Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: IL PROGRAMMA DELL'UNIONE EUROPEA PER IL 2022 Programma di lavoro della Commissione 2022 - Insieme per un'Europa più forte - COM(2021) 645 Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2022 (Doc. LXXXVI, n. 5) Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1º gennaio 2022 - 30 giugno 2023)
Serie: Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE   Numero: 66
Data: 14/06/2022
Organi della Camera: XIV Unione Europea, I Affari costituzionali, II Giustizia, III Affari esteri, IV Difesa, V Bilancio, VI Finanze, VII Cultura, VIII Ambiente, IX Trasporti, X Attività produttive, XI Lavoro, XII Affari sociali, XIII Agricoltura

        

 

XVIII LEGISLATURA

 

Documentazione per le Commissioni

Esame di atti e documenti dell’Unione europea

 

 

 

IL PROGRAMMA DELL'UNIONE EUROPEA PER IL 2022

Programma di lavoro della Commissione 2022 - Insieme per un’Europa più forte - COM(2021) 645

Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea nell’anno 2022 (Doc. LXXXVI, n. 5)

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea
(1º gennaio 2022 - 30 giugno 2023)

 

Senato della Repubblica

Servizio Studi                  Dossier europei

n. 180

Camera dei deputati

Ufficio Rapporti con l’Unione europea

n. 66

 


 

 

Servizio Studi

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Dossier n. 66

 

 

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I N D I C E

Introduzione  1

1.        Un Green Deal europeo  6

2.        Un’Europa pronta per l’era digitale  16

3.        Un’economia al servizio delle persone  25

4.        Un’Europa più forte nel mondo  33

5.        Promuovere lo stile di vita europeo  42

6.        Un nuovo slancio per la democrazia europea  55

7.       Legiferare meglio, attuare e applicare in modo migliore il diritto dell'UE   63

 


 

 


Introduzione

Il programma di lavoro della Commissione europea per il 2022 (COM(2021)645), presentato il 19 ottobre 2021, si concentra sulle sei tematiche già definite negli orientamenti politici della Presidente Ursula von der Leyen ad inizio del mandato dell’attuale Commissione europea:

1.      Un Green Deal europeo;

2.      Un’Europa pronta per l’era digitale;

3.      Un’economia al servizio delle persone;

4.      Un’Europa più forte nel mondo;

5.      Promuovere lo stile di vita europeo;

6.      Un nuovo slancio per la democrazia europea.

Il programma di lavoro è corredato di cinque allegati che riportano, rispettivamente: le nuove iniziative (Allegato I); le iniziative REFIT (Allegato II); le proposte prioritarie in sospeso (Allegato III), nonché le proposte che si intende ritirare (Allegati IV e V).

Il programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione (REFIT) fa parte delle attività condotte dalla Commissione europea nel quadro dell’iniziativa “Legiferare meglio”, volte a migliorare la qualità della legislazione europea e il suo impatto, individuando le iniziative legislative mirate a ridurre o semplificare oneri sulle piccole e medie imprese (PMI).

Alla Camera dei deputati il programma di lavoro della Commissione europea è oggetto di esame congiunto con la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2022 (Doc. LXXXVI n. 5), secondo quanto prevede il parere della Giunta per il regolamento della Camera del 14 luglio 2010, e con il programma di 18 mesi del Consiglio dell'UE (1º gennaio 2022 - 30 giugno 2023).

La presidenza del Consiglio è esercitata a turno dagli Stati membri dell'UE ogni sei mesi. Gli Stati membri che esercitano la presidenza collaborano strettamente a gruppi di tre e, per tale ragione, vengono comunemente denominati “trio”. Il trio fissa obiettivi a lungo termine e prepara un programma comune che stabilisce i temi e le questioni principali che saranno trattati dal Consiglio in un periodo di 18 mesi. Sulla base di tale programma, ciascuno dei tre Paesi prepara un proprio programma semestrale più dettagliato. Il trio di presidenza attuale è formato dalla presidenza francese, da quella ceca e da quella svedese.

A tal proposito occorre sin da subito evidenziare che, essendo stati presentati, rispettivamente, nel mese di ottobre e di dicembre 2021, il programma di lavoro della Commissione per il 2022 e il programma di 18 mesi del Consiglio non tengono conto dell’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina e delle sue conseguenze.

 

Di seguito una sintesi delle priorità della Commissione europea, che verranno illustrate in maggior dettaglio nel prosieguo della trattazione, ove verranno riportate anche le priorità del trio di presidenza del Consiglio dell'UE ed indicati, nelle parti in corsivo, i connessi elementi qualificanti della relazione programmatica del Governo per il 2022.

 

Nel suo programma di lavoro la Commissione esordisce dichiarando la volontà di conservare quello stesso slancio che, negli anni passati, le ha consentito di reagire rapidamente ai problemi causati dalla pandemia di COVID-19, nonché agli effetti dei cambiamenti climatici e della crisi ambientale, dedicando un'attenzione particolare alle giovani generazioni, grazie alla proposta di proclamare il 2022 Anno europeo dei giovani. In particolare, la Commissione dimostra la propria determinazione a far sì che l’UE possa uscire dalla pandemia più forte di prima, ad accelerare la duplice transizione verde e digitale e a costruire una società più equa, più resiliente e coesa, in linea con l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite e con l'accordo di Parigi.

Nel ricordare le iniziative di maggiore rilievo assunte durante lo scorso anno – tra le quali vengono citate la presentazione del pacchetto “Pronti per il 55%”, l’ideazione di una “bussola per il digitale” e l’adozione del piano d’azione sul pilastro europeo dei diritti sociali –, la Commissione evidenzia che tutto ciò è stato realizzato nel perdurare della pandemia e, dunque, in una situazione di eccezionalità che ha richiesto di porre in essere un'azione di portata senza precedenti sia per proteggere la salute dei cittadini che per ridurre al minimo gli effetti socioeconomici più gravi dalla medesima provocati.

L’impatto sociale ed economico della pandemia, in particolare, è stato affrontato – si ricorda – dall’Unione e dagli Stati membri con una serie di programmi e strumenti ambiziosi e di vasta portata tra cui l’iniziativa NextGenerationEU e il programma REACT-EU. Queste iniziative, unitamente alle risorse del bilancio a lungo termine dell'UE e all'attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita e del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato, hanno contribuito a salvaguardare la stabilità e a consentire la ripresa economica dei Paesi dell’Unione, duramente messi alla prova dalla crisi pandemica.

A causa dell'invasione russa dell'Ucraina, l’Unione si è trovata a dover affrontare delle ulteriori sfide. In particolare, per via delle pressioni al rialzo sui prezzi delle materie prime – energetiche ed alimentari – e delle interruzioni del relativo approvvigionamento, sono state riviste al ribasso le prospettive di crescita dell'UE e al rialzo le sue previsioni di inflazione.

Secondo le previsioni economiche di primavera 2022, il PIL dell'UE dovrebbe mantenersi in territorio positivo grazie all'effetto combinato delle riaperture post-confinamento e dell’azione politica intrapresa a sostegno della crescita durante la pandemia. La crescita del PIL reale sia nell'UE che nella zona euro è ora prevista al 2,7 % per il 2022 e al 2,3 % per il 2023, in calo rispetto al 4,0 % e al 2,8 % (2,7 % nella zona euro), rispettivamente, delle previsioni intermedie d'inverno 2022. L'inflazione ha ripreso slancio dall'inizio del 2021, passando dal 4,6% su base annua nell'ultimo trimestre del 2021 al 6,1 % nel primo trimestre del 2022. Ad aprile l'inflazione complessiva nella zona euro è salita al 7,5 %, registrando il massimo storico dell'unione monetaria, mentre secondo le previsioni nel 2022 si attesterà al 6,1 %, per poi scendere al 2,7 % nel 2023. Il quadro delle previsioni sull'attività economica e sull'inflazione, comunque, dipenderà dall'evoluzione del conflitto in corso e dal suo impatto sui mercati dell'energia.

Quanto alla relazione programmatica del Governo, la sua presentazione è disciplinata dall’articolo 13, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, il quale prevede, per l’appunto, che entro il 31 dicembre di ogni anno venga presentata una relazione che indichi gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell’anno successivo con riferimento agli sviluppi del processo di integrazione europea.

L'articolo 144-bis del Regolamento del Senato prevede che le relazioni annuali sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea siano assegnate per l'esame in sede referente alla Commissione politiche dell'Unione europea assieme ai disegni di legge europea e di delegazione europea (c. 1). La Commissione predispone una relazione generale per l'Assemblea (c. 3); la discussione generale in Assemblea può avere luogo congiuntamente (c. 6).

La relazione programmatica per il 2022 è stata trasmessa al Parlamento il 16 maggio 2022 e, dunque, con un ritardo di quasi cinque mesi rispetto al termine di presentazione previsto dal comma 1 del citato articolo 13.

A tal proposito si osserva che la questione relativa alla necessità di un sistematico e tempestivo adempimento, da parte del Governo, degli obblighi informativi e di coinvolgimento, nei confronti del Parlamento, previsti dalla legge n. 234 del 2012 – anche con specifico riguardo alle tempistiche di presentazione della relazione programmatica – è stata, da ultimo, rilevata dalla Camera dei deputati con due risoluzioni approvate in Assemblea (6-00067 del 26/03/2019 e 6-00131 del 07/10/2020). Analoga richiesta è stata avanzata dal Senato nella risoluzione 6-00142 del 29 ottobre 2020.

Nella premessa del documento si segnala che, ai dossier rientranti nel quadro degli obiettivi strategici fondamentali indicati nella dichiarazione comune delle Istituzioni dell’Unione sulle priorità legislative dell’UE per il 2022 – tra i quali figurano l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), quella del Green Deal europeo, la realizzazione della transizione digitale dell’Unione entro il 2030 e quella dell’Unione della Salute –, si aggiungono quelli relativi alle conseguenze dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia.

