SEDE REFERENTE
Martedì 31 luglio 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Intervengono la sottosegretaria di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re, e il sottosegretario di Stato per l'interno, Nicola Molteni.
La seduta comincia alle 10.40.
Variazione nella composizione della Commissione.
Marta GRANDE, presidente, comunica che la deputata Elisa Siragusa, componente del gruppo del Movimento 5 Stelle, è entrata a far parte della Commissione e che la deputata Maria Laura Paxia, membro del medesimo gruppo, ha invece cessato di farne parte.
La Commissione prende atto.
DL 84/2018: Disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici.
C. 1004 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).
La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che la discussione generale presso l'Assemblea del provvedimento in titolo, in scadenza il prossimo 8 settembre, è calendarizzato per venerdì 3 agosto. Ricorda inoltre che il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato in data odierna alle ore 18.
Eugenio ZOFFILI (Lega), relatore, si dichiara onorato di inaugurare il proprio mandato parlamentare assolvendo al ruolo di relatore su un provvedimento che, pur nella essenzialità del suo articolato, fa Pag. 38parte integrante della politica del Governo in carica, che, se da un lato si muove nel solco di accordi conclusi da amministrazioni precedenti, dall'altra si inserisce nel quadro geopolitico contemporaneo con modalità nuove, in discontinuità con il passato, soprattutto per quanto concerne il rapporto con i partner europei e, nello specifico, a salvaguardia dell'interesse nazionale italiano, senza per questo mettere in pericolo accordi internazionali in essere e mancare di rispetto ad altre entità statuali.
Sottolinea che intende assolvere a tale incarico nella qualità di esponente di una forza politica, la Lega, che oggi esprime un ministro dell'interno, Matteo Salvini, che ogni giorno dà prova di coraggio e di determinazione del tutto nuovi alla politica di questo Paese, per la soluzione di una questione oggi divenuta insostenibile sotto tutti i punti di vista, umanitario e sociale innanzitutto, per le persone coinvolte e per i cittadini del nostro Paese.
Rileva che i risultati dell'azione del nuovo Esecutivo si vedono nei fatti. Si riferisce innanzitutto al successo della visita di ieri del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, a Washington, che è stata occasione per rinnovare i profondi e storici legami di amicizia tra il popolo statunitense e quello italiano, per rinsaldare una relazione fondamentale per la sicurezza e la stabilità internazionale nei principali teatri – quali il Mediterraneo, l'Iraq e l'Afghanistan – e per intensificare la cooperazione tra i due Paesi nell'ottica della crescita economica di entrambi. Quanto alla Libia, il risultato è di rilievo storico: l'Amministrazione Trump ha accolto la proposta italiana di cabina di regia sulla Libia e sul Mediterraneo riconoscendo all'Italia il ruolo regionale che le spetta.
Fondamentale è anche il risultato conseguito nei giorni scorsi rispetto alla riconsiderazione del mandato della missione EUNAVFORMED Operazione SOPHIA, richiesta dal Governo italiano al fine di riequilibrare gli accordi raggiunti in passato tra un'Italia poco o nulla tutelata dai suoi governanti nelle sedi europee con interlocutori europei sordi ad ogni richiamo ad una vigilanza comune dei confini. Segnala alla Commissione che la settimana scorsa il Servizio europeo per l'azione esterna ha inviato al Comitato politico e di sicurezza (COPS) dell'UE il tanto atteso documento strategico di revisione di varie missioni, tra le quali EUNAVFORMED Operazione Sophia. Il documento attesta tra le raccomandazioni quella di convenire sulle procedure nei termini indicati dalle conclusioni raggiunte, grazie all'azione dell'attuale Governo, nel Consiglio europeo del giugno 2018. Precisa che venerdì 3 agosto sarà presentata al COPS la proposta della Commissione europea per la revisione del mandato dell'Operazione, nata nel 2015 per contrastare le attività dei trafficanti di esseri umani e che, come noto, prevede che le persone soccorse siano sbarcati in Italia. La proposta sarà avanzata sulla base di un documento strategico che attesta tra le raccomandazioni della Commissione europea per la revisione della missione quella di convenire sulle procedure di sbarco per persone salvate in mare nei termini indicati dalle conclusioni del Consiglio europeo di giugno.
