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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (Vedi RS)

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

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  La seduta comincia alle 11.

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Missioni. (Vedi RS)

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Missioni.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono ottantotto.

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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Battelli, Benvenuto, Brescia, Carfagna, Colletti, Colucci, Covolo, D’Incà, Delmastro Delle Vedove, Dieni, Ehm, Gregorio Fontana, Frusone, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Liuzzi, Lorefice, Lorenzin, Losacco, Molinari, Saltamartini, Sarti, Schullian, Sisto, Vito e Zennaro sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

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Sull'ordine dei lavori. (Vedi RS)

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Sull’ordine dei lavori.

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  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati GENNARO MIGLIORE (PD) (Vedi RS) e FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS) e ROBERTO SPERANZA (LEU) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

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GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, intervengo sull’ordine dei lavori a seguito di una visita che, insieme ad una delegazione del Partito Democratico, ho fatto nella città di Siracusa nei pressi dell’avvenimento che in questo momento sta monopolizzando l’attenzione e, soprattutto, le preoccupazioni di tanti italiani e di tanti europei. Parliamo della crisi dei quarantasette naufraghi, in questo momento, di fatto, impediti ad essere rilasciati sulla Sea Watch 3 e parliamo anche del comportamento del Governo in merito a questa vicenda.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo per associarmi alla richiesta con le motivazioni che ha espresso il collega Migliore. Credo che su questa vicenda debba continuare a prevalere un carattere umanitario e, ovviamente, la nostra speranza è che nella giornata di oggi si possa finalmente mettere la parola “fine” su questa pagina assolutamente vergognosa della nostra storia di tolleranza e di accoglienza. Credo che vi sia la necessità di avere questi chiarimenti che noi, a più riprese, abbiamo cercato anche su un altro fronte, ossia sul confine di competenze e responsabilità tra Ministero dell’interno e Ministero dei trasporti in ordine, quindi, ad una annunciata, strombazzata, propagandata chiusura dei porti, a cui non ha mai fatto seguito nessun atto amministrativo conseguente. Quindi, di fatto, i nostri porti non sono mai stati chiusi, nonostante gli annunci, le interviste e le dirette Facebook. Credo che, attorno a tutta questa questione, vi sia la necessità di avere un approfondimento e, quindi, aggiungeremo, oltre agli aspetti che sono stati ricordati dal collega Migliore, anche un chiarimento che chiediamo al Ministro Salvini e al Ministro Toninelli proprio in ordine alle competenze e alle responsabilità che si incrociano, ovviamente, anche con quelli della gestione della struttura di coordinamento dei soccorsi in mare della Guardia costiera italiana.

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ROBERTO SPERANZA (LEU). Grazie, Presidente. Anche io, sull’ordine dei lavori, voglio fare una richiesta urgente di informativa al Ministro del lavoro per quanto sta avvenendo in questi giorni. È notizia di ieri la morte di un giovane barese di ventiquattr’anni, che è precipitato lavorando presso la sua azienda in provincia di Bari da un capannone che era alto quindici metri. I dati INAIL certificati nella giornata di ieri sono davvero drammatici: ci dicono che ci sono, dall’inizio del 2018 alla fine del 2018, 1.133 morti sul lavoro. Stiamo parlando di tre morti ogni giorno: ogni giorno che passa, in Italia, ci sono tre morti sul lavoro. Io credo che siamo di fronte ad un’emergenza senza precedenti: il dato del 2018 è 10 per cento in più del dato 2017 e c’è bisogno di un intervento fortissimo.

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PRESIDENTE. La ringrazio, collega Speranza. Riporterò anche questa richiesta al Presidente Fico per la valutazione di competenza con il Governo. Peraltro - lo dico ai colleghi anche del Partito Democratico, oltre a quelli del gruppo di LEU -, oggi è prevista una Conferenza dei capigruppo alle ore 14, se non ricordo male, e quella è la sede opportuna per ribadire le vostre richieste.

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  La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,25.

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Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: D'Uva ed altri: Modifiche all'articolo 71 della Costituzione, in materia di iniziativa legislativa popolare, e alla legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1 (A.C. 1173-A); e delle abbinate proposte di legge costituzionale: Ceccanti ed altri; Ceccanti ed altri; Elisa Tripodi ed altri; Magi (A.C. 726-727-987-1447). (Vedi RS)

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Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale: D'Uva ed altri: Modifiche all'articolo 71 della Costituzione, in materia di iniziativa legislativa popolare, e alla legge costituzionale 11 marzo 1953, n. 1 (A.C. 1173-A); e delle abbinate proposte di legge costituzionale: Ceccanti ed altri; Ceccanti ed altri; Elisa Tripodi ed altri; Magi (A.C. 726-727-987-1447).

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(Ripresa esame dell'articolo 1) (Vedi RS)

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(Ripresa esame dell’articolo 1 - A.C. 1173-A)

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  I deputati GIUSEPPE BRESCIA (M5S) (Vedi RS), Presidente della I Commissione SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), GIORGIO MULÈ (FI) (Vedi RS), FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS), GUIDO GERMANO PETTARIN (FI) (Vedi RS), ANDREA COLLETTI (M5S) (Vedi RS), ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), RICCARDO ZUCCONI (FDI) (Vedi RS), STEFANO CECCANTI (PD) (Vedi RS) e ALESSIA MORANI (PD) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.79 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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GIUSEPPE BRESCIA, Presidente della I Commissione. Grazie, Presidente. Brevemente, soltanto per dire che ieri abbiamo assistito…

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SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Intanto un consiglio al presidente Brescia, visto che è un presidente di Commissione, e tra l’altro il presidente della I Commissione: sarebbe il caso che gli interventi per guadagnare tempo li facesse fare a qualche altro collega, magari ai responsabili d’Aula del suo gruppo, anziché farli lui, perché un presidente di Commissione dovrebbe intervenire quando il dibattito lo richiede e magari cercare di avere delle posizioni il più possibile comprensive e di garanzia rispetto alla posizione stessa. Liberissimo lui di intervenire, ma poi nel contenuto degli interventi che fa dovrebbe essere consequenziale. Il presidente Brescia lamenta l’atteggiamento distratto e spera che tutti partecipino alla discussione: ecco, ci possiamo unire anche noi a questa speranza, visto che abbiamo ascoltato lui, l’onorevole Dadone e la collega Corneli nella giornata di ieri e forse l’altro collega del MoVimento 5 Stelle, ma nessun altro, né della Lega, né del MoVimento 5 Stelle ha pensato bene di intervenire.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Per il suo tramite, volevo rivolgermi al presidente Brescia, perché ho trovato il suo intervento onestamente sgradevole nei rapporti che ci devono essere tra la maggioranza e le forze di opposizione. Non l’ha fatto - credo per un gesto di bon ton istituzionale il collega Baldelli - ma lo farò io: non si può definire noioso anche un solo emendamento presentato da un gruppo di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e chiedo al presidente Brescia formalmente che non si ripeta un simile atteggiamento, è sbagliato da un punto di vista istituzionale. I gruppi di opposizione scelgono, nei limiti e nelle forme consentite dal Regolamento, di intervenire. Noi abbiamo scelto altre forme, abbiamo ridotto molto il numero di emendamenti, ma rispetto anche la posizione dei colleghi di Forza Italia.

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EMANUELE FIANO (PD). La ringrazio, Presidente. Io credo che il presidente Brescia dovrebbe scusarsi non solo con le opposizioni, ma con tutta l’Aula, per le ragioni che hanno qui già espresso l’onorevole Baldelli e l’onorevole Fornaro.

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GIORGIO MULE' (FI). Presidente, grazie. Noi stiamo discutendo della legge più sacra che abbiamo: la Costituzione. Ora, il fatto che il presidente Brescia ritenga di trasferire all’Aula quello che non è un giudizio di merito, ma è un giudizio che risiede in una sua sensazione, cioè la noia che lui ha provato rispetto agli emendamenti, che ieri abbiamo discusso, di Forza Italia, descrive l’atteggiamento di totale disprezzo che si ha nei confronti delle opposizioni e di quest’Aula.

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FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Era evidente che, prima o poi, il profilo o il tentativo di mantenere un profilo istituzionale da parte del presidente della Commissione affari costituzionali sarebbe venuto meno. Gli sforzi che hanno fatto sono stati tremendi, nel tentativo di comprendere che stavamo trattando una riforma costituzionale e, alla fine, si sbotta e si capisce qual è l’intendimento, cioè l’ostruzionismo quando si parla di riforma costituzionale, di revisione di norme costituzionali, di leggi popolari, di norme che sono state il portato di una storia che voi non conoscete, di una storia che fa parte di questo Paese e che voi non siete in grado e non avete il diritto di riformare come la state riformando.

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GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale. Io sono contento di aver sentito l’intervento del presidente Brescia, perché è un “come volevasi dimostrare”: come volevasi dimostrare che tutto ciò che è messo in piedi è frutto di una riserva mentale; l’unico obiettivo che questo progetto di legge ha è minare la nostra Costituzione, riuscire a mettere in piedi una ridicola riforma che prevede uno strumento assolutamente alieno rispetto alla nostra Costituzione, per poi dar modo alla legge ordinaria, con le maggioranze che loro hanno in mano, di stravolgere totalmente il nostro ordinamento. Minatori della Costituzione, guastatori della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

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ANDREA COLLETTI (M5S). Presidente, sentirmi dire da deputati di Forza Italia che la maggioranza o noi non abbiamo il diritto di presentare una riforma che allarga le maglie della partecipazione popolare lo ritengo abbastanza indegno, soprattutto da esponenti di un partito che hanno votato le peggiori porcate in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), bocciate dalla Corte costituzionale; e ricordo anche a quest’Aula che questo Parlamento ha votato anche che una certa Ruby “rubacuori” era, in realtà, la nipote di Mubarak (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

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ENRICO BORGHI (PD). Grazie, Presidente. Dopo questa splendida rappresentazione, da parte dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, del tipico spirito costituente con il quale bisognerebbe mettere mano alla riforma della nostra Carta fondamentale, vorrei ricordare al presidente Brescia che forse lui, in maniera subliminale, ha fatto riferimento ad una categoria, la noia, che è stata l’espressione di uno dei più importanti romanzi del Novecento italiano, di Alberto Moravia, il quale poneva il problema del rapporto con la realtà attraverso la categoria del possesso. Vede, presidente Brescia, innanzitutto la categoria dal possesso è tipicamente borghese e mi meraviglio che voi, i rivoluzionari, i figli del popolo, gli alfieri della crescita dal basso verso l’alto, vi acconciate in una dimensione di questa natura!

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RICCARDO ZUCCONI (FDI). Brevemente, perché non si passi dalla noia di Moravia direttamente alla nausea di Sartre (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d’Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente), direi veramente e richiamerei veramente un po’ tutti, ma soprattutto chi ha più responsabilità, a un atteggiamento consono primo alla materia trattata e poi al rispetto reciproco, perché tirare in ballo e tardeggiare con argomenti di quel tipo non fa bene al Parlamento e all’Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia).

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STEFANO CECCANTI (PD). Il nostro giudizio su questi emendamenti è positivo perché c’è effettivamente un problema di coordinamento con l’inizio dei lavori di ogni Camera, quindi, stando al merito, noi ci schieriamo favorevolmente.

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ALESSIA MORANI (PD). Presidente, grazie. Solo per ricordare a quest’Aula e all’onorevole Colletti che il voto su Ruby, nipote di Mubarak, è stato dato anche dal suo alleato di Governo, la Lega (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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  I deputati GIUSEPPE BRESCIA (M5S) (Vedi RS) e FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.81 Sisto.

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GIUSEPPE BRESCIA, Presidente della I Commissione. Presidente, devo precisare delle cose, perché, ovviamente, non posso assolutamente consentire che mi si dica di essere un maleducato, di avere un atteggiamento scorretto nei confronti delle opposizioni. Non ho fatto mai nessun minimo riferimento solo ai colleghi delle opposizioni: quando faccio un richiamo all’Aula rispetto all’atteggiamento che si deve avere nei confronti delle riforme che stiamo facendo, perché stiamo facendo le riforme della Costituzione, lo faccio in primis ai miei colleghi di partito, in primis a loro e a tutto il resto dell’Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché credo che sia doveroso da parte nostra approcciarci a questa materia con profondo rispetto.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, prendo atto delle dichiarazioni del presidente. Mi consenta di dire che la parola “noioso” credo che non sia assolutamente corretto attribuirla agli emendamenti di chicchessia, maggioranza o opposizione, ma entriamo nel merito e rimaniamo rispetto all’invito del Presidente.

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  Dopo richiami al Regolamento dei deputati ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS) e SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), ai quali rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), i deputati FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS), CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS), STEFANO CECCANTI (PD) (Vedi RS), ERASMO PALAZZOTTO (LEU) (Vedi RS) e SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.81 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

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SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Collega Sisto, diamo la parola collega Baldelli sul Regolamento. A quale articolo si richiama?

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FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Lo ha detto qualcuno: quando ci si occupa di Costituzione, si richiede rispetto non soltanto nei contenuti ma, io dico, anche nel linguaggio perché i contenuti dipendono dal linguaggio: si possono dire le stesse cose in tanti modi, ma è fondamentale che ci sia una legittimazione attiva e delle modalità di espletamento di quella che è la propria posizione. Allora, i presidenti di Commissione – e mi riferisco anche all’onorevole Colletti, che è presidente di una Commissione giurisdizionale in appello - hanno un compito: dare un esempio, un esempio che non è soltanto…

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CARLO FATUZZO (FI). Sono assolutamente favorevole, Presidente, a questo emendamento, ne conosco perfettamente il contenuto. Se fosse per me, discuterei le proposte di legge referendarie e popolari la seconda legislatura dopo quella nella quale si propongono le 500 mila firme, perché considero gravemente dannoso questo provvedimento di legge; ritengo che l’obiettivo vero di questa proposta sia quello di rottamare il Parlamento. Si vogliono i cittadini direttamente in contatto con il Governo. Noi si dovrebbe diventare uno Stato come la Giamahiria libica di Gheddafi: questo è l’obiettivo finale che si legge anche nella decisione di non raccogliere più le firme ai tavolini, di non votare più nelle cabine elettorali, ma di votare premendo un bottone, con la digitalizzazione…

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STEFANO CECCANTI (PD). Il nodo dei margini di tempo di una legislatura che inizia è un nodo serissimo, tant’è che ricordo a tutti che, siccome la legge n. 352 del 1970, in caso di scioglimento anticipato, congela per un anno il referendum abrogativo, il primo scioglimento anticipato, quello del 1972, nacque per vedere se era possibile evitare il referendum sul divorzio. Quindi, non stiamo discutendo di argomenti inutili o sovrastrutturali. Ovviamente, si può discutere della soluzione concreta, e forse la soluzione migliore sarebbe mettere qualche paletto alla legge di attuazione, anziché scrivere una cosa di dettaglio.

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ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Presidente, per ricollegarmi all’ultimo intervento, rispetto a una questione che sembra ovvia dal punto di vista della logica; attraverso lei, vorrei richiamare l’attenzione del presidente Brescia e della relatrice, quantomeno affinché intervengano rispetto a questo punto e dicano se ritengono che il problema esista o meno, visto che il dibattito di merito va fatto su questo, così evitiamo di scadere in altri tipi di dibattiti.

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SIMONE BALDELLI (FI). La ringrazio, Presidente. In questa serie di emendamenti a scalare, il principio che sottende alle proposte è il medesimo, ossia quello di fare in modo che la Camera, che si insedi, possa avere il tempo, quindi un maggior tempo, rispetto ai diciotto mesi inizialmente previsti, per lavorare i testi. Già altri emendamenti hanno affrontato il tema della possibile divisione dei tempi tra una Camera e l’altra e, come ricordava il collega Brescia, sono stati già respinti, ma in questo senso la ratio degli emendamenti è sostanzialmente identica ed è identica nel buonsenso che propone.

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  I deputati FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS) e VALENTINA CORNELI (M5S) (Vedi RS), intervengono sull'emendamento 1.83 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Nella instancabile ricerca della possibilità di raggiungere l’obiettivo di un convincimento in chi ha la fortuna e la pazienza di ascoltare l’opposizione, l’emendamento 1.83 non si discosta dalla struttura degli emendamenti precedenti. Diciamo che, in qualche modo, ha un vantaggio, però, abbrevia il tempo di gestazione della fase iniziale di ciascuna Camera e vorrei che l’Aula riflettesse essenzialmente sul rispetto che questi emendamenti hanno della funzione di ciascuna Camera. In altri termini, l’emendamento riguarda sia la Camera che il Senato, nel rispetto del bicameralismo ratificato dal recente referendum, e si pone essenzialmente il problema, tra l’altro opportunamente esaminato dagli interventi anche dei colleghi che sul precedente emendamento sono intervenuti, della impossibilità di garantire parità di termini a fasi diverse. È una sorta di applicazione indiretta, in qualche modo atipica, dell’articolo 3 della Costituzione, laddove, a parità di condizioni, deve corrispondere il rispetto della diversità di situazioni.

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VALENTINA CORNELI (M5S). Presidente, assolutamente non per entrare nel merito delle polemiche, che non mi interessano, soprattutto vista la solennità di quello che stiamo facendo, però quello che intendeva dire il collega Bressa rispetto agli emendamenti dell’opposizione e quello che a noi è un po’ dispiaciuto e ci mette in una posizione di disappunto, è il fatto che l’onorevole Sisto abbia detto esplicitamente che non vorrebbe mai che uno dei suoi emendamenti venisse approvato. Quindi, questo non mi permetterei mai di dirlo io, è il suo atteggiamento che a noi è sembrato poco collaborativo, a differenza dell’atteggiamento di altri colleghi che, invece, sono sempre molto puntuali.

