AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 10 ottobre 2018.
Audizioni di rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL nell'ambito della discussione congiunta delle risoluzioni 7-00010 Serracchiani, 7-00051 Pallini, 7-00055 Rizzetto, 7-00057 Epifani, 7-00059 Polverini e 7-00060 Murelli in materia di riconoscimento di benefici previdenziali in favore di lavoratori esposti all'amianto.
L'audizione informale è stata svolta dalle 10.10 alle 11.
SEDE CONSULTIVA
Mercoledì 10 ottobre 2018. – Presidenza del vicepresidente Davide TRIPIEDI. – Interviene il sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 11.05.
Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018.
Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 ottobre 2018.
Davide TRIPIEDI, presidente, avverte che la Commissione prosegue l'esame in sede consultiva della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018, ai fini dell'espressione del parere alla V Commissione, che avrà luogo nella seduta odierna.
Renata POLVERINI (FI) lamenta la difficoltà dei deputati a seguire i lavori della Commissione, presi dalla necessità di certificare la propria presenza con un'apparecchiatura non perfettamente funzionante.
Davide TRIPIEDI, presidente, dopo avere assicurato che i deputati possono attendere alla procedura anche nel corso della seduta, chiede al relatore di illustrare la sua proposta di parere.
Gualtiero CAFFARATTO (Lega), relatore, procede a illustrare i contenuti della sua proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).
Walter RIZZETTO (FdI), dopo avere chiesto chiarimenti al relatore sulle misure che il Governo intende adottare in particolare in favore delle donne lavoratrici, caratterizzate da una carriera discontinua, dal momento che le ipotesi che circolano sui provvedimenti per anticipare l'accesso al pensionamento in nessun modo appaiono arrecare benefici a tale categoria, rileva l'inopportunità di esprimere un parere su un documento che, a causa dei giudizi unanimemente negativi delle istituzioni competenti, sicuramente dovrà essere modificato, senza peraltro che la Commissione sia a conoscenza degli intendimenti del Governo in tale senso, posto che l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze è attualmente in corso di svolgimento presso le Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato. Venendo comunque al merito della Nota attualmente all'esame e riconoscendo che alcune posizioni assunte dal Governo incontrano il suo favore, mette in guardia la maggioranza dai pericoli a cui espone il Paese quando, nel 2019, verrà meno lo scudo del quantitative easing della Banca centrale europea e quando si capirà che gli interventi introdotti con la legge di bilancio non potranno essere realizzati. È questo il vero problema e non lo spread, che incide sulle condizioni del credito. Inoltre, non condivide gli strumenti che il Governo intende adottare per promuovere la crescita Pag. 172economica: il reddito di cittadinanza ha una finalità condivisibile, ma non può essere considerato utile a favorire la crescita economica, soprattutto in presenza di alti tassi di disoccupazione. Anche il parallelismo fatto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali con il sistema introdotto in Germania da Schröder gli appare inappropriato, viste le grandi differenze tra i due mercati del lavoro e, soprattutto, vista l'opposizione fatta a tale sistema dalla parte politica cui appartiene il ministro, nel corso della passata legislatura. Illusoria è anche la pretesa di creare posti di lavoro attraverso la riforma dei centri per l'impiego, sia perché attualmente i centri intermediano una quota estremamente esigua di domande e offerte di lavoro, sia perché i tempi di realizzazione della riforma non potranno certo esaurirsi nei quattro o cinque mesi sbandierati dal Governo. Passando, quindi, alle proposte in materia pensionistica, i contenuti dati alla cosiddetta «quota 100», con il requisito anagrafico minimo fissato a 62 anni, non saranno di alcun giovamento ai lavoratori precoci, ovvero gli attuali quasi sessantenni che, pur avendo iniziato a lavorare molto presto, anche con una modifica di tale tenore delle disposizioni in vigore, non potranno accedere al pensionamento. Dei provvedimenti che, al contrario, potrebbero contribuire alla soluzione di tali problemi, ovvero, ad esempio, della cosiddetta «quota 41» e della proroga di «Opzione donna», non c’è traccia nel documento del Governo. Anche sulla pubblica amministrazione, le proposte del Governo sono nebulose e, a volte, contraddittorie. Fa riferimento, ad esempio, all'ipotizzata concomitanza tra scorrimento delle graduatorie ancora vigenti ed effettuazione di nuovi concorsi. Si rammarica del fatto che quest'anno non si sia adottata alcuna decisione per salvaguardare la vigenza delle graduatorie scadute, problema su cui nella scorsa legislatura si era particolarmente spesa la collega del Movimento 5 Stelle Tiziana Ciprini. Si parla, piuttosto, di bandire nuovi concorsi, i cui costi, come è noto, sono altissimi. Alla luce, pertanto, di tali rilievi, invita i colleghi della maggioranza a un'ulteriore riflessione, che porti ad introdurre modifiche alla Nota di aggiornamento, dando anche seguito ad alcune delle proposte avanzata da altri gruppi politici.