Passando ad illustrare il provvedimento in esame, rileva che, nel solco di un tradizionale impegno dell'Italia per il dialogo con la Libia – testimoniato dalla successione di accordi siglati da diversi governi italiani negli ultimi dieci anni – il decreto-legge in esame muove in una triplice direzione: la prima è assicurare la sicurezza della navigazione nel Mediterraneo, inclusa la corretta gestione delle attuali dinamiche del fenomeno migratorio, con particolare riferimento ai flussi provenienti dalla Libia, attribuendo priorità all'esigenza di contrastare i traffici di esseri umani, nonché alla salvaguardia della vita umana in mare; la seconda è rispondere alla richiesta del governo libico, di assicurare la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici nelle attività di controllo e di sicurezza, nonché assicurando le risorse necessarie Pag. 39per garantirne la manutenzione e lo svolgimento di attività addestrative e di formazione del personale; la terza è contribuire a rafforzare la statualità libica.
Evidenzia che il decreto-legge persegue queste finalità incrementando, per l'anno corrente, la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici, attraverso la cessione a titolo gratuito di dodici apposite unità navali italiane, nonché la fornitura delle risorse necessarie alla manutenzione di tali mezzi e lo svolgimento di specifiche attività addestrative e di formazione per il personale libico.
Ricorda che la messa a disposizione di unità navali italiane alla Libia, della loro manutenzione e dello svolgimento di mirate attività addestrative non è nuova, essendo stata oggetto dei richiamati accordi bilaterali e di cooperazione fra i due Paesi sin dal 2009, nel quadro delle attività volte al controllo ed alla sicurezza dei mari, nonché al contrasto dell'immigrazione irregolare e del traffico di esseri umani.
Tra gli accordi bilaterali sottoscritti in passato, da cui è derivata la sigla di specifici protocolli tecnico-operativi, anche con riferimento alle attività addestrative, richiama il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, firmato a Bengasi il 30 agosto 2008, i cui meccanismi di collaborazione le attuali autorità libiche intendono riattivare.
Sul merito degli specifici contenuti dell'articolato, precisa che il decreto-legge si compone di cinque articoli che dispongono, rispettivamente, in ordine alle cessioni di unità navali alla Libia (articolo 1), alle attività di manutenzione delle unità navali e alla formazione del personale (articolo 2), all'utilizzo degli aeromobili a pilotaggio remoto per il Corpo delle capitanerie di porto – guardia costiera (articolo 2-bis), alla copertura finanziaria (articolo 3) ed alla entrata in vigore del testo (articolo 4).
Più in dettaglio, l'articolo 1, comma 1, del decreto-legge dispone, per le singole componenti delle Forze armate e di polizia, la specifica autorizzazione alla cessione, a titolo gratuito, di dodici unità navali, nonché alla relativa autorizzazione di spesa. È previsto in particolare che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dell'economia e delle finanze siano autorizzati alla cessione a titolo gratuito di 10 unità navali CP, classe 500, fra quelle in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera e di 2 unità navali da 27 metri, classe Corrubia, fra quelle in dotazione alla Guardia di finanza. La cessione avviene conformemente a specifiche intese con le autorità libiche e nel pieno rispetto delle vigenti disposizioni internazionali ed europee in materia di sanzioni. Per il ripristino in efficienza e per il trasferimento delle unità navali dall'Italia alla Libia è autorizzata una spesa complessiva per il 2018 di 1,15 milioni di euro.
L'articolo 2 del decreto-legge stabilisce a sua volta l'autorizzazione ad una spesa complessiva di 1,37 milioni di euro fino al 31 dicembre 2018, per la manutenzione delle singole unità navali cedute e per lo svolgimento di attività addestrativa e di formazione del personale della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici.
L'articolo 2-bis, introdotto con emendamento del relatore e parere favorevole del Governo nel corso dell'esame presso l'Aula del Senato, dispone che con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della difesa, il Ministro dell'interno, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, da emanare, sentito l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono disciplinate le modalità di utilizzo, da parte del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, degli aeromobili a pilotaggio remoto, ai fini dell'attività di ricerca e soccorso e di polizia marittima, nonché per l'espletamento dei compiti d'istituto assegnati al Corpo delle capitanerie Pag. 40di porto – Guardia costiera. All'attuazione di tale articolo si provvede nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
Gli oneri complessivi del provvedimento sono dunque quantificati in 2,52 milioni di euro per il 2018, alla cui copertura l'articolo 3 provvede mediante una corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2018-2020, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, allo scopo utilizzando accantonamenti relativi al Ministero dell'interno, delle infrastrutture e dei trasporti e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. La relazione tecnica allegata al provvedimento offre in dettaglio un prospetto degli oneri, specificando i costi previsti fino al 31 dicembre 2018 per la cessione di unità navali del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera e della Guardia di finanza, nonché per il funzionamento, il ripristino di efficienza, il trasferimento dei mezzi e per le attività addestrative e formative del personale libico; peraltro, a quanto non specificato sin dall'inizio nella relazione tecnica, il Governo ha risposto in maniera puntuale durante l'iter di esame nell'altro ramo del Parlamento, anche in sede consultiva.