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  I deputati FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS) e SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.84 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente. Non pensavo che, in quest’Aula, ci fosse anche la necessità di una interpretazione del pensiero altrui; per carità, ne prendo atto e, quando la collega Corneli interpreta il pensiero del presidente Brescia, mi rendo conto che chiosare gli autori è uno sport che, nella critica, ha una sua logica, come anche, Presidente, voglio chiarire il senso dei miei interventi. Mi rendo conto che parlare di ironia, maieutica, sottintesi e paradossi è un linguaggio poco consono all’intelligenza di taluni approcci alla materia, per cui, allorquando ci sono immagini retoriche, anche questo può essere un modo di procedere di difficile comprensione, me ne rendo conto, ma, ciò nonostante, mi atterrò a quelli che sono i parametri dell’abituale lingua italiana e del modo di prospettare le immagini che in qualche maniera appartiene al know-how di ciascuno e al know-how di molti di noi, purtroppo, non di tutti noi. Purtroppo, sì, purtroppo, non di tutti noi.

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SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Mi sembra di tutta evidenza che vi sia la necessità, come è scritto nell’emendamento, che i Regolamenti di Camera e Senato, se si apporta una modifica costituzionale su questo, prendano atto che c’è la fattispecie della proposta d’iniziativa popolare e che c’è la possibilità del Parlamento - per noi nefasta - di concorrere contro 500 mila firme in un tempo prestabilito. E così come per esempio l’articolo 123 prevede la possibilità di una data fissa per i collegati su richiesta del Governo, io credo che bisognerebbe poter realizzare dei meccanismi con tempi certi per il percorso di queste leggi proprio perché forse è il caso, se non si vuole stabilire che metà del tempo dev’essere assegnato a una Camera o, comunque, non più di tre quarti del tempo a una Camera e un quarto all’altra, di garantire un timing tale per cui l’esame in Commissione e l’esame in Assemblea possa avere dei tempi chiari.

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  I deputati FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS) e FABIANA DADONE (Vedi RS), Relatrice per la maggioranza, intervengono sull'emendamento 1.85 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Questo richiamo, presente nella proposta emendativa così formulata: “Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati”, non è pleonastico. Nella prima versione della proposta di legge costituzionale che stiamo discutendo era inserito questo richiamo, in coerenza con il quarto comma dell’articolo 75 della Costituzione, che chiarisce che hanno diritto a partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati a eleggere la Camera dei deputati.

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FABIANA DADONE, Relatrice per la maggioranza. Presidente, mi dispiace ma non ho capito quale sia la motivazione in forza della quale non sarebbe scontato per l’onorevole D’Ettore il fatto che tutti gli aventi diritto ex articolo 48 possano anche essere gli stessi…

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  I deputati ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS), STEFANO CECCANTI (PD) (Vedi RS), GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS), LUIGI MARATTIN (PD) (Vedi RS), SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), ROBERTO SPERANZA (LEU) (Vedi RS), FRANCESCO FORCINITI (M5S) (Vedi RS), GENNARO MIGLIORE (PD) (Vedi RS), FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS), GRAZIANO MUSELLA (FI) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), VALENTINA CORNELI (M5S) (Vedi RS), ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU) (Vedi RS) e EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.152 Magi, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, stiamo per iniziare a discutere una serie di emendamenti particolarmente significativi. Per contribuire a rendere il confronto su di essi e sulla complessiva proposta di riforma il più possibile serio, comprensibile a noi e ai cittadini che cerchiamo di rappresentare, e soprattutto costruttivo, vorrei provare a riassumere le ragioni delle nostre perplessità e il senso delle proposte emendative che abbiamo presentato.

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STEFANO CECCANTI (PD). Penso che, come diceva il collega Giorgis, questo emendamento ci serva perché è il primo degli emendamenti sui limiti di materia, e ci serva quindi a dibattere per non affrontare poi tale argomento in modo frammentario sui successivi.

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GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Questo è il primo emendamento di una serie - come dicevamo - sui limiti di materie della proposta di legge costituzionale. Partiamo con il ricordare che c’è chi della maggioranza, ieri, in riferimento ad un emendamento, ha parlato di abominio giuridico, e oggi, lo ricordiamo, ha parlato addirittura di “porcate”. Mi riferisco solo al primo concetto, a quello dell’abominio giuridico, detto ieri: con questo emendamento e i prossimi, appunto sui limiti di materia, noi vorremmo contribuire a ridurre quello che, a nostro avviso, è il vero abominio giuridico, ovvero l’assenza di limiti di materie sul quesito referendario. Partiamo, per dire questo, dall’assoluta convinzione che non tutte le decisioni possano essere prese con referendum, non si scarica sui cittadini una responsabilità che è della politica e della politica rappresentativa, ovvero di questo luogo, del Parlamento. Non si può con un semplice “sì” o con un semplice “no” decidere su tante materie, su tutto, a prescindere, e men che meno su alcune materie cosiddette sensibili, cruciali, che in questi emendamenti vengono sottolineate, cioè sulla Costituzione, sul rispetto delle minoranze, sulle leggi tributarie e di bilancio, sull’amnistia e l’indulto, sulle ratifiche dei trattati internazionali, sui diritti penali. Un referendum, in sintesi, può integrare, può orientare, può aiutare e indirizzare la politica e la democrazia rappresentativa, ovvero il Parlamento, ma non può assolutamente sostituirsi a questa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica).

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LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, rivolgo un appello molto concreto alla maggioranza e al relatore di maggioranza: state attenti, prestate un supplemento di attenzione, perché se questo emendamento non viene approvato, nei prossimi anni, se questa riforma passa, si rischia seriamente di dover assistere a un referendum sull’abolizione delle tasse, perché tramite la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare che dovesse dire questo e un intervento del Parlamento in senso difforme, alla fine, secondo l’impianto di questa riforma, gli italiani saranno chiamati a votare sull’abolizione tasse. E un referendum del genere ha il problema che il voto individuale non internalizza l’effetto aggregato: a tutti piacerebbe non pagare le tasse, ma nessuno individualmente può internalizzare cosa significherebbe avere un Paese senza gettito fiscale. Quindi, un supplemento di riflessione in più, perché, in un impeto iconoclasta, state creando un danno di cui tutti potremmo pentirci in maniera molto, ma molto seria.

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SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente Rosato. Entriamo in un altro dei macrotemi critici di questa proposta di legge costituzionale, che è quello dei temi sui quali si può o non si può proporre l’iniziativa legislativa. Quello del perimetro dei temi è un argomento che già è previsto sul referendum abrogativo; per quello propositivo c’è ancora più necessità di farlo, anche in forza delle ragioni che il collega professor Ceccanti spiegava prima, nel senso che non si va soltanto a togliere, ma si va ad aggiungere norme che magari richiedono coperture, e che possono intervenire quindi sulla materia tributaria, sulla materia penale e su tante altre materie che, proprio per i princìpi che sono alla base del nostro ordinamento, non dovrebbero essere oggetto di iniziativa popolare. Leggo l’emendamento del collega Magi, che, essendo intervenuto sul complesso, non ha avuto l’occasione egli stesso di poterlo illustrare.

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ROBERTO SPERANZA (LEU). Grazie, Presidente. Penso che su questa riforma costituzionale ci stiamo muovendo su un equilibrio che è molto, molto delicato, e la materia costituzionale dovrebbe portarci alla massima attenzione nella ricerca di un equilibrio. L’equilibrio che dobbiamo ricercare è tra due spinte che io credo non sia facile tenere esattamente insieme, ma questo è lo sforzo, anche di confronto, che il nostro dibattito deve aiutarci a fare.

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FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un punto sicuramente qualificante, perché parliamo dei limiti entro i quali circoscrivere questo strumento che stiamo istituendo. Quindi, è chiaro che l’efficacia di questo nuovo istituto dipenderà dalle cose che noi decideremo che i cittadini potranno o non potranno proporre quando entrerà in vigore.

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GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Devo dire che dall’intervento del collega Forciniti si rappresenta non solo una volontà di azione parlamentare del tutto legittima, ma anche un’intenzione profonda sul come verrà utilizzato questo referendum propositivo.

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FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, è evidente - come diceva il collega Migliore - che, dopo la rappresentazione diretta dell’intento del legislatore con riguardo alla maggioranza, noi sappiamo che voi volete fare leggi di bilancio di iniziativa popolare, leggi tributarie d’iniziativa popolare, cioè la legge di bilancio la presentano…

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GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Io vorrei portare la testimonianza di 8.000 comuni italiani che, nei loro regolamenti e nei loro statuti non prevedono referendum legati a motivi di carattere finanziario o legati agli equilibri di bilancio dei singoli enti. Quindi non si capisce per quale motivo non si possa accettare questo emendamento, visto che già, a parte la Costituzione, i nostri comuni - e mi riferisco anche agli amici della Lega che governano parecchi comuni nel nostro Paese - hanno nel loro Regolamento o nel loro statuto. Quindi, chiedo che questo emendamento possa essere votato in termini favorevoli; è ragionevole, altrimenti si deve pensare che vi sono lobby o gruppi di interesse che vogliono governare al posto di questo Parlamento, cosa che noi già abbiamo ribadito e sottolineato negli interventi precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Rapidamente perché ho solo un minuto, però questo è un punto assolutamente centrale. Rispetto all’intervento del collega Forciniti, io voglio capire qual è l’opinione della relatrice perché faccio un esempio concreto, per essere veloci. Il MoVimento 5 Stelle nella scorsa legislatura presenta la legge sul reddito di cittadinanza e dice ai quattro venti che ci sono le coperture per una spesa di 17 miliardi; voglio capire, se quella legge fosse stata presentata con la raccolta di 500.000 firme, sarebbe stata ritenuta, nella vostra interpretazione, ammissibile, oppure no? Qui riporto una questione che poi andremo a sviscerare - spero - nei prossimi emendamenti in maniera più compiuta. Il tema è: chi decide la correttezza delle coperture? Dire che una legge di spesa deve avere le coperture è un conto, ma chi decide la congruità? Nel procedimento ordinario c’è la cosiddetta bollinatura da parte della Ragioneria, ma in questa procedura chi decide la correttezza delle coperture?

PAGINA: 0025

VALENTINA CORNELI (M5S). È stata interpellata la relatrice, però provo io a chiarire i dubbi ed eventualmente interverrà anche lei. Allora, sicuramente ci sono dei fraintendimenti perché ho sentito citare dal collega le leggi di amnistia e di indulto, le leggi di bilancio. No! E’ scritto nella lettera della legge chiaramente che tutte le leggi ad iniziativa riservata, come la legge di bilancio, non possono essere oggetto di proposta popolare.

PAGINA: 0025

ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Vorrei che usassimo un po’ la testa tutti - lo dico con grande rispetto - perché questa risposta non ha alcun senso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Quando una legge viene approvata da questo Parlamento attraverso diversi strumenti - e non ultimo la bollinatura della Ragioneria generale - i conti in qualche modo trovano una conferma, quindi il processo legislativo principe ha questi strumenti di controllo interni. Di fronte a una proposta di legge di iniziativa parlamentare non si può affidare alla Corte costituzionale questo compito, dato che non ha né le capacità, né le competenze e non è lo strumento adatto. Quindi alla domanda va data una risposta seria, non una propaganda da due soldi, perché così non costruiamo una Costituzione più democratica, ma solo un vestito di Arlecchino, che finisce per rendere più fragile l’ordinamento del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PAGINA: 0025

EMANUELE FIANO (PD). Scusi, Presidente, proprio quello che ha detto la collega poc’anzi - e cioè che la Corte costituzionale valuterà, esulando dai compiti che fino adesso le abbiamo consegnato, cioè della verifica di coerenza con il testo costituzionale, e verificherà per esempio, nell’ambito economico-finanziario, la congruità per esempio delle coperture - mi dice, aggravando il mio dissenso da questo testo, che noi stiamo dando alla Corte compiti che sono fino adesso stati parlamentari, perché la qualità della copertura di un provvedimento che si inserisce nell’equilibrio di bilancio finanziario dello Stato, la qualità, cioè la scelta opzionale che la copertura venga da una parte, piuttosto che da un’altra, è un compito politico, lo sappiamo tutti. Se un domani qualcuno venisse e proponesse qui una legge per ridurre le tasse a una determinata categoria e, per far questo, tagliasse il finanziamento al reddito di cittadinanza - ho finito – dunque a un provvedimento che ha una caratteristica politica, la Corte certo che potrebbe dirci che c’è una congruità di copertura, ma assumerebbe un compito politico-legislativo che oggi non ha e che i costituenti non gli hanno mai dato. È questo il vulnus che state, secondo noi, creando nei compiti assegnati alla Corte costituzionale.

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  I deputati FRANCO VAZIO (PD) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS), FABIANA DADONE (Vedi RS), Relatrice per la maggioranza, ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS), RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD) (Vedi RS), STEFANO CECCANTI (PD) (Vedi RS), FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.150 Toccafondi.

PAGINA: 0026

FRANCO VAZIO (PD). Presidente, ci troviamo di fronte ad una riforma che lascia allibiti per tante ragioni. Esiste, però, una superficialità che annichilisce. Noi abbiamo in agenda una riforma costituzionale che consentirà di intervenire su materie che hanno una delicatezza e una importanza fondamentale.

PAGINA: 0026

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Qua siamo al cuore della questione, è una questione assolutamente dirimente per quel che ci riguarda.

PAGINA: 0027

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Questo emendamento sta proprio su quello che avevamo in precedenza ribadito, ovvero sui limiti di materia, e parte dal presupposto che non tutto può essere demandato alle decisioni del popolo con un referendum, non tutto si può scaricare come responsabilità assoluta della politica rappresentativa, ovvero di questo luogo del Parlamento, ai cittadini.

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FABIANA DADONE, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. La questione dei limiti è evidentemente una questione molto delicata e l’abbiamo affrontata fin dall’inizio dell’esame. Il testo, giusto per mettere al corrente anche l’Aula dei lavori che sono stati fatti in Commissione, partiva dal testo D’Uva-Molinari, che prevedeva semplicemente una proposta di legge ordinaria, così da andare ad escludere poi, nel comma successivo, tutta una serie di inammissibilità, che non erano di vaglio preventivo ma di mera ammissibilità, con dei limiti impliciti ed espliciti. Per andare incontro a quelle che erano delle richieste, soprattutto delle opposizioni, di estendere i limiti dell’articolo 75 a quelli del nuovo istituto dell’articolo 71, si è deciso, allora, di riformulare il testo e di inserire tutta una serie di limiti, quindi esplicitando tutto quello che non era prima incluso in maniera così chiara. Quindi, la prima parte di questo emendamento è già inclusa in quella che è la formulazione del testo base e quindi sono già escluse le leggi di bilancio, sono già escluse l’amnistia, l’indulto e l’autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali, tutte quelle leggi che prevedono accordi o intese, così come quelle che riguardano anche gli articoli 6 e 7 della Carta costituzionale.

PAGINA: 0029

ANDREA GIORGIS (PD). Ringrazio la relatrice di questo intervento, di questo chiarimento, ma insisto e credo che forse sarebbe opportuno accantonare tutti questi emendamenti perché la questione è se il referendum propositivo, così configurato nella vostra proposta, debba essere abilitato a fare tutto ciò che può fare il Parlamento. Questo è il punto, sul quale l’onorevole Forciniti è stato molto chiaro. L’onorevole Forciniti ha detto: noi pensiamo che bisogna introdurre nel nostro ordinamento un nuovo istituto attraverso il quale i cittadini, per il tramite di un comitato promotore, possono introdurre qualsiasi legge che è abilitato ad introdurre il Parlamento. Poi, siccome è una fonte di grado primario, vengono meno, Presidente, fonti atipiche, quindi amnistia e indulto, e quelle che, come l’articolo 7 e l’articolo 6 della Costituzione, prevedono un passaggio ulteriore.

PAGINA: 0029

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento che ha contenuto analogo al mio precedente e ringrazio i colleghi per avere illustrato e sostenuto ciò. L’intervento della relatrice Dadone ci aiuta anche a comprendere meglio il perché non c’è una comprensione reciproca. Il fatto di avere introdotto un vaglio di costituzionalità-ammissibilità preventiva e il fatto di indicare la necessità di una copertura di spesa, non risolve la questione dei limiti di materia: questo è evidente.

PAGINA: 0030

STEFANO CECCANTI (PD). Il problema è il seguente: la legge di bilancio, che è il cuore dell’indirizzo politico, di fatto è referendabile, apparentemente non lo sembra ma in realtà lo è. Infatti, cosa ha fatto l’ultima legge di bilancio? Ha costruito un fondo sul reddito di cittadinanza e sulle pensioni su cui si innesta il nuovo provvedimento. Se costruisco due referendum propositivi, uno sul reddito di cittadinanza e l’altro sulle pensioni, che possono essere costruiti abbastanza agevolmente modulando diversamente le coperture, tali referendum sono ammissibili. Quindi, riesco a scardinare la principale legge di indirizzo politico della legislatura. Ciò è poco compatibile anche con la forma parlamentare perché, se i gruppi di opposizione vincono e vi battono sul tema reddito di cittadinanza e pensioni con due testi alternativi, come fa il Governo a non dimettersi? Quindi, è proprio incompatibile con la logica della forma di Governo parlamentare. Ora si può innovare, va benissimo, ma pretendere di innovare addirittura passando da un principio plurisecolare, no taxation without representation, a un altro no taxation without referendum, mi sembra francamente un po’ troppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0030

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Riprendendo l’intervento mio precedente, che è chiaro che è stato confermato: una cosa è la legge di bilancio formale, una cosa è una legge di spesa che può contenere manovre finanziarie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Questo è il punto; la Corte costituzionale non è la Corte dei conti e, quindi, voi rimettete il giudizio alla Corte costituzionale. Dite del giudizio sulle leggi regionali ma è diverso: non sapete di cosa parlate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il giudizio che fa la Corte rispetta la finanza pubblica, quella delle regioni è un’altra cosa. Date alla Corte la possibilità di valutare la manovra finanziaria compatibile o meno con la legge di bilancio, gli oneri a carico della finanza pubblica: è una cosa diversa. La Corte lo ha fatto per altre cose ma in questo modo un vaglio preventivo non è sufficiente. Il tema che stiamo proponendo è quello di una legge di spesa o tributaria o pensate ad una misura attuativa della legge di bilancio: tutte le misure attuative vanno in una legge d’iniziativa popolare. Che fate? Non si possono fare? Certo che si possono fare. La legge di bilancio prevede - pensate al reddito di cittadinanza - tutta una serie di misure attuative e se lo fa la legge di iniziativa popolare? Non si può fare? Come no? Certo. E allora voi fate la misura attuativa del reddito di cittadinanza e il popolo ne fa un’altra e poi alla fine che fate: il Governo si dimette, come Ceccanti diceva prima. Ma vi rendete conto della stupidaggine di questa cosa! È una stupidaggine (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Ma possibile che non lo capite? Poi partite da un presupposto: voi partite dal presupposto fallace che la pretesa formale della legge, che la legge possa regolare tutto. Oggi il diritto dell’economia globale governa, va sopra la vostra testa, sopra la testa della pretesa dei Parlamenti. E pensate che non vada sopra la testa e la pretesa del popolo di farlo? Anzi Forciniti, quanto tu vuoi fare peggiorerebbe quella che è già una situazione di difficoltà. Oggi la lex mercatoria è più forte: le norme non le fanno gli Stati, nascono dall’economia globale. Ancora non l’avete capito? E uno Stato deve saper difendersi rispetto a tutti i presupposti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e alla capacità dell’economia globale e non si difende attraverso leggi tributarie che fanno manovre finanziare insieme a leggi di spesa. È una stupidaggine e non riuscite a capirlo perché in quella vostra testa qualcuno vi ha messo questa storia…

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  Dopo un intervento sull'ordine dei lavori del deputato FRANCESCO FORCINITI (M5S) (Vedi RS), intervengono sull'emendamento 1.150 Toccafondi i deputati MARCO DI MAIO (PD) (Vedi RS), EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), GENNARO MIGLIORE (PD) (Vedi RS) e ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), che chiede l'accantonamento dell'emendamento in esame.