A tal proposito, nella relazione programmatica il Governo indica che, in un quadro geopolitico divenuto molto più incerto a seguito dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia, l’obiettivo è quello di costruire un’autonomia strategica europea coerente con gli interessi italiani, che consenta di affrontare l’emergenza economica e sociale e garantire la sicurezza dei cittadini a partire da quattro settori prioritari della dimensione esterna dell’UE: politica estera e di sicurezza comune (PESC) e politica di sicurezza e difesa comune (PSDC); politica commerciale; proiezione esterna della politica industriale; proiezione esterna delle politiche digitali e di connettività.

Per quanto riguarda, in particolare, la crisi in Ucraina, il Governo auspica un’azione maggiormente incisiva dell’UE in campo internazionale, che consenta all’Unione di ricoprire un ruolo attivo e determinante a sostegno degli sforzi di pace nel conflitto russo-ucraino. Il Governo sottolinea che dovrà essere garantita la piena sostenibilità del meccanismo sanzionatorio, attraverso misure di mitigazione degli impatti avversi. Soprattutto nel contesto della crisi ucraina, infatti, l’impianto delle sanzioni è parte di un “approccio binario” al conflitto, che poggia da un lato sul sostegno a Kiev e sull’aumento della pressione sulla Russia e, dall’altro, sul mantenimento dei canali negoziali tra le parti. In tale ottica, lo scopo del sostegno alla resilienza ucraina è di rafforzarne la posizione ad un futuro tavolo negoziale.

La relazione programmatica è articolata in quattro parti. La prima parte riguarda lo sviluppo del processo di integrazione europea, osservato attraverso la lente delle questioni istituzionali e delle politiche macroeconomiche. La seconda parte è dedicata alle priorità italiane nel quadro delle politiche strategiche, quali: la sostenibilità ambientale e la crescita economica; l’innovazione e la digitalizzazione; la coesione sociale con riferimento alle politiche attive del lavoro e alle politiche educative per la transizione, nonché alla promozione dei valori comuni europei. La terza parte illustra gli orientamenti del Governo in materia di politica estera e di sicurezza comune, politica di allargamento, vicinato e di collaborazione con Paesi terzi. La quarta parte è dedicata all’azione di coordinamento nazionale delle politiche europee, nonché di comunicazione e formazione sull’attività dell’Unione europea.

In linea con la precedente relazione, il contenuto delle varie parti è strutturato in schede, che descrivono gli obiettivi, le azioni e i risultati attesi riconducibili ai vari interventi.


 

1.      Un Green Deal europeo

Nel programma di lavoro per il 2022, la Commissione europea ha ribadito la centralità dell’attuazione del Green Deal e l’impegno per fare dell'Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Con tale finalità nel 2021 ha presentato il pacchetto c.d. “Pronti per il 55%”, attualmente all’esame dei colegislatori, volto ad aggiornare la normativa dell’Unione ai target di riduzione delle emissioni di gas ad  effetto serra fissati dal regolamento europeo sul clima in un decremento di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Il pacchetto comprende, tra l’altro, iniziative legislative per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra in ogni settore, per la mobilità a basse emissioni, per il risparmio energetico e l’efficientamento energetico degli edifici, oltre che per l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Più recentemente, l’aggressione dell’Ucraina ha ulteriormente messo in luce l’esigenza di affrancare l’Unione dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia accelerando la transizione ecologica, soprattutto nel settore energetico, e ha portato alla presentazione del piano REPowerEU (vedi infra).

Per approfondimenti sul pacchetto “Pronti per il 55% si rinvia ai dossier di documentazione nn. 58, 60, 61 e 62 predisposti dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati.

Si ricorda che il pacchetto è ancora all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo. Quest’ultimo si è pronunciato l’8 giugno in plenaria sulla revisione del sistema per lo scambio di quote di emissioni nell'UE per il trasporto aereo; sulla notifica nel contesto del regime di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio del trasporto aereo internazionale (CORSIA) e sulla revisione dei regolamenti in materia di  condivisione degli sforziuso del suolo, del cambiamento dell'uso del suolo e della silvicoltura (LULUCF); e di emissioni di CO2 delle autovetture e dei veicoli commerciali leggeri.

Nell’ambito del dialogo politico, la Camera dei Deputati ha esaminato numerose proposte del pacchetto “Pronti per il 55%. In particolare, l’VIII Commissione Ambiente, ha approvato documenti finali con osservazioni:

·         sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione EU ETS (COM(2021)551);

·         sulla revisione del regolamento sull’uso del suolo, c.d. LULUCF (COM(2021)554);

·         sulla revisione del regolamento sulla condivisione degli sforzi (COM(2021)555);

·         sull’istituzione del Fondo Sociale per il Clima (COM(2021)568).

Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, hanno adottato un documento finale sulla proposta di regolamento per l’istituzione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (COM(2021)564), mentre è in corso di esame la proposta di revisione della direttiva per promuovere le energie da fonti rinnovabili (COM(2021)557). Infine, le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti, hanno approvato un documento finale favorevole con osservazioni sulla proposta di revisione del regolamento sui livelli di emissioni di CO2 delle autovetture nuove (COM(2021)556).

La Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato ha esaminato a sue volta le proposte relative a: sistema scambio quote emissioni dei gas a effetto serra, COM(2021) 551; meccanismo adeguamento carbonio alla frontiera, COM(2021) 564; fondo sociale per il clima, COM(2021) 568. La Commissione si è espressa in senso favorevole al rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, senza peraltro che il dibattito sia sfociato nell'adozione di un atto finale.

Nella prospettiva di intensificare gli sforzi tesi alla neutralità climatica, il programma di lavoro per il 2022 prevede, tra l’altro, la presentazione di:

·        un quadro normativo per la certificazione degli assorbimenti di carbonio, per aumentare la diffusione dell'assorbimento sostenibile del carbonio e creare nuovi modelli commerciali in grado di compensare i gestori del territorio per tali pratiche (4° trimestre 2022);

·        il riesame delle norme in materia di emissioni di CO2 per i veicoli pesanti e l’istituzione di un quadro legislativo per la misurazione armonizzata delle emissioni dei trasporti e della logistica, per sostenere e promuovere la decarbonizzazione del settore (4° trimestre 2022).

Il 5 aprile 2022 sono state presentate due proposte volte a ridurre le emissioni di gas fluorurati a effetto serra ( COM(2022)150 ) – sostanze chimiche di origine antropica che, insieme all’anidride carbonica, al metano e all’ossido di azoto, appartengono al gruppo di emissioni contemplato dall’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici – e a rivedere il regolamento  in materia di sostanze lesive dell’ozono per ridurne ulteriormente l’emissione (COM(2022)151).  

Il programma del trio di presidenza del Consiglio colloca tra le priorità la prosecuzione della decarbonizzazione e il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050, con l'obiettivo di aumentare la competitività economica, la creazione di posti di lavoro, il benessere e la salute. Con tali finalità intende proseguire l’esame e i negoziati sul pacchetto “Pronti per il 55%” e su tutte le proposte legislative correlate, in particolare rafforzando il sistema ETS e istituendo un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere compatibile con l'Organizzazione mondiale del Commercio per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di CO2, sostenere lo sviluppo di energie rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, aumentare l'efficienza energetica al fine di attuare gli obiettivi più ambiziosi dell'UE in materia di clima per il 2030 e garantire una transizione giusta e prezzi accessibili per l’energia. Il programma, oltre a prevedere il completamento del mercato unico dell'elettricità e del gas per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’approvvigionamento, pone l’accento sull’esigenza di dare seguito agli studi che saranno presentati sul funzionamento dei mercati del gas e dell'elettricità, nonché sul mercato ETS dell'UE, e su quella di sostenere gli sforzi volti a promuovere ristrutturazioni di alta qualità degli edifici coerentemente con gli obiettivi della transizione energetica.

Il Governo italiano, nella relazione programmatica, sottolinea l’importanza del pacchetto legislativo “Pronti per il 55%”, le cui proposte troveranno attuazione anche attraverso i progetti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che comporteranno per gli Stati membri un impatto significativo sulla competitività del sistema industriale, sul tessuto sociale e sui settori dell’energia e dei trasporti. Il Governo dichiara l’impegno, in sede di negoziati, per una transizione equa e socialmente inclusiva, che valorizzi gli sforzi già intrapresi e non comporti effetti controproducenti sul mercato delle materie prime, sulla filiera industriale e sul mercato del lavoro.

Sottolinea poi l’importanza, alla luce della crisi di approvvigionamento energetico innescata dall’aggressione russa in Ucraina, di accelerare i lavori sull’intero pacchetto non solo per conseguire gli obiettivi climatici ma per rendere l’Unione europea autosufficiente sotto il profilo energetico.  Richiama, inoltre, la recente proposta della Commissione denominata REPowerEU in cui si auspica di intervenire sui PNRR rivedendo le misure in favore delle azioni afferenti al pacchetto Fit for 55 (vedi infra).

La Commissione sostiene inoltre che le obbligazioni verdi svolgeranno un ruolo sempre più importante nel finanziamento necessario per la decarbonizzazione, nel quadro del piano di investimenti per un'Europa sostenibile.

Sono in corso i negoziati tra le Istituzioni europee sulla proposta di regolamento sulle obbligazioni verdi, presentata nel luglio 2021 dalla Commissione europea, che intende porre le basi per un quadro comune di norme relative all'uso della denominazione "obbligazione verde europea" o "EuGB" per le obbligazioni che perseguono obiettivi ecosostenibili ai sensi del regolamento (UE) 2020/852 (cosiddetto regolamento sulla tassonomia) che istituisce un sistema di classificazione, o "tassonomia", a livello dell'UE inteso a fornire alle imprese e agli investitori un linguaggio comune per individuare le attività economiche che possono essere considerate ecosostenibili. Si ricorda, inoltre, che la Commissione europea aveva annunciato l'intenzione di raccogliere il 30% dei fondi NextGenerationEU mediante l'emissione di obbligazioni verdi e di utilizzare i proventi per finanziare investimenti e riforme verdi.

La Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato ha esaminato la proposta in sede di verifica del rispetto del principio di sussidiarietà senza rilevare criticità.

Il programma del trio di Presidenza del Consiglio dell’UE annuncia l’intenzione di sostenere i lavori relativi allo sviluppo della finanza sostenibile.

Nel programma, la Commissione preannuncia la presentazione, entro il 3° trimestre del 2022, di proposte volte a dare seguito al Piano d'azione per l’"inquinamento zero", con  particolare riferimento alla gestione delle risorse idriche e agli inquinanti delle acque superficiali e sotterranee e della qualità dell'aria, al fine di allineare le norme alle raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità.

Ulteriori proposte dovrebbero essere presentate:

·        per limitare l'aggiunta di microplastiche ai prodotti, al fine di ridurne l'emissione nell'ambiente (entro il 4° trimestre 2022);

·        per affrontare i problemi legati alla sostenibilità della plastica biodegradabile e compostabile;

·        per rivedere la legislazione in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio e la revisione mirata del regolamento REACH per proteggere meglio la salute umana e la natura.

In materia di microplastiche, nella relazione programmatica il Governo sottolinea l’importanza di un approccio preventivo basato sulla ricerca di soluzioni produttive alternative a quelle che prevedono l’aggiunta di microplastiche e finalizzato allo sviluppo e all’impiego di soluzioni tecnologiche efficienti per limitare il rilascio di microplastiche nell’ambiente.

La Commissione ha presentato contestualmente una proposta di direttiva (COM(2022)156) e una proposta di regolamento (COM(2022)157) per rivedere la normativa in materia di emissioni industriali e sulle discariche di rifiuti, con la finalità di tutelare gli ecosistemi e la salute umana dagli effetti negativi dell’inquinamento provocato dalle grandi installazioni agroindustriali e quella di migliorare la resilienza dell’industria dell’UE alle conseguenze dei cambiamenti climatici. La direttiva relativa alle emissioni industriali disciplina l’impatto ambientale di circa 52.000 installazioni industriali e aziende zootecniche ad alto rischio di inquinamento e riguarda tutti gli inquinanti emessi dalle installazioni agroindustriali. Tra le attività disciplinate figurano le centrali elettriche, le raffinerie, il trattamento e l’incenerimento dei rifiuti, la produzione di metalli, cemento, vetro, prodotti chimici, pasta di legno e carta, alimenti e bevande e l’allevamento intensivo di suini e pollame. La revisione prevede, tra l’altro: norme più rigorose per gli impianti; sostegno alla ricerca per la sperimentazione di tecniche meno inquinanti; la costituzione di un centro di innovazione per la trasformazione e le emissioni industriali, al fine di individuare soluzioni idonee a ridurre l'inquinamento; misure di sostegno per favorire il passaggio all’economia circolare. Il pacchetto prevede anche l’aggiornamento del registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti attraverso la creazione di un portale sulle emissioni industriali, oltre all’obiettivo di migliorare l'accesso alle informazioni ambientali riguardanti le installazioni industriali.

Nella relazione programmatica il Governo sottolinea l’esigenza di pervenire ad un provvedimento in materia di emissioni industriali che possa coniugare la tutela ambientale con margini di flessibilità per tenere conto di situazioni locali, della competitività delle piccole e medie imprese, e che possa garantire che i costi amministrativi siano addebitati a chi inquina e non ai contribuenti.

Per dare attuazione al Piano di azione per l’economia circolare, presentato nel 2020 nell’ambito del Green Deal, il programma della Commissione europea per il 2022 prevede la presentazione di iniziative per promuovere prodotti sostenibili e rafforzare il diritto dei consumatori alla riparazione dei prodotti a prezzi equi.

In materia, la Commissione ha presentato nel mese di marzo 2022 una Comunicazione sui prodotti sostenibili (COM(2022)140), accompagnata da un pacchetto di proposte volte a promuovere la sostenibilità dei prodotti e modelli d’impresa circolari e a responsabilizzare i consumatori. Tra queste figurano:

·        una proposta di regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili (COM(2022)142), che prevede tra l’altro la creazione di un passaporto digitale del prodotto e il divieto di distruzione dei prodotti di consumo invenduti;

·        una strategia per la sostenibilità dei prodotti tessili (COM(2022)141), per favorire pratiche di riutilizzo, riparazione e riciclaggio che possano migliorare l’impatto dell’industria tessile sull’ambiente e sui cambiamenti climatici e contribuire alla riduzione dei rifiuti;

·        una proposta di direttiva (COM(2022)143) volta a responsabilizzare i consumatori e a favorire l’accesso a informazioni sulla riparabilità dei prodotti e sulla loro compatibilità ambientale.

È prevista, invece, per la seconda parte del 2022 la presentazione di un’iniziativa legislativa sul diritto alla riparazione.

Nella relazione programmatica, il Governo ha sottolineato il contributo che tali misure possono dare alla trasformazione dell’economia europea da un modello lineare a uno pienamente circolare e, nell’attuale contesto internazionale, alla riduzione della dipendenza europea da energia e risorse provenienti da Paesi terzi.  

Nella relazione si ricorda, inoltre, l’impegno del Governo italiano ad attuare il piano europeo sull’economia circolare, favorendo la trasformazione di prodotti e processi in senso sostenibile, con un approccio basato sul ciclo di vita, oltre a quello di promuovere politiche e misure volte a limitare consumi “usa e getta”, anche per materiali quali la plastica, e l’obsolescenza programmata, promuovendo il diritto alla riparazione. Ha inoltre individuato come settori con un alto potenziale di circolarità l’elettronica e gli imballaggi, nonché le produzioni tessili, di plastica, di veicoli e batterie, sottolineando l’importanza di garantire la sostenibilità dei prodotti anche in termini di sicurezza delle sostanze chimiche impiegate, oltre a quella che assume il tema delle materie prime critiche nell’agenda nazionale ed europea.

Nel programma di lavoro la Commissione ha ribadito l’importanza della transizione verso l'energia pulita e verso fonti di energia rinnovabile, anche per limitare aumenti dei prezzi dell’energia elevati come quelli registrati negli ultimi mesi nell’Unione europea, annunciando la presentazione di iniziative per favorire le autorizzazioni alle energie rinnovabili e una comunicazione sull'energia solare.

A seguito dell’aggressione dell’Ucraina, il 18 maggio scorso la Commissione europea ha presentato il Piano REPowerEU (COM(2022)230) e un pacchetto di proposte collegate, allo scopo di affrancare l’Unione europea dalla dipendenza dalle risorse fossili importate dalla Russia, di creare le condizioni per l’autosufficienza energetica dell’Unione e di intensificare l’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Il piano poggia sulla diversificazione dell'approvvigionamento energetico, sul risparmio energetico e su una più rapida diffusione delle energie rinnovabili e mira ad accelerare la transizione energetica, aumentando gli obiettivi già previsti dal pacchetto “Pronti per il 55%”. Oltre al citato piano il pacchetto comprende, tra l’altro:

·        una comunicazione sul risparmio energetico (COM(2022)240) che illustra misure per limitare i consumi e ridurre a breve termine del 5% la domanda di gas e petrolio, invita gli Stati membri ad applicare misure fiscali per favorire il risparmio energetico (ad esempio, aliquote IVA ridotte per i sistemi di riscaldamento ad alta efficienza) e prospetta misure di emergenza in caso di interruzione degli approvvigionamenti;

·        una strategia esterna  per l'energia (JOIN/2022/23), volta a favorire la diversificazione energetica, la creazione di partenariati a lungo termine con i fornitori e la cooperazione in materia di idrogeno e di tecnologie verdi;

·        una strategia per l'energia solare (COM/2022/221), che mira a raddoppiare la capacità solare fotovoltaica installata entro il 2025 e a portarla a 600 GW entro il 2030;

·        una proposta di direttiva (COM(2022) 222) che modifica le direttive sulle rinnovabili, sulla prestazione energetica nell'edilizia e sull'efficienza energetica, già oggetto di revisione nell’ambito dell’esame del pacchetto “Fit for 55%”, innalzando tra l’altro al 45% la quota di energia rinnovabile sui consumi energetici finali;

·        una proposta di regolamento (COM(2022) 231) che introduce modifiche mirate al regolamento (UE) 2021/241 istitutivo del Dispositivo per la ripresa e la resilienza, prevedendo che gli Stati membri che presentano o modificano i loro Piani nazionali per la ripresa e la resilienza debbano includervi un capitolo dedicato a REPowerEU, contenente le riforme e gli investimenti specifici in grado di contribuire al conseguimento degli obiettivi del Piano.

Il Governo, nella relazione programmatica, ha sottolineato la necessità di sostenere la gradualità degli interventi e la flessibilità dei passi intermedi, anche in considerazione dell’esigenza di affrancarsi gradualmente dal gas russo, per evitare fenomeni di povertà energetica ed impatti negativi sul mercato del lavoro. Ha altresì prospettato il sostegno all’azione europea e il contributo alle piattaforme di coordinamento avviate dalla Commissione e ricordato che l’attuazione del pacchetto Fit for 55%, ancora in fase di esame presso le istituzioni europee, consentirebbe di ridurre di un terzo la domanda di gas nell’Unione, entro il 2030.

Infine, il programma della Commissione annuncia l’impegno per un'agricoltura più verde e sostenibile e per realizzare le azioni definite nella strategia "Dal produttore al consumatore".

