TESTI ALLEGATI ALL'ORDINE DEL GIORNO
della seduta n. 92 di Mercoledì 28 novembre 2018

 
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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   ROSTAN e FORNARO. – Al Ministro per il sud. – Per sapere – premesso che:

   il 22 novembre 2018 la Conferenza Stato-regioni ha proceduto al riparto di 237 milioni di euro per le borse di studio da erogare agli studenti universitari meritevoli;

   la Conferenza Stato–regioni ha avanzato la richiesta di «attivazione in tempi brevi del tavolo tecnico preposto alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, anche al fine di rivedere gli attuali meccanismi di calcolo che risultano penalizzanti per alcune regioni»;

   nel riparto del 2018, su 237 milioni di euro, alla regione Campania ne sono stati assegnati appena 9 milioni di euro, cioè il 3,9 per cento, questo nonostante che negli atenei della regione risultino iscritti l'11,2 per cento degli studenti universitari italiani;

   come indicato, in un'inchiesta pubblicata sul quotidiano Il Mattino dal giornalista Marco Esposito, tale ripartizione, «tradotta in cifre medie pro capite, significa che uno studente campano “vale” 51 euro contro i 147 euro della media nazionale»;

   il decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 68, all'articolo 7, stabilisce che l'importo delle borse di studio va definito dentro i livelli essenziali delle prestazioni;

   da allora, mai nessun Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha adottato, nei termini di legge, il decreto per fissare i livelli essenziali delle prestazioni e gli importi delle borse di studio;

   secondo una ricerca dell'Istituto degli innocenti, rilanciata dall'organizzazione Save the children, al Sud solo 12 bambini su 100 riusciranno ad accedere agli asili nido o ai servizi alternativi; in Campania, tali numeri risultano ancora più bassi: qui nemmeno 1 bambino su cento ha la possibilità di accesso;

   all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, è scritto che lo Stato ha la legislazione esclusiva sulla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale;

   i livelli essenziali delle prestazioni sono una cornice indispensabile per ridurre le disuguaglianze territoriali e per garantire un'equa distribuzione dei servizi fondamentali;

   la mancata adozione dei livelli essenziali delle prestazioni penalizza, nelle borse di studio come negli asili nido, e su molti altri fronti, con tutta evidenza, la coesione territoriale e sociale e, in modo particolare, le regioni del Mezzogiorno –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere per superare la sperequazione tra le regioni del Centro-Nord e del Mezzogiorno nell'erogazione di risorse e nell'accesso ai servizi essenziali e per garantire la coesione territoriale, in ottemperanza all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.
(3-00349)

(27 novembre 2018)

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, BUCALO, FERRO, GEMMATO, VARCHI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, LUCASELLI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI e ZUCCONI. Al Ministro per il sud. – Per sapere – premesso che:

   i quotidiani del 26 novembre 2018 hanno riportato la notizia della richiesta inviata al Presidente del Consiglio dei ministri dai presidenti delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto per il completamento del percorso delle tre regioni verso una maggiore autonomia, secondo un modello di regionalismo differenziato;

   tale percorso era stato formalmente avviato il 28 febbraio 2018 con la firma dei tre accordi preliminari all'intesa per la concessione di «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia», ai sensi dell'articolo 116, comma terzo, della Costituzione;

   nella lettera congiunta trasmessa al Presidente del Consiglio dei ministri i tre presidenti di regione esprimono «un giudizio positivo su questo lavoro», ritengono che «siano mature le condizioni perché si possa addivenire finalmente alla sottoscrizione delle corrispettive intese» e chiedono che «come previsto, questa ulteriore fase possa essere conclusa dal Consiglio dei ministri in tempi rapidi e certi, per portare poi alla redazione dei conseguenti disegni di legge sui quali sarà chiamato ad esprimersi il Parlamento»;

   la formalizzazione dell'intesa comporterà anche la formazione di una commissione Stato-regione che determinerà «le modalità per l'attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie»;

   inoltre, l'articolo 5 di ciascun accordo preliminare dispone che «Stato e regione, al fine di consentire una programmazione certa dello sviluppo degli investimenti, potranno determinare congiuntamente modalità per assegnare, anche mediante forme di crediti d'imposta, risorse da attingersi da fondi finalizzati allo sviluppo infrastrutturale del Paese»;

