COMITATO PERMANENTE PER I PARERI
Martedì 31 luglio 2018. – Presidenza del presidente Alberto STEFANI.
La seduta comincia alle 10.50.
DL 87/2018: Disposizioni urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese.
Emendamenti C. 924-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere).
Il Comitato inizia l'esame degli emendamenti.
Federica DIENI (M5S), relatrice, rileva come gli emendamenti, trasmessi dall'Assemblea, contenuti nel fascicolo n. 1 non presentino profili critici per quanto attiene al rispetto del riparto di competenze legislative di cui all'articolo 117 della Costituzione e propone pertanto di esprimere su di essi nulla osta.
Stefano CECCANTI (PD) rileva come il testo del decreto-legge licenziato dalle Commissioni competenti in sede referente presenti profili di criticità costituzionali, peraltro evidenziati anche nella documentazione predisposta dagli uffici.
In particolare, osserva come la previsione recata dall'articolo 4-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, in materia di durata massima dei contratti a Pag. 16termine nel settore dell'insegnamento scolastico, si ponga in contrasto con la giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e della Corte costituzionale.
Rileva, inoltre, come l'articolo 11-bis, con il quale è stato trasfuso nel testo del provvedimento il contenuto del decreto-legge 28 giugno 2018, n. 79, in materia di fatturazione elettronica per le cessioni di carburante, presenti aspetti problematici sotto il profilo dell'omogeneità di contenuto.
Ritiene quindi opportuno segnalare tali aspetti nel parere del Comitato.
Alberto STEFANI, presidente, fa presente come in questa fase il Comitato permanente per i pareri sia chiamato a esprimere il parere sugli emendamenti al provvedimento presentati in Assemblea, e non sulle modifiche introdotte dalle Commissioni in sede referente.
Gennaro MIGLIORE (PD) ricorda come si fosse convenuto di chiamare la Commissione ad esprimere un secondo parere sul decreto-legge, avente ad oggetto il testo risultante dagli emendamenti approvati nel corso dell'esame in sede referente.
Alberto STEFANI, presidente, osserva come non si sia fatto luogo all'espressione del secondo parere data la ristrettezza dei tempi, in quanto l'esame in sede referente del provvedimento si è concluso nel tardo pomeriggio di venerdì 27 luglio.
Federica DIENI (M5S), relatrice, si associa alle considerazioni svolte dal Presidente.
Gennaro MIGLIORE (PD), giudicando pretestuose le motivazioni addotte per la mancata espressione del secondo parere, stigmatizza la procedura seguita, ritenendola gravemente scorretta, poiché, venendo meno a quanto convenuto, la Commissione non è stata chiamata ad esprimere il parere sul testo del provvedimento come risultante dall'esame degli emendamenti presso le Commissioni competenti in sede referente.
Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere della relatrice.
La seduta termina alle 10.55.
COMITATO PERMANENTE PER I PARERI
Martedì 31 luglio 2018. – Presidenza del presidente Alberto STEFANI.
La seduta comincia alle 14.30.
DL 84/2018: Disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici.
C. 1004 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e rinvio).
Il Comitato inizia l'esame del provvedimento.
Gianluca VINCI (Lega), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata a esaminare, in sede consultiva, ai fini del parere alla III Commissione Affari esteri, il disegno di legge C. 1004, approvato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 10 luglio 2018, n. 84, recante disposizioni urgenti per la cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici.
In linea generale segnala come le motivazioni della necessità ed urgenza poste a base del ricorso alla decretazione d'urgenza riguardino le seguenti esigenze: assicurare la sicurezza della navigazione nel Mediterraneo, inclusa la corretta gestione delle attuali dinamiche del fenomeno migratorio, con particolare riferimento ai flussi provenienti dalla Libia, attribuendo priorità all'esigenza di contrastare i traffici Pag. 17di esseri umani, nonché alla salvaguardia della vita umana in mare; incrementare, conformemente alle richieste del Governo libico, la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici nelle attività di controllo e di sicurezza attraverso la cessione a titolo gratuito, da parte delle Forze armate e delle Forze di polizia italiane, di unità navali, nonché assicurando le risorse necessarie per garantirne la manutenzione e lo svolgimento di attività addestrative e di formazione del personale.