Richiama l'articolato e approfondito dibattito svoltosi in Senato, da cui è emersa, pur nelle variegate posizioni, sostanziale convergenza tra la maggioranza e le principali forze politiche di opposizione rispetto ad un provvedimento che certamente offre l'occasione per tematizzare la questione libica nelle sue diverse problematiche, ma che promuove un intervento operativo circoscritto e doveroso. Per tali motivi, nel ringraziare gli Uffici della Camera per l'accurato supporto documentale, auspica un iter di esame approfondito e proporzionato alla serietà del provvedimento che chiediamo di approvare con l'urgenza che il tema merita.
Il sottosegretario Nicola MOLTENI e la sottosegretaria Emanuela Claudia DEL RE si riservano di intervenire successivamente.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) preannuncia che il suo gruppo politico, come già avvenuto nel corso dell'esame al Senato, presenterà due emendamenti, volti ad affrontare due specifiche questioni. Premette che, ad avviso del Partito Democratico, la situazione libica va affrontata nel suo complesso, valutando le attività svolte dalle autorità libiche non solo in mare, ma anche sulla terraferma, nello specifico nei centri dove sono detenuti i migranti. L'interesse dell'Italia si estende alla gestione della complessiva situazione libica e non soltanto di quanto avviene in mare. Richiamando il Memorandum di intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere, siglato nel febbraio 2017 dal Governo Gentiloni con le Autorità della Libia, sottolinea la necessità che siano rispettati tutti i punti del Memorandum stesso. Conseguentemente, il primo emendamento mirerà ad assicurare sostegno ai programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno dell'immigrazione illegale, nonché a garantire l'adeguamento dei centri di accoglienza temporanei in territorio libico e la formazione del personale libico ivi impiegato. Il secondo emendamento mira invece ad assicurare un'adeguata preparazione alla guardia costiera libica in materia di primo soccorso e di tutela dei diritti umani.
Aggiunge che, nelle ultime ore, notizie di stampa riportano che una nave battente bandiera italiana, la Asso 28, avrebbe riportato in Libia 108 migranti soccorsi nel Mediterraneo. Qualora tale notizia fosse confermata, si tratterebbe di una palese violazione della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati, dal momento che nessuno dei migranti riportati a Tripoli, pur essendo formalmente in territorio italiano, ha avuto la possibilità di fare domanda d'asilo, come invece garantito Pag. 41dalla Convenzione. Se le cose sono davvero andare così l'Italia sarebbe imputabile di una grave violazione ed è quindi opportuno verificare chi abbia impartito alla nave l'ordine di fare rotta verso la Libia. Sarebbe dunque opportuno che il Ministro degli interni, che è intervenuto sulla vicenda con una dichiarazione alla stampa, chiarisse se, come avvenuto in circostanze analoghe, anche in questo caso il coordinamento delle operazioni siano stato gestito dall'Italia, come d'altra prevede finora il mandato dell'Operazione Sophia, perché ciò costituirebbe un precedente gravissimo.
Laura BOLDRINI (LEU) sottolinea che la cessione di unità navali alle autorità libiche potrebbe apparire come un gesto di solidarietà verso un Paese in difficoltà, ma il vero obiettivo di questa iniziativa è impedire, con la collaborazione della Libia, che migranti e rifugiati possano giungere in Italia. Tale azione costituisce una palese violazione della Convenzione di Ginevra, di cui l'Italia è firmataria, in particolare dell'articolo 33, relativo al principio di non refoulement, il quale recita che «nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche». Ricorda che il 23 febbraio 2012 la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha condannato l'Italia per i respingimenti dei migranti effettuati a partire dal 2009 e, in conseguenza di questa sentenza, il Governo italiano ha dovuto versare quindicimila euro, a titolo di indennizzo, per ogni migrante respinto. Osserva che nessuno può credibilmente sostenere che la situazione in Libia sia oggi migliore rispetto a quegli anni e coglie l'occasione per fare presente che la sua proposta di missione in Libia, avanzata fin dalle prime sedute di questa Commissione, era proprio finalizzata a conferire maggiore consapevolezza alle deliberazioni alle quali questa Commissione si appresta.
