Mercoledì 23 gennaio 2019. — Presidenza della presidente Licia RONZULLI. — Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, la dottoressa Filomena Albano, presidente dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.
La seduta comincia alle 9.
Sui lavori della Commissione.
La PRESIDENTE ricorda che lo scorso 20 dicembre in sede di ufficio di presidenza integrato dai presidenti dei gruppi, unanimemente si è deciso di avviare due indagini conoscitive: la prima volta ad approfondire la tematica del bullismo e del cyberbullismo e la seconda relativa al fenomeno della violenza sui minori e tra i minori, autorizzate dal Presidente del Senato d'intesa col Presidente della Camera.
La Commissione unanime conviene.
Sulla pubblicità dei lavori.
La PRESIDENTE avverte che della seduta odierna verranno redatti il resoconto sommario ed il resoconto stenografico e che, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento del Senato, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.
I lavori della Commissione potranno essere quindi seguiti – dall'esterno – sia sulla web TV Camera che su quella del Senato.
Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
PROCEDURE INFORMATIVE
Indagine conoscitiva sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti.
Audizione del Presidente dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza.
La presidente RONZULLI, dopo aver ringraziato la dottoressa Albano per la Sua disponibilità ad intervenire ai lavori della Commissione, sottolinea come con l'audizione odierna la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza Pag. 164avvii non solo una delle due indagini conoscitive deliberate, ma anche in concreto la propria attività.
La dottoressa ALBANO, Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, ritiene che le questioni oggetto della indagine conoscitiva in titolo costituiscano tematiche di particolare importanza e delicatezza.
Sottolinea quindi come la legge istitutiva dell'Autorità (legge n. 112 del 2011), al comma 5 dell'articolo 3, evidenzi l'importanza di instaurare forti sinergie fra l'Autorità garante e la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. Proprio in questo solco si inserisce l'audizione odierna.
Ricorda poi alla Commissione come le finalità per le quali l'Autorità garante è stata istituita siano duplici: da un lato, la promozione dei diritti dell'infanzia e, dall'altro, la verifica dell'attuazione nel nostro Paese della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989. Con riguardo a quest'ultima finalità sottolinea come all'Autorità garante la legge riconosca puntuali poteri, fra i quali la possibilità di acquisire dati e documenti, di svolgere sopralluoghi ed ispezioni, nonché di approvare atti di soft law.
Passando al tema dell'audizione rileva come la questione della violenza costituisca una problematica ampia che interessa i minori di età sia come violenza fra minorenni sia come violenza ai danni di bambini e adolescenti.
Ritiene doverosa una preliminare precisazione «linguistica: è importante riferirsi a bambini e adolescenti come a «minori di età» e non semplicemente «minori», in quanto il concetto di «minore» sembra implicare una inferiorità rispetto agli adulti. Bambini e adolescenti sono persone titolari di diritti, che di «minore» hanno solo l'età rispetto agli adulti.
Proprio in questa direzione va la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza di cui quest'anno ricorre il trentennale. Per essa infatti i bambini e gli adolescenti non sono più soltanto oggetto di tutela, ma sono titolari di diritti.
Con riguardo alla questione della violenza fra i minori viene in primo luogo in rilievo il fenomeno del bullismo-cyberbullismo, il quale interessa non soltanto la realtà scolastica. Su tale tematica si riserva di svolgere un più ampio intervento in un'ulteriore autonoma audizione, nell'ambito della ricordata indagine conoscitiva sul fenomeno. A fronte del dilagare di episodi di bullismo anche attraverso lo strumento telematico l'Autorità garante ritiene che il principale strumento di contrasto sia da individuare nella promozione della cultura della mediazione.
In relazione agli episodi di violenza fra minori più gravi, quelli cioè che rivestono una rilevanza ai fini della giustizia penale, osserva come il sistema minorile italiano sia, a livello europeo e internazionale, fra i più avanzati. Il nostro ordinamento minorile si ispira al principio del recupero del minore deviante, prevedendo all'uopo procedure individualizzate di trattamento, nonché idonei strumenti finalizzati ad indagare il contesto socio-educativo nel quale il minore vive. Sempre con riguardo alla giustizia minorile esprime apprezzamento per la recente approvazione dell'ordinamento penitenziario minorile, una riforma che il nostro Paese attendeva da oltre quarant'anni.
