti idriche dalle aziende private e fare in modo che non ci siano più casi come Acqua Campania e Sicilia Acque, veri e propri distributori dell'acqua a cui i gestori pagano l'acqua che gestiscono, che in questo modo costa molto di più, impedendo di fare business sull'acqua. In base ai principi della presente proposta di legge fonti ed acquedotti devono restare in mano pubblica.
  Viene quindi al tema del consumo dell'acqua e delle bevande in bottiglia, che ha un costo altissimo in termini ambientali ma anche come mancata entrata nelle casse dello Stato. Si tratta infatti di un giro di affari che vale 3 miliardi l'anno di cui appena 19 milioni arrivano nelle casse regionali. La proposta di legge in esame ha l'obiettivo di arginare questo enorme spreco, e gli emendamenti presentati propongono un limite minimo dei canoni di concessioni delle minerali che ad oggi le regioni decidono arbitrariamente e in maniera diversa fra loro, regalando praticamente la risorsa a chi la imbottiglia, allo scopo di aumentarne l'importo. Inoltre, si propone che una percentuale non inferiore all'80 per cento di questi canoni venga reinvestita dalle regioni nel servizio idrico integrato.
  Passando agli articoli 6 e 7, ricorda che le norme relative alla tutela della qualità delle acque destinate al consumo umano si riferiscono, in gran parte, ad aspetti prettamente igienico-sanitari su cui è opportuna una attenta valutazione da parte del Ministero della salute. Attualmente è in discussione in ambito europeo una proposta di rifusione della direttiva europea 98/83/CE che prevede un profondo aggiornamento delle disposizioni in materia di qualità delle acque destinate al consumo umano. Alla luce di ciò, considerato che non appena tale testo di rifusione sarà approvato e pubblicato sarà necessario dare avvio alle procedure per il recepimento dello stesso nell'ordinamento nazionale, il suo gruppo ha maturato la convinzione di non introdurre regolamentazioni che a breve potrebbero essere stravolte, con il rischio di aggravare o duplicare i costi di adeguamento alle nuove disposizioni normative. Per questo motivo si propone una riformulazione, mantenendo solo le norme degli articoli 6 e 7 che riguardano la trasparenza dei dati relativa alla qualità delle acque per il consumo umano.
  Passando all'articolo 8 la proposta emendativa 8.4, a sua prima firma, intende definire in modo sistematico la riattribuzione al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle funzioni di regolazione e di controllo dei servizi idrici, ora esercitate da ARERA, compresa la definizione del metodo tariffario. A tal fine, con DPCM da adottarsi entro 6 mesi, si prevede l'istituzione della Direzione Generale Pianificazione e controllo del Servizio Idrico Integrato all'interno della quale potrà essere trasferito il personale di ARERA che volontariamente decida di optare per tale soluzione, mantenendo il medesimo trattamento economico. Il restante personale è assunto tramite concorso. Nelle more della definizione della direzione generale, si prevede un periodo transitorio nel corso del quale il Ministero esercita tali funzioni anche avvalendosi di ARERA e continua ad applicare il metodo tariffario vigente. Viene inoltre mantenuto l'Osservatorio interno, che si avvale di ulteriori soggetti (ANCI, ISTAT) e la Banca dati, oltre alla competenza dell'ente di governo dell'ambito di stabilire il modello gestione del servizio idrico e l'affidamento ad aziende speciali o enti di diritto pubblico. Ribadisce quindi l'orientamento contrario del suo gruppo a conservare tale competenza in capo ad ARERA, essendo inconcepibile che un settore connotato da monopolio naturale sia Pag. 71regolato da un'autorità che ha come scopo quello di tutelare la concorrenza sul mercato.
  Per quanto riguarda l'articolo 9, l'emendamento proposto dalla sua parte politica mira ad integrare l'attuale formulazione con le norme comunitarie che attribuiscono agli Stati la libertà di definire il modello organizzativo relativo al servizio idrico integrato e di derogare alla regola della concorrenza in presenza di determinate condizioni, e dunque di ricorrere a soluzioni pubblicistiche di gestione, pur confermando che si tratta di un servizio avente rilevanza economica, da intendersi come gestione informata al metodo economico e al principio della copertura dei costi e «chi inquina paga». I «servizi d'interesse economico generale» sono servizi che, pur assolvendo ad una finalità d'interesse generale, hanno natura economica e vengono forniti a fronte di un corrispettivo. Questi ultimi, di norma, sono servizi a rete, ma il concetto può essere esteso fino a ricomprendere qualsiasi attività economica soggetta ad obblighi di servizio pubblico. Per tali servizi gli utenti corrispondono direttamente o indirettamente al gestore un corrispettivo che però non si forma dall'incontro tra domanda di servizio e offerta della prestazione, pertanto per tali beni e servizi non può parlarsi di collocazione sul mercato in regime di libera concorrenza.
  Nell'illustrare gli emendamenti del Movimento 5 Stelle all'articolo 10, preliminarmente osserva la rilevanza della scelta in ordine alla forma giuridica del gestore: una cosa sono le società per azioni un conto sono gli enti di diritto pubblico, hanno mission e obiettivi e priorità differenti. Per le prime vengono prima gli profitti, per i secondi vengono prima i cittadini. Premette anche che l'idea di futuro che si intende promuovere non può certo realizzarsi in modo immediato, in quanto richiede di smontare le strutture e le logiche della privatizzazione che altri hanno imposto negli ultimi 20 anni, per cui le ideologie e i meccanismi neoliberisti sono penetrati nelle organizzazioni statali così profondamente che ricostruire i servizi pubblici richiederà molto di più del semplice cambio di proprietà, come è evidente dagli attacchi che sia l'opposizione che le lobbies stanno sferrando in questi giorni. Per questo motivo si ipotizza una transizione più lunga rispetto a quella ipotizzata 12 anni fa da chi scrisse la legge di iniziativa popolare. Con l'emendamento Federico 10.3 si propone che entro il 31 dicembre 2027 gli enti locali, riuniti nell'ente di governo dell'ambito, possono procedere con la trasformazione in azienda speciale, proseguendo quindi in tutti i rapporti giuridici facenti capo alla società oggetto di trasformazione, ivi inclusa la convenzione di gestione. Solo nel caso di soggetti privati coinvolti (società miste e multiutility) sarà necessario riacquisire le quote. Nel caso delle aziende in house (che sono il 73 per cento del settore) questo non sarà necessario. Qualora non abbiano effettuato la trasformazione entro il 31 dicembre 2027 non vi saranno possibilità di proroga, ma gli enti locali potranno affidare il servizio esclusivamente ad aziende speciali che dovranno costituirsi ex novo. Quindi in quel caso, anno per anno, ci saranno un tot di costi da sostenere per avviare queste aziende speciali. Inoltre, l'emendamento in commento pone sin da subito vincoli ai quali dovranno essere conformate le convenzioni di gestione in essere, quali l'obbligo di reinvestire utili ed avanzi di gestione nel servizio oggetto di affidamento per il miglioramento del servizio e lo sviluppo delle infrastrutture; l'obbligo di sottostare a controllo da parte degli enti affidanti analogo a quello dagli stessi esercitato sui servizi a gestione diretta; l'obbligo di garantire agli enti partecipanti all'ente di governo dell'ambito la massima trasparenza e l'accesso agli atti e ai documenti relativi all'amministrazione del soggetto gestore; il divieto di cessione a privati di quote di capitale a qualsiasi titolo, nonché di proroga delle gestioni alla scadenza prevista in convenzione.