Inoltre, sottopone all'attenzione della Commissione un rapporto della United Nations Support Mission in Libya (UNSMIL) del 12 febbraio 2018, firmato dal Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, e destinato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in base al quale i migranti sarebbero soggetti a «detenzione arbitraria e torture, tra cui stupri e altre forme di violenza sessuale»; nei centri di detenzione della Libia, governativi e non, avverrebbero «rapimenti per estorsione, lavori forzati e uccisioni illegali». Il rapporto riferisce, inoltre, che nei quattro centri di detenzione supervisionati è stato riscontrato un «grave sovraffollamento e terribili condizioni igieniche, i prigionieri erano malnutriti e avevano accesso limitato o nullo alle cure mediche». Infine, il rapporto mette in luce la «condotta spregiudicata e violenta della Guardia costiera libica durante i salvataggi e le intercettazioni in mare».
In aggiunta, al fine di richiamare prese di posizione di autorità italiane, richiama che con sentenza del dicembre 2017 il Tribunale di Milano ha condannato un cittadino somalo che gestiva un centro di raccolta dei migranti nella città libica di Beni Walid, per aver sequestrato centinaia di connazionali, e che «con frequenza quotidiana, prelevava cittadini somali di sesso maschile dal capannone per portarli in una vera e propria «stanza delle torture» sita all'interno del campo, ove venivano torturati attraverso scariche elettriche, frustate, colpi di bastone e di spranghe di ferro, o lasciandoli per ore disidratati sotto il sole». I reati per i quali il cittadino somalo è stato condannato sono omicidio, sequestro di persona in concorso e continuato a scopo estorsivo e violenza sessuale aggravata, anche nei confronti di minori.
A suo avviso, i documenti ufficiali appena richiamati certificano la drammaticità della condizione dei migranti detenuti in Libia e, per questo, il Governo italiano poteva e doveva intervenire presso le autorità libiche per porre fine a queste condotte inaccettabili chiedendo garanzie formali e non semplici rassicurazioni verbali. Pag. 42Oltretutto, se queste sono le condizioni della Libia, è certo che i migranti faranno di tutto pur di non ritornare in Libia. Al contrario, l'Esecutivo sembra interessato solo a dimostrare che «la musica è cambiata», che «la pacchia è finita» e gli sbarchi in Italia si sono drasticamente ridotti.
Preannuncia, infine, che non intende presentare emendamenti al decreto-legge in esame dal momento che il provvedimento è da respingere in blocco e non è migliorabile. Invita i colleghi a riflettere sul fatto che il Governo sta negando, di fatto, il rispetto dei requisiti minimi di sicurezza ai richiedenti asilo in fuga dalla Libia.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che, come convenuto in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, data la delicatezza del contesto libico, la missione in tale Paese avrà luogo nell'opportuno contesto politico, dovendosi scongiurare ogni iniziativa foriera di costi e finalizzata ad un impatto meramente mediatico. Invita, pertanto, i colleghi a formulare, come preannunciato, proposte di lavoro in tal senso.
Laura BOLDRINI (LEU) precisa che intende lasciare alla presidenza della Commissione l'individuazione degli interlocutori da incontrare.
Marta GRANDE, presidente, ribadisce la necessità di stabilire, preliminarmente, la portata e gli obiettivi di una eventuale missione in Libia, consultando, se del caso, altre Commissioni che potrebbero essere coinvolte.
Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) si associa alla richiesta dell'onorevole Boldrini, ricordando che il proprio gruppo ha già avanzato la richiesta di audire, in loco o in videoconferenza, esponenti del Governo libico e del Consiglio nazionale libico.
