TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 203 di Venerdì 5 luglio 2019

 
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INTERPELLANZE URGENTI

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   dalla documentazione allegata ad alcuni procedimenti penali nei quali sono indagati dirigenti del comune di Cosenza e nel proc. pen. n. 154/2018 R.G.N.R., nel quale risulterebbe indagato il sindaco di Cosenza, sarebbero rintracciabili documenti regolarmente sottoposti a discovery ex articolo 415-bis del codice di procedura penale;

   in tale documentazione si riscontra la presenza di un verbale della Guardia di finanza – Corpo di polizia economico-finanziaria di Cosenza, dal quale emerge che il signor Nicola Morra, che riveste la carica di senatore della Repubblica, ha consegnato alla stessa un DVD ROM contenente una intercettazione ambientale;

   la consegna, come si evince dallo stesso verbale, è avvenuta il 20 febbraio 2018 alle 22, un orario decisamente insolito per svolgere attività di questo genere, soprattutto se si considera che l'intercettazione ambientale risaliva al giorno 15 febbraio ed era avvenuta nella casa del senatore Morra, che dunque ne aveva la disponibilità fin da allora (5 giorni prima);

   nell'occasione della predetta consegna si riscontrava presso gli uffici giudiziari la presenza tra i militari verbalizzanti del maresciallo Domenico Portella, (che successivamente sarebbe stato scelto, secondo quanto risulta agli interpellanti, dal medesimo senatore quale componente della sua segreteria presso la Commissione parlamentare antimafia), e solo il giorno dopo, dunque, con quelle che appaiono agli interpellanti insolita solerzia e sorprendente rapidità, il procuratore aggiunto Marisa Manzini avrebbe disposto la trascrizione del contenuto del citato DVD ROM;

   tale ultima circostanza, ad avviso degli interpellanti, è ulteriormente inquietante, in quanto la dottoressa Manzini – negli ultimi tempi assegnataria di diversi procedimenti che riguardano il comune di Cosenza e la sua amministrazione e comunque di quasi tutti quelli derivanti da esposti del senatore Morra – sarebbe stata da questi chiamata quale consulente della Commissione parlamentare antimafia (e sono due quindi i pubblici ufficiali coinvolti nella vicenda e legati all'organismo parlamentare);

   come si evince dagli atti della Guardia di finanza e del Consiglio superiore della magistratura, il maresciallo Portella e la dottoressa Manzini avrebbero già ottenuto il nulla osta all'impiego presso la Commissione parlamentare antimafia dai Comandi coinvolti e dallo stesso Consiglio superiore della magistratura, ciascuno per la propria competenza;

   in più, l'ingegnere Gustavo Coscarelli, già candidato a sindaco di Cosenza per il Movimento 5 Stelle e presente alla conversazione intercettata, ha dichiarato alla polizia giudiziaria, in sede di raccolta di sommarie informazioni, che prima della consegna alla stessa Polizia giudiziaria del DVD ROM, il senatore Morra gli avrebbe riferito «che avrebbe parlato con la dottoressa Manzini (...), alla quale aveva già in precedenza rappresentato accadimenti processuali, per esporgli le circostanze oggetto di discussione con il Ciro» nel corso della conversazione oggetto di intercettazione ambientale da parte del medesimo senatore Morra;

   da quanto esposto, secondo gli interpellanti, la dottoressa Manzini sembrerebbe essere stata messa a conoscenza del contenuto dell'intercettazione ambientale ben prima della presentazione della stessa presso la polizia giudiziaria;

   tali fatti avrebbero prodotto, ad avviso degli interpellanti, l'effetto di alterare, in sostanza, il principio costituzionale del giudice naturale precostituito per legge;

   la conversazione intercettata, che si è svolta presso l'abitazione del senatore Morra, ha avuto per oggetto un procedimento penale su un lavoro pubblico svoltosi nella città di Cosenza e vi hanno preso parte, oltre al padrone di casa e al citato ingegnere Coscarelli, l'ingegnere Maurizio Ponte, già CTU della procura di Cosenza in un procedimento penale connesso e probabilmente avviato in seguito ad esposto da parte del senatore Morra, e il signore Giuseppe Cirò;

   il signor Cirò è soggetto già sottoposto ad indagini a seguito di un esposto presentato nei suoi confronti dal sindaco di Cosenza, di cui era caposegreteria, per la scoperta di una serie di illeciti rimborsi percepiti dallo stesso Cirò (anche per conto del sindaco) ai danni dell'amministrazione comunale di Cosenza;