La Commissione afferma che nel 2022 collaborerà con gli Stati membri per concordare piani strategici nazionali ambiziosi che realizzino gli obiettivi della politica agricola comune e del Green Deal e proporrà, tra le altre iniziative, nuove norme sull'uso sostenibile dei pesticidi per conseguire l'obiettivo della riduzione del 50% nelle strategie di biodiversità e "dal produttore al consumatore" e una revisione delle norme di commercializzazione. Annuncia altresì che mirerà a potenziare pratiche agricole sostenibili promuovendo la cattura del carbonio, ridefinendo le modalità sostenibili di utilizzo dei terreni agricoli e di allevamento di pesci e frutti di mare, nonché migliorando il monitoraggio degli indicatori di sostenibilità a livello di azienda agricola.

Si ricorda che il 20 maggio 2020 la Commissione europea ha presentato la strategia "Dal Produttore al Consumatore" (Farm to Fork strategy), insieme alla "Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030". Entrambe le strategie sono centrali nell'ambito del Green Deal. L'espressione "Farm to Fork" (dal produttore al consumatore) indica in generale che l'alimento giunto sulla tavola del consumatore è sicuro, di elevata qualità, rispettoso della salute degli animali e delle piante. La strategia si prefigge diversi obiettivi al 2030, tra cui quello di ridurre del 50% i rischi e l’uso dei pesticidi chimici oltre all’uso dei pesticidi più pericolosi. La Commissione Agricoltura ha esaminato la proposta e ha  approvato, in data 24 febbraio 2021, un documento finale.

Si ricorda, altresì, che uno degli obiettivi generali della PAC 2023-2027 è di sostenere e rafforzare la protezione dell'ambiente, compresa la biodiversità, e l'azione per il clima e contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell'Unione in materia di ambiente e clima, in linea con il Green Deal e con la Strategia Farm to Fork e la Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030. Al fine di contribuire al conseguimento dei suddetti obiettivi, è previsto che il 40% del bilancio della PAC contribuisca in modo significativo alla spesa complessiva dell'Unione per il clima e sostenga l'impegno generale di destinare il 10% del bilancio dell'UE 2021-2027 agli obiettivi in materia di biodiversità. In tale contesto, un ruolo determinante sarà svolto dai Piani strategici nazionali della PAC per il periodo 2023-2027 che ogni Stato membro deve elaborare e trasmettere alla Commissione europea per la valutazione e l’approvazione. Il Piano strategico nazionale della PAC 2023-2027 dell'Italia è stato presentato alla Commissione europea a gennaio 2022. A marzo scorso, quest’ultima ha presentato le sue osservazioni sul Piano italiano.

Il programma del trio di presidenza del Consiglio dell’UE annuncia, tra l’altro, che sosterrà la transizione verso sistemi agricoli e alimentari sostenibili attraverso l'attuazione della strategia dell'UE "Dal produttore al consumatore" e della nuova PAC, tenendo conto nel contempo di diversi punti di partenza, circostanze e condizioni degli Stati membri, conformemente al principio di sussidiarietà. In particolare, annuncia che promuoverà un uso ridotto di pesticidi e fertilizzanti, la salute e il benessere degli animali, nonché l'agricoltura biologica attraverso informazioni alimentari chiare e semplici per i consumatori, garantendo in tal modo alimenti sani per i cittadini dell'Unione. Il trio afferma infine che promuoverà una gestione sostenibile ed equilibrata delle risorse alieutiche, in particolare nel contesto delle relazioni dell'UE con il Regno Unito, e incoraggerà altresì lo sviluppo di un'acquacoltura sostenibile.

In materia di agricoltura verde e sostenibile, la relazione programmatica annuncia azioni volte in particolare a: dare piena attuazione alla Strategia europea per la biodiversità al 2030 e agli impegni definiti e in corso di definizione a livello globale in materia di conservazione della biodiversità;- ridurre gli inquinanti delle acque sotterranee e superficiali; migliorare la sostenibilità dei processi produttivi e della capacità di adattamento del settore agricolo e forestale ai cambiamenti climatici, accelerando il processo di transizione verde del settore agricolo, agroalimentare e forestale. Con i cd. eco-schemi della PAC il Governo intende altresì rafforzare il legame tra pagamenti diretti e azioni benefiche per il clima e l’ambiente; sviluppare l’agricoltura biologica in Italia; promuovere filiere agroalimentari sostenibili e combattere gli sprechi alimentari, tutelando e promuovendo anche il settore delle indicazioni geografiche; attuare misure efficaci a sostegno delle filiere agroalimentari colpite dalla crisi russo-ucraina, ad esempio al fine di mantenere gli equilibri tra approvvigionamento delle materie prime e costi di produzioni delle stesse.


 

2.      Un’Europa pronta per l’era digitale

Il programma di lavoro della Commissione ribadisce il termine del 2030 quale orizzonte temporale per il completamento della trasformazione digitale europea, basata su tecnologie affidabili, sicure e antropocentriche.

Gli obiettivi dell’UE nel settore digitale sono stati definiti con la  comunicazione “Bussola digitale per il 2030: il modello europeo per il decennio digitale” del 9 marzo 2021 e con la proposta di decisione del 15 settembre 2021, istitutiva del programma strategico per il 2030 “Percorso per il decennio digitale”. Quest’ultima, tuttora in corso di adozione secondo la procedura di codecisione, è stata altresì esaminata dalla IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dei deputati, la quale sulla proposta ha approvato – nell’ambito del dialogo politico – un documento finale recante una valutazione favorevole con osservazioni. Per approfondimenti relativi alla proposta si rinvia al dossier di documentazione n. 64 predisposto dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati.

In tale contesto, la Commissione europea si impegna a favorire l’adozione e l’attuazione delle proposte normative in materia di Internet sicuro, di identità digitale europea e di intelligenza artificiale.

Vengono in considerazione, in particolare:

·         la proposta di direttiva relativa a misure per un livello comune elevato di cibersicurezza nell'Unione (cosiddetta NIS 2 - Security of network and information systems), già oggetto di un accordo, concluso il 13 maggio 2022 tra il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE, recante il quadro di riferimento per le misure di gestione dei rischi di cibersicurezza e per gli obblighi di segnalazione in una serie di settori che comprende, tra l’altro, l'energia, i trasporti, la salute e le infrastrutture digitali. La proposta è stata oggetto di esame da parte della Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato della Repubblica, la quale si è espressa favorevolmente in merito al rispetto del principio di sussidiarietà, senza peraltro formalizzare questa posizione in un documento conclusivo ;

·         la proposta di regolamento che modifica il regolamento (UE) n. 910/2014 per quanto riguarda l'istituzione di un quadro per un'identità digitale europea;

·         la legge sull’intelligenza artificiale,  recante una serie di misure per ridurre al minimo i rischi per la sicurezza e i diritti fondamentali che potrebbero essere generati dai sistemi di IA prima della loro immissione sul mercato dell’UE, nonché per promuovere il ricorso a spazi di sperimentazione normativa volti a creare un ambiente controllato per testare tecnologie innovative per un periodo limitato, oltre all'accesso ai poli dell'innovazione digitale e a strutture di prova e sperimentazione, con l’obiettivo di sostenere le imprese innovative, le PMI e le start-up. Per approfondimenti sulla proposta si rinvia al dossier di documentazione n. 57 predisposto dall’Ufficio Rapporti con l’Unione europea della Camera dei deputati. Sulla proposta si sono espresse, in sede di dialogo politico,  le Commissioni riunite IX (Trasporti, poste e telecomunicazioni) e X (Attività produttive, commercio e turismo), approvando, il 13 aprile 2022, un documento finale recante una valutazione favorevole con osservazioni. La Commissione politiche dell'Unione europea del Senato della Repubblica, nel corso dell'esame della proposta, non ha rilevato criticità relative al rispetto del principio di sussidiarietà.

Si ricorda che le tre presidenze del Consiglio dell’UE hanno manifestato il loro impegno a portare avanti i negoziati sulle proposte sopracitate.

La Commissione europea fa inoltre cenno alla revisione di alcuni profili della politica di concorrenza, prefigurando, tra l’altro, uno strumento per le emergenze nel mercato unico volto a prevenire future perturbazioni.

In particolare, l’allegato II (iniziative REFIT) del programma della Commissione prevede la presentazione, nel corso del secondo semestre 2022, di una riforma del regolamento di esenzione per categoria relativo agli accordi verticali e degli orientamenti verticali. In sostanza la proposta dovrebbe rivedere le norme sugli accordi tra le parti che esercitano attività a diversi livelli in una stessa catena di approvvigionamento, con l’obiettivo di contribuire alla riduzione degli oneri e di permettere ai portatori di interessi di disporre di orientamenti adattati alla crescita del commercio elettronico.

Secondo il medesimo allegato, nel quarto trimestre 2022 è altresì prevista la presentazione di:

·        una proposta di riforma del regolamento orizzontale di esenzione per categoria e degli orientamenti orizzontali, concernente gli accordi di ricerca e sviluppo e gli accordi di specializzazione, nonché gli orientamenti orizzontali che li accompagnano;

·        una proposta volta a migliorare le procedure di controllo delle concentrazioni dell'UE senza comprometterne l'applicazione effettiva;

·        orientamenti aggiornati sui principi e sulle migliori pratiche in materia di definizione del mercato che la Commissione applica nei casi di antitrust e concentrazione, anche per quanto riguarda le recenti evoluzioni associate alla digitalizzazione dell'economia.

Infine, si ricorda che il programma di lavoro della Commissione prevede la presentazione, nel secondo trimestre 2022, di una iniziativa volta a rivedere le norme in materia di aiuti di Stato applicabili al settore della banda larga per adattarle agli sviluppi tecnologici e socioeconomici e per tenere conto dei nuovi obiettivi dell'UE in materia di connettività e di altri sviluppi politici recenti.

