TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 655 di Venerdì 11 marzo 2022

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, per sapere – premesso che:

   si apprende dai media che a Vallerotonda (in provincia di Frosinone) una allevatrice, e in particolare una pastora di nome Assunta Valente, subisce da due anni minacce e danni;

   la sua azienda avrebbe infatti riportato numerosi danneggiamenti di origine dolosa tra cui l'abbattimento di palizzate, gomme del trattore squarciate, tubature spezzate, recinti abbattuti, animali (oltre venticinque mucche) avvelenati e spariti, otto cani uccisi con il veleno e persino un avvertimento con la testa di una agnellina conficcata su un palo. L'ingresso dei suoi terreni, per i quali paga regolarmente l'affitto, verrebbero inoltre resi impraticabili, da ignoti, per impedire il pascolo;

   sempre secondo la stampa la pastora verrebbe denigrata e diffamata da alcuni personaggi della comunità locale: è stata infatti accusata di «essere pazza, esaurita, di inventarsi fandonie per i giornalisti, di non sapersi occupare degli animali perché il suo non è un mestiere per donne»;

   si tratterebbe quindi di intimidazioni gravissime e continue sulle quali, secondo i media, «peserebbe l'ombra inquietante della mafia dei pascoli, quel fenomeno che vedrebbe grandi aziende occupare vaste aree di terreni con il solo scopo di accedere ai fondi europei, pur senza garantire l'effettiva attività di pascolo degli animali»;

   all'origine di tali persecuzioni vi sarebbe quindi la volontà di ignoti di ottenere, attraverso reati e truffe, fondi dell'Unione europea per i pascoli estesi e l'allevamento brado: risorse pubbliche che dovrebbe sostenere le realtà agropastorali ancora presenti sul territorio ma che avrebbero invece favorito una corsa senza precedenti all'accaparramento di terreni da pascolo;

   questa tesi sembra essere sostenuta anche dalle forze dell'ordine, dopo le denunce di Assunta Valente, secondo le quali l'obiettivo delle minacce e dei danneggiamenti sarebbe proprio quello di indurre la donna ad andare via ed abbandonare i terreni da pascolo;

   se in passato la presenza femminile nella pastorizia era concentrata soprattutto al nord, negli ultimi anni molte donne hanno riscoperto tale attività e sono oggi numerose le titolari di aziende zootecniche al Centro e anche al Sud e sulle isole. Le donne, secondo recenti indagini, hanno dato a tale mestiere un'accezione moderna coniugando l'allevamento anche con la cura e il benessere animale, promuovendo al tempo stesso il ripopolamento di zone marginali e la presenza di vivaci comunità negli insediamenti montani;

   per la sua attività Assunta Valente ha ricevuto numerosi riconoscimenti, ha preso parte a documentari tematici ed è stata nominata ambasciatrice del suo territorio in occasione del III Forum nazionale Agroecologia circolare di Roma;

   è quindi necessario contrastare ogni tipologia di sopraffazione condizionata da retaggi culturali arcaici e misogini che ancora oggi, in alcune zone del Paese, trovano purtroppo terreno fertile; si tratta di una mentalità diffusa, figlia di un pastorismo patriarcale, che vede in esperienze di vita e professionali come quella di Assunta Valente esempi intollerabili, da abbattere con ogni mezzo;

   salvaguardare le attività e le esperienze come quelle di Assunta Valente significa, infatti, non solo contrastare le discriminazioni di genere e tutelare il lavoro, l'incolumità e dignità della donna ma anche garantire il presidio dei territori, la cura dei pascoli e la preservazione della biodiversità –:

   se i Ministri interpellati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

   quali urgenti iniziative di competenza intendano conseguentemente assumere per tutelare l'incolumità e l'attività lavorativa nello specifico di Assunta Valente e delle donne pastore nel nostro Paese;

   se non ritengano necessario monitorare l'assegnazione dei fondi europei per la transumanza sul territorio nazionale al fine di contrastare e prevenire eventuali frodi.
(2-01442) «Cenni, Serracchiani, D'Elia, Incerti, Quartapelle Procopio, Nardi, Sensi, Braga, Ciagà, Mura, Morani, Bruno Bossio, Pellicani, Sani, Fragomeli, De Filippo, Morassut, Madia, Gribaudo, Boldrini, Frailis, Fiano, Pizzetti, Di Giorgi, Ianaro, Ciampi, Pollastrini, Carnevali, Bonomo, Schirò, Luciano Cantone, Casu, Cantini, Soverini».