   come dichiarato alla polizia giudiziaria in sede di raccolta di sommarie informazioni dallo stesso Cirò, a farsi promotore dell'incontro sarebbe stato il senatore Morra, che aveva con sé anche la documentazione oggetto del dibattito, mentre lui è arrivato a mani vuote (circostanze queste confermate anche dall'ingegnere Coscarelli, ma smentite dal senatore, secondo cui sarebbe stato il signor Cirò a sollecitare l'incontro in quanto desideroso di esibire dei documenti);

   dalle sommarie informazioni raccolte dalla polizia giudiziaria dal senatore Morra, dall'ingegnere Coscarelli, dall'ingegnere Ponte e dal signor Cirò emergono diverse contraddizioni e punti sui quali i quattro soggetti si trovano in disaccordo: l'ingegnere Ponte sostiene (diversamente dagli altri) che l'incontro si è svolto la sera e che lui si sarebbe trovato lì per caso (e non esplicitamente convocato quale esperto degli argomenti da discutere dal senatore Morra, come da questi affermato) e che sarebbe arrivato per ultimo e andato via per primo;

   come si evince dagli stessi atti sottoposti a discovery, il senatore Morra ha incontrato più volte, ricevendolo nel soggiorno di casa sua, il signor Cirò, persona oggetto di indagine a seguito di una denuncia presentata dal sindaco di Cosenza, nei cui confronti il senatore Morra ha prodotto un gran numero di esposti;

   gli interpellanti intendono investire della questione oggetto della interpellanza il Consiglio Superiore della Magistratura, affinché possa valutare i fatti e le eventuali azioni disciplinari da intraprendere nei confronti della dottoressa Manzini;

   gli interpellanti si riservano altresì di depositare specifici esposti presso le competenti procure, al fine di verificare eventuali profili di responsabilità del maresciallo Portella, della dottoressa Manzini e del senatore Morra –:

   se i fatti indicati non costituiscano motivi ostativi per il distacco del maresciallo Portella presso la segreteria del presidente della Commissione parlamentare antimafia, senatore Nicola Morra;

   se non si ritenga doveroso segnalare, da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, il comportamento del maresciallo Portella al Comando generale della Guardia di finanza per gli eventuali provvedimenti disciplinari conseguenti;

   se non si intenda promuovere iniziative di competenza in relazione alla posizione della dottoressa Manzini.
(2-00433) «Santelli, Occhiuto, Mulè».

(25 giugno 2019)

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   Save, la società che gestisce l'aeroporto internazionale Marco Polo di Tessera, sta realizzando un progetto per la costruzione di nuovi parcheggi all'interno del sedime aeroportuale, che comporta l'abbattimento, già iniziato, di circa 1.200 alberi tra cui i pini marittimi ubicati nella zona di accesso all'aeroporto e un migliaio di piante messe a dimora, da oltre 50 anni, nell'area dell'ex vivaio Benetazzo che è parte del sedime aeroportuale;

   tale azione ha determinato la protesta di residenti, associazioni e cittadini con varie manifestazioni pubbliche e una petizione che ha raccolto circa duemila firme;

   in seguito alle proteste, nei giorni scorsi, sulla stampa locale è apparso un articolo in cui un dirigente di Save sostiene che sarebbe in corso di stesura un progetto per tutelare ambiente e sviluppo nell'area interessata;

   attualmente i posti auto disponibili in aeroporto sono circa 6.600, ma il masterplan 2021 per l'aeroporto Marco Polo prevede che il fabbisogno sia di 8.598 posti;

   il richiamato masterplan, al punto 14.5 «I nuovi parcheggi a raso», prevede nell'area in questione la realizzazione di una zona di parcheggio, denominata parcheggio P6, lungo viale Da Mosto per 1.142 stalli e specifica che «I nuovi parcheggi [...] verranno realizzati in aree in cui attualmente sono presenti alberature di pregio che il progetto valorizza e, compatibilmente con le infrastrutture da realizzare, preserva [...]»;

   la controdeduzione della commissione tecnica Via alle osservazioni formulate dal gruppo PD, che è parte integrante del parere positivo espresso dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per il masterplan 2021, stabilisce che «qualunque intervento inserito nel masterplan 2021 per essere eseguito dovrà conseguire e completare tutti gli iter autorizzativi accessori, inclusi quelli di carattere naturalistico/forestale»;

   come avvenuto in altre realtà la società Save avrebbe dovuto far precedere i lavori di mitigazione ambientale ai lavori di cui al citato masterplan;

   Save, inoltre, ad oggi non ha mai indetto una gara per la gestione dei parcheggi vengono perciò gestiti in regime di monopolio con una propria società partecipata;

