DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA
COMUNICAZIONI ALL'ASSEMBLEA
Seduta n. 205 di martedì 9 luglio 2019
INTERROGAZIONI
Iniziative di competenza volte a contrastare la pesca illegale di tonno rosso, anche a fini di tutela della salute – n. 3-00854
A)
GADDA, CARNEVALI e CENNI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
come si apprende dagli organi di informazione, in queste settimane, in Sicilia i casi di intossicazione alimentare da tonno rosso sono aumentati in maniera rilevante. Solo nell'ultimo mese sono stati circa 60 i ricoveri tra cui alcuni casi gravi a causa di istamina avente origine da pesce avariato. Così come sono aumentate le denunce al Nucleo anti-sofisticazioni dei carabinieri (NAS) e i relativi sequestri di prodotti ittici conservati male;
le stesse istituzioni preposte ai controlli, Nas, Capitanerie di porto, ispettori e veterinari delle asl, hanno sequestrato nelle ultime settimane circa 12 tonnellate di tonno rosso illegale per un valore di 200 mila euro;
si tratta di tonnellate di pesce non tracciato, che viene catturato sforando le quote pesca consentite nei mari italiani. Pesce che viene congelato in ritardo, che non rispetta le norme di conservazione e che viaggia su mezzi non idonei al trasporto di alimenti. Una vera e propria filiera illegale che, in assenza di tracciabilità, pone a rischio la salute dei cittadini, oltre a danneggiare la filiera commerciale legale del tonno rosso;
si fa presente che, dopo diversi anni, nella XVII legislatura l'Italia è riuscita a vedersi riconosciuto un aumento delle quote di tonno con i decreti ministeriali del 20 aprile 2018 (ripartizione dei contingenti nazionali di cattura del tonno rosso per il triennio 2018/2020) e del 4 maggio 2018 (disposizioni urgenti in materia di cattura bersaglio del tonno rosso con il sistema della circuizione);
per l'anno 2018 si è a 3.894,13 tonnellate, per l'anno 2019 si passerà 4.308,59 tonnellate e, per l'anno 2020 si arriverà a 4.756,75 tonnellate;
sono cambiate anche la ripartizione per modalità di pesca:
a) per l'anno 2018 si prevedono i seguenti dati: circuizione 2.886,33 tonnellate; palangaro 527,46 tonnellate; tonnara fissa 328,35 tonnellate; pesca sportiva e ricreativa 18,61 tonnellate; quota non divisa 133,37 tonnellate;
b) per l'anno 2019 si prevedono: circuizione 3.205,03 tonnellate; palangaro 585,28 tonnellate; tonnara fissa 364,42 tonnellate; pesca sportiva e ricreativa 20,34 tonnellate; quota non divisa 133,52 tonnellate;
c) per l'anno 2020 si prevedono: circuizione 3.541,45 tonnellate; palangaro 646,68 tonnellate; tonnara fissa 402,66 tonnellate; pesca sportiva e ricreativa 21,60 tonnellate; quota non divisa 144,37 tonnellate;
l'aumento delle quote è stato di oltre il 50 per cento;
in questo quadro continua la pesca di frodo del tonno rosso, con tutti i rischi che ne conseguono a partire da quelli per la salute dei consumatori –:
quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di contrastare la pesca illegale di tonno rosso e attivarsi per un sistema di controlli più efficace a tutela della salute dei cittadini. (3-00854)
Iniziative di competenza per garantire il pagamento dell'indennità relativa al 2018 a seguito della defiscalizzazione dei redditi per il personale militare, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco – n. 3-00831
B)
DEIDDA e FRASSINETTI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
con decreto legislativo n. 95 del 2017 è stata disposta, per il personale militare, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco interessato, la defiscalizzazione dei redditi di importo pari o inferiore a 28.000 euro;
tale misura è stata introdotta al fine di evitare che l'aumento dei parametri conseguenti al riordino delle carriere, in combinato disposto con la norma contrattuale, determinando maggiori entrate, danneggiasse appunto i redditi più bassi;
l'introduzione della citata norma ha rappresentato un segnale importante verso i più giovani o comunque verso coloro che ricoprono per lo più i gradi iniziali delle rispettive carriere;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 12 aprile 2019, con visto della Corte dei conti del 22 maggio 2019, è stata individuata la misura dell'indennità, sulla base delle coperture finanziare espressamente previste dal citato decreto legislativo n. 95;
allo stato, appare inammissibile il mancato pagamento, a distanza di due anni dall'approvazione delle norma, delle relative indennità e ciò accade nonostante siano stati assunti tutti i provvedimenti necessari;
recentemente dalla stampa si è appreso che le somme per il 2018 sarebbero state diversamente impegnate dal Ministero dell'economia e delle finanze, non essendo state spese nell'arco dell'annualità 2018;
anche al fine di smentire le suindicate notizie, appare necessario procedere con l'effettiva corresponsione dell'indennità in questione –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti sopraesposti e quali iniziative di competenza intendano assumere al fine di consentire il pagamento dell'indennità relativa al 2018 entro le mensilità di luglio/agosto 2019.