PAGINA: 0032

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0032

MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo solo per sollecitare la relatrice, non so se posso parlare, a prendere per davvero in considerazione l’accantonamento di tutti questi emendamenti tematici perché le questioni che stiamo ponendo non sono questioni di tipo ostruzionistico o cavilloso ma sono questioni di sostanza. Infatti se noi permettiamo che si aggiri un limite di materia, previsto ad esempio per i referendum abrogativi, tramite lo strumento del referendum propositivo, non facciamo il bene dei cittadini, non facciamo il bene della partecipazione, facciamo l’interesse di qualche gruppo organizzato. Lo stiamo dicendo in tutti i modi e lo continueremo a dire finché ne avremo la possibilità e non ci si può trincerare dietro il controllo preventivo della Corte che, come abbiamo spiegato e stiamo cercando di spiegare, non può intervenire in maniera dettagliata su questioni di copertura finanziaria e soprattutto non può sindacare le coperture che eventualmente, qualora ne fosse in grado, il comitato referendario dovesse proporre. Quindi chiediamo veramente che siano posti dei limiti stringenti; questo emendamento fa delle proposte che noi condividiamo. Tornate sui vostri passi e fermatevi prima che sia troppo tardi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0032

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, con molto rispetto delle opinioni dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, in particolare dell’intervento sia del collega Forciniti - non quello finto sull’ordine dei lavori ma quello precedente - e della collega Dadone prima, le nostre opinioni divergono profondamente. Voi avete chiarito - ovviamente lo dico per il suo tramite, Presidente - che la legge di bilancio può essere modificata in una parte con referendum di natura propositiva popolare. Ricordo che l’ultima legge di bilancio è stata approvata - non è la prima volta - con voto di fiducia, cioè la maggioranza del Parlamento ha assegnato la fiducia al Governo sul merito della legge di bilancio, e cosa succederà? Che con iniziativa propositiva esterna al Parlamento quella fiducia potrà essere calpestata modificando l’assunto o più assunti della legge di bilancio. Noi non siamo d’accordo su questo punto. Se continuerete su questa strada dell’immodificabilità del vostro criterio di valutazione delle materie referendabili, noi non saremo d’accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0033

GENNARO MIGLIORE (PD). Signor Presidente, mi associo alle preoccupazioni e alle ferme contrarietà che sono state espresse negli interventi che mi hanno preceduto e vorrei aggiungere un’ulteriore considerazione. In ragione del fatto che esistono possibilità concrete di intervenire su materie di spesa o tributarie, che cosa succede nel momento in cui si approva una legge di bilancio nel Parlamento e, contemporaneamente, viene depositata una legge di iniziativa popolare che poi verrà sottoposta a referendum? Gli effetti concreti di spesa - e vado a concludere - di questa legge saranno sospesi, verranno messi in mora, si potrà procedere? Cioè, se io presento una legge di iniziativa popolare e su quella si farà il referendum che contraddice completamente quello che ho appena votato in Parlamento, che cosa succede alla legge votata in Parlamento? C’è un tempo, un limbo, una sospensione? Questo non è accettabile per quanto ci riguarda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0033

ENRICO BORGHI (PD). Signor Presidente, immaginiamo, in un possibile futuro distopico, che il nostro Paese venga guidato da un leader nazionalista e che questo leader nazionalista stipuli un accordo di collaborazione con un Paese confinante, per esempio, l’Austria. L’Austria, sempre in questo futuro distopico, è guidata da un altro leader nazionalista che ha vinto le elezioni con, come punto qualificante del proprio programma elettorale, la riannessione del Sud Tirolo all’Austria. Ora, se noi immaginassimo di mantenere questo impianto che, per esplicita ammissione della relatrice, deve mantenere la questione tributaria come elemento propositivo, che cosa impedirebbe a questo leader nazionalista di far partire un referendum popolare per introdurre una maggiore pressione tributaria nei confronti di una minoranza linguistica?

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  Dopo interventi della Relatrice per la maggioranza FABIANA DADONE (Vedi RS) e dei deputati EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) e FRANCESCO FORCINITI (M5S) (Vedi RS), la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, respinge la proposta del deputato Enrico Borghi di accantonare l'emendamento 1.150 Toccafondi.

PAGINA: 0033

FABIANA DADONE, Relatrice per la maggioranza. Contraria. Per rispondere chiaramente di fronte a una proposta del genere, questa sarebbe incostituzionale perché vesserebbe una minoranza, mi pare chiaro.

PAGINA: 0033

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, mi rivolgo, per il suo tramite, alla relatrice che ha appena espresso parere contrario. Io credo, relatrice Dadone, che su questo tema dell’ampiezza delle materie sarebbe molto conveniente un approfondimento tra di noi, perché, per le espressioni di giudizio su questo testo che noi abbiamo sin qui espresso, noi del Partito Democratico, ma anche altri partiti, è evidente, onorevole Dadone, che qui sta una linea di confine sull’utilizzo di quello strumento che voi proponete. Non è una linea di confine sulla quale possiamo metterci d’accordo in maniera approssimativa; la qualità e la quantità delle materie che saranno sottoposte a un giudizio extraparlamentare modificano l’impianto della nostra democrazia rappresentativa.

PAGINA: 0034

FRANCESCO FORCINITI (M5S). Grazie, Presidente. Io penso che in questa sede, nella casa delle istituzioni, dire che le regole del mercato globale passano sulle teste dei cittadini e possono fregarsene liberamente di quello che i cittadini vogliono, significa veramente svilire anche la portata di quello che noi stiamo facendo qui ed è ancora più grave se a proferire queste parole è una persona che essa stessa è espressione della volontà popolare, della legittimità e della sovranità popolare.

PAGINA: 0005

  Interviene quindi il deputato STEFANO FASSINA (LEU) (Vedi RS) sull'emendamento 1.150 Toccafondi, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0035

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, grazie. Appunto, avevo chiesto di intervenire prima perché mi sarei aggiunto alla proposta di accantonamento, che ora è stata bocciata.

PAGINA: 0005

  Interviene sull'ordine dei lavori la deputata DEBORA SERRACCHIANI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0035

DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo sull’ordine dei lavori. Voglio rendere noto all’Aula quanto è accaduto nei giorni scorsi, in particolare in Friuli-Venezia Giulia. Noi abbiamo un presidente che si sente un piccolo Orbàn, se è vero, ad esempio, quello che ha detto il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia quando più di 500 medici hanno fatto un appello pubblico, chiedendo lo sbarco dei 47 migranti della Sea Watch. Infatti, il punto non è essere d’accordo oppure no sullo sbarco o avere opinioni diverse; il punto è che il presidente in questione - e ricordo che in Friuli-Venezia Giulia il servizio sanitario è un servizio sanitario regionale, dipende dalla regione - ha detto che questi medici, in quanto dipendenti pubblici, non possono esprimere opinioni.

PAGINA: 0005

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. (Vedi RS)

PAGINA: 0036

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale

PAGINA: 0005

  PRESIDENTE (Vedi RS). Rende una comunicazione all'Assemblea.

PAGINA: 0036

PRESIDENTE. Comunico che la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale ha proceduto in data odierna alla propria costituzione.

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  La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

PAGINA: 0006

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Vedi RS)

PAGINA: 0036

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

PAGINA: 0006

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. (Vedi RS)

PAGINA: 0036

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PAGINA: 0006

(Intendimenti del Governo in ordine all'assunzione dei cosiddetti navigator, con particolare riferimento al rispetto delle norme costituzionali in materia di assunzioni nella pubblica amministrazione – n. 3-00471) (Vedi RS)

PAGINA: 0036

(Intendimenti del Governo in ordine all’assunzione dei cosiddetti navigator, con particolare riferimento al rispetto delle norme costituzionali in materia di assunzioni nella pubblica amministrazione – n. 3-00471)

PAGINA: 0006

  WALTER RIZZETTO (FDI) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione.

PAGINA: 0036

WALTER RIZZETTO (FDI). La ringrazio, Presidente Fico. Buongiorno. Ministro, l’illuminato, oramai, Ministro Di Maio ha dichiarato che prima i navigator erano 4 mila, dopo 6 mila e ora arriveremo quasi a 10 mila. Egli dice: “Li assumeremo subito. Faremo dei colloqui con l’impegno di stabilizzarli con un contratto”. Dunque, 6 mila navigator per quanto riguarda Anpal e 4 mila navigator per quanto riguarda i centri per l’impiego regionali.

PAGINA: 0006

  GIULIA BONGIORNO, Ministra per la Pubblica amministrazione (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

PAGINA: 0037

GIULIA BONGIORNO, Ministra per la Pubblica amministrazione. Rispondo facendole presente che occorre focalizzare l’attenzione sulla natura giuridica di chi assume e in questo caso è oggettivamente impossibile facendo scorrere le graduatorie. Le spiego perché.

PAGINA: 0006

  Replica il deputato WALTER RIZZETTO (FDI) (Vedi RS).

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WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, Ministro, quindi evidentemente è una ulteriore cattiveria gratuita, nel senso che a questo punto bastava spostare l’alveo entro il quale questi navigator sarebbero stati assunti da Anpal alla pubblica amministrazione: era piuttosto semplice.

PAGINA: 0006

(Elementi e iniziative in merito all'ulteriore incremento dell'efficacia delle procedure di ricerca delle persone scomparse – n. 3-00472) (Vedi RS)

PAGINA: 0038

(Elementi e iniziative in merito all’ulteriore incremento dell’efficacia delle procedure di ricerca delle persone scomparse – n. 3-00472)

PAGINA: 0006

  SARA DE ANGELIS (LEGA) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione.

PAGINA: 0038

SARA DE ANGELIS (LEGA). Presidente, Ministro secondo i dati diffusi nella relazione pubblicata nei giorni scorsi dall’ufficio guidato dal prefetto Papa, commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, al 31 dicembre 2018 il totale dei casi denunciati in Italia è di 229.687, di cui 171.974 risolti positivamente e 57.713 ancora aperti. In quest’ultimo ambito prevalgono nettamente le situazioni che coinvolgono minorenni, pari ad oltre 41.600. Confrontando i dati del 2017 e del 2018, si registra un aumento di oltre il 16 per cento dei ritrovamenti e una riduzione del numero delle denunce di scomparse, meno 3.600 denunce; sono numeri, questi, che dimostrano un notevole miglioramento sia delle procedure di ricerca, sia dell’efficienza e della collaborazione tra forze dell’ordine, prefettura e autorità giudiziarie. Chiedo dunque al Ministro dell’Interno Matteo Salvini quali iniziative siano state adottate per conseguire tali risultati e quali siano i piani per mantenere ed implementare il descritto trend positivo.

PAGINA: 0006

  MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

PAGINA: 0039

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Presidente, colleghi, ringrazio per la domanda. Il fenomeno delle persone scomparse continua a destare particolare attenzione nella pubblica opinione e, come lei ricordava, al 31 dicembre dello scorso anno ci sono ancora 57.713 persone da rintracciare. In questi mesi ho potuto verificare direttamente come il sistema di coordinamento delle ricerche delle persone scomparse sia sempre più consolidato e ben strutturato: a livello territoriale i prefetti, sulla base di pianificazioni provinciali, coinvolgono e coordinano numerosi soggetti istituzionali, a partire dalle forze dell’ordine.

PAGINA: 0006

  Replica la deputata SARA DE ANGELIS (LEGA) (Vedi RS).

PAGINA: 0039

SARA DE ANGELIS (LEGA). Presidente, mi ritengo pienamente soddisfatta della risposta del Ministro, che anche in questo particolare e non facile ambito, perché parliamo di persone scomparse, è brillantemente riuscito in poco più di sei mesi di mandato nel compito di attuare delle politiche chiare ed efficaci. A dirlo non sono io, orgogliosamente deputata della Lega, e nemmeno le tantissime persone che continuano a dimostrare apprezzamento per il suo operato: a dirlo sono i numeri che ho poc’anzi illustrato, e i numeri non mentono, i numeri non sono politicamente strumentalizzabili da chi vuole ad ogni costo criticare ed attaccare Matteo Salvini e il modo in cui svolge il suo compito di Ministro.

PAGINA: 0007

(Iniziative di competenza in relazione a presunti rapporti tra la ’ndrangheta e alcuni amministratori di enti territoriali della Valle d'Aosta – n. 3-00473) (Vedi RS)

PAGINA: 0039

(Iniziative di competenza in relazione a presunti rapporti tra la ‘ndrangheta e alcuni amministratori di enti territoriali della Valle d’Aosta – n. 3-00473)

PAGINA: 0007

  ELISA TRIPODI (M5S) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione.

PAGINA: 0040

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Il 23 gennaio scorso, a seguito dell’operazione “Geenna”, condotta dalla direzione distrettuale della procura di Torino, sono stati arrestati degli esponenti politici della Valle d’Aosta. Nella conferenza stampa organizzata dalla DDA, in occasione appunto dei suddetti arresti, è stata evidenziata la modalità organizzativa della ‘ndrangheta: l’associazione criminale risulta ben collegata con esponenti del mondo politico e amministrativo valdostano, a cui garantisce il proprio sostegno in occasione delle competizioni elettorali locali per ottenere vantaggi e utilità.

PAGINA: 0007

  MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

PAGINA: 0040

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Ringrazio per l’interrogazione e ringrazio anche la Direzione distrettuale antimafia di Torino, che ha portato, come lei ricordava, all’arresto di 16 persone, tra le quali un consigliere della regione Valle d’Aosta, un consigliere del comune di Aosta e un assessore del comune di Saint-Pierre, a testimonianza della preoccupante capacità della criminalità organizzata di stampo mafioso di infiltrare il tessuto economico di ogni area del Paese. L’indagine ha consentito di documentare l’esistenza di una cosiddetta locale di ’ndrangheta operativa nell’area di Aosta e nelle zone limitrofe facente capo alla cosca Nirta-Scalzone di San Luca, Reggio Calabria, dove peraltro lo scorso Ferragosto ho tenuto il comitato per l’ordine e la sicurezza nazionale.

PAGINA: 0007

  Replica la deputata ELISA TRIPODI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0041

ELISA TRIPODI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, prendo atto dell’attenzione verso questa situazione che si è venuta a creare in Valle d’Aosta e per la risposta conseguente da parte del Ministero, che viene comunque incontro all’attività che il MoVimento 5 Stelle ha posto in essere, sollevando da tempo le preoccupazioni per le condotte discutibili di alcuni esponenti politici locali e che ora vengono chiaramente fatti carico di specifici illeciti penali, confermando tutta la validità delle nostre denunce. Come ha già ricordato lei, sono stati arrestati un consigliere regionale, nonché assessore uscente del comune di Aosta, un consigliere comunale di Aosta e un assessore del comune di Saint-Pierre. Risulta che la locale di Aosta è ben radicata sul territorio, quindi presenta caratteristiche pericolose in virtù dei contatti stretti e stabiliti che può vantare con esponenti del mondo politico e amministrativo valdostano. Dalle indagini emerge che esponenti della locale di Aosta intrattengano rapporti con affiliati a logge massoniche, che rappresentano un ulteriore elemento di collegamento con esponenti che ricoprono ruoli di rilievo nel settore economico, imprenditoriale e politico della società civile valdostana. Per la complessità dei rapporti e degli intrecci tra malavita e politica locale, vi è la necessità, da parte del Ministero dell’Interno, di mantenere alta l’attenzione su questi comuni e non solo, sull’intero territorio valdostano.

PAGINA: 0007

(Chiarimenti in merito ad asseriti rapporti tra il Ministro dell'Interno ed alcuni agenti della sicurezza in servizio sulle navi delle organizzazioni non governative, relativi alla raccolta di informazioni sull'esistenza di contatti tra gli scafisti e tali organizzazioni – n. 3-00474) (Vedi RS)

PAGINA: 0041

(Chiarimenti in merito ad asseriti rapporti tra il Ministro dell’Interno ed alcuni agenti della sicurezza in servizio sulle navi delle organizzazioni non governative, relativi alla raccolta di informazioni sull’esistenza di contatti tra gli scafisti e tali organizzazioni – n. 3-00474)

PAGINA: 0007

  ERASMO PALAZZOTTO (LEU) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione.

PAGINA: 0041

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei, il 23 gennaio, ha dichiarato alla stampa di essere in possesso di evidenze che dimostrerebbero rapporti tra le ONG genericamente definite e trafficanti, che queste evidenze non riguardano indagini attualmente in corso e che le avrebbe al più presto trasferite alle autorità giudiziarie. Di questi giorni, inoltre, sono le dichiarazioni di Pietro Gallo, uno dei contractor della Imi Security Service - società che sembra essere vicina a organizzazioni di estrema destra, come Generazione Identitaria - infiltrati sulle navi delle ONG che raccontano di come lei, in prima persona, all’epoca dei fatti europarlamentare e segretario della Lega, abbia chiesto di raccogliere informazioni che in qualunque modo fornissero argomenti per dimostrare i rapporti tra le ONG e i trafficanti. Le informazioni raccolte non diedero i risultati sperati, anche se lei ha dichiarato in quei giorni, prontamente smentito dall’allora presidente del Copasir, del suo stesso partito, che esisteva un dossier dei servizi segreti su questi presunti rapporti.