  L'emendamento Terzoni 12.5 prevede la ripartizione dei finanziamenti relativi al servizio idrico tra la fiscalità generale e specifica, per la ripubblicizzazione e gli Pag. 72investimenti in nuove opere e «minimo vitale», mentre la tariffa dovrà coprire quanto previsto nell'articolo 14 compresi anche gli investimenti nella manutenzione delle infrastrutture già esistenti.
  Ricorda quindi che l'articolo 13, originato da un testo scritto 12 anni fa, istituiva un fondo investimenti nel settore idrico. Ora visto che è stato finanziato il piano nazionale interventi nel settore idrico, sezione invasi ed acquedotti, con l'emendamento Zolezzi 13.2, si opera un coordinamento e una proposta di ulteriore finanziamento al fine di realizzare interventi mirati alla bonifica delle tubazioni in amianto e piombo.
  Illustra quindi l'emendamento Terzoni 14.6, collegato alla proposta emendativa riferita all'articolo 12, già trattata, nonché l'emendamento a sua prima firma 14.8 che specifica come, nella determinazione della tariffa bisogna tenere in considerazione le utenze disagiate e quindi eventualmente prevedere sgravi (bonus idrico e simili), oltre a piccole modifiche tecniche.
  Per quanto riguarda l'articolo 15, richiama il contenuto dell'emendamento a sua prima firma 15.4, in tema di gestione partecipativa del servizio, per aggiungere sub commissioni all'interno dell'ente di governo dell'ambito in cui i comuni appartenenti allo stesso bacino idrografico (es. Valle del Sacco, Valle dell'Aniene o simili) possano prendere delle decisioni relative al loro bacino e farle maggiormente pesare all'interno dell'ente di governo dell'ambito.
  Passando infine all'articolo 17 e riferendosi a quanto esposto anche in audizione da ABC Napoli, rileva che l'azienda speciale così come disciplinata dal TUEL ha bisogno di essere aggiornata e rivista e se si vuole che sia lo strumento con cui gestire il servizio idrico integrato in tutto il paese, va resa maggiormente funzionale ed operativa. Quindi nei tempi giusti per il processo di ripubblicizzazione, l'articolo aggiuntivo 17.01, a sua prima firma, prevede una delega annuale al Governo che reca, tra i principi, la definizione di criteri e modalità «per la trasformazione delle società di capitali che gestiscono il servizio idrico integrato in aziende speciali, anche in forma consortile, e negli enti di diritto pubblico oggetto della presente delega, prevedendo la conservazione di tutti i diritti e gli obblighi anteriori alla trasformazione ed il conseguente subentro in tutti i rapporti attivi e passivi». Inoltre si dovranno prevedere «semplificazioni procedimentali per l'approvazione degli atti fondamentali e per l'esercizio dei processi decisionali». La proposta emendativa prevede anche «criteri e vincoli in base ai quali l'attività d'impresa svolta dall'ente strumentale sia priva dello scopo di lucro e preveda l'obbligo di reinvestire utili ed avanzi di gestione nel servizio oggetto di affidamento per il miglioramento del servizio stesso e lo sviluppo delle infrastrutture, secondo i principi e le modalità di gestione previste dalla presente legge». Inoltre il futuro decreto legislativo dovrà provvedere al riordino e alla revisione organica della disciplina delle aziende speciali e delle forme consortili «al fine di semplificare i processi decisionali e le modalità di approvazione degli atti fondamentali».
  Conclusivamente, si sofferma su emendamenti depositati dai componenti del suo gruppo su questioni specifiche. L'articolo aggiuntivo Licatini 3.01 propone una modifica alla disciplina edilizia vincolando il rilascio di nuovi permessi a costruire solo alla presenza di sistemi di depurazione delle acque reflue e alla reti fognarie, tema rilevante visto che in molti agglomerati urbani l'Italia è destinataria di procedura di infrazione proprio per la non conformità o assenza di tali impianti.
  L'articolo aggiuntivo Frusone 17.03, propone invece modifiche all'articolo 17 del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46, per meglio definire la disciplina della riscossione mediante ruolo.
  Gli emendamenti Deiana 3.2 e 3.12 hanno l'obiettivo di promuovere il risparmio della risorsa e di ribadire che l'erogazione di acqua non si interrompe nemmeno in caso di morosità. Anche in quel caso il minimo vitale in quanto diritto umano deve essere garantito.Pag. 73
  L'emendamento Vianello 16.03 prevede di incrementare la dotazione del fondo istituito dalla legge di bilancio del 2013 per realizzare un piano straordinario di tutela e gestione della risorsa idrica, finalizzato prioritariamente a potenziare la capacità di depurazione dei reflui urbani. Invece l'emendamento 10.19 risponde ad esigenze del tutto peculiari che riguardano la storia dell'Acquedotto Pugliese (AqP) che è il più grande acquedotto d'Europa e la sua forma giuridica di società per azioni di proprietà esclusiva della Regione Puglia. Ad Acquedotto Pugliese, in ragione di proroghe, è affidato il Servizio Idrico Integrato fino al 31 dicembre 2021. La proposta, nel rispetto della specificità di AqP, configura il futuro di Acquedotto Pugliese, in quanto gestore del Servizio Idrico Integrato (SII), che dovrà trasformarsi in un'Azienda Speciale consortile, ente di diritto pubblico a cui avranno l'obbligo di associarsi i Comuni attraverso la sottoscrizione di una convenzione di cooperazione, in ossequio al referendum del 2011. Per fare ciò è necessario quindi specificare il riferimento normativo alla legge nazionale con cui AQP è stato istituito.
  L'emendamento Caso 4.20 è relativo ai comuni sotto i 5000 abitanti che possono gestire il servizio in autonomia ma solo se dispongano autonomamente di fonti idriche e impianti di depurazione e siano in grado di garantire i livelli di servizio previsti dalla normativa nazionale, regionale e d'ambito. L'emendamento inserisce una ulteriore formulazione e ipotesi relativa a questi comuni, onde evitare frammentazione del servizio o che il servizio poi non possa essere realmente garantito dall'ente o costare troppo al cittadino.
  L'emendamento Ricciardi 4.41, al fine di favorire una pianificazione più puntuale e meno impattante della manutenzione, propone che la georeferenziazione delle infrastrutture idriche dovrà essere integrata con sistemi di identificazione a radiofrequenza (RFID) attraverso l'applicazione, in occasione di interventi di manutenzione, scavi occasionali o installazioni di nuove reti, delle tecnologie di marcatura elettronica delle reti sotterranee individuate secondo la più recente normativa tecnica di riferimento (UNI/PdR 38:2018) per la trasmissione di dati precisi e accurati, in modo tale da poter poi intervenire con tecnologie no dig meno costose e soprattutto meno complesse in termini di cantieri da aprire su strada. Un altro degli emendamenti a firma Ricciardi attribuisce la responsabilità del deflusso recupero e riutilizzo delle acque meteoriche ai gestori, acque che ad oggi spesso e con grandi danni vengono disperse. Ovviamente tale voce potrà essere inserita in tariffa.
  Infine segnala due proposte a sua prima firma, volte ad introdurre un credito di imposta per le tecnologie che permettano di riconvertire i processi produttivi, sia in agricoltura che nell'industria, rendendoli a bassa intensità idrica (articolo aggiuntivo Ilaria Fontana 16.02) e la previsione di un'aliquota IVA agevolata (2 per cento) per i nuovi impianti in edilizia industriale per la separazione e il riutilizzo delle acque grigie e un'aliquota IVA agevolata (5 per cento) per gli impianti di stoccaggio e trattamento delle acque ad uso civile (articolo aggiuntivo Ilaria Fontana 16.01).