La questione relativa alla violenza fra i minori di età impone inoltre una riflessione anche sotto il profilo della vittima di reato. Sotto questo aspetto l'Autorità ritiene che la promozione della mediazione penale e di altri percorsi di giustizia ripartiva possano costituire un importante strumento. La mediazione infatti consente di convertire la responsabilità per un fatto commesso, in una responsabilità più personale del reo, nei confronti della vittima. Tale strumento si ispira proprio alla logica di una riumanizzazione della pena e una rieducazione del reo con effetti positivi anche in termini di riduzione delle recidive. In proposito consegna alla Commissione un documento di studio e di proposta elaborato recentemente dall'Autorità garante proprio sulla tematica della mediazione penale in ambito minorile.Pag. 165
Un ulteriore aspetto della violenza è rappresentato dalla violenza sessuale, commessa, in molti casi, anche da gruppi ai danni prevalentemente di minori di sesso femminile. La questione della violenza sessuale si inserisce in un contesto più ampio legato ad un aumento di comportamenti aggressivi dei più giovani. Su questa problematica, strettamente collegata anche a un preoccupante incremento delle varie forme di disagio mentale dei minori di età, l'Autorità garante è intervenuta con uno specifico approfondimento. Con tale studio l'Autorità si è proposta di indagare le ragioni per le quali siano in aumento i casi di minorenni con problemi di salute mentale e in particolare sulla sussistenza di connessioni fra tali disagi, da un lato e l'uso-abuso di alcol o sostanze stupefacenti e i contesti sociali di vita dall'altro. È indubbio che vi sia una stretta connessione fra la violenza minorile e le carenze in termini educativi e socio familiari, dovute in larga parte alla non infrequente disgregazione dei nuclei familiari. In proposito, nel sottolineare come tale carenza sia avvertita dagli stessi giovani, riferisce alla Commissione in ordine alla recente iniziativa avviata dall'Autorità, per la quale ad un gruppo di bambini della scuola primaria è stato chiesto di «riscrivere» i diritti della Convenzione ONU del 1989. Ebbene uno dei nuovi diritti – inventati dai bambini è stato proprio quello il diritto a trascorre più tempo di qualità con i genitori. Tale esigenza avvertita dai minori richiede evidentemente una più ampia riflessione sulle politiche di conciliazione lavoro-famiglia.
Passando alla questione della violenza ai danni di bambini adolescenti ritiene essenziale una qualificazione univoca di che cosa costituisca effettivamente violenza. Secondo la classificazione elaborata dalle Nazioni Unite e che l'Autorità garante ritiene di condividere, costituiscono violenza: la violenza fisica, quella psicologica, quella sessuale, la trascuratezza-negligenza e la violenza assistita. Quest'ultima forma di violenza non deve più essere considerata una forma di violenza psicologica, ma è necessario che ad essa sia riconosciuta una certa autonomia. L'elemento classificatorio è tutt'altro che banale, in quanto costituisce l'essenziale presupposto per ogni effettiva rilevazione della dimensione del fenomeno. In proposito sottolinea come un limite del nostro ordinamento sia proprio rappresentato dalla assenza di un sistema di rilevazione automatica delle varie forme di violenza ai danni dei minori, quanto meno di quelle emerse. Come Autorità garante tale esigenza è stata rappresentata alle Istituzioni, sollecitando il Ministro del lavoro, l'INPS e l'Autorità garante per la privacy affinché le voci di violenza fossero inseriti nel casellario dell'assistenza (e in particolare nella banca dati denominata SINBA), che si occupa di rilevare le prestazioni a carico dei servizi sociali. La proposta dell'Autorità in ordine alla rilevazione dei fenomeni di violenza, però, fino ad ora, non ha avuto seguito. Auspica che in sede di prima applicazione tale proposta possa trovare accoglimento e invita la Commissione a supportare siffatta istanza.
Con riguardo sempre alla rilevazione dei fenomeni di violenza, la dottoressa Albano fa presente che l'Autorità ha svolto un'indagine campionaria sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia, in collaborazione anche con gli Enti locali, il cui documento conclusivo consegna alla Presidenza della Commissione.
La rilevazione del fenomeno è poi quanto mai importante nel quadro di una efficace politica di prevenzione. In questo ambito un ruolo di indubbio rilievo è rivestito dall'istituto dell’home visiting. Esso infatti consente di assistere tutte quelle situazione connotate da una genitorialità fragile, favorendo la creazione di contesti familiari sicuri.
