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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (Vedi RS)

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

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  La seduta comincia alle 11,15.

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  LUCA PASTORINO, Segretario di Presidenza (Vedi RS). Dà lettura del processo verbale della seduta del 12 settembre 2018.

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LUCA PASTORINO , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 settembre 2018.

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Sul processo verbale. (Vedi RS)

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Sul processo verbale (ore 11,18).

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  Interviene sul processo verbale il deputato ROBERTO GIACHETTI (PD) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

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ROBERTO GIACHETTI (PD). Sì, sul terzo comma dell’articolo 32, Presidente. Sarò rapido, però ci tengo, riguardo al processo verbale, a chiarire il mio pensiero riguardo due argomenti, in particolare mi riferisco alle pagine 32 e 39 del resoconto stenografico.

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PRESIDENTE. Collega Giachetti, non penso di dover intervenire nel merito, siamo nella fase del verbale, lei ha precisato il suo pensiero e di questo ne prendiamo atto.

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Missioni. (Vedi RS)

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Missioni.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione sono settantuno.

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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Benvenuto, Brescia, Colucci, D’Incà, D’Uva, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Gregorio Fontana, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Grande, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini e Scoma sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

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Seguito della discussione del disegno di legge: S. 717 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A). (Vedi RS)

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Seguito della d iscussione del disegno di legge: S. 717 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 luglio 2018, n. 91, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 1117-A) (ore 11,25).

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(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico) (Vedi RS)

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(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia – Articolo unico - A.C. 1117-A)

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  Intervengono per dichiarazione di voto sulla questione di fiducia i deputati ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD) (Vedi RS), BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS), RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS), ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI) (Vedi RS), SALVATORE CAIATA (MISTO-MAIE) (Vedi RS), MICHELA ROSTAN (LEU) (Vedi RS), TOMMASO FOTI (FDI) (Vedi RS), ANDREA MANDELLI (FI) (Vedi RS), LUIGI MARATTIN (PD) (Vedi RS), CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA) (Vedi RS) e ANNA MACINA (M5S) (Vedi RS).

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ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-+E-CD). Grazie, Presidente. Vede, un Paese che governa a colpi di provvedimenti ad hoc e di proroghe e deroghe è un Paese senza visione del proprio futuro e del proprio posto nel mondo. Ora, non è questa maggioranza che ha inventato il milleproroghe, ma anche su questo dimostrate che non c’è nessun cambiamento ma solo continuità con tutti quelli che vi hanno preceduto. Anzi, fate pure peggio, perché lo fate adesso, non a fine anno, rinunciando a mesi di tempo in cui avreste potuto approfondire su cosa serviva davvero una proroga e cosa poteva essere oggetto di provvedimenti diversi che affrontassero in maniera sistemica i problemi.

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BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo è un atto profondamente politico e un atto violentemente politico. Quello che è stato fatto su questo milleproroghe, milleproroghe che il MoVimento 5 Stelle ha detto, per anni, che avrebbe abrogato nella prassi parlamentare, è stato qualcosa di più rispetto a rispondere a delle esigenze amministrative di proroga di quello o quell’altro atto. È stato un agguato al rapporto tra scienza e politica, fatto in un atto al Senato che non riguardava le materie sanitarie, approvato dalla maggioranza senza nessun dibattito, senza nessun ascolto nel Paese, che ci ha portato, nel mese di luglio, a vedere abrogata una norma, come quella dell’obbligatorietà vaccinale, che ha risposto, in modo chiaro e concreto, ad un’esigenza reale e non virtuale del Paese, come quella di innalzare l’immunità di gregge, come quella di dare una risposta a epidemie come quelle del morbillo e mettere in grado un Paese G7, un Paese primo mondo, come l’Italia, con un grande Servizio sanitario nazionale, di dare sicurezza ai propri cittadini.

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RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Nel decreto in esame vi sono alcuni punti da noi condivisi rispetto ad alcune decisioni importanti, è il caso, all’articolo 4, della proroga dei termini relativi all’affidamento della concessione autostradale dell’A22 Brennero-Modena.

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ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, la componente Noi con l’Italia-USEI non voterà la fiducia, perché valutiamo negativamente l’azione di questo Governo, che continuiamo a definire “a trazione MoVimento 5 Stelle”; non la votiamo anche per l’impatto negativo sul Paese di questo decreto-legge.

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SALVATORE CAIATA (MISTO-MAIE). Presidente, onorevoli colleghi, noi avevamo votato la fiducia a questo Governo, ma, oggi, ci asterremo; lo faremo per motivi di metodo e per motivi di merito.

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MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, voglio iniziare questo intervento con una citazione; non dico a chi appartiene questo virgolettato, ma credo che si capirà: “Dobbiamo impegnarci a difendere la centralità del Parlamento da chi cerca di influenzare i tempi e le scelte per vantaggio personale. Le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle Commissioni e nell’Aula, perché soltanto un lavoro indipendente può dare vita a leggi di qualità”.

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TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, non voglio ricominciare da dove ci siamo lasciati, però mi pare che la vicenda della richiesta di fiducia da parte del Governo, con una premessa quantomeno irrituale, cioè la deliberazione del Consiglio dei ministri antecedente persino alla pubblicazione del decreto-legge stesso, apra un vulnus su questo stesso decreto indipendentemente dal merito.

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ANDREA MANDELLI (FI). Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, molto francamente a me non stupisce e non scandalizza che abbiate fatto ricorso alla decretazione d’urgenza, che abbiate posto la questione di fiducia sul provvedimento.

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LUIGI MARATTIN (PD). Presidente, onorevoli membri del Governo, onorevoli colleghi, il Partito Democratico voterà contro la richiesta di fiducia posta su questo provvedimento per due motivi, sostanzialmente. Questo provvedimento noi crediamo contenga risposte sbagliate a problemi reali e, mentre fornisce queste risposte sbagliate, questo provvedimento fa forse, se possibile, una cosa ancora più grave, come proverò a dimostrare: mina la credibilità e la fiducia dell’azione di Governo e delle istituzioni nei confronti degli attori sociali e politici del nostro Paese. Quali sono queste risposte sbagliate a problemi reali? È stato già detto: la prima, la questione più importante che abbiamo discusso in questi giorni, in queste ore, in queste settimane, è la questione dell’obbligo vaccinale.

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CRISTIAN INVERNIZZI (LEGA). Signor Presidente, membri dal Governo, colleghi deputati, io concordo su alcuni passi dei discorsi che ho ascoltato precedentemente. Concordo, non nel merito ovviamente, quanto per il risentimento che esprimono.

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ANNA MACINA (M5S). Grazie, Presidente. L’obiettivo del decreto sulla proroga dei termini di disposizioni legislative in scadenza imminente è quello di garantire il funzionamento della macchina amministrativa. Macchina amministrativa che evidentemente si è fatta trovare impreparata al momento della scadenza. Il Governo ha legittimamente posto la fiducia sul decreto di proroga e l’ha fatto nell’interesse dei cittadini, il bene più prezioso da tutelare. Sugli italiani, infatti, non devono e non possono ricadere gli effetti dei ritardi, ritardi ereditati, è bene ribadirlo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Sospende la seduta.

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PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

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  La seduta, sospesa alle 12,35, è ripresa alle 12,40.

PAGINA: 0004

(Votazione della questione di fiducia – Articolo unico) (Vedi RS)

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(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1117-A)

PAGINA: 0004

  PRESIDENTE (Vedi RS). Indíce la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo delle Commissioni, sulla cui approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, il Governo ha posto la questione di fiducia.

PAGINA: 0019

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

PAGINA: 0004

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica il risultato della votazione:

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Indìco la votazione per appello nominale sull’articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

PAGINA: 0005

  La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15.

PAGINA: 0005

Missioni. (Vedi RS)

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Missioni.

PAGINA: 0005

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono settantaquattro.

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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Battelli, Benvenuto, Bitonci, Claudio Borghi, Brescia, Caiata, Castiello, Colucci, Davide Crippa, D’Incà, D’Uva, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Fraccaro, Fugatti, Fusacchia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gebhard, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Guidesi, Liuzzi, Lorefice, Losacco, Lupi, Micillo, Molteni, Morelli, Morrone, Picchi, Rixi, Rizzo, Ruocco, Saltamartini, Sarti, Carlo Sibilia, Spadafora, Vacca e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.

PAGINA: 0005

Si riprende la discussione. (Vedi RS)

PAGINA: 0026

Si riprende la discussione.

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  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE) (Vedi RS) e TOMMASO FOTI (FDI) (Vedi RS).

PAGINA: 0026

CATELLO VITIELLO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. L’intervento è solo per chiarire che la dichiarazione di voto fatta dall’onorevole collega Caiata stamattina si riferisce alla nostra astensione in merito al provvedimento e non alla fiducia, per la quale invece abbiamo votato positivamente poc’anzi. Era soltanto un chiarimento doveroso, perché si è fatto riferimento al merito e, nel merito, riteniamo naturalmente che una parte di questo provvedimento vada rivisto e per questo ci asteniamo. Rispetto alla fiducia, invece, continuiamo a credere nel progetto dell’Esecutivo.

PAGINA: 0026

TOMMASO FOTI (FDI). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

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  La seduta, sospesa alle 15,05, è ripresa alle 15,15.

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  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0026

EMANUELE FIANO (PD). Sull’ordine dei lavori.

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(Esame degli ordini del giorno) (Vedi RS)

PAGINA: 0027

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1117-A)

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Dà conto degli ordini del giorno dichiarati inammissibili dalla Presidenza.

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PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

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  Intervengono per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati GLORIA SACCANI JOTTI (FI) (Vedi RS), PIERO FASSINO (PD) (Vedi RS) e BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS).

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GLORIA SACCANI JOTTI (FI). Presidente, grazie. Profondo è stato il mio stupore quando, per l’ennesima volta, la maggioranza di Governo, con un ulteriore emendamento, ha compiuto un clamoroso dietrofront sul tema dei vaccini, allungando la proroga delle autocertificazioni. Troppo presto avevo profuso anch’io parole circa la ragionevolezza e il buonsenso che il Governo aveva mostrato e la vittoria della scienza contro l’anti-scienza. Siamo ricaduti nel buio, se non fosse per la gravità del problema e per la salute di tanti bambini, ci sarebbe da ironizzare evocando i gamberi, che fanno un passo avanti e poi, di fronte a un pericolo, due passi indietro. Pertanto, ci sarebbe da chiedersi se stiamo operando nel reale, assistendo a una telenovela, o ancora, a una rappresentazione di realtà virtuale. Purtroppo siamo nel reale.

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PIERO FASSINO (PD). Grazie, signor Presidente. L’ordine del giorno che illustrerò richiama un tema che ritornerà anche in altri ordini del giorno e riguarda uno degli aspetti più delicati del provvedimento che stiamo esaminando e, cioè, i finanziamenti per il programma straordinario per le periferie.

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BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo visto che la maggioranza ha deciso per quanto riguarda il tema dei vaccini di non ottemperare ad un gesto che pur aveva assunto all’inizio, proprio pochi giorni prima di questa votazione, in cui era tornata indietro rispetto allo scellerato emendamento fatto al Senato. Ma ad un certo punto c’è stata una retromarcia della retromarcia: devo dire che non è stata una inversione a “u”, potremmo dire una cosa un po’ a zig zag come quella di dare forza di legge, in modo pilatesco, alla circolare sulle autocertificazioni fatta dal Ministro durante la primavera. Ora noi abbiamo provato a sostenere le tesi dei presidi, del mondo sanitario, dell’associazionismo rappresentativo dei genitori di bambini con malattie e con immunodepressioni prima in Commissione e poi in Aula. Devo dire che non abbiamo avuto ascolto ed è una di quelle situazioni che portano un grande rammarico perché le posizioni che abbiamo preso non erano di stampo politico: nessuno di noi aveva interesse a segnare un più uno, e a gridare “viva, viva, abbiamo vinto”. Abbiamo invece avuto l’interesse con una serie di emendamenti tutti costruttivi, tutti dialoganti, tutti nel merito di offrire alla maggioranza la possibilità di costruire l’emendamento che è diventato, con il voto di fiducia, legge, di costruire un’uscita che permettesse sia al mondo della scuola sia al mondo reale cioè alle famiglie e ai genitori di bambini e bambine che hanno cominciato l’anno scolastico, di viverlo in assoluta sicurezza. Queste nostre proposte sono state tutte rigettate. Devo dire sono state rigettate senza che ci sia stata data l’opportunità di saperne il motivo. Non sapremo mai perché il Ministro ha scelto come data della proroga dell’autocertificazione il 10 marzo. Non lo sapremo: ha scelto questa data forse per comodità, perché era la data della norma iniziale. Peccato che tutte le persone e le organizzazioni audite ci hanno detto che la data del 10 marzo crea confusione, problemi e danni. Ormai, almeno per il momento, i buoi sono usciti dal recinto. In quell’emendamento, così come in altri sottoscritti da molti esponenti del PD e in altri da esponenti di Forza Italia, abbiamo cercato di dare almeno una via per garantire la sicurezza alle famiglie. Ora noi abbiamo un grandissimo tema: chi controlla le autocertificazioni? Chi ci garantisce i diversi modus operandi delle varie regioni italiane che rispondano ad un effettivo interesse di sicurezza dei bambini? Chi ci garantisce che le classi sono costituite in modo sicuro? Chi potrà dire alle mamme di #IoVaccino che i loro figli potranno andare all’asilo nido, alla materna, alla scuola elementare, alle medie, alle prime classi delle superiori in tranquillità? Questo è quello che ci interessa: avere la certezza della costruzione di un percorso di garanzie effettivo. Vi faccio un esempio: l’Italia - lo sappiamo - ha diversi sistemi regionali e anche le anagrafi vaccinali, che sono state ad un certo punto oggetto di grandissimo interesse, sono composte in modo diverso. In questo momento, per gli iscritti a scuola nella regione Lazio, i genitori non hanno dovuto presentare nessun certificato e nessuna proroga, perché già esiste un collegamento elettronico per il quale la lista degli iscritti a scuola il 10 luglio è stata comunicata alla ASL. Noi come facciamo a sapere che poi l’ASL ha risposto alla scuola e che la scuola ha gli strumenti per intervenire: chi ci garantisce questo controllo? Chi garantisce il controllo in altre regioni dove questi meccanismi non ci sono e chi garantisce che effettivamente, invece, ci sia stata la possibilità di sapere, in casi sospetti, esattamente se l’autocertificazione è vera o falsa e che una mamma che ha un bambino immunodepresso abbia la certezza che il suo bambino sia a scuola? Come vedete qui non stiamo dicendo niente di strano, Presidente.

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  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ROBERTO OCCHIUTO (FI) (Vedi RS) e ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS).

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ROBERTO OCCHIUTO (FI). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

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ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

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  Intervengono per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS), GRAZIANO DELRIO (PD) (Vedi RS), FEDERICO MOLLICONE (FDI) (Vedi RS), GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS), FABIO MELILLI (PD) (Vedi RS), MICHELA ROSTAN (LEU) (Vedi RS), CARLO FIDANZA (FDI) (Vedi RS), PIETRO CARLO PADOAN (PD) (Vedi RS), MARIA ELENA BOSCHI (PD) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), SALVATORE DEIDDA (FDI) (Vedi RS), ANDREA ORLANDO (PD) (Vedi RS), GIANFRANCO LIBRANDI (PD) (Vedi RS), CAMILLO D'ALESSANDRO (PD) (Vedi RS), CARLA CANTONE (PD) (Vedi RS), ALESSIO BUTTI (FDI) (Vedi RS), ROBERTO GIACHETTI (PD) (Vedi RS), CHIARA GRIBAUDO (PD) (Vedi RS), GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU) (Vedi RS), DEBORA SERRACCHIANI (PD) (Vedi RS), ANNA ASCANI (PD) (Vedi RS), RICCARDO ZUCCONI (FDI) (Vedi RS), e BARBARA POLLASTRINI (PD) (Vedi RS).

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CARLO FATUZZO (FI). Quanto tempo ho, Presidente?

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GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questo ordine del giorno sulla mia città e vorrei parlare della mia città, perché credo che questo non sia una perdita di tempo.

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FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, ci troviamo a discutere, in fase di ordini del giorno, perché, ovviamente, questo Governo ha voluto strangolare il dibattito in Aula, impedendo il confronto nell’ambito e nel merito di un decreto milleproroghe che, per tradizione, nato nel 2005, addirittura, doveva essere uno strumento tecnico, specifico per prorogare dei provvedimenti in maniera automatica e, invece, nel corso degli anni, è diventato, di fatto, un vero e proprio strumento politico che viene utilizzato dalle varie maggioranze per andare a colmare o delle lacune legislative o dei veri e propri errori oppure, anche, a introdurre delle forzature.

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GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Presidente, alla Camera, in maniera improvvisa, dopo che al Senato, sul tema, nessuno aveva posto accento, la maggioranza ha introdotto il rinvio di un anno, da giugno 2019 a giugno 2020, della possibilità dell’inserimento, durante l’esame di Stato, come parte integrante, dell’esame di Stato, dell’esame di maturità, sia delle prove Invalsi, prove di valutazione oggettive Invalsi, sia del racconto dell’esperienza triennale di alternanza scuola-lavoro. Ora, intendiamoci, è tutto lecito e tutto possibile, la maggioranza può tutto, ma non essendoci sul tema un problema tecnico, perché i ragazzi, le loro famiglie, le scuole, gli insegnanti, i dirigenti sapevano e sanno da almeno tre anni che l’esame di Stato nel giugno 2019 avrebbe avuto delle modifiche in favore dei ragazzi e della valutazione dei ragazzi - spariva il cosiddetto quizzone, le prove erano solo due, le prove scritte, più un colloquio orale e all’interno del colloquio orale vi era appunto il racconto dell’esperienza di alternanza scuola lavoro, insomma, come dicevo, nessun problema tecnico - allora, questo rinvio da cosa è dato? E qui nasce la domanda che è reiterata anche all’interno dell’ordine del giorno, indirettamente, ovvero, qual è la vostra idea, più in generale, sul tema della valutazione dei ragazzi? È una valutazione dei ragazzi che deve essere oggettiva, in modo da poter migliorare la scuola italiana, da poter migliorare la situazione, i bandi, la ricerca, il lavoro e la formazione degli insegnanti e qual è la vostra idea di maggioranza sul tema dell’alternanza scuola-lavoro, che è un’esperienza positiva per i ragazzi che arrivano ad avere conoscenze, ma anche competenze, quelle competenze che sempre di più il mondo reale chiede e chiederà?

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FABIO MELILLI (PD). Presidente, il decreto “milleproroghe” spesso è il segno della difficoltà dei Governi, dei Ministeri, a dare corpo, ad attuare le linee che nelle norme noi definiamo. A volte, però, i decreti “milleproroghe” vengono utilizzati - molto opportunamente, tra l’altro - per cogliere alcuni aspetti che si determinano nella legislazione vigente e che hanno bisogno di alcune correzioni o magari di alcuni allungamenti di tempo. È il caso dell’ordine del giorno che ho presentato, perché nel decreto “milleproroghe” abbiamo affrontato anche un tema molto delicato, che è il tema degli strumenti degli ammortizzatori sociali, della cassa integrazione, chiamatela come volete, per alcune aree di crisi che riguardano il nostro Paese. Nella mia regione, in particolare, sono state definite nel tempo, attraverso interventi legislativi molto opportuni, aree di crisi complesse (le aree industriali di Rieti e di Frosinone) e con le norme che abbiamo varato nel passato è stato possibile, per i dipendenti, per gli operai, per i padri e le madri di famiglie che hanno vissuto il dramma della crisi e dei licenziamenti, la possibilità di beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale straordinaria rispetto a quella che era una legislazione vigente, che andava peraltro modificandosi nel tempo.

PAGINA: 0037

MICHELA ROSTAN (LEU). Presidente, abbiamo avuto modo di dirlo in discussione generale e anche durante la dichiarazione di voto, che la vicenda dei vaccini purtroppo è stata trattata impropriamente in questo “milleproroghe”, perché un tema così complesso, così delicato e così importante andava certamente trattato in maniera più scrupolosa. Del resto, non c’era neppure alcun urgenza, perché esisteva una norma in vigore che garantiva tutti. Allora davvero non si capisce la ragione per cui in un provvedimento di carattere tecnico si sia voluto inserire una norma su di una questione così delicata. Questa idea improvvida, come sappiamo, è nata al Senato, qui alla Camera si è tentato di rimediare, ma in realtà si è costruito un altro pasticcio, perché l’obbligo di vaccinazione per essere iscritti a scuola scatta subito, ma si utilizza un’autocertificazione con l’obbligo poi di produrre la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie entro il 10 marzo 2019, cioè praticamente quando la scuola si avvia a conclusione e, quindi, quando ormai i giochi sono già fatti.

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CARLO FIDANZA (FDI). Presidente, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1117-A/6, su quello che potremmo ormai definire l’atavico problema del bando periferie. Molto dibattito è stato svolto già in sede di discussione generale; devo dire che abbiamo purtroppo riscontrato da parte del Governo e anche da parte la maggioranza, sia nei lavori di Commissione sia durante la discussione in Aula, una chiusura che non ci aspettavamo, perché è di tutta evidenza che si è fatta un’operazione di ingegneria contabile che poi finisce nell’immediato col procurare di fatto un taglio di queste risorse. Se è vero, come è vero, che quell’intervento normativo da parte dei Governi a guida PD ha avuto anche una funzione preelettorale in molti casi, tanto da consentire ad amministrazioni guidate dalla sinistra di fare progetti che molto spesso non avevano un impatto concreto e virtuoso sulle periferie, come invece avrebbe dovuto essere, è altrettanto vero che paradossalmente questo intervento finiva con il penalizzare tantissime amministrazioni che nel frattempo, nel corso degli ultimi 2-3 anni, avevano cambiato colore politico, che avevano tutti i titoli e i tempi per poter modificare quei progetti rendendoli maggiormente virtuosi. Allora non si capiva la ratio di questo intervento, né dal punto di vista tecnico, ma nemmeno dal punto di vista politico. Per questo abbiamo cercato di emendarlo, insieme devo dire a tanti colleghi di tutti i gruppi; e per questa ragione, vista l’impossibilità di vedere accolti quegli emendamenti per via del ricorso alla fiducia, abbiamo presentato questo ordine del giorno, che chiede al Governo di intervenire salvaguardando le convenzioni che sono state stipulate, ma salvaguardando anche quei comuni che entro la fine di quest’anno solare, entro il 31 dicembre 2018, siano in grado di presentare dei progetti in fase definitiva, in modo da poter salvare quelle risorse e dare risposte ai cittadini di quei comuni: perché noi non accettiamo la logica per cui si debba giustamente sbloccare l’avanzo di amministrazione per gli 8 mila comuni d’Italia - cosa che ci vede naturalmente favorevoli e che da sempre chiediamo - come alternativa rispetto al finanziamento di un bando periferie, quindi gli interventi su quei capoluoghi.

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PIETRO CARLO PADOAN (PD). Presidente, l’ordine del giorno, che presentiamo insieme ad alcuni colleghi, è volto a reintegrare le risorse sottratte alle periferie: una decisione estremamente grave, estremamente dannosa in sé e per le conseguenze che emana in termini di messaggio che il Governo e la maggioranza danno con questa decisione. Dal punto di vista procedurale, forse non dovrei ricordare quello che è successo: impegni precedentemente presi sono stati cancellati e sono stati tradotti nel migliore dei casi in generici impegni futuri che il Governo intende prendere in termini di risorse da destinare alle periferie; quindi stiamo scambiando qualcosa di certo con qualcosa di incerto e di opinabile; è qualcosa che, quindi, mina la fiducia con cui si deve poter guardare agli eventi che ci aspettano nelle prossime settimane. Mi chiedo se questo metodo di lavoro sarà il metodo di lavoro in cui verrà presentata e discussa la legge di bilancio: sarebbe un grave errore, perché si aggiungerebbe all’incertezza che già molte scelte di questo Governo hanno prodotto al Paese, con conseguenze tangibili in termini di risorse buttate al vento.

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MARIA ELENA BOSCHI (PD). Presidente, ogni anno nel nostro Paese purtroppo diminuisce il tasso di natalità, e contestualmente aumenta l’invecchiamento della nostra popolazione. Per questo pensiamo sia importante confermare e consolidare delle misure a sostegno della natalità nel nostro Paese, misure però che, al tempo stesso, possano consentire agli uomini e alle donne di vivere la genitorialità come una libera scelta, senza che questo comporti necessariamente un sacrificio della propria attività lavorativa, delle proprie ambizioni professionali.

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FEDERICO FORNARO (LEU). Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, il nostro gruppo ha presentato tre ordini del giorno. Uno è stato illustrato dalla collega Rostan poc’anzi e io illustrerò il n. 9/1117-A/135, che è dedicato alla seconda questione, oltre a quella dei vaccini e poi relativamente alle problematiche degli insegnanti, incentrato sull’articolo 13, che, ricordo, è stato introdotto durante l’esame al Senato e interviene sulle modalità di utilizzo delle risorse del Fondo per il finanziamento degli investimenti e per lo sviluppo infrastrutturale del Paese, meglio noto come Fondo periferie. Lo ha già detto in maniera molto chiara il collega Fassina durante la discussione sulle linee generali sul provvedimento: la decisione del Governo non convince noi, così come non ha convinto i comuni, perché interviene a gamba tesa su questa questione e, soprattutto, perché, in qualche modo, si lede un principio, noi riteniamo, fondamentale, che è quello fiduciario tra l’amministrazione statale e gli enti locali, perché, ricordo, di fatto vengono spalmati negli anni, e quindi differito il finanziamento fino al 2020, gli interventi che erano già stati oggetto di un contratto tra i comuni e lo Stato centrale, e poi, ovviamente, a ricaduta, tra i comuni e i soggetti attuatori.

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SALVATORE DEIDDA (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, questo ordine del giorno non è frutto di ostruzionismo, ma vuole ammettere e modificare un errore che è stato compiuto nel febbraio scorso, quando è stato varato il nuovo codice della nautica. Infatti, immettendo una sola parola, questo nuovo codice ha praticamente reso obbligatoria la patente nautica per un solo tipo di motore di una sola marca. Infatti, si è giustificato questo con la maggiore sicurezza; peccato che fuori dall’obbligo della patente siano rimaste marche e motori molto più potenti di questo, di tutte le altre marche. Questo motore è il più diffuso, va dal Veneto alla Sicilia, si tratta di possessori hobbisti, si tratta anche dei noleggiatori; si tratta, comunque, di negozianti italiani che si sono visti le proteste degli utenti, si sono visti recapitare indietro la richiesta di risarcimento da parte di molti utenti che non possono più utilizzare questo motore dall’oggi al domani.

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ANDREA ORLANDO (PD). Signor Presidente, va dato atto al Governo di esercitare nell’ambito della giustizia un’azione omogenea e continua, nel senso che, dopo avere rinviato i processi a Bari, ha deciso di rinviare l’attuazione della disciplina sulle intercettazioni, l’attuazione della disciplina sulle videoconferenze, di affondare la riforma del penitenziario, annunciando che ne farà un’altra. In questo, diciamo, c’è una coerenza e un’omogeneità dell’azione di Governo. Per argomentare il perché del rinvio della disciplina sulle intercettazioni sono stati usati tre argomenti, due non veri e uno che non prova nulla, se non il contrario. Quelli non veri è che si trattava di una normativa che introduceva un bavaglio, parola spesso utilizzata a sproposito; non vera perché non solo non c’è nuova sanzione verso i giornalisti, ma, addirittura, contraria al vero, perché, per la prima volta, con la riforma si introduce la pubblicabilità delle ordinanze.

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GIANFRANCO LIBRANDI (PD). Grazie Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, nel corso di questo dibattito, molti colleghi hanno sottolineato ed evidenziato una serie di problematiche gravi e preoccupanti, che rendono questo “milleproroghe” inaccettabile. Il tema dell’autocertificazione dei vaccini, per esempio, o il blocco dei contributi per attuare il piano di recupero delle periferie, attivato dal Governo Renzi e confermato dal Governo Gentiloni.

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CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Grazie Presidente. Io credo che ognuno di noi abbia la possibilità, in questi pochi minuti, di denunciare in quest’Aula la traduzione di ciò che è accaduto con questo decreto. Si tratta di uno scippo straordinario ai danni dei cittadini, perpetuato ai danni dei cittadini, quelli che avevano e hanno maggiore bisogno, quelli che vivono ai lati della città, non nella città, quelli che sono tendenzialmente esclusi e sono i cittadini delle periferie.

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CARLA CANTONE (PD). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno, che è già stato oggetto di emendamento respinto nella Commissione bilancio la settimana scorsa, lo presentiamo perché ha tre obiettivi fondamentali. Il primo è l’utilità, perché la sperimentazione prevista dall’articolo 25 del decreto legislativo del 15 giugno 2015 ha dato importanti risultati, se vogliamo essere sinceri fra noi, malgrado le vagonate di inesattezze che vengono raccontate al Paese; utilità perché concertare condizioni di vita e condizioni di lavoro è un modello di partecipazione che si chiama democrazia reale, e non certo platonica. La seconda; opportunità, perché chi ha conosciuto e conosce il mondo produttivo, la realtà del lavoro sa bene che conciliazione e condivisione rendono più agevole e serena la vita delle persone che è già sufficientemente complicata sia dal punto di vista personale che professionale e familiare, specialmente per le donne. Se c’è serenità nel lavoro e rispetto dalla professionalità c’è anche serenità con le persone che condividono la tua vita privata. La terza; di rilevante necessità sia per le imprese, per chi è responsabile della produzione, e per lavoratrici e lavoratori, quindi, sia fra chi rappresenta il lavoro e chi lo produce manualmente, tecnicamente, intellettualmente.