Paolo ZANGRILLO (FI), condividendo le perplessità espresse dal collega Rizzetto, trova inopportuno che la Commissione esprima un parere su un documento che, assai verosimilmente, subirà tra breve modifiche significative. Passando comunque al merito, definisce imbarazzante la Nota di aggiornamento all'esame, in quanto, pur essendo stata presentata come espressione della volontà del Governo di promuovere la crescita economica, non reca alcun provvedimento che avrà questo risultato. I «numerini», tanto disprezzati dagli esponenti del Governo, sono importanti per la salute del Paese, il resto sono chiacchiere utili a raccogliere consensi. Le stime relative alla crescita del PIL e al rapporto debito/PIL sono state considerate inattendibili da tutti gli istituti che hanno la competenza per esprimere tali giudizi e la sfiducia che ha accolto le previsioni del Governo è stata in questi giorni dimostrata anche dai mercati. Non bisogna trascurare i segnali che il mercato lancia, perché la crescita non è causata dal «decreto Dignità» e dai proclami del ministro Di Maio, ma dalle imprese che, se hanno fiducia, investono e creano lavoro. Ma per fare questo devono avere accesso al credito, cosa difficile se le banche, a causa dell'altalenare dello spread, preferiscono ridurre la liquidità. A tale proposito, inoltre, intende sottolineare l'importanza dell'operato degli istituti di credito, troppo spesso frettolosamente accomunati nel disprezzo riservato dalla maggioranza alle banche che, fallendo, hanno distrutto i risparmi dei correntisti.
Walter RIZZETTO (FdI), intervenendo sull'ordine dei lavori, lamenta il fatto che il rappresentante del Governo si sia allontanato dall'aula della Commissione.
Pag. 173Paolo ZANGRILLO (FI), associandosi alla critica espressa dal collega Rizzetto, considera un atto di scortesia istituzionale l'atteggiamento del sottosegretario. Riprendendo il suo intervento, avendo constatato che il rappresentante del Governo è nel frattempo rientrato in aula, osserva che il reddito di cittadinanza pone il tema serio del contrasto alla povertà, ma lo affronta in maniera inadeguata e menzognera. Concorda con chi ha affermato che i centri per l'impiego, perno della prevista riforma, non potranno operare a pieno regime nel termine di quattro-cinque mesi promesso dal Governo e si stupisce che il ministro Di Maio intenda importare in Italia il modello tedesco. Troppo ampie e profonde sono le differenze tra i mercati del lavoro tra i due Paesi, troppo ampio il gap da colmare in soli cinque mesi. Non solo, ma se anche ci si riuscisse, si chiede come potrebbero i nuovi centri per l'impiego, trovare diciotto milioni di proposte di lavoro che, per legge, saranno tenuti a presentare ai circa sei milioni di potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza. Il Governo, piuttosto, dovrebbe tenere in conto l'esperienza delle aziende di somministrazione di lavoro, audite nel corso dell'esame del «decreto Dignità», che, nel corso degli ultimi undici anni, hanno costruito una rete diffusa ed efficiente, posta a rischio dal decreto medesimo, che ha inopinatamente previsto l'estensione delle disposizioni limitative dei contratti a termine anche a tali tipologie di imprese. Passando, quindi, alle proposte in materia pensionistica, reputa illusorio pensare, come scritto dal Governo nella Nota di aggiornamento, che i circa 400 mila lavoratori che, grazie all'introduzione della cosiddetta «quota 100», potranno accedere prima al pensionamento, saranno sostituiti da altrettanti giovani lavoratori. Gli studi e i dati empirici dimostrano che non esiste tale automatismo e, a suo giudizio, se anche ci fosse, non sarebbe positivo per l'impresa perdere l'incrocio virtuoso tra l'entusiasmo e il talento dei giovani e l'esperienza dei lavoratori più anziani. Il ricambio generazionale, la cui importanza non esita a riconoscere, deve essere impostato su basi diverse, assecondando la rivoluzione tecnologica che l'economia sta vivendo attraverso cospicui investimenti in formazione, perché attualmente le offerte di lavoro ci sono, ma mancano le professionalità necessarie a ricoprirle. Fa, quindi, appello alla maggioranza perché ripensi alle scelte che intende adottare.