PAGINA: 0007

  MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

PAGINA: 0042

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Presidente, entro nel merito. Ero preoccupato, perché non mi era ancora arrivata nessuna minaccia di denuncia alle tre del pomeriggio e allora sono più rilassato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0007

  Replica il deputato ERASMO PALAZZOTTO (LEU) (Vedi RS).

PAGINA: 0042

ERASMO PALAZZOTTO (LEU). Lei, Ministro, è molto abile a schivare le risposte, e non ci ha detto se queste attività delle forze di polizia sono state eseguite su impulso suo diretto o dell’autorità giudiziaria, ma il fatto che lei ci dica che le deve trasferire all’autorità giudiziaria, in realtà ci dice molto.

PAGINA: 0007

(Chiarimenti in ordine alle condizioni e alla destinazione degli ospiti del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, recentemente oggetto di operazioni di sgombero, alla luce delle modifiche introdotte dal cosiddetto «decreto sicurezza» – n. 3-00475) (Vedi RS)

PAGINA: 0043

(Chiarimenti in ordine alle condizioni e alla destinazione degli ospiti del centro di accoglienza per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, recentemente oggetto di operazioni di sgombero, alla luce delle modifiche introdotte dal cosiddetto “decreto sicurezza” – n. 3-00475)

PAGINA: 0007

  MARIA ANNA MADIA (PD) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione.

PAGINA: 0043

MARIA ANNA MADIA (PD). Grazie, Presidente. Ministro Salvini, ministro della propaganda, io non so come altro definirla, visto che da giorni, ancora in queste ore, sta tenendo 47 persone su una nave, 47 povere persone come bestie, con un bagno e senza scarico (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali - Proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PAGINA: 0007

  MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

PAGINA: 0044

MATTEO SALVINI, Ministro dell'Interno. Ovviamente abbiamo tutti i numeri del caso. Quello che mi ricordo a memoria e che è più significativo è che negli ultimi due anni sbarcarono in Italia 300 mila immigrati, con la nostra gestione siamo fermi a 23 mila (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali). E, quindi, mi sembra chiaro ed evidente…

PAGINA: 0007

  Replica il deputato GRAZIANO DELRIO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0045

GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Ministro, siamo molto insoddisfatti della sua risposta (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)...

PAGINA: 0008

(Iniziative volte all'abrogazione del divieto di contemporanea iscrizione a due corsi di laurea – n. 3-00476) (Vedi RS)

PAGINA: 0046

(Iniziative volte all’abrogazione del divieto di contemporanea iscrizione a due corsi di laurea – n. 3-00476)

PAGINA: 0008

  MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione.

PAGINA: 0046

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Penso di non trovare l’interesse di tutta l’Aula per questa interrogazione. A norma dell’articolo 142 del regio decreto n. 1592 del 1933, in Italia è vietata l’iscrizione contemporanea a diverse facoltà o scuole della stessa università o dello stesso istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa facoltà o scuola. In altri Paesi, per esempio Austria, Germania, Svizzera, Inghilterra e Irlanda, l’iscrizione contemporanea è permessa e consente agli studenti di conseguire in contemporanea due titoli di formazione. Recentemente la Corte di giustizia europea ha statuito che la direttiva 2005/36 del Parlamento europeo e del Consiglio impone ad uno Stato membro la cui normativa prevede il divieto della contemporanea iscrizione a due corsi di formazione, come l’Italia, di riconoscere in modo automatico i titoli di formazione previsti dalla direttiva rilasciati in un altro Stato membro al termine di formazioni in parte concomitanti.

PAGINA: 0008

  MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

PAGINA: 0047

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole Schullian, la ringrazio per aver posto il tema del divieto attualmente previsto da una disposizione risalente addirittura al Regno d’Italia - articolo, come ha ricordato lei, 142 del regio decreto 31 agosto 1933, n. 1592 - di frequentare contemporaneamente più di un corso di laurea nell’ambito degli atenei italiani. Ribadisco, anche in questa sede, quanto ho già avuto modo di affermare fin dal mio insediamento come Ministro, ovvero che sono pienamente favorevole al superamento di tale divieto. Credo, infatti, che mai come oggi sia necessaria una interdisciplinarietà del sapere per creare figure professionali che meglio rispondano alla variabilità e complessità del mondo del lavoro. Come è noto, attualmente l’unica possibilità per gli studenti italiani di conseguire il cosiddetto double degree è quella offerta dalle università italiane che hanno stipulato accordi con atenei stranieri. In questo modo, infatti, le università italiane permettono ai propri studenti di conseguire un titolo riconosciuto sia in Italia che nel Paese estero in cui ha sede l’università con la quale è stato siglato l’accordo.

PAGINA: 0008

  Replica il deputato MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS).

PAGINA: 0047

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie Presidente, grazie signor Ministro. Non posso che dichiararmi soddisfatto di questa risposta e di questa posizione. Mi permetto solo di aggiungere che il mantenimento di tale divieto significa sostanzialmente negare ai nostri giovani la possibilità di essere competitivi in ambito internazionale. Mi sembra che questo sia l’ultima cosa che vogliamo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PAGINA: 0008

(Iniziative volte a garantire una più ampia articolazione della rete di certificazione della conoscenza della lingua italiana ai fini dell'acquisto della cittadinanza a seguito di matrimonio – n. 3-00477) (Vedi RS)

PAGINA: 0048

(Iniziative volte a garantire una più ampia articolazione della rete di certificazione della conoscenza della lingua italiana ai fini dell’acquisto della cittadinanza a seguito di matrimonio – n. 3-00477)

PAGINA: 0008

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI) (Vedi RS). Illustra l'interrogazione.

PAGINA: 0048

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, con questa interrogazione voglio richiamare l’attenzione sulla questione della certificazione della conoscenza linguistica italiana per l’ottenimento della cittadinanza per matrimonio. Infatti, con il varo della legge sulla sicurezza sono state introdotte anche nuove norme concernenti l’acquisto della cittadinanza per matrimonio in cui si richiede di dimostrare di conoscere adeguatamente la lingua italiana a un livello non inferiore alla certificazione B1 rilasciata da quattro enti certificatori. All’estero, signor Ministro, la rete di tali enti è poco ramificata e questo crea un disagio notevole alle famiglie che devono espletare tali pratiche. Pertanto le chiedo, signor Ministro, anche a nome delle famiglie interessate, se prevede di aumentare la rete estera degli enti certificatori oppure intendete attivare meccanismi online o per corrispondenza anche tramite convenzioni. Grazie per la sensibilità che vorrà manifestare agli italiani all’estero che ci seguono e attendono le sue parole.

PAGINA: 0008

  MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca (Vedi RS). Risponde all'interrogazione.

PAGINA: 0048

MARCO BUSSETTI, Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, Presidente. Onorevole, rispondo alla sua interrogazione evidenziando preliminarmente che la conoscenza della lingua e della cultura di un Paese è essenziale per l’integrazione di coloro che ne vogliono acquisire la cittadinanza. In altri Paesi europei a forte tasso di immigrazione, come noto, viene richiesta la conoscenza non solo della lingua, ma anche della storia nazionale. Ecco perché il cosiddetto decreto “sicurezza” ha previsto che gli stranieri che vogliano acquisire la cittadinanza italiana per matrimonio o per concessione di legge debbano dimostrare un’adeguata conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello B1 del quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue, attestando il possesso di un titolo di studio rilasciato da un istituto di istruzione pubblico o paritario italiano o estero riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca e dal Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ovvero producendo apposita certificazione attestante il livello richiesto di conoscenza della lingua italiana.

PAGINA: 0008

  Replica la deputata FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI) (Vedi RS).

PAGINA: 0049

FUCSIA FITZGERALD NISSOLI (FI). Grazie, signor Ministro. Mi sembra che non abbia capito la mia domanda e, quindi, non mi posso ritenere soddisfatta per la risposta. Capisco che il problema è poco rilevante per chi vive in Italia perché ci sono altre priorità, ma le nostre istituzioni sono di tutti gli italiani, anche di quelli all’estero, e dobbiamo lavorare anche per venire incontro alle loro necessità. Quindi, non posso ritenermi soddisfatta perché non vedo un impegno concreto per venire incontro alle esigenze, altrettanto concrete, delle famiglie interessate alla questione. Infatti sappiamo che la rete degli enti certificatori, come ho fatto rilevare nel quesito, è poco ramificata all’estero rispetto alle distanze da percorrere per recarsi da casa alla sede dell’ente accreditato. Tali distanze all’estero possono diventare anche di migliaia di chilometri con disagi legati sia ai costi per gli spostamenti sia ai tempi di assenza dal lavoro necessari per raggiungere la sede degli enti. Pertanto, signor Ministro, la invito ad approfondire la questione e a trovare una soluzione ragionevole per l’amministrazione e per le famiglie italiane che vivono al di fuori dei confini nazionali. Magari penso che l’occasione potrebbe essere quella di discuterne con lei, signor Ministro, nel comitato che è stato da poco istituito: il Comitato per le questioni sugli italiani residenti all’estero. Quindi, speriamo che sarà così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0009

  La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.

PAGINA: 0009

Missioni. (Vedi RS)

PAGINA: 0049

Missioni.

PAGINA: 0009

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono ottantasette.

PAGINA: 0049

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascari, Battelli, Brescia, Caiata, Colletti, Colucci, D’Inca’, D’Uva, Daga, Delmastro Delle Vedove, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Lorefice, Lorenzin, Lupi, Pastorino, Ruocco, Saltamartini e Sisto sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

PAGINA: 0009

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente. (Vedi RS)

PAGINA: 0049

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PAGINA: 0009

  PRESIDENTE (Vedi RS). Rende una comunicazione all'Assemblea.

PAGINA: 0049

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge che è assegnato, ai sensi dell’articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento in sede referente alle Commissioni riunite V (Bilancio) e X (Attività produttive):

PAGINA: 0009

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (Vedi RS)

PAGINA: 0050

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 16,03)

PAGINA: 0009

Si riprende la discussione. (Vedi RS)

PAGINA: 0050

Si riprende la discussione.

PAGINA: 0009

(Ripresa esame dell'articolo 1) (Vedi RS)

PAGINA: 0050

(Ripresa esame dell’articolo 1- A.C. 1173-A)

PAGINA: 0009

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato DAVIDE ZANICHELLI (M5S) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il Presidente.

PAGINA: 0050

DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0009

  PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende brevemente la seduta.

PAGINA: 0050

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGINA: 0009

  La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,06.

PAGINA: 0010

  Dopo un intervento sull'ordine dei lavori del deputato SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), interviene il deputato FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS) sugli identici emendamenti 1.153 Magi, 1.161 Giorgis e 1.184 Sisto, chiedendone l'accantonamento.

PAGINA: 0051

SIMONE BALDELLI (FI). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0051

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, le tematiche connesse a questi interventi hanno una matrice, direi, spiccatamente costituzionale, perché il tentativo è quello di non creare delle sovrapposizioni che possano indurre in tentazione confusionale fra il referendum abrogativo e quello propositivo. Non è casuale che questo emendamento nasca dallo spunto di forze diverse, il che dà l’idea di una condivisione non soltanto dal punto di vista dell’arrivo, ma anche della partenza, cioè quando gli emendamenti nascono da parlamentari che sono iscritti a gruppi così diversi, forse una maggiore attenzione da parte della relatrice e del Governo si potrebbe anche giustificare e la identità degli emendamenti offre chiarissima la necessità, almeno da questo punto di vista, di una perimetrazione comune. Non deve essere possibile avere referendum che abbiano dei quadranti di intervento diversificati; nel senso che vi può essere restrizione, ma certamente non vi può essere ampliamento. Allora, se la Costituzione per l’articolo 75 detta delle regole, non si comprende perché su questi temi voi non rispondete, soprattutto laddove è stato più volte manifestato il richiamo significativo al referendum abrogativo come modo per giustificare scelte a mio avviso assolutamente ingiustificate, ma, sapete, qualche volta la Costituzione si orecchia pure, allora, se io penso al referendum abrogativo, magari penso che il referendum propositivo sia più o meno la stessa cosa e, quindi, orecchiando la parola “referendum”, me ne vado verso delle tecniche che sono invece lontane anni luce.

PAGINA: 0010

  Dopo interventi della Relatrice per la maggioranza FABIANA DADONE (M5S) e dei deputati RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD) (Vedi RS) e VALENTINA CORNELI (M5S) (Vedi RS), la Camera, con votazione elettronica, senza registrazione di nomi, respinge la proposta del deputato Sisto.

PAGINA: 0053

RICCARDO MAGI (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Questa formulazione proposta da questo emendamento - ed è il motivo per cui io credo che sia opportuno, a questo punto del dibattito, un accantonamento - sarebbe stata la formulazione più adeguata anche perché, richiamandosi direttamente all’articolo 75 della Costituzione e ai limiti che in esso sono indicati per il referendum abrogativo, avrebbe consentito già di portarsi dietro, diciamo così, tutta quanta la giurisprudenza della Corte e, quindi, di fare svanire tutta una serie di dubbi e di preoccupazioni che sono stati al centro del dibattito delle ultime ore della mattinata e che, a mio avviso, legittimamente preoccupano molti colleghi e molte forze politiche.

PAGINA: 0053

VALENTINA CORNELI (M5S). Grazie, Presidente. Le argomentazioni del collega hanno sicuramente la loro dignità, però ne abbiamo parlato anche tanto in Commissione. La giurisprudenza relativa al referendum abrogativo non è completamente conferente a questo istituto che, pur essendo un istituto referendario, comunque è un istituto nuovo, che ha delle caratteristiche diverse e una struttura sicuramente più potente ma che ha anche dei limiti più forti e non vi può essere il limite di materia e, in particolare, quel limite che chiedono loro rispetto alla materia tributaria, che determinerebbe una limitazione troppo estesa e svuoterebbe di senso l’istituto, come spiegato dalla relatrice.

PAGINA: 0010

  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati COSIMO ADELIZZI (M5S) (Vedi RS), SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) e SALVATORE DEIDDA (FDI) (Vedi RS).

PAGINA: 0053

COSIMO ADELIZZI (M5S). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0054

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, abbiamo assistito all’appello del collega Adelizzi alla presenza dei suoi colleghi che in qualche modo condividiamo, anche se siamo ancora timorosi perché il contenuto di questo pasticcio è tale per cui la presenza a votare questa roba qui è un danno per il Paese e non è un vantaggio. E’ un vantaggio solo per voi e per le vostre statistiche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Primo.

PAGINA: 0055

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0055

SALVATORE DEIDDA (FDI). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0011

  I deputati STEFANO FASSINA (LEU) (Vedi RS), FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS), LUIGI MARATTIN (PD) (Vedi RS), ANDREA ROMANO (PD) (Vedi RS), ALESSIA ROTTA (PD) (Vedi RS), ALESSIA MORANI (PD) (Vedi RS), STEFANO LEPRI (PD) (Vedi RS), CHIARA GRIBAUDO (PD) (Vedi RS), ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), ELENA CARNEVALI (PD) (Vedi RS), COSIMO MARIA FERRI (PD) (Vedi RS), GUIDO GERMANO PETTARIN (FI) (Vedi RS), GIAN MARIO FRAGOMELI (PD) (Vedi RS), PIERO FASSINO (PD) (Vedi RS), ANDREA MANDELLI (FI) (Vedi RS), EMANUELE PRISCO (FDI) (Vedi RS), IVAN SCALFAROTTO (PD) (Vedi RS), DAVIDE GARIGLIO (PD) (Vedi RS), CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS), LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) (Vedi RS), MARCO DI MAIO (PD) (Vedi RS), FABIANA DADONE (Vedi RS), Relatrice per la maggioranza, MICHELE BORDO (PD) (Vedi RS), GIORGIO MULÈ (FI) (Vedi RS), DEBORA SERRACCHIANI (PD) (Vedi RS), SARA MORETTO (PD) (Vedi RS), MARIA CHIARA GADDA (PD) (Vedi RS), ANNAGRAZIA CALABRIA (FI) (Vedi RS), ANNA ASCANI (PD) (Vedi RS), GIUDITTA PINI (PD) (Vedi RS), PIERANTONIO ZANETTIN (FI) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), ANDREA ORSINI (FI) (Vedi RS), VITTORIA BALDINO (M5S) (Vedi RS), GRAZIANO MUSELLA (FI) (Vedi RS), CARLA CANTONE (PD) (Vedi RS), SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), MATTEO COLANINNO (PD) (Vedi RS) e GIUSI BARTOLOZZI (FI) (Vedi RS) intervengono sugli identici emendamenti 1.153 Magi, 1.161 Giorgis e 1.184 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0056

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, vorrei tornare al tema dell’emendamento in senso stretto, perché credo che ci siano degli elementi che vadano chiariti fino in fondo e che non abbiamo, a me pare, ancora completamente chiarito.