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ALESSIO BUTTI (FDI). Grazie, Presidente. Colleghi, come lei sa, Presidente, il gruppo di Fratelli d’Italia ha condotto una battaglia molto costruttiva e dignitosa per questo «milleproroghe», presentando anche una serie di emendamenti, pochi peraltro, ma estremamente qualificati e qualificanti sia per i proponenti e per come sono stati illustrati alle Commissioni, sia anche per il contenuto, però sono stati emendamenti che non hanno avuto una straordinaria fortuna. Potremmo dire che forse è mancata la fortuna, ma non il valore e il senso di quegli emendamenti. Uno di questi era dedicato alla cedolare secca, perché noi siamo preoccupati – puntualmente e diligentemente l’abbiamo anche scritto nell’ordine del giorno che ora vado ad illustrare – siamo preoccupati perché nel 2019 scadrà il periodo di applicazione dell’aliquota del 10 per cento della cedolare secca sugli affitti applicabile ai contratti di locazione a canone agevolato. Quindi, ai colleghi non sfugge, per la loro sensibilità, l’importanza anche di natura sociale degli emendamenti presentati in Commissione e certamente di questo ordine del giorno che noi abbiamo presentato, ma quegli emendamenti sulla cedolare secca li abbiamo presentati non solo perché fermamente convinti del loro significato, ma anche perché abbiamo forse eccessivamente confidato nella semantica, perché lei sa, Presidente, che la cedolare secca è anche definita flat tax e, considerando la sensibilità dei colleghi o, almeno di parte dei colleghi, della maggioranza di Governo, noi confidavamo sull’accoglimento di quegli emendamenti e, ovviamente, sull’accoglimento di questo ordine del giorno. Ahimè, per il momento, per quanto riguarda gli emendamenti così non è stato, ma, ripeto, confidiamo, per quanto riguarda invece l’ordine del giorno, perché quello della cedolare secca è un regime agevolato, un regime fiscale agevolato che peraltro conviene a tutti: conviene al locatore, conviene al locatario e, soprattutto, serve anche per l’emersione del cosiddetto «nero», cioè è uno strumento estremamente importante, e i dati di Confedilizia lo confermano, anche nella lotta all’evasione fiscale, ma siamo talmente convinti della bontà di questa proposta che impegniamo il Governo a valutare la possibilità di prorogare per gli anni dal 2014 al 2021 la riduzione al 10 per cento dell’aliquota dalla cedolare secca per contratti a canone concordato; non ci limitiamo a questo, ma chiediamo che vi sia un’estensione a tutti i comuni del territorio e anche ad alcune categorie catastali che non sono fino a questo momento ricomprese. E siamo talmente fiduciosi dell’accoglimento da parte del Governo di questo ordine del giorno che citiamo anche, dalla rassegna stampa, un articolo su un importante quotidiano economico apparso ieri dove, per bocca del prestigioso e illustre sottosegretario Bitonci, si dà l’ok alla cedolare secca sui negozi e lo si farà, così almeno dice questo articolo, in un pacchetto fiscale che verrà inserito nel disegno di legge di bilancio. Quindi, noi confidiamo, signor Presidente, nell’accoglimento totale di questo ordine del giorno perché, al contrario, ci sarebbe una contraddizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia).

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ROBERTO GIACHETTI (PD). La ringrazio, Presidente. Io sono qui ad illustrare l’ordine del giorno n. 9/1117-A/13 che riguarda la questione dei tagli ai finanziamenti per le periferie e, in particolare, il venir meno, nel caso in cui ci fosse questo taglio, del progetto di “Realizzazione dell’Auditorium del Mare in Centr@le”. Però, lei mi consentirà, signor Presidente, nella premessa di utilizzare anche la possibilità di dare una risposta, che credo sia doverosa oltre che dalla parte politica del mio gruppo anche mia personale, all’onorevole Occhiuto, che pone una domanda all’opposizione e, sebbene non sia in Aula, sicuramente qualcuno potrà fargli sapere, se è interessato, qual è la mia ragione. La ragione per la quale io ritengo che questa sia un’occasione nella quale noi abbiamo non solo il diritto ma anche il dovere di condurre un’iniziativa politica e parlamentare, perché qui dentro siamo in Parlamento, fino alla fine, fino a che è possibile, perché quest’Aula, insieme all’altra Aula che è quella che abbiamo a poche centinaia di metri da qui, si chiama Parlamento e se c’è una ragione per la quale qui dentro si parla è anche perché io sono indisponibile a pensare che qualunque cosa si dica, tanto più di questi tempi, sia del tutto irrilevante rispetto a quello che può accadere.

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CHIARA GRIBAUDO (PD). Presidente, anch’io intervengo per illustrare un ordine del giorno su uno dei temi che è già stato toccato da molti interventi che mi hanno preceduto, cioè il tema dei soldi alle periferie, delle risorse che erano state stanziate da un bando importante del nostro Governo. In questo ordine del giorno io chiedo una cosa molto semplice, cioè che venga rispettato quel patto. La chiedo perché quelle risorse sono risorse particolarmente importanti per quelle zone che hanno bisogno di investimenti per essere rigenerate e riqualificate. È già stato detto ma ricordo che in questi fondi ci sono risorse per scuole da recuperare, per piazze che devono poter tornare ad essere più fruibili per i cittadini, per tutti i cittadini, ma soprattutto ci sono quartieri che finalmente avrebbero ricevuto l’attenzione che aspettavano e che meritavano. Penso, in modo particolare, alla mia città, alla città di Cuneo, che è il capoluogo della mia provincia, nella quale quei progetti che erano stati finanziati avrebbero davvero migliorato la qualità di alcuni quartieri importanti, quartieri popolari e molto vissuti che meritano attenzione e che aspettavano questi progetti, che erano già stati concertati con i comitati di quartiere e con l’amministrazione stessa. Penso alla trasformazione, finalmente, di Piazza d’Armi in un grande parco urbano, un progetto di cui si discuteva da tempo ma sappiamo che era sempre difficile da realizzare perché le risorse da reperire erano molto importanti e questo bando, queste risorse e questa convenzione erano fondamentali per proseguire un grande sviluppo di recupero che la città ha compiuto in questi anni. Lo dico perché le risorse che sono state stanziate non solo hanno generato nella città maggiore attenzione anche da parte dei privati, ma il comune stesso aveva deciso di aggiungere delle risorse per migliorare ulteriormente la qualità degli interventi. E non solo: aggiungo che già 200 mila euro delle risorse che erano state stanziate il comune li aveva investiti proprio nella fase preliminare di progetto. Come nella mia città questo avviene - e l’abbiamo sentito - in altre città d’Italia e questo significa che con la vostra scelta, con una scelta che io definisco irresponsabile, voi state mettendo a rischio la programmazione economica e di sviluppo delle città e del nostro Paese.

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GIUSEPPINA OCCHIONERO (LEU). Grazie, Presidente. Illustrerò brevemente il nostro ordine del giorno a prima firma Fratoianni e sottoscritto da tutte le deputate e i deputati di Liberi e Uguali per sottolineare un’altra disattenzione del Governo che ha dichiarato di aver cancellato, per un mero errore di approvazione del Senato, l’articolo 6, comma 3-quinquies, che avrebbe costituito una formula di salvaguardia per tutti i diplomati magistrali nell’anno 2001-2002 e per tutti i docenti che hanno conseguito l’abilitazione entro l’anno scolastico 2017-2018. Tale salvaguardia avrebbe permesso di garantire la continuità scolastica e didattica necessaria soprattutto per una formazione sana ed equilibrata dei nostri studenti che rappresentano il futuro della nostra comunità e avrebbe costituito anche un’organizzazione più organica di tutto il sistema scolastico amministrativo. Ma già, all’indomani dell’approvazione dell’emendamento al Senato, si era creata molta confusione e si era creato anche molto disagio all’interno delle stesse classi di insegnanti che vedevano tale norma in estrema discrasia con quanto già approvato dal Governo in sede di decreto dignità. E difatti è risaputo che le norme del decreto dignità non solo non risolvono l’annoso e spinoso problema dei diplomati magistrali dell’anno 2001-2002 ma rendono la loro posizione ancor più precaria perché vedono concludersi entro il termine del 30 giugno 2012 tutti quei contratti ad oggi in vigore e, quindi, pongono fine definitivamente al sogno di stabilità per molti insegnanti delle nostre scuole. La gestione degli incarichi di supplenze entro il 30 giugno ed entro il 31 agosto sarebbe stata assorbita dalle GAE, le graduatorie ad esaurimento, e tutto questo invece non sarà più consentito da un Governo che rimane sempre più chiuso ed arroccato nella sua grandezza numerica, nella sua cecità politica che non consente di porre fine ad un problema di frammentazione delle procedure di nomina nell’ambito dell’istruzione scolastica. E quindi, signor Presidente, con l’ordine del giorno in esame vorremmo che davvero il Governo si impegnasse ad adottare con urgenza un provvedimento che consenta a tutti i diplomati magistrali dell’anno 2001-2002 e a tutti gli insegnanti che hanno raggiunto l’abilitazione con fatica entro l’anno scolastico 2017-2018 di essere inclusi in una fascia aggiuntiva delle graduatorie ad esaurimento. Quindi, non posso che sperare in un gesto di buonsenso da parte del Governo e nell’accoglimento del nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali)

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DEBORA SERRACCHIANI (PD). Grazie Presidente, illustro un ordine del giorno che interessa al Partito Democratico ma direi che dovrebbe interessare davvero tutta l’Aula. Abbiamo sentito parlare di pensioni molte volte. Con l’ordine del giorno vorremmo che non si parlasse più di pensioni buttando lì numeri a caso come ahimè, purtroppo, è capitato molto spesso ma si affrontasse una questione che nel milleproroghe può trovare e dovrebbe trovare uno spazio chiaro e che riguarda la proroga di uno strumento sperimentale che è in scadenza alla data del 31 dicembre 2018 e che si chiama Ape social. Si tratta di uno strumento che, applicato in precedenza dal giugno del 2017, ha avuto oggettivamente un riscontro molto positivo da parte delle persone tra l’altro non pensionati qualunque - permettetemi questa valutazione di merito - ma le persone più fragili perché tale strumento richiede come requisiti di essere persona in cassa integrazione o con una disoccupazione importante oppure lavoratore dei cosiddetti lavori gravosi. Si tratta quindi di fragilità, di persone in difficoltà cui l’Ape social ha dato una risposta e - ci tengo a sottolinearlo - l’ha data a totale carico dello Stato. Quindi si tratta di uno strumento di inclusione sociale, una risposta positiva che non può non essere prorogata in assenza di strumenti strutturali e di riforme pensionistiche che neppure si vedono all’orizzonte. Apprendiamo che c’è l’intenzione di voler fare la cosiddetta quota 100 a 62 anni: io invito tutti i colleghi parlamentari a cercare di capire che cosa significa. Prima di tutto significa dover andare a ricercare miliardi per le risorse di copertura di tale strumento; significa dare risposte soltanto a uomini e significa dare risposte soltanto a uomini del nord perché i requisiti del quota 100 a 62 anni saranno riconosciuti soltanto a persone che possiedono i requisiti in modo chiaro e che possono accedere alla quota 100.

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ANNA ASCANI (PD). Grazie, Presidente. In realtà i temi del mille-proroghe di cui parlare sarebbero molti. Abbiamo già sentito dai colleghi che ci hanno ricordato come all’interno del mille-proroghe ci sia una misura che riguarda la scuola perché al Senato, per la superficialità di questa maggioranza, era stata inserita una norma che riapriva di fatto le graduatorie ad esaurimento e poi qui è stata cancellata, ovviamente senza dare spiegazioni, senza mai aprire una discussione, rifiutando la discussione, rifiutando la discussione in Aula, lasciando nell’incredulità e nell’incertezza centinaia di migliaia di insegnanti.

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RICCARDO ZUCCONI (FDI). Signor Presidente, deputati, sull’ordine del giorno n. 9/1117-A/7: nel 2010, con il decreto legislativo n. 59, l’Italia ha recepito la direttiva Bolkestein e secondo un’interpretazione estensiva dell’articolo 2 di questa direttiva l’applicazione della stessa è prevista in Italia anche nei confronti delle circa 30 mila imprese turistico-balneari e delle relative concessioni demaniali. Nel settore, il recepimento della direttiva Bolkestein ha portato all’abrogazione del rinnovo automatico delle concessioni agli imprenditori balneari, come invece previsto dall’articolo 10 della legge del 2001. Questa situazione, che si poteva sanare attraverso questo provvedimento, il Milleproroghe, non è stata invece presa in considerazione e noi ci chiediamo perché. Come Fratelli d’Italia abbiamo presentato questo ordine del giorno proprio in questo senso.

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BARBARA POLLASTRINI (PD). Grazie, signor Presidente. Questo ordine del giorno vuole indurre il Governo a sanare in tempi rapidi, rapidissimi, la ferita che avete prodotto nei confronti di decine di sindaci e milioni di cittadini. Mi riferisco allo scippo Fondo periferie. Avete aperto un conflitto - han detto bene altre mie colleghe e colleghi - tra istituzioni, spezzando quella risorsa essenziale che è la fiducia, seminando l’incertezza e l’incertezza porta solo una cosa: l’immobilismo. Senza il varo immediato di un nuovo decreto, o quello che sarebbe più saggio, se ne avete il coraggio, il ripensamento al Senato, se ne avete la forza, i sindaci hanno annunciato che avanzeranno ricorsi e vertenze. Ma vi rendete conto che avete dato un colpo, un colpo alle periferie, cioè all’avamposto dove il risanamento, gli investimenti, l’obbligo scolastico, la cultura creano comunità, sicurezza e bellezza, sì, la bellezza, perché l’Italia sono le sue città, sono Milano, L’Aquila, Torino, Genova, ferita come non mai, Palermo, Napoli, sono quelle città di cui oggi i primi cittadini sono qui a chiedere al Parlamento di ripensarci, se è possibile, al Senato di ripensarci ancora.

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 17,25)

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  Intervengono successivamente per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD) (Vedi RS), EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS), LISA NOJA (PD) (Vedi RS), WALTER VERINI (PD) (Vedi RS), MARIA ANNA MADIA (PD) (Vedi RS) e PAOLO TRANCASSINI (FDI) (Vedi RS). (Il deputato Trancassini si avvicina ai banchi del Governo – Scambio di apostrofi tra il deputato Trancassini e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Vincenzo Santangelo – Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia.)

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FLAVIA PICCOLI NARDELLI (PD). Presidente, l’ordine del giorno n. 9/1117-A/38 a mia firma interviene sul comma 3-septies dell’articolo 6 del provvedimento che rinvia di un anno l’efficacia di una disposizione contenuta nel decreto legislativo n. 62 del 2017 e considerata, da molti di noi, particolarmente delicata. Il provvedimento prevede che la prova Invalsi inserita tra i requisiti di ammissione per accedere all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, prevista per quest’anno, venga rinviata al 1° settembre 2019.

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EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, intervengo in merito all’ordine del giorno, presentato dalla nostra componente minoranze linguistiche, a prima firma Schullian, in merito all’obbligo introdotto dalla legge di bilancio del 2018 di presentare l’informazione antimafia per i titolari di fondi agricoli che usufruiscono di fondi europei, in particolare, differendo al 31 dicembre 2018 l’obbligo per titolari di terreni agricoli che usufruiscono di fondi per importi da 5.000 a 25.000 euro, escludendo poi l’obbligo per chi invece abbia presentato domanda di fruizione di fondi europei prima del 18 novembre 2017.

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LISA NOJA (PD). Presidente, intervengo per illustrare l’ordine del giorno n. 9/1117-A/25, che affronta come altri ordini del giorno presentati in precedenza, la questione del “bando periferie”, e che si ricollega alla norma contenuta nel “milleproroghe” che sospende l’efficacia di 96 convenzioni stipulate con 96 comuni fino al 2020.

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WALTER VERINI (PD). Presidente, anche quest’ordine del giorno credo richiami il Governo a un ripensamento su un tema delicatissimo. Questo Governo, anche nel campo delle politiche della giustizia, sta praticando un atteggiamento davvero grave, come se tutto quello che si è fatto nella scorsa legislatura fosse da distruggere, da abbattere e non ragionevolmente da applicare, sperimentare, sul quale praticare tagliandi ed eventualmente modificare. Anche questa fattispecie si inserisce in questo comportamento, secondo noi molto grave, perché si decide di rinviare l’estensione degli interrogatori dei detenuti che debbono partecipare, essere interrogati o testimoniare, a dei processi attraverso il sistema della videoconferenza.

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MARIA ANNA MADIA (PD). Presidente, colleghi, sull’oggetto dell’ordine del giorno che illustro si è pronunciato qualche ora fa anche il Ministro Salvini: stiamo parlando della norma sul bando delle periferie.

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PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, a me il compito di illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1117-A/5, un ordine del giorno di buonsenso, credo anche banale: un Parlamento serio non avrebbe approvato un ordine del giorno, ma lo avrebbe inserito direttamente nel “milleproroghe”. L’ordine del giorno praticamente chiede l’estensione, la proroga del personale impegnato nella ricostruzione, quei ragazzi che sono stati assunti dopo mesi di proteste da parte dei comuni interessati, che sono stati formati, con grande fatica, per misurarsi con questa improba, difficilissima e lentissima ricostruzione, e che adesso saranno invece destinati ad andare a casa, perché nel “milleproroghe” non ha trovato spazio la proroga di questi contratti. Questo ordine del giorno probabilmente verrà approvato, ma certamente non basterà un ordine del giorno per dare un senso a questo decreto, perché, come direbbe Vasco Rossi, questo decreto un senso non ce l’ha. Non ce l’ha soprattutto sul tema della ricostruzione. È evidente il balbettio della maggioranza, è evidente che in questo momento vengono per davvero derisi e presi in giro i territori interessati dal sisma. Ricordo al MoVimento 5 Stelle e agli amici della Lega che nell’ultima campagna elettorale siamo andati tutti sui territori a dire che bisognava dare impulso nuovo, bisognava cambiare la strategia della ricostruzione.

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  La seduta, sospesa alle 17,55, è ripresa alle 18,05.

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  Dopo un intervento sull'ordine dei lavori del deputato TOMMASO FOTI (FDI) (Vedi RS), interviene VINCENZO SANTANGELO (Vedi RS), Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

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TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, non le sarà sfuggito che l’intervento dell’onorevole Trancassini è stato, oltre che particolarmente toccante, anche partecipato, in relazione soprattutto al ruolo che lui ha, quale sindaco di un territorio che è stato colpito dal terremoto. E ha svolto un intervento che nella critica politica, mi pare, avesse anche una disponibilità di fondo, nel momento in cui chiedeva al Governo, anche consegnando allo stesso un documento, nel quale si dicevano alcune cose e alcune necessità di quel territorio.

PAGINA: 0061

VINCENZO SANTANGELO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, signora Presidente. Sì, senz’altro, nel porgere eventuali scuse per quello che è stato un atteggiamento dovuto ad un istante che nella dialettica politica ci sta. Quindi, mi scuso se la parola che ho proferito, nei confronti del collega deputato, magari, è stata fraintesa. Non era assolutamente intenzione, né mia né del Governo, suscitare l’ilarità da parte di nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega-Salvini Premier).

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  Intervengono successivamente per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati CHIARA BRAGA (PD) (Vedi RS), FRANCESCO BOCCIA (PD) (Vedi RS), CARMELA BUCALO (FDI) (Vedi RS), ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS), STEFANIA PEZZOPANE (PD) (Vedi RS), AUGUSTA MONTARULI (FDI) (Vedi RS), LUIGI MARATTIN (PD) (Vedi RS), ALESSIA ROTTA (PD) (Vedi RS), ALFREDO BAZOLI (PD) (Vedi RS), MARCELLO GEMMATO (FDI) (Vedi RS), ELENA CARNEVALI (PD) (Vedi RS), ANTONIO VISCOMI (PD) (Vedi RS), MARIA TERESA BELLUCCI (FDI) (Vedi RS), LUCIA CIAMPI (PD) (Vedi RS), ALESSIA MORANI (PD) (Vedi RS), VITO DE FILIPPO (PD) (Vedi RS), MARCO SILVESTRONI (FDI) (Vedi RS), LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) (Vedi RS), STEFANO LEPRI (PD) (Vedi RS), PIERO DE LUCA (PD) (Vedi RS) e GIANLUCA BENAMATI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0061

CHIARA BRAGA (PD). Grazie signora Presidente. Dopo quest’altra pagina straordinaria di democrazia parlamentare, che ci è stata consegnata, riprendo il mio intervento di illustrazione dell’ordine del giorno n. 9/1117-A/75.

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FRANCESCO BOCCIA (PD). Grazie, Presidente. Stiamo opportunamente intervenendo sui nostri ordini del giorno perché è evidente che la discussione troncata da questa fiducia che ha provocato più di una polemica non ci ha consentito, lo dico ai membri del Governo, onorevole Santangelo, le chiediamo di sviluppare meglio il suo approccio nei rapporti con il Parlamento, sono qui, onorevole Santangelo, ci aspettiamo da lei un contributo ulteriore, migliore di quello che ha dato oggi, per migliorare le relazioni in quest’Aula e in quelle di Palazzo Madama. Presidente, noi ci ritroviamo a discutere, con una certa enfasi, a causa delle incomprensioni evidenti che ci sono state nelle discussioni, nelle Commissioni, in particolar modo nelle due Commissioni di merito, Affari costituzionali e Bilancio, perché su alcuni temi in realtà ci aspettavamo risposte dal Governo del cambiamento che non sono arrivate. Ora, quest’Aula affrontato centinaia di volte decreti simili definiti milleproroghe. Vorrei ricordare ai colleghi cosa c’è nel milleproroghe e poi vorrei approfondire i temi che mi riguardano, in particolar modo quelli connessi alle periferie. Nel milleproroghe noi andiamo dai fondi sperimentali sul riequilibrio in Sardegna e Sicilia a temi più rilevanti, come appunto periferie e vaccini, passando attraverso gli spazi finanziari per gli enti locali, trasporto pubblico locale, fino ad aspetti che pensavamo non riguardassero il Governo del cambiamento, come gli interventi per gli animali esotici invasivi, i medicinali omeopatici, una serie di interventi come, per esempio, quelli connessi rifugi alpini. Insomma, una serie di interventi che toccano pezzi di vita degli italiani per i quali spesso ci siamo sentiti dire che, in qualche modo, non avendo un’idea di sistema, si interveniva in maniera spot. Prendiamo atto che gli interventi spot caratterizzano anche la vita del Governo del cambiamento, lo dico perché uno di questi interventi, mi riferisco alle concessioni autostradali della A22 era l’occasione per dimostrare un cambio di passo, signor sottosegretario, era l’occasione per dimostrare un cambio di passo, era l’occasione per dimostrare che l’approccio è diverso, e invece in realtà, così come accade sistematicamente, in un certo momento dell’anno il Governo propone al Parlamento di spostare alcune date, in alcuni casi, veniva ricordato in precedenza, date che costringono anche una nostra collega l’ex sottosegretaria De Micheli nel continuare la propria responsabilità di commissario per il terremoto.

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CARMELA BUCALO (FDI). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno, numero nove, riguarda la proroga approvata al Senato fino al 31 dicembre 2018, termine entro il quale ogni immobile adibito ad uso scolastico debba essere sottoposto a verifiche di vulnerabilità sismica. Quattro mesi, signor Presidente, troppo poco tempo. Ancora una volta si dà una soluzione estemporanea che non tiene conto dei tempi tecnici, perché le verifiche non sono limitate ad un semplice sopralluogo dove si va a vedere l’istituto e si dà un giudizio, ma occorre un’analisi accurata, accurata sui materiali e sulle strutture, ma ancora più grave è che le risorse necessarie ancora non sono state assegnate agli enti locali e temo che l’atteso sblocco, che è stato annunciato dal Ministro Bussetti ed è stato definito con l’accordo in Conferenza unificata del 6 settembre, non arrivi in tempo utile. Per non parlare delle risorse previste nel fondo plurisettoriale istituito con la legge n. 232 del 2016, fondo che è stato dichiarato sì illegittimo dalla Corte costituzionale, ma fortunatamente ha salvaguardato le risorse destinate alla messa in sicurezza delle scuole, ma non si sa nulla. Inoltre, questi finanziamenti annunciati sono ancora distanti dal reale fabbisogno e non saranno sufficienti a finanziare tutti i comuni. Allora, come dovranno provvedere gli altri? La situazione delle nostre scuole è drammatica, il patrimonio edilizio scolastico italiano è scadente, il 41 per cento delle scuole si trova in aree a forte rischio sismico e si parla di ben 15 mila edifici scolastici, e il 65 per cento di questi plessi è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974.

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ETTORE ROSATO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo in questi cinque minuti solo per due sottolineature. La prima è di carattere più specifico sull’ordine del giorno, poiché Salvini ha definito i progetti sulle periferie “progetti alla renziana” e io vorrei dirgli che probabilmente ha ragione, perché provo a declinare nella mia regione cosa vuol dire “progetti alla renziana”.

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STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Non siamo degli illusi e sappiamo quale può essere il rischio e la fine anche di questo ordine del giorno, come di quello precedente approvato nel “decreto terremoto” e poi non praticato. Ma noi vogliamo correre questo rischio, vogliamo ribadire nel luogo deputato a questo, l’Aula della Camera, quanto sia importante in questo decreto, quanto sarebbe stato importante in questo decreto mantenere gli impegni assunti. E, quindi, ve li ricordiamo e, quindi, li reinseriamo nell’ordine del giorno e, quindi, vi chiediamo di approvarlo e, quindi, vi chiediamo, per l’ennesima volta, di non considerare i territori terremotati come aree dove fare le scorribande, scorribande di promesse e di annunci, ma poi, quando avete l’occasione, le cose non le fate.

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AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, con l’ordine del giorno n. 9/1117-A/16 il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia chiede al Governo di valutare la posticipazione dei pagamenti dovuti per la rottamazione delle cartelle esattoriali. Il tema era già oggetto di due emendamenti di cui ero prima firmataria e su cui il Governo non era d’accordo in Commissione.

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LUIGI MARATTIN (PD). Grazie, Presidente. Guardate un po’ cosa facciamo: noi presentiamo un ordine del giorno sulla vicenda banche. Il Fondo di ristoro per risparmiatori colpiti dai crack bancari - le quattro banche nel 2015 e le due banche venete - è una vicenda che la Repubblica ha utilizzato male: l’ha utilizzata come clava in uno scontro politico anche nella Commissione bicamerale nella scorsa legislatura e non l’ha utilizzata come modo per capire che cosa è accaduto e soprattutto per aiutare chi aveva perso i propri risparmi. Voi sapete quanto ha fatto nella scorsa legislatura il Governo, che non è responsabile dei crack bancari perché quelle banche sono fallite in parte per omessa vigilanza quando questa era in mani nazionali: se lo ricordi chi dice “e come no?”, se lo ricordi chi dice “prima gli italiani” e che le cose fatte in Italia sono migliori, perché l’omessa vigilanza c’è stata quando la vigilanza era in mani italiane, non quando era nelle mani della Banca centrale europea e soprattutto quelle banche sono state portate al fallimento da gruppi dirigenti locali che non hanno allocato il credito secondo condizioni di efficienza ma l’hanno fatto per il mantenimento di sistemi di potere locali. Non abbiamo problemi a dire questo ma non abbiamo neanche problemi a dire che quanto è stato fatto nella scorsa legislatura è stato cercare di risolvere quel problema. Abbiamo iniziato a risolverlo stabilendo gli arbitrati e stanziando i fondi per gli arbitrati, rimborsando forfettariamente gli obbligazionisti subordinati all’80 per cento che rispettassero certi paletti di reddito e, nell’ultima legge di bilancio, stanziando 100 milioni per un fondo di ristoro per i risparmiatori per cui fosse provato il mis-selling cioè che ti hanno venduto uno strumento finanziario violando gli obblighi di informazione, correttezza e trasparenza. Ora i fondi di 100 milioni sono bloccati perché c’è un decreto attuativo che farebbe in modo che quei soldi possano essere immediatamente spesi per ristorare i risparmiatori che hanno diritto: è un decreto attuativo pronto che doveva essere emanato entro il 30 marzo, che il Governo appena insediato ha spostato al 31 ottobre e adesso ha spostato ancora al 31 gennaio. Quindi noi chiediamo in primo luogo perché, se c’è un decreto attuativo pronto per spendere quei 100 milioni, dobbiamo aspettare ancora mesi. Riportiamo il termine al 30 settembre.

PAGINA: 0069

ALESSIA ROTTA (PD). Presidente, questo Governo si è presentato, in particolare la Lega e il MoVimento 5 Stelle, come un Governo amico dei cittadini: prima gli italiani, i cittadini tra i cittadini. Allora io mi chiedo che cosa c’è di amichevole nelle misure contenute in questo decreto, che cosa c’è di amichevole nel togliere i soldi alle periferie e, quindi, ai cittadini che vivono normalmente in contesti più disagiati e più difficili; e che cosa c’è di amichevole nel togliere il diritto alla salute, in particolare per i bambini, che evidentemente non possono difendersi da soli, perché questo decreto milleproroghe verrà ricordato essenzialmente per questo.

PAGINA: 0070

ALFREDO BAZOLI (PD). Grazie, Presidente. Io intervengo su questo decreto milleproroghe, che è un decreto omnibus, in cui ci sono una quantità enorme di interventi su termini che vengono anticipati, posticipati; diversi miei colleghi sono già intervenuti e molti lo faranno anche dopo di me per stigmatizzare alcune di queste scelte: quella sui vaccini, quella sulle periferie, quelle che riguardano le aree colpite da catastrofi naturali come il terremoto e che da queste scelte escono penalizzate. È un decreto, quindi, che contiene una serie multiforme ed eterogenea di misure che sono assolutamente disomogenee anche tra di loro. È già stato detto anche in sede di eccezioni di costituzionalità, è un decreto che contiene talmente tante misure che non si è avuta neanche la possibilità, né il tempo di avere un’analisi tecnico-normativa, che è prevista per l’analisi dell’impatto della regolamentazione, non si è avuto neanche il tempo di fare un’analisi di questo genere.