(3-00831)
Iniziative di competenza volte a verificare le condizioni di lavoro del personale della società Seta, nonché le condizioni dei mezzi di trasporto utilizzati, a salvaguardia della sicurezza di autisti e passeggeri – n. 3-00790
C)
ASCARI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
Seta spa (Società emiliana trasporti autofiloviari) gestore unico del trasporto pubblico locale su gomma in provincia di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, con partecipazioni detenute dagli enti locali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza, e, per parte privata, da Herm-Holding Emilia Romagna Mobilità s.r.l. e da Tper s.p.a. a loro volta controllate da enti territoriali;
Seta spa annualmente trasporta circa 62,6 milioni di passeggeri, a fronte di 877 mezzi marcianti e un organico di 1.063 dipendenti, per un valore della produzione di 109 milioni di euro;
recentemente sono avvenuti scioperi per le condizioni di lavoro a cui sono costretti gli autisti che, già sottoposti a condizioni di servizio e responsabilità particolari, dovute alla posizione ricoperta e al contatto con il pubblico che li espone anche a rischi per la propria incolumità e quella dei passeggeri, sarebbero costretti a nastri lavorativi fino a 13,5 ore;
negli ultimi mesi, alcuni mezzi sono andati in avaria, mettendo a repentaglio l'incolumità dei passeggeri, degli autisti, nonché dei passanti che si trovavano nelle vicinanze dei mezzi;
le avarie spesso sono state imputate alla vetustà dei mezzi e alla connessa mancata manutenzione straordinaria e ordinaria, anche per mancanza di operatori, tuttavia, non si potrebbero escludere anche altre cause diverse dalle condizioni dei mezzi;
Seta spa acquisterebbe prevalentemente mezzi usati con anche un milione di chilometri;
secondo quanto denunciato in un'interpellanza del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, sarebbero diverse le criticità riguardanti la Seta spa la quale, tra l'altro, negherebbe il confronto con i lavoratori ed i loro rappresentanti sindacali e, inoltre, non prenderebbe nessuna misura per diminuire i disservizi ed i disagi per gli utenti;
nel 2018 l'ispettorato territoriale del lavoro di Modena ha inviato alle rappresentanze sindacali gli esiti degli accertamenti compiuti su Seta spa, comunicando l'accertamento di «violazioni alla normativa sullo straordinario, sul riposo settimanale e sulle ore di guida continuative»;
secondo quanto denunciato dai sindacati, ai lavoratori verrebbero assegnati straordinari con un preavviso inferiore alle 24 ore in maniera sistematica, senza consenso tra le parti, anche al di fuori di casi imprevisti ed eccezionali e i casi di forza maggiore e di imminente pericolo; i lavoratori che contestano tale situazione, sarebbero minacciati dai diretti superiori gerarchici, con la possibilità di provvedimenti disciplinari;
questa pratica potrebbe essere in contrasto con l'articolo 2087 del codice civile e con la giurisprudenza di merito (si veda la sentenza della Corte di cassazione n. 12962 del 21 maggio 2008);
si rileva infine che persiste una situazione di mancata armonizzazione contrattuale fra i tre bacini serviti da Seta con quelle che all'interrogante appaiono evidenti discriminazioni salariali –:
quali iniziative il Governo intenda intraprendere, per quanto di competenza, al fine di verificare le condizioni di lavoro del personale rispetto alla legge e ai contratti collettivi nazionali di lavoro, incluse le modalità di turnazione degli autisti, sanzionando i responsabili di eventuali comportamenti illeciti;
