FRONTESPIZIO

RELAZIONE

PROGETTO DI LEGGE
                        Articolo 1

XVIII LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

N. 736

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato ANZALDI

Dichiarazione di monumento nazionale del sito di Gibellina

Presentata il 14 giugno 2018

  Onorevoli Colleghi! — La presente proposta di legge riprende in parte il testo che, da primo firmatario, avevo già presentato nel corso della precedente legislatura (atto Camera n. 1956 della XVII legislatura). Va detto che nel corso degli ultimi anni sono stati fatti enormi passi in avanti per il definitivo «sdoganamento» del monumento che Alberto Burri ha creato quale simbolo di memoria collettiva di una tragedia territoriale che ha segnato la Sicilia e l'Italia, come il terremoto del Belice. Oggi quest'opera è oggetto di una conferenza al MAXXI di Roma dedicata al lavoro di land art più grande d'Europa.
  Il grande Cretto è stato completato nel 2015 e la presenza dello stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella ricorrenza del tragico evento ha segnato un momento davvero importante per l'intera comunità del Belice.
  Il termine monumento rimanda al latino monumentum, che tradotto in italiano significa ricordo, memoria, testimonianza. È da questa riflessione che dobbiamo partire per comprendere il senso della presente proposta di legge, che ha il fine di dichiarare il sito di Gibellina monumento nazionale.
  La città di Gibellina, che affonda le sue origini nei primi insediamenti greci in Sicilia nell'VIII secolo a.C., fu completamente distrutta nel corso del terremoto che il 15 gennaio 1968 colpì il Belice, un'area della Sicilia compresa tra le province di Agrigento, Trapani e Palermo. Oltre a Gibellina furono rasi al suolo i paesi di Poggioreale, Salaparuta e Montevago. Il sisma provocò 370 vittime, migliaia di feriti e oltre 70.000 senzatetto. I soccorsi tardarono a giungere sui luoghi del disastro e la lentezza e i ritardi sono stati il denominatore comune di ogni azione in quei territori nel corso dei cinquanta anni che ci separano da quegli avvenimenti e che non sono stati tuttavia sufficienti perché il processo di ricostruzione avesse termine.
  Ci sono pagine storiche di giornalismo ancora rintracciabili nelle teche della RAI e su Youtube, come il servizio di Sergio Zavoli che evidenzia come quella calamità fece conoscere all'Italia l'esistenza di una realtà che in molti ignoravano. Una realtà fatta di disagio ma anche di enorme dignità. Gibellina simbolo di uno squilibrio territoriale e sociale profondo che l'opera di Burri ci declina in modo geniale puntando anche al superamento di quella «spaccatura» immateriale che il terremoto fece emergere in maniera così evidente.
  Piuttosto che ricostruire dove era e come era (per usare una formula molto usata ai nostri giorni) si preferì riedificare le new-town a distanza di vari chilometri dai siti originari e le città distrutte diventarono paesi fantasma, ammassi di rovine abbandonate.
  La nuova Gibellina fu, dunque, riprogettata e ricostruita a circa 20 chilometri a valle di Gibellina vecchia. La sfida di Ludovico Corrao, sindaco di Gibellina dal 1969, fu quella di dare vita, identità e voce alla nuova città e ai suoi cittadini attraverso l'inserimento di un museo en plein air che percorresse l'intero centro abitato, dando vita, tra l'altro, ad uno dei casi più precoci di arte pubblica in Italia, intendendo così anche conservare la memoria del paese distrutto (la memoria e non il documento, come è stato sottolineato). Chiamò a lavorare a Gibellina artisti e architetti di fama internazionale per lavorare insieme ai gibellinesi, sperimentando una sorta di «residenzialità culturale» ante litteram. Infatti, sono proprio l'arte e l'architettura ad annullare le distanze fisiche tra Gibellina vecchia e Gibellina nuova.
  All'appello di Corrao hanno risposto negli anni artisti siciliani (Pietro Consagra, Carla Accardi ed Emilio Isgrò), italiani (tra gli altri, Mario Schifano, Giulio Turcato, Arnaldo Pomodoro, Gino Severini, Alighiero Boetti, Fausto Melotti, Giuseppe Uncini, Mimmo Rotella e Mauro Staccioli) e internazionali (Joseph Beyus e Richard Long). Accanto a questi gli architetti: da Mendini a Quaroni, da Gregotti a Samonà, da Purini a Thermes che progettarono edifici e luoghi di incontro.
  Nel 1981, Ludovico Corrao invitò Alberto Burri a Gibellina per scegliere il luogo e il modo per lasciare il suo intervento artistico. Burri decise di intervenire non a Gibellina nuova, ma nel sito in cui sorgeva la città vecchia e progettò un'opera monumentale e straordinaria: un enorme cretto che avrebbe contenuto e ricoperto le rovine del paese distrutto dal sisma, come un sudario copre e contiene le spoglie di un morto. Il cretto ripercorre nelle profonde fratture della sua superficie le strade della città e disegna così gli isolati ormai distrutti. Burri cristallizza così le macerie e le trasforma in memoria: le mostra e le cela. L'opera che avrebbe dovuto coprire quasi 100.000 metri quadrati, è stata completata solo per due terzi.
  Accanto a questo sorgono la Fondazione Orestiadi con l'omonimo Festival e il Museo delle trame mediterranee e, per contenere le migliaia di opere d'arte frutto del contributo degli artisti, il Museo civico d'arte contemporanea.
  Dichiarare monumento nazionale la fitta trama di interventi artistici e architettonici che allacciano e avvolgono Gibellina vecchia e Gibellina nuova è quindi un atto simbolico (ma ogni monumento è emblema e simbolo prima di tutto) che, però, vuole consolidare la memoria collettiva su questa grande tragedia, ma anche su una grande utopia e uno straordinario luogo d'arte, intelligenza, memoria, impegno, fatica e partecipazione.
  Può finalmente diventare l'occasione per trasformare quell'utopia, per troppo tempo incompresa, in una concreta occasione di sviluppo per i cittadini del Belice facendo conoscere al mondo uno dei più straordinari musei di arte contemporanea a cielo aperto del mondo.
  Per non dimenticare, per continuare a ricordare.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

  1. Il sito di Gibellina, in provincia di Trapani, è dichiarato monumento nazionale.