La sottosegretaria Emanuela Claudia DEL RE esprime apprezzamento per i richiami formulati dai deputati di opposizione intervenuti in materia di diritti umani e per il rispetto della Convenzione di Ginevra e del principio di non refoulement, cui l'Italia si attiene. Aggiunge che la cessione delle unità navali alle autorità della Libia, e il correlato impegno a provvedere alla formazione del personale della Guardia costiera libica, è complementare all'azione di sostegno che il Governo intende proseguire a supporto dell'iniziativa dell'Inviato speciale delle Nazioni Unite in Libia, Ghassan Salamé, per consolidare il quadro istituzionale e rafforzare la credibilità delle autorità libiche, anche attraverso apposite attività di capacity building. Informa la Commissione che sono già state restituite sette motovedette e altre quattro saranno consegnate al termine dei cicli formativi in corso. Dà quindi conto dei circa ventimila salvataggi realizzati dalle autorità libiche nel 2017 e ribadisce che l'impegno dell'Italia è proprio volto a rafforzare la capacità degli interlocutori libici a procedere in questa direzione secondo gli standard internazionali. L'Italia opera in Libia anche a sostegno delle organizzazioni internazionali impegnate nella gestione del fenomeno e dei rimpatri volontari. A tale riguardo, segnala anche le significative risorse che il Governo italiano ha stanziato nell'ambito del Fondo per l'Africa, a favore delle principali organizzazioni internazionali che operano in Libia, ovvero l'Alto commissariato per i diritti umani (UNHCR) e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Si tratta di un percorso che deve essere continuato e migliorato e dichiara fin da ora la disponibilità del Governo rispetto a proposte ed idee che potranno emergere anche da questo dibattito.
Laura BOLDRINI (LEU), nell'esprimere apprezzamento per l'equilibrio dimostrato dalla sottosegretaria Del Re, sottolinea che UNHCR e OIM possono svolgere attività ispettive solo nei centri di detenzione gestiti dalle autorità statali libiche, e non anche in quelli gestiti da privati. Il Governo italiano dovrebbe dunque chiedere al governo libico di garantire a tali organizzazioni Pag. 43la possibilità di essere presenti in tutti i centri di raccolta dei migranti.
La sottosegretaria Emanuela Claudia DEL RE rileva che il Governo intende impegnarsi attivamente su questo fronte, mantenendo un dialogo costante con Salamé e con gli interlocutori istituzionali libici. Tuttavia, permangono seri e concreti ostacoli allo svolgimento delle attività di ispezione da parte delle organizzazioni internazionali, poiché, allo stato attuale, non ricorrono le condizioni minime di sicurezza. Ciò nonostante dichiara un impegno fermissimo da parte del Governo italiano che sta vagliando progetti assai concreti nella direzione auspicata dalla deputata Boldrini e che non intende lasciare nulla di intentato. La cessione delle motovedette rappresenta, pertanto, solo un tassello nell'ambito di un'azione complessiva a sostegno della stabilizzazione libica e dello sforzo virtuoso che l'Italia profondo a favore del lavoro dell'Inviato Salamé.
Il sottosegretario Nicola MOLTENI sottolinea che il dibattito al Senato sul decreto-legge in oggetto è stato improntato a grande collaborazione tra la forza di maggioranza e di opposizione, poiché si tratta di una iniziativa legislativa che pone in linea di continuità gli orientamenti della politica estera italiana nella regione. Si impegna, inoltre, a fornire, se richiesti, i medesimi chiarimenti forniti all'altro ramo del Parlamento sui costi effettivi connessi alla cessione delle unità navali, nonché sulle modalità di formazione della guardia costiera libica e sugli interventi di salvataggio in mare da essa effettuati nel corso del 2018. Con riferimento alle osservazioni del presidente Boldrini, rileva che la situazione in Libia ha registrato significativi progressi negli ultimi mesi, dal momento che le agenzie dell'ONU possono operare sul territorio ed è stata avviata una proficua interlocuzione con tutti i soggetti istituzionali libici, anche grazie alla riapertura dell'Ambasciata italiana a Tripoli.
Laura BOLDRINI (LEU) chiede al sottosegretario Molteni di rivolgersi a lei rispettando l'identità di genere.
Il sottosegretario Nicola MOLTENI aggiunge che il salvataggio delle vite in mare e l'assistenza a tutte le persone in difficoltà è un obiettivo prioritario del Governo, come dimostra la drastica diminuzione delle morti in mare negli ultimi mesi e l'impegno specifico di numerosi esponenti del Governo italiano in carica.
Piero FASSINO (PD), rivolgendosi in particolare al relatore, segnala che l'azione proposta dal Governo non costituisce una novità ascrivibile al cambio di passo impresso alla politica estera dal nuovo Esecutivo: il dossier libico, infatti, è stata una priorità dei Governi degli ultimi dieci anni, almeno a partire dal Trattato di amicizia del 2008 per finire con il citato Memorandum del febbraio 2017. Tutte le iniziative assunte dall'Italia sono state improntate alla lotta contro la tratta degli esseri umani e alle attività di capacity building a beneficio delle autorità libiche. Si associa, inoltre, alla richiesta di chiarimenti sulla vicenda della nave Asso 28 avanzata dalla collega Quartapelle.
