XVIII LEGISLATURA
CAMERA DEI DEPUTATI
N. 2274
PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa del deputato CONTE
Riconoscimento del Centro studi internazionale sulla dieta mediterranea «Angelo Vassallo» in Pollica quale centro di ricerca e formazione delle comunità emblematiche della dieta mediterranea
Presentata il 27 novembre 2019
Onorevoli Colleghi! – «La Dieta Mediterranea (dal greco diáita, ossia modo o stile di vita) è molto più che un semplice elenco di alimenti. Essa promuove l'interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo».
Con queste parole, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) ha iscritto la dieta mediterranea nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell'umanità. La proposta dell'iscrizione nella Lista è stata presentata dall'Italia, dalla Spagna, dalla Grecia e dal Marocco. Il 4 dicembre 2013 l'UNESCO ha allargato il riconoscimento della dieta mediterranea al Portogallo, alla Croazia e a Cipro.
L'UNESCO ha definito la dieta mediterranea «un insieme di competenze, conoscenze, riti, simboli e tradizioni, che vanno dal paesaggio alla tavola».
La dieta mediterranea, pur essendo un elemento alimentare, culturale e sociale largamente condiviso e praticato da popoli di diversi Stati affacciati sul mar Mediterraneo, assume una particolare valenza identitaria in alcune comunità, definite «emblematiche».
Le comunità emblematiche, descritte nel dossier di candidatura dell'UNESCO della dieta mediterranea, sono quei gruppi sociali territorialmente definiti rappresentativi dei valori universali dichiarati Patrimonio culturale immateriale dell'umanità e particolarmente responsabili per la salvaguardia e la valorizzazione dell'elemento.
Le comunità emblematiche sono, quindi, quelle comunità che per ragioni storiche, scientifiche o qualitative assumono un particolare rilievo nell'insieme delle comunità nazionali degli Stati proponenti e che basano una parte sostanziale della loro identità e della loro continuità in questa esperienza collettiva e ancestrale che è la dieta mediterranea, frutto di continui scambi, esperienze e tradizioni simboliche tramandate di generazione in generazione, mescolanza culturale e sociale e ricca gamma di toni regionali.
L'UNESCO ha riconosciuto come comunità emblematiche, in Italia Pollica, nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Koroni in Grecia, Soria in Spagna e Chefchaouen in Marocco, alle quali sono stati uniti nel 2013 il villaggio di Agros a Cipro, la municipalità di Tavira in Portogallo e le isole di Brač e Hvar in Croazia.
La lista delle comunità emblematiche è stata formalizzata con la Carta di Chefchaouen, con la quale sette comunità mediterranee si sono impegnate per il futuro a salvaguardare e a valorizzare l'elemento che le caratterizza e le accomuna in un'unica collettività. Nel caso dell'Italia è stata indicata la comunità di Pollica e del Cilento, anche perché in tali luoghi ha vissuto per molti anni il fisiologo americano Ancel Benjamin Keys, per studiare, elaborare e dimostrare le sue teorie sull'epidemiologia delle malattie cardiovascolari, basate sull'influenza degli stili di vita su tali patologie, e sui benefìci apportati dall'adozione della dieta mediterranea.
L'Italia, con l'iscrizione della dieta mediterranea nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell'umanità, ha assunto degli obblighi di salvaguardia dell'elemento in ambito internazionale. La dieta mediterranea, infatti, non rappresenta soltanto un modello culturale, ma anche un modello alimentare e di produzione sostenibile a impatto ambientale ridotto e richiede un piano di misure nazionali volte a garantire la trasmissione alle generazioni più giovani e a promuovere la consapevolezza delle comunità attuali. È necessario, quindi, promuovere e salvaguardare la dieta mediterranea, secondo i princìpi definiti dall'UNESCO, attraverso il coinvolgimento degli enti territoriali, delle istituzioni, dei centri di ricerca e della società civile, nel rispetto delle normative nazionali e internazionali vigenti.
L'UNESCO, nel riconoscere questi valori, sulla base dei criteri posti dalla Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 (resa esecutiva in Italia dalla legge n. 167 del 2007), ha auspicato che, al di là delle sue proprietà salutistiche evidenziate dalla ricerca scientifica, la dieta mediterranea sia protetta e promossa quale immenso valore culturale, eredità millenaria e riferimento culturale per tutti i popoli della regione mediterranea, riaffermando anche la sua funzione di vettore essenziale della qualità ambientale, sociale e culturale.