Passando a illustrare il contenuto del decreto-legge, che si compone di 4 articoli, l'articolo 1 dispone la cessione, a titolo gratuito, al Governo libico, di 12 unità navali, al fine di incrementare la capacità operativa della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici nelle attività di controllo e di sicurezza per il contrasto dell'immigrazione illegale e della tratta di esseri umani.
Più in dettaglio, il comma 1 autorizza le singole componenti di Forze di Polizia e di Forze Armate alla cessione a titolo gratuito al Governo libico, con contestuale cancellazione dai registri inventariali e dai ruoli speciali del naviglio militare dello Stato, di motovedette fino a un massimo rispettivamente di 10 unità navali CP, classe 500, fra quelle in dotazione al Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera e di 2 unità navali, da 27 metri, classe Corrubia, fra quelle in dotazione alla Guardia di finanza.
Il comma 2 reca l'autorizzazione di spesa per la copertura degli oneri derivanti dal ripristino in efficienza e dal trasferimento delle unità navali cedute, per un importo pari complessivamente a 1.150.000 di euro per l'anno 2018 di cui 695.000 euro in favore del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in relazione alle 10 motovedette CP in dotazione alla Guardia costiera (come precisato nella relazione tecnica per tali unità navali sono previsti interventi di manutenzione correttiva finalizzati a ripristinare la perfetta efficienza, con cancellazione della livrea, per 500.000 euro, a questi si aggiungono gli oneri per il trasferimento delle unità navali in Libia e per il personale della Guardia costiera da impiegare per tale operazione – 195.000 euro per il funzionamento delle citate unità navali sono stati calcolati sulla base della tabella di onerosità per ora di navigazione); e 455.000 euro in favore del Ministero dell'economia e delle finanze in relazione alle 2 unità in dotazione al Corpo della Guardia di finanza (la relazione tecnica quantifica in circa 430.000 euro gli oneri per gli interventi di manutenzione correttiva finalizzati a ripristinarne la perfetta efficienza e l'adeguamento strutturale incluso il cambio della livrea esterna e lo sbarco dell'armamento fisso e di tutte le strumentazioni-dotazioni classificate, più ulteriori 25.000 euro per il trasferimento delle unità navali in Libia).
L'articolo 2 autorizza, per l'anno 2018, la spesa di complessivi 1.370.000 euro per garantire la manutenzione delle singole unità navali cedute e per lo svolgimento di attività addestrativa e di formazione del personale della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici, al fine di potenziarne la capacità operativa nel contrasto all'immigrazione illegale e alla tratta di esseri umani.
La spesa autorizzata per il Ministero delle infrastrutture è pari a 800.000 euro.
Più in dettaglio, la spesa per la formazione e l'addestramento a cura della Guardia Costiera italiana è quantificata in 300.000 euro. A questi si aggiungono gli oneri di manutenzione ovvero di supporto logistico da assicurare in territorio libico fino alla fine del 2018 e nell'attesa che la componente manutentiva libica acquisisca le necessarie capacità tecniche (500.000 euro).
Per quanto riguarda la spesa autorizzata per il Ministero dell'economia e delle finanze essa è pari a 570.000 euro.
Per l'attività addestrativa relativa alla cessione delle due unità navali da 27 metri della classe Corrubia, demandata alla Guardia di finanza, i costi complessivi Pag. 18sono stimati in 400.000 euro per l'addestramento dei due equipaggi, composti da 14 unità ciascuno. Per la formazione si prevede un corso, da svolgere presso la Scuola nautica del Corpo di Gaeta, della durata di tre settimane per 28 frequentatori più due tutor. A ciò si aggiungono i costi di gestione manutentiva stimati in 170.000 euro.