La sottosegretaria Emanuela Claudia DEL RE si riserva di approfondire la questione per fornire i chiarimenti richiesti, precisando che si tratta di una vicenda circondata da massima attenzione.
Yana Chiara EHM (M5S), in risposta al collega Fassino, precisa che il decreto-legge in oggetto mira a garantire l'efficienza della guardia costiera libica nelle attività di ricerca e salvataggio in mare ed è dunque finalizzato a salvare vite umane, obiettivo perseguito effettivamente anche in passato. Quanto alla valutazione complessiva della questione libica, va affrontata nella sua complessità, cercando di individuare soluzioni concrete ed efficaci.
Pag. 44Riccardo MAGI (Misto-+E-CD), nel richiamare il carattere burocratico dell'esame svolto al Senato, evidenzia che, come segnalato nella documentazione fornita dagli uffici, il testo di legge è corredato dalla relazione tecnica, ma risulta privo dell'analisi tecnico normativa (ATN) e dell'analisi di impatto della regolamentazione (AIR). Il decreto-legge attiene a questioni serissime e presenta profili di incostituzionalità e di non conformità al diritto internazionale: infatti, le operazioni di salvataggio in mare terminano quando le persone vengono sbarcate non in un porto, ma in un posto sicuro, dove non sia messa a repentaglio la loro sicurezza. Sottolinea che, rispetto al 2008, la situazione in Libia non solo non si è stabilizzata, ma risulta sempre più compromessa: sussiste il rischio concreto di cedere unità navali, magari dotate di armamenti, ad un soggetto che di fatto non esiste, dal momento che ogni città della Libia ha una propria guardia costiera. È positivo che il governo manifesti l'intenzione di riferire alla Commissione dati sull'operato delle autorità libiche. Rileva, inoltre, che il 40 per cento delle persone sbarcate dalla Libia ha ottenuto lo status di rifugiato, e dunque impedire il transito e lo sbarco delle imbarcazioni provenienti dalla Libia equivale a impedire l'esercizio del diritto a richiedere la protezione internazionale. Associandosi alla richiesta dell'onorevole Boldrini, fa presente di aver avanzato egli stesso, in Commissione affari costituzionali, la richiesta di organizzare una missione in Libia, valutando preliminarmente se esistono le condizioni minime di sicurezza. Sarebbe anacronistico verificare l'insussistenza di tali condizioni per una delegazione parlamentare e attestarle, invece, per i migranti e richiedenti asilo.
Marta GRANDE, presidente, ricorda che la richiesta dell'onorevole Magi, formulata in una lettera al Presidente della Camera, è stata portata senza ritardo all'attenzione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione.
Eugenio ZOFFILI (Lega), relatore, precisa di aver verificato che, a conferma del carattere pacifico delle operazioni che si intendono svolgere, alcune delle spese previste dal decreto riguardano proprio l'eliminazione dalle imbarcazioni cedute dell'armamento fisso. Ribadisce che, pur in assenza dell'Analisi tecnico normativa e dell'Analisi di impatto della regolamentazione, il decreto è corredato dalla relazione tecnica e risponde efficacemente all'esigenza di agire con rapidità di fronte all'urgenza del problema migratorio. Con riferimento alle osservazioni del collega Fassino, riconosce senza alcuna difficoltà la continuità dell'azione dei governi sul dossier libico, da Prodi a Gentiloni, passando per il governo Berlusconi.
Paolo GRIMOLDI (Lega) ringrazia la presidente Grande per l'attenzione mostrata nei confronti dei gruppi di opposizione, rilevando che nella scorsa legislatura la maggioranza non ha mostrato analoga correttezza nei confronti dell'allora minoranza.
Marta GRANDE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta.
La seduta termina alle 11.40.
SEDE REFERENTE
Martedì 31 luglio 2018. — Presidenza della presidente Marta GRANDE. — Intervengono la sottosegretaria di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Emanuela Claudia Del Re, e il sottosegretario di Stato per l'interno, Nicola Molteni.
La seduta comincia alle 14.30.
Pag. 45DL 84/2018: Disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici.
C. 1004 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta antimeridiana.
Marta GRANDE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.35.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.35 alle 14.45.