CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 23 gennaio 2019
130.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e III)
COMUNICATO
Pag. 5

RISOLUZIONI

  Mercoledì 23 gennaio 2019. — Presidenza della presidente della III Commissione, Marta GRANDE. – Interviene la viceministra degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re.

  La seduta comincia alle 8.50.

7-00091 Quartapelle Procopio: Sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Eritrea.
(Seguito della discussione e rinvio).

  Le Commissioni proseguono la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 19 dicembre 2018.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE, nel ringraziare per questa occasione, prima di entrare nel merito della risoluzione in oggetto, svolge una introduzione più ampia sul tema del Corno d'Africa, anche alla luce dell'impegno profuso dal Governo italiano, in relazione ai significativi risultati raggiunti finora e degli importanti sviluppi positivi registrati negli ultimi mesi e giorni. Osserva che l'anno appena trascorso è infatti coinciso con profondi mutamenti per il Corno d'Africa. La storica firma di un accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea, siglato il 16 settembre a Gedda, in Arabia Saudita, ha posto fine alla situazione di «né pace né guerra» che si protraeva ormai da quasi vent'anni. Questo inatteso sviluppo nelle relazioni tra Asmara e Addis Abeba, di cui il giovane primo ministro etiope Abiy è stato il principale artefice, ha innescato una più ampia dinamica regionale positiva che, nel giro di pochi mesi, ha condotto anche alla ripresa delle relazioni diplomatiche tra l'Eritrea e la Somalia e alla rimozione del regime sanzionatorio internazionale nei confronti dell'Eritrea stessa (in vigore dal 2009).
  In questo contesto promettente, ma ancora denso di numerose sfide, l'Italia può e deve svolgere un ruolo di primo piano, in virtù non solo dei profondi legami storici e culturali che uniscono il nostro Paese al Corno d'Africa, ma anche alla luce del concreto valore aggiunto che l'Italia è in grado di offrire in termini di aiuto allo sviluppo, rafforzamento delle istituzioni, condivisione di knowhow tecnologico, investimenti e creazione di posti di lavoro, cultura. Il ruolo che l'Italia ha sempre svolto in questa regione gli è del resto universalmente riconosciuto da tutti Pag. 6gli interlocutori, i quali apprezzano in particolare l'assenza di «agende nascoste» italiane e la particolare conoscenza che abbiamo della realtà locale e delle sue dinamiche a volte non lineari. Come universalmente noto l'Italia è un paese dalla forte vocazione alle esportazioni e ancora dipendente dalle forniture energetiche provenienti dal Golfo Persico. Ne consegue che la sicurezza marittima al largo del Corno d'Africa costituisce un interesse nazionale strategico.
  Forniamo al riguardo un contributo rilevante allo sforzo della Comunità Internazionale nel contrasto alle attività di pirateria al largo delle coste somale, partecipando alle missioni UE Eunavfor Atlanta ed Eucap Somalia (Capacity Building Mission in Somalia) e al Contact Group on Piracy off the Coast of Somalia, nell'ambito del quale siamo membri del relativo Trust Fund per il biennio 20192020.
  Per quanto riguarda poi il fenomeno migratorio, non va dimenticato che in questa regione si trovano all'incirca 3 milioni di sfollati e rifugiati. Seppur molti di essi non abbandonano il Corno d'Africa, la rotta che dall'Africa Orientale porta verso l'Europa resta assai battuta. Si calcola che circa il 20/25 per cento di tutte le persone che raggiungono le coste libiche, dirette verso il nostro Paese, provengano da quell'area. Riuscire ad aiutare i Paesi della regione a gestire in maniera più ordinata i flussi migratori transfrontalieri, offrendo al contempo concrete prospettive di sviluppo tramite investimenti e programmi di cooperazione inclusivi, risulta dunque essere un obiettivo prioritario dell'azione italiana nel Corno d'Africa.
  Infine, alcuni paesi della regione, e in particolare l'Etiopia, il Kenya e l'Uganda, hanno fatto registrare negli ultimi anni lusinghieri tassi di crescita. Per il nostro Paese, saper accompagnare queste dinamiche di sviluppo, cogliendone appieno i frutti in termini di incremento dell'interscambio commerciale e partecipazione ai grandi piani infrastrutturali in cantiere, è un obiettivo strategico da perseguire.
  A rendere ancora più significativo il quadro politico generale è la volontà dell'Etiopia di coinvolgere anche gli altri attori regionali in un processo di progressiva integrazione.
  La dimensione regionale che questo articolato processo di pace va prendendo è perfettamente in sintonia con le speranze italiane. Il nostro Paese, co-chair dell'IGAD Partners Forum (InterGovernmental Authority on Development), che riunisce i principali donatori dell'organizzazione regionale del Corno d'Africa, è consapevole che solo un approccio integrato e inclusivo può rivelarsi efficace per affrontare sfide comuni – traffici illeciti, terrorismo, cambiamenti climatici, movimenti migratori – con un evidente carattere transnazionale. D'altro canto, una progressiva integrazione economica della regione potrebbe avere ripercussioni positive sui tassi di crescita di questi Paesi, contribuendo per questa via a ridurre la pressione migratoria.