PAGINA: 0057

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Presidente, nel merito dell’emendamento, ritorno sulla questione della lex mercatoria rivolgendomi, tramite lei, al collega Forciniti, il quale non aveva ben capito di cosa stessi parlando. Consiglio una lettura: Ritorno al diritto, del Presidente emerito della Corte costituzionale, Paolo Grossi, dove si spiega che solo i valori costituzionali, i princìpi della democrazia parlamentare, possono resistere all’invasività della lex mercatoria, perché la lex mercatoria, rispetto alla pretesa formale degli Stati di regolare e di muoversi sulla finanza pubblica e sull’economia, chiaramente in questo momento soggiace. L’unico modo per rispondere è rafforzare proprio i valori costituzionali e la forza delle democrazie parlamentari, esattamente il contrario di quello che ha capito Forciniti. Se didatticamente non l’hai capito, ci vediamo e te lo spiego un pochino meglio. In questo emendamento ancor più: limiti di materia, proprio questo è il tema! Come fa una legge di iniziativa legislativa popolare di spesa, che tocca la finanza pubblica a rispondere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)

PAGINA: 0057

LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, stamattina rispondendo ad un’argomentazione simile a quella che sto per fare, il collega relatore di maggioranza ha detto: ma in fondo che male c’è, se i cittadini sono chiamati a esprimersi su un referendum io - estremizzando – ho detto che abolisce le tasse? Quindi, con tutte le caratteristiche cui alcuni colleghi rispondevano prima. Lui ha risposto: che male c’è? In fondo, già adesso i cittadini, quando ci eleggono in Parlamento, eleggono partiti politici che fanno proposte fiscali di copertura della spesa pubblica, eccetera. Ma adesso voi ditemi una cosa: con tutta la buona volontà che possiamo metterci nel credervi quando dite che non state confondendo democrazia diretta e democrazia rappresentativa, come facciamo a credervi quando voi dite che, in fondo, siccome voi eleggete dei parlamentari sulla base di politiche economiche diverse, a questo punto tanto vale che siano chiamati direttamente i cittadini per referendum su materie fiscali?

PAGINA: 0058

ANDREA ROMANO (PD). Presidente, il rifiuto della maggioranza di accettare questi emendamenti è la prova della cattiva fede che c’è dietro questo progetto. Ricordiamo che l’articolo 75 impedisce di tenere referendum abrogativi su materie che non sono solo tributarie ma anche relative ai trattati internazionali, e quando si fanno referendum confusi sui trattati internazionali si finisce come in Gran Bretagna: il caos britannico è la prova provata di come, su temi come questi, è necessario che vi sia una discussione equilibrata e bilanciata nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché da scelte di questo tipo dipendono la pace, la guerra e il benessere o il malessere di grandi nazioni. La Gran Bretagna è una grande nazione, eppure si trova nel caos più assoluto per un referendum sbagliato. Quindi, ripensateci e seguite il volere dei costituenti anche su questa materia.

PAGINA: 0058

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, mi sembra che qui, più che confondere la democrazia diretta con quella rappresentativa, che è esattamente l’oggetto dell’invito della minoranza a cambiare idea o a riflettere su questo, il Governo, ancora una volta, prende in giro gli italiani, perché tutti noi - credo che siate reduci da una legge di bilancio che vi ha costretto anche a scelte importanti, forse impopolari, forse dure - potremmo avere delle velleità. I cittadini giustamente potrebbero chiedere di spendere più soldi in cultura, chi in cooperazione internazionale, diversamente da quello che avete fatto voi, chi nella scuola, però ci sono dei vincoli, e non sono dei vincoli che impone qualcun altro, che impone l’Europa solamente, ma che impone il bilancio dello Stato. Allora, voi, fingendo di consentire che questo è possibile, state prendendo in giro i cittadini italiani, e non rispettate evidentemente le opposizioni, che vi invitano solamente al buon senso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0058

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, solo per aggiungere alle considerazioni che sono state fatte dai colleghi alcune argomentazioni che credo utili alla discussione, perché il professor onorevole Giorgis ha proposto tutta una serie di emendamenti che sono di assoluto buonsenso e che partono da principi costituzionali, anzi da articoli della Costituzione, che stabiliscono, ad esempio, per il referendum abrogativo limiti di materia. Mi riferisco al limite dell’amnistia e dell’indulto, alle leggi tributarie e di bilancio e ai trattati internazionali. Si chiede, pertanto, di estendere quanto meno i limiti previsti per il referendum abrogativo al referendum propositivo. Questo perché ci sono alcune materie particolarmente sensibili, come ad esempio il diritto penale. Infatti, già questa maggioranza sta facendo un abuso del diritto penale, approvando leggi che sono liberticide, che stanno sostanzialmente andando contro quelli che sono gli interessi previsti da alcuni articoli della nostra Costituzione, non vorremmo che con il referendum propositivo continuassero questa azione devastante per il nostro sistema.

PAGINA: 0059

STEFANO LEPRI (PD). Presidente, mi pare molto evidente che il disegno sia quello manipolatorio. Avete la volontà di illudere i cittadini circa il fatto che loro possano esercitare una sorta di delirio di onnipotenza, che possano, con le vostre proposte, attraverso appunto i referendum propositivi, proporre qualsiasi cosa su qualsiasi argomento. Invece, il senso del limite è esattamente ciò che i cittadini dovrebbero avere. Non dobbiamo alimentare questo delirio di onnipotenza, allora è molto ragionevole ciò che si dice: facciamo in modo che ci siano dei limiti, almeno sulle materie, per fare in modo che il referendum propositivo possa perlomeno limitarsi agli stessi argomenti che sono già oggi preclusi ai referendum abrogativi.

PAGINA: 0059

CHIARA GRIBAUDO (PD). Grazie, Presidente. Vedete, cari colleghi, noi abbiamo proposto, grazie al lavoro del collega professor Giorgis, un emendamento di assoluto buonsenso e vi chiediamo, chiediamo a questa maggioranza, che troppo spesso è silente in quest’Aula, di riflettere attentamente, perché in questo emendamento noi di fatto vi chiediamo di mantenere l’equilibrio di poteri, un equilibrio tanto caro ai nostri padri costituenti e che dovrebbe appartenere a chi svolge un dibattito come quello delicato che stiamo attraversando proprio oggi in quest’Aula e che stiamo affrontando, credo, non con la dovuta attenzione.

PAGINA: 0059

ENRICO BORGHI (PD). Proseguendo nella proiezione distopica a cui ho fatto riferimento in precedenza, poniamo il caso che nel nostro Paese le elezioni venissero vinte da un leader nazionalista che si volesse alleare con un leader nazionalista russo e che questa alleanza avesse alla base la fuoriuscita dalla NATO dell’Italia. Questo leader potrebbe mettere in piedi un comitato popolare che richiede un referendum propositivo. La Corte costituzionale inevitabilmente sarebbe chiamata a doverlo bocciare e su questo si innescherebbe un’ulteriore polemica nei confronti di un organismo di garanzia, con il risultato di vedere il leader nazionalista magari tornare in quest’Aula e dire: ci siamo sbagliati nella modifica del referendum propositivo, dobbiamo cambiarlo per evitare che la Corte blocchi iniziative di questa natura.

PAGINA: 0059

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Noi abbiamo sottolineato e continuiamo a sottolineare in questo passaggio come l’equilibrio e il mantenimento di equilibrio tra il referendum abrogativo e il referendum propositivo sia fondamentale, come lo è soprattutto per le parti concernenti l’introduzione in particolare per quello che riguarda le materie. Ci sono molti esempi, che abbiamo già portato in quest’Aula, di come sia necessario garantire questo equilibrio, e questo è l’emendamento che salvaguarda questo interesse. Ma non è una salvaguardia di un interesse di parte, è la salvaguardia dell’interesse della collettività intera, come la Carta costituzionale è deputata a fare.

PAGINA: 0060

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Con questo emendamento proponiamo di seguire l’equilibrio a cui la nostra Costituzione guarda, e quindi poniamo l’attenzione sull’articolo 75 della Costituzione, che pone dei limiti di materia per quanto riguarda il referendum abrogativo. Questi stessi limiti chiediamo di applicarli per il referendum propositivo. Per esempio, in tema di articolo 75, c’è il limite dell’amnistia e dell’indulto: noi diciamo che non solo è opportuno che questo stesso limite sia indicato espressamente per mantenere quell’equilibrio anche nel referendum propositivo, ma, tra l’altro, proprio la natura di un referendum come quello propositivo imporrebbe anche in una materia come quella penale di allargare questi limiti, perché dobbiamo evitare che si lasci al populismo una scelta legislativa in un tema delicato come quello del penale, che poi va a toccare gli equilibri anche dell’ordinamento giuridico.

PAGINA: 0060

GUIDO GERMANO PETTARIN (FI). Grazie Presidente, sempre a titolo personale. La cosa più delicata che, nell’interpretazione del nostro diritto esiste oggi, è l’interpretazione del diritto costituzionale. Detto questo e ragionando per flash, siamo tutti quanti d’accordo che la legge di bilancio è diversa dalle leggi di spesa? Sì. Siamo tutti quanti d’accordo che l’istituto del referendum abrogativo è diverso dall’istituto neo-introdotto, o meglio, neo-introducendo del referendum propositivo? Sì. È questo il motivo per cui in sede interpretativa bisogna definire i limiti, perché, a differenza di ciò che la dottoressa – ah, scusatemi, l’onorevole – Dadone ha più volte evidenziato, non sono elementi di appesantimento o di caratterizzazione eccessiva, ma sono elementi che permettono di interpretare in maniera coerente, ricordando che la Costituzione non va interpretata, se non letteralmente e logicamente, e non per criteri eccezionali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0061

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Il tema posto da questo emendamento, e cioè dell’equilibrio tra il referendum abrogativo e quello propositivo, è la stessa questione che si pone per un equilibrio di bilancio. Noi pensiamo, sul tema delle finanze e sul tema del bilancio, di poter fare dei referendum propositivi rispetto, magari, a colpi di spending review, senza pensare che poi c’è anche un tema delle entrate che bisogna tenere in considerazione, e vi spiego anche il perché. Magari in una legge si prevede appunto che ci sia una determinata entrata e poi si pongono delle clausole di salvaguardia, magari l’aumento dell’IVA e via dicendo. Ebbene, se in una legge parlamentare questo non avviene, nella legge successiva la si modifica. Ma supponiamo che sia una legge di iniziativa popolare che prevede una determinata entrata fiscale, questa non avviene e aumenta l’IVA. Noi creiamo il corto circuito di attribuire la colpa dell’aumento dell’IVA al popolo; cioè, partiamo da una proposta di legge che doveva essere finalizzata, giustamente, al popolo, alla volontà popolare, ed è il popolo stesso che rischia di fare delle cose impopolari.

PAGINA: 0061

PIERO FASSINO (PD). Grazie, Presidente. I proponenti di questa riforma costituzionale continuamente ribadiscono che la finalità è arricchire il sistema democratico, determinando un intreccio tra democrazia rappresentativa e democrazia partecipata. Bene, se è così, criterio vuole che ci sia omogeneità di materie tra referendum abrogativo e referendum propositivo, perché non ha nessun senso che si applichi un referendum abrogativo ad alcune materie, quelle previste dall’articolo 75 della Costituzione, e invece ci sia un’estensione priva di limiti per il referendum propositivo, perché a quel punto non si determina una complementarietà tra l’attività del Parlamento e l’attività deliberativa dei cittadini, ma si sottraggono al Parlamento la propria potestà e le proprie prerogative, trasferendo quelle prerogative direttamente a chi promuoverà il referendum propositivo.

PAGINA: 0061

ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, vorrei tornare su un tema già toccato da qualche collega: in questa battaglia tra referendum abrogativo e propositivo c’è un tema molto importante, quello dell’individuazione anche delle coperture che spesso sarà necessario indicare proprio per rendere possibile questo referendum. Ecco, credo che pensare oggettivamente che in un quadro di finanza pubblica complesso come quello italiano ci sia la possibilità di individuare da un gruppo proponente, pur qualificato, una copertura sarà uno di quegli effetti che sarà veramente difficile da gestire anche per tutta la difficoltà che il nostro Paese ha nella gestione dei conti pubblici. Vorrei solo fare un esempio: nel caso in cui due proposte popolari facessero riferimento alla stessa copertura, cosa facciamo? Ce la giochiamo a dadi? Facciamo un sorteggio? Vorrei capire come nei casi che si possono verificare e che si verificano, ci sia la possibilità di dirimere una questione così importante. Ritengo di andare a toccare il tema delle coperture in un Paese così a rischio sotto il profilo della finanza pubblica…

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EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie, Presidente. Ora, con questo ed altri emendamenti, si apre e si approfondisce il tema dei limiti alle materie, che è stato più volte segnalato nel dibattito. Noi non voteremo l’impostazione di questi tre identici emendamenti, mentre altri sì, perché non riteniamo sufficiente il richiamo all’articolo 75 e quindi alle materie già previste per il referendum abrogativo. Riteniamo, ad esempio, la questione delle materie penali assolutamente da escludere dagli ambiti referendari propositivi perché aprirebbe un mondo a furor di piazza che potrebbe essere pericoloso. Quindi, noi che siamo favorevoli all’introduzione del referendum propositivo, noi che siamo favorevoli all’introduzione di meccanismi che favoriscano la partecipazione dei cittadini, diciamo: facciamolo, ma facciamolo bene. Questo provvedimento deve servire a dare voce a chi voce non la trova nel palazzo e non a far affacciare i colleghi del MoVimento 5 Stelle, una nuova volta, al balcone di Palazzo Chigi per raccattare qualche voto in vista delle europee (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia).

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IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, Presidente. Devo dire che ho trovato proprio un baco logico nelle cose dette dalla relatrice a questo proposito perché ci viene detto che, se non sono previste le leggi tributarie dentro l’istituto, l’istituto si svuoterebbe. È una cosa chiaramente illogica perché se concordiamo, come tutti concordiamo, che il referendum propositivo è uno strumento più largo e più grande di quello abrogativo, non si capisce perché il referendum abrogativo può restringersi ulteriormente, ed è stato così pacificamente per decenni, senza avere come oggetto le leggi tributarie, mentre invece il referendum propositivo che è già più grande deve essere ulteriormente ingrandito. È evidente che, se noi introduciamo uno strumento più potente di per sé, dobbiamo, evidentemente, a tutela del sistema, tenere quegli stessi limiti che sono previsti per lo strumento più piccolo.

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DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. Noi con questo emendamento vogliamo introdurre una norma di buonsenso nell’ambito di una riforma che complessivamente ci pare molto lontana dallo spirito che ha animato i nostri padri costituenti e ci pare tesa a stravolgere i principi e gli equilibri assai delicati su cui si regge la nostra Costituzione, in particolare la seconda parte di essa. A noi pare estremamente di buon senso introdurre il limite delle materie già contenuto nell’articolo 75, comma 2. C’è una ragione alla base della riflessione che ha portato i nostri padri costituenti a escludere dalle materie oggetto di referendum abrogativo le leggi tributarie e di bilancio, le leggi di amnistia e di indulto e le leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali. Si capisce bene: i padri costituenti, con la praticità dell’epoca, capirono che erano materie che mal si sarebbero potute sottoporre al giudizio degli elettori.

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CARLO FATUZZO (FI). L’acustica di quest’aula non mi viene a favore: non riesco neanche a sentire il mio nome, Presidente, e mi consumo anche quindici secondi così…

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LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Ritengo che la disciplina che stiamo discutendo oggi abbia ad oggetto un istituto importante quale il referendum propositivo. Non c’è una contrarietà di principio sulla possibilità di prevedere nell’ordinamento referendum propositivi, ma c’è una questione di equilibrio costituzionale, di equilibrio degli assetti complessivi. Risulta pertanto abbastanza strano che sia possibile fare referendum propositivi su materie che non sono previste invece nell’articolo 75 per i referendum abrogativi. Quindi, chiediamo ai colleghi di accettare gli emendamenti a firma del collega Giorgis e degli altri colleghi per limitare la materia esclusivamente alle materie trattate dall’articolo 75 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Noi davvero non capiamo perché non si voglia dare parere favorevole e votare l’emendamento in esame che non fa altro che armonizzare i due strumenti di democrazia diretta, di partecipazione diretta dei cittadini al procedimento legislativo. Se per il referendum abrogativo esistono limiti di materia ben fissati, ben definiti perché almeno, anche se non lo riterremo sufficiente, almeno non prendere quei limiti e applicarli anche allo strumento del referendum propositivo? Sarebbe una soluzione di buonsenso, peraltro una soluzione omogenea con il testo costituzionale che consentirebbe di semplificare una serie di procedure che, invece, si andrebbero a complicare con l’attuale testo. Pertanto davvero chiediamo all’Aula, in particolare alla maggioranza, di riconsiderare il proprio parere sull’emendamento e di riconsiderare la propria posizione sulla decisione di non prendere gli stessi limiti di materia del referendum abrogativo e applicarli poi al referendum propositivo.

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FABIANA DADONE, Relatrice per la maggioranza. Grazie, Presidente. Solo per sgombrare il campo da alcuni dubbi. I limiti di materia ci sono e sono sostanzialmente tutti quelli dell’articolo 75, se leggete il testo così come riformulato dopo gli emendamenti approvati in Commissione: “Il referendum non è ammissibile se la proposta non rispetta la Costituzione…” - nel momento in cui si interverrà con l’emendamento 1.901 della Commissione - “…se ad iniziativa riservata, se presuppone intesa o accordi, se richiede una procedura o una maggioranza speciale per la sua approvazione, se richiede nuovi o maggiori oneri per far fronte alle coperture finanziarie, se non ha contenuto omogeneo”. Questo per dire che non saranno possibili referendum in materia propositiva sui Trattati internazionali, sull’uscita dall’Europa, sull’uscita dall’euro, sull’amnistia, sull’indulto, su tutta una serie di casi che sono stati citati ma che sono chiaramente esclusi dal testo attuale. Anche la legge di bilancio è esclusa perché è ad iniziativa riservata del Governo. Resta semplicemente la peculiarità delle leggi tributarie, perché - l’ho detto prima e provo a ripeterlo - l’istituto abrogativo elimina per sua natura qualcosa, quindi eliminare un tributo significa lasciare un buco nel sistema tributario. Dall’altro lato, qui si propone qualcosa. Quindi per andare incontro alla necessità di copertura dell’articolo 81 Costituzione, che comunque c’è e non si può ignorare, abbiamo previsto l’obbligo di copertura finanziaria. Tutti questi rischi relativi però alle leggi tributarie sono di molto attutiti con il vaglio preventivo garantito dalla Corte costituzionale che avrà ad oggetto anche le leggi in materia penale. Chiaramente il vaglio preventivo sarà fatto tenuto conto anche di tutti i vari principi sottesi in materia penale: quindi il principio di legalità, di irretroattività della legge, di tassatività, di personalità della responsabilità penale, di proporzionalità della pena, di ragionevolezza, solo per citarne alcuni.