L'articolo 2-bis, introdotto dal Senato, demanda a un decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della difesa, il Ministro dell'ambiente e il Ministro delle politiche agricole, sentito l'Ente nazionale per l'aviazione civile, la disciplina delle modalità di utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto (cosiddetti droni) da parte del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera per lo svolgimento di attività di ricerca e soccorso e polizia marittima.
La norma specifica che l'attuazione di tale previsione avviene senza oneri aggiuntivi, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.
L'articolo 3 reca la copertura finanziaria del provvedimento, disponendo che agli oneri derivanti dagli articoli 1 e 2 del decreto-legge, pari complessivamente a circa 2.520.000 euro, per l'anno 2018, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del Fondo speciale di parte corrente iscritto dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2018, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'Interno per 900.000 euro, l'accantonamento relativo al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per 389.000 euro, l'accantonamento relativo al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale per 1.231.000 euro.
Per quanto riguarda il rispetto delle competenze legislative costituzionalmente definite rileva come le disposizioni di cui agli articoli 1 e 2, comma 1, riguardanti rispettivamente la cessione di unità navali italiane al Governo libico e la loro manutenzione, sono riconducibili alla materia politica estera e rapporti internazionali dello Stato, di competenza esclusiva statale (ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera a), della Costituzione).
La disposizione di cui all'articolo 2-bis, comma 1, introdotta durante l'esame al Senato, è invece riconducibile alle materie di cui all'articolo 117, secondo comma, lettere a) (politica estera), b) (immigrazione) e d) (difesa e Forze armate), della Costituzione, di competenza esclusiva dello Stato.
Con riferimento invece ai presupposti politici del decreto-legge, richiama il Trattato di Amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria libica popolare socialista firmato a Bengasi il 30 agosto 2008, il quale regola un ampio spettro di rapporti con la Libia, con l'intento di porre fine al contenzioso derivante dall'epoca coloniale e di gettare le basi per un nuovo partenariato bilaterale. In particolare l'articolo 19 del Trattato è volto a rafforzare la collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina. Per contrastare l'immigrazione clandestina, le Parti promuovono la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche da affidare a società italiane in possesso delle necessarie competenze tecnologiche. Il costo dell'operazione sarà per metà a carico dell'Italia e per l'altra metà verrà chiesto il contributo dell'Unione europea, sulla base di precedenti intese tra quest'ultima e la Libia.
Rileva inoltre come, sempre in materia di contrasto all'immigrazione clandestina, in data 29 dicembre 2007 fosse stato siglato un Protocollo tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, accompagnato in pari data da un Protocollo aggiuntivo tecnico-operativo siglato in data 29 dicembre 2007 che prevedevano un pattugliamento congiunto con la cessione in uso di motovedette, nonché attività di addestramento, formazione, assistenza e manutenzione dei mezzi, cui è Pag. 19seguito un Protocollo aggiuntivo tecnico-operativo siglato il 29 dicembre 2009.
Nell'era post gheddafiana, il primo impegno a rafforzare il legame di amicizia e collaborazione tra i due Paesi è consistito nella sottoscrizione il 21 gennaio 2012 della Dichiarazione di Tripoli da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti e del premier del Consiglio nazionale di Transizione, al-Keib, la quale assicurava il sostegno politico del nostro Paese al processo di pacificazione nazionale. Successivamente, il Memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato di Libia e la Repubblica italiana (firmato dal Presidente del Consiglio presidenziale Sarraj ed il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Roma il 2 febbraio 2017), è intervenuto a definire i comuni impegni in vista della stabilizzazione della Libia e del governo dei flussi di migranti clandestini e di contrasto ai traffici illeciti.