  L'Italia ha seguito fin da subito con estrema attenzione i recenti sviluppi nel Corno d'Africa, mostrando immediatamente il suo accompagnamento e sostegno al processo di riconciliazione innanzitutto attraverso l'intensificazione del dialogo politico.
  Osserva che il Ministro Moavero Milanesi ha incontrato i suoi omologhi etiope ed eritreo a margine dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 26 settembre. Abbiamo avuto un ulteriore scambio di vedute con loro durante la conferenza Italia-Africa il 24 ottobre. Il Presidente Conte è stato il primo Capo di governo occidentale a recarsi in visita ufficiale ad Addis Abeba ed Asmara (11 e 12 ottobre). A novembre è venuto a Roma il Presidente somalo «Farmajo». Dal 3 al 10 dicembre dichiara di aver compiuto una missione nella regione che l'ha condotta in Eritrea, Etiopia, Gibuti e Somalia, dove ha incontrato i leader ed ha avuto con loro approfonditi scambi di vedute, esplorando concrete piste di lavoro per il rafforzamento della collaborazione.
  Intende proseguire il suo intervento, menzionando la visita di ieri l'altro a Roma del premier etiope Abiy che al termine del colloquio con il Presidente Pag. 7Conte, ha voluto sottolineare il sostegno e la solidarietà italiana verso l'Etiopia. In particolare evidenzia, tra i risultati concreti di quest'ultima iniziativa, l'avvio di un nuovo meccanismo di collaborazione politica che vedrà l'Italia coinvolta in modo permanente nel dialogo tra Etiopia, Eritrea e Somalia e l'iniziativa italiana di finanziare uno studio di fattibilità per le più importanti infrastrutture di cui l'Etiopia necessita, facendoci inoltre latori – assieme all'Etiopia – del coinvolgimento delle più importanti istituzioni finanziarie internazionali.
  Questa fittissima interlocuzione politica, che ha contribuito a ribadire, innanzitutto a noi stessi e poi alla comunità internazionale, la centralità del Corno d'Africa per la nostra politica estera, testimonia anche il ruolo che questi Paesi si aspettano che l'Italia giochi in questa fase storica. È dunque vitale che a questo momento particolarmente felice delle nostre relazioni bilaterali si accompagnino dei seguiti operativi e delle misure concrete a sostegno del processo di riconciliazione etiopico-eritreo che – è vivo auspicio del Governo – dovrà contribuire ad incrementare il livello di stabilizzazione dell'intera regione e in prospettiva la sua maggiore integrazione economica. Fa notare di aver personalmente raccolto, durante la sua visita dello scorso dicembre, il sincero desiderio dei suoi interlocutori di vedere accrescere la presenza italiana nel Corno d'Africa e ritiene che vi siano diversi piani su cui il nostro Paese può continuare a impegnarsi per l'elaborazione di strategie di ampio respiro e di lungo termine, che siano in grado di affrontare le rispettive necessità. Innanzitutto, si dovrebbe partire da una valorizzazione e da un rafforzamento delle attività di cooperazione già in atto. Tra i 22 paesi considerati prioritari per l'azione italiana rientrano Etiopia, Kenya, Sudan, Sud Sudan e Somalia, mentre i recenti sviluppi dischiudono nuove prospettive per iniziative italiane in Eritrea, in particolar modo nei settori della formazione professionale (fortemente richiesto dalle autorità in loco), della sanità e del sostegno all'agricoltura rurale, stanziando 12 milioni di euro nel prossimo triennio. Nel corso del biennio 2017-18 il valore complessivo delle risorse destinate a questi paesi è ammontato a circa 132 milioni di euro.
  All'Italia non è però richiesto solo un maggiore sforzo bilaterale, ma anche una costante attività di sensibilizzazione («advocacV»), presso i numerosi fora multilaterali a cui partecipiamo affinché la Comunità internazionale innalzi il livello di attenzione e accresca il suo sostegno al Corno d'Africa. In particolar modo all'interno delle istituzioni europee (ricorda a questo proposito il vertice Unione Europea-Unione Africana svoltosi nella giornata di ieri), del G7 e del G20, ritiene che l'Italia abbia la possibilità di ricavarsi un ruolo chiave in questo senso e farsi portatrice dei bisogni e degli interessi dei Paesi della regione.
  Fa notare che il nostro sostegno al processo di riconciliazione passa anche attraverso misure in grado di favorire la stabilizzazione di contesti ancora fragili ed il rafforzamento istituzionale dei Paesi del Corno d'Africa. A questo proposito le preme sottolineare che in modo molto tempestivo l'Italia è stata fra i primi paesi ad aver erogato un contributo all'Etiopia per il fondamentale programma di disarmo e reinserimento sociale degli ex combattenti rientrati recentemente nel Paese dopo la firma del trattato di pace con l'Eritrea. Altri ne seguiranno in questo campo.
  Ricorda poi l'importante apporto che il nostro Paese fornisce all'addestramento delle forze di sicurezza somale, sia in via multilaterale, tramite EUTM (EU Training Mission Somalia di cui deteniamo la guida), sia in via bilaterale, attraverso il programma MIADIT (missione italiana di addestramento), realizzato dai nostri Carabinieri presso la nostra base militare logistica a Gibuti. A questo proposito intende spendere parole positive su questa base militare da lei visitata durante la missione in Corno d'Africa, notevolmente apprezzata dalle autorità gibutine (per le meritorie attività CIMIC svolte a favore delle popolazioni locali) e, a suo avviso, Pag. 8potenzialmente in grado di costituire un polo d'eccellenza italiano nella regione in vari ambiti, tanto che si sta facendo promotrice di questo progetto.