  Tommaso FOTI (FdI) ricorda di aver sottoscritto solo due proposte emendative, la prima sulle previsioni di carattere finanziario e la seconda per correggere una evidente illegittimità costituzionale della normativa recata dal testo, con riguardo alla decadenza ex lege delle concessioni. Ritiene che il provvedimento nasca dall'equivoco secondo cui l'acqua, essendo innegabilmente un bene pubblico, non può avere un utilizzo anche privato. La conseguenza è la tentazione di demolire una disciplina sempre migliorabile ma che ha comunque funzionato bene in buona parte del Paese. In più coprendo le spese con risorse del Ministero della Difesa, certamente più utili in quel contesto.
  A suo avviso, nonostante le critiche espresse dalla totalità dei soggetti invitati in audizione, la scelta è quella di portare avanti un manifesto ideologico privo dei necessari correttivi di equilibrio per diventare Pag. 74una norma di legge, mentre non si comprende che il vero problema consiste nel pessimo stato delle infrastrutture e nella necessità di un alto tasso di investimenti che, storicamente, il soggetto pubblico ha sempre fatto fatica a realizzare, mentre i soggetti di natura privatistica si sono dimostrati più efficaci.
  Nel ricordare come la consultazione referendaria riguardava non solo il segmento della gestione del servizio idrico ma il più ampio settore dei servizi pubblici, esclude che sia possibile migliorare il testo con emendamenti, ritenendo necessaria una totale riscrittura del provvedimento e delle sue forme di finanziamento, auspicabilmente con una iniziativa legislativa proveniente dal Governo.