(8 marzo 2022)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   nel 2010 un fabbricato rurale, all'epoca un rudere, situato in Contrada Uliveto è stato trasferito dall'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (Anbsc) al patrimonio indisponibile del comune di Cinisi, per scopi sociali e istituzionali, al fine di restituirli alla collettività e accrescerne il valore;

   tale casolare faceva parte della confisca di alcuni beni immobili sottratti al boss mafioso Gaetano Badalamenti, nella seconda metà degli anni Settanta capo dell'associazione mafiosa denominata Cosa Nostra e condannato nel 2002 all'ergastolo quale mandante dell'omicidio di Peppino Impastato;

   il comune di Cinisi, attraverso i finanziamenti europei del Fondo di sviluppo e coesione e in particolare del Fondo di sviluppo rurale, ha sottoposto il casolare a un importante intervento di recupero e di ristrutturazione, per alcune centinaia di migliaia di euro, al fine di adibirlo a «centro ricreativo e culturale collegato al sistema regionale delle aree protette e delle razze autoctone»;

   nel gennaio 2021 il comune di Cinisi ha altresì sottoscritto un accordo di collaborazione con l'Associazione «Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato» per utilizzare l'immobile anche «quale “Centro di diffusione della Cultura della Legalità” da mettere in rete con altri luoghi simbolo delle battaglie antimafia portate avanti da Peppino Impastato, dandone consegna alla collettività e alla memoria delle future generazioni»;

   su istanza di Leonardo Badalamenti, figlio di Gaetano Badalamenti, la confisca di questo specifico bene è stata revocata nell'agosto 2021 con ordinanza della I sezione della Corte d'assise di Palermo all'esito di una complicatissima vicenda giudiziaria riguardante l'individuazione a livello catastale del bene al momento del sequestro e la sua provenienza o meno dal reinvestimento di capitali illeciti;

   nei confronti di Leonardo Badalamenti, condannato definitivamente a 5 anni e 10 mesi per traffico di sostanze stupefacenti dal tribunale di San Paolo in Brasile, è stato chiesto il rinvio a giudizio per aver tentato di occupare l'immobile con la violenza e per calunnia nei confronti del sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo;

   al comune di Cinisi, proprietario del bene, non è mai stata comunicata l'esistenza del contenzioso riguardante la revoca della confisca attivato su iniziativa di Leonardo Badalamenti;

   l'Anbsc il 22 febbraio 2022 ha informato il comune di Cinisi che per il 25 febbraio erano fissate le operazioni dell'immissione in possesso dell'unità immobiliare a favore di Badalamenti, poi rinviata al 29 aprile, dieci giorni prima del 9 maggio, giorno della commemorazione del 44° anniversario dell'omicidio di Peppino Impastato;

   l'articolo 46 del Codice antimafia stabilisce che la restituzione dei beni confiscati possa avvenire «anche per equivalente (...) quando i beni medesimi sono stati assegnati per finalità istituzionali o sociali (...) e la restituzione possa pregiudicare l'interesse pubblico. In tal caso l'interessato (...) ha diritto alla restituzione di una somma equivalente al valore del bene confiscato come risultante dal rendiconto di gestione, al netto delle migliorie, rivalutato (...)»;

   il comune di Cinisi, con delibera n. 27 del 23 febbraio 2022, ha manifestato la volontà di avvalersi della facoltà prevista dal citato articolo 46 del Codice antimafia nella considerazione che la restituzione materiale dell'immobile si pone in evidente contrasto con preminenti interessi pubblici –:

   se il Ministro interpellato, per quanto di competenza, intenda adoperarsi in ogni modo, tramite l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, anche in collaborazione con l'Avvocatura dello Stato, per affiancare e sostenere il comune di Cinisi nel far valere il diritto di ritenzione basato sulla previsione dell'articolo 46 del codice antimafia, affinché il bene non venga restituito agli eredi di Gaetano Badalamenti e sia conservato al patrimonio dello Stato.
(2-01445) «D'Uva, Casa, Davide Aiello, Baldino, Brescia, Maurizio Cattoi, Francesco Silvestri, Corneli, De Carlo, Dieni, Elisa Tripodi, Alaimo, Azzolina, Giordano, D'Orso, Ascari, Bonafede, Cataldi, Di Sarno, Ferraresi, Giuliano, Perantoni, Saitta, Salafia, Sarti, Scutellà, Aresta, Del Monaco, Frusone, Iovino».