   Save ha anche emanato un'ordinanza, efficace dal 1o ottobre 2018, che ha introdotto una serie di limitazioni all'ingresso nell'area aeroportuale ai passeggeri, fino ad avviare, in accordo con il comune, una zona a traffico controllato (Ztc) nell'area di viale Galilei per l'accesso all'aerostazione. In base a tale ordinanza, tutti i veicoli che entreranno in aeroporto dovranno impegnare la viabilità per un tempo massimo di 7’ (sette minuti) entro il quale dovranno: a) entrare in uno dei parcheggi dell'aeroporto, che sono esclusi dalla validità della Ztc (tecnicamente i varchi di ingresso ai parcheggi sono varchi di uscita dalla Ztc); b) uscire dalla Ztc senza entrare nei parcheggi;

   il mancato rispetto dell'ordinanza comporta l'applicazione di una multa da euro 38 a euro 156 per i ciclomotori e i motoveicoli a due ruote e da euro 81 a euro 321 per i restanti veicoli;

   queste misure hanno comportato, com'era ovvio prevedere, l'intasamento del vicino paese di Tessera nonché ricorsi ed esposti in tribunale, tra cui un ricorso al Tar presentato dal comune di Venezia;

   si fa presente che con l'uscita dalla borsa da parte di Save sembrerebbe essere diminuita anche la trasparenza sulla gestione della società che riveste grande rilevanza per tutta l'area metropolitana e l'intero Nordest del Paese;

   Save è nata come soggetto a maggioranza pubblica e ha beneficiato di ingenti contributi statali, con i quali è stata realizzata anche la nuova aerostazione, facendo diventare quello di Marco Polo il terzo aeroporto italiano, con oltre 11 milioni di passeggeri –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa, se l'Enac risulti essere informato dei richiamati lavori anche di abbattimento degli alberi e delle piante messe a dimora, se suddetto progetto sia stato sottoposto all'esame di valutazione di impatto ambientale nonché se risulti essere conforme alla normativa vigente la gestione diretta dei parcheggi dell'aeroporto senza procedere a gara.
(2-00401) «Pellicani, Morgoni, Melilli, Anzaldi, Fassino, Lacarra, Zan, Schirò, Verini, Martina, Fregolent, Bordo, De Maria, Morani, Gavino Manca, Pizzetti, Cardinale, Navarra, De Menech, De Luca, Cantini, Topo, Rossi, Bonomo, Nobili, Boccia, Andrea Romano, Gariglio, Pezzopane, Ciampi, Cenni, Bazoli, Rizzo, Nardi, Lepri, Carè, Marattin, Zardini, Morassut, Braga, Critelli, Del Basso De Caro, Giorgis, La Marca, Mancini, Rizzo Nervo».

(30 maggio 2019)

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   il 28 giugno 2019 è stata resa pubblica l'indagine «Università bandita», portata avanti dalla Digos di Catania nei confronti di alcuni membri di spicco dell'Ateneo della città a seguito di presunti concorsi truccati;

   le indagini sono state eseguite dalla Digos in un arco temporale che parte da giugno 2016 fino a marzo 2018, periodo in cui sarebbero stati pilotati i bandi di concorso per l'assegnazione di borse, assegni e dottorati di ricerca, come pure i bandi indirizzati all'assunzione del personale tecnico-amministrativo, per la composizione degli organi statuari dell'ateneo e per l'assunzione e la progressione di carriera dei professori;

   dalle dichiarazioni del procuratore Carmelo Zuccaro, a guida dell'inchiesta, emerge che in 21 mesi di indagini non è stato trovato un solo concorso che non fosse truccato. Complessivamente gli indagati risultano essere 66, di cui 40 professori appartenenti all'Ateneo di Catania, mentre i restanti afferenti alle università di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona. Questi ultimi erano stati chiamati a fare parte delle commissioni esaminatrici ed è stato evidenziato che essi si sarebbero sempre «preoccupati di non interferire sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei Casi in cui non fosse meritevole»;

   il rettore dell'università di Catania, Francesco Basile, è stato sospeso dal servizio, come pure l'ex rettore, Giacomo Pignataro, nonché numerosi docenti dell'ateneo. L'accusa è di associazione a delinquere, di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d'ufficio e truffa aggravata;

   le intercettazioni hanno permesso di inquadrare un vero e proprio codice sommerso dei concorsi, che veniva applicato nell'ambito universitario per cui gli esiti dei concorsi dovevano essere determinati in precedenza dai docenti interessati senza lasciare spazio a selezioni meritocratiche e senza dare possibilità di presentare alcun ricorso amministrativo contro le decisioni degli organi statutari. Si tratta di una modalità, a giudizio degli interpellanti, in tutto e per tutto «paramafiosa», che prova l'esistenza – e la persistenza – di ampie sacche di baronato e soggetti capaci di adattare le attuali norme sul reclutamento ai propri interessi personali;

   risulta sempre più urgente e non più rinviabile una efficace riforma del sistema di reclutamento universitario –:

   se, con quali tempistiche e con quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda intervenire al fine di sostenere un adeguato processo di riforma del sistema di reclutamento nelle università a garanzia di procedure improntate alla trasparenza e alla meritocrazia, in modo da tutelare e adeguatamente valorizzare le eccellenze presenti negli atenei italiani.
(2-00441) «Lattanzio, Gallo, Acunzo, Azzolina, Bella, Carbonaro, Casa, Frate, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani, Adelizzi, Davide Aiello, Piera Aiello, Alaimo, Alemanno, Amitrano, Angiola, Aprile, Aresta, Ascari, Baldino, Barbuto, Massimo Enrico Baroni, Berardini».