La Commissione sottolinea, in particolare, la vulnerabilità dell’UE in alcuni settori che scontano l'elevata dipendenza da un numero limitato di fornitori di Paesi terzi, in particolare per quanto riguarda le materie prime e i semiconduttori che alimentano le soluzioni digitali, i cui problemi di approvvigionamento hanno rallentato la produzione industriale dell'UE. A tal proposito, nel programma di lavoro si richiama la proposta di legge europea sui semiconduttori, volta, tra l’altro, ad assicurare la sicurezza delle forniture di tali materie prime.

La proposta di regolamento sui semiconduttori, il cosiddetto ‘Chips Act’, è stata presentata dalla Commissione europea l’8 febbraio 2022. Obiettivo primario della proposta è quello di rendere l’UE leader nel campo della progettazione, della fabbricazione e dell’imballaggio di chip avanzati, e ridurre così il suo grado di dipendenza dai Paesi terzi per gli approvvigionamenti. Come affermato dalla Commissione europea, le misure contemplate dalla proposta di regolamento dovrebbero consentire all’UE di raggiungere il 20% della quota di mercato mondiale entro il 2030 attraverso una quadruplicazione dei volumi di produzione in Europa. Senza investimenti rapidi e sufficienti, invece, a giudizio della Commissione, la quota di mercato dell'Europa potrebbe scendere a meno del 5%, considerati il raddoppio del mercato e la portata degli sforzi in altre parti del mondo.

Secondo il programma del trio di presidenza del Consiglio, la promozione dello sviluppo dei chip a semiconduttori contribuirà a conseguire l’obiettivo della sovranità digitale dell'Unione.

La relazione programmatica afferma che l’Italia attribuisce grande rilievo all’obiettivo di creare le condizioni per un significativo incremento della capacità produttiva dell’Unione entro il 2030 e assicurare le forniture di microprocessori nell’UE, con il sostegno finanziario degli Stati membri agli investimenti innovativi.

Il programma di lavoro della Commissione prevede, inoltre, la presentazione di una legge europea sulla ciberesilienza dei prodotti (terzo trimestre 2022), nonché l’avvio di un sistema di comunicazione sicuro globale dell'UE basato sulla tecnologia spaziale (secondo trimestre 2022), per fornire connettività a banda larga in quei luoghi dell'UE in cui ancora non esiste e garantire comunicazioni indipendenti sicure per gli Stati membri.

L’allegato del programma annuncia anche la presentazione, nel secondo trimestre del 2022, di una Strategia dell'UE per la gestione del traffico spaziale (avente carattere non legislativo). È infine preannunciato un Piano d'azione per accelerare la trasformazione digitale del settore dell’energia, ritenuto necessario per garantire la transizione verso le energie rinnovabili, la mobilità connessa, gli edifici intelligenti e un sistema energetico più integrato e maggiormente incentrato sui consumatori.

La Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento che istituisce il programma dell'Unione per una connettività sicura per il periodo 2023-2027 e una comunicazione congiunta su un approccio dell'UE per la gestione del traffico spaziale lo scorso 15 febbraio.

Più in generale, in materia di politica spaziale, il programma del trio di presidenza del Consiglio sottolinea l'importanza di rafforzare le relazioni funzionali tra i principali attori dell'Unione per assicurare un'attuazione efficace del programma spaziale dell'UE. Si afferma l’intenzione di sostenere la ricerca, lo sviluppo e le applicazioni industriali, di promuovere in tutto il mondo i programmi faro dell'UE Galileo e Copernicus, di sviluppare possibili nuove iniziative, compresa la connettività spaziale sicura, e di continuare a promuovere un comportamento responsabile nello spazio, in particolare nell'ambito delle Nazioni Unite.

La Commissione europea ribadisce, altresì, l’importanza del potenziamento delle competenze e dell'istruzione digitale, indicato quale obiettivo chiave nella "bussola per il digitale", in particolare preannunciando misure volte ad agevolare e promuovere le competenze digitali nelle scuole e nell'istruzione superiore.

Nel corso del terzo trimestre del 2022 sono previste:

·        una raccomandazione sul miglioramento dell'offerta di competenze digitali nell'istruzione e nella formazione;

·        una raccomandazione sui fattori che favoriscono il successo dell'istruzione digitale.

A tal proposito, si ricorda che il programma delle tre presidenze del Consiglio prevede l’impegno a dare seguito alla Bussola per il digitale, con particolare riguardo ai temi dell'istruzione e delle competenze digitali, nonché all'accesso, alla condivisione, alla messa in comune e al riutilizzo dei dati, creando nel contempo condizioni di parità per promuovere l'innovazione, la competitività e la diversità culturale.

La relazione programmatica del Governo attribuisce importanza prioritaria all’accrescimento delle competenze digitali e alla riduzione del fenomeno del digital divide. Viene in particolare richiamata l’iniziativa Repubblica digitale, nel cui ambito è stata definita la Strategia nazionale per le competenze digitali, approvata a luglio 2020. Il piano operativo per l’attuazione della Strategia prevede azioni su quattro assi di intervento (istruzione e formazione superiore, forza lavoro attiva, competenze specialistiche ICT, competenze per i cittadini).

In particolare, con riferimento alla digitalizzazione inclusiva, l’obiettivo è quello di sostenere l’alfabetizzazione digitale di base e quella avanzata, incidendo sia sulle condizioni essenziali (la disponibilità di computer o tablet), sia sul supporto allo sviluppo e al rafforzamento delle competenze digitali (ambienti digitali di autovalutazione e apprendimento, servizi di facilitazione digitale sui territori anche con il contributo del servizio civile universale, luoghi fisici di formazione e sperimentazione sulle tecnologie emergenti). Viene tra l’altro richiamato l’avvio delle seguenti azioni:

·        l’istituzione del Fondo per la Repubblica Digitale;

·        la ricognizione propedeutica all’ampliamento e al potenziamento della Rete di facilitazione digitale;

·        il programma pilota del Servizio Civile Digitale.

Particolare attenzione è altresì riservata all’infrastrutturazione digitale delle scuole, settore nel quale i risultati dichiarati nella relazione programmatica sono, tra l’altro:

·        la trasformazione di almeno 100.000 classi in ambienti di apprendimento innovativi e il sostegno all’innovazione del curriculum, a partire dalla scuola primaria;

·        la connessione alla rete, alla massima velocità disponibile sul territorio, di tutte le istituzioni scolastiche entro il 2023;

·        l’aumento del rapporto dispositivi digitali/studenti;

·        la dotazione del 100% delle classi di lavagne digitali;

·        la creazione, nelle scuole secondarie di secondo grado, dei “Digital Labs”, laboratori per le professioni digitali del futuro.

Ulteriori azioni sono previste con particolare riguardo all’acquisizione di competenze digitali da parte del personale scolastico e degli studenti.

La ricerca e l'innovazione – afferma inoltre il programma di lavoro della Commissionecontribuiranno a realizzare la ripresa dell'Europa, sulla base di una crescita economica in grado di guidare le transizioni verde e digitale. È ritenuto importante per l'Europa rimanere all'avanguardia nella scienza e in prima linea nell'innovazione.

Si ricorda che il programma quadro di ricerca e innovazione dell'UE per il periodo 2021-2027 è Orizzonte Europa (regolamento (UE) 2021/695). Esso dispone di una dotazione finanziaria di circa 95,5 miliardi di euro (a prezzi correnti), 5,4 dei quali provenienti da NextGenerationEU, e ha l'obiettivo di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell'Unione, anche sviluppando soluzioni per realizzare priorità strategiche come le transizioni verde e digitale, e contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e alla promozione della competitività e della crescita.

Il programma del trio di presidenza del Consiglio annuncia che proseguiranno le discussioni sullo sviluppo dello Spazio europeo della ricerca e che sarà fornito un contributo alla definizione e all'attuazione della politica in materia di ricerca e innovazione per affrontare le sfide sociali ed economiche esistenti a vantaggio dei cittadini dell'Unione, con l'obiettivo di rafforzare il panorama delle infrastrutture di ricerca e lo sforzo di ricerca (fondamentale, applicata e innovativa) nell'UE.

La relazione programmatica annuncia che, nel 2022, il Governo intenderà proseguire nella sua azione di coordinamento e di promozione della partecipazione dell’Italia al programma quadro di ricerca e innovazione. Tale azione si svolgerà sia tramite la partecipazione a grandi progetti che richiedono un cofinanziamento nazionale, sia attraverso azioni finalizzate alla diffusione della conoscenza del programma presso tutti i soggetti, pubblici e privati, che possano partecipare ad esso. L’azione del Governo sarà finalizzata a promuovere una partecipazione coordinata da parte dei soggetti residenti nel territorio nazionale, in modo tale da migliorare i risultati di performance, con particolare riguardo al tasso di successo finanziario. I risultati attesi sono, secondo la relazione, un incremento dei risultati di performance rispetto al programma precedente (Horizon 2020), con particolare riguardo ai bandi dello European Research Council, e un buon posizionamento nell’ambito dei bandi dello European Innovation Council, di nuova istituzione.

Il Governo annuncia, infine, che intende favorire il dialogo in materia di ricerca e innovazione con i Paesi extra-europei, sia con quelli ad alto tasso di sviluppo, sia con i Paesi in via di sviluppo e con contingenze di crisi.

Nel programma di lavoro della Commissione si fa altresì cenno a un'iniziativa a carattere legislativo sui servizi di mobilità digitale multimodale (quarto trimestre 2022) per colmare le lacune del mercato nell'uso combinato dei modi di trasporto, compreso il trasporto ferroviario.