(8 marzo 2022)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   nelle carceri italiane si assiste quotidianamente a un forte decadimento delle condizioni di vita dei detenuti: dal 2000 ad oggi sono 3.288 le persone detenute morte in carcere: di queste 1.215 sono decessi di carattere suicidario il cui numero, solo nell'ultima settimana, è di 3;

   l'Organizzazione mondiale della sanità ha indicato i detenuti quale gruppo con il più elevato rischio suicidario: per la società e per la salute pubblica, prevenire e diminuire i casi di suicidio e di tentato suicidio è una sfida che si è concretizzata, nel tempo, attraverso studi di settore e con l'istituzione della giornata mondiale per la prevenzione del suicidio con il fine primario di dare una dimensione di concretezza ai programmi e ai progetti di tutti;

   come noto, la Corte europea dei diritti dell'uomo, negli ultimi anni, ha condannato più volte l'Italia per il «trattamento inumano e degradante» dei soggetti ristretti nelle sue carceri, spesso conseguenza della carenza di organico: gli agenti della Polizia penitenziaria sono, infatti, quasi sempre impegnati in più servizi contemporaneamente per far fronte alle varie esigenze ed emergenze;

   il fenomeno appena richiamato si lega poliedricamente tanto alla menzionata vexata quaestio del sovraffollamento, quanto a quella dell'urgenza di prevedere investimenti per tecnologie, equipaggiamenti, ampliamento dell'organico della Polizia penitenziaria;

   a ciò si aggiunga la scarsa presenza di presidi sanitari, in merito alla quale si rileva l'assenza di un fattivo confronto tra rappresentanti del Ministero di giustizia e rappresentanti degli enti locali, operatori dell'amministrazione penitenziaria e delle Asl;

   la tutela della salute della persona reclusa assume una valenza positiva in relazione a quella che è la concezione della pena riconosciuta nella Costituzione, all'articolo 27, terzo comma, che recita: «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»; la condizione di benessere psico-fisico diviene, infatti, strumentale all'attività volta al recupero sociale dell'individuo, a quello che viene definito il «trattamento» –:

   se e quali iniziative di competenza, di carattere normativo e amministrativo, il Governo intenda porre in essere al fine di garantire il diritto alla salute per i detenuti ristretti nelle carceri italiane, assicurando il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo.
(2-01372) «Marrocco, D'Attis».

(16 novembre 2021)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   l'agevolazione contributiva per l'occupazione in aree svantaggiate – cosiddetta «Decontribuzione Sud» – è stata introdotta dall'articolo 27 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (cosiddetto decreto Agosto) che prevedeva – per il periodo dal 1° ottobre 2020 al 31 dicembre 2020 – un esonero contributivo parziale, pari al 30 per cento dei contributi dovuti, a favore dei datori di lavoro del settore privato – con esclusione del settore agricolo e dei contratti di lavoro domestico – operanti nelle regioni che, con riferimento al 2018, presentano un prodotto interno lordo pro capite non superiore al 90 per cento di quello medio dei 27 Paesi attualmente facenti parte dell'Unione europea e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale;

   le regioni che rientrano nel beneficio, in base al richiamo dell'articolo 27, comma 1, del cosiddetto decreto Agosto, sono l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, il Molise, la Puglia, la Sardegna, la Sicilia;

   l'obiettivo della misura «Decontribuzione Sud» è quello di tutelare i livelli occupazionali, riducendo gli effetti negativi determinati dall'epidemia COVID-19 sul lavoro dipendente, soprattutto in aree già caratterizzate da situazioni di disagio socio-economico;

   la legge di bilancio 2021 (legge 30 dicembre 2020, n. 178) ha quindi esteso l'esonero contributivo fino al 31 dicembre 2029, con graduale riduzione nel tempo del beneficio, che resta invariato fino al 2025 per poi passare dal 30 per cento al 20 per cento e 10 per cento tra il 2026 e il 2029;

   nello specifico, l'esonero è pari al: 30 per cento della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail fino al 31 dicembre 2025; 20 per cento della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail, per gli anni 2026 e 2027; 10 per cento della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all'Inail, per gli anni 2028 e 2029;

   ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue) la Commissione europea, con Decisione C(2021)1220 final del 18 febbraio 2021, ha autorizzato il suddetto sgravio fino al 31 dicembre 2021, prorogandone in seguito l'applicabilità fino al 30 giugno 2022 (decisione C(2022) 171 final dell'11 gennaio 2022), termine finale di operatività del Quadro temporaneo aiuti di Stato (Temporary Framework);

   l'Inps ha quindi rinviato l'emanazione delle istruzioni per la gestione degli adempimenti previdenziali connessi all'agevolazione contributiva relative al periodo 1° gennaio 2022-31 dicembre 2029 all'esito del procedimento di autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Tfue;