La violenza ai danni dei minori costituisce un fenomeno, purtroppo, in larga parte ancora sommerso, soprattutto quando si parla di maltrattamenti in ambito familiare. L'emersione del fenomeno è possibile solo favorendo strategie volte a spingere bambini e adolescenti a denunciare gli abusi. Proprio di questo aspetto si occupa un recente opuscolo informativo elaborato dal Consiglio d'Europa, dal titolo Pag. 166«Dillo a qualcuno di cui ti fidi» e del quale consegna una copia alla Presidenza della Commissione. Presupposto di tale breve documento è la necessità di individuare un adulto che possa favorire l'emersione del maltrattamento o dell'abuso. In questo contesto educatori, insegnanti e pediatri possono contribuire ad intercettare gli eventuali segni degli abusi. Sempre con riguardo al problema del sommerso e della necessità di favorire le denunce ricorda alla Commissione che l'Autorità si è occupata della traduzione in italiano dei sottotitoli del video «Start to talk» realizzato anche esso dal Consiglio d'Europea, dedicato agli abusi sessuali nell'ambito sportivo.
Sempre con riguardo alla violenza ai danni dei minori si sofferma sulla questione relativa alla tutela dei bambini maltrattati in ambito scolastico, con particolare riguardo anche al disegno di legge n. 897, approvato dalla Camera e attualmente all'esame del Senato, che prevede l'installazione di telecamere all'interno di asili nido e scuole dell'infanzia.
L'installazione di sistemi di video-sorveglianza a circuito chiuso e criptati costituisce un equilibrato contemperamento fra le esigenze di tutela dei minori e il rispetto della privacy. Ribadendo quanto già riferito nel corso dell'audizione svolta innanzi all'Ufficio di Presidenza allargato ai rappresentanti dei Gruppi della Commissione Affari costituzionali, sottolinea come sia necessario prevedere come obbligatoria tale misura, in quanto essa è la sola in grado di assicurare il principio del supremo interesse di tutela dei minori, sancito dall'articolo 3 della Convenzione ONU del 1989. La questione dei maltrattamenti in ambito scolastico impone poi l'adozione di ulteriori misure volte ad implementare la formazione professionale di coloro che lavorano a contatto con i bambini in età pre-scolare. Peraltro i sistemi di video sorveglianza oltre a costituire un importante deterrente possono rappresentare uno strumento di tutela e garanzia degli stessi insegnanti a fronte di ingiuste denunce di violenza.
Passa quindi ad affrontare il tema della violenza assistita, soffermandosi in particolare sulla questione degli orfani vittime di crimini domestici. In proposito ricorda che nel corso della XVII legislatura il Parlamento ha approvato la legge n. 4 del 2018, i cui decreti attuativi non sono però ancora stati varati. Al riguardo rileva che l'Autorità garante ha recentemente inviato una nota al Ministro dell'economia e delle finanze chiedendo informazioni in ordine allo stato di attuazione della suddetta legge e sollecitando, nel quadro delle leale collaborazione istituzionale l'adozione di tali decreti.
Affronta quindi la questione relativa al contrasto alla pedofilia, rilevando come l'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile sia stato trasferito dal Dipartimento per le pari opportunità dove era originariamente incardinato al Dipartimento per le politiche della famiglia. Tale Osservatorio, del quale auspica una rapida convocazione, costituisce un organo collegiale con compiti di monitoraggio in materia di contrasto della pedofilia.
Il tema della violenza ai danni dei minori ricomprende ancora il fenomeno della tratta. Vittime di tratta sono per lo più ragazze, arrivate da sole in Italia e che, in molti casi, sono costrette dai loro «mercanti» a mentire sull'età. In proposito l'Autorità garante ritiene essenziale che sia promossa la figura del tutore volontario.
La presidente RONZULLI dichiara aperto il dibattito e dà la parola al vice presidente Pillon.
Il senatore PILLON (L-SP-PSd'Az), dopo aver ringraziato la dottoressa Albano per la sua relazione, domanda alla Garante se la visione di contenuti inappropriati da parte di minori possa essere qualificata come abuso sessuale.
La dottoressa ALBANO, replicando al senatore Pillon, precisa che l'esposizione a contenuti inappropriati costituisce senza alcun dubbio una forma di violenza di carattere sessuale ai danni dei minori.