  Elena LUCCHINI (Lega), evidenzia come le proposte emendative della Lega siano essenzialmente legate ad alcuni temi estremamente significativi. Il primo aspetto concerne la necessità di assicurare che gli utili maturati nella gestione del servizio servano a tenere alto il tasso di investimenti nelle infrastrutture che, dopo le gravi carenze degli anni scorsi, si è finalmente assestato ad un livello accettabile, anche grazie all'opera stabilizzatrice di ARERA. In secondo luogo, si tende a prendere in considerazione il profilo della libertà di scelta degli enti locali nell'affidamento del servizio idrico, tema anch'esso oggetto della volontà popolare espressa con il referendum del 2011. Altro tema è quello della durata delle concessioni, che deve essere regolato tutelando l'affidamento dei terzi sulla stabilità dei rapporti giuridici e i tempi di ammortamento degli investimenti e, per questa via, tutelando anche gli attuali livelli occupazionali. Occorre quindi scongiurare instabilità, contenziosi e possibili oneri di carattere risarcitorio o indennitario. Un ulteriore aspetto, oggetto di proposte emendative, riguarda il ricorso alla fiscalità generale, da scongiurare privilegiando invece la copertura degli oneri in tariffa, anche con la previsione di scaglioni di consumo che incentiverebbero i risparmi. Ancora, ribadisce che il suo gruppo esprime apprezzamento per il lavoro svolto da ARERA e per la sua funzione essenziale di stabilizzazione del sistema. Infine, ritiene opportuno che la proposta di legge non modifichi l'attuale definizione della dimensione ottimale per l'erogazione del servizio, lasciando tali valutazioni all'ente regionale.