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MICHELE BORDO (PD). Grazie, Presidente. Io francamente non comprendo, allora, per quale ragione la maggioranza non ritenga di approvare l’emendamento che noi stiamo proponendo, perché se è come ha appena sostenuto la relatrice, la collega Dadone, la maggioranza dovrebbe approvare l’emendamento ragionevole che noi abbiamo proposto, proprio con riferimento a quanto è scritto nell’articolo 75 della Costituzione. Infatti, se è vero che nell’articolo 75 c’è scritto quali sono le materie che non possono essere abrogate da un referendum, è assolutamente logico che su quelle stesse materie non ci possa essere un referendum propositivo. La ragione sta nella discussione che a suo tempo i costituenti fecero nell’Assemblea che preparò e approvò la Costituzione, ossia che ci sono materie rispetto alle quali sono più importanti la mediazione e l’equilibrio che si costruiscono dentro le Assemblee parlamentari. Faccio soltanto un esempio, immaginate che cosa succederebbe e come si esprimerebbe il popolo se fosse chiamato a proporre un referendum propositivo per abbassare le tasse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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GIORGIO MULE' (FI). Grazie, Presidente. Le rassicurazioni che sono appena arrivate dalla relatrice, non solo non rassicurano, ma rafforzano tutti i dubbi in capo a questi emendamenti. Noi abbiamo la necessità di mettere dei cancelli precisi alle materie che, non a caso, vennero disciplinate nell’articolo 75. L’impedire l’amnistia e l’indulto, ad esempio, evita che 500 mila fiancheggiatori delle mafie o della criminalità facciano un referendum, ma tiene aperte comunque le porte, nell’attuale formulazione, a interventi in materia penale che, ad esempio, possono fare riferimento a situazioni premiali o alla depenalizzazione di alcuni reati. Non ci si rende conto che non è necessario soltanto enunciare in maniera vaga il principio, noi parliamo della Costituzione; vanno esattamente inserite le materie, in modo da evitare che, un domani, questo strumento, che ha un fine nobile, sia invece asservito a un altro tipo di ideologia.

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DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire che quanto precisato dalla relatrice, oggettivamente, non solo non ci convince, ma ci crea ulteriori preoccupazioni. Perché se è così chiaro quali sono le materie che non possono essere oggetto di referendum, allora perché non metterle per iscritto, perché non chiarire questa posizione sua e anche della maggioranza? Allo stesso tempo, siete proprio sicuri che sia opportuno intervenire apertamente e liberamente sulla legge tributaria? Ma pensate a quello che potrebbe accadere, se proprio in questo modo, attraverso un referendum, si entrasse nelle dinamiche della manovra di bilancio. Ora, capisco che tutto questo, che fa parte un po’ della discussione di equilibrio che è nella Carta costituzionale, della distinzione dei poteri e del rispetto delle istituzioni, vi possa sfuggire, del resto può sfuggire a chi, come un Ministro, qualche minuto fa, con la giacca della Polizia, era in Transatlantico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. Anch’io intervengo per esprimere le mie personali preoccupazioni circa la strada che sta prendendo questa proposta di legge. L’intervento della relatrice non ha rassicurato neanche me; prima di tutto, come hanno detto i colleghi, perché se è vero che le materie escluse dal referendum abrogativo all’articolo 75 della Costituzione sono escluse anche dal referendum propositivo, tanto vale specificarlo e fare delle norme chiare; in secondo luogo, io credo che comunque prevedere un referendum propositivo su norme tributarie sia molto preoccupante, non solo per gli equilibri dello Stato, ma anche per il rispetto del principio di equità che c’è nel nostro Paese; togliere o mettere un tributo, intervenire modificandone le caratteristiche significa anche incidere sulle famiglie, sull’imposizione sui loro redditi, sul contributo che ciascun cittadino dà al bilancio dello Stato e questo significa, prima di tutto, mettere in discussione l’equità.

PAGINA: 0065

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. L’intervento della relatrice Dadone non mi ha per nulla rassicurato. L’equilibrio previsto dai nostri padri costituenti all’articolo 75, non a caso, prevedeva, appunto, l’esclusione, in materia di referendum abrogativo, di alcune materie: le materie fiscali, le materie di bilancio, le materie in conto di trattati internazionali, di amnistia e di indulto. Io mi chiedo, chiedo a me stessa, ma chiedo soprattutto alla relatrice e al Governo, cosa succederebbe al nostro sistema di welfare se ci fossero referendum propositivi, ad esempio, per abbassare l’età pensionabile a trentotto anni di età, come saremmo in grado di prenderci carico, di prenderci cura delle persone sul territorio nazionale, cosa succederebbe, come sarebbe rispettato, ad esempio, il criterio di proporzionalità in ambito fiscale, se attraverso un referendum propositivo si potesse scardinare un meccanismo di equità, come hanno richiamato i miei colleghi in precedenza, su cui si è retta la nostra Repubblica in questi anni? Quindi, davvero, credo che sia opportuno valutare con grande attenzione gli emendamenti presentati dal collega Giorgis che, appunto, considerano questo equilibrio che i nostri padri costituenti hanno tenuto.

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ANNAGRAZIA CALABRIA (FI). Grazie, Presidente. Ho ascoltato quanto sostenuto dalla relatrice e, a maggior ragione, non comprendiamo i motivi per cui non si intendano armonizzare i due strumenti, mi riferisco ovviamente al referendum abrogativo, che è uno strumento complementare, come già è stato detto autorevolmente dal collega Fassino, con il referendum propositivo in quanto, proprio perché quest’ultimo non è uno strumento di tipo complementare, ma è uno strumento principale, il suo perimetro andrebbe circoscritto in modo molto, molto più preciso. Ecco, se non si vogliono ascoltare quelle che sono le argomentazioni delle opposizioni, si debbono perlomeno ascoltare le argomentazioni dei presidenti emeriti della Corte costituzionale, mi riferisco a Flick o a Mirabelli, che hanno ritenuto di considerare i paletti alle materie assolutamente insufficienti. Secondo Kelsen, la Grundnorm, la norma fondamentale del diritto è il fondamento di ogni ordinamento, per noi la nostra Grundnorm è la Costituzione. Nel momento in cui la nostra Costituzione viene attaccata, noi riteniamo nostro dovere quello di difendere i principi delle nostre democrazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0066

ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. Ho l’impressione che stiamo facendo una discussione, sottacendo qual è la meta-discussione da fare, cioè qui c’è chi è arrivato al Governo, ha occupato tutte le poltrone possibili e immaginabili, ma poi si è accorto che governare comporta delle responsabilità, comporta, per esempio, decidere quali devono essere le tasse e come si devono utilizzare i soldi delle tasse dei cittadini. Siccome c’è qualcuno che non ha capito che la democrazia rappresentativa è anche questo, anzi, ha tra i suoi leader qualcuno che va in televisione a spiegarci che la monarchia assoluta e la democrazia rappresentativa sostanzialmente sono la stessa cosa, oggi, ci propone un referendum propositivo in cui addirittura viene lasciata in mano ai cittadini la possibilità di decidere quello per cui un Parlamento viene eletto, quello per cui occupano le poltrone dove stanno.

PAGINA: 0066

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente. Mi consenta di fare un’iperbole…

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PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Io voglio introdurre un argomento che, secondo me, è molto importante e che conforta questo emendamento: la coerenza del sistema. Presidente, il nostro sistema giuridico al completo è caratterizzato da una sorta di horror vacui: ogni proposta referendaria di questo progetto di legge di fatto è abrogativa, perché va ad abrogare una normativa previgente. Per mantenere la coerenza del sistema è, quindi, del tutto opportuno che le materie oggetto di referendum propositivo siano le medesime del referendum abrogativo. In difetto, evidentemente ci si potrebbe prestare proprio a norme elusive del divieto sancito dall’articolo 75 della Costituzione per quanto riguarda alcune materie.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Come avevo già detto in anticipo, ho chiesto di sottoscrivere l’emendamento del collega Giorgis perché credo che la soluzione prospettata da questo emendamento sia quella giusta, cioè sia quella di evitare di andare ad avere un contenzioso potenziale e devastante anche per lo stesso strumento.

PAGINA: 0067

ANDREA ORSINI (FI). Grazie, signor Presidente. A differenza del collega Fassina poco fa, io non sarei così angosciato o preoccupato dall’ipotesi che si possa affrontare il tema della previdenza complementare anche per via referendaria. In fondo, credo che la materia pensionistica sia tale da consentire anzi un utile ripensamento anche con il coinvolgimento dei privati, ma non è naturalmente questo l’oggetto perché sui singoli esempi si potrebbe dire qualsiasi cosa e il suo contrario.

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VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare, prima di tutto a me stessa, che oggi, con questa proposta di legge costituzionale noi non stiamo attribuendo alcun nuovo potere al popolo italiano perché l’istituto del referendum propositivo si inserisce in una prerogativa che già il popolo italiano ha, che è l’iniziativa legislativa, ai sensi dell’articolo 71, che oggi andiamo a modificare. Quindi, se i costituenti non hanno previsto alcun limite all’iniziativa legislativa popolare non vedo perché noi oggi lo dobbiamo fare.

PAGINA: 0068

GRAZIANO MUSELLA (FI). Grazie, Presidente. Rafforzare la democrazia va bene, ma qui si tratta di incoscienza, si tratta di incapacità, si tratta di non capire che ci sono in gioco, oltre agli interessi dei nostri cittadini, anche gli interessi nazionali. Voi vi immaginate un Paese, anche dalla Comunità europea e in conflittualità con noi dal punto di vista economico, che va a proporre, magari attraverso un nostro referendum interno, delle problematiche importanti sul bilancio e sull’economia del Paese e della nazione? A questo punto, chiaramente, noi ci troveremmo in grandissima difficoltà, quindi non solo gli interessi dei nostri cittadini ma gli interessi nazionali ne verrebbero compromessi. Questo è un punto fondamentale sul quale voi dovete riflettere perché ci state portando a un disastro, a un disastro dal punto di vista della democrazia e a un disastro dal punto di vista degli interessi nazionali che non riusciremo più a difendere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0068

CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Noi stiamo discutendo di uno strumento straordinario, di un tema di grande importanza e che, proprio per questo, ha bisogno di grande attenzione, di grande buonsenso ma anche di una straordinaria prudenza. Attenzione, perché non stiamo giocando né a monopoli, né a burraco. Ci vuole grande buon senso perché senza il buon senso si va a sbattere e se non c’è prudenza voi ci portate nel baratro della democrazia.

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SIMONE BALDELLI (FI). Approfitto, Presidente, dell’intervento fatto dalla collega Baldino per chiarire una cosa molto semplice. L’iniziativa popolare in questo momento necessità di 50 mila firme e si prende un progetto di legge, lo si porta in Parlamento e poi il Parlamento è libero di decidere quale sarà l’iter. Quello che voi state facendo è trasformare la proposta di legge popolare da 50 mila in 500 mila firme, obbligando il Paese a pronunciarsi tra quella proposta e lo status quo o tra quella proposta e una legge a cui il Parlamento è obbligato a lavorare per diciotto mesi approvandola nella stessa identica forma alla Camera e al Senato. State facendo ciò con una confusione tale e su materie talmente pericolose che dovreste porvi il problema. Invece, con grande franchezza, non vi ponete il problema perché forse non percepite l’entità del rischio che questa proposta nasconde in se stessa, a partire dalle coperture, che sono l’oggetto di questi emendamenti e sulle quali sottovalutate i rischi anche in ambito penale.

PAGINA: 0069

MATTEO COLANINNO (PD). Onorevole Presidente, noi proponiamo l’emendamento 1.161 Giorgis certamente per venire incontro e rafforzare l’istituto del referendum propositivo, quindi, francamente, non comprendo il perché ci sia questa resistenza nel voler rifiutare un’equiparazione tra l’istituto del referendum abrogativo e del referendum propositivo. Io temo che questa volontà di voler dire che il referendum può disporre su tutto, in realtà nasconda qualcosa che mi preoccupa molto e che dovrebbe preoccupare tutti i colleghi di quest’Aula. Non vorrei, cioè, che dietro queste belle parole vellutate della democrazia diretta, del referendum propositivo, si nascondesse quella frase detta da qualcuno, che voleva venire qui in questo Parlamento e aprire il Parlamento come una scatola di latta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0069

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, per il suo tramite alla collega Baldino. Vede, collega, lei non comprende perché siamo preoccupati e il suo candore, un po’ fanciullesco, invece mi preoccupa, perché voi non siete in grado di approntare un testo che abbia qualche cosa di contenuti e di forma, un testo normativo che sia perfettibile; un testo non perfetto già in seno alla Commissione e in Aula non ne parliamo. Voi mettete mano ad una riforma come questa sul referendum senza saper distinguere - Presidente, per il suo tramite alla collega - la differenza tra abrogativo e propositivo e lo fate in materie per le quali dovreste fermare il pensiero, Presidente: che possa essere demandato al cittadino il legiferare in ambito penale, a me, collega, preoccupa, e dovrebbe preoccupare anche lei, fortemente anche lei. Il fatto che invece ciò non la preoccupi, vuol dire che lei non comprende la portata del problema (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

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  I deputati FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS), ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), GIUSI BARTOLOZZI (FI) (Vedi RS), SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS) e CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS) intervengono sugli identici emendamenti 1.154 Magi e 1.155 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Su questo emendamento del collega Magi, l’1.154…

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ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, in quest’Aula occorre muovere fino all’ultimo, e anche contro le opposte evidenze, dalla convinzione che faceva dire al Galileo di Brecht: solo i morti non si lasciano smuovere da un argomento valido.

PAGINA: 0072

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, credo che gli emendamenti dei colleghi Magi e Sisto siano molto opportuni, anche per togliere un possibile equivoco di fondo: se andassimo ad analizzare il dibattito di questi giorni e lo potessimo analizzare anche con le nuove tecniche, quelle che individuano le parole chiave, vedremmo nettamente prevalere in tutti i nostri interventi il termine “referendum” e non quello di “legge d’iniziativa popolare”.

PAGINA: 0072

GIUSI BARTOLOZZI (FI). Presidente, siamo al solito. Io concordo con quello che è stato appena detto: questa proposta di legge, per come era stata formulata, poi corretta e adesso parzialmente corretta in realtà è il sintomo del fallimento di questo Governo e di questa maggioranza. Infatti, come ho detto in discussione sulle linee generali di questa proposta, loro che sono gli avvocati del popolo, loro che fanno le cose per il popolo, loro che si spingono e tutelano il popolo, poi non riescono a rappresentare il popolo. Mi chiedo: perché non prendere atto di questo fallimento? Perché non prendere atto del fallimento e dire: noi non siamo in realtà i rappresentanti del popolo, non siamo in grado di rappresentare le richieste del popolo, ed è per questo motivo che rimettiamo al popolo ogni qualsiasi determinazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0073

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, è proprio la logica sottesa a questa proposta di legge che è sbagliata: la contrapposizione tra la gente, il popolo e i politici, quella che abbiamo letto tutti nelle parole del Ministro Di Maio, che ancora in questi giorni continua a raccontare che si taglierà un terzo dei parlamentari, come se la riduzione della rappresentanza fosse qualcosa di cui vantarsi, in un Parlamento che spesso viene privato dei poteri di intervento sulle proprie prerogative grazie al ricorso continuo, sistematico e tradizionale alla fiducia, contro la quale proprio il MoVimento 5 Stelle si batteva nelle scorse legislature e di cui oggi è tragicamente protagonista.

PAGINA: 0073

CARLO FATUZZO (FI). Presidente, continuerò a votare a favore di tutti gli emendamenti che vanno contro la proposta di referendum propositivo, restringendone al massimo la portata, perché sono ancora e sempre convinto seriamente che siamo di fronte, con questa legge costituzionale, a un attentato alla democrazia parlamentare. Lo ripeto: attentato alla democrazia parlamentare! Cioè, il Parlamento deve sparire, non avrà più ragione di esistere, nel momento che il popolo verrà chiamato. È un po’ come: volete Gesù o Barabba? Siamo alla stessa cosa. Quindi, mi auguro che qualcuno che sta ancora dormendo, non accorgendosi di quello che sta facendo, si svegli, perché si finirà alla dittatura e le dittature non vengono mai accettate dal popolo italiano.

PAGINA: 0012

  I deputati FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS), MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.156 Speranza, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0073

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Questo emendamento a prima firma del collega Speranza cerca di indicare una soluzione, come abbiamo provato un po’ testardamente a fare in questa giornata, cioè provare a trovare una soluzione condivisa e, come ha detto il collega Fassina, nell’interesse dello strumento, dell’utilizzo di questo strumento, cioè quello di individuare il limite di materie.

PAGINA: 0074

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. L’emendamento che ha appena illustrato il presidente Fornaro, a prima firma del collega Speranza, è un emendamento di buonsenso, che forse non risolve in via esclusiva, ma certamente chiarisce in maniera piuttosto ferma alcuni dei limiti che dovrebbero circoscrivere l’iniziativa popolare e il connesso referendum, perché ricordiamo che ci sono due elementi che sono in gioco in questo momento: da un lato la legge di iniziativa popolare, che anche con la modifica resta ancora in vigore, cioè la possibilità, la facoltà di presentare una proposta di iniziativa popolare con 50 mila firme, e che, peraltro, potrebbe anche riguardare la materia costituzionale, tanto per dirne una. E poi c’è quello che ci porta al referendum, cioè la stessa proposta di legge di iniziativa popolare con 500 mila firme, che costringe il Parlamento, se vuole, ma in qualche modo costringe a lavorare in tempi stretti, che sono quelli dei diciotto mesi, per poter concorrere sullo stesso piano e portare direttamente, a quel punto, a referendum, che, ripetiamo, o conferma il confronto tra la proposta di iniziativa popolare e lo status quo o il confronto tra la proposta d’iniziativa popolare e quella approvata in lettura conforme dalla Camera e dal Senato a maggioranza.