  Ma soprattutto, per quanto l'Italia sia già un importante partner commerciale per i Paesi del Corno d'Africa, ritiene che possiamo fare di più per accompagnare la crescita dell'intera regione. Da un lato, è riconosciuta all'Italia un'eccellenza in alcuni settori giudicati strategici per lo sviluppo economico di quest'area, quali ad esempio quelli sanitario/farmaceutico, dell'agroindustria, della meccanica, dell'energia (convenzionale e alternativa) e delle infrastrutture. Ricorda in proposito il forte sostegno fornito alle attività civili, che hanno portato, ad esempio, alla ristrutturazione di un ospedale in quei territori. Dall'altro lato, la creatività e l'innovazione associate al nostro tessuto produttivo sono motivo di forte attrazione e ispirazione per l'emergente imprenditoria del Corno d'Africa. La presenza durante la sua visita ad Asmara di circa 80 piccole e medie aziende italiane è stata accolta con grande soddisfazione da parte della popolazione, e non solo dal Governo.
  La prospettiva di una graduale stabilizzazione della regione e della sua progressiva integrazione economica dischiudono notevoli opportunità per investimenti mirati con reciproco beneficio.
   L'obiettivo dell'Italia è quello di attivarsi concretamente per dare un valore sistemico alla nostra cooperazione economica e finanziaria, sensibilizzando le nostre imprese ad entrare in questi mercati, creando nuovi partenariati con i Paesi dell'area che dovranno tuttavia essere sostenuti da più efficaci meccanismi finanziari ed assicurativi. Tale impegno sarà particolarmente necessario per il settore delle infrastrutture per la cui realizzazione sarà opportuno pensare al coinvolgimento di grandi istituzioni come l'Unione europea, la Banca Mondiale, la Banca Africana di Sviluppo, la Banca Islamica di Sviluppo. L'Italia può farsi promotrice in tale contesto offrendo la sua assistenza e sostegno ai paesi beneficiari. Su questo fa notare che il Governo sta valutando specifiche piste di lavoro. Da ultimo, ed è un tema che le sta particolarmente a cuore, la cooperazione culturale rappresenta nel Corno d'Africa un atout di straordinario valore per il nostro Paese.
  Ad Asmara e ad Addis Abeba si trovano due scuole italiane, unite da dicembre in un gemellaggio da lei promosso e finalizzato durante la sua visita. Esse continuano a svolgere un ruolo rilevante nella formazione della futura classe dirigente di Eritrea ed Etiopia.
  Evidenzia che sono analogamente significativi i progetti di cooperazione con l'Università Nazionale Somala a Mogadiscio (riaperta nel 2014 e che tra qualche settimana vedrà i primi studenti laureati dopo la lunga chiusura) che andranno comunque rilanciati ulteriormente. Al fine di dare un contenuto concreto all'impegno dell'Italia per valorizzare il capitale umano dei paesi del Corno d'Africa, rileva che recentemente si è deciso di aumentare il numero di borse di studio messe a disposizione di studenti meritevoli provenienti dalla regione, pur osservando, in proposito, la necessità di compiere un ulteriore sforzo, considerato il numero di borse di studio attualmente disponibili. Al riguardo, fa notare che su suo impulso proprio ieri è nata la rete delle università italiane per il Corno d'Africa, una piattaforma accademica (aperta anche ad altre università che vorranno aderirvi) che auspica possa rafforzare la ricerca, la formazione e la cooperazione inter-universitaria in quell'area del mondo.
  Per quanto riguarda, infine, l'attività di promozione culturale in loco, la quale può continuare a beneficiare delle numerose testimonianze, architettoniche e non solo, della presenza italiana nel Corno d'Africa, essa potrà compiere un ulteriore salto di qualità in un contesto di progressivo riavvicinamento tra Etiopia, Eritrea e Somalia. Cita al riguardo il programma «Italia, culture, Africa», organizzato dalla Farnesina nel 2019 con l'obiettivo di rafforzare l'impegno italiano, potenziando in particolare gli interventi di cooperazione Pag. 9culturale e scientifica che possano consolidare le basi per un dialogo efficace e un processo di crescita condivisa.
  Particolare cura dovrà essere data al recupero dei più importanti beni architettonici testimonianza della presenza culturale italiana, soprattutto ad Asmara dichiarata patrimonio mondiale dell'UNESCO, ma anche in Etiopia e Somalia. Desidera precisare che la richiesta di avviare tali iniziative proviene dalla volontà delle rispettive massime autorità locali e dalla popolazione, che continuano a vedere l'Italia come un Paese partner e amico.
  In conclusione, non ritiene eccessivo sostenere che il Corno d'Africa rientra oggi tra le priorità della politica estera del Governo. Per quanto permangono nella regione elementi di criticità e fattori di instabilità e incertezza, che vengono sottovalutate, la positiva dinamica messa in moto dal processo di riconciliazione avviato tra Etiopia ed Eritrea rappresenta, a suo avviso, un elemento di novità che apre prospettive nella regione che il Paese non può perdere. L'Italia, che ha saputo mostrare una sensibilità ed un'attenzione tempestiva, molto apprezzata localmente, è ora chiamata a rispondere alle aspettative e alle speranze che i Paesi del Corno nutrono nei nostri confronti per sognare un futuro migliore