L'Italia ha dato un contributo da protagonista per il riconoscimento da parte dell'UNESCO e, dopo l'esito negativo della proposta del 2007, sostenuta dalla Spagna, dal Marocco e dalla Grecia, nel 2010 ha reso possibile, dopo un lungo e delicato negoziato internazionale, l'iscrizione della dieta mediterranea nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
Tra le innovazioni apportate nel dossier di candidatura valutato positivamente dall'UNESCO, è da segnalare il decisivo contributo della citata Carta di Chefchaouen, che ha individuato le comunità emblematiche all'interno delle nazioni partecipanti nelle quali la dieta mediterranea è ancora viva, trasmessa, protetta e celebrata dai gruppi di individui che la riconoscono come parte del loro patrimonio culturale immateriale, comunità che avrebbero assunto l'onore di salvaguardare e promuovere la dieta mediterranea come primari interlocutori a livello internazionale e nazionale per l'adozione di ogni opportuna misura.
Nel febbraio 2011 si è svolta a Pollica, in Cilento, la prima celebrazione internazionale del riconoscimento da parte dell'UNESCO della dieta mediterranea quale Patrimonio culturale immateriale dell'umanità in occasione del V° Comitato intergovernativo, riunito a Nairobi (Kenya) dal 15 al 19 novembre 2010. Nel corso dell'evento, le quattro comunità emblematiche individuate nei rispettivi Stati Parte – Pollica in Cilento (Italia), Soria (Spagna), Koron (Grecia) e Chefchaouen (Marocco) –, su proposta dell'allora Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali italiano, hanno concordato sull'istituzione, nel comune di Pollica, del Centro studi internazionale sulla dieta mediterranea «Angelo Vassallo», in memoria del sindaco di Pollica ucciso in un attentato di sospetta matrice camorristica il 5 settembre 2010.
Nel tempo il Centro studi ha operato con grande entusiasmo e determinazione nell'affermazione dei princìpi e degli impegni assunti dallo Stato italiano con l'UNESCO nella promozione del riconoscimento e della crescita di una sensibilizzazione internazionale sempre più attuale e concreta.
Ogni anno, tra il 15 e il 19 novembre, a Pollica si tengono, presso il Centro studi situato nel Palazzo Capano, importanti iniziative internazionali che fanno il punto sullo stato di avanzamento dei citati impegni e sviluppi in coordinamento con tutte le comunità emblematiche scelte dagli Stati Parte.
Il 30 marzo 2012, la regione Campania ha approvato la legge regionale n. 6 sul «Riconoscimento della Dieta Mediterranea», che valorizza la dieta mediterranea riconosciuta dall'UNESCO Patrimonio culturale immateriale dell'umanità in quanto modello di sviluppo basato sui valori di questo tipo di alimentazione e stile di vita dal punto di vista culturale, sociale, storico, gastronomico, alimentare, ambientale, paesaggistico e dei costumi.
Con la stessa legge, la regione Campania ha riconosciuto il valore del Centro studi internazionale sulla dieta mediterranea di Pollica e del Museo vivente della dieta mediterranea di Pioppi dedicato ad Ancel Keys, quali poli per la diffusione, la formazione, la ricerca e lo studio dello stile alimentare mediterraneo.
Nel gennaio 2013 il comune di Pollica, in linea con gli impegni conseguenti alla candidatura da parte dell'UNESCO, ha proposto alla regione Campania e al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali una bozza di pianificazione strategica per la dieta mediterranea, nella quale ha previsto di rafforzare la cooperazione tra le comunità emblematiche attraverso l'istituzione di un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT), al fine di strutturare uno strumento capace di interagire sul piano operativo, tecnico e scientifico con le altre compagini nazionali e internazionali.
Il GECT sulla dieta mediterranea rientra nella previsione della legge regionale della Campania n. 6 del 2012 per la promozione di relazioni e di scambi culturali, scientifici ed economici tra le comunità rappresentative citate nell'atto ufficiale di iscrizione dell'UNESCO attraverso il rafforzamento di scambi e azioni comuni a scala interregionale e internazionale, anche mediante il finanziamento e la partecipazione a fondazioni, forme associative e programmi comuni a tale scopo istituiti.
Il 28 settembre 2013 le comunità emblematiche hanno condiviso la proposta del GECT approvando lo statuto e la convenzione.
Il Centro studi internazionale sulla dieta mediterranea di Pollica è stato individuato come sede del GECT con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri 25 luglio 2016 – iscritto al registro il 9 marzo 2017 – e definitivamente riconosciuto dall'Unione europea in attuazione del regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2006; la relativa informazione (2017/C 337/08) è stata poi pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea C 337 del 7 ottobre 2017.