PAGINA: 0071

MARCELLO GEMMATO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, affronto l’ordine del giorno n. 9/1117-A/23 che, sostanzialmente, si occupa del riparto del fondo sanitario nazionale. Le risorse ammontano a circa 113 miliardi di euro da ripartirsi per tutte le regioni italiane. Una dotazione congrua ad assicurare, così come previsto dall’articolo 32 della nostra Costituzione, pari livelli di assistenza sanitaria a tutti i cittadini italiani. Ciò che, invece, l’ordine del giorno va ad analizzare è il metodo con cui questi fondi vengono ripartiti, ossia la dotazione è congrua, però la ripartizione meno, nel senso che la ripartizione è incardinata, soprattutto, su un parametro di anzianità che, evidentemente, premia alcune regioni, a scapito di altre regioni; segnatamente, premia le regioni che hanno un indice di vecchiaia più alto, rispetto a regioni che hanno un indice di vecchiaia più basso; prevalentemente, premia alcune regioni del nord a scapito di regioni del sud.

PAGINA: 0072

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Noi con questo ordine del giorno chiediamo che qualsiasi altra azione venga messa in campo, di fatto, per affievolire l’obbligatorietà vaccinale - di fatto, quello che avete già scelto di fare con questo emendamento che avete introdotto, peraltro in un decreto milleproroghe omnibus - sia subordinata all’effettiva attuazione dell’anagrafe vaccinale che, peraltro, era già prevista; adesso, la Ministra Grillo ha, invece, posto un nuovo testo all’attenzione della Conferenza unificata.

PAGINA: 0073

ANTONIO VISCOMI (PD). Grazie, Presidente. Con l’ordine del giorno n. 9/1117-A/131, chiedo al Governo di erogare l’intero importo per il finanziamento dei progetti sulle periferie dei comuni di Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria e del progetto unitario ed integrato relativo alla città metropolitana di Reggio Calabria.

PAGINA: 0074

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Presidente, rappresentanti del Governo, rispetto ai vaccini ci avete lasciato basiti, drammaticamente basiti, perché non dovevate avere dei dubbi, i fatti lo dicono. Sapete bene che l’Italia è al secondo posto in casi di morbillo in tutta Europa, seconda soltanto alla Romania. Immaginate che ci sono 5.000 casi di morbillo in Italia rispetto ai 14.460 in tutta Europa. L’Italia è tra quelle cinque nazioni che ha problematiche di carattere vaccinale, insieme alla Nigeria, all’India, al Pakistan e alla Romania.

PAGINA: 0075

LUCIA CIAMPI (PD). Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, nel 2016 il Governo a guida PD e la maggioranza che lo sosteneva segnarono un punto di passaggio fondamentale nella storia delle politiche urbane in Italia.

PAGINA: 0076

ALESSIA MORANI (PD). Presidente, questo decreto-legge andrebbe rititolato, perché andrebbe chiamato decreto-legge “mille bugie” o decreto-legge “mille promesse mancate”. E lo dico per quello che riguarda la mia regione, la regione Marche: una regione che è stata martoriata dal terremoto, e che è stata però anche martoriata da una crisi economica lunghissima, che ancora non si è conclusa. Il primo atto di questo Governo nei confronti della mia regione così martoriata è stato quello di mancare alle promesse che sono state fatte sul terremoto, e di togliere decine di milioni di euro per progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana delle periferie. Avete mentito ai cittadini della mia regione, avete fatto loro tante promesse, ma di queste promesse non ne avete mantenuta nemmeno una, e proverò a dire quali.

PAGINA: 0077

VITO DE FILIPPO (PD). Signora Presidente, l’ordine del giorno che sto per presentarvi con la ferma convinzione che, se fosse letto fuori dai fragori di quest’Aula, che molte volte confonde, abbiamo notato, soprattutto nella conduzione, la maggioranza e il Governo, se questo ordine del giorno fosse letto nel chiuso di una stanza, con una sola lampada accesa, quella della coscienza di molti colleghi della maggioranza e di molti rappresentanti del Governo, se questo ordine del giorno fosse letto in quella stanza, con quella lampada, sono sicuro che molti di loro metterebbero immediatamente una firma. Leggetelo, lasciamo fuori dalle nostre orecchie i fragori anche di questo dibattito che noi siamo costretti a sostenere in ragione della verità, della scienza, del buonsenso, della ragionevolezza che è stata dispersa in una discussione assolutamente negativa. Leggete questo ordine del giorno e sono convinto che molti di voi vi metterebbero la firma.

PAGINA: 0078

MARCO SILVESTRONI (FDI). Presidente, colleghi, intanto il mio non vuole essere un intervento ostruzionistico, ma vuole essere un intervento eventualmente di contributo su un tema che so che è sentito anche dal Governo. Nel decreto in esame, all’articolo 1, si pone la questione delle date per i rinnovi dei consigli e dei presidenti di provincia, ma il Governo deve porsi anche un tema di assetto, in questo caso, territoriale dello Stato, perché dopo due anni è necessario prendere atto, anche urgentemente, dell’esito del referendum del 4 dicembre; e dopo quattro anni dall’entrata in vigore, dobbiamo dirlo, della nefanda, nefasta, catastrofica legge Delrio, che ha riformato le province, è urgente un intervento di revisione profonda della riforma sul piano istituzionale, organizzativo e economico, perché occorre tornare a garantire agli enti provinciali e alle città metropolitane la piena funzionalità e operatività, perché è essenziale tornare a fare manutenzione su strade, su scuole.

PAGINA: 0079

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Di solito si usa il decreto milleproroghe per prorogare dei provvedimenti, dei termini, e per dare la certezza alle persone che sono riguardate da questi provvedimenti che la loro situazione non cambierà nell’anno successivo, perché lo Stato non è stato in grado di sistemare il corpo delle leggi in maniera tale da fare entrare in vigore le nuove normative.

PAGINA: 0080

STEFANO LEPRI (PD). Grazie Presidente. Tra le mille proroghe mancate o le mille proroghe inutili - le abbiamo ricordate: vaccini, periferie, terremoto soprattutto - ce n’è una di proroga di cui vi siete dimenticati e di cui il nostro ordine del giorno parla e tratta.

PAGINA: 0081

PIERO DE LUCA (PD). Signor Presidente, l’ordine del giorno che io ho presentato è un ordine del giorno che riguarda i giovani del Mezzogiorno d’Italia. È un ordine del giorno che è volto ad impegnare il Governo ad estendere le decontribuzioni e l’esonero contributivo totale, per i datori di lavoro che assumono giovani nel Mezzogiorno d’Italia a tempo indeterminato.

PAGINA: 0082

GIANLUCA BENAMATI (PD). Grazie, Presidente. Io intervengo con un ordine del giorno diverso e particolare, che riguarda un impegno che mi ero assunto in precedenza. Parlo del tentativo di correggere un errore di questo Governo, che ha espunto l’ASI dal coordinamento delle politiche spaziali e delle ricerche aerospaziali dal Comitato interministeriale, trasformando questo comitato, che è stato voluto nella XVII legislatura, in una sola compagine politica fatta di poltrone e politica. L’Agenzia spaziale italiana è un organo fondamentale nella ricerca spaziale, è un gioiello della scienza e della tecnologia del nostro Paese.

PAGINA: 0009

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (Vedi RS)

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (ore 19,50)

PAGINA: 0009

  Intervengono successivamente per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati IVAN SCALFAROTTO (PD) (Vedi RS), COSIMO MARIA FERRI (PD) (Vedi RS), LAURA CANTINI (PD) (Vedi RS), LUCIA ANNIBALI (PD) (Vedi RS), MARINA BERLINGHIERI (PD) (Vedi RS), GENNARO MIGLIORE (PD) (Vedi RS), MATTIA MOR (PD) (Vedi RS), MARTINA NARDI (PD) (Vedi RS), SUSANNA CENNI (PD) (Vedi RS), LUCA LOTTI (PD) (Vedi RS) e UMBERTO DEL BASSO DE CARO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0083

IVAN SCALFAROTTO (PD). Grazie, signor Presidente. C’è da dire che a questo Governo bisogna riconoscere quanto meno una sorta di coerenza. L’agire del Governo si riconosce, devo dire io, nel guardare il Governo lavorare, nell’esaminare i provvedimenti che sta proponendo. Sempre di più lo associo a un’immagine cinematografica, l’immagine dell’orchestra di Federico Fellini nel film Prova d’orchestra, un gruppo di suonatori sconnessi tra di loro che purtroppo sono chiusi in una stanza che alla fine del film sarà distrutta da un’enorme palla di demolizione, e purtroppo dispiace pensare che quella stanza è il nostro Paese, che ogni provvedimento di questo Governo assomiglia a un colpo di quella palla da demolizione che arriva sul muro della nostra Italia. E, infatti, guardiamo che cosa abbiamo visto in questi mesi: un decreto sul tribunale di Bari, è stato il decreto di debutto del Governo e del Ministro Bonafede, il tribunale di Bari è rimasto solidamente dov’era, con o senza quel decreto.

PAGINA: 0084

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Io intanto ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti suo tramite perché hanno offerto al dibattito tanti spunti, tanti spunti che devono far riflettere su un provvedimento che ha molte lacune, che guarda alla discontinuità come se fosse un valore quando oggi questo Governo dovrebbe guardare alla responsabilità, alla continuità e alla coerenza anche con quanto aveva promesso durante la campagna elettorale.

PAGINA: 0085

LAURA CANTINI (PD). Grazie, Presidente. Anch’io ritorno sul tema trattato da molti colleghi e già trattato nella discussione sulle linee generali riguardante la questione del bando periferie. Inizio con una citazione: “Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli”. Non sono parole mie, come dicevo, ma sono le parole del senatore a vita Renzo Piano quando presentava il suo progetto di rammendo delle periferie. Condividendo questo ragionamento, il Governo Renzi ha istituito il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie nel 2016, stanziando inizialmente 500 milioni di euro. Inoltre, al fine di assicurare il finanziamento di tutti i progetti ammessi in graduatoria - infatti questo bando ha avuto un successo incredibile e hanno partecipato tanti comuni d’Italia di tutte le parti del nostro Paese a prescindere dal colore di chi le amministrava e le amministra nel momento della presentazione della richiesta - per assicurare il finanziamento a tutti i progetti che erano stati considerati ammessi e ammissibili rispetto ai LEA e ai requisiti del bando, sono stati aggiunti molti altri soldi con due ulteriori finanziamenti: prima 800 milioni nel 2017, poi quasi altrettanti 800 milioni dal Fondo sociale per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione dal 2014 al 2020. Con il pretesto di dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale 13 aprile 2018, n. 74 voi avete in realtà sospeso - voi dite “sospeso” - l’efficacia di molte delle convenzioni concluse sulla base del bando e dei finanziamenti che prima ho richiamati. La scelta del Governo non solo lede il rapporto di leale collaborazione tra gli enti costitutivi della Repubblica secondo il dettato costituzionale ma presenta profili di grave illegittimità e di violazione degli obblighi convenzionali tra le parti, determinando nei fatti non la sospensione ma la revoca del processo di realizzazione di almeno 96 convenzioni che sono state firmate nel 2017 e sono pienamente efficaci oramai da marzo 2018, quando sono state registrate da parte della Corte dei conti. In tal modo si ledono non i sindaci, non i comuni intesi come enti ma i diritti di 19.800.000 cittadini; 96 enti; 87 comuni capoluogo; 9 città metropolitane; 326 comuni, come dicevo, di ogni parte d’Italia. E non solo si ledono gli interessi dei cittadini che non vedranno realizzati tali interventi ma anche l’interesse dell’economia locale, di progettisti e imprese, che rappresentano ulteriori risorse stanziate in aggiunta a quelle pubbliche, per realizzare gli interventi per il risanamento e per la risoluzione di tanti dei problemi delle nostre periferie. In particolare la revoca dei finanziamenti renderà impossibile, ad esempio, la realizzazione di uno dei progetti presentati dal comune di Firenze importante perché si inserisce in un’azione volta a risolvere molti problemi. Mi avvio a concludere dicendo che, poiché l’unica risposta che è arrivata dal Governo rispetto a tutto ciò, è stata una promessa in realtà abbastanza vaga ma una promessa fatta all’ANCI, all’Associazione nazionale dei comuni, di risolvere il problema nel primo decreto utile, il dubbio mi viene perché in realtà il primo decreto utile è proprio questo ma non si è voluto fare. Ho presentato l’ordine del giorno n. 9/1117-A/32 per impegnare il Governo formalmente ad approvare, con la massima urgenza, il provvedimento che restituisca per intero ai comuni, nel primo finanziamento utile, i finanziamenti loro legittimamente assegnati e di cui oggi sono depredati, affinché possa effettivamente dichiararlo a quest’Aula e confermarlo di fronte al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0086

LUCIA ANNIBALI (PD). Presidente, intervengo per illustrare il mio ordine del giorno n. 9/1117-A/34 che ripropone il tema del taglio delle risorse alle periferie e lo faccio in particolare per illustrare e perorare la situazione del comune di Parma. Con l’ordine del giorno chiedo al Governo di approvare con la massima urgenza un provvedimento che possa reintegrare le risorse finanziarie necessarie per portare avanti la convenzione siglata con il comune di Parma. Infatti l’impegno che il Governo ha assunto durante l’incontro con l’ANCI è in realtà allo stato dei fatti e degli atti insufficiente, se non addirittura inesistente. Per quanto riguarda la città di Parma poi, il piano periferie si inserisce a pieno titolo nella strategia vincente che ha permesso alla città di raggiungere il riconoscimento di capitale italiana della cultura per l’anno 2020. Il piano periferie per la città di Parma si costruisce attraverso sei progetti di riqualificazione urbana il cui intento è migliorare la qualità della vita nei quartieri, potenziare l’attrattività turistica e culturale della città. Sono sei i quartieri cittadini coinvolti - ne menziono soltanto alcuni per questioni di tempo - come il quartiere Oltretorrente che è un quartiere storico e popolare che vive oggi un momento di disorientamento. Il piano periferie per questo quartiere consiste nella realizzazione di un nuovo museo multimediale di un’area mercatale. Il comune di Parma ha già investito risorse anche grazie all’intervento della regione Emilia Romagna ma è chiaro che, senza il contributo del piano periferie, ciò che è stato fatto rischia di essere perduto e con esso anche gli sforzi messi in campo. Per il quartiere Montanara il piano periferie destina risorse per realizzare un nuovo spazio di aggregazione con una mediateca di quartiere. In particolare ricordo il quartiere San Leonardo che vive problemi di degrado sociale legati a fenomeni diffusi di microcriminalità e quindi problemi che richiedono un impegno su più fronti. Quindi è chiaro che, se non si provvederà ad assicurare l’integrale finanziamento delle opere previste dalla convenzione con il comune, Parma rischierà qualche cosa di più, perderà qualcosa di più perché rischierà di non arrivare pronta con progetti conclusi per l’impegno del 2020. E allora ribadisco quanto è già stato detto in quest’Aula ossia che mettere in discussione convenzioni già sottoscritte e impegni già presi e finanziati è inaccettabile da un punto di vista morale oltre che giuridico. Gli interventi programmati con il bando periferie mirano al miglioramento della vita dei cittadini delle nostre periferie e, quindi, coinvolgono scuole, case popolari, strutture sportive, contenitori culturali, parchi, luoghi di aggregazione: tutto ciò quindi che serve a migliorare la vivibilità e la sicurezza di tutti i cittadini. Attraverso il nostro ordine del giorno e con gli altri che fino ad ora abbiamo illustrato in realtà vi diamo l’opportunità di dimostrare che la vostra azione politica sa mantenere i patti, anziché disattendere impegni e contratti già sottoscritti. Dunque stupisce - o forse in realtà non stupisce - che la Lega che purtroppo attualmente governa la città di Parma e il suo territorio e che ha da sempre basato la sua campagna elettorale sulla sicurezza o insicurezza sia la prima a contribuire a tale mancanza di sicurezza e quindi a promuovere l’insicurezza prima a parole in campagna elettorale ed ora purtroppo con i fatti attraverso la sua azione politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0087

MARINA BERLINGHIERI (PD). Grazie, Presidente. Lo scorso 8 marzo è stato adottato il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in merito al progetto Bellezza@ per il recupero dei luoghi culturali dimenticati con il quale è stata disposta la documentazione che gli enti attuatori dei primi 271 interventi relativi al progetto avrebbero dovuto presentare per poter accedere alla successiva fase di stipula della convenzione con il Ministero dei beni e delle attività culturali concernente la modalità di erogazione del finanziamento e di verifica dell’esecuzione delle opere. Poiché non risulta ancora inviata la comunicazione dei termini per l’invio della documentazione, chiediamo al Governo di prorogare al 31 ottobre 2018 il termine per l’invio della documentazione necessaria ad accedere alla successiva fase di stipula della convenzione con il Ministero.

PAGINA: 0087

GENNARO MIGLIORE (PD). Grazie, signor Presidente. Nel corso di questa discussione abbiamo segnalato, sia complessivamente, sia punto per punto, l’esigenza di ripristinare i fondi che sono stati sottratti alle comunità che avevano auspicato e che, peraltro, avevano già visto, in una programmazione già avanzata, opere per la riqualificazione delle periferie.

PAGINA: 0088

MATTIA MOR (PD). Presidente, onorevoli colleghi, come già ricordato prima dalla collega Cantini, uno dei geni del nostro Paese, di cui siamo anche onorati di essere colleghi in questo Parlamento, ovvero il senatore a vita Renzo Piano, ci ha ricordato, all’inizio della presentazione del suo progetto del rammendo delle periferie, di quanto fragile sia il nostro paesaggio e di quanto fragili e poco manutenute siano state, negli anni e nei decenni scorsi, le nostre periferie. Però, sappiamo che il futuro delle nostre nazioni, in questo secolo, sta nelle città, sono le città il luogo dove avviene lo sviluppo, sono le città il luogo dove avviene l’innovazione, sono le città i luoghi dove le migrazioni diventano cittadinanza, dove le persone si mischiano, dove ci sarà lo sviluppo di questo secolo.

PAGINA: 0089

MARTINA NARDI (PD). Signor Presidente, le periferie sono la ferita del nostro tempo, sono l’agglomerato delle difficoltà della vita, della mancanza di lavoro, sono la fotografia della consapevolezza di quanto è difficile, spesso, salire l’ascensore sociale.

PAGINA: 0090

SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente, colleghi, vorrei qui illustrare l’ordine del giorno che ho depositato e che è stato sottoscritto anche dal collega Padoan. Parla di periferie, parla di Siena. Ora, io credo che in quest’Aula siedano molti amministratori, ex amministratori, sindaci, ex amministratori regionali, provinciali, e credo anche che chi ha dedicato una parte della propria vita a questo ruolo sappia quanto la certezza delle risorse sia indispensabile per lavorare bene, certezza dei propri bilanci e degli investimenti possibili.

PAGINA: 0091

LUCA LOTTI (PD). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per illustrare l’ordine del giorno n. 115. Siamo di fronte all’ennesima scelta sbagliata di questo Governo.

PAGINA: 0092

UMBERTO DEL BASSO DE CARO (PD). Signor Presidente, intervengo per illustrare l’ordine del giorno n. 9/1117-A/70, che riguarda l’area di crisi industriale Acerra-Marcianise-Airola, un’area baricentrica nella regione Campania che riguarda tre province: Acerra è appunto nella provincia di Napoli, Marcianise in quella di Caserta e Airola in quella di Benevento.

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 20,40)

PAGINA: 0009

  Intervengono inoltre per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati ROMINA MURA (PD) (Vedi RS), MARCO LACARRA (PD) (Vedi RS), ALESSANDRO ZAN (PD) (Vedi RS), e ALBERTO LOSACCO (PD) (Vedi RS).

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ROMINA MURA (PD). Presidente, colleghe e colleghi, dopo diverse giornate di lavoro, dopo reiterati tentativi, in Commissione come in Aula, di riportare un po’ di buonsenso fra le file della maggioranza per indurla a modificare alcune disposizioni contenute nel “milleproroghe”, non ci rimane che concludere che per il Governo del cambiamento il “milleproroghe” rappresenti esclusivamente uno strumento per cancellare ovvero modificare in senso peggiorativo misure di rilievo per il nostro Paese.

PAGINA: 0094

MARCO LACARRA (PD). Presidente, all’inizio di questo dibattito, del dibattito odierno, ho ascoltato l’intervento del collega di Forza Italia che ha parlato per il Partito Democratico di ostruzionismo. Alla luce degli interventi che si sono succeduti dall’inizio del dibattito odierno, io invece ho colto l’opportunità che si sia finalmente e positivamente parlato del decreto-legge “milleproroghe”, cosa che non sarebbe avvenuta se non avessimo presentato una serie prima di emendamenti bocciati, e successivamente di ordini del giorno.

PAGINA: 0096

ALESSANDRO ZAN (PD). Presidente, ormai siamo da molte ore a discutere dei contenuti…

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ALBERTO LOSACCO (PD). Grazie, Presidente. Mi hanno molto colpito le parole che ha espresso due giorni fa il Ministro Di Maio, il Vice Presidente del Consiglio, non solo per la facile ironia che poi ne è scaturita sul web, che spesso è portato a semplificare in maniera impropria. E la semplificazione impropria è venuta anche questa volta. Solo che questa volta ha colpito il MoVimento 5 Stelle, ha colpito Di Maio. Del resto, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Dire che Taranto non ha musei degni della Magna Grecia e non riconoscere che il MarTa è uno dei musei più importanti d’Italia e del Mediterraneo è cosa grave per un uomo del Governo, ma è ancora più grave perché è un uomo di Governo del Sud, proprio di quella Magna Grecia. Il MarTa è un museo che ha superato negli ultimi due anni gli 80 mila accessi all’anno, ha fatto registrare un trend di crescita incredibile e lì sono custoditi reperti di assoluto valore. Ne è conferma il fatto che molti di questi sono in giro per esposizioni nei musei più prestigiosi del pianeta. Questo è frutto di una indiscutibile capacità del management scelto, ma anche del fatto che chi ha preceduto questa maggioranza e questo Governo ha messo la cultura al centro dell’azione del Governo, riorganizzando e investendo anche sul capitale umano.

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  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), ALESSIA ROTTA (PD) (Vedi RS) e ALESSIA MORANI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0098

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0098

ALESSIA ROTTA (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0098

ALESSIA MORANI (PD). Sull’ordine dei lavori riguardo al terremoto, perché i miei colleghi hanno fatto presente il fatto che il Presidente Conte ha fatto delle dichiarazioni su un decreto…

PAGINA: 0009

  Intervengono per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati SARA MORETTO (PD) (Vedi RS), RAFFAELE TOPO (PD) (Vedi RS), MICAELA CAMPANA (PD) (Vedi RS), e MASSIMO UNGARO (PD) (Vedi RS).

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SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. Certamente è difficile intervenire nel merito del mio ordine del giorno, dopo avere appreso che, ovviamente, come hanno già detto le colleghe prima di me, stare qui a discutere dei temi e dei contenuti è inutile, quando c’è un Presidente del Consiglio che non usa le Aule del Parlamento per spiegare e anticipare i propri lavori, ma usa la stampa, i social e altri strumenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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RAFFAELE TOPO (PD). Grazie, Presidente. Nella mia precedente esperienza, quando ero sindaco di un comune della provincia di Napoli, di solito mi preoccupavo delle leggi di stabilità. Provavo a conoscerne prima il contenuto, per evitare le restrizioni, per fare i provvedimenti e anticipare, in qualche modo, quello che non si poteva fare nell’esercizio precedente. Di solito il milleproroghe era un provvedimento a contenuto positivo: non ci si preoccupava, si risolvevano i problemi. Per la prima volta, purtroppo, con il milleproroghe questo Governo cambia la natura del provvedimento ed introduce delle norme che hanno un effetto diverso.

PAGINA: 0101

MICAELA CAMPANA (PD). Grazie, Presidente. Colleghi, come ha detto la mia collega Moretto, sembrerebbe quasi inutile intervenire dopo l’annuncio riportato dal mio collega Borghi, ma evidentemente così come è stato un annuncio, una promessa durante la riunione con l’ANCI, probabilmente rimarrà tale anche questa riportata appunto poc’anzi. Quindi, vado a illustrare l’ordine del giorno n. 67, partendo da un dato. L’ex Ministro Calenda aveva firmato, nella passata legislatura, il decreto di riconoscimento delle aree di crisi industriali complesse, tra cui quelle della Campania ma anche di tante altre del sud Italia. Tali aree individuate erano state riconosciute dall’amministrazione regionale e da quelle comunali e queste aree hanno un impatto anche pesante sulla politica industriale nazionale. Quel provvedimento non solo ha permesso di attivare immediatamente programmi di reindustrializzazione, ma ha permesso di programmare nel medio e lungo periodo la vita economica e, di conseguenza, sociale di interi territori, ha permesso di aiutare le regioni e i comuni a mantenere politiche che riguardano i contratti di sviluppo, gli incentivi all’impresa. Ecco, per le amministrazioni e in particolare per quelle del sud Italia, essere messi nelle condizioni di programmare è l’unica possibilità di ben governare e l’unica possibilità di arrivare prima e non dopo che il dramma di una famiglia di lavoratori sia irreversibile. State sostituendo una certezza, che era quella di prorogare ciò che già c’era con una vaga promessa e quindi state volontariamente cancellando la possibilità per dei lavoratori, che già si trovano in condizione di grande disagio e privi di una ricollocazione produttiva, di essere salvaguardati attraverso la deroga agli ammortizzatori sociali scaduti.

PAGINA: 0102

MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente, io intervengo appunto per illustrare l’ordine del giorno n. 66. Vede, Presidente, si è trovato, in questo provvedimento, il tempo di ritardare l’obbligo di possesso della patente nautica per la conduzione di unità con motori superiori a 750 cavalli, si è anche trovato il tempo di sospendere i termini per il pagamento delle imposte di consumo dovute su alcuni prodotti da fumo e si è anche trovato il tempo di prorogare il termine per la denuncia del possesso di animali da compagnia appartenenti a specie esotiche invasive, ma non si è trovato il tempo di consentire ai lavoratori delle aree di crisi industriale complessa di continuare a beneficiare di interventi di integrazione salariale straordinaria, che mi sembra cosa molto più importante, molto più importante di sigarette, animali o barche. Purtroppo, si è trovato il tempo di indebolire sensibilmente l’obbligo vaccinale. Il nostro Paese, l’Italia, sarà l’unico paese sviluppato al mondo che indebolisce l’obbligo vaccinale mentre è in corso un’epidemia di morbillo. Si è anche trovato il tempo di togliere vitali risorse alle periferie nel nostro Paese, come hanno illustrato vari colleghi del mio partito. E, allora, mi comincio a chiedere quali siano le priorità di questo Governo. Sarebbe stato opportuno mettere al centro i lavoratori, l’economia italiana e appunto cercare di sostenere l’occupazione, specie per i lavoratori dell’area di crisi industriale di Trieste, come è stata riconosciuta dal decreto sviluppo del giugno 2012. La mancata proroga di questa disposizione rischia di interrompere il processo di riqualificazione economica e sociale dei territori. Appunto per venire incontro a queste esigenze il Governo Renzi, con il Jobs Act, aveva stanziato 216 milioni per il 2016 e 117 milioni per il 2017 misure prorogate con la legge di stabilità del 2017, e mi chiedo perché con questo «milleproroghe» abbiamo prorogato di tutto, esteso i termini di tutto, ma non si vuole venire incontro alle esigenze dei lavoratori. Secondo me, Presidente, il problema è che nel campo economico e sociale questo Governo non decide. Il decreto dignità, come abbiamo visto a luglio, comprendeva una serie di misure cosmetiche marginali, se non negative o nocive, per gli investimenti. Il «milleproroghe» ovviamente, per definizione, proroga, estende, prende tempo, mentre osserviamo con rammarico che le poche decisioni prese o confermano decisioni prese dai Governi precedenti, come appunto nel caso dell’Ilva, ma con una grande perdita di tempo per il nostro Paese, o costituiscono dei passi indietro, come l’obbligo dei vaccini che citavo poc’anzi, o anche con la volontà espressa dal Governo di vietare l’apertura dei negozi la domenica. Invece non decidere, ha un costo gigantesco, enorme, l’economia italiana sta rallentando velocemente, come mostrano gli indici della produzione industriale e anche gli indici degli acquisti, dei responsabili degli acquisti, sono gli indici migliori, più correlati alla crescita economica del nostro paese che meglio ci danno un’idea della congiuntura che ci attende e per questo motivo che occorre urgentemente sostenere i livelli occupazionali prima che la prossima crisi economica si abbatta sul nostro Paese, e invece finora, secondo me, non avete fatto nulla per l’economia italiana, nulla per i lavoratori e nulla per i giovani, che si vedono costretti a lasciare questo Paese, oltre 120 mila ragazzi ogni anno lasciano i confini del nostro Paese, e anche soprattutto per i lavoratori delle aree di crisi industriale complessa, come nel caso di Trieste.

PAGINA: 0009

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), cui rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS).

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ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0103

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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  Interviene inoltre per illustrare l'ordine del giorno sottoscritto il deputato ANDREA ROMANO (PD) (Vedi RS).

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ANDREA ROMANO (PD). Grazie, Presidente. Spero che durante il mio intervento lei abbia - diciamo - la bontà di decidere sulla nostra richiesta di sospensione della seduta, nel mentre si svolge la Conferenza dei presidenti di gruppo.

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  La seduta, sospesa alle 21,30, è ripresa alle 22,15.

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Vedi RS)

PAGINA: 0106

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

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Missioni. (Vedi RS)

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Missioni.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che non vi sono ulteriori deputati in missione e, quindi, i deputati in missione alla ripresa notturna della seduta sono settantatre.