  Laura BOLDRINI (LeU) rileva che nella relazione della viceministra Del Re non vi è traccia delle azioni che il Governo dovrebbe mettere in atto per affrontare le problematiche umanitarie di primaria importanza relative all'Eritrea, che sono oggetto, tra l'altro, di specifici rapporti delle Nazioni Unite: la drammatica condizione dei prigionieri politici, le gravi limitazioni alla libertà di stampa, la coscrizione obbligatoria sine die, il deterioramento dello Stato di diritto, che non prevede la separazione dei poteri. Sottolinea che l'iniziativa dell'Esecutivo sembra limitarsi alla promozione dei rapporti commerciali, trascurando il tema delle violazioni dei diritti umani. Ricorda che gli eritrei, che costituiscono il primo gruppo di richiedenti asilo in Italia, nel loro Paese sono sottoposti a inaccettabili vessazioni e violenze. Pertanto, in coerenza con i principi fondamentali su cui si fonda la nostra Costituzione, Governo e Parlamento dovrebbero adoperarsi per porre il tema della tutela dei diritti fondamentali al centro del dialogo con le autorità eritree, promuovendo un processo di democratizzazione senza il quale l'accordo di pace tra Eritrea e Somalia rischia di naufragare.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE, apprezzando il richiamo alla tutela dei diritti umani fatto dalla collega Boldrini, evidenzia che il Governo sta sviluppando nel Corno d'Africa una strategia complessiva di supporto al processo di cambiamento, che certamente non si limita alla promozione dei rapporti economici e commerciali. Tale strategia si basa, più che su una politica di dichiarazioni, su azioni concrete a favore della popolazione locale quali, ad esempio, la concessione di borse di studio per consentire ai giovani eritrei di trasferirsi in Italia. Ribadisce che il Governo intende sviluppare azioni concrete di supporto al processo di democratizzazione in atto nella regione, all'interno del quale la promozione dei diritti umani costituisce un elemento portante. Sottolinea, infine, di avere verificato che la missione in Corno d'Africa ha già sortito positivi effetti nella direzione giusta.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) esprime apprezzamento per l'attività del Governo nel Corno d'Africa, che appare coerente con l'approccio del precedente Esecutivo. Associandosi alle considerazioni della collega Boldrini sulla centralità del tema dei diritti umani, rileva che la risoluzione di cui è prima firmataria impegna il Governo a favorire la promozione e la tutela dei diritti fondamentali; a caldeggiare l'attuazione della Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti; a rappresentare alle autorità eritree l'urgenza di modificare la legge sulla coscrizione obbligatoria; a consentire l'accesso nel Paese Pag. 10del Relatore speciale del Consiglio diritti umani dell'ONU. Sottolinea, inoltre, la necessità di garantire il riconoscimento del diritto di asilo in Italia ai cittadini eritrei che ne fanno richiesta fintanto che non vengano garantite le libertà civili e non venga abolita la coscrizione militare obbligatoria nel Paese di origine.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE, esprimendo apprezzamento per l'azione di indirizzo e supporto che il Parlamento può fornire su questa materia, evidenzia che il tema della coscrizione obbligatoria è stato sollevato nei colloqui con le autorità eritree ed è emersa l'esigenza di procedere ad un superamento graduale di tale istituto, al fine di evitare un incremento della disoccupazione. Segnalando che gli stessi governi locali auspicano la presenza italiana nella regione, ribadisce che la strategia dell'Esecutivo mira ad accompagnare il processo di democratizzazione attraverso attività di cooperazione rivolte, in primis, alle fasce deboli della popolazione, tenuto conto che il percorso di avvicinamento agli standard internazionali in materia di stato di diritto si svilupperà gradualmente, attraverso tappe intermedie.