Di fatto, tra le molte attività del Centro studi inerenti agli impegni dello Stato italiano nei confronti dell'UNESCO, emerge quella relativa alla «Carta dei valori della Dieta mediterranea Patrimonio UNESCO» realizzata dall'università di Roma Unitelma Sapienza nell'ambito del progetto «Meddiet – Il portale della Dieta mediterranea», con il contributo del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, come statuito dal decreto ministeriale n. 93824 del 30 dicembre 2014.
Il Centro studi è divenuto un presidio autorevole e fondamentale per la crescita di questi approcci, tanto che nell'ultimo incontro internazionale a Palazzo Capano è stato sottoscritto un importantissimo accordo tra l'università di San Diego della California (USA), l'università di Malmoe (Svezia) e l'università La Sapienza di Roma per contribuire a un'ampia e importante valorizzazione dello stile di vita dell'invecchiamento in salute, con l'impegno delle parti a mettere a disposizione tutti gli strumenti scientifici rientranti a qualsiasi titolo nella loro disponibilità (modelli, ricerche, scoperte scientifiche eccetera) utili all'analisi degli effetti generati dagli stili di vita per l'invecchiamento in salute, connessi agli effetti del consumo delle produzioni agroalimentari del Cilento sulla salute umana. Il Centro studi contribuirà, in collaborazione con i poli di conoscenza territoriale, al raggiungimento degli obiettivi definiti, mediante la messa a disposizione delle strutture materiali e immateriali nell'ambito di programmi di ricerca nazionali e internazionali che favoriranno la permanenza nell'area cilentana dei gruppi di studio. Le parti s'impegnano a reperire i fondi necessari al raggiungimento degli obiettivi dell'accordo, da utilizzare singolarmente o in modo congiunto.
In occasione della firma dell'accordo, il massimo esperto internazionale di studi sulla sequenza del microbioma (già candidato al Premio Nobel per la medicina), Rob Knight (USA) dell'università di San Diego (https://cmi.ucsd.edu/), ha presentato all'assemblea la speciale lettura su «Microbiome in the future of Medicine: Preliminary data from CIAO Study in Cilento», quale innovativa «interpretazione» dei nuovi studi sulla dieta mediterranea.
L'accordo sottoscritto lo scorso 27 settembre 2019 presso il Centro studi ha una portata di valenza mondiale di tale rilevanza che il Centro studi ritiene fondamentale il suo riconoscimento formale da parte dello Stato italiano come polo di studi, di ricerca e di formazione, senza impegni di spesa, per contribuire ad attuare gli obiettivi connessi al riconoscimento da parte dell'UNESCO della dieta mediterranea come Patrimonio culturale immateriale dell'umanità.
A questo obiettivo si attiene la presente proposta di legge che riconosce, appunto, formalmente il Centro studi internazionale sulla dieta mediterranea «Angelo Vassallo» quale centro di ricerca e formazione delle comunità emblematiche della dieta mediterranea.
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. Il Centro studi internazionale sulla dieta mediterranea «Angelo Vassallo» in Pollica, provincia di Salerno, è riconosciuto quale centro di ricerca e formazione delle comunità emblematiche della dieta mediterranea, per l'attuazione degli scopi e delle funzioni assegnati al gruppo europeo di cooperazione territoriale DIETAMED di cui al decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri 25 luglio 2016 e delle seguenti finalità:
a) favorire e promuovere la cooperazione territoriale attraverso lo sviluppo di scambi tra le rispettive comunità emblematiche e altre comunità del bacino del mare Mediterraneo con analoghi scopi e finalità attinenti alla dieta mediterranea;
b) contribuire ad attuare gli obiettivi della decisione 5.COM.6, 41 del V° Comitato intergovernativo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), riunito a Nairobi in Kenya dal 15 al 19 novembre 2010, che ha proclamato la dieta mediterranea Patrimonio culturale immateriale dell'umanità, ai sensi della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 dalla XXXII sessione della Conferenza generale dell'UNESCO, ratificata dallo Stato italiano ai sensi della legge 27 settembre 2007, n. 167.
2. Con regolamento adottato con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, nell'ambito delle finalità e degli scopi dell'articolo 1 della legge 28 marzo 1991, n. 113, sono stabilite le modalità per il riconoscimento di cui al comma 1 del presente articolo, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.