   stante il divario già esistente tra le regioni meridionali e quelle settentrionali d'Italia, cui appartengono anche le tre regioni che hanno formalizzato la propria richiesta di autonomia, la formalizzazione delle intese e l'assegnazione delle risorse, in particolar modo di quelle a valere sui fondi finalizzati allo sviluppo infrastrutturale del Paese, rischiano di determinare ulteriori pesanti squilibri a danno del Sud Italia –:

   quali iniziative di competenza intenda assumere affinché nella fase di formalizzazione delle intese sia scongiurato il pericolo che i previsti trasferimenti di fondi e di competenze si possano risolvere in una riduzione delle risorse disponibili per le regioni del Centro-Sud.
(3-00350)

(27 novembre 2018)

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. – Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. – Per sapere – premesso che:

   a Dubrovnik, in Croazia, dal 12 al 19 novembre 2018 si è svolta la sessione annuale dell'Iccat, la Commissione internazionale per la conservazione dei tunnidi nell'Atlantico. La riunione era volta a sostituire l'attuale piano di ricostituzione degli stock con un piano di gestione con meno oneri per Stati e pescatori;

   dopo una settimana di negoziati, l'Iccat ha adottato la raccomandazione sul bluefin tuna (tonno rosso). Per il tonno rosso proveniente dal Nord Atlantico e dal Mar Mediterraneo, il piano di ricostituzione è sostituito da un piano di gestione pluriennale, con total allowable catch (tac), di 32.240 tonnellate per il 2019 e di 36.000 tonnellate per il 2020, con un aumento del 20 per cento, mentre per le altre specie come il pesce spada e le specie tropicali non vi sono variazioni. La quota di cattura in Italia sarà incrementata di 414,46 tonnellate per il 2019 e di 448,16 tonnellate per il 2020;

   tra le disposizioni approvate: non sarà autorizzato il trasferimento di qualsiasi quota non utilizzata; altresì, non sarà autorizzato il trasferimento di tonno rosso vivo e non macellato, a meno che non venga applicato un sistema di controllo rafforzato e il sistema sia comunicato come parte integrante del piano di controllo e monitoraggio; inoltre, sarà vietata la vendita di tonno rosso catturato con pesca sportiva e ricreativa;

   infine sono state previste importanti novità anche per la pesca costiera artigianale del tonno rosso, in particolare riguarderanno anche le catture accessorie (cosiddette by-catch), la cui percentuale di tolleranza allo sbarco potrà essere incrementata fino al 20 per cento, ovvero definita in forma di limite annuale;

   gli esiti positivi dei negoziati in sede Iccat non devono rappresentare un punto di arrivo, ma devono costituire un imprescindibile volano affinché il nostro Paese possa diventare una vera forza trainante a tutela e garanzia della piena sostenibilità socio-economica di tutte le attività di pesca che si svolgono nel Mediterraneo –:

   alla luce della raccomandazione adottata dall'Iccat, quali provvedimenti intenda adottare per rilanciare il settore della pesca professionale, che sta attraversando un periodo di grande crisi dovuta anche agli eventi atmosferici eccezionali che hanno colpito il settore nei mesi precedenti.
(3-00351)

(27 novembre 2018)

   TROIANO, ANGIOLA, BOLOGNA, CASA, COSTANZO, D'ARRANDO, LAPIA, LATTANZIO, LOMBARDO, MARAIA, MENGA, NAPPI, NITTI, PARENTELA, ROMANIELLO, ROBERTO ROSSINI, SAPIA, SARLI, SPORTIELLO, TESTAMENTO e VILLANI. – Al Ministro per la famiglia e le disabilità. – Per sapere – premesso che:

   secondo la legge 5 febbraio 1992, n. 104, la Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona disabile e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società e previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della persona disabile alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici e patrimoniali;

   sempre per la stessa legge, articolo 23, l'attività e la pratica delle discipline sportive sono favorite senza limitazione alcuna. E le regioni e i comuni, i consorzi di comuni e il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni) realizzano, in conformità alle disposizioni vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche, ciascuno per gli impianti di propria competenza, l'accessibilità e la fruibilità delle strutture sportive e dei connessi servizi da parte delle persone disabili;