Debora SERRACCHIANI (PD), dichiarandosi d'accordo con i colleghi che l'hanno preceduta sull'inopportunità di discutere su un documento che subirà modifiche, chiede formalmente la sospensione della seduta fino a che non siano chiarite le intenzioni del Governo, che, nella persona del Ministro dell'economia e delle finanze, è contestualmente audito presso le Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato. Stigmatizza la chiusura della maggioranza, sorda alle critiche che unanimemente stanno arrivando da più parti sulle stime delle grandezze macroeconomiche e sulle scelte che il Governo intende adottare con la prossima manovra di bilancio. Annuncia, quindi, la presentazione da parte del suo gruppo di una proposta di parere contrario sulla Nota di aggiornamento (vedi allegato 2). Volendo, quindi, motivare le ragioni di tale parere contrario, osserva, in primo luogo, che la definizione data dal Governo del reddito di cittadinanza, che sarebbe contemporaneamente un intervento di sostegno del reddito e una misura di attivazione lavorativa, è contraddittoria e priva, per questo, di contenuto, accomunando istituti con finalità diverse e basati su principi differenti. La misura pensata dal Governo non sarà in grado, a suo avviso, di intercettare i numerosi soggetti che attualmente passano per i servizi sociali, tralasciati completamente dal disegno del Governo, incentrato esclusivamente sui centri per l'impiego. Si tratta di persone che, a vario titolo, sono stati giudicati inabili al lavoro e che rimarranno fuori dai benefici, che saranno elargiti a pioggia, prima delle elezioni europee, ma per un ammontare sensibilmente inferiore a quello che sarebbe necessario a coprire tutti coloro che sono in Pag. 174reale difficoltà. Le risorse disponibili, infatti, ammonterebbero a circa 10 miliardi di euro, a fronte di un reale fabbisogno di circa 60 miliardi di euro. Concorda con il collega Zangrillo, che nega qualsiasi automatico ricambio generazionale in caso di accesso anticipato al pensionamento e, anzi, ritiene che un tale provvedimento porterà benefici soprattutto al Nord, lasciando insoluti i problemi delle donne lavoratrici e dei lavoratori meridionali, ai quali, peraltro, toccherà anche di pagare i costi di una simile misura. Trova, quindi, contraddittorio preannunciare l'inasprimento della lotta al lavoro sommerso e irregolare, quando ci si appresta a varare un condono che, se riguarderà anche i contributi previdenziali non versati dal datore di lavoro per i suoi dipendenti, avrà connotati ancora più scandalosi. E, in ogni caso, anche un provvedimento del genere contribuirà ad approfondire la voragine delle risorse del sistema pensionistico, già posto a dura prova dalla preannunciata introduzione delle misure per il pensionamento anticipato. Rileva che, tra i disegni di legge collegati alla prossima manovra di bilancio, vi è anche il «Codice del lavoro», che, nelle intenzioni del ministro Di Maio, dovrebbe sostituire ben centoquaranta delle leggi in materia di lavoro attualmente in vigore. Si tratta di un lavoro complesso, che non potrà esaurirsi nel corso del prossimo anno e, per questo, non può essere considerato parte del meccanismo che promuoverà la crescita dell'economia ai livelli ipotizzati nella Nota di aggiornamento. Viene, quindi, a quello che manca nella Nota. Non ritrova nulla sui finanziamenti del cosiddetto Bando per le periferie, nonostante le promesse fatte in occasione dell'esame del «decreto Dignità» e del decreto di proroga di termini legislativi in scadenza: in questo modo si prendono ancora una volta in giro sindaci e cittadini, che contavano di utilizzare tali risorse per provvedimenti di riqualificazione urbana. Ancora, nonostante la Nota esprima l'intenzione del Governo di rendere conveniente il ricorso al contratto a tempo indeterminato, non c’è traccia nel documento di provvedimenti come quelli proposti in numerosi emendamenti presentati dal suo gruppo ai due decreti-legge citati e sistematicamente respinti dal Governo, che rinviava la soluzione del problema proprio alla prossima manovra di bilancio. Analogamente, infine, si potrebbe dire del tema delle stabilizzazioni.
Renata POLVERINI (FI) afferma provocatoriamente che sarebbe pronta a iscriversi al Movimento 5 Stelle o alla Lega se riuscissero a risolvere, come si propongono di fare e in tempi tanto ristretti, tutti i problemi per i quali si è sempre battuta nell'arco della sua esperienza: povertà, funzionamento dei centri per l'impiego, immediato ricambio generazionale nel mercato del lavoro, lavoro sommerso, superamento della riforma Fornero, flat tax, «quota 41», assunzioni mirate nella pubblica amministrazione, turn over, semplificazione, strumenti biometrici per il controllo delle presenze dei dipendenti pubblici, e via dicendo. Purtroppo, la sua lunga esperienza le suggerisce che la maggioranza sta prendendo in giro gli italiani, che scopriranno a loro spese che dietro le promesse non c’è quello che avevano sperato. Si è superata, a suo avviso, la soglia del ridicolo ed è necessario fermarsi e tornare indietro. Non è serio, infatti, affermare che un intero programma di Governo, chiamato ora «contratto», sarà realizzato con un'unica manovra di bilancio, quella per il prossimo anno. Se anche così fosse, o se anche fossero necessari provvedimenti successivi di attuazione, il Parlamento, o meglio, le Commissioni di merito sarebbero completamente esautorate, così come è successo nella scorsa legislatura per il Jobs act: gli schemi dei decreti legislativi sono stati presentati «blindati» e nemmeno l'allora maggioranza ha potuto fare molto per entrare nel merito. Quanto alle proposte elencate nella Nota, il reddito di cittadinanza è chiaramente una presa in giro, potendo interessare una platea ridotta di beneficiari per un ammontare ridotto di risorse, e non sarà in grado di raggiungere l'obiettivo che il Governo si è proposto. Anche la riforma dei centri per l'impiego non sarà in grado di Pag. 175intermediare percentuali soddisfacenti di domanda e offerta di lavoro, posto che non si pensa al trasferimento ai centri delle risorse e delle competenze attualmente in capo all'INPS. Non volendosi dilungare sulla cosiddetta «quota 100», essendo già stata ben esaminata da chi l'ha preceduta, osserva la mancata previsione dei provvedimenti che, al contrario, avrebbero potuto avere un impatto positivo sulle categorie maggiormente colpite dalla riforma Fornero, ovvero i precoci, i cosiddetti «esodati», le donne. Quanto alle proposte in materia di pubblica amministrazione, osserva che le Commissioni parlamentari sono ancora in attesa delle risposte alle domande poste alla Ministra Bongiorno, lo scorso 26 settembre, nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche. In ogni caso, i provvedimenti annunciati nella Nota, lungi dal raggiungere gli obiettivi della semplificazione e della maggiore produttività, finiranno per rendere ancora più farraginoso e pesante l'apparato amministrativo. Esorta, quindi, i colleghi della maggioranza ad una maggiore riflessione e ponderazione su materie in cui tecnicismo ed esperienza sono alla base di un corretto agire.