PAGINA: 0075

CARLO FATUZZO (FI). Mi rivolgo, signor Presidente, tramite lei naturalmente, agli amici della Lega che stanno a trenta gradi nella linea di comunicazione, ricordando loro, sempre per il tramite suo, che hanno promosso un referendum abrogativo della legge Fornero, hanno raccolto le 500.000 firme - 499.999 più la mia, di Carlo Fatuzzo - per abrogare la legge Fornero e se la sono vista cancellare proprio per difetto di competenza. So che se fossero andati al Governo da soli avrebbero abrogato tutta la legge Fornero, ma non ne sono molto entusiasti coloro che stanno a sessantacinque gradi da loro e quindi dico e mi aspettavo che allargassero il passaggio…

PAGINA: 0075

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO (FI). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, per il suo tramite, al signor Davide Casaleggio proprietario in pectore di questo Parlamento con la Casaleggio associati S.r.l., il quale signor Casaleggio sostiene che gli strumenti tecnologici permettono il superamento della democrazia rappresentativa. Questo mi sembra già un assurdo di per sé, ma la riflessione che voglio sottoporre a voi è il fatto che io credo alla buona fede dei colleghi del MoVimento 5 Stelle che vogliono esasperare il concetto di democrazia, demos e chratos ossia potere al popolo, però forse non si rendono conto che, se la democrazia diretta supera la democrazia rappresentativa, si arriva in una deriva di dittatura derivata dal fatto che la democrazia rappresentativa ha dei vincoli: la Costituzione. Noi siamo eletti per esercitare il mandato del popolo e, se lo esercitiamo male, veniamo mandati a casa. La democrazia diretta, all’inverso, si può trasformare in una sorta di multicrazia, di policrazia cioè gruppi di interesse decidono che cosa è giusto promuovere e, con strumenti tecnologici che altro non sono che uno strumento che, se è dotato di risorse finanziarie, è più efficace di altri, promulgano leggi in favore di un bene specifico…

PAGINA: 0012

  PRESIDENTE (Vedi RS). Avverte che è stata avanzata richiesta di votazione segreta, alla quale la Presidenza ritiene di non poter accedere.

PAGINA: 0076

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Perego.

PAGINA: 0012

  Intervengono sull'ordine dei lavori il deputato FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS), e il deputato FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS).

PAGINA: 0076

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, per invitare la Presidenza ad una riflessione sulla richiesta di voto segreto, perché l’articolo 6 della Costituzione tutela proprio le minoranze linguistiche. È stato rammentato nel suo speech che, a norma dei precedenti della Giunta per il Regolamento, sono ammissibili i voti segreti sulle disposizioni sostanziali riferite alla tutela delle minoranze linguistiche, di cui all’articolo 6 della Costituzione. È vero che smuovere un precedente così autorevolmente assunto non è facile, perché la Presidenza molto spesso fa del precedente non un punto di partenza ma un punto di arrivo, indipendentemente dal tipo di ragionamento che può essere sottoposto all’attenzione della Presidenza. Tuttavia, in questo caso, mi permetto di osservare, con molta umiltà che, se è vero che è possibile il voto segreto sulle disposizioni sostanziali, laddove si intende per disposizioni sostanziali quanto modifica la disciplina della tutela delle minoranze linguistiche, mi sia consentito, a fortiori, a maggior ragione deve essere ammissibile un voto segreto sulla esclusione della materia delle minoranze linguistiche. Cioè, siamo di fronte a un più che comprende il meno. Se dicessimo che io ho diritto alla riservatezza del voto sulla disciplina di merito - chiamiamola così - sostanziale dell’articolo 6 della Costituzione, mi spiegate perché non è ammissibile il voto segreto sulla esclusione della materia dell’articolo 6? È un controsenso - se mi consentite - senza pari, perché io dovrei dire che laddove vado nel merito ho diritto alla riservatezza del voto, mentre laddove invece sull’ammissibilità dalla materia no. Ma, Presidente, se il più comprende il meno - scusate questo banalissimo riferimento ad un criterio, per così dire, mercantile - ma è inspiegabile perché il dettaglio della disciplina possa essere secretabile e invece la disciplina dentro o fuori non è secretabile. Cioè, siamo di fronte non a contenitore e contenuto, ma a materia e disciplina della materia.

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PRESIDENTE. Onorevole Sisto, io capisco il suo ragionamento, che ha tutta la dignità di un tema così delicato come quello del voto segreto su temi….colleghi vi invito ad evitare di gridare. Grazie.

PAGINA: 0077

FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, era per associarmi alla richiesta del collega Sisto sul voto segreto perché, peraltro con tutto il rispetto per il precedente della Giunta per il Regolamento, mi permetto solo di aggiungere…

PAGINA: 0012

  I deputati GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU) (Vedi RS), ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS), SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS), FABIANA DADONE (M5S) (Vedi RS), Relatrice per la maggioranza, intervengono sull'emendamento 1.157 Speranza, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento si pone lungo un cammino costruttivo rispetto al provvedimento di cui stiamo discutendo da lunghe ore e va a toccare uno dei punti chiave per noi del provvedimento stesso, quello cioè, come è già emerso in diverse occasioni, del limite di materia.

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ENRICO BORGHI (PD). Grazie signor Presidente. Questo emendamento ha un doppio pregio - ed è il motivo per il quale, se i proponenti concordano, vorrei anche personalmente aggiungere la mia firma -, perché condensa, da un lato, tutte le esigenze che sono già state in precedenza espresse, circa il fatto di porre un equilibrio, all’interno della legislazione costituzionale, tra la potestà proponente del corpo elettorale e la potestà abrogativa. In precedenza, numerosi colleghi del gruppo del Partito Democratico sono intervenuti, illustrando con dovizia di particolari e anche con alcuni esempi l’esigenza di dover specificare, in maniera molto chiara, il richiamo al fatto che le materie contemplate e previste dall’articolo 75 debbano trovare una loro corrispondenza fra la potestà propositiva e la potestà abrogativa, proprio per evitare di inserire all’interno della Carta costituzionale un elemento di disequilibrio che può chiamare successivamente la Corte costituzionale a dover intervenire, a valle dell’esercizio da parte del Parlamento nella sua funzione di più alto legislatore di riforma costituzionale o, addirittura, ad un potenziale conflitto di competenze.

PAGINA: 0079

MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Non posso che condividere quello che ha detto il collega che mi ha preceduto. La minoranza, per definizione, non è maggioranza e consentire che una maggioranza, tramite un referendum propositivo che purtroppo - bisogna dirlo - si presta anche a iniziative di stampo populistico, possa decidere sulla sorte e sul destino delle minoranze contrasta con la garanzia di cui all’articolo 6 della Costituzione.

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SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Proprio l’intervento del collega Schullian in fondo ci offre l’occasione per ragionare sulla fondatezza di questo emendamento, che aggiunge alle materie contemplate dall’articolo 75 anche quella della tutela delle minoranze, le minoranze linguistiche. E questo tema ci offre un’ulteriore occasione che mi permette di agganciarmi alla riflessione che faceva anche il collega Enrico Borghi, cioè che la maggioranza che si pronuncia contro una o più minoranze ha gioco facile. Ed è il motivo per cui non ha senso proporre una materia che inevitabilmente rischia di essere sottoposta a un referendum maggioritario, seppure con un quorum più basso di quello che attualmente è previsto per il referendum abrogativo, pur tuttavia con la possibilità che una minoranza, in rappresentanza di tutti, decida contro un’altra minoranza ancora più piccola.

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FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). È chiaro che questo emendamento con riguardo alla tutela delle minoranze incide sui rapporti con le autonomie locali e, in particolare, con le leggi costituzionali che danno questa autonomia alle regioni a statuto speciale da un lato; dall’altro, incide in via generale su tutto ciò che riguarda la tutela delle minoranze. Se un referendum e, comunque, un’iniziativa legislativa popolare propone e indirizza l’ordinamento statale verso alcuni approcci nei confronti delle minoranze, allora è evidente che questo ha un rilievo di carattere costituzionale e che in un referendum propositivo o in un’iniziativa legislativa popolare deve essere previsto che vi sia un limite rispetto alla tutela delle minoranze tutte le volte che la norma riguarda non solo le autonomie speciali, ma anche ogni forma di tutela delle minoranza, ossia l’articolo 3 e l’articolo 2 della Costituzione. Cioè, non si può non prevederlo nei referendum propositivi delle leggi di iniziativa popolare. È una norma di buonsenso, ma è una norma di ragionevolezza costituzionale.

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FABIANA DADONE, Relatrice per la maggioranza. Presidente, rispetto al tema delicato sollevato, delle minoranze, è chiaro già dall’attuale testo base che saranno escluse: il referendum non è ammissibile se le proposte non rispettano i principi e i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione. Quindi, qualora anche si volesse dare un’interpretazione la più restrittiva possibile di questo inciso “diritti fondamentali”, si intenderebbero i primi 12 della Carta costituzionale.

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  Interviene per un richiamo al Regolamento la deputata VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD) (Vedi RS).

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VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.

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  Il deputato FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS) interviene sull'emendamento 1.158 Speranza.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. L’emendamento a prima firma del collega Speranza credo abbia un pregio assoluto: quello del carattere sintetico nella delimitazione delle materie. Guardate, più di una volta abbiamo guardato con invidia il lavoro dei nostri costituenti proprio nella pulizia del testo; e provo, per farmi capire, a leggervi la differenza del testo base, quello proposto all’inizio, e i successivi interventi emendativi e quello che proponiamo noi.

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

PAGINA: 0082

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 18,30)

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  I deputati STEFANO FASSINA (LEU) (Vedi RS), VALENTINA CORNELI (M5S) (Vedi RS), ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS), FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS) e ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.159 Speranza, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0083

STEFANO FASSINA (LEU). Presidente, questo emendamento, come è chiaro, interviene sul punto che stiamo affrontando da ore, che riguarda le materie, che riguarda la coerenza con l’articolo 75. Vorrei in questo intervento provare ad interloquire tramite lei, Presidente, con le osservazioni, con le argomentazioni della relatrice, onorevole Dadone, in merito ad alcuni elementi che abbiamo portato nella discussione.

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VALENTINA CORNELI (M5S). Presidente, intervengo per rispondere, per il suo tramite, al collega Fassina: no, questo conflitto assolutamente non c’è, perché la Corte costituzionale interviene su una proposta di legge che promana da un comitato promotore, ma il comitato promotore - chiariamo questo aspetto - non è il popolo. Il corpo elettorale è quello che si esprime con il referendum, il comitato promotore è una minoranza, una minoranza di 500.000 elettori, che, tra l’altro, nel momento in cui interviene la Corte, può essere anche semplicemente 200.000, una piccolissima minoranza, quindi non vediamo nessun tipo di conflitto o di intervento politico della Corte costituzionale. Sicuramente è molto più politico l’intervento della Corte lì dove entra a gamba tesa su leggi importanti, e penso alla sentenza n. 1 del 2014. Insomma, quelli sono stati interventi con una reale portata politica, certamente non un intervento su una proposta popolare che promana da una minoranza di 200.000 elettori.

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ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, lo dico con il massimo rispetto per le parole che ascolto. Anzi, proprio perché ho rispetto, cerco di interloquire, e scommetto sul fatto che sia possibile cercare di persuadersi a vicenda. Il prevedere che la Corte costituzionale svolga un controllo preventivo non ha nulla a che fare con il profilo conflittuale, concorrenziale o alternativo di questa fonte, perché un conto è dire che ciò che fa la legge lo deve poter fare il referendum propositivo; se ci si muove in questa prospettiva, poi è del tutto scontato che, così come il Parlamento non può fare leggi incostituzionali, pena l’intervento della Corte, così il referendum propositivo non può introdurre leggi incostituzionali. Nell’un caso, il controllo è successivo, nell’altro il controllo è preventivo. Ma il controllo preventivo non risolve la questione della alternatività, della conflittualità, e, in ultima analisi, non risolve la questione che, devo dire, ho capito, è invece ciò che i promotori sostengono, cioè la questione dell’introdurre una modalità alternativa che si può in teoria e in pratica sostituire al Parlamento. Questo è il punto! Io chiederei alla relatrice e a tutti coloro che sostengono questa proposta di legge di provare a spiegare in che modo questa modalità di produzione delle leggi, questa modalità di produzione del diritto è ugualmente democratica, è ugualmente in grado di consentire la partecipazione, è ugualmente in grado di consentire a tutti di apportare contributi e quindi soluzioni di miglioramento rispetto a quelle che sono le caratteristiche del normale procedimento di formazione della legge.

PAGINA: 0084

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Presidente, mi rendo conto che i lavori dell’Aula possono portare facilmente a delle confusioni di carattere psicofisico, perché la stanchezza indubbiamente delle volte provoca quello che si chiama effetto sovrapposizione di nozioni, di dati, di esperienze, percezioni, ma mi chiedo e chiedo: rileggendo questo emendamento, che cosa c’entra la questione della legittimità costituzionale o la valutazione di costituzionalità con le materie che non possono essere sottoposte a referendum propositivo? Sono due mondi completamente diversi; è come - se dovessimo proprio sforzarci di un esempio - una sorta di check sulle condizioni di salute e poi un’attività sportiva che deve essere realizzata dallo stesso soggetto. Cioè, la costituzionalità ti dice soltanto se siamo di fronte ad un provvedimento che ha la capacità di passare i controlli costituzionali, mentre le materie sono ben altra cosa, perché significa che vi sono delle materie in sintonia con l’articolo 75 che io non posso affrontare perché sono materie riservate squisitamente, esclusivamente, alla dimensione del Parlamento. È tanto difficile da capire una cosa del genere? E anche questa pretesa apparentemente libertaria - voglio definirla proprio così - che le iniziative popolari devono fare le stesse cose che fa la legge parlamentare, è un’altra pazzia. Sono due elementi che sono bellissimi da mettere insieme sotto il profilo concettuale, ma l’articolo 70 ce l’avete in testa o no? Non è che l’articolo 71 vive di luce propria, come una norma che noi prendiamo, la caliamo nella Costituzione e diventa la Costituzione sulla Costituzione! L’articolo 71 - scusate la banalità aritmetica - viene dopo l’articolo 70! La nostra Costituzione, anche in questo, non è casuale, come quando, per esempio, pone il diritto di cronaca dopo il diritto alla riservatezza.

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ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Non approvare questo emendamento significa sostanziare quanto la relatrice ci ha detto nel corso del pomeriggio, e cioè che la volontà vera di questa riforma è quella di attribuire la potestà di un referendum propositivo in materia tributaria. Ora, poniamo il caso che questa proposta fosse già norma costituzionale vigente. Poniamo il caso che un comitato proponente referendario popolare si proponesse ora, in questo momento, di attivare un referendum in materia tributaria, nelle stesse ore in cui il Presidente del Consiglio, parlando ad Assolombarda, comunica che stiamo entrando in recessione economica. Ohibò, che cosa accade? Che, da un lato, i conti dello Stato rischiano di andare fuori traiettoria e fuori controllo e, dall’altro, consentiamo di poter scatenare una libertà in materia tributaria indifferenziata. È per questo motivo che appare molto opportuno il voto favorevole a questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0014

  La deputata FABIANA DADONE (M5S) (Vedi RS), Relatrice per la maggioranza, invita al ritiro dell'emendamento 1.160 Magi. La Presidente prende atto che i presentatori accettano l'invito al ritiro dell'emendamento 1.160 Magi, che il deputato Sisto fa proprio a nome del gruppo Forza Italia – Berloscuni Presidente.

PAGINA: 0086

FABIANA DADONE, Relatrice per la maggioranza. Solo per invitare i sottoscrittori di questi due emendamenti al ritiro perché, sostanzialmente, sarebbero accolti con l’approvazione dell’emendamento 1.901 della Commissione, in quanto nel nuovo parametro di ammissibilità con inciso “la Costituzione” risulterebbero poi compresi anche i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali di cui all’articolo 117, primo comma, e l’articolo 11 della Costituzione.

PAGINA: 0014

  I deputati FRANCESCO PAOLO SISTO (FI) (Vedi RS) e STEFANO CECCANTI (PD) (Vedi RS) intervengono sull'emendamento 1.160 Magi fatto proprio del gruppo di Forza Italia – Berlusconi Presidente, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0086

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Facciamo nostro l’emendamento 1.160 Magi.

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STEFANO CECCANTI, Relatore di minoranza. Riepilogo un attimo soprattutto per chi non era in Commissione. Il collega Sisto in Commissione ha fatto una critica meritoria al concetto indeterminato di principi e diritti fondamentali, dicendo che se usavamo l’espressione “principi e diritti fondamentali” non si capiva bene quali erano fondamentali e quali non lo erano. Sulla base di ciò, il collega Giorgis ha spiegato che doveva essere usata come parametro l’intera Costituzione e che, usando come parametro l’intera Costituzione, non c’era più ambiguità. Poi ci si è messo anche il collega Forciniti a complicarci la vita, perché non voleva mettere i vincoli comunitari e voleva mettere i principi dell’ordinamento comunitario, così provocando un caos che ha avuto alcune pregevoli audizioni anche in Commissione affari esteri, e si è detto che, se si usa la Costituzione, ossia la formula suggerita dal collega Giorgis, rientrano anche i vincoli citati dall’articolo 117, comma 1.

PAGINA: 0014

  Il deputato SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS) interviene sull'emendamento 1.162 Sisto, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

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SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Anche l’emendamento 1.162 Sisto riguarda la sfera degli accordi internazionali e introduce, tra i limiti dell’iniziativa legislativa referendaria, il fatto che la proposta non rispetti i vincoli europei e internazionali. È una formulazione un po’ differente da quella prevista nell’emendamento della relatrice che, in realtà, per citarlo nella sua letteralità afferma “…se presuppone intese o accordi…” e poi va avanti con tutte le fattispecie e lascia forse meno spazio all’interpretazione. Mi piace, da questo punto di vista, aggiungere un altro elemento alla riflessione sul tema della circoscrizione del perimetro della referendabilità, per usare un termine un po’singolare ma che rende bene, delle materie. È stato detto che questo tipo di proposta, di fatto, svuota la funzione legislativa e mi veniva in mente, ascoltando l’intervento del collega Sisto, proprio il contenuto dell’articolo 70 della Costituzione, ossia l’esercizio congiunto della funzione legislativa da parte delle due Camere. In esso è disciplinato tutto il percorso che noi affrontiamo ogni qual volta, anche oggi, esaminiamo un testo: quindi, l’approvazione in Commissione articolo per articolo e il voto finale e la lavorazione di un testo con tutto ciò che i Regolamenti prevedono. Qui non parliamo - ed è forse quello il grande equivoco per cui ogni tanto qualcuno ci chiede: ma qual è il problema se il popolo esercita il proprio diritto di presentare una proposta di legge? - qui non esercitiamo soltanto l’iniziativa legislativa ma, di fatto, nell’iniziativa legislativa e nella raccolta di firme ad essa collegata si risolve la funzione legislativa che un terzo attore rispetto alle Camere congiuntamente finisce per esercitare. Infatti, le Camere svolgono congiuntamente la funzione legislativa e nell’articolo 71 prevediamo che possano svolgerla su sollecitazione della chiamata in correità di un comitato promotore che decide di “portare a dama” sulla raccolta delle firme un tema su cui il Parlamento o non si pronuncia per niente o comincia un iter legislativo ma poi, se termina l’iter legislativo, esso assume pari dignità rispetto alla proposta così come uscita dal comitato promotore con le firme raccolte, sulla quale ci saranno tutti i controlli e tutti i limiti che vogliamo ma anche quella, in fondo, assume la dignità di una funzione legislativa che è tutt’altro che prevista dalla Costituzione. Dunque, a questo punto l’invito, se volete anche un po’ provocatorio, è di inserire nell’articolo 70 questa fattispecie. Le Camere esercitano congiuntamente la funzione legislativa con l’aggiunta del fatto che anche i comitati promotori svolgono in qualche misura una funzione legislativa perché lo stesso referendum propositivo è funzione legislativa, il cui voto finale non è sottoposto all’Assemblea ma è sottoposto al referendum.