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PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, non vi sono ulteriori deputati in missione alla ripresa notturna della seduta

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  Interviene il deputato FRANCESCO D'UVA (M5S) (Vedi RS) che propone di deliberare la prosecuzione ininterrotta dei lavori dell'Assemblea fino alla votazione finale del provvedimento.

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FRANCESCO D'UVA (M5S). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

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  Dopo un intervento contro del deputato EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) e uno a favore del deputato COSIMO ADELIZZI (M5S) (Vedi RS), la Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, approva la proposta di prosecuzione ininterrotta dei lavori dell'Assemblea fino alla votazione finale del provvedimento.

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EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di parlare contro.

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COSIMO ADELIZZI (M5S). Grazie, Presidente. Sinceramente le volevo manifestare le mie perplessità a seguito dell’intervento del collega Fiano del Partito Democratico, che chiede a gran voce di discutere e rivendica nostre iniziative volte a tagliare la discussione, ma non ne vedo il motivo e non capisco perché non siano contenti, a questo punto, di questa seduta fiume, perché, se noi avessimo voluto fare come hanno fatto loro nella scorsa legislatura, avremmo messo la tagliola su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle- Commenti dei deputati del gruppoPartito Democratico), e invece non lo abbiamo fatto. Dovrebbero essere contenti di avere il tempo di dire la loro su tutti gli ordini del giorno.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Rende precisazioni circa il prosieguo dei lavori dell'Assemblea.

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PRESIDENTE. Fate concludere il collega. Deputata Morani! Prego.

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  Intervengono successivamente per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati FRANCO VAZIO (PD) (Vedi RS), MARIO MORGONI (PD) (Vedi RS), NICOLA CARÈ (PD) (Vedi RS), GAVINO MANCA (PD) (Vedi RS), SIMONE BALDELLI (FI) (Vedi RS), ANGELA SCHIRÒ (PD) (Vedi RS), CARMELO MICELI (PD) (Vedi RS), ANDREA GIORGIS (PD) (Vedi RS), GIOVANNI DONZELLI (FDI) (Vedi RS), NICOLA PELLICANI (PD) (Vedi RS), PAOLO SIANI (PD) (Vedi RS), MICHELE ANZALDI (PD) (Vedi RS), LUCA RIZZO NERVO (PD) (Vedi RS), YLENJA LUCASELLI (FDI) (Vedi RS), GIAN MARIO FRAGOMELI (PD) (Vedi RS), UBALDO PAGANO (PD) (Vedi RS), ANDREA DE MARIA (PD) (Vedi RS), LUCA DE CARLO (FDI) (Vedi RS), FAUSTO RACITI (PD) (Vedi RS), VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD) (Vedi RS) e PIETRO NAVARRA (PD) (Vedi RS).

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FRANCO VAZIO (PD). Presidente, se mi è consentito intervenire…

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MARIO MORGONI (PD). Grazie Presidente. Colleghi, Governo, intervengo per illustrare l’ordine del giorno n. 9/1117-A/62, un ordine del giorno con il quale ci proponiamo di colmare una delle lacune di questo decreto milleproroghe. È un decreto milleproroghe che ha un destino singolare, perché contro di esso, nella precedente legislatura, in ogni occasione nella quale è stato discusso in queste Aule, qui alla Camera e al Senato, è stato oggetto di critiche, le più radicali e inesorabili. E le forze politiche che allora erano all’opposizione e oggi sono al Governo si sono distinte proprio per una critica feroce nei confronti di questo strumento, considerandolo non solo inutile, ma dannoso. È destino singolare, dico, perché quest’anno, molto probabilmente, non solo non si eliminerà il milleproroghe, ma avremo due milleproroghe, quindi raddoppieremo la dose rispetto al passato.

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NICOLA CARE' (PD). Signor Presidente, egregi colleghi, io parlo sull’ordine del giorno in esame n. 9/1117-A/61. Questo ordine del giorno naturalmente prende in considerazione il fatto di salvaguardare i lavoratori operanti nelle aree di crisi industriale, dando loro la possibilità di beneficiare di ulteriori interventi di integrazione salariale straordinaria, rispetto alla legislazione vigente. Mi sembra strano che dobbiamo parlare di un ordine del giorno qui, oggi, dove effettivamente si va a vantaggio delle aree in crisi, delle aree dove i lavoratori si trovano in difficoltà. E per questo, come detto prima, queste norme stanno consentendo di garantire o consentiranno di garantire il complemento dei piani occupazionali dell’impresa, ma soprattutto - e mi rifaccio - di salvaguardare il lavoro, il lavoro delle persone, il lavoro dei lavoratori impegnati in queste aree di crisi industriale complessa. La mancata proroga della disposizione in oggetto, prevista dagli articoli 44, comma 11-bis del decreto legislativo n. 148 del 2015 e 1, comma 139, della legge 27 dicembre del 2017, n. 205, rischia di interrompere il processo di riqualificazione economica e sociale di questi territori, che sono importantissimi per lo sviluppo economico dell’Italia.

PAGINA: 0112

GAVINO MANCA (PD). Grazie, signor Presidente. Colleghi, membri del Governo, l’ordine del giorno n. 60, che vado a presentare, riguarda l’area di crisi industriale complessa di Porto Torres e Sassari, ma solo per un mero errore di scrittura, perché avrebbe dovuto riguardare anche aree quali Portovesme o Sulcis-Iglesiente. Al Governo, se come mi auguro che possa accadere, decidesse di approvarlo, chiedo possa accettare una sua rimodulazione con l’inserimento anche della crisi industriali di Portovesme. L’area di Porto Torres è stata riconosciuta area di crisi industriale complessa con decreto legge 7 ottobre 2016, poi, con decreto ministeriale 8 febbraio 2017, è stato costituito, ai sensi dell’articolo 1, comma 6, il gruppo di coordinamento e controllo per l’area di crisi industriale complessa di Porto Torres, con il compito di definire e attuare il progetto di riconversione e riqualificazione industriale in quest’area. Invitalia, nell’ambito della elaborazione del progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi del polo industriale di Porto Torres, ha promosso di rilevare i fabbisogni di investimento delle imprese che si è chiusa neanche due mesi fa, esattamente il giorno 19 luglio 2018. Quindi, nelle more di attuazione di questi nuovi programmi di sviluppo e, quindi, vista la creazione di nuova occupazione il nostro territorio, che vive situazioni occupazionali di disagio economico fortissime, necessita assolutamente di una tutela ulteriore per coloro che hanno perso il posto di lavoro in queste aree. Sono in corso di riavvio i piani occupazionali delle imprese ed è perciò indispensabile non disperdere il patrimonio di professionalità dei lavoratori, che vanno ancora aiutati con forme di sostegno al reddito come la mobilità, la cassa integrazione per questo ulteriore, ma probabilmente ultimo, anno 2019. Il precedente Governo, con un decreto, l’ultimo del Governo Gentiloni, ha stanziato risorse utili a coprire da luglio 2018 a dicembre 2018.

PAGINA: 0113

SIMONE BALDELLI (FI). Grazie, Presidente. Un voto come quello della seduta fiume, visto che le opposizioni hanno assunto, in questa Assemblea, una posizione articolata e differenziata tra di loro, forse avrebbe meritato una deroga all’oratore a favore e all’oratore contro, per dar spazio a un oratore per ciascun gruppo. Così non è stato, è una decisione della Presidenza. Io e il collega Fornaro abbiamo chiesto la parola, quindi io ruberò un paio di minuti dell’intervento che ho per l’illustrazione del mio ordine del giorno per un commento sul voto che abbiamo fatto. Quando si vota una seduta fiume non è una vittoria per nessuno, lo dico anche a fronte dell’applauso liberatorio, immagino, che la maggioranza ha fatto a fronte di un voto positivo. Credo che sia una sconfitta per tutti. Noi abbiamo preso una posizione distante rispetto a quella del PD, legittima, di porre in campo un’attività ostruzionistica su questo provvedimento, perché non abbiamo compreso a quale finalità si riferisse questa attività, visto che il testo del provvedimento è stato sostanzialmente blindato con il voto di fiducia e che non siamo nell’imminenza della scadenza del decreto, ma siamo all’imminenza della approvazione, quando sarà, di un testo che dovrà andare per la ulteriore lettura nell’altro ramo del Parlamento. Quindi, noi non abbiamo messo in campo alcun ostruzionismo. Abbiamo scelto, però, di manifestare le nostre posizioni politiche nel corso della discussione generale.

PAGINA: 0115

ANGELA SCHIRO' (PD). Signor Presidente, colleghe e colleghi, come eletta all’estero sento la responsabilità di rappresentare al Governo la grave situazione che si è venuta a determinare per l’insegnamento dell’italiano all’estero a causa del ritardo con il quale sono state prorogate, con questo provvedimento, le graduatorie del personale scolastico da inviare all’estero. Esorto il Governo ad accelerare quanto più è possibile l’invio degli insegnanti, perché l’anno scolastico è iniziato da oltre un mese e la mancanza di insegnanti di italiano colpisce studenti e famiglie e crea una pessima immagine del nostro Paese presso le autorità scolastiche e l’opinione pubblica. Se queste sono le conseguenze, mi chiedo se non sia il caso di lasciare la competenza della formazione delle graduatorie al Ministero degli esteri senza dividerla con il MIUR che, sotto questo aspetto, si è dimostrato non ancora pronto ad operare.

PAGINA: 0116

CARMELO MICELI (PD). Grazie, signor Presidente. Le confesso che per colpa della mia visione romantica delle istituzioni circa un’oretta fa ho guardato a lungo le agenzie di stampa, nella speranza che all’esito della Conferenza dei presidenti di gruppo uscisse fuori qualcuno, che so l’onnipresente Ministro dell’interno Salvini, ad annunciare che all’esito della Conferenza dei presidenti di gruppo si era raggiunto un accordo per tornare sui propri passi, un accordo finalizzato magari a reinserire i soldi per le periferie e, che so, accompagnato anche da un tweet - visto che il Ministro Salvini è sempre interessato alle questioni di mafia, almeno così dice - di felicità per l’annunciata e battuta dalle agenzie di stampa - è notizia di pochi minuti fa - di una sentenza definitiva in danno del boss Madonia per l’omicidio del professor Bosio nel 1981. Nulla di tutto questo, perché aprendo le agenzie stampa c’è sì una notizia su Salvini, ma ci annuncia che ha appena finito di correre per smaltire le incazzature.

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ANDREA GIORGIS (PD). Presidente, onorevoli colleghi, Governo, la città metropolitana di Torino e in particolare i comuni contermini alla città di Torino - comuni di Beinasco, Borgaro, Collegno, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Rivoli, Settimo Torinese, San Mauro e Venaria Reale - hanno presentato il progetto Top Metro comprendente 120 interventi di riqualificazione delle periferie e di messa in sicurezza dei territori. Ora tali interventi, che hanno un valore complessivo di circa 108 milioni, parte dei quali derivano da un cofinanziamento privato pari a circa 31 milioni e un cofinanziamento pubblico locale pari a circa 38 milioni, vengono interrotti se il decreto-legge che la Camera è chiamata a convertire verrà approvato.

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GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente.

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NICOLA PELLICANI (PD). Presidente, ci sono tante ragioni per cui siamo contrari al decreto milleproroghe: la prima riguarda senza dubbio la questione dei vaccini, ma intervengo per illustrare un ordine del giorno che ho presentato, intendendo evidenziare i problemi che riguardano la mia città, Venezia. Mi riferisco, in primo luogo, al fatto che il decreto non comprende la proroga degli ammortizzatori sociali nelle aree complesse di crisi, qual è Porto Marghera, e mi riferisco al taglio dei fondi per il bando delle periferie, che rischia di compromettere nella città metropolitana di Venezia 55 milioni di euro.

PAGINA: 0120

PAOLO SIANI (PD). Grazie, Presidente, grazie, colleghi, per questo intervento in notturna, che non mi spaventa, avendo fatto per molti anni le notti, ma io voglio intervenire sull’ordine del giorno n. 45, perché credo che sia una cosa pericolosa e inutile procrastinare l’autocertificazione per le vaccinazioni. Vorrei fare un intervento né no vax, né sì vax, ma un intervento tecnico, per spiegarvi che le vaccinazioni sono una cosa seria e importante e che non va affrontata in un modo ideologico, schierandosi con un “sì” o con un “no”.

PAGINA: 0121

MICHELE ANZALDI (PD). Grazie, Presidente. Questo provvedimento entra nella carne di tanti problemi degli italiani o di una parte degli italiani, basta pensare ad esempio alla problematica dei vaccini, una cosa che interessa solo una parte di italiani, ma è una parte di italiani molto sfortunata. Ci sono dei bambini che sono sempre di più, che nascono con dei problemi gravi, con delle forme di leucemia, che grazie alla scienza oggi sono curabili o quanto meno gestibili e si possono tenere sotto controllo.

PAGINA: 0122

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente, colleghi, vede, Presidente, dopo molti giorni di Commissione, dopo molti giorni di Aula, credo di avere finalmente compreso, avendoci lungamente pensato, la ratio, l’impulso, per altri versi incomprensibile, che sostiene complessivamente questo decreto, che di solito le maggioranze di Governo usano per risolvere dei problemi, non si era mai visto che si utilizzasse per crearne, di problemi

PAGINA: 0124

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, io sono davvero sconcertata. Questa per me è la prima esperienza in quest’Aula, e devo dire onestamente che mi aspettavo di più, mi aspettavo meglio, mi aspettavo di vivere in un Paese dove la democrazia ha ancora un valore, ha ancora un senso. Invece devo prendere atto che, purtroppo, alle 23,35 gli unici che sono qui ancora a combattere per la giustizia, che sono qui a combattere per la giustizia sociale, sono qui a combattere per i temi che sono cari alla nostra nazione sono un piccolo numero di deputati che ancora credono nell’esercizio della democrazia, della discussione, del dibattito. Ciò perché io vedo banchi vuoti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia e di deputati del gruppo del Partito Democratico). Io vedo assistenza. Io vedo non partecipazione. Io vedo la nuova casta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia).

PAGINA: 0125

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie Presidente. Intervengo oggi sul decreto milleproroghe in una versione inconsueta, mi verrebbe da dire balneare, visto che alcune parti del provvedimento sembrano avviare e esaurire la loro portata normativa nel giro di poche settimane. Calendario a parte, se dovessi dare un titolo esemplificativo al vostro decreto, in particolare…

PAGINA: 0126

UBALDO PAGANO (PD). Presidente, onorevoli colleghi, nel dibattito di questi giorni, tra i molti temi che abbiamo discusso, forse troppa poca attenzione abbiamo prestato all’articolo 8 del decreto, su cui avete incautamente deciso di porre la fiducia.

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ANDREA DE MARIA (PD). Grazie, Presidente, io illustrerò ora uno degli ordini del giorno con la mia prima firma, che chiede il ripristino dei fondi per il bando periferie in particolare rispetto agli interventi che riguardano la mia regione, l’Emilia-Romagna. Devo dire che avrei voluto illustrare qui un’altra cosa, cioè i tre emendamenti che avevo sottoscritto per ripristinare le risorse del bando periferie. Come sappiamo benissimo, se avessimo discusso e votato quegli emendamenti, avremmo portato a casa un risultato vero, reale. Gli ordini del giorno sono un’indicazione di intenzione, come sappiamo, ma siccome avete impedito di discutere gli emendamenti, avete impedito a questo Parlamento di votarli, mettendo la fiducia peraltro con una procedura gravemente scorretta sulla fiducia di cui abbiamo discusso approfonditamente ieri. Gli ordini del giorno restano l’unico strumento per quest’Aula per provare a mandare un segnale al Governo su un tema così importante. Il bando periferie era risultato molto significativo nella scorsa legislatura e, con questo intervento, voi su 120 progetti complessivi finanziati che riguardavano quei tanti comuni, tante realtà diverse, perché riguardavano comuni e città metropolitane, province ne tagliate 96 e quel bando era stato importante, perché finalmente metteva in campo un progetto organico nel Paese al sostegno delle periferie italiane che affrontava e provava a confrontare in modo organico il tema delle nostre periferie con interventi che favorivano la sicurezza e con interventi però che favorivano anche la coesione sociale il senso di comunità, l’incontro tra le persone. Ho fatto parte, nella scorsa legislatura, della Commissione periferie della Camera, speriamo che anche in questa legislatura questa Commissione possa essere insediata e quando si va nelle periferie si vede che conta la macchina dei carabinieri che garantisce sicurezza, ma contratte tanto l’associazione che occupa uno spazio e in questo conta moltissimo la qualità urbana e il bando questo finanziava, interventi sulla qualità urbana, sulla qualità urbanistica interventi sulle infrastrutture interventi sugli immobili, dedicati appunto a questo, a rendere più abitabili le nostre periferie, a ospitare iniziative che fanno coesione sociale, certo, anche la sicurezza, lo ricordava Luca, rispetto a uno degli interventi molto importanti previsti a Bologna. E, poi, questo bando aveva, ed ha, speriamo di riuscire ancora a rifinanziarlo, una caratteristica molto importante….

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LUCA DE CARLO (FDI). Presidente, onorevoli colleghi sono sfortunato, ma mi capita sempre di intervenire a ore così piccole, oggi lo faccio volentieri perché approfitto per fare gli auguri alla mia collega Montaruli (Applausi), ma venendo a cose non più importanti, ma un pelo più serie, da sindaco sono un po’ sconcertato da alcune misure contenute in questo «milleretromarce» più che «milleproroghe». Il 7 agosto ho ricevuto una lettera dal sottosegretario Bitonci che mi informava, in comune, che avrei avuto a disposizione maggiori risorse dell’avanzo che derivavano dalla manovra dal «milleproroghe», per il fatto di aver sottratto, secondo noi, ma secondo tutti, secondo me, anche secondo gli amministratori che oggi hanno votato la fiducia a questo Governo, probabilmente fiducia messa proprio per sollevarli dall’imbarazzo di dover votare una norma che è oggettivamente una norma contro i comuni e non solamente contro i comuni capoluogo, che sono i penalizzati direttamente da questa norma, perché iniziare una partita come quella del bando periferie e poi trovarsi le norme cambiate quando ormai si sono fatti progetti, quando ormai si sono fatti gli accordi con i privati, quando si è messa in marcia tutta quella grandissima operazione che e che è difficile che è di coinvolgere i privati nella sistemazione della cosa pubblica, ci si trova a dover rimescolare le carte, trova con gli spazi – chi non fa il sindaco trova più difficoltà a capirlo – di spesa completamente occupati da queste opere che quindi rimandano qualsiasi successivo provvedimento all’anno dopo. Quindi, questa è una mazzata doppia nei confronti dei comuni, è un altro esempio classico di taglio lineare. Io non voglio nemmeno pensare che sia stato fatto nella considerazione che i comuni, la maggior parte dei capoluogo, fossero governati dal centrosinistra, perché le ultime elezioni, viva Iddio, hanno di fatto rovesciato tante di quelle amministrazioni, per cui oggi il conto lo pagano le amministrazioni di centrodestra. E, allora, qui interviene poi l’ANCI, cercando di mettere una pezza, in maniera assolutamente inadeguata e inappropriata, a questo a questo provvedimento facendosi promettere un qualcosa domani a fronte di un taglio sicuro oggi.

PAGINA: 0130

FAUSTO RACITI (PD). Grazie, Presidente. Io spero che questa nostra discussione notturna possa servire ai parlamentari di maggioranza che hanno avuto la “generosità” di restare in Aula a partecipare a questa discussione come un compendio di discussione rispetto alle difficoltà e alle ferite aperte che ha questo nostro Paese e anche, di converso, rispetto all’inquietante mediocrità di questo provvedimento, che di solito è un provvedimento estremamente burocratico e che questa volta, invece, si manifesta come un provvedimento politico, politico in maniera preoccupante.

PAGINA: 0131

VINCENZA BRUNO BOSSIO (PD). Presidente, colleghe e colleghi, partiamo da un dato di fatto inconfutabile.

PAGINA: 0132

PIETRO NAVARRA (PD). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi deputati, dopo una stagione di tagli lineari che nel periodo 2008-2015 avevano ridotto le risorse degli enti locali di un ammontare complessivo pari a 18 miliardi e mezzo, i Governi di centrosinistra negli ultimi anni hanno favorito una decisa ripresa degli interventi a favore delle amministrazioni locali. Sono aumentati i fondi nazionali per la non autosufficienza, per il trasporto pubblico locale, per l’edilizia scolastica e sono stati fortemente allentati i vincoli al Patto di stabilità favorendo così la ripresa degli investimenti.

PAGINA: 0011

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 00,20)

PAGINA: 0011

  Intervengono successivamente per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati FRANCESCA LA MARCA (PD) (Vedi RS), MARIA CHIARA GADDA (PD) (Vedi RS), WALTER RIZZETTO (FDI) (Vedi RS), MICHELE BORDO (PD) (Vedi RS), STEFANO CECCANTI (PD) (Vedi RS), MATTEO COLANINNO (PD) (Vedi RS), ROGER DE MENECH (PD) (Vedi RS), MAURO DEL BARBA (PD) (Vedi RS), FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS) e MARCO DI MAIO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0134

FRANCESCA LA MARCA (PD). Grazie, Presidente. Presidente, mi consenta un’osservazione.

PAGINA: 0134

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. In un recente articolo comparso sulla stampa, è comparsa una dichiarazione del 2013 del Ministro Di Maio che ricordava che il Milleproroghe è l’ennesima trovata per estorcere soldi agli italiani. Ecco, direi che questa affermazione del 2013, questo auspicio nel 2013, oggi è diventato realtà, perché con il decreto Milleproroghe i fatti sono molto semplici: si mettono le mani nelle tasche degli italiani e in particolare di venti milioni di italiani interessati dal progetto periferie, il più grande intervento strutturale di carattere nazionale, il più grande investimento che riguardava e che riguarda ancora le nostre periferie, le periferie delle nostre città; 326 progetti, 326 interventi, che avrebbero cambiato il futuro delle nostre città e stanziati nei governi Renzi e Gentiloni.

PAGINA: 0135

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Presidente, vede, l’esercizio della democrazia, anche in questo caso della democrazia parlamentare, è sicuramente difficile, è sicuramente un passaggio complicato, questo è poco ma sicuro. Chiunque abbia calcato e seduto su questi banchi per qualche giorno, per qualche mese o addirittura per qualche anno, lo sa.

PAGINA: 0137

MICHELE BORDO (PD). Signora Presidente, colleghi, anche quest’anno, come sempre, il Parlamento è chiamato ad affrontare il “milleproroghe”: che cos’è il “milleproroghe”?

PAGINA: 0138

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie signora Presidente. Se una qualsiasi persona volesse farsi un’idea autonoma da quelle che noi esponiamo qui, sulla forzatura della seduta fiume, avrebbe un sistema semplicissimo: aprire la homepage del Senato della Repubblica. Cosa dice la homepage del Senato della Repubblica in alto? Decreto-legge proroga termini. L’Assemblea di Palazzo Madama, come stabilito dalla capogruppo di giovedì 13 settembre, a partire da mercoledì 19 settembre, alle 18, sarà impegnata nella discussione del proroga termini. Va in Aula mercoledì 19 settembre alle 18.

PAGINA: 0138

MATTEO COLANINNO (PD). Presidente, onorevoli colleghi, l’inopinato stop del decreto milleproroghe al programma straordinario di intervento per la riqualificazione delle periferie si è abbattuto anche sul comune di Belluno. Il progetto Belluno, da periferica del Veneto a capitale delle Dolomiti, approvato due anni fa, include una serie di importanti interventi sul territorio: il parco delle fontane di Nogarè, la ciclovia urbana, il Lido di Belluno, nuove attività a servizio della Piave, la ristrutturazione della scuola Gabelli, il Salone dei gesuiti, la cittadella della sicurezza e molti altri progetti ancora.

PAGINA: 0140

ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Ringraziando il collega Colannino, che ha firmato con me un ordine del giorno rispetto alla vicenda di Belluno, mi dà l’occasione, questo ringraziamento, per dire che questo decreto è talmente pieno di errori, che non ci bastano gli ordini del giorno. Questa è la verità: non ci bastano gli ordini del giorno.

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MAURO DEL BARBA (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare l’ordine del giorno n. 29, a mia prima firma, per impegnare il Governo a reintegrare le risorse sul bando periferie, in particolare per la città di Sondrio. Badi bene, parliamo di periferie di una città di montagna, quindi uniamo il tema delle periferie al tema della montagna, periferia nel territorio italiano. Vi è già stato ricordato dai numerosi interventi dei colleghi come la scelta fatta dal Governo è una scelta che lede il rapporto di leale collaborazione tra gli enti, bene questo è stato detto in tutte le salse, però io vorrei sottolineare altri aspetti in merito alla gravità di questa scelta, vorrei che i cittadini, in particolare della città di Sondrio, capissero la gravità e non solo il fatto che gli viene tolta una cifra importante pari a 12 milioni di euro, ma tornerò poi sulle opere. In particolare, come primo aspetto, la gravità consiste nel fatto che questo intervento toglie soldi alla sicurezza e al diritto di vivere bene nelle periferie, che sono i luoghi in cui è necessario operare in condizioni di integrazione con gli immigrati di varia natura, che spesso in quelle zone si stabiliscono. Alla fine del mio intervento vorrò proprio leggere i nomi letti ai citofoni di alcuni di quei palazzi, per dimostrare quanto ho appena detto, ma c’è un altro motivo di gravità. Vedete, molti hanno parlato di taglio, questo non è un taglio. Mi fa piacere vedere in aula il Viceministro Garavaglia, perché ricordo benissimo, nella scorsa legislatura, le notti passate insieme quando, presentandosi a nome delle regioni, protestava violentemente perché noi aumentavamo di un miliardo il Fondo sanitario nazionale e lo chiamava taglio, lo chiamava taglio perché l’aumento era minore di quello previsto negli anni precedenti. Bene, i tagli sono qualche cosa di grave, ma che la politica contempla. Allora, il Viceministro Garavaglia riuscì a improvvisare una violenta e vibrante protesta per un aumento e se il viceministro fu capace di protestare per un aumento di un miliardo di un fondo, cosa dobbiamo fare ora noi, che non siamo di fronte a un taglio, non è un taglio questo è un furto, è un furto perché toglie soldi già destinati già allocati, toglie soldi già convenzionati già presentati ai cittadini, con cantieri già avviati? Quei soldi erano già nei bilanci dei comuni, nottetempo sono stati sottratti agli enti locali. Ma c’è un terzo fattore di gravità che veramente indispone, ed è il fatto che questo è un atto vigliacco compiuto nel cuore dell’estate compiuto ingannando con le parole, facendo intendere che le conseguenze fossero un altre, portando addirittura il Senato a votarlo all’unanimità grazie alle parole sempre del Viceministro Garavaglia che garantiva certi effetti che poi si sono dimostrati falsi. I sindaci, con noi, in queste settimane sono scesi in piazza. Noi qui abbiamo difeso la loro azione, ma soprattutto un atto vigliacco, perché l’ambiguità è proseguita nei giorni scorsi, abbiamo assistito al reiterarsi di promesse, promesse che erano chiaramente vane, perché ogni giorno variavano, ogni giorno una promessa diversa, gli stessi sindaci, quando sono usciti da Palazzo Chigi non sapevano più che cosa gli fosse stato promesso, ma abbiamo superato il ridicolo poco fa, con le dichiarazioni del Primo Ministro Conte. Ricordo distintamente che disse che verranno finanziati i progetti in corso, probabilmente diceva in via del Corso, perché non vuol dire niente progetti in corso, ma si è superato, è riuscito a dire i progetti già preventivati. Già preventivati, io sono stato amministratore, assessore al bilancio, ma le assicuro che ho cercato di recuperare nella mia memoria il significato di queste parole, ma voglio dire al Primo Ministro Conte: ma mi faccia un preventivo, ma per piacere non ci prenda in giro e non prenda in giro i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

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FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Grazie, Presidente. Intervengo, in particolare, sul bando periferie, ma con una premessa che mi sembra necessaria.

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MARCO DI MAIO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare l’ordine del giorno a mia prima firma ma anche perché non mi è stato possibile prendere la parola né in discussione sulle linee generali, dove la maggioranza ha imposto la “tagliola”, perché non è vero quello che è stato detto in quest’Aula che non si è fatto ricorso a questo strumento previsto dal Regolamento che purtroppo ha impedito a molti colleghi di poter parlare, e poi con la posizione della questione di fiducia un’altra volta non ho potuto illustrare gli emendamenti di merito che avevo presentato assieme a quelli di molti altri colleghi che avevano lo scopo di provare a proporre qualche modifica migliorativa di questo decreto.

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Vedi RS)

PAGINA: 0145

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 1,10)

PAGINA: 0012

  Intervengono successivamente per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati SILVIA FREGOLENT (PD) (Vedi RS), ANTONELLO GIACOMELLI (PD) (Vedi RS), ROBERTO MORASSUT (PD) (Vedi RS), PAOLA FRASSINETTI (FDI) (Vedi RS), LUCIANO NOBILI (PD) (Vedi RS), MAURO D'ATTIS (FI) (Vedi RS), GIUDITTA PINI (PD) (Vedi RS), MONICA CIABURRO (FDI) (Vedi RS) e LUCIANO PIZZETTI (PD) (Vedi RS).