Graziano MUSELLA (FI), concordando con i colleghi di gruppo che lo hanno preceduto, intende sottolineare la mancanza nella Nota di aggiornamento in esame di qualsiasi misura riguardante gli enti locali, in particolare i comuni, che attualmente giocano un ruolo prezioso anche nelle politiche di contrasto alla povertà. I provvedimenti preannunciati in materia di sblocco del turn over e di assunzioni gli paiono avere una impronta eccessivamente centralistica. A parte la mancata previsione, nonostante le promesse, di misure volte ad incentivare le assunzioni a tempo indeterminato, sarebbe stato opportuno indicare provvedimenti per fare fronte alla paventata repentina riduzione del personale medico, che potrebbe accedere anticipatamente al pensionamento grazie alle misure previste dal Governo. Sarebbe stato a tale proposito utile consentire alle strutture sanitarie di procedere a nuove assunzioni in deroga ai vincoli esistenti e alle facoltà di medicina di eliminare il numero chiuso. Sarebbe stato un modo per compensare, sia pure parzialmente, la grave perdita di competenze che anche i centri di eccellenza potrebbero soffrire in caso di pensionamenti di massa. Sul reddito di cittadinanza, condivide la preoccupazione espressa dai colleghi sulla mancanza di dettagli che permettano di inquadrare con chiarezza la misura. Quanto alla riforma dei centri per l'impiego, che necessiterà di diversi anni per entrare a regime, ricorda che gli enti locali hanno un patrimonio di conoscenza ed esperienza in materia che potrebbe essere proficuamente sfruttato per fare partire la riforma e renderla maggiormente incisiva.
Walter RIZZETTO (FdI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede al presidente di sospendere la seduta, fino al termine dell'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, così come hanno deciso altre Commissioni permanenti.
Paolo ZANGRILLO (FI) si associa alla richiesta di sospensione della seduta avanzata dal collega Rizzetto.
Davide TRIPIEDI, presidente, ritiene opportuno permettere ai colleghi, che già ne hanno fatto richiesta, di intervenire, prima di prendere in considerazione la richiesta di sospensione della seduta.
Ettore Guglielmo EPIFANI (LeU) lamenta l'assoluta mancanza nella Nota di aggiornamento dei dati di conoscenza necessari alla discussione sulle misure che il Governo intende introdurre con la prossima legge di bilancio. Ad esempio, per la cosiddetta «quota 100», la combinazione dei requisiti che sarà scelta potrà avere un impatto differente sulle diverse categorie di lavoratori interessati. Ancora, la prevista franchigia a 65.000 euro di reddito cui applicare un'aliquota forfetaria del 15 per cento presenterebbe profili di iniquità se riferita solo ai lavoratori con partita IVA e non anche ai lavoratori dipendenti che Pag. 176rientrano in tale fascia di reddito. Tale provvedimento, inoltre, si presta, a suo avviso, a favorire l'anomala crescita di aperture di partite IVA a scapito di contratti a tempo indeterminato, vista la convenienza per lavoratori e datori di lavoro, in aperto contrasto con gli obiettivi che il Governo si era posto con il «decreto Dignità». Anche le coperture delle maggiori spese sono estremamente vaghe, non essendo esplicitato come saranno realizzati i 7 miliardi di risparmi di spesa e gli 8 miliardi di entrate aggiuntive nel 2019. In linea teorica, non considera negativo per un Governo sfidare le istituzioni europee superando i vincoli imposti dai Trattati, se si presenta una manovra basata su investimenti dal sicuro impatto sull'economia. Invece, con quello che definisce un vero e proprio azzardo morale, la manovra proposta è impostata su un aumento della spesa corrente che, condivisibile negli obiettivi sociali, non avrà tuttavia l'effetto di fare aumentare il PIL. Questa è la ragione della mancata validazione delle stime del Governo da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Il parallelismo con l'analoga bocciatura, poi superata, del 2016 è fuorviante in quanto allora il contesto generale era di crescita del PIL. Oggi, al contrario, tutte le stime concordano nel prevedere il suo rallentamento. Non è preoccupato tanto dalla certezza dell'apertura di una procedura di infrazione da parte della Commissione europea, in quanto questa richiede tempi lunghi. A