PAGINA: 0014

  Il deputato SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS) interviene sull'emendamento 1.163 Speranza, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0088

In tutto questo, aggiungo che il quorum del 25 per cento degli elettori, in questo quadro d’insieme, mentre nel frattempo c’è una proposta di legge che punta alla riduzione della rappresentanza, non è una garanzia, è un problema ulteriore, nel senso che io credo che le garanzie, che hanno voluto inserire i nostri padri costituenti, inserendo la metà più uno degli aventi diritto a costituire il quorum strutturale dell’abrogativo, siano alcune delle garanzie che dovremmo recuperare proprio nel momento in cui rischiamo di approvare una disciplina magmatica - e gli emendamenti che approviamo lo testimoniano -, perché non abbiamo chiari i temi su cui va circoscritta, perché non li abbiamo chiari e li demandiamo a una legge attuativa, seppure a maggioranza qualificata, che è di là da venire e che, probabilmente, rischia di trovarsi di fronte alla gestione di una quantità infinita di incongruenze.

PAGINA: 0014

  Il deputato GIAN MARIO FRAGOMELI (PD) (Vedi RS) interviene sul suo subemendamento 0.1.901.3 per chiederne l'accantonamento. Il deputato ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS) interviene a favore della proposta di accantonamento, mentre la deputata VALENTINA CORNELI (M5S) (Vedi RS) interviene contro. La Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, respinge la proposta di accantonamento del subemendamento 0.1.901.3 Fragomeli.

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GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa solleviamo una questione importante relativa ad una riserva legislativa per quanto riguarda l’autonomia e il funzionamento degli organi costituzionali. Non è un tema secondario, ma è un tema importante. Nello specifico, introduciamo una norma di rango costituzionale, oggi, in una materia appunto che non ha nessun riferimento da questo punto di vista. Mi inserisco, quindi, a sostegno del controllo preventivo costituzionale relativo all’ammissibilità della Corte, al fine di evitare un corto circuito con il successivo controllo di legittimità su una proposta di legge d’iniziativa popolare.

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ENRICO BORGHI (PD). Grazie, signora Presidente. Mi rendo conto che questa discussione arriva in un momento di conclusione della seduta e, quindi, può essere legittimato anche un grado di attenzione non particolarmente congruo rispetto alla portata della proposta del collega Fragomeli.

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VALENTINA CORNELI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per precisare che il nostro parere è assolutamente contrario. Se una proposta di legge davvero incidesse su materie di rilevanza costituzionale sarebbe inammissibile.

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  Il deputato SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS) interviene sul subemendamento 0.1.901.3 Fragomeli, che la Camera, con votazione nominale elettronica, respinge.

PAGINA: 0092

SIMONE BALDELLI (FI). Presidente, vinco la mia proverbiale ritrosia ad intervenire in quest’Aula solo per il fatto che questo tema è particolarmente rilevante, e anche perché spero che oggettivamente sia l’ultimo voto della giornata.

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Calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di febbraio 2019 e conseguente aggiornamento del programma. (Vedi RS)

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Calendario dei lavori dell’Assemblea per il mese di febbraio 2019 e conseguente aggiornamento del programma (ore 19,35).

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica il calendario dei lavori dell'Assemblea per il mese di febbraio 2019 ed il conseguente aggiornamento del programma, predisposti a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

PAGINA: 0094

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell’odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato stabilito, ai sensi dell’articolo 24, comma 3, del Regolamento il seguente calendario dei lavori per il mese di febbraio 2019:

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Interventi di fine seduta (Vedi RS)

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Interventi di fine seduta.

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  Intervengono i deputati FILIPPO SENSI (PD) (Vedi RS), VINCENZA LABRIOLA (FI) (Vedi RS), GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA) (Vedi RS), VIRGINIO CAPARVI (LEGA) (Vedi RS), ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-SI) (Vedi RS), FRANCESCA TROIANO (M5S) (Vedi RS), GIANLUCA ROSPI (M5S) (Vedi RS), ROSA MENGA (M5S) (Vedi RS) e ENRICA SEGNERI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0096

FILIPPO SENSI (PD). Presidente, i dati, seppur provvisori, diffusi in queste ore dall’INAIL sui morti sul lavoro nel 2018 non sono arrivati purtroppo inattesi, come un fulmine a ciel sereno, sono piuttosto la conferma di una tendenza drammatica che va affrontata ed invertita con maggiore decisione e determinazione: 1.133 vittime sul luogo di lavoro, oltre il 10 per cento in più rispetto all’anno precedente, al 2017, più di tre morti al giorno, non sono una statistica da snocciolare come una stanca litania ma una vera e propria emergenza nazionale che meriterebbe altro impegno, altro assillo, altra lena da parte di chi oggi guida l’Esecutivo in termini di prevenzione e sicurezza, di contrasto alla fragilizzazione delle condizioni di lavoro, di analisi delle cause, formazione di intervento ispettivo, di ascolto rispetto alle denunce sindacali e di sostegno di rete anche sul versante delle patologie professionali, che aumentano. Si abusa, a mio modo di vedere, del termine “dignità”, si mena vanto della cittadinanza, sacrosanto, ma poi non si riesce a fermare una strage silenziosa, da ultimo un giovane di ventiquattr’anni morto in provincia di Bari, non si sente quella dei morti sul lavoro come una priorità sulla quale far convergere il cordoglio, la vicinanza e l’ansia del Parlamento ma anche e soprattutto tutti - ripeto, tutti - gli sforzi di chi oggi è al Governo del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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VINCENZA LABRIOLA (FI). Presidente, onorevoli colleghi, Giorgio, il piccolo-grande ometto di Taranto, è volato in cielo venerdì scorso. Giorgio lottava contro un sarcoma dal 2016. La sua storia, purtroppo, è uguale a quella di tanti cittadini del territorio ionico. Giorgio aveva un sarcoma ma inizialmente viene scambiato per una fistola da curare con una pomata, poi la cura che non fa effetto, la TAC, il consulto all’ospedale pediatrico di Bari e solo lì la verità. Poi tre anni di chemioterapia e viaggi della speranza a Milano. Sì, proprio a Milano, il centro più vicino alla fabbrica della morte, poi la doccia fredda: le metastasi. Giorgio ha dovuto lottare, oltre che con il sarcoma, anche con la sanità inadeguata, fronteggiare un olocausto, così la mamma di Giorgio, Carla, definisce ciò che a Taranto succede ormai tutti i giorni. Avere una diagnosi a Taranto è questione di fortuna, la mamma di Giorgio dice anche questo. Cosa succederà al medico che ha sbagliato la diagnosi? Nulla, così come a tutti quei medici che sbagliano le diagnosi. Allora mi chiedo: perché? Perché tutta questa crudeltà? Perché si perde tempo prezioso anche sulla costruzione del nuovo ospedale, il San Cataldo? Le costanti morti si avvicinano al picco, che sarà nel 2020, mentre la politica regionale e nazionale gira la faccia dall’altra parte. La morte di Giorgio, avvenuta nella settimana in cui la Corte dei diritti umani di Strasburgo condanna nuovamente l’Italia, sembra una beffa, per l’ennesima morte che non possiamo più accettare. La sentenza dice: il persistente inquinamento causato dalle emissioni dell’Ilva ha messo in pericolo la salute dell’intera popolazione che vive nell’area a rischio e le autorità nazionali non hanno preso tutte le misure necessarie per proteggere efficacemente il diritto e il rispetto della vita. Questo è drammatico! Il diritto alla vita noi, abitanti di Taranto, non lo abbiamo, per questo chiediamo al Ministro Costa e al Ministro Grillo di riferire sulle emergenze non più procrastinabili. Non possiamo più accettare né la fuga perfetta del Governo né lo scaricabarile della maggioranza. Auspichiamo che almeno questa richiesta, questa volta - ed è l’ennesima -, sia in Commissione che in Aula, venga accolta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

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GIUSEPPE CESARE DONINA (LEGA). Presidente, ieri, all’unanimità, in Consiglio regionale lombardo è stata votata l’adozione dalla bandiera della Lombardia. Come bandiera della Lombardia è stata scelta la rosa camuna, che è un simbolo preistorico dalla Val Camonica, che deriva da migliaia di anni fa. La bandiera è il riassunto simbolico e cromatico di un’appartenenza, di una provenienza e di una comune radice, è un luogo che avvertiamo come materno e paterno al tempo stesso, che richiama a certi compiti e doveri fondamentali, che evoca la linfa delle origini, i primi passi, il rapporto profondo con una terra, che è pure la casa comune. Ecco, questa terra è la Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PAGINA: 0097

VIRGINIO CAPARVI (LEGA). Presidente, la prego di non voler strumentalizzare in qualche modo quello che sto per dire, né è mia volontà cavalcare qualsivoglia onda emozionale, però ritenevo doveroso notiziare quest’Aula rispetto alla scomparsa di un ragazzo di Perugia, conosciuto anche grazie ai suoi interventi in televisione, un ragazzo a cui sei anni fa è stato diagnosticato un tumore e pochi mesi di vita e che, invece, lottando con il sorriso, essendo un tipo contagioso anche rispetto a tutti quelli che sono i malati di tumore che ha incontrato in questi sei anni, ha dato veramente tanta speranza a tante persone. Sto parlando di Leonardo Cenci, un perugino di 46 anni che ha definito questi sei anni “dei giorni regalati”, perché in realtà non li aveva messi in conto, in quanto aveva solo pochi mesi. Poi ha fondato la ONLUS “Avanti tutta” e con questa ha guadagnato involontariamente la ribalta delle trasmissioni televisive nazionali, i giornali, ma soprattutto ha fatto un gran lavoro nelle corsie degli ospedali con i bambini, con gli adulti, sempre con il sorriso stampato in faccia.

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ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE-SI). Grazie, Presidente. Il comma 889 dell’articolo 1 della legge di bilancio 2019 stabilisce l’entità e i criteri di attribuzione del contributo annuo per il periodo 2019-2033 da destinare al finanziamento dei piani di sicurezza per la manutenzione di strade e scuole delle province. Considerando la tabella di riparto di questi fondi provinciali, si evince che la mia provincia di provenienza, e cioè la provincia di Foggia, è destinataria di circa 1 milione e 250 mila euro, che la pone agli ultimissimi posti della graduatoria relativa all’entità del contributo. Per comprendere appieno il problema che desidero evidenziare è opportuno ricordare che la provincia di Foggia è la terza in Italia per estensione territoriale, con circa 3 mila chilometri di strade e poi 172 scuole, 550 ponti, realizzati tra l’altro oltre 60 anni fa. Appare evidente, purtroppo, che la somma stanziata è assolutamente inadeguata per poter pensare a qualsiasi tipo di intervento, perché tradotto nelle varie categorie, significa circa 430 euro per un chilometro di strada, oppure 2.300 euro circa per ogni ponte e ancora 7.350 euro circa per ogni scuola.

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FRANCESCA TROIANO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, se veniamo educati a pensare che per essere accettati dobbiamo essere come tutti gli altri, allora soffriremo per ciò che dagli altri ci differenzia. Mi piace citare, in quest’Aula, una fase di Nadia Luppi, cittadina di questo Paese. In Italia c’è ancora tanta vergogna nell’essere disabile, perché si pensa che sia un’onta, sia qualcosa che escluda, che renda impossibile fare le più elementari cose della vita. Il problema vero è che la vergogna non è di chi questa disabilità porta, ma per chi ha permesso e permette di non poter esprimere al meglio le potenzialità di tutti i cittadini italiani e con tutti, dico tutti. L’infamia è di chi permette di mettere alberi nel bel mezzo di un marciapiede, di chi va di corsa e parcheggia l’auto davanti agli scivoli per i disabili, di chi ha reso e rende impossibile la loro vita. Le paure, dice ancora Nadia Luppi, vanno ascoltate e non rifiutate. Avere Vincenzo Zoccano come sottosegretario con delega alla famiglia e alle disabilità non è un fatto di poco conto; anzi, si assiste ad un cambio di passo importante perché – e dobbiamo dirlo con sempre maggiore forza – una città su misura per un disabile è una città migliore e più sicura per tutti. Oggi, però, tra le persone la disabilità è un fattore escludente che genera profondo disagio e si traduce in conseguenze psicologiche di non poco conto, una vergogna che considera i disabili come persone che non sanno apprezzare le cose, che non possono fare l’amore, che non possono provare emozioni, che si devono accontentare delle cose che capitano e che non possono viaggiare né tanto meno attraversare una strada; la nostra è una rivoluzione sociale e culturale. L’azione del Governo andrà sicuramente su questa strada, ne sono convinta perché è da qui che si cambia davvero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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GIANLUCA ROSPI (M5S). Grazie, Presidente. Signor Presidente, ieri pomeriggio, nella mia regione una frana ha devastato il centro storico del comune di Pomarico, in provincia di Matera buttando giù diverse abitazioni e compromettendo la funzionalità di altre. Venti famiglie, e credo purtroppo che questo numero sia destinato a salire, sono state costrette a lasciare la propria abitazione.

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ROSA MENGA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, anche questa notte Foggia, la mia città è stata svegliata dal boato di una bomba. Si tratta del terzo attentato ai danni di un esercizio commerciale in una sola settimana, con un primato terrificante segnalato anche da il Fatto Quotidiano di oggi, di una bomba esplosa ogni quattro giorni nel primo mese del 2019. Dopo aver colpito il negozio Esteticamente, l’Emporio Asia, questa notte è toccato ad un famoso store di elettronica sito in zona Villaggio artigiani. È evidente che il fatto che finalmente lo Stato abbia acceso i riflettori sulle mafie foggiane abbia fatto registrare una simile recrudescenza di tali atti intimidatori. Il messaggio proveniente da chi evidentemente sa parlare soltanto una lingua fatta a suon di bombe è chiaro: qui comandiamo ancora noi. Ma è altrettanto chiaro che il bisogno di riaffermare il proprio potere è segno che ora la mafia ha paura e del cambiamento che già in atto in città. E per capirlo basti considerare quanto accaduto nel giro di appena un anno: fine del 2017, il Consiglio superiore della magistratura, al termine di una missione a Foggia, scrive nero su bianco che la mafia in terra di Capitanata è così radicata da spingere le vittime ad un atteggiamento di volontaria sottomissione, al punto tale che in alcuni casi sono gli stessi imprenditori a contattare i clan prima ancora di ricevere la richiesta estorsiva. Ma a fine 2018 una maxi operazione coordinata dalla DDA di Bari conduce a 30 arresti, facendo tabula rasa dei vertici della società foggiana. Dietro questo successo c’è sì lo Stato, c’è il lavoro incessante delle forze dell’ordine, a cui va il mio più sentito ringraziamento, ma c’è soprattutto il coraggio, il coraggio di un imprenditore che non ha taciuto e che è stato di esempio per tutti gli altri che via via hanno denunciato. Non cedere alle intimidazioni significa privare questi criminali del potere derivante dalla paura.

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ENRICA SEGNERI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per portare all’attenzione di questa Assemblea l’odissea senza fine che stanno vivendo gli oltre ottocento lavoratori addetti alle pulizie delle scuole del Lotto 5 di Frosinone e Latina, che non percepiscono lo stipendio da luglio 2017. Nonostante il Consiglio di Stato, lo scorso 29 novembre, decretava la condotta dell’ATI, Associazione temporanea d’impresa costituita dalle cooperative Ma.ca Srl, Servizi generali e Smeraldo Srl, lesiva del disposto costituzionale di cui all’articolo 36 e in contrasto con i generali doveri di correttezza e buona fede nei confronti dei lavoratori, i quali ricevevano, a fronte delle attività rese, buste paga con un netto pari a zero euro o a poche decine di euro. La situazione è precipitata con la sentenza del TAR di Latina del 9 gennaio scorso, che, in accoglimento del ricorso delle cooperative stesse, si è espresso a favore della partecipazione dell’ATI, Ma.ca Srl, Servizi Generali e Smeraldo, al nuovo bando predisposto dal MIUR per l’affidamento dei servizi di pulizia. Le lavoratrici, sopraffatte dallo sconforto, hanno annunciato, per il tramite dei sindacati, lo sciopero ad oltranza, stremate per una situazione diventata ormai insostenibile. Per tutta risposta le cooperative, tramite il centro per l’impiego, hanno pubblicato un annuncio di lavoro per supplire alla carenza di organico dovuta presumibilmente ai lavoratori in sciopero; un annuncio per la ricerca di addetti alle pulizie delle scuole. Una violazione dei diritti dei lavoratori, un atto di una gravità assoluta. È necessario un intervento immediato e mirato da parte del Governo su queste cooperative, che, in spregio alla Costituzione, disprezzano i lavoratori, calpestando, di fatto, tutti i loro diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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Ordine del giorno della prossima seduta. (Vedi RS)

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Ordine del giorno della prossima seduta.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta.

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PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

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  La seduta termina alle 20.