  Mirella EMILIOZZI (M5S) esprime grande apprezzamento per l'approccio del Governo, pragmatico ed efficace rispetto all'obiettivo della normalizzazione e della democratizzazione. Sottolinea che la democrazia non si può esportare o insegnare, ma deve svilupparsi attraverso un processo di normalizzazione che parte dal miglioramento delle condizioni di vita della popolazione locale: in questo contesto, le attività di cooperazione promosse dall'Esecutivo dovrebbero consentire di migliorare il tenore di vita complessivo, rimuovendo le cause che inducono molti giovani ad abbandonare il Paese di origine. Infine, segnala la presentazione di una risoluzione sul tema, su cui auspica un'ampia convergenza.

  Laura BOLDRINI (LeU) ribadisce che l'Eritrea non solo è un Paese assai povero, ma è soprattutto vittima di una dittatura tra le più sanguinarie del continente africano. Ricordando i profondi legami storici con l'Italia, in primis la vicenda degli ascari, militari eritrei arruolati come componenti regolari nei «Regi Corpi Truppe Coloniali», invita il Governo ad avviare interlocuzioni, a livello bilaterale e multilaterale, volte a costruire una road map per la democratizzazione del Paese, con l'obiettivo primario di svolgere libere elezioni. Precisa che non si tratta di esportare la democrazia, ma di assumere un ruolo proattivo che, in caso di inerzia, sarà esercitato da altri Paesi, ugualmente interessati ad estendere la propria influenza nella regione.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE ribadisce che il Governo in Eritrea non intende solo sviluppare rapporti commerciali, anche in ragione della difficoltà di attirare imprenditori in un Paese con una dimensione economica assai contenuta. Conferma che l'obiettivo principale dell'Esecutivo è accompagnare il processo di democratizzazione con misure di sostegno, per la cui attuazione sono stati istituiti appositi comitati interministeriali. Auspica, infine, la convergenza delle forze politiche su un testo di risoluzione comune.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), associandosi all'auspicio della collega Emiliozzi affinché la Commissione approvi un testo largamente condiviso, ribadisce che, nella fase di transizione che sta vivendo l'Eritrea, occorre intensificare gli sforzi per garantire la tutela dei diritti fondamentali nel Paese e, nel contempo, la protezione internazionale per i richiedenti asilo eritrei che arrivino in Italia.