Con tale Memorandum le Parti si sono in particolare impegnate ad avviare iniziative di sostegno alle istituzioni di sicurezza e militari al fine di arginare i flussi di migranti illegali. L'Italia si impegna inoltre a fornire supporto tecnico e tecnologico alla Guardia di frontiera e alla Guardia costiera del Ministero della Difesa e agli organi e dipartimenti competenti presso il Ministero dell'Interno libici, nonché a fornire sostegno e finanziamento a programmi di crescita nelle regioni colpite dal fenomeno dell'immigrazione illegale. Le Parti si impegnano altresì a completare il sistema di controllo dei confini terrestri del sud della Libia secondo quanto previsto dal citato articolo 19 del Trattato di Amicizia, nonché all'adeguamento e finanziamento dei centri di accoglienza temporanei in territorio libico e alla formazione del personale libico ivi impiegato.
Formula quindi una proposta di parere favorevole con talune premesse (vedi allegato 1).
Alberto STEFANI, presidente, nessuno altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani, nel corso della quale sarà posta in votazione la proposta di parere formulata dal relatore.
La seduta termina alle 14.35.
ATTI DEL GOVERNO
Martedì 31 luglio 2018. — Presidenza del presidente Giuseppe BRESCIA. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Stefano Candiani.
La seduta comincia alle 14.35.
Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2017/853 che modifica la direttiva 91/477/CEE, relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi.
Atto n. 23.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).
La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 26 luglio.
Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che il relatore, Vinci, ha formulato sullo schema di decreto legislativo una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 2), la quale è stata già trasmessa informalmente via mail a tutti i componenti della Commissione nel pomeriggio di ieri.
Informa inoltre che il gruppo FI ha formulato una proposta alternativa di parere (vedi allegato 3) sullo schema di decreto legislativo (anch'essa trasmessa informalmente via mail a tutti i componenti della Commissione nel pomeriggio di ieri), la quale sarà posta in votazione solo qualora fosse respinta la proposta di parere del relatore.
Gianluca VINCI (Lega), relatore, raccomanda l'approvazione della sua proposta di parere.
Gennaro MIGLIORE (PD) sottolinea come dalla proposta di parere emerga la volontà del relatore di attenuare la finalità del controllo sull'acquisizione e la detenzione delle armi contenuta perseguita dalla direttiva e dallo schema di decreto legislativo in esame. Fa riferimento, ad esempio, alle osservazioni contenute alla lettera a), con le quali si chiede al Governo di rivalutare la previsione del divieto di vendita armi comuni da sparo per corrispondenza e per contratto a distanza, osservazioni che, a suo avviso, contraddicono le finalità della direttiva.
Fa notare inoltre che nella sua proposta di parere il relatore ha tenuto conto esclusivamente di taluni degli spunti offerti dai soggetti auditi, accogliendo in particolar modo i suggerimenti proposti dai rappresentanti dei produttori delle armi, i quali, a suo avviso, sono peraltro intervenuti in un campo, quello della pubblica sicurezza, nel quale non risultano competenti. Osserva al riguardo come il legislatore, nel dare attuazione alla direttiva in esame, sia chiamato a perseguire l'obiettivo della pubblica sicurezza e non certo gli interessi di alcuni settori economici.
Esprime altresì perplessità sull'osservazione recata dalla lettera c), laddove il relatore segnala l'opportunità che lo schema di decreto mantenga in capo al Ministero dell'Interno, e non all'Autorità di pubblica sicurezza a livello provinciale, la facoltà di determinare il numero massimo di munizioni acquistabili nel periodo di validità della licenza di porto d'armi: al riguardo ritiene infatti che tale indicazione della proposta di parere riduca il grado di sicurezza per lo svolgimento di talune attività ricreative, anche nell'ambito di poligoni privati, trascurando talune differenziazioni presenti nei territori.