di quali informazioni disponga il Governo circa l'eventualità che l'avaria dei mezzi di Seta spa sia dovuta a cause diverse dalla condizione dei mezzi e quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine di contrastare tale eventualità. (3-00790)
Iniziative in ordine alla regolarità degli appalti di lavoro all'interno del gruppo Levoni e delle condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori – n. 3-00490
D)
ASCARI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
Alcar Uno s.p.a. è una società con sede a Castelnuovo Rangone (Modena), appartenente al gruppo Levoni, specializzata nella macellazione e lavorazione delle carni suine e importante fornitore delle maggiori imprese dell'industria di trasformazione delle carni e di salumifici;
Alcar Uno ha fatturato, nel 2017, 311 milioni di euro, mentre tutto il gruppo Levoni vanta un volume d'affari di oltre 650 milioni di euro e, tra le aziende controllate, ci sono altre imprese della macellazione delle carni e salumifici, fra cui Globalcarni di Spilamberto (Modena);
Alcar Uno e Globalcarni, controllate dal gruppo Levoni, risulterebbero destinatarie di un importante investimento di quasi 22 milioni di euro, secondo quanto inserito nell'accordo raggiunto dal Ministero dello sviluppo economico, di cui 7,6 milioni da contributi pubblici, su cui la regione Emilia Romagna è chiamata a dare un contributo di poco più di 1 milione di euro;
dal comunicato della regione Emilia Romagna del 5 febbraio 2018 si apprende che il contributo pubblico sarà «erogato solo alla preventiva verifica della corretta applicazione dei contratti sia per quanto riguarda il personale diretto che per il personale indiretto»;
secondo quanto dichiarato in un comunicato del febbraio 2018 dalla Flai Cgil, nelle aziende controllate dal gruppo Levoni sarebbe presente «un sistema di organizzazione del lavoro che vede la presenza di discutibili appalti di manodopera. In particolare, presso l'Alcar Uno di Castelnuovo Rangone, opera, con circa 60 soci-lavoratori, la falsa cooperativa di manodopera “Planet” che fa parte del Consorzio di false cooperative “Job Service” [...]. La falsa cooperativa Planet ha già accumulato un indebitamento di 1,7 milioni di euro (dati al 31 dicembre 2016), composto principalmente da debiti verso lo Stato che, come prevede il meccanismo più volte denunciato dalla Flai, non saranno per nulla saldati, ma che costituiscono di fatto l'abbattimento del costo dell'appalto verso Alcar Uno»;
secondo Flai Cgil dell'Emilia Romagna, anche nei siti produttivi dell'Alcar Uno e Globalcarni, operano imprese appaltatrici con oltre 400 lavoratori, inquadrati in contratti di lavoro non coerenti con le attività lavorative, ma con costi del lavoro abbondantemente al di sotto dei minimi contrattuali e dalle tariffe di legge per le attività di facchinaggio;
anche il sindacato Si Cobas ha confermato, con le sue azioni sindacali e le sue denunce pubbliche, quanto sopra descritto;
entrambe le organizzazioni sindacali denuncerebbero che, all'interno delle aziende controllate dalla famiglia Levoni, sarebbero presenti false cooperative e società di comodo che, attraverso discutibili appalti di manodopera e repentini avvicendamenti, oltre a sfruttare e sottopagare manodopera, approfitterebbero della più favorevole normativa in materia fiscale e previdenziale, oltre a non versare quanto dovuto allo Stato in termini di Iva, Irap, Irpef e contributi previdenziali, generando in questo modo una chiarissima concorrenza sleale fra le aziende del settore –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritenga necessario valutare se sussistono ancora i presupposti per proseguire il suddetto accordo, a fronte di potenziali irregolarità nella gestione dei lavoratori che operano all'interno del gruppo Levoni;