  Mirella EMILIOZZI (M5S), dichiarandosi disponibile a lavorare con l'opposizione per pervenire ad un testo condiviso, esprime netto dissenso rispetto all'intervento della collega Boldrini: a suo avviso, l'approccio pragmatico e costruttivo del Governo nei riguardi della controparte eritrea si sta rivelando assai più efficace Pag. 11delle posizioni di censura e dei meccanismi sanzionatori e a medio lungo termine inciderà positivamente sul processo di democratizzazione del Paese africano.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE menziona, tra le azioni concrete dell'Esecutivo, la riapertura di una sede operativa della cooperazione italiana nella capitale eritrea. Condividendo le osservazioni sui legami storici e culturali tra Italia ed Eritrea, rileva di aver studiato a lungo, da accademica, tale retaggio, e sottolinea l'esigenza di far leva sul rinnovato protagonismo delle giovani generazioni eritree, che non coltivano alcun sentimento di vittimismo o rivalsa.

  Paolo FORMENTINI (Lega), associandosi alle espressioni di apprezzamento per l'attività del Governo, annuncia l'intenzione di sottoscrivere la risoluzione a prima firma Emiliozzi. Sottolinea, inoltre, l'esigenza di promuovere la presenza nella regione delle imprese italiane, anche sulla base delle richieste che provengono dalle istituzioni e dal contesto economico locale. Lungi dal costituire una questione di poco valore, il Governo italiano deve favorire la presenza del nostro Paese laddove richiesta. Quanto al tema della memoria, condivide l'assoluta necessità di fare i conti con il passato senza con ciò arrivare a rappresentare la storia dell'Italia in termini solo negativi, tanto più se si pensa alle condotte di altri Paesi tuttora attori di politiche di carattere coloniale.

  Laura BOLDRINI (LeU), alla luce dell'andamento del dibattito, precisa che non intende perorare la reintroduzione delle sanzioni nei confronti del regime di Afewerki. Invitando la viceministra ed il Governo a entrare maggiormente nel merito di una strategia politica ad ampio raggio, sottolinea che i progressi conseguiti dall'accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea rischiano di essere vanificati in assenza di una road map per la democratizzazione dell'Eritrea. Auspica, infine, che la ripresa delle attività di cooperazione italiana sia accompagnata dal rientro in Eritrea delle organizzazioni non governative, rappresentando diversamente una presenza meramente simbolica.

  La viceministra Emanuela Claudia DEL RE, ribadendo di aver illustrato in maniera ampia e dettagliata l'azione del Governo, si dichiara disponibile a proseguire la collaborazione su questo tema con il Parlamento, auspicando una convergenza tra le diverse forze politiche.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) manifesta il serio intendimento di lavorare con la collega Emiliozzi per la definizione di un atto di indirizzo unitario.

  Yana Chiara EHM (M5S) si associa all'apprezzamento per l'azione del Governo nel Corno d'Africa, attestata anche dall'ampia copertura che i mezzi di informazione hanno dato alla visita in loco della viceministra Del Re.

  Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta

  La seduta termina alle 10.