Soffermandosi poi sull'osservazione di cui alla lettera g), con riferimento alla previsione dell'obbligo, in capo al soggetto che richiede il nulla osta alla detenzione di armi o la licenza di porto d'armi, di produrre una dichiarazione sostitutiva, ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, con la quale si informano di tale detenzione i conviventi maggiorenni, non comprende per quale ragione il relatore sia favorevole ad una soppressione della disposizione. Ritiene infatti che la previsione recata dal provvedimento sia volta a salvaguardare la sicurezza dei familiari conviventi, giudicando sbagliato proporne la soppressione. Fa notare, quindi, come il tema della sicurezza di coloro che convivono con i titolari di porti d'armi non sia da sottovalutare – anche alla luce di taluni drammatici episodi balzati di recente agli onori delle cronache – coinvolgendo anche la questione delle violenze di genere. Si dichiara fortemente contrario dunque alla soppressione di tale norma.
Chiede pertanto al relatore un supplemento di riflessione, al fine di rivalutare le osservazioni recate dalle lettere a), c) e g) della sua proposta di parere.
Emanuele PRISCO (FdI) si augura che il provvedimento in esame recepisca pedissequamente e in modo asciutto la direttiva di cui si propone il recepimento – la quale peraltro, a suo avviso, già presenta un contenuto altamente dettagliato – senza introdurre, in aggiunta, taluni vincoli normativi inutili, che rischierebbero di irrigidire settori economicamente importanti, legati alla produzione della armi o allo svolgimento di determinate attività sportive. Chiede quindi al relatore di tramutare in condizioni alcune delle sue osservazioni, che giudica pertinenti, al fine di fornire al Governo una indicazione più precisa e stringente circa le modifiche da apportate al testo dello schema di decreto. Invita maggiore attenzione nel recepimento di norme europee, al fine di evitare l'adozione di norme incongrue.
Andrea GIORGIS (PD) rileva come la proposta di parere formulata dal relatore sembri essere espressione di un'impostazione in virtù della quale l'esercizio della Pag. 21funzione consultiva della Commissione deve fondarsi su valutazioni esclusivamente giuridiche. Richiama al contrario l'attenzione, come ha già fatto in precedenti occasioni, sull'esigenza di non ridimensionare tali funzioni della Commissione, configurandole esclusivamente come una sorta di giudizio preventivo di legittimità costituzionale, bensì di considerarle volte all'espressione di un giudizio politico.
Quanto alla proposta di parere formulata dal relatore, critica, in particolare, l'osservazione di cui alla lettera a), nella quale si chiede sostanzialmente di operare un'attenuazione del divieto di vendita di armi per corrispondenza e per contratto a distanza, con la motivazione che tale divieto non è previsto dalla direttiva: osserva al riguardo come, a suo avviso, alla base di tale osservazione non vi sia tanto l'esigenza di recepire puntualmente la direttiva, quanto una ben precisa scelta politica, che giudica del tutto inopportuna nell'attuale momento storico.
Giudica parimenti inopportuna, anche in un'ottica di prevenzione degli episodi di violenza domestica, l'osservazione di cui alla lettera g), nella quale si chiede la soppressione dell'obbligo, in capo al soggetto detentore di un'arma, di informarne i conviventi.
Ricorda inoltre come nell'ordinamento dell'Unione europea la direttiva, al contrario del regolamento, non sia immediatamente applicabile, ma necessiti di atti di recepimento, nell'adozione dei quali gli Stati membri dispongono di un margine di discrezionalità politica, ritenendo quindi sbagliata la decisione di rinunciare all'esercizio di tale discrezionalità.
Esprime conclusivamente dissenso e preoccupazione per la scelta, di cui la maggioranza si assume la responsabilità, di dare applicazione alla direttiva con modalità tali da facilitare la detenzione di armi, rimuovendo o attenuando i vincoli volti a prevedere opportune cautele e garanzie in materia.
Maurizio CATTOI (M5S) auspica che nella sua proposta di parere il relatore includa il riferimento all'esigenza di attribuire centralità al Ministero dell'interno e al Dipartimento della pubblica sicurezza nel controllo di attività legate all'acquisto, alla vendita, alla circolazione e alla detenzione delle armi, in conformità con la finalità della direttiva, che è quella di garantire la tracciabilità della armi. In tale contesto giudica dunque fondamentale dare centralità al sistema di pubblica sicurezza, anche per quanto concerne il controllo dell'ingresso di armi nel Paese.