breve, invece, c’è da temere il giudizio delle agenzie di rating, che, con il possibile declassamento dei nostri titoli di Stato, potrebbe creare seri problemi agli istituti di credito e, di conseguenza, alle imprese, che potrebbero trovarsi senza la necessaria liquidità. La crisi di fiducia, per altro verso, potrebbe contribuire a indurre le imprese stesse a ritardare gli investimenti, innescando una pericolosa spirale di cui faranno le spese anche i cittadini e le famiglie. Infine, trova negativa la crescente tendenza dell'Esecutivo a farsi nemici ovunque, quasi crogiolandosi in un isolamento che non ci gioverà quando avremo bisogno di aiuto per superare le conseguenze dell'azzardo del Governo. Un'ultima notazione negativa la riserva alle parole sprezzanti e delegittimanti pronunciate da esponenti della maggioranza e da membri del Governo nei confronti della stampa, della Banca d'Italia e dell'Ufficio parlamentare di bilancio. Si tratta di un atteggiamento che può, a suo giudizio, prefigurare un vero pericolo per la democrazia.
Carlo FATUZZO (FI), riallacciandosi ad alcuni concetti espressi dai colleghi Serracchiani e Epifani, ritiene che il reddito di cittadinanza ben presto si rivelerà uno strumento assistenziale, a causa della mancanza di lavoro, specialmente in certe zone d'Italia. Teme, peraltro, che nei disegni del Governo vi sia l'assorbimento nel nuovo istituto dell'assegno sociale, in quanto quest'ultimo non è erogato in base all'ISEE. E siccome molti cittadini italiani, pur versando in stato di indigenza, non percepiranno il reddito di cittadinanza perché risultano proprietari della casa di abitazione o perché il nucleo familiare gode di altri redditi, a suo giudizio saranno favoriti gli extracomunitari, perché, in base all'ISEE, non presentano tali caratteristiche reddituali. Anche le proposte di superamento della riforma Fornero non gli paiono in grado di risolvere i problemi di diverse categorie di lavoratori colpiti dall'entrata in vigore delle nuove disposizioni.
Sebastiano CUBEDDU (M5S) ritiene che gli scenari evocati dai colleghi intervenuti prima di lui siano ingiustificatamente apocalittici e artefatti. Ritiene assolutamente realizzabile, e nell'arco di tempo previsto, la riforma dei centri per l'impiego, data l'esperienza da lui maturata presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, prima, e presso un centro per l'impiego, dopo. La riforma potrà essere attuata grazie alla grande professionalità dei lavoratori attualmente inquadrati nei centri per l'impiego, che potranno riappropriarsi delle competenze che la politica ha sottratto in questi anni. A differenza dell'opinione espressa dalla Pag. 177collega Serracchiani, ritiene che i veri poveri non fanno riferimento ai servizi sociali, per ragioni diverse, preferendo canali meno istituzionali, ad esempio le parrocchie. Inoltre, sempre riferendosi a quanto affermato dalla collega, il reddito di cittadinanza può ben definirsi contemporaneamente strumento di sostegno del reddito e misura di politica attiva di promozione del lavoro, se considerato in sinergia con l'attività svolta dai centri per l'impiego. Riprendendo, quindi, quanto affermato dal collega Epifani, osserva che il rispetto per coloro che criticano il Governo deve essere reciproco e che le agenzie di rating non votano i disegni di legge proposti dall'Esecutivo.
Debora SERRACCHIANI (PD), dichiarandosi offesa per le parole e i toni utilizzati dal collega Cubeddu, chiede di poter intervenire.
Sebastiano CUBEDDU (M5S) non ritiene di avere offeso la collega, avendo utilizzato termini forse non appropriati, ma unicamente con riferimento al merito delle obiezioni sollevate dalle opposizioni.
Davide TRIPIEDI, presidente, ritiene che le parole, forse non tutte perfettamente consone alla sede, utilizzate dal collega Cubeddu connotassero comunque il giudizio politico da lui dato alle posizioni espresse dai gruppi di opposizione.
Debora SERRACCHIANI (PD) chiede comunque di poter intervenire nuovamente nel merito del documento in esame.
Walter RIZZETTO (FdI) si unisce alla richiesta della collega Serracchiani, di poter intervenire nuovamente nell'ambito della discussione.
Davide TRIPIEDI, presidente, rassicura i colleghi sulla possibilità di intervenire nuovamente per integrare le considerazioni già svolte.