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SILVIA FREGOLENT (PD). Grazie, signor Presidente. Intervengo per illustrare l’ordine del giorno n. 9/1117-A/101 e per ringraziare la passione e la competenza con la quale i miei colleghi del Partito Democratico stanno cercando di far cambiare idea al Governo. Provo per loro un affetto speciale perché loro credono ancora che con l’azione politica si possa far cambiare idea a qualcuno, che la serietà in fondo paga. Vedete, colleghi, io ho la fortuna di vivere in una città, Torino, amministrata da una sindaca a Cinquestelle, Chiara Appendino, che nel 2016 fece una campagna elettorale tutta incentrata sulle periferie. Disse che per ventitré anni il centrosinistra e i sindaci di centrosinistra non avevano fatto altro che abbellire il centro e lasciare il degrado nelle periferie. Aveva detto: ci sono molte code ai musei ma purtroppo ci sono molte code alla Caritas; una volta che sarò eletta io, spariranno le code alla Caritas e Torino sarà più equa. Benissimo, non so se siete stati ultimamente nella mia città: sono sparite le code ai musei perché non si fa più un evento neanche a pagarlo - avevamo la possibilità di fare le Olimpiadi praticamente a costo zero, avendo noi tutti ancora le attrezzature del 2006, ma la loro incapacità politica di fare un progetto serio ha fatto sì che abbiamo trovato una candidatura a tre per riuscire a uscire dall’impasse - ci sono le code alla Caritas e, per quanto riguarda le periferie, avevate i soldi del Governo Renzi e Gentiloni, non si chiedeva altro che spenderli e, invece, no li cancellate con un colpo di mano. Io mi aspettavo una dichiarazione di sdegno da parte di chi aveva fatto tutta la campagna elettorale sulle periferie e ogni tanto va anche a giocare a pallavolo in qualche giardinetto, la mia sindaca delle periferie, per dimostrare quanto gli sta a cuore e, invece, niente: la troviamo in una intervista dire che in un primo provvedimento utile finalmente un Governo serio risolverà il problema delle periferie. Il provvedimento utile era quello in esame, ce l’avevamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), avevamo già anche i soldi del Governo Renzi e del Governo Gentiloni che voi avete spazzato via. Ce l’avevate già i soldi, non bisognava inventarli, c’era già tutto scritto: forse non si sono capiti i disegnini di Renzi. Salvini, glieli facciamo capire; li hanno fatti capire i sindaci con progetti seri e dire che quella era una “renzienata” è offensivo nei confronti di amministratori locali anche del suo partito che con quei soldi ci avevano creduto e avevano creduto di fare qualcosa di concreto per i loro cittadini. Ma anche in questo caso non ci sorprende: la Lega è il partito più anziano della democrazia italiana perché esiste dal 1993 e, se aveva a cuore le periferie, dal 1993 aveva tutta la possibilità di fare un provvedimento per le periferie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se avete veramente a cuore gli italiani, i 40 milioni che spettano alla città metropolitana di Torino, i 121 progetti, le 11 città che sono dentro quel progetto, i soldi li trovate. Quaranta milioni: mi ricorda un numero i 49 milioni che dovete agli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Se volete prima gli interessi degli italiani, cacciate fuori i soldi. Per queste finalità i soldi c’erano con il Governo Renzi e Gentiloni e voi li avete spazzati via. Ma non solo: dite che lo farete al provvedimento utile. Da quando siete al Governo ogni volta c’è un provvedimento utile per risolvere un problema: il terremoto e un altro provvedimento; sui vaccini - non ne parliamo - avete fatto tre emendamenti uno diverso dall’altro: li avete tolti, li avete rimessi e poi avete previsto le autocertificazioni. Siete incompetenti ma in una maniera che veramente mi chiedo: ma voi quando andate in televisione e date la colpa al PD…

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ANTONELLO GIACOMELLI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per illustrare l’oggetto e il senso dell’ordine del giorno sottoscritto insieme alle colleghe Serracchiani e Gribaudo. L’oggetto è chiedere al Governo l’impegno a prorogare lo strumento dei voucher post maternità per le donne madri e lavoratrici. Il senso è ricordare ad un Governo distratto che la funzione essenziale delle istituzioni in democrazia è trasformare i bisogni in diritti, di rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della persona che preesiste anche allo Stato. Se condividiamo questo, riconosceremo che il problema delle donne che non si rassegnano, che non intendono rinunciare ad essere contemporaneamente madri e lavoratrici non è un fatto privato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma è un tema che riguarda un’idea compiuta di cittadinanza e interroga la politica e le istituzioni. I nostri Governi hanno provato a dare una risposta. I voucher per l’asilo nido o il servizio di baby sitting si possono considerare una risposta inadeguata e insufficiente. Il Governo del cambiamento può provare ad andare oltre, a fare di più. È una sfida che accettiamo, siamo pronti a misurarci oppure come sta accadendo con una certa frequenza - diciamo una frequenza crescente e via via che ci allontaniamo dal voto - il Governo può far proprie le scelte dei tanto vituperati Governi precedenti. Quello che non si può accettare è il silenzio che umilia e l’indifferenza che offende. Hanno ragione i colleghi che hanno ricordato i diritti per i bambini alla salute, i diritti dei cittadini delle periferie alla qualità della vita, i diritti dei lavoratori dei call center che voi avete usato e dimenticato. Questo filo unisce tutti gli interventi dei colleghi del gruppo del PD: chiedere al Governo di misurarsi con risposte concrete per le attese e i diritti dei cittadini a partire da quelli più in difficoltà. Lo facciamo non perché preoccupati di recuperare l’immagine dell’Esecutivo - sarebbe un’impresa che va al di là delle nostre forze - lo facciamo perché siamo convinti che questo punto appartiene pienamente alla percezione che i cittadini hanno delle istituzioni, al ruolo e al senso della politica, alla qualità della democrazia che oggi noi avvertiamo più fragile e più esposta. Noi ci ostiniamo a credere che questa preoccupazione, questa tensione appartenga a tutti, opposizione e maggioranza. Aspettiamo, signor Presidente, che il Governo del cambiamento dia una qualche pur minima prova che ci consenta di continuare a pensarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0147

ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie, Presidente. Nell’illustrare l’ordine del giorno n. 9/1117-A/164 che si riferisce al programma di riqualificazione del quartiere di Massimina a Roma, voglio essere molto concreto e anche diretto perché in fondo si parla di territorio, cioè si parla di cose concrete. Che cos’è Massimina? Massimina è quella che un tempo a Roma si sarebbe chiamata una borgata, realizzata negli anni Trenta su impervi dislivelli della zona ad ovest di Roma tra i fiumi Arrone, Rio Galeria, il Tevere e i corsi d’acqua che vengono giù dai laghi di Bracciano e Martignano su arene argillose dalle quali per secoli si sono cavati materiali per costruire edifici, fare strade, mescolare le malte. Da queste cave immense si sono formate delle forme, un paesaggio lunare, meteoritico, dove negli anni Sessanta è stata collocata la più grande discarica europea, la discarica di Malagrotta, chiusa da un’amministrazione di centrosinistra nel 2014, un territorio martoriato dalla natura e dalla storia dove oggi vivono 40.000 romani e che faticosamente progetto dopo progetto, passo dopo passo sta conquistando il diritto ad essere una città.

PAGINA: 0148

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, illustrerò un ordine del giorno con uno scopo e un oggetto molto pragmatico: si parlava di territorio, il territorio mi ha chiesto, con questo ordine del giorno, di trattare la questione dei segretari comunali e provinciali che svolgono dei compiti importantissimi nella burocrazia e nella funzione di assistenza giuridico-amministrativa.

PAGINA: 0149

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Un provvedimento mostro con cui il Parlamento si piega al Governo: tre anni fa Luigi Di Maio definiva così il decreto Milleproroghe. Poi è arrivato il Governo del cambiamento - cambiamento di faccia! - e su un provvedimento del genere si mette la fiducia, una fiducia al buio, prima ancora di sapere cosa sarebbe finito dentro questo decreto.

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MAURO D'ATTIS (FI). Presidente, colleghi, deputati, signor Ministro, signori del Governo, io tenterò brevemente di descrivere l’ordine del giorno da me sottoscritto a nome di Forza Italia, che tenta di riportare alla discussione dell’Aula un tema importante, un tema controverso, un tema anche un po’ curioso, che è quello che riguarda il rinnovo degli organi delle province e in generale la questione delle province. Però devo fare una premessa, e la voglio fare approfittando della presenza del Ministro dei Rapporti con il Parlamento - ci metto la “R” maiuscola a rapporti e ovviamente la “P” maiuscola a Parlamento -, il Ministro Fraccaro, che non mi sta ascoltando.

PAGINA: 0151

GIUDITTA PINI (PD). Grazie, Presidente, grazie per la sua presenza qui. Purtroppo, devo dire che vedo con dispiacere che le ultime stelle vanno a letto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È più che comprensibile, d’altronde, s’è fatta ‘na certa, come dicono a Roma.

PAGINA: 0152

MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi - quelli rimasti - siamo qua, perché? Perché è stata votata una seduta fiume. E chi l’ha voluta questa seduta fiume? I Cinquestelle sono stati gli artefici di questo voto, insieme anche a noi certamente. Ma, a differenza loro, noi siamo qua e ci assumiamo la responsabilità dei problemi degli italiani e dell’Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d’Italia, Partito Democratico e Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PAGINA: 0153

LUCIANO PIZZETTI (PD). Grazie, Presidente. Io illustrerò l’ordine del giorno n. 9/1117-A/126, con l’obiettivo molto chiaro il cercare di aiutare il Governo a correggere un errore evidente perché ciò che il Governo ha fatto con questo provvedimento non è un atto di buona politica, ma è un atto di protervia politica e lo testimoniano tre elementi, la fiducia, la seduta fiume, le dichiarazioni del Presidente del Consiglio. La fiducia, guardate,

PAGINA: 0012

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI) (Vedi RS), cui rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0155

FRANCESCO LOLLOBRIGIDA (FDI). Sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0155

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGINA: 0012

  Intervengono successivamente per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati PATRIZIA PRESTIPINO (PD) (Vedi RS) (il Presidente richiama all'ordine per la prima volta il deputato Mollicone), FRANCESCO CANNIZZARO (FI) (Vedi RS) e ANDREA ROSSI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0155

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Grazie, Presidente. Deputata, ci tengo al genere.

PAGINA: 0156

FRANCESCO CANNIZZARO (FI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro Fraccaro, membri del Governo, io intervengo, seppure in maniera telegrafica, per esprimere anzitutto alle due di notte la solidarietà a tutti i miei amici, ai nostri amici amministratori e sindaci d’Italia e della mia amata Calabria. Parlo, appunto, sull’ordine del giorno Pella n. 9/1117-A/148 sul piano delle periferie. Devo necessariamente da questi banchi esprimere la solidarietà a tutti coloro i quali, amministratori, in questo piano hanno affidato la speranza dei propri territori, a tutti quei sindaci che hanno creduto che i loro territori potessero, attraverso questa misura, avere una riqualificazione, un impulso, uno sviluppo, un’azione certamente concreta, a tutti quei sindaci che, in maniera puntuale e responsabile, hanno affidato addirittura incarichi professionali, hanno messo in campo progetti esecutivi, hanno buttato e stanno per buttare praticamente due anni di lavoro da loro effettuati sui territori grazie a cosa? Ad un vostro colpo di mano, ad una scelta scellerata che la maggioranza di questo Governo sta mettendo in atto. È veramente vergognoso che la maggioranza oggi deliberi in capigruppo quella che è la prima la prima - la prima! - “seduta fiume” di questa legislatura, che certamente non verrà ricordata, appunto, perché è la prima “seduta fiume” di questa legislatura ma verrà ricordata, caro Presidente Fico, come la prima “seduta fiume” di questa legislatura con l’assenza totale dei deputati della maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente e Partito Democratico) e guardare i banchi del MoVimento 5 Stelle è veramente vergognoso.

PAGINA: 0157

ANDREA ROSSI (PD). Grazie, Presidente. Intervengo su un ordine del giorno che non ha visto in quest’Aula una grande attenzione nonostante l’importanza dello stesso, perché tratta di quella che è la scuola, di quello che sono gli studenti, di quello che in pratica è il nostro futuro. Mi riferisco, Presidente, all’alternanza scuola-lavoro, argomento che…

PAGINA: 0012

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI) (Vedi RS).

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FELICE MAURIZIO D'ETTORE (FI). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0012

  Intervengono inoltre per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati FILIPPO SENSI (PD) (Vedi RS), DIEGO ZARDINI (PD) (Vedi RS), RAFFAELLA PAITA (PD) (Vedi RS) e DAVIDE GARIGLIO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0159

FILIPPO SENSI (PD). Signori del Governo, onorevoli colleghi… Va bene così? Meglio (Applausi)! Mi consentirete tra i molti, troppi argomenti polemici che il decreto mille proroghe offre all’opposizione e che sono stati illustrati con forza, passione ed efficacia dai colleghi che mi hanno preceduto e da coloro che seguiranno di porre alla vostra attenzione il tema dei dirigenti scolastici, il tema dell’ordine del giorno da me presentato, che si trovano loro malgrado in prima linea a combattere con l’insidiosa incertezza nella quale avete sprofondato la scuola italiana, in particolare sul tema dei vaccini. Siamo alla violazione del patto con i cittadini che voi mettete in pratica con la vostra sciagurata decisione di aprire le maglie normative introducendo un elemento destabilizzante nel cuore della legge così come era stata pensata e attuata dai Governi del Partito Democratico. Vedete le istituzioni non sono qualcosa di diverso e di separato da noi; non sono un guscio vuoto, una macchina celibe: le istituzioni (il Parlamento, la scuola) sono il modo in cui stiamo assieme, il modo con il quale proviamo a sopravvivere a quello che facciamo giorno dopo giorno, in cui diamo senso e cornice a questo stare assieme e le istituzioni - questo nostro provare a farcela insieme - si fondano su poche regole semplici la prima delle quali è che gli accordi si rispettano perché, se viene meno questo, il fatto che ci fidiamo dello Stato, che ci fidiamo della Repubblica, che ci fidiamo del nostro interlocutore che non ci dà una buggeratura, che non ci dà una fregatura e che mantiene la parola, decade l’intero edificio del nostro stare insieme con conseguenze molto gravi che oggi possiamo fare finta di non prendere in considerazione ma che purtroppo produrranno effetti duraturi.

PAGINA: 0160

DIEGO ZARDINI (PD). Grazie, Presidente. Membri del Governo, onorevoli colleghi, quelli di minoranza e anche i pochi di maggioranza che ci sono, non è facile intervenire a quest’ora di notte, non è facile provare a scegliere gli argomenti all’interno del provvedimento dal momento che sono così tanti e così importanti. Devo dire che alla fine il Governo del cambiamento ci costringe a queste performance proprio perché è cambiato molto il comportamento delle forze politiche di maggioranza. Esse, che fino a pochi mesi fa erano di minoranza, ci hanno fatto vedere come attraverso la posizione di una fiducia quasi preventiva, eventuale e differita il 24 luglio e una seduta fiume nella quale registriamo una quasi totale assenza dei membri della maggioranza, ci costringe ovviamente a scegliere il nostro ordine del giorno per provare a discutere, dopo che c’è stata tagliata la discussione sia sulle linee generali sia sulla possibilità di presentare gli emendamenti e, pertanto, oggi ci troviamo a quest’ora ad affrontare gli ordini del giorno. Tra i tanti abbiamo scelto il tema delle periferie di ciascun territorio dei parlamentari di riferimento - io sono di Verona - ed evidentemente il provvedimento taglia le risorse che erano state stanziate dai Governi precedenti.

PAGINA: 0161

RAFFAELLA PAITA (PD). Sì, nell’illustrare l’ordine del giorno che mi è stato assegnato, non posso ricordare a tutti noi che avendo discusso buona parte della notte, ora è il 14 di settembre, e cioè un mese esatto da quando c’è stata la tragedia di Genova. E nel ricordare a tutti noi che cosa è avvenuto, io devo dire che ho una grande amarezza nel dover tornare domani in quella città e dire ai concittadini genovesi che non solo per ora non hanno avuto risposte rispetto ai loro bisogni, ma che sono stati tagliati ai loro bisogni altri 37 milioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché questa è la verità che deriva da questo provvedimento. E se considerate che l’atto compiuto dal Governo finora, l’unico atto vero compiuto dal Governo nei confronti della città di Genova, è dare 30 milioni per l’emergenza - ne ha sottratti 37 e ne ha dati 30 - io credo che dovremmo tutti porci delle domande.

PAGINA: 0162

DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente, sono qui a perorare i progetti presentati dalla città metropolitana di Torino, progetti che portano in calce la firma di presentazione del sindaco della città di Torino, Chiara Appendino.

PAGINA: 0012

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

PAGINA: 0163

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 2,35)

PAGINA: 0012

  Intervengono per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati MARIA CRISTINA CARETTA (FDI) (Vedi RS), FRANCESCO CRITELLI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0163

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, in tutte le tematiche fin qui esposte nei vari ordini del giorno si riscontra ancora una volta la volontà di un Governo che, con prove muscolari, non guarda agli interessi e alle criticità dei territori e dei cittadini ma solo agli slogan e ai tweet. Come prima firmataria, avevo proposto questo ordine del giorno rispetto alle difficoltà legate all’obbligo di emissioni delle ricette elettroniche per i veterinari che effettuano anche visite domiciliari in aree difficili, svantaggiate, non servite dalla tecnologia necessaria per questo tipo di innovazione, e che, pertanto, sicuramente si troveranno costretti a chiudere l’attività. Aumenteranno gli oneri per gli allevatori, su cui graveranno i costi di emissione della ricetta elettronica. Ci saranno notevoli disagi nel reperimento dei farmaci, nel caso fosse necessario cambiare il farmaco per eventuali indisponibilità, compresi i farmaci, salvavita. Nel caso in cui, per ovviare a tutto ciò, il veterinario decidesse di dispensare i farmaci ci saranno forti aggravi economici e gestionali, sostenibili esclusivamente da grosse strutture veterinarie, cliniche, ospedali, ma non dalle piccole realtà. Questo Governo non ha dimostrato di avere sensibilità sui temi come i vaccini per i bambini, i fondi per le periferie, gli agricoltori, i terremotati, gli imprenditori, il mondo della scuola, non potevamo sicuramente pretendere che avesse sensibilità per la categoria dei veterinari. Credo sia proprio il caso di dire che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d’Italia).

PAGINA: 0164

FRANCESCO CRITELLI (PD). Signora Presidente, in questa notte di stelle cadenti, per il suo tramite mi rivolgo ai colleghi che hanno fatto massa per postare la foto su Facebook dichiarando che il MoVimento 5 Stelle c’è: potevano risparmiarsi la fatica, perché le immagini ormai stanno facendo il giro del Paese. Del resto, siamo partiti dai cori da stadio “fiume, fiume”, ma probabilmente si riferivano ai fiumi di alcol che stanno scorrendo nei locali notturni di Roma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), dove i deputati del MoVimento 5 Stelle, invece di stare in Parlamento e servire le istituzioni o urlare come se fossimo in mezzo a un gregge, sono andati fuori a bere. E voglio ringraziare i colleghi e le colleghe del gruppo del Partito Democratico, perché, mentre c’è chi offende le istituzioni, noi siamo rimasti qui, senza indietreggiare di un centimetro, senza arrenderci rispetto a un provvedimento che fa compiere al nostro Paese diversi passi indietro. Infatti, Presidente, onorevoli colleghi, il “decreto periferie” - parlo della città in cui ho l’onore e la fortuna di vivere: Bologna -, come hanno detto alcuni colleghi che mi hanno preceduto, ci fa perdere 18 milioni di euro, oltre 40 milioni di euro nel territorio della città metropolitana. Sono interessate tante zone d’Italia, non solo il Mezzogiorno, le cosiddette periferie, dove sono cresciute le percentuali del MoVimento 5 Stelle, ma anche la Lega Nord, perché, per esempio, nel collegio dove sono state eletto, che si chiama collegio di San Giovanni in Persiceto, la Lega, nei comuni che da Bologna vanno verso la pianura ferrarese, è passata dall’1,6-1,7 per cento del 2013 al 18-20 per cento del 2018. Ebbene, io invito quei colleghi che adesso applaudono ironicamente a venire con me, domani, a San Giovanni in Persiceto a dire a quei 27.000 cittadini che 2.800.000 euro per rifare la stazione e recuperare un edificio sono spariti di notte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in pieno stile Banda Bassotti, perché qualcuno ha deciso che tutto ciò che ha fatto il Partito Democratico in quanto tale lo mettiamo in un cassetto e lo buttiamo nel cestino della spazzatura.

PAGINA: 0012

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0165

EMANUELE FIANO (PD). Le chiedo di intervenire solo qualche secondo, prima del mio intervento, sull’ordine dei lavori e lei capirà perché. Se lei me lo consente è sull’ordine dei lavori. Vorrei esprimere il cordoglio del Partito Democratico per il collega Claudio Mancini, che nella serata che si è appena conclusa ha perduto il padre. A nome del gruppo del Partito Democratico, esprimo le nostre condoglianze fraterne (Applausi).

PAGINA: 0013

  Intervengono infine per illustrare gli ordini del giorno rispettivamente sottoscritti i deputati EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) e ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0165

EMANUELE FIANO (PD). Signor Presidente, colleghi, colleghe, membri del Governo, vorrei iniziare con una premessa, ricordando a lei e all’Aula il significato di decreto-legge, cioè un provvedimento provvisorio con forza di legge adottato dal Governo in caso di urgente necessità, la cui efficacia viene meno se non è convertito in legge dal Parlamento. Come ribadito più e più volte da questo gruppo, in questo modo il Parlamento viene privato della sua funzione legislativa, delegando ad un organo, formato da poche persone di opposta provenienza politica, il potere di legiferare.

PAGINA: 0166

ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signora Presidente. Sono personalmente molto lieto che i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle siano tornati, sia pure con una sparuta rappresentanza, all’interno di quest’Aula. Perché dall’ascolto, dal dialogo, dal confronto - e a volte anche dallo scontro - si imparano delle cose che poi ci consentono di formare le nostre opinioni e, conseguentemente, anche le nostre valutazioni nel voto.

PAGINA: 0013

  Intervengono sull'ordine dei lavori i deputati ANDREA DARA (LEGA) (Vedi RS) e ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0167

ANDREA DARA (LEGA). Sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0167

ENRICO BORGHI (PD). Volevo rassicurare il collega che essendo noi iscritti per le dichiarazioni di voto successive, se avrà la pazienza di attendere, gli forniremo una risposta anche inerente alle questioni da lui sollevate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0013

  Interviene infine per illustrare l'ordine del giorno sottoscritto il deputato ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS).

PAGINA: 0168

ALBRECHT PLANGGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Intervengo appunto in merito all’ordine del giorno n. 137. Il decreto «milleproroghe» non ha rimosso alcuni ostacoli per sbloccare il rilascio e il rinnovo delle concessioni delle grandi derivazioni d’acqua per uso idroelettrico. La montagna, in specifico tutto l’arco alpino, aspetta da tanto qualche intervento del Governo; è tutto fermo in ordine alle grandi derivazioni che dovrebbero finalmente portare qualche beneficio in più anche alla gente di montagna. Si ricorda che l’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999 n. 79, come modificato, da ultimo, dall’articolo 37 del decreto-legge 22 giugno 2012 n. 83 prevede, al comma 1, una gara ad evidenza pubblica per le concessioni idroelettriche già scadute o in scadenza entro il 31 dicembre 2017 e una proroga di diritto fino al 31 dicembre 2017. Il citato articolo, al comma 2, prevedeva altresì che il MISE, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, determinasse con proprio provvedimento, entro il 30 aprile 2012, i requisiti organizzativi e finanziari minimi, i parametri e i termini concernenti la procedura di gara; questo decreto ministeriale non è mai stato emanato. Allo stato risulta in atto una procedura di infrazione della CEE, entro il termine, ampiamente scaduto, del 31 dicembre 2017 non sarebbe più stato tecnicamente fattibile emettere il decreto interministeriale di cui sopra, bandire le gare ad evidenza pubblica e fare l’aggiudicazione, servono almeno da tre a cinque anni per l’individuazione del vincitore della procedura concorrenziale. In questo senso sono da impegnare il Governo a valutare l’opportunità, in una prossima iniziativa legislativa, di fissare quanto prima il termine entro il quale il Ministro sia tenuto a determinare, con proprio provvedimento, i requisiti organizzativi e finanziari minimi, i parametri, i termini concernenti la procedura di gara al fine di consentire la ricognizione dello stato di fatto dalle concessioni di grande derivazione d’acqua ad uso idroelettrico, con l’obiettivo ultimare le gare ad evidenza pubblica entro il 31 dicembre 2022.

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  MASSIMO GARAVAGLIA, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze (Vedi RS). Esprime il parere del Governo sugli ordini del giorno presentati.

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Vedi RS)

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Ore 3)

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  Intervengono i deputati MAURO DEL BARBA (PD) (Vedi RS), COSIMO MARIA FERRI (PD) (Vedi RS) e FILIPPO SENSI (PD) (Vedi RS).

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MAURO DEL BARBA (PD). Però solito la notte di porta anche consiglio. Fino all’ultimo noi, speriamo che valga anche per la maggioranza. Comunque ho ascoltato con interesse i pareri del Governo, sono contento che in particolare il Viceministro Garavaglia si fermi perché nell’illustrazione dell’ordine del Giorno ho parlato a lungo del ruolo del Viceministro Garavaglia che non mi ascoltava perché era impegnato. Spero che lo possa fare durante questa dichiarazione di voto.

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COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie, Presidente. Non accetterò la trasformazione in raccomandazione, perché questo ordine del giorno ha per me un valore molto importante e significativo, in quanto mette in evidenza una politica dei territori, una politica vicina ai cittadini, una politica vicina alle imprese e impegna il Governo a non ledere i diritti di 20 milioni di cittadini, di 96 enti beneficiari diretti, 87 comuni capoluogo, 9 città metropolitane, per un totale di 326 comuni; guarda a città come quella di Massa, di Carrara, altre città anche della Toscana, Siena, Arezzo, Pisa, che oggi vengono con un tratto di penna derubate da una serie di finanziamenti che erano stati già programmati e sui quali contavano.

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FILIPPO SENSI (PD). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, ancora una volta l’atteggiamento tenuto questa sera, questa notte, ormai dimostra plasticamente quanto mi ero sforzato di illustrare, di dimostrare in sede di preparazione e illustrazione dell’ordine del giorno sul dirigente scolastico, a dimostrazione che questo Governo strategicamente sembra perseguire, molto spesso nel rumore assordante della propaganda, nel clangore dei social network, questa damnatio memoriae, questa abrasione del passato prossimo, questa rimozione puntigliosa di quanto è stato fatto prima, come se prima fosse già di per sé uno stigma di colpa - la vedo interessato, onorevole Garavaglia -, come se prima non riguardasse noi, l’Italia, gli italiani. Tutto ciò che è stato prima è sbagliato per il fatto stesso di essere stato prima, quasi solamente di essere stato, e se volete vedeteci una maiuscola in questo “stato”.

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 3,30)

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  Intervengono i deputati FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), FEDERICO MOLLICONE (FDI) (Vedi RS) IVAN SCALFAROTTO (PD) (Vedi RS), ANDREA ROSSI (PD) (Vedi RS), LUCA RIZZO NERVO (PD) (Vedi RS), NICOLA PELLICANI (PD) (Vedi RS), ANTONELLO GIACOMELLI (PD) (Vedi RS), CARMELO MICELI (PD) (Vedi RS), ANGELA SCHIRÒ (PD) (Vedi RS), GAVINO MANCA (PD) (Vedi RS), NICOLA CARÈ (PD) (Vedi RS), FRANCO VAZIO (PD) (Vedi RS), MASSIMO UNGARO (PD) (Vedi RS), STEFANO LEPRI (PD) (Vedi RS), ROMINA MURA (PD) (Vedi RS), MARTINA NARDI (PD) (Vedi RS), STEFANIA PEZZOPANE (PD) (Vedi RS), FRANCESCO CRITELLI (PD) (Vedi RS), SARA MORETTO (PD) (Vedi RS), ROGER DE MENECH (PD) (Vedi RS), DAVIDE GARIGLIO (PD) (Vedi RS), MARCO DI MAIO (PD) (Vedi RS), MARIA CHIARA GADDA (PD) (Vedi RS), GENNARO MIGLIORE (PD) (Vedi RS), PIETRO NAVARRA (PD) (Vedi RS), ALESSIA MORANI (PD) (Vedi RS) ed EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS).

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FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, rappresentanti del Governo, ovviamente riconosco che ci sia una coerenza nell’aver respinto l’ordine del giorno n. 134, perché oggettivamente riproponeva la questione relativa agli insegnanti e all’emendamento che era stato inserito al Senato e che voi avete tolto nel passaggio alla Camera, però sono voluto intervenire per ribadirvi che questo problema è un problema che deve trovare una soluzione, è una questione di giustizia nei confronti di questi insegnanti e quindi noi riproporremo, ogni qual volta ci sarà data la possibilità e quindi i relativi strumenti legislativi, cosiddetti veicoli, noi riproporremo questa questione, nel senso che dobbiamo riuscire a trovare - dico dobbiamo, ovviamente, perché crediamo che il Governo debba affrontare questo - una soluzione, anche se oggettivamente costosa.

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FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, a nome di Fratelli d’Italia non possiamo che registrare un dibattito, che si è svolto e si sta svolgendo ormai durante tutta la notte, con un forte accento negativo per quanto riguarda, nell’ambito del “milleproroghe” e anche nel riflesso degli ordini del giorno, la scuola, i diplomati magistrali, gli insegnanti. Abbiamo ascoltato l’intervento del collega di LeU: siamo le uniche forze politiche ad aver fatto una battaglia trasversale, questa sì, per difendere gli insegnanti. Registriamo, ma è solo l’inizio di questa guerra, perché è una vera e propria guerra.

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IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, devo dire che aspettavo con particolare ansia, con particolare curiosità che il Viceministro Garavaglia ci desse il parere su quest’ordine del giorno, perché è un ordine del giorno che secondo me ha molto senso, ma in realtà la cosa che mi ha colpito è che il parere del Viceministro Garavaglia in realtà contiene una notizia bomba, cioè che il Governo è deciso a rispettare i vincoli di bilancio. Mi dispiace che la notizia sia arrivata alle 3,40 del mattino, perché come ha detto addirittura il Presidente della BCE, Draghi, si sono fatti molti danni con le parole, invece le parole del Viceministro Garavaglia, che mette per iscritto che il Governo decide di rispettare i vincoli di bilancio, mi pare che siano una cosa importante.