Quanto all'introduzione del divieto di vendita di armi comuni da sparo per corrispondenza e per contratto a distanza, ritiene opportuno non lasciare che tale settore risponda unicamente alla dinamiche del mercato, suggerendo di prevedere opportune forme di controllo.
Soffermandosi sull'osservazione recata dalla lettera e) della proposta di parere, esprime talune perplessità, giudicando corretto il riferimento alle armi «diverse dalle armi da fuoco» contenuto all'articolo 12, comma 2, lettera c), dello schema di decreto, disposizione, che, a suo avviso, aumenta il grado di sicurezza rispetto all'utilizzo di talune armi – come le armi ad aria compressa – le quali, sebbene non siano «da fuoco», presentano un elevato rischio per i cittadini.
Ritiene inoltre opportuno che il relatore, nella sua proposta di parere, faccia riferimento all'esigenza di implementare i sistemi informatici – pur invitando il Governo a prestare attenzione circa l'utilizzo di dati sensibili – in sinergia con il Servizio sanitario nazionale, al fine di una migliore circolazione di informazioni sanitarie, che rivelino, ad esempio, la sussistenza di eventuali patologie psichiche nei detentori di armi, in ottica di una migliore sicurezza per la collettività.
Ricollegandosi all'articolo 3, comma 1, lettere c) ed e), dello schema di decreto, in relazione all'obbligo di comunicazione ai conviventi maggiorenni circa la detenzione di armi, ritiene possa essere opportuna un intervento chiarificatore della norma, purché non si disconoscano forme di autocertificazione in relazione a tale possesso. Pag. 22
Si riserva, in ogni caso, di formulare al relatore talune indicazioni più dettagliate, in vista di un miglioramento della sua proposta di parere.
Gianluca VINCI (Lega), relatore, ritiene che nel dibattito odierno siano emerse talune inesattezze, che richiedono un chiarimento.
Evidenzia innanzitutto come la sua proposta di parere non intenda in alcun modo allargare le maglie della normativa in materia di controllo sull'acquisizione e sulla detenzione di armi, rilevando come si tenda piuttosto a rendere più stringenti i campi di applicazione delle norme in materia. Soffermandosi, ad esempio, sull'osservazione di cui alla lettera a) della proposta, fa notare che essa, se accolta, non porterà a particolari novità in materia di vendita armi comuni da sparo per corrispondenza e per contratto a distanza, in conformità al quadro normativo già esistente.
Svolgendo poi talune considerazioni sulla discrezionalità del legislatore in relazione alle modalità di recepimento della direttiva, fa notare che essa incontra un limite di esercizio rappresentato dal criterio di delega recato dall'articolo 32 della legge n. 234 del 2013, laddove si prevede che gli atti di recepimento di direttive dell'Unione europea non possono prevedere l'introduzione o il mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive stesse.
Quanto all'osservazione di cui alla lettera g) della proposta di parere, fa notare come essa sia volta a mettere in rilievo la genericità della disposizione relativa all'obbligo di comunicazione ai conviventi della detenzione di armi, chiedendone la soppressione, tenuto conto peraltro che tale obbligo di informazione ai conviventi già esiste, richiedendo semmai una regolamentazione più organica.
Si riserva, in ogni caso, di valutare i rilevi espressi sulla sua proposta di parere, ritenendo quindi preferibile non procedere nella seduta odierna alla votazione della stessa proposta di parere.
Giuseppe BRESCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta da convocare nella giornata di domani, nel corso della quale sarà posta in votazione la proposta di parere formulata dal relatore.
Avverte quindi che la riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, che avrebbe dovuto aver luogo ora, dovrà tenersi in un momento successivo, in considerazione dell'imminente avvio delle votazioni in Assemblea.
La seduta termina alle 15.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Martedì 31 luglio 2018.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 21.45 alle 22.
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