La relazione programmatica del Governo delinea una serie di obiettivi e di azioni circa il processo di rafforzamento della digitalizzazione dei trasporti. In tale settore i risultati attesi includono, tra l’altro:

·        l’attuazione di un programma di interventi per il potenziamento tecnologico e digitalizzazione delle infrastrutture viarie;

·        lo sviluppo del Brenner Digital Green Corridor;

·        la creazione di un’unica piattaforma tecnologica volta a suggerire ai cittadini-utenti la migliore soluzione di viaggio (trasporto pubblico locale, sharing, taxi, noleggio auto) sia in termini di pianificazione (navigatore intermodale e informazioni in tempo reale su orari e distanze) che di utilizzo (prenotazione e pagamento dei servizi);

·        lo sviluppo della digitalizzazione e dell’innovazione applicata ai sistemi aeroportuali e l’ottimizzazione della gestione delle rotte percorse dagli aerei e della capacità delle infrastrutture aeroportuali.

La Commissione europea ha infine programmato la presentazione di una proposta a carattere normativo per una governance comune in materia di interoperabilità tra pubbliche amministrazioni dell’UE (secondo trimestre 2022).

La relazione programmatica del Governo attribuisce importanza prioritaria alla politica di digitalizzazione della pubblica amministrazione. In particolare, si sottolineano le attività del Governo volte a sostenere la transizione verso il modello cloud first per la pubblica amministrazione, nonché le azioni a sostegno dell’offerta ai cittadini di servizi digitali di qualità, tra le quali:

·        la diffusione dei modelli standard e l’utilizzo delle Linee Guida per il design dei servizi e per razionalizzare il numero di piattaforme in uso dalle amministrazioni;

·        la diffusione capillare della Piattaforma dei pagamenti pagoPA e l’implementazione di ulteriori servizi sull’App IO;

·        la diffusione delle piattaforme SPID, CIE, ANPR per rendere più efficiente l’azione amministrativa tramite l’offerta di servizi digitali ai cittadini e semplificare il servizio offerto ai cittadini tramite l’interoperabilità delle piattaforme in uso dalle amministrazioni;

·        l’implementazione della Piattaforma Notifiche Digitali, quale strumento semplice, efficiente e sicuro per la notificazione con valore legale di atti, provvedimenti, avvisi e comunicazioni della Pubblica amministrazione.

Il Governo prefigura, altresì, l’avvio di nuove piattaforme volte a razionalizzare i servizi per le amministrazioni ed i cittadini, tra le quali:

·        l’INAD, che gestisce l’Indice nazionale dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi professionali o nel Registro Imprese. Tale Indice assicura, tra l’altro, l’attuazione della Linea guida sul domicilio digitale del cittadino;

·        la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), che permette di aprire canali tra le PA e, così, di farle dialogare, realizzando l’interoperabilità.

Ulteriori azioni sono previste dal Governo nel settore della digitalizzazione nella sanità, con particolare riguardo all’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero, alla rete sanitaria territoriale, alle competenze digitali dei professionisti del Sistema sanitario nazionale.

Si ricorda, infine, che il programma del trio delle presidenze del Consiglio prevede, tra l’altro, l’impegno a garantire la sovranità dell'Unione in modo aperto e autodeterminato, a promuovere contenuti culturali e un settore dei media forte, come pure soluzioni industriali affidabili, nonché a rafforzare la ciberresilienza.

Gli obiettivi, secondo tale programma, potranno essere realizzati mediante lo sviluppo di una serie di tecnologie, che includono, tra l’altro, i supercomputer, la computazione quantistica, le catene di blocchi (blockchain) e l'intelligenza artificiale.

Nella relazione programmatica, il Governo ribadisce l’impegno a promuovere la partecipazione del sistema produttivo nazionale alle iniziative relative allo sviluppo di un sistema europeo di supercalcolo (High performance computing-HPC). In particolare, in considerazione della prevalenza di PMI nel sistema nazionale della produzione e dei servizi, il Governo intende incentivare l’accesso alle infrastrutture HPC, anche attraverso il credito di imposta, promuovere la formazione qualificata del personale aziendale su HPC e Big Data e attivare programmi di dottorato di ricerca industriale su questi temi.

Il trio delle presidenze sottolinea l’importanza di accentuare gli sforzi volti al coinvolgimento internazionale dell'Unione europea e degli Stati membri nella promozione delle norme digitali dell'UE e nella elaborazione di regole digitali globali.

Viene manifestato, infine, l’impegno a stimolare i lavori intesi a semplificare e modernizzare le norme dell'Unione in materia di IVA, che dovrebbero essere meglio adattate alle tecnologie digitali.


 

3.      Un’economia al servizio delle persone

Nel sostenere che il ritorno dell'attività economica a livelli pre-pandemici induce a riflettere su come la crisi abbia influito sull’economia europea, la Commissione europea ricorda, innanzitutto, di aver rilanciato il dibattito pubblico sulle regole di bilancio e sul quadro di governance economica dell’UE.

Il dibattito, che era stato avviato nel febbraio 2020 con la comunicazione COM(2020)55, ma temporaneamente sospeso a causa della necessità di concentrarsi sulle sfide immediate poste dalla pandemia di COVID-19, è stato rilanciato il 19 ottobre 2021 con la comunicazione COM(2021)662 “L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica”.

Presso la V Commissione (Bilancio) della Camera dei deputati, è in corso di esame la citata comunicazione COM(2021)662 “L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica”. Sul documento, la V Commissione ha anche svolto un ampio ciclo di audizioni.

 

Al riguardo, la Commissione preannuncia che fornirà orientamenti per la futura politica di bilancio (primo trimestre 2022) e in seguito su eventuali modifiche del quadro di governance economica, con l'obiettivo di raggiungere un ampio consenso sulla via da seguire in tempo utile per il 2023.

La Commissione europea ha fornito orientamenti di politica di bilancio per il 2023 nella comunicazione COM(2022)85 del 2 marzo scorso e nei documenti del cosiddetto “pacchetto di primavera” del Semestre europeo, presentato il 23 maggio, i quali tengono maggiormente conto dello shock macroeconomico causato dall'invasione russa dell'Ucraina e delle sue conseguenze a lungo termine per le esigenze dell'UE in termini di sicurezza energetica. In sintesi, la Commissione raccomanda agli Stati membri, per il 2023, una politica fiscale prudente ma pronta a reagire all'evoluzione della situazione economica. La Commissione raccomanda altresì di continuare a differenziare le politiche di bilancio tra Stati membri con un debito elevato, che non dovrebbero aumentare la spesa pubblica più rapidamente del loro livello di crescita potenziale a medio termine, e Stati membri con un debito medio-basso, la cui spesa dovrebbe consentire loro di raggiungere un orientamento di bilancio sostanzialmente neutrale. Tutti gli Stati membri dovrebbero inoltre espandere gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la sicurezza energetica, ricorrendo anche al Dispositivo per la ripresa e la resilienza, ad altri fondi dell'UE e a REPowerEU.

Inoltre, sulla base delle recenti previsioni economiche di primavera, che rivedono al ribasso le prospettive economiche dell’UE nel contesto della guerra in Ucraina e in forte rialzo le spinte inflazionistiche, la Commissione ritiene soddisfatte le condizioni per mantenere la clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita nel 2023 e disattivarla a partire dal 2024.

Circa gli orientamenti su eventuali modifiche del quadro di governance economica, nel citato pacchetto di primavera la Commissione ha annunciato che saranno presentati dopo l’estate. Con la precedente comunicazione di marzo, invece, la Commissione aveva evidenziato una serie di questioni fondamentali su cui potrebbe emergere un consenso per il futuro quadro di bilancio dell'UE: 1) assicurare la sostenibilità del debito e promuovere la crescita sostenibile attraverso investimenti e riforme; 2) prestare maggiore attenzione al medio termine nella sorveglianza di bilancio; 3) approfondire le considerazioni che possono scaturire dall'assetto, dalla governance e dal funzionamento del Dispositivo per la ripresa e la resilienza; 4) perseguire semplificazione, maggiore titolarità nazionale e migliore applicazione delle norme.

Il programma del trio di presidenza del Consiglio si limita ad affermare che darà seguito al riesame della governance economica effettuato dalla Commissione.

La relazione programmatica dedica ampio spazio al dibattito sulla riforma delle regole della governance economica dell’Unione, sottolineando che il contributo italiano al dibattito dovrà esortare alla massima ambizione, promuovendo l’adozione di aggiustamenti del quadro delle regole sia nel medio che nel lungo periodo, in tempo utile per assicurare una transizione efficace in vista della disattivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita.

In particolare, secondo la relazione, occorrerà sfruttare le opportunità di approfondimento dell’integrazione europea offerte dall’attuazione di Next Generation EU e dal clima di rinnovata fiducia creato dalla risposta economica europea alla crisi, continuando a sostenere la necessità– resa sempre più urgente dalla crisi Ucraina - che l’Unione si doti  di strumenti di bilancio permanenti, per rispondere agli shock esterni e per sostenere gli investimenti, nonché di regole di bilancio semplici, credibili e sostenibili, volte anche a favorire gli opportuni investimenti addizionali necessari per la transizione ecologica e digitale e a consentire un percorso di riduzione del debito pubblico che sostenga allo stesso tempo la crescita.

Più nello specifico, la relazione sostiene tra l’altro che, sebbene Next Generation EU costituisca un notevole passo in avanti in termini di contrasto alle crisi economiche, esso si configura come una misura dal carattere eccezionale e temporaneo, mentre il cambiamento che si auspica per l’Eurozona dovrebbe avere un carattere strutturale. A tal fine, il Governo afferma che continuerà a promuovere il dibattito sulla costituzione di una capacità fiscale centrale che, per funzionare correttamente, dovrà avere una dotazione finanziaria adeguata, sia per l’assorbimento di shock comuni e idiosincratici, sia per la fornitura di beni pubblici europei (il cui perimetro si è ulteriormente ampliato in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina) e la correzione di altre tipologie di fallimenti del mercato. Il Governo ritiene, inoltre, rilevante garantire la possibilità di emettere titoli di debito comuni per poter finanziare la capacità fiscale e quindi fronteggiare adeguatamente gli shock simmetrici e asimmetrici, contemplando possibilità redistributive a favore delle aree in cui il ciclo economico sarà maggiormente sfavorevole, anche al fine di fornire il dovuto sostegno all’occupazione.