  Rossella MURONI (LeU) esprime rammarico per le modalità con cui una parte politica ha inteso appropriarsi di una battaglia politica che aveva visto convergere trasversalmente forze di diversa natura, anche al di fuori del ristretto ambito parlamentare. Avendo in prima persona partecipato all'organizzazione del referendum e alla raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare, si sarebbe aspettata che, anche in questa legislatura, la presentazione di una specifica proposta normativa fosse preceduta da un tentativo di condivisione anche con le forze di opposizione i movimenti di cittadini interessati, esattamente come avvenuto nella scorsa legislatura. Non aver seguito quella strada rischia di demolire questa istanza politica nella evidente contrapposizione tra le due forze di maggioranza, come risulta evidente leggendo i primi due emendamenti della Lega, in totale contrasto con lo spirito della legge.
  Dopo aver osservato come il dibattito in Assemblea di questi giorni sulla riforma dell'articolo 71 della costituzione mostra l'insensatezza di alcune posizioni della maggioranza proprio in occasione dell'esame di questo provvedimento, a suo tempo originato da una iniziativa popolare, si sofferma su alcuni punti, a suo avviso, meritevoli di particolare attenzione. Si riferisce, in primo luogo, alla difficoltà di conciliare il testo con la ipotetica riforma della cosiddetta autonomia differenziata delle regioni del Nord. In secondo luogo, evidenzia come il provvedimento non si faccia carico delle possibili conseguenze occupazionali della riforma del settore idrico, né definisca in modo chiaro il passaggio di consegne da ARERA al Ministero dell'Ambiente. Infine, ritiene che occorra aprire un serio dibattito sulla Pag. 75possibilità di ricorso alla fiscalità generale, in luogo invece della previsione di copertura degli oneri su attività che presentano rilevanti esternalità negative sul piano ambientale.
  Conclusivamente, pur ribadendo la sua condivisione dello spirito della proposta legislativa, deve con rammarico prendere atto che l'iter intrapreso non rende né migliorabile né modificabile in via emendativa il testo su temi fondamentali quali la lotta alla siccità e agli sprechi ovvero la qualità dei processi di depurazione.