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ANDREA ROSSI (PD). Grazie Presidente. Intervengo ancora, come dire, con un tono sottovoce, anche se capisco potrebbe urtare i colleghi di Forza Italia. Glielo dico “tono sottovoce” perché è il modo con il quale mi hanno insegnato a stare nelle istituzioni, prima da sindaco e poi in regione Emilia Romagna. Come dicevo, con un tono sottovoce, non riesco a comprendere la scelta, da parte del Governo, di accogliere come raccomandazione quelli che sono ovviamente i diversi ordini del giorno, che abbiamo presentato sul tema delle periferie, che riguardano i 96 progetti e che riguardano circa 20 milioni di cittadini italiani.

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LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie Presidente. Colleghi è con amarezza, grande amarezza, non certo con stupore, che accogliamo il “no” del Governo all’ordine del giorno n. 9/1117-A/44, che ha come prima firmataria la collega Carnevale e che ho sottoscritto anche io. Era un ordine del giorno che poneva la questione centrale, che abbiamo, con molti interventi e con molta passione, non solo noi deputati del Partito Democratico, ma anche tante personalità audite nelle audizioni in Commissione, portato all’attenzione del Governo. Si tratta di porre l’attenzione ai rischi enormi – enormi! - che vi sono nell’attenuare e nell’indebolire la battaglia per un aumento della copertura vaccinale nel nostro Paese, che ha registrato negli ultimi anni un preoccupante calo.

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NICOLA PELLICANI (PD). Grazie, Presidente. Pensavo che la notte portasse consiglio, che ci fosse ancora margine perché il Governo rispettasse gli impegni assunti con i sindaci che hanno firmato le convenzioni con gli amministratori, che significa in sostanza rispettare gli impegni assunti con i cittadini. Così facendo avete ulteriormente incrinato il rapporto tra i sindaci, tra gli amministratori locali e lo Stato, con questa ostinazione a demolire tutto ciò che è stato fatto di buono dai Governi precedenti, a prescindere a prescindere dai danni, dalle conseguenze negative che ciò può provocare ai cittadini e alle città, mi riferisco innanzitutto al bando per le periferie che nella mia città, Venezia, significa un investimento di 40 milioni, che diventano 55 per l’effetto moltiplicatore generato dei finanziamenti degli altri enti pubblici e dei privati. Non si è ancora capito cosa intende fare di preciso il Governo. Il Presidente del Consiglio ha usato parole molto confuse, che non danno alcuna certezza ai cittadini veneziani, ma non solo a loro, a tutti i venti milioni di persone che abitano le 96 città, i 96 comuni che sono oggetto del bando del bando per le periferie. Come dicevo nel corso dell’illustrazione dell’ordine del giorno, noi a Venezia siamo all’opposizione, siamo all’opposizione in comune e siamo all’opposizione in città metropolitana e avevamo individuato altre priorità, diversi progetti da finanziare, da mettere a bando rispetto a quelli indicati dal sindaco, ma nonostante questo, nonostante ciò, i progetti presentati ci sentiamo di difenderli perché pensiamo che si tratta di interventi che sono importanti, perché comunque sono occasione di crescita per il futuro di Venezia e della sua città metropolitana, mi riferisco innanzitutto al completamento della Cittadella della giustizia a piazzale Roma, un progetto molto atteso dalla città, alla riqualificazione, al recupero della sede dell’ex casinò municipale del Lido di Venezia, che da tempo aspetta interventi per rimettere in moto anche altre azioni l’investimento in tutta l’isola del Lido e, poi, mi riferisco in particolare a tutti gli interventi, progetti di riqualificazione e di ristrutturazione delle stazioni della città metropolitana, ovvero di tutti i comuni della provincia, a partire dal comune di San Donà, dove è previsto un grosso intervento di ricostruzione proprio della stazione, per il quale c’era già un progetto e questo diventa carta straccia. Vede, lo stesso ragionamento vale poi per la mancata proroga degli ammortizzatori sociali nelle aree di crisi complesse qual è anche Porto Marghera, una grande area industriale che rientra nel nelle aree di crisi complessa e ha ottenuto anche un finanziamento, grazie al Governo di centrosinistra, di 26.700.000 euro destinati a sviluppare nuove attività produttive. Certo, si tratta di una misura molto, molto importante, sebbene non sia efficiente, che sarà comunque indebolita senza la proroga degli ammortizzatori sociali delle industrie in crisi. Ecco, io però credo che abbiamo perso una grande occasione, io credo che questo mancato rispetto degli impegni presi incrini il rapporto non solo tra l’amministrazione locale e il Governo, ma tra i cittadini e lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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ANTONELLO GIACOMELLI (PD). Grazie, Presidente. Anch’io, come altri colleghi, devo rifiutare la proposta del Governo di trasformare come raccomandazione l’ordine del giorno. Vede, Presidente, ricordo a me stesso, ma a tutti che le procedure parlamentari non sono fini a se stesse, non sono un fatto solo formale: come ogni gesto, ogni scelta, hanno un profondo significato politico. Già l’ordine del giorno in sé, sappiamo, ha un valore relativo. L’idea di trasformarlo in raccomandazione può avere, nel dialogo che c’è sempre tra maggioranza e opposizione, il significato di dire: il Governo condivide questo obiettivo, ma al momento non è in grado di dare una risposta compiuta, ed è un sostanzialmente un patto in cui chi ha proposto quell’ordine del giorno accetta questo punto di vista, con la fiducia che, non appena possibile, quelle intendimento e quell’impegno troverà una realizzazione. Però, Presidente, noi veniamo da anni complessi, in cui ogni relazione di questo tipo è stata, se non distrutta, incrinata. Troppe volte si è irriso ad ogni tentativo dei Governi della scorsa legislatura di dare risposte ai problemi, alle crisi, alle difficoltà. Troppe volte, con aria di supponenza, se non di arroganza, si è distrutta ogni ipotesi di collaborazione, con l’obiettivo probabilmente di delegittimare una parte politica, ma con il risultato di incrinare la fiducia nella istituzione stessa da parte dei cittadini. Allora, è accaduto troppo spesso perché ora chi si trova sul posto di Governo dopo aver compiuto questo tipo di impostazione possa immaginare che esistano i presupposti per una condivisione di questo tipo. Al contrario, contemporaneamente le forze che oggi si trovano a governare hanno alzato l’asticella delle attese e abbassato la soglia della capacità delle risposte, aumentando la distanza tra i cittadini e le istituzioni, con un’operazione ad alto rischio per le istituzioni di questo Paese. Allora, il rifiuto, anche nel momento del tutto parziale della vita delle istituzioni, di una proposta di trasformazione dell’ordine del giorno ha un significato che non è tanto di rivincita o di ripicca, non avrebbe alcun significato, ma è in qualche modo l’espressione di una speranza che ci si renda conto, da parte delle forze che oggi governano e che hanno fatto prigioniere le speranze di tante persone in difficoltà e oggi nascondono dietro roboanti parole e pochi fatti, capiscano che c’è un patrimonio comune, che è quello della credibilità delle istituzioni, che non può essere messo a rischio per nessun calcolo di tatticismo politico. Non ci sono quindi, Presidente, i presupposti per una normale dialettica, anzi c’è l’invito a dare quelle risposte di cui troppo spesso avete parlato, di cui troppo spesso ci avete accusato di non essere in grado di dare. Ora attendiamo la prova dei fatti. Al momento, il Governo del cambiamento sembra rifugiarsi nelle più logore espressioni della vita parlamentare.

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CARMELO MICELI (PD). Ci sono, Presidente, e chiedo perdono ai colleghi. Mi ero allontanato per esigenze prettamente personali.

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ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie, Presidente. Io non sono d’accordo con la risposta del Governo di accogliere come raccomandazione l’ordine del giorno n. 9/1117-A/59 che ho presentato. Questo ordine del giorno è volto a risolvere una questione di estrema urgenza e c’è in ballo il futuro di lavoratori, famiglie e aziende di un intero territorio. Al di là di quella che potrebbe apparire una schermaglia parlamentare, sono sinceramente rammaricata per il fatto che il Governo dimostra così poco interesse di fronte ad un caso di così acuta rilevanza sociale qual è quello riguardante la situazione occupazionale dell’area di crisi complessa di Portovesme. Stiamo parlando di lavoro, di condizioni di vita delle famiglie e di prospettive di rivalutazione e rilancio di un intero territorio. Gli ammortizzatori sociali, di cui si chiede la proroga con l’urgenza legata alla situazione delle persone coinvolte, rispondono non solo ad una domanda di sostegno e di solidarietà verso centinaia di famiglie, ma anche all’obiettiva necessità di non far regredire dai livelli di sviluppo raggiunti territori che si erano lasciati alle spalle condizioni di ritardo produttivo e sociale.

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GAVINO MANCA (PD). Eccomi, Presidente, sono qui. È il cognome Manca che è un po’…

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NICOLA CARE' (PD). Signor Presidente, egregi colleghi: egregi colleghi non ne sono rimasti, effettivamente siamo parecchi del Partito Democratico, ma il resto dell’Aula è un po’ vuoto e questo mi rammarica anche per quanto riguarda la raccomandazione che il Governo ha dato sull’ordine del giorno n. 9/1117/61 da me presentato.

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FRANCO VAZIO (PD). Presidente, l’ora tarda ci induce ad essere riflessivi e attenti rispetto alle indicazioni del Viceministro. Certo, per chi pensava ad parere favorevole almeno sugli ordini del giorno che coinvolgevano lavoratori, come quelli dell’area di crisi complessa di Savona, che ha visto eleggere senatori e deputati della Lega, è rimasto deluso. Ma questa delusione è cocente se si pensa al tema del bando delle periferie ed è per questo che, prima di ogni altra cosa, rifiuto l’accoglimento come raccomandazione espresso dal Viceministro, perché il Governo è un Governo strano, particolarmente interessante per certi versi tattici, perché è un Governo che crea il problema e poi si impegna a risolverlo. È un Governo che crea il problema, perché smonta il bando delle periferie e, poi, qualche giorno dopo, convoca i sindaci promettendo loro di risolverlo, ma, passano ventiquattro ore, e lo stesso Governo, lo stesso Presidente del Consiglio, come dicevo nell’illustrazione dell’ordine del giorno, comunica che, ahimè, non tutti i progetti saranno finanziati, ma solo alcuni, pochi, solo quelli che saranno in fase esecutiva e che sono stati avviati.

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MASSIMO UNGARO (PD). Grazie, Presidente. Io rifiuto, non posso accettare la decisione del Governo di accogliere solo come raccomandazione il mio ordine del giorno, il n. 66, quello relativo alla richiesta di prorogare i dispositivi di integrazione salariale straordinaria per i lavoratori dell’area di crisi complessa industriale di Trieste.

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STEFANO LEPRI (PD). Grazie, Presidente, il Partito Democratico voterà convintamente l’ordine del giorno di cui sono primo firmatario e devo dire che noi siamo molto sorpresi, nonostante l’ora non proprio felice, nell’aver appreso dalla viva voce del Vice Ministro, il parere di mera raccomandazione rispetto a questo ordine del giorno così importante, soprattutto alla luce delle considerazioni che il Vice Ministro stesso ha fatto in molte occasioni, anche recentemente. Siccome non c’era il Vice Ministro, gliele voglio ricordare. Egli ha detto che intende, e immagino quindi anche il suo vice, non ha usato la parola rottamare, ha usato la parola smantellare, il Jobs Act e lo ha detto annunciando, tra l’altro, il fatto di voler reinserire la Cassa integrazione per cessazione.

PAGINA: 0186

ROMINA MURA (PD). Presidente, pensavo che fra qualche anno questa brutta pagina parlamentare, questa poco edificante pagina parlamentare di questi giorni, potrebbe essere raccontata attraverso una sequenza di fotogrammi e, fra questi, io ne metterei alcuni, non per ricordarla e tenerla a mente, anche per provare poi a non ripeterla e non riproporla: una questione di fiducia posta su un provvedimento non ancora perfetto, anzi direi inesistente; la cancellazione di risorse certe per le nostre periferie urbane, in particolare quelle del Sud; nonché la rottura - e questo forse è l’aspetto ancora più grave - di un patto con i sindaci, scegliendo di fare carta straccia del principio di leale collaborazione; lo smantellamento della normativa sui vaccini, scegliendo di andare contro la scienza e contro la storia, e senza farsi carico - cosa che dovrebbe fare una classe dirigente responsabile - della salute e della sicurezza dei nostri bambini; infine un’Aula vuota, in cui erano e sono tuttora presenti le opposizioni, noi orgogliosamente, e in cui sono assenti i partiti della maggioranza, in particolare i Cinquestelle, che più di tutti hanno voluto questa seduta fiume per mortificare le prerogative e i diritti delle opposizioni.

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MARTINA NARDI (PD). Signora Presidente, noi ci siamo visti non accettare, non poter neppure discutere i nostri emendamenti e ora abbiamo parlato per ore a un’Aula semivuota, a questo ora maggiormente vuota, e ci siamo sentiti dire dai signori del Governo che molti dei nostri ordini del giorno e il mio ordine del giorno venivano accolto come raccomandazione. Signori del Governo, noi ci siamo raccomandati a voi, a voi abbiamo chiesto almeno un impegno, un impegno vero, in un’Aula vera, non su un tweet, su Facebook, su una diretta, non sui media, non rincorrendo le agenzie di stampa per sapere che cosa pensa il Governo del cambiamento, che di cambiamento ha solo il fatto che cambia spesso idea ma che non produce, invece, realmente cambiamento vero nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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STEFANIA PEZZOPANE (PD). Presidente, mentre l’Aula era vuota e sparuti colleghi del MoVimento 5 Stelle si riavvicinavano e si sedevano, l’orologio segnava le 3,32. Le 3,32 sono quell’orario, quell’ora, quel momento in cui nella mia città, il 6 aprile, una scossa terribile ha distrutto migliaia di abitazioni, monumenti e 309 vite umane. Poi, di nuovo, alle 3,36, due anni fa, un altro grande terremoto ha distrutto oltre 240 vite umane, molte abitazioni, numerosi borghi, e ha distrutto relazioni, civili, sociali, ha distrutto delle comunità. Prima c’era stata l’Emilia Romagna, poi c’è stata Ischia. Bene, noi abbiamo provato a parlare di tutto questo senza cercare fughe in avanti, banalità, retorica, ma abbiamo parlato di questo. Abbiamo parlato, in queste ore, in questi giorni, drammaticamente, di come dare delle soluzioni.

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FRANCESCO CRITELLI (PD). Grazie, signora Presidente. Io ho sinceramente apprezzato il parere del Governo, che ha accolto l’ordine del giorno n. 9/1117-A/86 e, tuttavia, ritengo la delicatezza dell’argomento in oggetto, data anche - Presidente, per il suo tramite, mi rivolgo al Governo qui rappresentato - l’aleatorietà delle promesse, delle riflessioni e delle parole che stiamo ascoltando, nel corso di questo dibattito, in cui le promesse corrono veloci, ma non sono mai suffragate dai fatti, così come hanno appena ricordato i colleghi e le colleghe che mi hanno preceduto, intervenendo su altre questioni all’ordine del giorno dei nostri lavori, questioni molto importanti per il presente e per il futuro del nostro Paese.

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SARA MORETTO (PD). Grazie, Presidente. Non è possibile accettare che il Governo intenda come raccomandazione il rispetto di termini previsti per legge.

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ROGER DE MENECH (PD). Grazie, Presidente. Io inizio con qualche segno di apertura. Insomma, colgo con piacere il parere positivo dell’ordine del giorno n. 9/117-A/ 91, che riguarda un grande evento. Mi fa piacere che questa maggioranza abbia anche in maniera molto radicale cambiato idea, rispetto all’approccio che soprattutto il MoVimento 5 Stelle ha sempre mantenuto nella scorsa legislatura rispetto ai grandi eventi sportivi.

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DAVIDE GARIGLIO (PD). Grazie, Presidente. L’ordine del giorno n. 9/1117-A/102, che ho presentato è stato accolto come raccomandazione. Allora, io essendo nuovo dei banchi di questa Aula, ho qualche perplessità e difficoltà a capire cosa significa. Per suo tramite, Presidente, chiedo ai banchi del Governo, occupati da politici navigati, con esperienza, se mi possono aiutare, in modo che io possa valutare cosa fare domani, nel senso che, per suo tramite, chiedo al Ministro Fraccaro, al sottosegretario Garavaglia, cosa posso dire, tornando del mio comune a Moncalieri, alle imprese alluvionate per tre volte negli ultimi vent’anni, che non hanno peraltro ottenuto ancora ristoro dell’ultima alluvione che è capitata pochi giorni prima del referendum istituzionale, per me nefasto. Cosa posso dire a queste imprese, cioè che il Governo raccomanda a sé stesso di cercare di trovare le modalità con cui recuperare le risorse per questo investimento? E cosa posso dire agli abitanti delle case che per tre volte nel corso degli ultimi vent’anni sono state alluvionate, sono state sommerse dall’acqua? E cosa posso dire ai genitori degli allievi delle scuole di Nichelino che sono preoccupati perché in questa città, che rappresenta una periferia con anche qualche problema della città di Torino, ogni tanto pezzi di scuole cadono sui bambini, porte si staccano, raffreddamento e riscaldamento mancano, come bene hanno notato i consiglieri comunali del gruppo 5 Stelle sia nel comune di Moncalieri che nel comune di Nichelino e, soprattutto, visti i rapporti poi di fraterna amicizia che ci legano, cosa posso dire ai consiglieri comunali 5 Stelle dei comuni di Nichelino di Moncalieri che si battono da portavoce dei cittadini per difendere i cittadini sul territorio? Cosa posso aver fatto io per loro in questo dibattito? Cosa può essere questo accoglimento con riserva, io qualche difficoltà, e ho qualche difficoltà soprattutto perché credo che qui si esca da una questione chiara, una ricaduta sulla pelle dei cittadini che tocca fatti veri, si esce in politichese e non siamo venuti qui per avere risposte in politichese, né vogliamo poter tornare a casa e spiegare: sì ci saranno i soldi per ristrutturare le scuole, per mettere in sicurezza le imprese, le case, per completare la caserma dei carabinieri del comune di Moncalieri o per completare il palazzo comunale del comune di Orbassano, governato dal centrodestra, ma sempre un comune e sempre cittadini sono anche se non dalla mia parte politica? Allora, io trovo scandaloso che le forze che sostengono questa maggioranza sui territori fanno delle battaglie giuste, le amministrazioni comunali rispondono al Governo nazionale, la passata legislatura risponde e, poi, a un certo punto, con una manovra degna di Arsène Lupin, i soldi vengono presi e distolti per altri usi. Allora, io credo che questo sia un pessimo gesto di politica perché non si è coerenti con quanto si è detto, perché si viola la leale collaborazione e le intese tra gli enti istituzional,i perché non si mantiene fede a un principio fondamentale, pacta sunt servanda, ci sono amministrazioni pubbliche che hanno contratto obbligazioni che hanno fatto lavorare progettisti e che oggi si trovano nell’impossibilità di realizzare gli obiettivi posti e, soprattutto, mi pare mi pare veramente fuori dal mondo che dopo tanti anni in cui le forze di maggioranza in particolare i 5 Stelle che sostengono questo Governo si sono scagliati sui decreti-legge, sulla decretazione d’urgenza e sui «milleproroghe», come ben racconta Mattia Feltri su La Stampa di ieri… Presidente, forse il suo orologio nei miei confronti funziona male, perché io sono al minuto 4 e 31 secondi, però siccome la prima volta mi ha interrotto, io posso stare zitto, posso parlare, ma lei, fino al minuto 5 non mi può interrompere, questo deve essere ben chiaro anche a lei, perché il Regolamento lo deve rispettare anche a lei.

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MARCO DI MAIO (PD). Grazie Presidente. Ho preso la parola, ho chiesto di prendere la parola, Presidente, per esprimere contrarietà alla riformulazione che il Governo ha proposto al mio ordine del giorno, che mi aspettavo venisse accolto soprattutto dopo le parole del Presidente del Consiglio Conte che, facendo una retromarcia clamorosa rispetto alla posizione dei partiti che sostengono questo Governo, ha ammesso la bontà dei progetti sulle periferie e ha annunciato un provvedimento, per la prossima settimana e per i prossimi giorni, a sostegno dei progetti che sono stati presentati dai comuni italiani. E, quindi, ci aspettavamo che dopo aver rifiutato gli emendamenti, dopo aver rifiutato modifiche a questo decreto, almeno sugli ordini del giorno ci fosse disponibilità ad assumere un impegno a presentare quel provvedimento che proprio il Presidente Conte ha annunciato. Purtroppo, devo riscontrare che questa disponibilità non c’è e devo anche ricordare che con questo diniego si vanno a violare i patti che i cittadini hanno firmato con lo Stato, perché quando lo Stato firma un contratto con i sindaci lo firma con i cittadini perché i sindaci sono eletti direttamente dai cittadini. Noi chiediamo che i patti vengano rispettati perché qui si sta parlando di progetti che riguardano 96 enti del nostro Paese, oltre 300 comuni, un miliardo 600 milioni di euro che verrebbero assegnati ai comuni italiani.

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MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. A differenza di molti colleghi che hanno espresso la loro tristezza di fronte a quest’Aula vuota non mi stupisce che quest’Aula sia vuota, perché avete dichiarato più volte che il Parlamento non serve ed è vero perché lo dimostrate ogni giorno. L’esercizio della democrazia è cosa difficile perché contempera la complessità. Il bando periferie è stato descritto in quest’Aula nel dibattito degli scorsi giorni, ma anche nel dibattito in Commissione e nel dibattito che avete trasmesso al Paese, come un “marchettificio” (è stata usata questa parola per descrivere il bando periferie). L’avete descritto come un favore nei confronti di amici. È così che avete descritto un progetto, il primo vero progetto strutturale per il Paese che riguardava le aree più difficili del nostro Paese, quelle aree che hanno vissuto e che continuamente vivono la complessità della nostra società, la trasformazione che la nostra società affronta ogni giorno, le migrazioni, la povertà, le nuove povertà, i cambiamenti tecnologici. Tuttavia, i nostri sindaci, i nostri sindaci di ogni colore politico, hanno deciso di cogliere questa sfida.

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GENNARO MIGLIORE (PD). Presidente, signori del Governo, vedo che vi divertite: bei tempi, no, quando si poteva decidere tutto con la vostra finzione di democrazia diretta attraverso qualche consultazione fake su Rousseau. Adesso vi dovete confrontare con quella che è la democrazia vera, con la democrazia rappresentativa. Vi vedo divertiti e quindi penso che ci sia qualcosa che a noi sfugge. Detto questo, ci sono persone che qui io vorrei ringraziare visto che siamo qui solo per il puntiglio e anche, per così dire, per l’albagia di una certa classe dirigente che in questo momento si è impossessata anche di meccanismi mentali che a noi non risultano assolutamente chiari. Questo dipende - lo voglio dire a quei pochi che sono rimasti, pochissimi del MoVimento 5 Stelle - dal fatto che voi potevate accettare tranquillamente che ci fosse una votazione lunedì, visto che la convocazione del Senato era per mercoledì, ma non lo avete voluto fare: non lo avete voluto fare, anche se non sarebbe cambiato nulla dal punto di vista dell’azione parlamentare, perché volevate in qualche modo mettere alla prova una opposizione. Ritengo che voi oggi stiate ricevendo una lezione ma, poiché le lezioni debbono essere sempre corroborate anche da qualcosa di più solido e di più strutturato, vorrei leggervi una citazione. Non so se sapete di chi è, ma ve lo dirò io: “Per far funzionare un Parlamento bisogna essere in due, una maggioranza e un’opposizione; la maggioranza, affinché il Parlamento funzioni a dovere, bisogna che sia una libera intesa di uomini pensanti, tenuti insieme da ragionate convinzioni, non solo tolleranti ma desiderosi della discussione e pronti a rifare alla fine di ogni giorno il loro esame di coscienza per verificare se le ragioni sulle quali fino a ieri si sono trovati d’accordo continuino a resistere di fronte alla confutazione degli oppositori. Se la maggioranza si crede infallibile solo perché ha per sé l’argomento schiacciante del numero e pensa che basti l’aritmetica a darle il diritto di seppellire l’opposizione sotto la pietra tombale del voto, con accompagnamento funebre di ululati…” - di ululati ne ho sentiti anche stasera – “… questa non è più una maggioranza parlamentare ma si avvia a diventare una pia congregazione, se non addirittura una società corale del tipo di quelle che durante il fatidico ventennio dava i suoi concerti nell’aula di Montecitorio”, cioè qui. Quindi attenzione ad esprimere ancora arroganza, disprezzo per le regole, incapacità di relazionarsi con l’opposizione: non conviene a voi, non a noi che tanto qui stiamo, come diceva qualcuno, senza alcun tipo di esitazione perché non è che ci può spaventare una notte in più. Dovrebbe essere per voi una minaccia alla stessa costituzione di questa maggioranza interpretare una larghissima parte del consenso che avete intercettato come l’annullamento delle differenze. Ed è per questa ragione che vi dico anche un’altra citazione. Quella di prima era di Pietro Calamandrei nel 1948 e ancora suona molto attuale. Questa è un po’ più recente ed è di un altro grande intellettuale del nostro Paese: “Ur-fascismo. Per l’Ur-Fascismo gli individui in quanto individui non hanno diritti, e il “popolo” è concepito come una qualità, un’entità monolitica che esprime la “volontà comune”… Nel nostro futuro si profila un populismo qualitativo TV o Internet, in cui la risposta emotiva di un gruppo selezionato di cittadini…” - la vostra piattaforma Rousseau – “…può venire presentata e accettata come la “voce del popolo” ma la voce del popolo è qui e noi continueremo a rappresentarlo” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0196

PIETRO NAVARRA (PD). Grazie, Presidente. Questa è la mia prima esperienza da parlamentare e devo confessare che provo una un certo disagio a dover argomentare qualcosa di importante di fronte a un’Aula semivuota.

PAGINA: 0197

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Quando si è insediato il Governo, ho cominciato ad interrogarmi su quale potesse essere in concreto l’azione di due forze politiche così apparentemente diverse ma che nei fatti invece sono assolutamente assimilabili, anzi direi quasi sovrapponibili, un Governo che ha un intento demolitorio perché in assenza di idee e di proposte, l’unica azione che pare essere messa in atto da questo Governo è quella, con una furia tra l’altro inspiegabile, di voler distruggere tutto quello che è stato fatto prima, sia che si tratti di qualche cosa di buono, sia che si tratti di qualche cosa di meno buono. Perché, come è noto, chi fa sbaglia e anche noi certamente nei nostri anni di Governo abbiamo fatto degli errori. Ma voi non avete la volontà di correggere gli errori, avete semplicemente la volontà di distruggere ed avete cominciato con le cose migliori. Avete eliminato Casa Italia, che era un progetto che era stato immaginato per il futuro del nostro Paese, perché ogni volta che succede, purtroppo, una tragedia in questo Paese, il terremoto, io vengo dalle Marche, quella è una tragedia purtroppo che non è prevedibile, ma si può fare qualche cosa per evitare che ci siano dei morti e che ci siano dei danni così gravi come noi purtroppo siamo costretti a contabilizzare ogni volta che c’è un evento così drammatico. Ed avete distrutto Casa Italia, che era un progetto che guardava al futuro, che guardava ai nostri figli, che guardava alla sicurezza dei nostri figli.

PAGINA: 0198

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente, per il suo tramite mi rivolgo al Viceministro Garavaglia, che, come me, è lombardo. Vorrei con lei fare una scommessa, Viceministro, se avrà la cortesia di ascoltarmi, e magari se lei dovesse vincere la scommessa andiamo a mangiare una pizza a Marcallo con Casone, che è un comune che lei conosce abbastanza bene.

PAGINA: 0014

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS), al quale rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0198

Io scommetto che non sia vero che con la vostra raccomandazione voi riporterete ai 19.803.099 cittadini dei 96 comuni, 87 comuni capoluogo e 9 nove città metropolitane, per un totale di 326 comuni coinvolti, e 1625 interventi, ai quali notte tempo avete sottratto 1,6 miliardi di euro per i progetti, sono sicuro di poter scommettere con lei, se accetterà la scommessa, che né con questa raccomandazione e neanche col decreto successivo voi riporterete tutti questi soldi per realizzare i 1625 interventi che fino ad oggi si potevano realizzare, alcuni dei quali iniziati, altri nella fase progettuale.

PAGINA: 0199

PRESIDENTE. Concluda.

PAGINA: 0014

  Interviene la deputata PATRIZIA PRESTIPINO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0200

PATRIZIA PRESTIPINO (PD). Presidente, a chi, oggi, imponendoci una seduta fiume, pensava di mettere in difficoltà questa opposizione, il Partito Democratico, risponderei con le parole di Tito Livio: hic manebimus optime. Ci stiamo, ci stiamo bene, ma perché siamo compatti, siamo consapevoli di quello che facciamo, siamo uniti in quello che facciamo. Questo è un messaggio che deve arrivare chiaro e forte anche all’esterno, alla faccia di chi pensa che il Partito Democratico non sia unito, non abbia una voce forte e autorevole, non abbia una voce compatta su quello che voi, in questo decreto “milleproroghe”, avete imposto a un’Italia che è già in ginocchio e per la quale non fate niente perché si rimetta in piedi, si rimetta in moto.

PAGINA: 0014

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS), al quale rende precisazioni la PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0201

CARLO FATUZZO (FI). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0201

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGINA: 0014

  Intervengono i deputati ANTONIO VISCOMI (PD) (Vedi RS), ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), LUCIANO NOBILI (PD) (Vedi RS), CARLO FATUZZO (FI) (Vedi RS), VITTORIO SGARBI (FI) (Vedi RS).