Per favorire un corretto funzionamento del mercato unico europeo e una crescita economica omogenea nelle diverse aree, sarebbe inoltre importante, a giudizio del Governo, adottare un modello di crescita che coniughi competitività esterna e crescita della domanda interna e, a tal fine, reputa necessario anche promuovere un approccio maggiormente simmetrico agli squilibri macroeconomici.

La Commissione europea sostiene altresì che lo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE) si è rivelato uno strumento estremamente efficace e che pertanto esaminerà attentamente gli insegnamenti che se ne possono trarre.

Lo strumento SURE, istituito con il regolamento (UE) 2020/672, ha messo a disposizione degli Stati membri prestiti per un importo massimo di 100 miliardi di euro per finanziare regimi di riduzione dell'orario lavorativo, o misure analoghe, a protezione dei lavoratori dipendenti e autonomi rispetto a rischi di disoccupazione e di perdita di reddito, nonché determinate misure di carattere sanitario, in particolare nei luoghi di lavoro. Per l'Italia è stato approvato un sostegno finanziario di circa 27,4 miliardi di euro, il più alto tra quelli previsti. Allo stato, l’UE ha già erogato 89,6 miliardi; l’Italia ha già ottenuto l’intero importo a sua disposizione.

Il programma della Commissione preannuncia altresì l’intenzione, tra l’altro, di:

·        dare seguito al piano d'azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali al fine di garantire che i cittadini europei abbiano accesso a posti di lavoro di qualità, a condizioni di lavoro eque e a una protezione sociale su vasta scala e che possano godere di un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata.

Si ricorda che il Piano d’azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2021)102 e allegati) è stato adottato dalla Commissione europea il 4 marzo 2021. Esso delinea le azioni, legislative e non, che la Commissione intende adottare, durante il suo mandato (entro la fine del 2024), per proseguire l'attuazione dei venti principi del Pilastro europeo dei diritti sociali e propone tre obiettivi principali in materia di occupazione, competenze e protezione sociale che l'UE deve conseguire entro il 2030, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite: 1) almeno il 78% della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrebbe avere un lavoro; 2) almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione; 3) il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale dovrebbe essere ridotto di almeno 15 milioni (5 milioni dei quali dovrebbero essere bambini). I tre obiettivi sono stati avallati dal Vertice sociale di Porto del 7 e 8 maggio 2021 e, da ultimo, dal Consiglio europeo del 24 e 25 giugno 2021.

Il programma del trio di presidenza del Consiglio ritiene importante rafforzare il modello sociale europeo e, in quest'ottica, annuncia che agevolerà l'ulteriore attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, in particolare attraverso i pertinenti lavori legislativi e non legislativi da portare avanti a livello di UE e di Stati membri e attraverso il Semestre europeo.

La relazione programmatica sostiene che un’economia europea innovativa, prospera e orientata al futuro non può prescindere dalle proposte connesse al Pilastro europeo dei diritti sociali e annuncia pertanto l’impegno del Governo nel sostegno alle transizioni occupazionali attraverso il rilancio delle politiche attive, per dar vita a un sistema capace di promuovere una maggiore tutela e qualità del lavoro, mediante il potenziamento dei livelli di tutela, sicurezza del lavoro e contrasto alle irregolarità di maggiore rilevanza economico-sociale in materia lavoristica, previdenziale ed assicurativa, nonché per favorire posti di lavoro dignitosi e condizioni di lavoro eque, rafforzando la tutela dei diritti dei lavoratori, e un buon equilibrio di vita, conciliando vita familiare e vita professionale (inclusa la promozione di nuovi strumenti per il benessere organizzativo delle imprese private). Annuncia altresì l’impegno a perseguire una sempre più decisa politica attiva di contrasto all’esclusione sociale e alla povertà;

·        proporre una raccomandazione sul reddito minimo (3° trimestre 2022) a sostegno delle politiche degli Stati membri, considerato che lo shock della pandemia ha evidenziato l'importanza di forti reti di sicurezza sociale.

Si ricorda che in materia di salari minimi sono in corso i negoziati tra le Istituzioni europee su una proposta di direttiva, presentata a ottobre 2020 dalla Commissione europea, e che lo scorso 7 giugno il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sul testo.

L’XI Commissione (Lavoro) della Camera dei deputati ha esaminato la proposta e, in data 15 aprile 2021, ha approvato un documento finale. Al Senato si sono pronunciate sulla proposta l'11a Commissione permanente del Senato (Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) nel Doc XVIII, n. 22 e, per i profili relativi alla sussidiarietà, la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea, Doc XVIII-bis, n. 7).

Nell’ottica di rafforzare il modello sociale europeo e di attuare il Pilastro europeo dei diritti sociali, il programma del trio di presidenza del Consiglio annuncia l’impegno per promuovere l'inclusione sociale e la convergenza sociale verso l'alto, nel pieno rispetto delle competenze nazionali e della varietà dei modelli del mercato del lavoro nell'Unione, in particolare difendendo salari equi e lavori dignitosi, le disposizioni in materia di reddito minimo e il dialogo sociale;

·        presentare una comunicazione per rafforzare il dialogo sociale a livello UE e nazionale al fine di sostenere il ruolo fondamentale delle parti sociali nel promuovere una ripresa economica e sociale coesa ed equa, oltre alle transizioni verde, digitale e del mercato del lavoro;

·        presentare una proposta per migliorare la protezione dei lavoratori dai rischi connessi all'esposizione all'amianto durante il lavoro, tenendo conto dei risultati della consultazione con le parti sociali (carattere legislativo, 3° trimestre 2022). La Commissione afferma di concordare con il Parlamento europeo e con la sua recente relazione a norma dell'articolo 225 del TFUE sul fatto che la questione dell'amianto è fonte di gravi preoccupazioni;

·        presentare un'iniziativa sui pagamenti istantanei (carattere legislativo o non legislativo, 2° trimestre 2022) per promuoverne la piena utilizzazione nell'UE, considerato che durante la pandemia le transazioni digitali sono aumentate e che il settore finanziario svolge un ruolo fondamentale nella ripresa economica.

Nella strategia in materia di pagamenti al dettaglio presentata nel 2020 (COM(2020)592), la Commissione europea ha prospettato l’adozione di azioni volte a promuovere la piena diffusione dei pagamenti istantanei nell'UE (un “pagamento istantaneo” è un trasferimento elettronico al dettaglio con accredito dei fondi sul conto del beneficiario in pochi secondi, anziché in uno o più giorni lavorativi). L'esame del documento è stato avviato presso la 6a Commissione permanente (Finanze e tesoro) del Senato.

La relazione programmatica afferma che sarà assicurata la proattiva partecipazione del Governo ai negoziati europei, con particolare attenzione per gli aspetti relativi alla tutela dei consumatori, valutando adeguatamente, nel contempo, le sfide in materia di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo e protezione dei dati nonché i rischi operativi, di responsabilità e di liquidità per i prestatori di servizi di pagamento e le infrastrutture derivanti dai pagamenti istantanei;

·        tenuto conto del fatto che la crisi sanitaria ha riconfermato la necessità di mercati europei dei capitali pienamente sviluppati e che la ripresa richiede investimenti massicci che il denaro pubblico e i prestiti bancari tradizionali da soli non sono in grado di realizzare, adottare misure in materia di procedure di insolvenza migliorando la convergenza ed eliminando le discrepanze, al fine di aumentare l'efficienza, agevolare gli investimenti transfrontalieri e ridurre gli oneri. I requisiti di quotazione - afferma la Commissione - saranno semplificati per rendere i mercati dei capitali pubblici più attraenti per le imprese dell'UE e facilitare l'accesso al capitale per le piccole e medie imprese (carattere legislativo, 3° trimestre 2022). Nell’allegato al programma di lavoro, inoltre, la Commissione preannuncia la presentazione di un’iniziativa sull'armonizzazione di alcuni aspetti di diritto sostanziale in materia di procedimenti concorsuali (carattere legislativo o non legislativo, 3° trimestre 2022);

·        adoperarsi per confermare la leadership dell'UE per quanto riguarda l'equità fiscale internazionale, garantendo un'attuazione rapida e coerente in tutta l'UE dell’accordo sulla riforma fiscale globale che l'8 ottobre scorso è stato raggiunto in sede OCSE/G20, fissando un livello minimo di imposizione effettiva degli utili delle imprese (pilastro 2) e una redistribuzione dei diritti di imposizione (pilastro 1).

Il primo pilastro intende garantire una più equa riallocazione dei profitti e dei diritti di tassazione fra i Paesi in cui operano le grandi imprese multinazionali, incluse le grandi aziende digitali, ripartendo il diritto di tassazione tra i Paesi in cui esse svolgono attività commerciali e realizzano profitti, indipendentemente dalla loro localizzazione. Il secondo pilastro cerca di contrastare la concorrenza fiscale attraverso l’introduzione di un’aliquota minima globale pari al 15% sulle società multinazionali, comprese quelle che operano nell’economia digitale, con ricavi superiori a 750 milioni di euro l’anno. Si cerca in tal modo di contrastare il dumping fiscale, ossia lo spostamento dei profitti laddove le aliquote fiscali sono più basse o inesistenti.

Il 22 dicembre 2021 la Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva volta a garantire un’aliquota fiscale minima effettiva per le attività dei grandi gruppi multinazionali. La proposta ricalca l’accordo internazionale raggiunto in sede OCSE/G20 e determina le modalità tramite le quali i principi dell’aliquota fiscale effettiva del 15% saranno applicati con correttezza e coerenza in tutta l’UE.