Antonio VISCOMI (PD) auspica l'abbandono del metodo utilizzato dalla maggioranza, basato sulla comunicazione unilaterale, a scapito del dibattito, unica strada per giungere all'individuazione di punti condivisi. Venendo quindi al merito dell'intervento del deputato Cubeddu, osserva che esso ripropone schemi del passato ormai ampiamente superati. Si associa ai colleghi che hanno messo in luce tutti i limiti del reddito di cittadinanza che il Governo intende introdurre, rilevando, in particolare, come abbia cambiato profondamente i suoi connotati salienti rispetto a quanto promesso in campagna elettorale. Incentrato com’è sui centri per l'impiego, il reddito di cittadinanza non può essere considerato uno strumento globale per la lotta alla povertà, a differenza del reddito di inclusione che agisce su più piani e prevede il coinvolgimento pieno anche dei servizi sociali.
Debora SERRACCHIANI (PD), volendo offrire un contributo concreto alla discussione, ricorda l'esperienza della regione Friuli-Venezia Giulia, che ha disposto la regionalizzazione dei centri per l'impiego e introdotto una misura unica di sostegno al reddito. Proprio in concomitanza con l'istituzione di tale misura, si è appurato che il numero dei soggetti disagiati sarebbe stato ben più alto di quello stimato, proprio perché si sono raggiunti anche coloro che transitavano dai servizi sociali. Ed è per questo motivo che ritiene che una misura unica di contrasto alla povertà non possa prescindere dalla collaborazione tra centri per l'impiego e servizi sociali. Poveri non sono solo coloro che devono essere riqualificati e reinseriti nel mercato del lavoro. Poveri sono anche coloro che, per varie ragioni, sono stati ritenuti inabili al lavoro e che, non avendo altre fonti di reddito, devono essere aiutati.
Romina MURA (PD), condividendo le critiche mosse dai colleghi al reddito di cittadinanza come prefigurato dal Governo, intende criticarne anche l'eccessiva linearità, che non coglie le differenze esistenti tra le diverse aree del Paese, tra lavoratori e lavoratrici, tra giovani e anziani e tra i diversi tipi di bisogno. Anche Pag. 178la volontà di tenere fuori gli enti locali non può essere considerata positivamente. In Sardegna è stato introdotto il reddito di inclusione sociale regionale, che integra il reddito di inclusione nazionale, e sono gli enti locali a coordinare l'erogazione dei due strumenti, essendo essi in grado di conoscere le situazioni su cui agire, calibrando il grado di intervento. La stessa mancanza di linearità e la stessa indifferenza alle condizioni di partenza caratterizza il progetto di riduzione dei requisiti di accesso al pensionamento che, così come sarebbe congegnato con la «quota 100», beneficherebbe soprattutto i lavoratori del Nord, addossandone i costi anche ai lavoratori del Meridione. Del resto, a suo giudizio, il Meridione è del tutto assente dai piani del Governo.
Stefano LEPRI (PD), dopo avere sospeso nei primi mesi della presente legislatura il giudizio sulla nuova maggioranza per attenderla alla prova dei fatti, ritiene giunto il momento di esprimere il suo disappunto e le sue critiche nei confronti della supponenza, della tracotanza e del dilettantismo che caratterizzano, a suo giudizio, l'azione del Governo. Intende quindi soffermarsi su alcuni punti da chiarire sul reddito di cittadinanza, per quanto sia conscio della mancanza di interlocuzione che sta caratterizzando il lavoro della Commissione. In primo luogo, non appaiono chiare le modalità con cui si è giunti a fissare il livello massimo dell'erogazione a 780 euro mensili, comunque ben al di sotto dei livelli promessi in campagna elettorale. Non sono chiari, inoltre, i meccanismi di riduzione dell'importo in presenza di altri redditi, né con quale cadenza tale accertamento dovrà essere fatto. Ancora, subordinare l'erogazione all'offerta di almeno tre proposte di lavoro, soprattutto in certe zone del Paese, equivale a dire che quasi nessuno beneficerà del reddito di cittadinanza. Per non tradire le promesse, pertanto, sarà necessario erogare il beneficio anche ai disoccupati di lungo periodo non ricollocabili. Non è nemmeno chiaro come incida sul livello del reddito di cittadinanza la casa di proprietà e, a suo giudizio, non è nemmeno giusto non prevedere differenze nei casi in cui questa sia stata ereditata o sia stata acquistata a prezzo di grandi sacrifici. Anche la definizione di lavori utili è generica e richiama alla mente la non felice esperienza degli LSU. Sempre nel settore dei lavori di utilità sociale, trova incomprensibile la volontà del Governo di coinvolgere nel progetto il Terzo settore, le cui associazioni svolgono da tempo un lavoro meritorio. Quanto poi ai soggetti beneficiari, Salvini e Di Maio escludono gli stranieri, mentre il presidente Fico è di diverso avviso. Anche l'intenzione di erogare il reddito di cittadinanza agli extracomunitari con permesso di soggiorno da almeno dieci anni restringe ulteriormente la platea dei potenziali beneficiari, dal momento che dopo dieci anni di lavoro regolare gli extracomunitari o hanno assunto la cittadinanza italiana o, comunque, non versano in stato di bisogno. Escludere gli stranieri residenti in Italia da meno di dieci anni e in stato di bisogno significa, pertanto, dare al reddito di cittadinanza un significato diverso da quello di strumento universale di lotta alla povertà. Sull'efficacia del nuovo istituto al fine di contrastare efficacemente la povertà, del resto, esprime la sua perplessità, visto anche il livello esiguo di risorse messe in campo. Sarebbe stato quindi preferibile concentrarsi sui soggetti in stato di povertà assoluta, molto meno numerosi e perciò compatibili con il livello di risorse disponibili. Infine, dato il livello di complessità e tecnicismo in gioco, non condivide l'intenzione della maggioranza di affrontare la questione in occasione della prossima legge di bilancio, piuttosto che seguire la procedura legislativa ordinaria, che permetterebbe alle Commissioni di merito di approfondire il tema, anche coinvolgendo i soggetti interessati e gli esperti in materia.