  Andrea ORLANDO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, evidenzia come gli emendamenti proposti dal gruppo della Lega, siano interpretabili in modo univoco come una sconfessione dei pilastri su cui regge la proposta adottata come testo base. Si chiede quindi se l'esame del testo sarà preceduto o meno da un lavoro di sintesi delle posizioni della maggioranza.

  Elena LUCCHINI (Lega) ribadisce che il voto sul testo base ha visto l'unità di intenti della maggioranza, ferma restando la piena disponibilità ad accogliere ogni utile contributo che emerga dal dibattito.

  Alessio BUTTI (FdI), anch'egli intervenendo sull'ordine dei lavori, ricorda di aver suggerito nella scorsa seduta, in pieno spirito costruttivo, di trovare una sede di conciliazione delle diverse visioni, dando vita ad un comitato ristretto che potesse riscrivere il testo. Reitera in questa sede la sua proposta.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, informa i colleghi che sono evidentemente in corso i necessari confronti tra i soggetti politici parlamentari e governativi, supportati dagli apparati amministrativi per dare soluzione alle questioni emerse. Non è quindi improbabile che le sintesi tra le proposte emendative, sia dei dei gruppi di maggioranza che di opposizione trovino espressione nella riformulazione o nella riscrittura di alcune parti del testo nei prossimi giorni.

  Andrea ORLANDO (PD) prende atto che il presidente ha preannunciato la presentazione di emendamenti del relatore e del Governo che stravolgeranno il testo attuale. Si chiede se quindi abbia senso continuarne l'esame o se convenga promuovere la costituzione di un comitato ristretto per consentire anche alle opposizioni di partecipare alla sua nuova stesura.

  Tommaso FOTI (FdI), condividendo la richiesta, invita a soprassedere all'ulteriore esame fino a quando non siano maturate le condizioni che rendano più serio e produttivo il lavoro della Commissione.

  Federica DAGA (M5S), relatrice, precisa di aver doverosamente svolto i necessari approfondimenti su tutte le proposte emendative, avendo maturato su di esse un orientamento che sta confrontando con le forze di maggioranza e il Governo, Tuttavia, assicura che è pronta ad accogliere diversi suggerimenti delle forze di minoranza che ringrazia per aver fornito un utile contributo al miglioramento del testo base. Non crede quindi che vi siano ragioni per modificare la programmazione dei lavori fin qui adottata.

  Stefania PEZZOPANE (PD), apprezzando la disponibilità della relatrice, ribadisce la richiesta di procedere nell'esame solo quando si sia fatta chiarezza, soprattutto tra le forze di maggioranza, sulla direzione da prendere.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, richiamando anche una richiesta in tal senso formulata per le vie brevi dai colleghi di Forza Italia, impossibilitati a partecipare alla seduta odierna, assicura che la discussione sul complesso degli emendamenti proseguirà anche la prossima settimana.

  Andrea ORLANDO (PD), ribadendo l'impressione che non vi sia alcuna condivisione tra i due gruppi di maggioranza sui contenuti del testo base, chiede se si stia ragionando su una seria analisi Pag. 76dei costi e dei benefici arrecati dalla riforma.

  Alessio BUTTI (FdI), nel prendere atto positivamente della disponibilità espressa dalla relatrice, evidenzia come il problema non sia tanto nei rapporti con l'opposizione quanto nelle divergenze della maggioranza su punti cruciali quali l'indirizzo e controllo, la forma di gestione, la durata delle concessione, non da ultimo, le fonti di finanziamento, che nella previsione attuale sono inaccettabili per la sua parte politica.

  Ilaria FONTANA (M5S) manifesta l'auspicio che il dibattito porterà miglioramenti ad un testo che, per parte sua, non deve considerarsi assolutamente blindato.

  Tommaso FOTI (FdI), intervenendo per un richiamo al Regolamento, invita il presidente a dare attuazione, nel corso dell'esame del provvedimento, alla previsione recata dall'articolo 79, commi 4 e 5, che consentono alla Commissione, anche su iniziativa di una minoranza qualificata, di richiedere al Governo la relazione tecnica sul testo. A tal fine, dichiara che i componenti del suo gruppo si attiveranno in tal senso.

  Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 20 febbraio 2019.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.30 alle 16.40.

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