Pag. 167Il senatore MALAN (FI-BP), nell'esprimere vivo apprezzamento per il tenore dell'intervento testé svolto dall'audita, chiede alla dottoressa Albano di chiarire se l'Autorità garante si sia occupata della correlazione non solo fra abuso di sostanze stupefacenti o alcoliche e l'insorgenza di disagi psichici ma anche fra l'esposizione a contenuti mediatici inappropriati e tali disagi.
L'onorevole Rosa Maria DI GIORGI (PD), dopo aver ringraziato l'audita per il suo intervento, si sofferma sulla questione relativa alla tutela degli orfani di vittime di crimini domestici, sottolineando come la legge approvata nel corso della passata legislatura sia stata il risultato di un lungo iter parlamentare che ha visto il coinvolgimento di tutte le parti politiche e che richiede oggi di essere completato con i decreti attuativi. Con riguardo alla legge n. 4 del 2018 chiede alla Garante di chiarire a che punto sia l'iter di approvazione dei suddetti decreti e se e in che termini l'Autorità sia stata coinvolta.
L'onorevole SIANI (PD), nel soffermarsi sulla questione posta dalla dottoressa Albano in ordine alla esigenza di una rilevazione sistematica dei dati sulla violenza ai danni dei minori, osserva come molti fenomeni di maltrattamenti e abusi siano effettivamente già intercettati dai pediatri. In proposito ricorda che sono state varate alcune linee guida proprio per l'individuazione, in ambito medico, di segnali di abusi fisici. Secondo l'oratore ciò che serve per contrastare efficacemente questo fenomeno è la realizzazione di un sistema integrato e capillare che veda il coinvolgimento di più soggetti, sotto questo aspetto concorda sull'importanza dell’home visiting. È necessario in altri termini un sistema integrato, non limitato unicamente agli operatori in campo medico, ma che «metta in rete» tutti i servizi in grado di intercettare forme di maltrattamento minorile.
Si sofferma poi sulla questione degli abusi nello sport sottolineando come si tratti di un fenomeno sottostimato. Più in generale rileva come l'enorme sommerso sia collegato alle difficoltà di emersione delle forme di violenza, soprattutto in ambito domestico. Molte volte, infatti, il minore confida a familiari abusi subiti proprio in ambito domestico, che però vengono messi a tacere. Per questa ragione è necessario puntare sulla prevenzione e l’home visiting può costituire un primo importante passo.
L'onorevole Fabiola BOLOGNA (M5S), nel soffermarsi sulla questione relativa alla prevenzione, sollecita una riflessione sull'opportunità di prevedere similmente ad altre realtà europee, misure volte a sostenere le neo mamme così da poter anche contrastare il preoccupante aumento di casi di depressione post-partum. Domanda quindi se l’home visiting possa costituire uno strumento per la prevenzione anche di questo fenomeno, che indirettamente impatta sui minori.
L'onorevole Laura CAVANDOLI (Lega) chiede alla dottoressa Albano di chiarire se l'Autorità garante abbia mai approfondito le connessioni fra l'utilizzo di videogiochi violenti e di altri prodotti on line e le forme di disagio mentale. Domanda inoltre se, a parere dell'audita, si possano ravvisare dei collegamenti fra la fruizione dei suddetti materiali vietati e il ricorso da parte di molti adolescenti alla diffusione in rete di immagini che li vedono coinvolti in episodi di violenza.
L'onorevole Michela ROSTAN (LEU) si sofferma dapprima sulla questione relativa alle politiche di conciliazione famiglia/lavoro, sottolineando come il nostro Paese, soprattutto il Mezzogiorno d'Italia, sconti un problema connesso alla assenza di idonee strutture.
Domanda quindi alla Garante se non sia giunto il momento anche in Italia, similmente a quanto si verifica in Danimarca e in Francia, di introdurre il divieto di utilizzo di social network nelle ore di lezione, prevedendo nell'orario scolastico alcune ore di «educazione sociale».
L'onorevole Maria Teresa BELLUCCI (FDI) affronta dapprima la questione relativa ai bambini all'interno delle carceri, ricordando anche recenti fatti di cronaca verificatisi nel carcere di Rebibbia. Chiede quindi alla Garante quali siano le possibili misure da adottare per il superamento di questa insostenibile situazione.