Walter RIZZETTO (FdI), dopo avere preso atto delle ultime cifre ipotizzate dal Ministro dell'economia e delle finanze per la manovra di bilancio, come risulta dai lanci di agenzia, si richiama a quanto Pag. 179riportato dalla collega Serracchiani sull'esperienza del Friuli-Venezia Giulia, e osserva che, nonostante il bilancio sostanzialmente positivo, qualche difficoltà si è evidenziata anche in tale regione per i ritardi, imputabili all'INPS, nel rilascio della certificazione utile ai fini dell'ISEE. Anche il gruppo regionale del Movimento 5 Stelle si è attivato per chiedere la centralizzazione presso gli enti locali delle procedure per l'erogazione della misura di sostegno al reddito, in una regione in cui i centri per l'impiego funzionano bene. In ogni caso, il problema non sono i centri per l'impiego, il problema è la mancanza di lavoro. Il reddito di cittadinanza come strumento di contrasto alla povertà può andare bene in un contesto in cui il livello di disoccupazione è fisiologico e non patologico come in Italia. Non si possono creare milioni di posti di lavoro in un anno. Per concludere, chiede al Governo se siano allo studio ulteriori misure di flessibilità per l'accesso al pensionamento, oltre alla già dibattuta «quota 100», che non risolve effettivamente i problemi creati con la precipitosa approvazione della riforma Fornero.
Davide TRIPIEDI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di parere del relatore. Avverte che, in caso di approvazione della proposta di parere del relatore, la proposta di parere alternativa non verrà posta in votazione.
La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 1).
La seduta termina alle 13.20.
ATTI DEL GOVERNO
Mercoledì 10 ottobre 2018. — Presidenza del vicepresidente Davide TRIPIEDI. – Interviene il sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 13.20.
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2016/2341 relativa alle attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali.
Atto n. 47.
(Seguito dell'esame ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 ottobre 2018.
Davide TRIPIEDI, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore, deputato Amitrano, ha svolto la relazione introduttiva sul provvedimento. Chiede, quindi, ai colleghi se intendano intervenire.
Alessandro AMITRANO (M5S), relatore, rispondendo a quanto richiesto dalla collega Serracchiani nella seduta di ieri relativamente al possibile inserimento nello schema di decreto legislativo di disposizioni in tema di legittimazione ad agire in giudizio, osserva che lo schema di decreto è volto all'attuazione della direttiva europea, che non reca previsioni in merito. Inoltre, per l'attuazione di tale direttiva, la legge di delegazione europea n. 163 del 2017 non ha previsto principi e criteri direttivi ulteriori rispetto a quelli generali indicati all'articolo 1 e, per questo, la direttiva risulta inserita nell'Allegato A alla legge medesima: il Governo è pertanto tenuto ad attenersi strettamente al contenuto della direttiva europea.
Davide TRIPIEDI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.25.
RISOLUZIONI
Mercoledì 10 ottobre 2018. — Presidenza del vicepresidente Davide TRIPIEDI. – Interviene Pag. 180il sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali, Claudio Durigon.
La seduta comincia alle 13.25.
7-00016 Costanzo: Iniziative per la salvaguardia dei livelli occupazionali dell'azienda COMDATA S.p.a.
7-00063 Gribaudo: Iniziative volte a garantire il rispetto degli impegni assunti dall'azienda COMDATA S.p.a., con particolare riguardo alla sede di Pozzuoli.
(Seguito della discussione congiunta e rinvio).
Davide TRIPIEDI, presidente, avverte che la Commissione prosegue la discussione della risoluzione 7-00016 Costanzo, rinviata nella seduta del 3 ottobre 2018. Comunica che, successivamente a tale seduta, è stata presentata la risoluzione n. 7-00063 Gribaudo, che, vertendo sul medesimo argomento, sarà discussa congiuntamente alla risoluzione già all'esame della Commissione.