(2 luglio 2019)

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere – premesso che:

   la nascita della Galleria dell'Accademia di Firenze risale al 1784, quando il Granduca di Toscana riorganizzò l'Accademia delle Arti del Disegno, fondata nel 1563 da Cosimo I de’ Medici;

   l'evento decisivo per la storia del museo fu il trasferimento del David di Michelangelo, la scultura più celebre del mondo, da Piazza della Signoria nell'agosto 1873. L'odierna Galleria dell'Accademia fu istituita nel 1882;

   Cecilie Hollberg, attuale direttore dell'Accademia, è nata in Germania, con studi universitari di storia, lettere, scienze politiche, lingua e letteratura italiana e tedesca presso le Università di Roma, München, Göttingen e borse di studio a Roma, Prato e Trento. Ha ricoperto prestigiosi incarichi e dal 1° dicembre 2015 ricopre la carica di direttore della Galleria dell'Accademia di Firenze;

   è notizia di qualche giorno fa che lo stesso Ministro interpellato ha annunciato la riforma dell'autonomia dei vari musei autonomi proprio dal Palazzo Vecchio a Firenze, durante l'inaugurazione di Pitti Uomo. «È mia intenzione – dice Bonisoli – togliere i Cda dai musei autonomi. Si tratta di un provvedimento che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio per evitare storture di budget. Da quel momento – spiega il Ministro – i musei avranno un'approvazione del bilancio che sarà direttamente collegata al Ministero e non sarà più delegata a un Cda, di cui, per quel che ho visto, non ho verificato l'efficacia»;

   se tali decisioni dovessero essere confermate, il provvedimento avrà inevitabili ricadute sull'autonomia dei grandi musei; autonomia che nel corso di questi anni ha senza alcun dubbio favorito una maggiore attrattività dei vari poli museali, ed una maggiore e più snella capacità decisionale dei vertici museali;

   è netto il giudizio negativo del sindaco di Firenze Nardella, appena riconfermato dai fiorentini con il 57 per cento dei voti: «Abolire l'autonomia dei musei? Non posso credere che abbia in mente di fare una cosa così assurda. Per musei come gli Uffizi o l'Accademia sarebbe un colpo mortale»;

   altrettanto netto è il giudizio di vari direttori dei musei autonomi, tra cui quello della stessa Hollberg che testualmente ha dichiarato: «È il momento più sbagliato: entro fine anno inizieranno i lavori per il nuovo impianto di climatizzazione, alle capriate, per la nuova illuminazione. Tutti elementi mai toccati da anni. Cambieremo tutto l'ingresso, l'accoglienza, le didascalie, avremo finalmente una segnaletica anche per i portatori di handicap.». Ed ha aggiunto: «Se l'autonomia scomparirà, addio progettazione, addio capacità di far fronte agli imprevisti. Sarà un ritorno al passato, a prima che il museo iniziasse a respirare. Addio a conferenze, concerti, alla rassegna “Voci fiorentine” che è appena ripartita»;

   sono estremamente chiari ed evocativi due dati dei tre musei autonomi di Firenze, prima (2014) e dopo l'autonomia (2018): agli Uffizi si è passati da 1.935.918 a 2.231.071 visitatori con i ricavi che da 8.226.064 euro sono passati a ben 18.784.164 euro; alla Galleria si è passati da 1.335.741 visitatori a 1.719.645 con ricavi da 5.946.402 euro a 9.192.753 euro; al Bargello si è passati da 221.715 visitatori a 226.434 con ricavi da 432.281 euro a 923.074 euro. In merito all'autonomia giova soffermarsi soprattutto sul dato del ricavo;

   togliere il consiglio di amministrazione dai musei autonomi rappresenterebbe un ritorno al passato, essendo esso un organo di controllo fondamentale e capillare nei vari poli museali, che non possono trovare risposta adeguata in un controllo centrale statale: si precisa, inoltre, che il bilancio di ogni museo autonomo va comunque sempre inoltrato a Roma per le opportune verifiche –:

   quali siano le intenzioni del Ministro interpellato in merito all'autonomia dei vari centri museali.
(2-00439) «Toccafondi, Schullian».

(2 luglio 2019)