Si sofferma poi sulla problematica relativa alla rilevazione di maltrattamenti e abusi ai danni di minori. A suo parere, pediatri ed educatori scolastici non possono essere investiti dell'esclusivo ruolo di «sentinella», in quanto essi non hanno ricevuto una specifica formazione per affrontare la gestione di casi di maltrattamento. Chiede quindi alla Garante di chiarire quali siano a suo parere le figure professionali più idonee ad intervenire in questi contesti. In particolare domanda alla Garante se la figura dello psicologo scolastico, attualmente non contemplata dal sistema scolastico italiano, possa rappresentare una efficace e competente «sentinella» per l'individuazione e la gestione dei casi di maltrattamenti ed abusi.
L'onorevole Giuseppina VERSACE (FI) affronta dapprima la questione relativa all'istallazione di videosorveglianza negli asili, chiedendo alla Garante se non ritenga opportuna l'istituzione presso ciascun istituto scolastico di un «garante» inteso quale soggetto preposto a controllare e a monitorare le scuole nelle quali si sono verificate situazione di maltrattamento, al fine di impedirne la reiterazione.
Si sofferma quindi sul tema delle molestie nello sport: si tratta di un fenomeno in crescita, ma del quale si ha poca consapevolezza. Purtroppo non sono pochi i casi in cui allenatori ritenuti responsabili di molestie ai danni di giocatrici/giocatori, ritornano a svolgere la loro attività a contatto con i giovani sportivi. Ciò si verifica in quanto non sussiste alcun obbligo per coloro che lavorano in ambito sportivo a contatto con i giovani atleti di esibire un «certificato antipedofilia».
La senatrice Caterina BINI (PD) si sofferma sulla questione della violenza domestica e sulle difficoltà di far emergere i fenomeni di maltrattamento ed abuso che sono commessi in ambito familiare. Evidenti limiti culturali e condizionamenti sociali inducono spesso il genitore che, messo a parte dal minore di episodi di abuso, dovrebbe denunciare, a non farlo. Chiede quindi alla Garante quali possano essere a suo parere le misure più opportune per favorire l'emersione degli abusi sommersi in abito domestico.
L'onorevole Veronica GIANNONE (M5S) pone l'attenzione su un recente fatto di cronaca che si è verificato nella propria Regione, in provincia di Bari, e che è a suo parere qualificabile come forma di violenza ai danni di minori. Presso una scuola pugliese un professore di religione ha mostrato agli studenti immagini e filmati di aborti. Domanda alla Garante quali iniziative siano state prese dall'Autorità sul punto e se vi siano proposte per evitare il verificarsi di tali situazioni.
L'onorevole Ketty FOGLIANI (Lega) si sofferma sulla questione relativa ai minori di età nati con l'HIV. Domanda alla dottoressa Albano se l'Autorità si sia occupata di questa problematica con particolare riguardo allo sviluppo psicofisico di tali minori.
L'onorevole Ubaldo PAGANO (PD) si ricollega alla questione posta dalla collega Giannone chiedendo alla Garante se l'Autorità, a fronte di questi episodi, possa svolgere attività di carattere ispettivo.
La presidente RONZULLI dichiara conclusa la discussione e dà la parola alla dottoressa Albano per le repliche.
La dottoressa ALBANO si sofferma dapprima sulla questione relativa all'influenza di droghe, alcol e videogames vietati sui comportamenti violenti dei minori, sottolineando, come di tale questione l'Autorità garante si sia occupata, svolgendo, nel mese di dicembre, un ciclo di audizioni, i cui esiti confluiranno in un documento finale che sarà a breve disponibile.Pag. 169
Relativamente all'attuazione della legge n. 4 del 2018 consegna agli atti della Commissione la nota inviata al Ministro dell'economia e delle finanze lo scorso 21 dicembre 2018 con la quale si chiedevano chiarimenti in ordine alla mancata adozione dei decreti previsti dalla legge e si rappresentava l'interesse dell'Autorità a partecipare ai lavori esprimendo i propri pareri sullo schema di decreto. Precisa quindi che la risposta a tale nota, una volta pervenuta, sarà condivisa con la Commissione.
Replicando all'onorevole Siani sottolinea come sia necessario prevedere una rete per la gestione coordinata delle segnalazioni di maltrattamenti e abusi ai danni di minori provenienti dai vari soggetti. In proposito sottolinea come spesso «il segnalatore» non sia a conoscenza dei meccanismi e delle procedure previsti per assicurare la repressione delle violenze. Segnala inoltre la recente sottoscrizione di protocolli d'intesa con la Federazione italiana medici pediatri (FIMP) e con l'Associazione ospedali pediatrici italiani (AOPI).