Chiede, pertanto, all'onorevole Gribaudo se intenda illustrare il contenuto dell'atto di indirizzo di cui è firmataria.
Chiara GRIBAUDO (PD), rinviando a quanto esposto nella seduta dello scorso 3 ottobre, sottolinea che la sua risoluzione riguarda in particolare il sito di Pozzuoli dell'azienda, i cui lavoratori si sono trovati improvvisamente senza le postazioni di lavoro e quindi impossibilitati a svolgere la loro attività, nonostante gli impegni assunti dalla COMDATA. Rileva la disponibilità della regione Campania a reperire i locali per il prosieguo dell'attività ma, a suo giudizio, il vero problema è il prossimo esaurirsi degli ammortizzatori sociali in mancanza di un piano industriale che coinvolga i lavoratori del sito, che, essendo per lo più ultracinquantenni, avranno difficoltà di ricollocazione. Chiede pertanto al Governo l'impegno di porre la massima attenzione su tali situazioni.
Jessica COSTANZO (M5S) rileva che il rientro dalla CIGS dei lavoratori del sito di Ivrea è stato possibile grazie all'aumento delle commesse. A tale proposito, ritiene utile un esame attento dei criteri di concessione degli ammortizzatori sociali, in quanto, in effetti, l'andamento delle commesse alla COMDATA non sembrava giustificare un provvedimento del genere. Anche nel caso di Pozzuoli, la richiesta di integrazione salariale è dipesa non dalla scarsa produttività del sito, ma dallo spostamento ad altre sedi delle commesse. Altro elemento di debolezza su cui sollecita l'attenzione del Governo è la procedura adottata per l'individuazione degli esuberi, che vede i lavoratori in posizione di debolezza nei confronti dell'azienda.
Alessandro ZAN (PD) intende attirare l'attenzione del Governo sul sito di Padova, i cui lavoratori hanno attivato contratti di solidarietà fino a luglio. Vista l'esperienza pregressa, che dimostra lo scarso rispetto di COMDATA per gli impegni assunti, sollecita l'impegno del Governo a monitorare la situazione anche nel sito di Padova, allo scopo di garantire il rispetto degli attuali livelli occupazionali.
Davide TRIPIEDI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.
7-00021 Rizzetto: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».
7-00066 Serracchiani: Iniziative normative urgenti per attuare il nono e definitivo intervento di salvaguardia in favore dei lavoratori cosiddetti «esodati».
(Seguito della discussione e rinvio).
Davide TRIPIEDI, presidente, comunica che la Commissione prosegue la discussione della risoluzione 7-00021 Rizzetto, rinviata nella seduta dello scorso 3 ottobre. Avverte che, successivamente a tale seduta, è stata presentata la risoluzione n. 7-00066 Serracchiani, che, vertendo sul Pag. 181medesimo argomento, sarà discussa congiuntamente alla risoluzione già all'esame della Commissione.
Chiede, pertanto, all'on. Serracchiani, se voglia illustrare il contenuto dell'atto di indirizzo di cui è firmataria.
Debora SERRACCHIANI (PD), ringraziando il collega Rizzetto per lo sforzo profuso nel tentativo, cui il PD intende associarsi, di rimediare ai problemi generati dalla necessità di porre mano in tempi strettissimi alla riforma del sistema pensionistico nel 2011, preannuncia l'intenzione di riformulare la risoluzione per ricomprendere nel provvedimento di salvaguardia anche i macchinisti iscritti al Fondo speciale delle Ferrovie dello Stato, esclusi dai precedenti provvedimenti di salvaguardia a causa di un errore materiale nella stesura delle disposizioni.
Walter RIZZETTO (FdI), condividendo quanto affermato dalla collega Serracchiani, si dice disposto a giungere ad una formulazione unitaria delle risoluzioni presentate, a condizione che vi sia l'accordo di tutti i gruppi.
Debora SERRACCHIANI (PD) preannuncia la disponibilità del suo gruppo verso la soluzione proposta dal collega Rizzetto.
Davide TRIPIEDI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.
La seduta termina alle 13.40.
AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 10 ottobre 2018.
Audizione nell'ambito dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2016/2341 relativa alle attività e alla vigilanza degli enti pensionistici aziendali o professionali (Atto n. 47).
Audizione di rappresentanti della COVIP.
L'audizione informale è stata svolta dalle 15.10 alle 15.35.
Audizione di rappresentanti di Assogestioni.
L'audizione informale è stata svolta dalle 15.35 alle 15.45.
AUDIZIONI INFORMALI
Mercoledì 10 ottobre 2018.
Audizioni nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 294 Meloni, C. 310 Meloni e C. 1071 D'Uva recanti disposizioni per favorire l'equità del sistema previdenziale.
Audizione di esperti in materia pensionistica e di diritto del lavoro.
L'audizione informale è stata svolta dalle 16.45 alle 18.15.
Audizione del Presidente del CNEL.
L'audizione informale è stata svolta dalle 18.15 alle 18.50.
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