   con la legge 15 luglio 2003, n. 189, «Norme per la promozione della pratica dello sport da parte delle persone disabili», si individua la Federazione italiana sport disabili quale Comitato italiano paraolimpico per l'organizzazione e la gestione delle attività sportive praticate dalle persone disabili;

   la pratica sportiva più volte ha ottenuto validazioni scientifiche sul ruolo sociale e psicologico per migliorare le condizioni di vita delle persone disabili e questo può generare risultati positivi per quanto riguarda le politiche di integrazione e di compliance del paziente;

   la pratica sportiva si è dimostrata un'azione virtuosa per il contenimento delle spese sanitarie e per l'efficientamento dei servizi socio-sanitari offerti –:

   quali iniziative, anche in sinergia con le regioni, le province autonome e i comuni, si intendano porre in essere per sviluppare le politiche dello sport per disabili sul territorio nazionale.
(3-00352)

(27 novembre 2018)

   LUPI, COLUCCI e TONDO. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   oltre quattro mesi fa è stata annunciata la costituzione di una commissione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con il compito della valutazione costi-benefici delle grandi opere infrastrutturali in progetto e già in esecuzione;

   è stato più volte annunciato l'imminente arrivo dei risultati della suddetta commissione, con particolare accenti sulla linea Torino-Lione, al centro di un dibattito pubblico che ha coinvolto anche Paesi stranieri e istituzioni internazionali;

   dopo tali annunci una nota del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha precisato che tale commissione non è ancora insediata a causa di controlli della magistratura contabile;

   nella stessa nota si afferma che l'azione della magistratura contabile «non interferisce con la sostanza dell'azione degli esperti indicati dal Ministero» e che l'analisi «è già in stato avanzato di elaborazione»;

   della composizione di detta commissione nulla si sa, si conosce solo il nome del professor Marco Ponti, il quale il 9 novembre 2018 ha dichiarato: «Non esiste un atto ufficiale», quella commissione è un gruppo di consulenti della struttura tecnica di missione;

   del professor Ponti sono noti l'avversione alla Tav, la contrarietà al trasporto merci su rotaia e il favore per quello su gomma;

   nulla invece si sa dei nomi e dei titoli degli altri componenti della commissione, che starebbe già lavorando in attesa di essere insediata ufficialmente;

   il rinvio dei bandi per la prosecuzione dei lavori nei tunnel già realizzati (più Ministri si vantano che neanche un centimetro della galleria di base sia stato realizzato, evidentemente non sanno che dal lato francese sono già stati scavati 5,395 chilometri della canna del tracciato definitivo), come conferma il commissario straordinario per la Torino-Lione Paolo Foietta, costerebbe la perdita di 75 milioni di euro al mese a partire dall'ormai prossimo mese di dicembre 2018;

   l'Unione europea ha richiesto la prosecuzione dei lavori, pena il ridimensionamento o il ritiro del finanziamento comunitario di 813,8 milioni di euro;

   la Francia ha dichiarato di voler rispettare gli accordi con l'Unione europea e il trattato internazionale con l'Italia, ratificato da una legge dello Stato italiano, che ha sancito la costruzione della Torino-Lione –:

   chi siano i componenti della commissione di valutazione, o gruppo di consulenti, dei costi e dei benefici delle grandi opere.
(3-00353)

(27 novembre 2018)

   SPENA, GELMINI, MARROCCO, BARELLI, BATTILOCCHIO e MARTINO. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   sul tratto autostradale A24, gestione Autostrada dei Parchi, compreso tra il casello di Tivoli e quello di Roma Est, per l'immissione nel tratto urbano della capitale il pedaggio è pari attualmente a 2,20 euro per 4,5 chilometri di distanza;

   su altri tratti autostradali nello stesso territorio della Città metropolitana di Roma, e in alcuni casi del resto del Paese, l'importo dei pedaggi, a parità di chilometri, ammonta spesso a meno di un euro;