   la decontribuzione al Sud rappresenta una delle misure principali messe in campo dal Governo per prevenire un possibile ampliamento del divario territoriale Nord-Sud in seguito alla crisi economico-sanitaria, al fine di contenere gli effetti negativi sull'occupazione della crisi economica, in quelle aree del Paese caratterizzate da un tessuto socio-economico più fragile –:

   se il Governo possa fornire dati aggiornati in merito allo stato delle nuove assunzione dei settori imprenditoriali che maggiormente hanno beneficiato, grazie alla «Decontribuzione Sud», delle agevolazioni contributive nel 2021;

   se e quali ulteriori iniziative di competenza il Governo intenda promuovere per assicurare la prosecuzione dei benefici derivanti dall'applicazione dell'esonero contributivo anche nel medio periodo, in un'ottica di sostegno strutturale al rilancio dell'occupazione nel Mezzogiorno, in particolare di quella giovanile e femminile, per le imprese che investono e investiranno nel Sud Italia, nel rispetto dei limiti e delle condizioni di cui al Temporary Framework.
(2-01429) «Galizia, Businarolo, Ianaro, Grillo, Papiro, Ricciardi, Amitrano, Barbuto, Bella, Cancelleri, Carbonaro, Carinelli, Cillis, Ciprini, Cominardi, Cubeddu, D'Arrando, De Lorenzis, Del Sesto, Frusone, Giarrizzo, Invidia, Iorio, Iovino, Mammì, Melicchio, Pallini, Palmisano, Penna, Roberto Rossini».

(22 febbraio 2022)

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   all'interno dello stabilimento Pfizer di Catania prestano la propria attività lavorativa circa 1.000 dipendenti specializzati sia nella produzione di farmaci che in altri settori altamente tecnologici e di grande responsabilità;

   la multinazionale il 7 febbraio 2022 trasmetteva ai sindacati l'elenco dei 130 dipendenti a tempo indeterminato che sarebbero stati a breve licenziati dei 110 interinali a cui non sarebbe stato rinnovato il contratto di lavoro facenti parte dell'indotto catanese;

   in data 18 febbraio era stato aperto un tavolo di crisi informale da cui era nata la necessità di stabilire un incontro formale per dirimere la controversia;

   il 25 febbraio si era svolto l'incontro in Confindustria con Pfizer e le parti sociali che si erano date un'ulteriore data finale per la proposizione da parte del colosso farmaceutico di un pacchetto di misure che avrebbero potuto mettere d'accordo tutti;

   il 7 marzo si svolgeva l'incontro fiume durato circa 10 ore tra parti sociali, sindacati e Pfizer all'interno del quale purtroppo non si addiveniva a nessun risultato se non quello di inasprire ancora di più il dialogo;

   l'incontro che avrebbe dovuto avere come fine quello di evitare i licenziamenti e di approntare un piano di sviluppo, anche prevedendo eventuali fuoriuscite e accompagnamento all'esodo dei lavoratori ma nell'ambito di una prospettiva di un piano di rilancio aziendale, dunque era andato sprecato;

   in vista quindi ci sono nuovi scioperi e proteste, anche perché, è bene ricordarlo, l'allarme riguarda non solo i licenziamenti ma anche la totale dismissione del sito catanese che si è visto dimezzare gli investimenti e che è venuto a conoscenza che la produzione del nuovo farmaco anti-Covid sarà portata avanti dal sito di Ascoli;

   il colosso Pfizer, dunque, dopo aver incassato miliardi di euro durante la pandemia derivanti dai ricavi della produzione del vaccino anti-Covid, pianifica la distruzione di un intero indotto piuttosto che rilanciare la realtà catanese investendo in biotecnologie e in impianti strategici;

   giova altresì ricordare che grazie agli introiti derivanti dalla campagna vaccinale il valore della società Pfizer in borsa ha raggiunto i 300 miliardi di dollari anche grazie ai sacrifici ed alla sofferenza di dipendenti come quelli dell'indotto catanese che in questi ultimi anni hanno lavorato su turni massacranti per il bene del Paese ed ai quali non solo non è stato riconosciuto alcun pagamento straordinario ma che si sono visti nella lista nera dei licenziati –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per risolvere le criticità descritte e, in particolare, per aprire un tavolo di crisi ministeriale al quale tutte le parti possano sedersi con proposte concrete e lungimiranti, al fine di scongiurare i licenziamenti del sito catanese che andrebbero a gravare già su una situazione economica, quella del Sud e siciliana nello specifico, che stenta a risollevarsi, dove la logica dello sfruttamento di risorse e di capitale umano ha segnato profonde ferite al territorio ed alle famiglie.
(2-01444) «Paxia, Schullian».

(8 marzo 2022)