PAGINA: 0202

ANTONIO VISCOMI (PD). Sì, grazie, va bene. Allora, nonostante l’autorevolezza e la stima per il Vicesegretario, anzi il Viceministro Garavaglia - ma sono le sei meno un quarto della mattinata, quindi qualche errore può essere perdonato - sono costretto a respingere la proposta del Governo di trasformare l’ordine del giorno n. 9/1117-A/131 in raccomandazione. Non mi interessa e chiedo, anzi, che sia posto ai voti.

PAGINA: 0203

ENRICO BORGHI (PD). Grazie signor Presidente. Io ringrazio il Governo, nella persona del Viceministro Garavaglia, per avere dato il parere contrario a questo ordine del giorno, perché se il Governo conferma la sua onestà intellettuale nel dire di “no”, con questo parere conferma esattamente i motivi che prima ho denunciato in quest’Aula.

PAGINA: 0204

LUCIANO NOBILI (PD). Grazie, Presidente. Ci avete visto, ci avete ascoltato per ore, fino al vostro oggettivo sfinimento. Non c’è stato nessun ostruzionismo inutile da parte del Partito Democratico, nulla a che vedere con gli spettacoli che avete offerto al Paese nella scorsa legislatura. Abbiamo fatto una cosa diversa, nonostante il vostro lavoro in questi giorni sia stato quello di chiuderci la bocca in ogni modo, di applicare tagliole, di mettere fiducie inutili per tempi, per modi e per rispetto di una minima coerenza con quello che avete fatto nella scorsa legislatura.

PAGINA: 0205

CARLO FATUZZO (FI). Signora Presidente, colleghi, Governo, nomino il collega Garavaglia oltre che come Governo, conoscendolo da tanto tempo. Il Ministro Fraccaro invece lo conosco per la prima volta oggi, con molto piacere naturalmente.

PAGINA: 0206

VITTORIO SGARBI (FI). Gentile Presidente e gentili colleghi, che ho raggiunto in ora tarda. Nonostante il Regolamento non lo preveda, ho scoperto qualche minuto fa, attraverso un antico commesso di aspetto giovanile, che l’innocuo taglio delle unghie non è consentito, come se nella lunga attesa curare il proprio corpo fosse indecoroso per quest’Aula mentre, invece, sono decorosi e legittimi i tagli dei finanziamenti ai comuni che attendono il risarcimento delle periferie. Quelli sono legittimi. Che un gruppo di sciagurati uomini di Governo tradisca le aspettative di tanti uomini che hanno garantito, nella funzione di sindaci, il risarcimento delle periferie è cosa buona e giusta, anche se è ingiustificata, mentre un uomo, che ha onorato l’Italia e che oggi è senatore a vita, dichiara, con una prosa lirica e concreta, che “siamo un Paese straordinario e bellissimo ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e danaro per fare manutenzione”. Lo dice, lui genovese, pensando che le periferie hanno l’età breve del ponte di Genova e che, come è accaduto in alcune scuole d’Italia, può essere che, mal costruiti per speculazione e violenza da parte dei geometri e architetti incapaci, quegli edifici portino a morire, in un futuro breve, per mancanza di un’attenzione dello Stato rispetto alle garanzie che si devono dare a giovani, a studenti e a persone che abitano in quegli alloggi popolari, spesso di fragilissima costituzione.

PAGINA: 0015

  La seduta, sospesa alle 6,10, è ripresa alle 10.

PAGINA: 0015

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO (Vedi RS)

PAGINA: 0207

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO

PAGINA: 0015

Missioni. (Vedi RS)

PAGINA: 0207

Missioni.

PAGINA: 0015

  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica che i deputati in missione a decorrere dalla ripresa antimeridiana della seduta sono settantatré.

PAGINA: 0207

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Cancelleri, Pastorino e Raffaele Volpi sono in missione a decorrere dalla ripresa antimeridiana della seduta.

PAGINA: 0015

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1117-A. (Vedi RS)

PAGINA: 0207

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1117-A.

PAGINA: 0015

(Ripresa esame ordini del giorno) (Vedi RS)

PAGINA: 0207

(Ripresa esame ordini del giorno - A.C. 1117-A)

PAGINA: 0015

  Interviene il deputato ANDREA MANDELLI (FI) (Vedi RS) e, sull'ordine dei lavori, il deputato EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0207

ANDREA MANDELLI (FI). Buongiorno a tutti, la ringrazio. Non insisto per la votazione. Va bene.

PAGINA: 0207

EMANUELE FIANO (PD). Sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0016

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ALESSIO BUTTI (FDI) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0212

ALESSIO BUTTI (FDI). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0212

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAGINA: 0017

In ricordo delle vittime del crollo del ponte Morandi di Genova. (Vedi RS)

PAGINA: 0218

In ricordo delle vittime del crollo del ponte Morandi di Genova (ore 11.36)

PAGINA: 0017

  PRESIDENTE (Vedi RS). (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Ricorda le vittime del crollo del ponte «Morandi» di Genova.
  Invita quindi l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).

PAGINA: 0218

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi, un mese fa a quest’ora aveva luogo il crollo del ponte Morandi di Genova, una tragedia immane che ha provocato 43 morti e numerosi feriti e una gravissima ferita anche alla città e gravi danni e disagi alla popolazione. Ci sarà ampio spazio in quest’Aula per discutere tutte le problematiche connesse con quanto è accaduto, con la ricostruzione del ponte, con gli interventi a favore della città di Genova. Ci confronteremo. Adesso credo che sia doveroso rendere omaggio alle vittime di quel disastroso evento e unirsi al dolore delle famiglie, della città e dell’intera comunità nazionale con un minuto di silenzio. Grazie (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

PAGINA: 0017

  Interviene sull'ordine dei lavori il deputato VITTORIO SGARBI (FI) (Vedi RS), al quale rende precisazioni il PRESIDENTE (Vedi RS).

PAGINA: 0219

VITTORIO SGARBI (FI). No, no, semplicemente per similitudine. Questa notte alle sei, cioè questa mattina, in ordine al minuto di silenzio che si tributa a chi ha avuto una violenza del destino o della colpa degli uomini oppure uomini illustri, io ho ricordato Guido Ceronetti: chiedo che questa Camera di fronte a questo grande pensatore faccia o un minuto di silenzio o ne ricordi comunque il merito e il valore (Applausi).

PAGINA: 0219

PRESIDENTE. Grazie onorevole Sgarbi, credo che la Presidenza si farà carico di dare un giusto tributo con le caratteristiche che riterrà il Presidente Fico. Grazie del suo ricordo. Ritorniamo sui nostri lavori.

PAGINA: 0018

Si riprende la discussione. (Vedi RS)

PAGINA: 0219

Si riprende la discussione.

PAGINA: 0018

(Ripresa esame degli ordini del giorno) (Vedi RS)

PAGINA: 0219

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1117-A)

PAGINA: 0018

  Interviene il deputato EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0222

EMANUELE FIANO (PD). Chiedo di apporre anche la mia firma all’ordine del giorno n. 9/1117-A/148 Pella.

PAGINA: 0019

(Dichiarazioni di voto finale) (Vedi RS)

PAGINA: 0223

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1117-A)

PAGINA: 0019

  Intervengono per dichiarazione di voto finale i deputati BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS), GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A) (Vedi RS), ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI) (Vedi RS), EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.) (Vedi RS), FEDERICO FORNARO (LEU) (Vedi RS), WANDA FERRO (FDI) (Vedi RS), STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI) (Vedi RS), MARIA ELENA BOSCHI (PD) (Vedi RS), SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA) (Vedi RS), ROSA MARIA DI GIORGI (PD) (Vedi RS), GENNARO MIGLIORE (PD) (Vedi RS), WALTER VERINI (PD) (Vedi RS), MARCO DI MAIO (PD) (Vedi RS), GIAN MARIO FRAGOMELI (PD) (Vedi RS), ROBERTO MORASSUT (PD) (Vedi RS) e NICOLA PELLICANI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0223

BEATRICE LORENZIN (MISTO-CP-A-PS-A). Presidenti e onorevoli colleghi, siamo, quindi, giunti al termine….

PAGINA: 0225

GABRIELE TOCCAFONDI (MISTO-CP-A-PS-A). Grazie, Presidente. Quanto appena raccontato, comunicato dalla collega Lorenzin, è una parte fondamentale del nostro “no” a questo decreto milleproroghe, o di proroga termini; sicuramente la parte, dicevo, fondamentale, perché riguarda non solo i giovani, non solo la scuola, non solo le famiglie, ma riguarda la salute, la salute dei ragazzi e la salute dei più piccoli. E non è bastato un dibattito durante il cosiddetto decreto Lorenzin, molto acceso, sulle ragioni dell’utilità della vaccinazione. Dopo tutto quel dibattito e dopo una utilità che abbiamo visto nei numeri, nei fatti, nei fatti di cronaca, ahimè, questo Paese è costretto a ritornarci. Segno emblematico di quanto non avete capacità di Governo, perché avete messo in discussione, con un emendamento al Senato, tutta la conoscenza che questo Paese aveva sull’utilità dei vaccini e avete messo di nuovo in discussione, per l’ennesima volta, tutto il lavoro fatto, anche come Paese, in favore dei ragazzi.

PAGINA: 0227

ALESSANDRO COLUCCI (MISTO-NCI-USEI). Presidente, onorevoli colleghi, membri del Governo, Noi con l’Italia-USEI voterà contro il decreto milleproroghe perché crediamo che l’impatto che avrà sul Paese sarà un impatto profondamente negativo. Prima di entrare nel merito delle ragioni della nostra scelta, credo che sia molto interessante, e mi rivolgo per suo tramite, Presidente, in particolar modo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, l’articolo che ieri su La Stampa, a firma Mattia Feltri, riporta una serie di considerazioni e valutazioni che nella scorsa legislatura gli esponenti del MoVimento 5 Stelle avevano fatto rispetto allo strumento del milleproroghe.

PAGINA: 0229

EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Come rappresentanti di due province autonome, di Trento e Bolzano, la nostra componente Minoranze Linguistiche, come voi sapete, è sempre in un dialogo costante con il Governo su tutte le tematiche di nostra competenza. Nel provvedimento in esame oggi vi sono dunque alcuni punti da noi condivisi rispetto ad alcune decisioni importanti; è il caso dell’articolo 4 in cui c’è la proroga dell’affidamento della concessione autostradale dell’A22 Brennero-Modena. Valutiamo in maniera positiva anche la decisione di prorogare i termini per l’adesione delle banche ai gruppi per quanto riguarda le banche di credito cooperativo. Auspichiamo che la proroga sia utile a una riflessione approfondita che salvaguardi i principi mutualistici e sciolga tutte le criticità ancora aperte. Su altre materie invece avremmo voluto decisioni meno contraddittorie e un altro metodo di confronto. Un provvedimento di proroga dei termini può avere ragioni condivisibili quando la proroga è utile a una più efficace attuazione delle riforme. Ci pare invece poco comprensibile il rinvio, per esempio, dei testi INVALSI rendendoli facoltativi e quindi rendendo questo strumento inutile al fine di verificare gli standard nazionali della nostra scuola, obiettivo con cui era nato.

PAGINA: 0229

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, rappresentante del Governo, colleghi, il nostro gruppo ha già espresso per voce della collega Rostan la nostra posizione all’apposizione della fiducia da parte del Governo con il nostro voto contrario. Ribadiamo in questa sede nel merito la nostra contrarietà ad alcune scelte contenute in uno strumento ordinario della vita amministrativa parlamentare che è il milleproroghe ma è proprio per questo che alcuni inserimenti ci hanno trovato non solo contrari ma anche stupiti, a cominciare da una materia delicata che riguarda la vita di milioni di bambini, di famiglie relativamente ai vaccini che avrebbe avuto necessità di essere trattata in ben altro contesto e con ben altro approfondimento di carattere scientifico. Allo stesso modo, non possiamo non rilevare negativamente, l’ho fatto questa mattina durante la discussione sugli ordini del giorno, il fatto che per una decisione del Governo nel passaggio al Senato è stato di nuovo bocciato l’emendamento che era stato accolto, a prima a firma della collega De Petris, nel passaggio al Senato relativamente agli insegnanti, all’abilitazione all’insegnamento entro l’anno accademico 2017/2018 con tutte le problematiche che ricordavamo, che abbiamo ricordato in più occasioni e ribadisco qui in sede di dichiarazione di voto che non ci fermeremo e coglieremo ogni occasione perché questa ingiustizia abbia a finire, invitando quindi il Governo a ricercare con la stessa nostra determinazione una soluzione per porre fine all’ingiustizia che è evidente e credo veda anche il Governo.

PAGINA: 0232

WANDA FERRO (FDI). Grazie Presidente, colleghi, signori del Governo, il decreto cosiddetto “milleproroghe”, è un termine assegnato dal gergo politico e giornalistico, che ha assunto negli anni, a partire dal 2005, un carattere non più di eccezionalità ma, ormai, devo dire, di consuetudine, laddove tutti i Governi che si sono succeduti hanno sempre mantenuto, anche se non sempre riproposto, ovviamente, lo stesso nome, ma nessuno ha mai pensato di cambiarlo. È proprio vero che, quando poche sono le idee, si è disposti a cambiare molto poco. Magari ci saremmo aspettati una svolta da questo governo del cambiamento - che so’ - in qualche modo verso una nuova rotta, ma alla fine, vedremo - ahimè - che questa nuova rotta non è stata trovata. Avremmo voluto ascolto, avremmo cercato di abbattere quel muro di ottusità che appartiene a coloro che ritengono che il mondo finisce proprio dove loro stessi finiscono.

PAGINA: 0234

STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Signor Presidente, il gruppo di Forza Italia ritiene questo provvedimento più che un “milleproroghe” un “mille retromarce del Governo”. Si tratta di un decreto in cui è stato inserito di tutto e di più e con cui l’Esecutivo dimostra la propria incapacità a dare risposte concrete al Paese e compie soprattutto scelte politiche gravi a danno delle persone e delle nostre comunità. Ciò perché, colleghi, si proroga l’incertezza sui vaccini, si cancellano i fondi per la riqualificazione delle periferie, non si mantengono le promesse fatte sul terremoto e non si assume alcun impegno per Genova come Forza Italia aveva chiesto con forza. Sui vaccini è accaduto qualcosa che va oltre l’umana comprensione. In tanti avevamo tirato un sospiro di sollievo al buonsenso ritrovato della maggioranza che finalmente sembrava avere capito l’importanza dei vaccini e l’importanza della scienza e invece no. A questo Governo non interessa affatto la salute dei bambini, forse questo Governo pensa solo al voto dei loro genitori in vista delle prossime competizioni elettorali. E allora che si fa? Prima si toglie l’obbligo dei vaccini poi lo si rimette poi lo si modifica e si dice alle famiglie che i loro figli possono iniziare la scuola anche senza vaccinazione perché basterà presentare l’autocertificazione entro il 10 marzo del prossimo anno, cambiando idea nel giro di neanche 24 ore, dando un colpo al cerchio e un colpo alla botte senza correre il rischio di perdere i consensi dei “pro vax” e dei “no vax”.

PAGINA: 0236

MARIA ELENA BOSCHI (PD). Grazie, Presidente. Siamo arrivati all’epilogo di questo decreto-legge milleproroghe, un triste epilogo. Il gruppo del Partito Democratico ha cercato in tutti i modi, sia nei lavori in Commissione sia nel lavoro in Aula, di migliorare questo provvedimento e far comprendere alla maggioranza e al Governo l’errore che stava commettendo. Abbiamo presentato emendamenti in Commissione bilancio, abbiamo lavorato con i colleghi della I Commissione per giorni e anche durante le notti, quando la maggioranza con una prova muscolare ci ha imposto di proseguire i lavori confidando che di notte la stanchezza potesse indurci ad abbassare l’attenzione e a non renderci conto degli emendamenti che stavano approvando o di quelli che magari stavano respingendo, confidando anche un po’ nella distrazione generale. Noi siamo rimasti, abbiamo fatto il nostro dovere anche in Aula, ripresentando i nostri emendamenti e ripresentando le nostre proposte, ma dicendoci disponibili attraverso le parole del nostro capogruppo a ritirare i nostri emendamenti mantenendo in tutto il dibattito la discussione su tre punti per noi qualificanti, tra i molti di questo decreto-legge: i vaccini, il terremoto e le periferie. Ci siamo detti disponibili a ridurre tutti gli emendamenti purché si potesse discutere in quest’Aula di temi così importanti, non solo per i parlamentari ma per il Paese e per i cittadini fuori da queste Aule, purché il Governo si decidesse a dare dei segnali concreti di ascolto o di ravvedimento in questo provvedimento, presentando qui delle modifiche al testo: sul terremoto, sui vaccini, sul bando periferie.

PAGINA: 0239

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, con questo provvedimento milleproroghe, un po’, la nostra linea d’azione è stata quella di cercare di favorire il piccolo, di dare delle risposte immediate ai cittadini. Un’altra linea guida che ci siamo prefissati è stata proprio quella di avere delle norme funzionali al sistema Paese, al sistema produttivo. Ricordiamoci che una delle cose più importanti, che poi si riflette su tutti noi, è l’andamento dell’economia, l’andamento del PIL; il PIL genera i fondi, fondi di cui, durante tutta questa discussione, si è parlato, e, in modo particolare, Presidente, proprio sulla questione del Bando periferie. Cosa è successo con il Bando periferie?

PAGINA: 0240

ROSA MARIA DI GIORGI (PD). Presidente, onorevoli colleghi e colleghe, coloro che sono in Aula, il provvedimento che stiamo esaminando oggi dimostra ancora una volta, anche dalle parole della collega della Lega che abbiamo sentito adesso, una certa improvvisazione, una confusione. Fior da fiore si è fatto qualcosa e si propone in quest’Aula senza un progetto, senza un modo coerente di impostare il provvedimento stesso. Senza remore si interviene con misure che trovo estemporanee, alcune invece sono proprio pericolose - naturalmente tutti pensiamo a quelle sui vaccini -, utilizzando, oltretutto, strumenti e procedure d’urgenza, e rifuggendo dalla discussione che può essere anche costruttiva, voglio dire. Può essere costruttiva, è inutile chiudersi e costringere l’opposizione a ciò che abbiamo fatto con la notte e con tutte le misure che naturalmente noi abbiamo adoperato. È un problema, questo, politicamente grave, non solo di metodo, ma soprattutto di merito nelle specifiche misure e nelle conseguenze che questo modo di legiferare avrà sul Paese.

PAGINA: 0243

GENNARO MIGLIORE (PD). Signor Presidente, signori del Governo, colleghi, io vorrei fare un ragionamento che possa tenere conto anche dell’evoluzione di questi primi cento giorni, in relazione ai motivi per i quali voi avete deliberato una seduta fiume del tutto inutile, come è evidente anche dalla circostanza che questo provvedimento verrà discusso al Senato mercoledì e avreste potuto tranquillamente garantire la massima copertura giornalistica e dell’opinione pubblica; e invece avete preferito, in nome della trasparenza che tanto hanno perseguito i colleghi del MoVimento 5 Stelle, fare la brutta figura di urlare in questa sede “fiume, fiume”, come se si stesse andando a conquistare ed espugnare la Fiume d’oltre confine, e invece di sgattaiolare via con la coda tra le gambe non avendo neanche il coraggio di rimanere ad ascoltare le ragioni dell’opposizione. Ve ne siete andati perché con un trucchetto avete comunque garantito che fino alle 10 potevate evitare di frequentare quest’Aula; è stato ampiamente documentato, ma questo rappresenta una forma di etica della partecipazione pubblica alla quale mi pare vi siate volentieri sottratti.

PAGINA: 0245

WALTER VERINI (PD). Presidente, questo provvedimento vi somiglia, somiglia ai vostri 100 giorni, perché è un provvedimento pasticciato, dannoso; contiene atti estranei e inutili al Paese, come del resto, secondo noi, sono stati dannosi i vostri 100 giorni e gli altri provvedimenti che avete adottato e che avete trasmesso, perfino le posture paragovernative che avete assunto, le dichiarazioni improvvide che avete rilasciato: sì, anche le dichiarazioni, come vi ha ricordato ieri Mario Draghi e che hanno già arrecato gravissimi danni all’Italia.

PAGINA: 0246

MARCO DI MAIO (PD). Grazie Presidente, onorevoli colleghi voteremo contro la conversione in legge di questo decreto-legge e non sarà perché avete scelto di tagliare la discussione generale imponendo quella tagliola prevista dal Regolamento - ma contro la quale vi siete tante volte scagliati nella scorsa legislatura, gridando allo scandalo e alla deriva autoritaria - e non sarà nemmeno perché avete scelto di porre la questione di fiducia su questo decreto-legge. Sono facoltà prevista dai Regolamenti parlamentari e dalla Costituzione che sarebbero caduti o sarebbero stati allentati in parte se aveste scelto di sostenere la riforma costituzionale del 4 dicembre anziché dire “no” a tutto per poi lamentarvi che il sistema non funziona ed è farraginoso. E a questo proposito mi rivolgo a chi, fuori da qui ovviamente, in buona fede ha votato “no” il 4 dicembre del 2016 a quel referendum per la paura di una deriva autoritaria. È il momento di tornare a farsi sentire perché è grave che in un Paese in cui gli esponenti di spicco dei due partiti di Governo dicono di voler esautorare, chiudere, cancellare in Parlamento e nessuna voce di quelli che si dicevano difensori della Costituzione si è levata a difesa di queste istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ma tornando al merito del provvedimento voteremo contro perché nel testo ci sono norme dannose per gli italiani, per le persone, per le famiglie e le imprese che vivono e operano nel nostro Paese. Avete rifiutato, colleghi della maggioranza, ogni contributo per migliorare il provvedimento, negando quella centralità del Parlamento che invece avete professato - a partire dal Presidente della Camera Roberto Fico - all’inizio di questa legislatura. Voteremo contro per il blocco dei fondi per le città e le periferie italiane. Con questo decreto-legge, al di là delle promesse che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto ai sindaci, si tolgono un miliardo e 600 milioni di euro ai comuni italiani. Soldi che erano già stati assegnati con graduatoria pubblicata in Gazzetta Ufficiale, con copertura finanziaria bollinata dalla Ragioneria e certificata dalla Corte dei conti, con un contratto, convenzioni firmate tra i sindaci e la Presidenza del Consiglio. Soldi che servivano, che servono per realizzare progetti in oltre 300 comuni italiani e soldi che, per guardare alla mia terra, la Romagna, avrebbero consentito, consentirebbero di realizzare investimenti per oltre 40 milioni di euro.

PAGINA: 0248

GIAN MARIO FRAGOMELI (PD). Grazie Presidente, purtroppo la discussione è stata lunga ma non è servita. Questo era ed è restato il decreto dell’indifferenza nel senso che non avete minimamente accolto o tenuto in considerazione il tema dell’obbligo vaccinale, il diritto alla normalità delle famiglie fragili.

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ROBERTO MORASSUT (PD). Grazie Presidente, il milleproroghe in genere è un provvedimento rituale, un appuntamento ciclico dell’attività parlamentare nel quale ci si trova un po’ di tutto. Questa volta, anche per il vuoto pneumatico del Governo di proposte e di provvedimenti, questo decreto ha assunto un significato particolare soprattutto per alcune decisioni che sono state assunte al suo interno: quella sui vaccini e quella sulle periferie. Un significato particolare anche per il modo a dir poco irrituale, molti colleghi lo hanno ricordato, con il quale lo avete sottoposto al Parlamento con un voto di fiducia che, per come è stato sottoposto al Parlamento, rappresenta un precedente grave della prassi parlamentare.

PAGINA: 0252

NICOLA PELLICANI (PD). Presidente, voteremo contro la conversione in legge di questo decreto; siamo arrivati ai titoli di coda di questa brutta pagina di inizio legislatura, il PD ha lavorato fino all’ultimo per cercare di migliorare il decreto, abbiamo lavorato giorno e notte, presentando proposte concrete con emendamenti di merito, ma il Governo è stato sordo, è stato sordo sul tema dei vaccini, sulle misure per le zone terremotate, sul tema del bando delle periferie e sui temi del lavoro. In queste ore, in queste giornate avete mortificato il ruolo del Parlamento, interrompendo la discussione generale, impedendoci di esporre le nostre proposte. Avete posto la fiducia con una procedura illegittima, deliberandola due mesi prima, il 24 luglio, prima ancora della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e avete posto la fiducia senza che ci fosse una vera urgenza. Poi, come se non bastasse, avete usato la tagliola sul dibattito, troncando 70 nostri interventi.

PAGINA: 0019

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

PAGINA: 0253

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 14,25)

PAGINA: 0019

  Interviene per dichiarazione di voto finale la deputata MARIA CHIARA GADDA (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0254

MARIA CHIARA GADDA (PD). Grazie, Presidente. Il Partito Democratico in questi giorni e in queste settimane è intervenuto in modo molto responsabile. Il decreto milleproroghe è sempre un appuntamento importante; questa volta il decreto milleproroghe risulta un’anomalia rispetto alla prassi, rispetto alla discussione che questo Parlamento ha sempre avuto. E ci terrei a puntualizzare che il lavoro che il gruppo del Partito Democratico ha fatto in queste settimane, ma soprattutto nelle ultime ore, è stato un lavoro di responsabilità. La nostra azione si è concentrata su alcuni punti qualificanti, e li cito: le periferie, il bando sulle periferie e gli investimenti in materia di impianti sportivi; il tema dei vaccini e tutti gli interventi che riguardano il terremoto.

PAGINA: 0019

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Vedi RS)

PAGINA: 0254

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 14,35)

PAGINA: 0020

  Intervengono per dichiarazione di voto finale i deputati ELENA CARNEVALI (PD) (Vedi RS), STEFANO CECCANTI (PD) (Vedi RS), ANDREA DE MARIA (PD) (Vedi RS), ANNA ASCANI (PD) (Vedi RS), CAMILLO D'ALESSANDRO (PD) (Vedi RS), DAVID ERMINI (PD) (Vedi RS), LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) (Vedi RS), SARA MORETTO (PD) (Vedi RS), LISA NOJA (PD) (Vedi RS) e COSIMO MARIA FERRI (PD) (Vedi RS). Dopo un intervento sull'ordine dei lavori del deputato ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), interviene per dichiarazione di voto finale il deputato DAVIDE GARIGLIO (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0256

ELENA CARNEVALI (PD). Presidente Fico, Governo e colleghi, siamo all’ultimo atto con la votazione che esprimeremo, e poi vi sarà il passaggio dalla Camera di nuovo al Senato nel corso del quale, guardate, esattamente con la stessa determinazione, la stessa forza, la stessa caparbietà, ma soprattutto la stessa convinzione, faremo il nostro dovere di opposizione a questo decreto-legge. Devo dire - e lo dico in particolare a lei, Presidente, con tutto il rispetto, e se vuole anche la stima, ma il rispetto per il ruolo che ricopre - che ci saremmo aspettati in particolare un suo contributo perché non si arrivasse ad una prova di forza come quella che avete voluto, con la scelta di deliberare la seduta fiume (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché vede, lo dico sommessamente anche dalla mia esperienza di pochi anni, il ruolo di un Presidente della Camera che rappresenta tutti avrebbe sicuramente contribuito a rendere il clima più favorevole, invece che in qualche modo venire ad annunciare le posizioni che sono della maggioranza. Un giudizio personale, di cui mi assumo tutte le responsabilità: penso che sarebbe stato molto più utile alla discussione e nei rapporti di quest’Aula aver avuto - come dire? - un ruolo un po’ più dinamico.

PAGINA: 0258

STEFANO CECCANTI (PD). Grazie Presidente, interverrò su tre strappi di fondo che questa maggioranza ha compiuto con questo iter di conversione del decreto-legge. D’altra parte, questo stile di seminare qua e là strappi istituzionali raggiunge anche livelli tragicomici in queste ore se addirittura un esponente del Governo, il sottosegretario agli esteri, Barra Caracciolo, e un presidente di Commissione, il collega Bagnai, non trovano di meglio che attaccare con dei retweet dal sito Dagospia il Governatore della Banca Centrale europea. Siamo nel tragicomico del comportamento istituzionale, ma torniamo agli strappi del decreto- legge. Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che in quest’Aula ci è stato detto che la fiducia è stata apposta su un atto inesistente. Consiglio dei ministri del 24 luglio: il testo non c’è, il testo è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 25 luglio, quindi il testo non c’era. Cosa vi costava a fare una riunione anche il 25 luglio? Forse avevate paura della scadenza? Perché il 25 luglio magari a qualcuno di voi richiama eventi negative, svolgimenti di riunioni di vertice (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che producono effetti istituzionali. D’altra parte, il Presidente del Consiglio ha capovolto il significato dell’8 settembre rendendolo una data fausta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) quando è una tragedia, non stupisce quindi che qualcuno di voi pensi che il 25 luglio sia stata una data infausta.

PAGINA: 0259

ANDREA DE MARIA (PD). Grazie Presidente, siamo arrivati al voto finale su questo provvedimento milleproroghe dopo una lunga discussione che penso abbiamo fatto bene a portare in quest’Aula. Devo anche dire che il cosiddetto Governo del cambiamento, la maggioranza Lega e Cinquestelle, è riuscito a fare un pasticcio anche su un provvedimento come il milleproroghe, che alla fine dovrebbe essere un provvedimento che soprattutto affronta problemi rispetto a tempi di provvedimenti già in vigore, come è appunto la proroga dei termini. Invece su temi delicatissimi in questo milleproroghe voi siete intervenuti negativamente per il Paese, l’avete fatto sui vaccini, l’onorevole Ceccanti l’ha spiegato molto bene subito prima di questo mio intervento, l’avete fatto sul terremoto, non dando certezze ai cittadini e alle imprese di quelle realtà terremotate che, invece, di quelle certezze hanno bisogno e hanno diritto; e poi l’avete fatto sul bando periferie, che è il tema su cui concentrerò di più questo mio intervento. Poi avete fatto una cosa altrettanto grave e cioè uno strappo procedurale sulla modalità con cui si pone il voto di fiducia, quando l’avete deliberato in un Consiglio dei ministri prima della stessa pubblicazione del provvedimento interessato da quel voto di fiducia sulla GazzettaUfficiale. Quando noi abbiamo occupato l’Aula, quando su questo tema abbiamo protestato in modo così forte, non l’abbiamo fatto per una ragione di parte, l’abbiamo fatto anche per i colleghi di maggioranza, perché in questa Camera, nelle istituzioni, il rispetto delle regole, la certezza del diritto, la trasparenza sono elementi di garanzia per tutti. A volte uno può essere maggioranza o può essere opposizione, ma nella correttezza dell’applicazione delle norme, delle leggi, dei regolamenti sta un elemento fondamentale della libera dialettica democratica.