quali iniziative, anche promuovendo ispezioni dell'Ispettorato nazionale del lavoro, il Governo intenda intraprendere al fine di verificare la regolarità degli appalti di lavoro all'interno del gruppo Levoni e delle condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori. (3-00490)
Elementi ed iniziative di competenza in merito alle criticità relative alla rilevazione del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni – n. 3-00307
E)
DONZELLI e FOTI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:
in data 1o ottobre 2018 ha preso avvio il nuovo censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. Per la prima volta l'Istat effettua la rilevazione censuaria con cadenza annuale e non più decennale. Ogni anno le famiglie chiamate a partecipare a campione a questa indagine statistica saranno circa un milione e quattrocentomila. Tra le novità più importanti del nuovo disegno censuario c’è l'abbandono dei questionari cartacei. La rilevazione viene infatti effettuata in parte sul web e in parte da un rilevatore porta a porta, munito di tablet;
dopo un mese dall'inizio di questo nuovo schema operativo si segnalano però non poche criticità;
il non corretto funzionamento del sistema informatico ha costretto molti rilevatori a stampare dei questionari cartacei e poi a riportare i dati on-line, con conseguente aggravio di tempi;
gli stessi cittadini conseguentemente hanno visto dilatarsi il lasso di tempo da dedicare alla compilazione del questionario –:
se corrisponda al vero che alcuni rilevatori avrebbero abbandonato l'incarico per le difficili condizioni di lavoro e, in caso affermativo, di quanti si tratta;
in caso affermativo, quanti e quali comuni abbiano dichiarato la sospensione dell'attività;
quali iniziative di competenza abbia intenzione di fare per superare malfunzionamenti e permettere il censimento permanente. (3-00307)
Iniziative volte a garantire gli incrementi salariali dei dipendenti pubblici a cui si applica l'elemento perequativo introdotto nel contratto collettivo nazionale 2016-2018 – n. 3-00855
F)
MURELLI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CAPARVI, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI e MOSCHIONI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
da gennaio 2019 gli infermieri, al pari di altri ben 300 mila dipendenti pubblici, consultando il cedolino, vedranno uno stipendio inferiore all'anno in corso;
la busta paga più leggera è il frutto del contratto collettivo nazionale 2016-2018, firmato a seguito dell'accordo Governo-sindacati del 2016 che riconobbe gli 85 euro quale bonus temporaneo, «elemento perequativo» che a gennaio 2019 scadrà;
ciò per gli infermieri, ad esempio, significa perdere il 21,7 per cento circa dell'aumento, equivalente ad una busta paga ridotta di 20 euro mensili;
il meccanismo perequativo dell'aumento fa sì che a perdere maggiormente siano coloro che guadagnano meno;
per rifinanziare tali importi si stima un costo di circa 500 milioni di euro per tutto il settore pubblico, sanità ed enti territoriali inclusi;
al di là della necessità di reperire le dovute risorse, vi è poi anche l'ostacolo del rinnovo contrattuale, considerato che l'elemento perequativo è stato previsto – appunto – dai contratti collettivi nazionali e, pertanto, sarebbe necessario sottoscriverne ulteriori a prescindere dai rinnovi veri e propri di ciascun comparto –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e se ed in che termini intenda porre rimedio a quella che agli interroganti appare come una stortura operata dal Governo pro tempore Renzi.
(3-00855)