   vi è, quindi ad avviso degli interroganti un'evidente condizione di disparità e un'inaccettabile discriminazione di fatto per i lavoratori, le famiglie e le imprese che risiedono, studiano o lavorano nel territorio della Città metropolitana di Roma e che per ragioni di necessità, non certo di svago, si trovano a dover raggiungere o uscire dalla capitale attraverso i tratti autostradali;

   l'importo eccessivo viene giustificato dal concessionario autostradale con i lavori di manutenzione, in particolare per viadotti e ponti, lungo l'intero tratto autostradale e, in particolare, sulle tratte abruzzesi dell'A24-A25;

   d'altro canto sarebbe ulteriormente discriminante, e quindi assolutamente da escludere, sottoporre a pedaggio il tratto urbano del Grande raccordo anulare, come a volte prospettato dalla stessa concessionaria;

   solo grazie alle sollecitazioni pervenute dalle associazioni di categoria e dagli enti locali, l'aumento tariffario del pedaggio autostradale è stato sospeso dal 1° ottobre fino al 31 dicembre 2018, ma dal 1° gennaio 2019 un inaccettabile ulteriore aggravio sulle tasche dei cittadini e delle imprese delle aree interessate appare oggi inevitabile;

   il 5 dicembre 2018 è prevista una nuova manifestazione a Roma per scongiurare l'aumento nel 2019 –:

   quali iniziative di competenza, anche di tipo normativo, il Ministro interrogato intenda assumere per evitare l'incremento del pedaggio autostradale e tutelare il diritto dei cittadini alla mobilità e alla parità di accesso alle infrastrutture equiparando le tariffe di pedaggio autostradale, fermo restando il mantenimento delle tariffe più economiche rispetto a quelle indicate ed escludendo la tariffazione del tratto urbano dell'A24.
(3-00354)

(27 novembre 2018)

   PAITA, PIZZETTI, BRUNO BOSSIO, CARNEVALI, CANTINI, GARIGLIO, GIACOMELLI, NOBILI, ANDREA ROMANO, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. – Per sapere – premesso che:

   si apprende dagli organi informazione, sulla base di alcune dichiarazioni rilasciate dal Viceministro dei trasporti e delle infrastrutture, Edoardo Rixi, che, in merito alla realizzazione dell'opera infrastrutturale denominata Terzo valico dei Giovi, si sarebbe conclusa un'analisi costi-benefici che avrebbe dato il via libera al prosieguo dei lavori;

   la notizia appare sorprendente perché solo pochi giorni fa erano stati riportati dalla stessa stampa dubbi sull'effettivo inizio dei lavori della commissione, nominata dal Ministro interrogato, sulla valutazione costi-benefici delle grandi opere, che non avrebbe neppure potuto cominciare i lavori a causa di una serie di rilievi della Corte dei conti;

   a metà novembre 2018 il Governo ha fatto decadere il dottor Marco Rettighieri da commissario del Cociv, il consorzio che realizza il Terzo Valico ferroviario tra Liguria e Piemonte, il cui incarico sarebbe terminato a fine anno;

   dopo qualche giorno dalla richiamata decadenza, il commissario di governo per la realizzazione del Terzo valico dei Giovi, Iolanda Romano, ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico, dimettendosi anche dall'Osservatorio ambientale della medesima infrastruttura;

   l'opera in questione è fondamentale per Genova e fa parte di un progetto molto più ambizioso e su scala europea con il collegamento della città con Rotterdam, sulla base del corridoio europeo dei due mari;

   è a tal scopo indispensabile completare il sistema ad alta capacità tra Genova e Milano e il conseguente adeguamento della tratta Tortona-Milano;

   occorre, inoltre, un potenziamento delle opere infrastrutturali tra Milano e la Svizzera sull'asse del nuovo tunnel di base del Gottardo –:

   se risulti essere disponibile e accessibile la relazione conclusiva della valutazione costi-benefici in merito al completamento del Terzo Valico dei Giovi, se intenda procedere a nuova nomina per il commissario di governo, considerate le richiamate dimissioni, e quali iniziative intenda assumere per portare a realizzazione il collegamento Genova-Rotterdam, il corridoio europeo dei due mari, con il completamento del sistema ad alta capacità tra Genova e Milano, e le altre relative infrastrutture connesse.
(3-00355)

(27 novembre 2018)