PAGINA: 0261

ANNA ASCANI (PD). Grazie Presidente. L’hanno detto diversi colleghi. Siamo qui oggi a fare queste dichiarazioni di voto per una ragione fondamentale, perché dopo averci dato lezioni per cinque anni dai banchi dell’opposizione su come si rispetta il Parlamento, arrivate qui e alla vostra prima fiducia, peraltro messa il giorno prima che il decreto fosse pubblicato in GazzettaUfficiale - un unicum assoluto - tagliate la discussione generale, imponete la seduta fiume notturna, peraltro sparendo completamente dai banchi, andando a fare altro, non preoccupandovi nemmeno di ascoltare il dibattito e poi, oggi, volete chiudere definitivamente questa discussione! C’è da capirvi, perché io capisco anche l’imbarazzo di dover votare prima di tutto un provvedimento del quale avete detto le cose peggiori. Dicevate, quando stavate dall’altra parte, lei Presidente e tanti dei suoi colleghi dei Cinque Stelle, che il Milleproroghe è il provvedimento incostituzionale per eccellenza, che è il fallimento dalla politica che si sostanzia. Ecco, arrivate qui ed è il vostro terzo provvedimento che portate in Aula, dopo un provvedimento piccolo piccolo sul tribunale di Bari e un “decreto disoccupazione”, ovvero che sta producendo disoccupazione. Arrivate, quindi, e vi presentate con un milleproroghe, che è davvero diventato un decreto omnibus perché dentro c’è di tutto, senza una minima coerenza, se non una cosa, l’ipocrisia totale del non volersi assumere la responsabilità delle decisioni che prendete. Invece di fare atti legislativi coi quali spiegate al Paese qual è la vostra idea di scuola, qual è la vostra idea sulle periferie, qual è la vostra idea sui vaccini, voi prorogate delle misure, prendete tempo, dilazionate, così date delle risposte da un lato ai no vax, ma dall’altro non vi assumete, tutta e piena, la responsabilità delle idee che portate avanti. Così fate finta di voler ripristinare i soldi delle periferie ma, nel frattempo, li togliete ai nostri comuni e via dicendo. È l’ipocrisia il filo conduttore di questo testo che oggi sottoponete al voto dell’Aula.

PAGINA: 0264

CAMILLO D'ALESSANDRO (PD). Presidente, tenterò di articolare il mio ragionamento, utilizzando alcune immagini, perché le immagini, forse, ci possono, ancor più, aiutare a evocare e a rappresentare quello che sta accadendo in queste ore, grazie alle vostre decisioni, nel Paese. Immagini che ci consentono forse di capire di più che effetto e che conseguenze hanno le norme che voi approvate. La prima immagine: molti di noi hanno il dono, la fortuna di essere dei genitori; ora, immaginate questa scena, la mattina a casa con vostro figlio, con il vostro bambino, perché se non immaginate i vostri figli, i vostri bambini, non potete capire quale disagio stiamo creando ai bambini degli altri che hanno difficoltà dopo le scelte che avete assunto sui vaccini; allora immaginiamo il viso dei nostri figli la mattina, a cui dobbiamo dire che non possono prendere il bus per andare a scuola, a cui dobbiamo dire che a scuola ce li accompagniamo noi e che quando arriveranno staranno da soli, perché?

PAGINA: 0266

DAVID ERMINI (PD). Signor Presidente, credo che sia possibile oggi, da un’Aula semivuota, comunque fare alcune osservazioni e alcuni pensieri su come e perché questo decreto sia sbagliato e su come e perché sia stato sbagliato l’iter che ha portato oggi alla votazione finale. Vede, signor Presidente, non era presente lei in Aula, era presente la sua vice, quando è emerso il fatto che la fiducia era stata autorizzata dal Consiglio dei ministri un giorno prima dell’emanazione ufficiale del decreto. Al di là di quella che sarà la decisione finale delle istituzioni, a cui eventualmente qualsiasi cittadino, naturalmente, potrà ricorrere per sollevare questo tipo di problema, credo che sia già stato un errore di fondo voler insistere su questo. Presidente, credo che, quando una maggioranza è maggioranza, la forza della maggioranza stia anche nel dire qualche volta: cerchiamo di arrivare comunque a una soluzione che faccia del bene alle istituzioni in modo complessivo.

PAGINA: 0268

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Presidente, noi siamo qui ancora una volta a esprimere grande contrarietà a questo decreto-legge. Io vorrei dirvi tre cose su questo decreto-legge.

PAGINA: 0271

SARA MORETTO (PD). Grazie Presidente. Intervengo quest’oggi per giustificare e spiegare il mio voto contrario a questo provvedimento e sarebbero sufficienti anche solo le modalità con le quali siamo arrivati a questo voto per giustificarne l’esito. Un iter parlamentare che è cominciato con una maggioranza sorda e soprattutto muta, che è passato per una tagliola del dibattito, che ci ha visto per la prima volta nella storia, assistere ad una fiducia preventiva che era stata posta ancor prima che il provvedimento diventasse ufficiale e che si è conclusa con la delibera di una seduta fiume che la maggioranza ha voluto per sfuggire al confronto e poter concludere rapidamente un provvedimento che mette in imbarazzo essa stessa. Parlavo di maggioranza muta perché ciò che mi ha stupito, signor Presidente, in questo dibattito è appunto il silenzio di tanti parlamentari che nei territori hanno affermato di voler difendere i progetti del bando periferie, che hanno affermato di essere dalla parte dei dirigenti scolastici che chiedevano chiarezza, ma che qui a Roma, lontano dai territori, rimangono zitti e approvano ciò che nei territori dicono di non condividere.

PAGINA: 0273

LISA NOJA (PD). Grazie, Presidente, intervengo per motivare le ragioni del mio convinto voto negativo sulla conversione del decreto milleproroghe. Vedete, io ritengo che questo decreto sia importante perché certifica la cifra di questo Governo sotto tre profili. Il primo certifica che la forma specifica di cambiamento che persegue questo Governo è quella del voltafaccia: voi siete andati nelle periferie delle nostre città durante la campagna elettorale promettendo che vi sareste occupati dei cittadini di quelle periferie e gli avete voltato la faccia perché avete deciso di tagliare i fondi che servivano per migliorare la qualità della vita di quei cittadini. Avete voltato la faccia ai cittadini dei territori terremotati. In quest’Aula poche settimane il Governo ha dato parere favorevole ad un ordine del giorno che vi impegnava a prendere provvedimenti riguardanti la proroga della struttura commissariale, a prendere provvedimenti riguardanti i mutui, a prendere provvedimenti riguardanti la restituzione delle tasse delle aziende che si trovano nelle aree terremotate. Avete preso l’impegno di inserire queste misure nel decreto milleproroghe. Non c’è nulla di tutto questo, avete voltato la faccia anche in questo caso.

PAGINA: 0274

COSIMO MARIA FERRI (PD). Grazie Presidente. Devo dire che gli argomenti da affrontare sono tanti perché questo è un provvedimento, come emerso nel dibattito in queste giornate, pieno di punti interrogativi e di risposte da parte del Governo della politica lontane dalle esigenze dei territori, della gente e di chi veramente aspettava e aspetta dalla politica e dal legislatore concretezza, coerenza e responsabilità. Però la prima cosa che mi sento di sottolineare è quella del metodo. È un metodo che non condividiamo, un metodo che dimostra l’atteggiamento del Governo e anche la non coerenza e quanto ci sia diversità tra la campagna elettorale che c’è stata e gli argomenti che le forze politiche, che rappresentano oggi il Governo, hanno portato avanti, e poi l’agire, il governare e l’esercitare il proprio programma. Parlo di metodo e parto dalla questione di fiducia, che è stata già trattata.

PAGINA: 0276

ENRICO BORGHI (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0277

DAVIDE GARIGLIO (PD). Presidente, il decreto-legge “milleproroghe” che oggi convertiamo ha – e l’ha bene illustrato il collega Ceccanti - dei profili evidenti d’incostituzionalità, non solo impliciti nel fatto di essere un milleproroghe, ma nel fatto di essere uno strumento normativo, Presidente, e questo dovrebbe interessarla, che è entrato nell’Aula del Senato con 28 commi ed esce dall’Aula della Camera con 79 commi. Un decreto su cui è stata posta la fiducia prima della stessa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma, soprattutto, Presidente, il vulnus è venuto qui dentro, perché è stata posta una tagliola alla discussione generale e siamo stati costretti a discutere l’articolato…

PAGINA: 0020

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

PAGINA: 0278

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 16,35)

PAGINA: 0020

  Interviene quindi, sull'ordine dei lavori, la deputata ALESSIA MORANI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0278

ALESSIA MORANI (PD). Chiedo di parlare sull’ordine dei lavori.

PAGINA: 0021

  Intervengono per dichiarazione di voto finale i deputati IVAN SCALFAROTTO (PD) (Vedi RS), STEFANIA PEZZOPANE (PD) (Vedi RS), CARLA CANTONE (PD) (Vedi RS), ALESSIA ROTTA (PD) (Vedi RS), LUCA RIZZO NERVO (PD) (Vedi RS), ALESSIA MORANI (PD) (Vedi RS), ALESSANDRO ZAN (PD) (Vedi RS) e MARTINA NARDI (PD) (Vedi RS).

PAGINA: 0281

IVAN SCALFAROTTO (PD). Presidente, siamo qui da moltissime ore: stamattina abbiamo fatto le 6, abbiamo ricominciato alle 10; e uno dei rischi che si corre quando si passano troppe ore nel Palazzo è di diventare autoreferenziali, di perdere il polso della situazione. Se uno guarda a qual è la situazione italiana in questo momento, con un Paese in gravissime difficoltà, un Paese, dicevo ieri, che sembra sotto la palla, quella che serve per le demolizioni, del film Prova d’orchestra, quello di Fellini, verrebbe da chiedersi: ma come mai state qui a discutere di “milleproroghe”, come mai tutta questa passione sul “milleproroghe”? Se uno sente le parole del Presidente della BCE Draghi, che dice che si sono fatti dei danni per via delle parole di questo Governo, e se lo dice il Presidente della Banca centrale europea, c’è da credergli; e per chi non gli credesse basta vedere che cosa succede a servitori del Paese, gente con la schiena dritta, gente di chiara fama di trasparenza e di indipendenza indiscussa come Mario Nava, costretto a dimettersi dalla Consob perché attaccato politicamente da un Governo e una maggioranza che probabilmente temono di avere una persona con la schiena dritta a controllare i mercati, a controllare la trasparenza delle transazioni finanziarie. Se si guarda a Genova, nella scadenza del primo mese dalla tragedia del ponte, è un Governo che era partito lancia in resta promettendo mari e monti, non riesce ancora a partorire nessuna decisione, bloccato com’è: non si sa chi sarà il commissario, non si sa chi farà il ponte, non si sa quando lo farà. E i giorni passano, lo stesso Governo che aveva suonato le fanfare delle concessioni revocate immediatamente.

PAGINA: 0283

STEFANIA PEZZOPANE (PD). Grazie, Presidente. Arriviamo alla conclusione, al voto finale di un importante percorso che abbiamo fatto tutto e fino in fondo con orgoglio e con determinazione, non spaventandoci di nulla, non subendo i vostri arbitrii e, soprattutto, cercando di rappresentare tutte quelle motivazioni e istanze dei cittadini che da voi non venivano rappresentati. Per il PD è stata un’eccezionale occasione di battaglia politica, appassionata ed efficace. Volevate umiliarci, non solo non ci siete riusciti, ma ci avete dato l’opportunità di rappresentare fino in fondo quello che volevamo rappresentare. Ma vi siete resi conto dell’assurdità della vostra scelta? Avete posto una fiducia senza una vera necessità, una fiducia illegittima addirittura e, uso un termine particolare, il termine “allucinante”, una fiducia preventiva. Avete posto la fiducia su un decreto che ancora non avevate approvato, non è mai successo, non può accadere, non è plausibile. Mi rivolgo ai parlamentari: ma voi ci parlate con i rappresentanti del Governo? Le sapete queste cose? Ma lo sapete che quel decreto lo hanno fatto dopo che avevano preparato il voto di fiducia? Ma non sentite l’inganno di tutta questa operazione?

PAGINA: 0285

CARLA CANTONE (PD). Voi avete costruito un decreto “milleproroghe” che assomiglia di più a un millepiedi che non ha a un mille proroghe utili. Ciò che avete deciso di inserire nel decreto non corrisponde ai bisogni del Paese. Avete scelto di inserire ciò che vi fa comodo, anzi, mi correggo, ciò che vi hanno ordinato di fare. Invece di costruire un decreto-legge per il Paese, avete presentato un decreto che io chiamo un disastro, non un decreto degno di un Governo responsabile. Perché lo chiamo disastro? Ve lo spiego: un disastro per le scelte sui vaccini di cui vi pentirete amaramente. Peccato che a pagarne le spese, come vi hanno già detto i miei colleghi e le mie colleghe, saranno le famiglie, i bambini e l’aspetto grave è che non ve ne rendete conto. È un disastro per le scelte sulle periferie. Non aiutare i comuni significa lasciare le periferie senza gli interventi di cui hanno bisogno e, se non c’è intervento sul recupero urbano, la colpa è solo vostra e solo e soltanto vostra. E noi lo diremo in ogni comune e in ogni territorio, ritornando nei nostri collegi, a tutti i comuni ai quali voi avete negato il contributo perché - se non lo sapete, ve lo spieghiamo - a pagare tale disagio saranno sì le persone che ci abitano ma, tra quelle persone, più di tutti gli anziani e i bambini, cioè le persone più deboli. È un disastro per molti lavoratori e lavoratrici, per molte aziende, per molte aree industriali colpite dalla crisi. Avete negato proroghe per la continuità di un reddito per vivere a chi, a fine 2018, resterà senza nulla, senza uno straccio di sostegno e non veniteci a raccontare, non andate a raccontare in giro che interverrete con il reddito di cittadinanza perché sapete che non sarà possibile: sta diventando una leggenda metropolitana anche questa.

PAGINA: 0286

ALESSIA ROTTA (PD). Vi voglio raccontare una storia, una storia scritta da un poeta danese quasi 200 anni fa. Probabilmente, molti qui dentro la conoscono, ma la voglio raccontare perché è più che mai attuale e credo che storie così esemplari magari possano servire. C’erano una volta due impostori che si fecero passare per statisti e sostennero di saper trasformare il Paese nel posto migliore che mai si potesse immaginare. Fecero allora una campagna sulle loro strabilianti doti, dall’abolizione della legge Fornero, al reddito di cittadinanza con almeno 780 euro per 5 milioni di persone e ancora la flat tax, che avrebbe portato ad una diminuzione drastica delle tasse, alla riduzione dell’accisa sulla benzina, alla chiusura dell’Ilva, perché la fabbrica avvelenava la popolazione tarantina e l’avrebbero trasformata in un parco giochi e così via.

PAGINA: 0288

LUCA RIZZO NERVO (PD). Grazie, Presidente, colleghi; ebbene, siete passati dalle parole ai fatti. Presidente, chiarisco, non mi fraintenda, purtroppo non si tratta di constatare che, dopo oltre 100 giorni di Governo, avete compreso finalmente che ora è una fase nuova, ora è il tempo delle scelte, il tempo del Governo, il tempo della responsabilità verso il Paese, il tempo dei fatti che confermino almeno in parte le tonnellate di promesse propagate che trasudano quotidianamente da ogni social network. No, purtroppo non si tratta di questo. Siete passati dalle parole ai fatti, perché, con questo decreto, con la sua gestione parlamentare, con le modalità che avete usato a questo Parlamento, ancor prima che a queste minoranze, con la pagina di vita parlamentare che avete scritto in queste ore, questa notte, avete reso palese che, davvero, il vostro obiettivo è banalizzare, deridere, mortificare il luogo della rappresentanza di tutti i cittadini italiani, fino a farne, un giorno, il luogo di una lotteria a premi per cittadini, in cui, se gratti il tagliando e trovi 5 Stelle, vinci un viaggio di cinque anni in Parlamento, con tanto di Grande Fratello, oddio, poi, non esageriamo, di Rocco Casalino, che ti dice tutto quello che devi dire e fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PAGINA: 0290

ALESSIA MORANI (PD). Grazie, Presidente. Abbiamo fatto opposizione per tutta la notte, siamo stati qui, su questi banchi, per cercare, oltre ogni nostra forza fisica, e anche mentale, devo dire, di bloccare questo decreto scellerato, sbagliato nei contenuti e nelle modalità.

PAGINA: 0292

ALESSANDRO ZAN (PD). Presidente, siamo arrivati ormai dopo tante ore, lo sappiamo, al voto finale di questo decreto-legge. Si chiama “milleproroghe” proprio perché il Governo dovrebbe sanare ciò che prima era stato continuamente prorogato; invece, il Governo continua a prorogare sine die, continuando a promettere che in un futuro non ben definito sanerà, che in un futuro non ben determinato rimetterà i fondi rubati alla riqualificazione delle periferie, che si occuperà in modo più serio ed organico dei vaccini, e così via. Eravamo però convinti che la maggioranza e il Governo – ormai, mi sembra troppo tardi, però - potessero ripensare in questi giorni - e noi abbiamo dato nel merito a loro dei contributi importanti per poterlo fare - agli enormi errori che stanno commettendo, convinti che avrebbero dato ascolto alla voce di centinaia di sindaci italiani, espressione di ogni schieramento, convinti che il buonsenso potesse prevalere sulla volontà di cancellare con un blitz notturno oltre 1 miliardo di euro già stanziati per i cittadini italiani, convinti che la ricerca scientifica e la fiducia nella medicina fossero valori trasversali. E vorrei partire proprio da questo balletto infelice sui vaccini. L’hanno detto bene i colleghi che mi hanno preceduto: dopo una campagna elettorale passata a sparare a zero contro l’obbligo vaccinale, è ricomparsa la farsa dell’autocertificazione, che permetterà a bambini non vaccinati di entrare nelle scuole italiane, mettendo a rischio la salute di tutta la comunità. Questo è un concetto che noi continuiamo a ripetere, ma che la maggioranza continua a non ascoltare. La vostra fame di consenso elettorale, la rincorsa folle nei sondaggi tra 5 Stelle e Lega fa mettere a repentaglio la vita anche dei vostri stessi figli, pur di crescere nelle percentuali. Siete degli irresponsabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PAGINA: 0294

MARTINA NARDI (PD). Grazie, Presidente. Dopo queste mille ore passate in quest’Aula, dopo questo «milleproroghe» abbiamo finalmente capito, abbiamo capito che il cambiamento che intendete proporre al Paese ha una natura regressiva e antistorica. Ci state consegnando un Paese che preferisce non investire nelle periferie, non investire per sanare le ferite della nostra terra, che preferisce, invece, continuare a soffiare sulle paure, sulle paure che animano, che agitano quei luoghi, quei luoghi che appunto sono insicuri, spesso da tutti i punti di vista, sociali, economici, culturali.

PAGINA: 0021

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (Vedi RS)

PAGINA: 0295

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO (ore 17,55)

PAGINA: 0022

  Intervengono per dichiarazione di voto finale i deputati FRANCO VAZIO (PD) (Vedi RS), ETTORE ROSATO (PD) (Vedi RS), ENRICO BORGHI (PD) (Vedi RS), EMANUELE FIANO (PD) (Vedi RS) e FRANCESCA FLATI (M5S) (Vedi RS).

PAGINA: 0295

ETTORE ROSATO (PD). Grazie Presidente. Anche ascoltando gli interventi dei colleghi, io spero che chi è restato in Aula (qualcuno c’era anche dei gruppi di opposizione e comunque qualcuno era obbligato per servizio) avrà apprezzato che non c’è stato nemmeno un intervento ostruzionistico tra i nostri. Non c’è stato un intervento che voleva prendere tempo, non c’è stato nemmeno un intervento in cui c’erano parole vuote. Vi dico che a noi non piace stare qui a perdere tempo. Abbiamo pensato molto se utilizzare una forma di protesta come quella che abbiamo messo in campo dopo la vostra decisione di apporre la fiducia e siamo arrivati alla conclusione che i contenuti di questo provvedimento - ciò non vale su tutti i provvedimenti ma in questo caso vale senz’altro - non sono battaglie del PD. La questione dei vaccini non è una vicenda o una guerra tra la maggioranza e il PD. La vicenda sulle periferie, i tagli sulle periferie non sono tagli al Governo del PD, uno sgarbo al Governo Renzi o Gentiloni, ma sono questioni che attengono, veramente, a un pezzo di società molto più grande, peraltro, un pezzo di società che in parte vi ha anche votato. Vi assicuro che tra quelle mamme preoccupate per le norme sui vaccini, ce ne sono tante che hanno votato anche per i vostri partiti e sono preoccupate sul serio e non è che sono preoccupate perché glielo dice il PD, ma sono preoccupate perché lo dicono i medici, sono preoccupate perché è la scienza che dice che i vaccini servono. Invece voi vi siete affidati a qualche stregone. Ma non è che vi siete affidati a qualche stregone, perché io non penso che tra di voi ci siano persone stupide. Io penso che abbia prevalso la voglia di rompere, la voglia di dimostrare che le regole per voi non valgono e, su questa battaglia, giocate con la vita delle persone. Io, in queste in queste quarantotto ore, ho ascoltato - anche nei lavori di Commissione - alcuni interventi di miei colleghi che hanno parlato con competenza professionale (penso al collega Siani, alla collega Carnevali), oppure con partecipazione personale (cito tra tutti il collega Fragomeli, stanotte per chi lo ha ascoltato) (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), parlando e cercando di parlare anche un po’ non solo alla testa ma anche un po’ al cuore, al legislatore, a chi deve decidere.

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ENRICO BORGHI (PD). La ringrazio, signor Presidente, anche per essere qui e per presiedere questi lavori, perché noi siamo convinti che questo atto che stiamo per compiere sarà ricordato, in futuro, negli annali della storia parlamentare, perché, signor Presidente, questo decreto rappresenta la fine dell’innocenza di questa maggioranza e di una parte che, all’interno di questa maggioranza, si è presentata qui, dicendo agli italiani che avrebbe fatto esattamente il contrario di quello che avevano fatto quelli che c’erano prima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

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EMANUELE FIANO (PD). Mi rivolgo, Presidente, a lei e all’Aula con il rispetto che nutro, io e tutto il Partito Democratico, per quest’Aula, e con la coscienza di chi è forte dei propri principi non rinunciabili; e aggiungo anche con la coscienza di chi sa di avere perso il 4 marzo, e che dunque sa di doversi interrogare sui propri limiti. Ma il rispetto non è debolezza…

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FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, signor Presidente. Rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, ci siamo ritrovati a prendere in esame il decreto “milleproroghe”, uno strumento che storicamente abbiamo sempre osteggiato, come anche è stato ricordato in quest’Aula, e che non appartiene al nostro modo di intendere l’attività parlamentare.

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(Coordinamento formale) (Vedi RS)

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(Coordinamento formale - A.C. 1117-A)

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(Votazione finale ed approvazione) (Vedi RS)

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(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1117-A)

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Interventi di fine seduta. (Vedi RS)

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Interventi di fine seduta.

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  Interviene la deputata FLORA FRATE (M5S) (Vedi RS).

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FLORA FRATE (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il tema della sicurezza occupa uno spazio sempre più consistente nel dibattito pubblico. Nelle città, nelle periferie, nelle strade, fuori dalle scuole, ovunque nel Paese, la domanda di sicurezza da parte di tutte le categorie sociali si fa sempre più consistente. In tal senso, il ruolo strategico, esercitato dalla polizia locale, con il testo coordinato n. 14 del 2017, recante: disposizioni urgenti in materia di sicurezza della città, la polizia locale concorre alla promozione e all’attuazione di un sistema unitario di sicurezza. Con i suoi 60 mila agenti, distribuiti in modo capillare sull’intero territorio nazionale, essa è chiamata a svolgere compiti di sicurezza urbana, in sinergia con le Forze di polizia statali a ordinamento civile, è dedita al contrasto dell’ambulantato illegale, alla vigilanza nelle scuole, al patrimonio edilizio, alle attività di rilevamento degli incidenti stradali, oltre che alle attività di antiterrorismo mediante il controllo di piazze e di obiettivi strategici unitamente all’Esercito e alle Forze di polizia statali. Tuttavia, ancora oggi gli agenti di polizia locale soffrono di carenze strutturali: sono sprovvisti di adeguati strumenti di lavoro, mancano di tutele per la protezione personale, lamentano pesanti carenze sotto il profilo della formazione, in ultimo, ma non da ultimo, sono equiparati economicamente e giuridicamente ai dipendenti amministrativi delle regioni e dei comuni, tutte le carenze dovute al protrarsi di una normativa, la legge n. 65 del 1986, inadeguata alla luce delle attuali esigenze.

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (Vedi RS)

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI (ore 18,40)

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   Intervengono i deputati KETTY FOGLIANI (LEGA) (Vedi RS) e ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE) (Vedi RS).

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KETTY FOGLIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, in questo mio primo intervento in Aula ritengo giusto segnalare un ulteriore commento del tutto inappropriato comparso sui social contro il nostro Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, l’uomo che, in questo preciso momento storico, si sta facendo portavoce di quanto richiesto dagli italiani, col massimo della passione e della determinazione. Ne abbiamo visti e letti molti, ma in questo caso parlo del commento di un amministratore locale del mio territorio, Valentina Pavan, del comune di San Stino di Livenza, nella Città Metropolitana di Venezia. L’assessore, appartenente alla giunta di centrosinistra, ha letteralmente scritto, sotto un video pubblicato dal Ministro: sei fortunato che la sedia elettrica è stata abolita, signor Ministro. Questa è una frase che lascia sconcertati e basiti, in quatto detta da un assessore all’istruzione, e, ripeto, all’istruzione, con lei che, in questo caso, dovrebbe essere d’esempio di mediazione, nella piena consapevolezza dell’incarico che ricopre, sempre nell’assoluto rispetto verso le istituzioni. Trattandosi di un assessore all’istruzione e, quindi, di riferimento per i bambini e i ragazzi, questo fatto risulta particolarmente grave, anzi gravissimo. Come donna e come mamma, resto del tutto allibita: seminare odio non è mai una cosa giusta, da qualsiasi parte provenga. Dopo essere stato segnalato pubblicamente, il post è stato rimosso e subito sono arrivate al Ministro le scuse del caso. Le uniche scuse accettabili sono le sue dimissioni che, per fortuna, ha deciso di rassegnare. Concludo sottolineando che il gruppo della Lega dà il massimo sostegno al nostro Ministro Matteo Salvini. Noi stiamo con Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

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ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Intervengo per portare all’attenzione di quest’Aula una situazione di grave disagio per i lavoratori della postazione del 118 gestito dalle associazioni di volontariato operanti nella provincia di Foggia. Da oltre quindici anni questi lavoratori vivono in uno stato di umiliante precarietà e di incertezza per il proprio futuro, nonostante il servizio sia sempre stato svolto con abnegazione e competenza. Spesso questi lavoratori hanno dovuto formarsi pagando di tasca propria. Ciò attesta ancor di più lo sforzo per operare al meglio e meritarsi un dignitoso posto di lavoro ma evidentemente non basta per consentirlo. Questi lavoratori subiscono continue vessazioni da parte delle varie associazioni assegnatarie dell’incarico che vanno dalla mancata ricezione delle mensilità stipendiali di pochi mesi fino ad andare più in là nel tempo, alle minacce di licenziamento. Si attende trepidamente che la regione Puglia faccia diventare legge la proposta dalla giunta regionale di creare un’agenzia unica per la gestione del servizio di emergenza-urgenza e del 118 che prevede l’internalizzazione dei servizi e dei lavoratori in una società in house della ASL. Da cinque giorni però questi esasperati lavoratori appartenenti a vari presìdi che vanno da Mattinata a Volturara Appula, che è il paese di nascita del nostro Presidente del Consiglio, da Bovino a Castelluccio dei Sauri, da Lucera a Cerignola hanno deciso di compiere un gesto decisamente forte ossia lo sciopero della fame che durerà fino a domenica prossima, in quanto è inaccettabile che una gestione nata come sperimentale dal 2003 sia ancora tale, nonostante si sia dimostrata fallimentare per i lavoratori e nonostante vi siano state varie promesse puntualmente disattese. Va da sé che non solo il sottoscritto in qualità di parlamentare e rappresentante del territorio ma ogni persona di buon senso si schieri al fianco di chi chiede di poter svolgere il proprio lavoro per dare alla propria famiglia un futuro dignitoso e sicuro cui ha diritto ogni cittadino.

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Sui lavori dell'Assemblea. (Vedi RS)

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Sui lavori dell’Assemblea.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Rende una comunicazione all'Assemblea.

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PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, è stata convenuta la seguente riarticolazione dei lavori dell’Assemblea per la settimana 17-21 settembre:

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Ordine del giorno della prossima seduta. (Vedi RS)

PAGINA: 0307

Ordine del giorno della prossima seduta.

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  PRESIDENTE (Vedi RS). Comunica l'ordine del giorno della prossima seduta.

PAGINA: 0307

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

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  La seduta termina alle 18,50 del 14 settembre 2018.