In merito al tema degli abusi nello sport sottolinea come l'Autorità garante abbia individuato nel CONI un valido interlocutore. Sono stati previsti puntuali moduli formativi volti ad informare e ad educare ai valori e ai principi della Convenzione ONU del 1989 coloro che lavorano a contatto con i minori. Condivide quanto segnalato dall'onorevole Versace in ordine all'esigenza di richiedere un certificato di assenza di condanne per coloro che si trovano in ambito sportivo a lavorare con minori.
Relativamente al tema posto dall'onorevole Rostan sul divieto di utilizzo dei social nell'orario di lezione, ritiene che alla logica del divieto sia da preferire quella della promozione delle forme di relazione empatica attraverso percorsi di mediazione scolastica. Questi percorsi possono consentire l'instaurazione di rapporti reali e non virtuali fra giovani.
Rispondendo all'onorevole Bologna, osserva come l’home visiting possa effettivamente costituire un valido strumento anche in relazione ai casi di depressione post-partum, tuttavia non bisogna dimenticare i problemi di carenze di risorse e di scarsa uniformità a livello territoriale dovuti al fatto che tale strumento è a carico degli Enti territoriali.
Condivide poi la preoccupazione manifestata dall'onorevole Bellucci con riguardo alla presenza di bambini all'interno delle carceri. In proposito dopo aver sottolineato l'importanza di favorire il ricorso a strutture ad hoc e aver ricordato la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il Ministero della Giustizia e l'associazione Bambinisenzasbarre onlus, si sofferma sulla situazione delle case protette e delle ICAM in Italia.
Replicando sempre all'onorevole Bellucci ritiene che alla figura dello psicologo scolastico sia da preferire la previsione di una équipe integrata formata da soggetti con competenze non solo in ambito psicologico ma anche in ambito sociale.
Con riguardo alla proposta di istituire «microgaranti» all'interno delle scuole dell'infanzia osserva come non serva un solo «garante», ma tutti gli adulti devono essere garanti dei minori loro affidati.
Sul problema posto dalla senatrice Bini in merito alle difficoltà di denuncia ritiene che ciò che debba prevalere in ogni caso è l'interesse pubblico alla tutela dei minori e al perseguimento di coloro che commettono maltrattamenti o abusi, anche se ciò impone interventi in contrasto con le scelte familiari. È molto importante, a suo parere, favorire la conoscenza delle modalità attraverso le quali denunciare gli episodi di abuso.
Relativamente all'episodio riferito dagli onorevoli Giannone e Pagano osserva come non sia compito dell'Autorità intervenire su singoli casi. Tali interventi, oltre a non essere possibili per la esiguità dell'organico dell'Autorità (che conta attualmente 20 unità) finirebbero per rappresentare una ingerenza nell'attività dei garanti regionali.
Relativamente infine, alla tematica posta dalla onorevole Fogliani osserva come Pag. 170l'Autorità garante non abbia svolto ad oggi alcun tipo di approfondimento sulla problematica dei ragazzi affetti da HIV.
L'onorevole Maria Rosa DI GIORGI (PD) prende brevemente la parola per chiedere se e quale sia il collegamento fra la rete dei garanti regionali e l'Autorità garante nazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
La dottoressa ALBANO osserva come non vi sia alcun rapporto né di coordinamento né gerarchico fra l'Autorità garante nazionale e le singole autorità garanti a livello territoriale. Rileva inoltre come tali garanti siano spesso insediati presso i consigli regionali. In proposito esprime l'auspicio di un intervento riformatore volto ad assicurare anche ai garanti regionali i requisiti di autonomia e indipendenza e il riconoscimento di competenze esclusive. L'unica forma di raccordo attualmente prevista è costituita dalla Conferenza nazionale dei garanti, organo al quale la legge istitutiva del 2011 riconosce il solo compito di adottare linee comuni di azione. Conclude sottolineando come l'esigenza di un coordinamento è sempre più avvertita anche in considerazione della recente istituzione di garanti dell'infanzia anche a livello locale.
La PRESIDENTE ringrazia la dottoressa Albano e dichiara chiusa la procedura informativa.
Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.
Sull'indagine conoscitiva sul bullismo e cyberbullismo.
La PRESIDENTE avverte che la Commissione tornerà a riunirsi mercoledì 6 febbraio, alle ore 8, nuovamente per l'audizione della Garante per l'infanzia, questa volta, però, nell'ambito della indagine conoscitiva sul bullismo e cyberbullismo.
La Commissione prende atto.
La seduta termina alle 10.10.