In merito al primo pilastro, invece, con la proposta di decisione COM(2021)570 la Commissione ha stabilito che costituirà una nuova risorsa propria dell’UE, consistente nell'applicazione di un'aliquota uniforme di prelievo del 15 % alla quota degli utili residui delle imprese multinazionali riassegnata agli Stati membri (a norma della direttiva sull'attuazione dell'accordo globale sulla ridistribuzione dei diritti di imposizione che la Commissione stessa dovrebbe presentare nel corso del 2022).

Il programma del trio di presidenza del Consiglio annuncia, tra le priorità di lavoro, quella di affrontare le sfide in materia di tassazione internazionale delle imprese che derivano dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione dell'economia. A tale proposito, il trio si impegna a lavorare sulle proposte che dovrebbero essere presentate dalla Commissione, previo accordo da raggiungersi nel quadro inclusivo dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). In linea con il calendario di attuazione dell'OCSE, le presidenze si impegnano altresì ad adoprarsi per trovare quanto prima un accordo su tali proposte in sede di Consiglio.

La relazione programmatica annuncia l’impegno del Governo per definire le modalità di attuazione dei due pilastri della riforma e afferma di aspettarsi, nel corso del 2022, la conclusione dei negoziati sulla proposta di direttiva che recepisce nell’ambito dell’UE l’accordo internazionale sulla tassazione minima effettiva.

Nell’allegato al programma di lavoro la Commissione europea preannuncia, infine, la presentazione di un Partenariato strategico rinnovato e rafforzato con le regioni ultraperiferiche dell'UE (carattere non legislativo, 2° trimestre 2022).

Il 3 maggio scorso la Commissione ha presentato la comunicazione COM(2022)198 “Mettere al primo posto le persone, garantire una crescita sostenibile e inclusiva, liberare il potenziale delle regioni ultraperiferiche dell'UE” con cui illustra le priorità dell'azione dell'UE con e per le regioni ultraperiferiche: Guadalupa, Guyana francese, Martinica, Mayotte, Riunione e Saint-Martin (Francia), Azzorre e Madera (Portogallo) e isole Canarie (Spagna).


 

4.      Un’Europa più forte nel mondo

In tale ambito la Commissione indica, anzitutto, la necessità di rafforzare l'influenza dell'Europa in un mondo in rapida evoluzione e di difendere i suoi valori e interessi.

In particolare, il programma di lavoro della Commissione prevede, nel corso del 2022, di:

·        intensificare gli sforzi dell'UE per costruire partenariati per la connettività che promuovano una connettività digitale e rispettosa dell'ambiente con partner di tutto il mondo, attraverso la nuova iniziativa "Global Gateway", che sarà strettamente coordinata con l'iniziativa Build Back Better World nell’ambito del G7;

L’iniziativa “Global Gateway,” presentata il 1° dicembre 2021, è volta a promuovere una nuova strategia europea di investimenti infrastrutturali globale per rafforzare i collegamenti tra l’Unione europea e i suoi principali partner commerciali e strategici in cinque ambiti: digitale; clima ed energia; trasporti; salute; educazione e ricerca. La strategia punta a mobilitare fino a 300 miliardi di euro in investimenti tra il 2021 e il 2027, attraverso il lavoro coordinato di istituzioni UE, Stati membri, delegazioni dell’UE nel mondo, Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (EBRD). L’iniziativa Build Back Better World, annunciata dal Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in occasione della riunione del G7 dell’11-13 giugno 2021, consiste in un programma volto a promuovere infrastrutture e connettività a livello globale, mobilitando capitale privato in quattro aree di interesse: clima, salute e sicurezza sanitaria, tecnologia digitale, equità e uguaglianza di genere.

Nella relazione programmatica il Governo indica che, nel quadro delle politiche digitali e di connettività, occorrerà rafforzare il dibattito in corso con una riflessione più ampia sul rilancio degli investimenti necessari per ridurre la dipendenza strategica dell’UE in ambito digitale e sulla creazione di reti di interconnessione globali. Sul piano degli investimenti, da attuare in un contesto che tenga conto del rispetto dei diritti umani, il punto di riferimento sarà il quadro strategico delineato attraverso il “Global gateway”. Il Governo indica, inoltre, come prioritario – anche nell’ambito della cooperazione regionale della strategia Macro-regionale per la Regione Adriatico Ionica (EUSAIR) – l’allargamento ad est delle reti di trasporto trans europee nonché dei corridoi multimodali, al fine di rafforzare la cooperazione con i paesi del partenariato orientale spingendosi fino all’estremo oriente, con il chiaro obiettivo di realizzare una rete paneuropea per merci e passeggeri.

·        accelerare i lavori per realizzare un'autentica Unione europea della difesa e rafforzare i partenariati nel settore della difesa con gli alleati, in particolare attraverso una nuova dichiarazione congiunta UE?NATO. In particolare si annuncia un pacchetto in materia di difesa comprensivo di una tabella di marcia in materia di tecnologie di sicurezza e di difesa per stimolare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione e ridurre la dipendenza strategica dell'UE per quanto riguarda le tecnologie e le catene del valore critiche nei settori in questione;

La nuova dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra UE e NATO è tutt’ora in corso di negoziazione. Si tratta della terza dichiarazione (dopo quelle del 2016 e del 2018) e dovrebbe promuovere la cooperazione nei seguenti ambiti: resilienza, tecnologie emergenti e di rottura, cambiamenti climatici; spazio.

La tabella di marcia relativa alle tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa è stata presentata dalla Commissione europea il 15 febbraio 2022, insieme ad una comunicazione con la quale la Commissione ha presentato un pacchetto di iniziative volte, in particolare: a stimolare gli investimenti degli Stati membri nelle capacità strategiche e nei fattori abilitanti fondamentali nell'ambito dei quadri di cooperazione UE; incentivare l'acquisizione congiunta di capacità di difesa sviluppate in modo collaborativo all'interno dell'UE; orientare gli Stati membri verso pratiche semplificate e più convergenti di controllo delle esportazioni di armi. Il 18 maggio 2022 la Commissione europea ha, poi, presentato una comunicazione nella quale si analizzano le carenze di investimenti nel settore della difesa e si propongono misure per rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea. Si ricorda che tutte le iniziative volte al rafforzamento della difesa europea si collocano nel quadro della nuova Bussola strategica approvata dal Consiglio europeo del 24 e 25 marzo 2022 (v. infra).

Il Consiglio europeo straordinario del 30 e 31 maggio 2022 ha adottato delle conclusioni in materia di sicurezza e difesa nelle quali ha invitato il Consiglio ad esaminare: a) misure volte sostenere gli appalti congiunti nel settore della difesa per ricostituire le scorte, in particolare alla luce del sostegno fornito all'Ucraina, nonché uno strumento a breve termine volto a rafforzare le capacità industriali europee nel settore della difesa mediante appalti congiunti volontari; b) lo sviluppo di una capacità dell'UE in materia di programmazione strategica, appalti e coordinamento nel settore della difesa, in complementarità con la NATO; c) ulteriori misure per mappare le capacità produttive attuali e quelle supplementari necessarie; d) l'attuazione accelerata dei progetti sulle infrastrutture di mobilità militare; e) un ruolo rafforzato della Banca europea per gli investimenti. Il Consiglio europeo ha, inoltre, auspicato la presentazione di un programma comune europeo di investimenti nel settore della difesa, compresa la valutazione di un meccanismo per l'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto e per i progetti europei nel settore della difesa di grande interesse comune.

Nella relazione programmatica, il Governo indica che l’Italia continuerà a sostenere le iniziative tese al rafforzamento della difesa europea, in complementarietà con la NATO, con il fine di renderla flessibile e adeguata, sia per rispondere alle esigenze di protezione del territorio europeo e dei suoi cittadini, che per proiettare efficacemente stabilità nel Vicinato. Il Governo si impegna a rendere coerenti, sistematici e sempre più efficaci gli attuali strumenti quali la Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) e la Revisione Coordinata Annuale sulla Difesa (CARD), sia attraverso la promozione di una cultura dell’inclusione a tutte le iniziative di difesa, nonché tramite il consolidamento e la sincronizzazione dei cicli di pianificazione nell’ambito del piano di sviluppo delle capacità.

In materia di rafforzamento della base tecnologica e industriale della difesa europea, il Governo continuerà, tra l’altro, a garantire il sostegno istituzionale all’implementazione dei programmi di cooperazione multilaterale per ridurre le dipendenze di settore e favorire una maggiore indipendenza sia in termini di sviluppo di tecnologie innovative. Il Governo indica, inoltre, che occorrerà individuare un modello di cooperazione che sostenga tutte le industrie nazionali. In quest’ambito, più ampi poteri della Commissione a Trattati vigenti (integrazione della domanda; roadmap per il procurement; pianificazione strategica degli acquisti della Difesa) potranno essere accettabili solo in presenza di concreti ritorni per i sistemi industriali di tutti gli Stati membri, nonché evitando duplicazioni di strutture e processi.

Il Governo intende confermare il contributo italiano alle iniziative dell’UE volte ad assicurare la stabilità nel vicinato, attraverso la partecipazione a missioni ed operazioni dell’UE. In particolare il Governo conferma la partecipazione dell’Italia per quanto riguarda le missioni EUNAVFORMED IRINI, a largo della Libia, EUTM Somalia, EULEX in Kosovo l’operazione Althea in Bosnia, EUNAVORF operazione Atalanta, nell’oceano indiano, EUAM in Iraq e le missioni dell’UE nella regione del Sahel (EUTM Mali, EUCAP Sahel MALI e EUCAP Sahel Niger). A seguito dell’aggressione russa in Ucraina, saranno, inoltre, supportate le iniziative europee tese a rinforzare le capacità militari delle Forze Armate ucraine.

Per quanto riguarda la cooperazione tra l’UE e la Nato si afferma che esse non dovranno dividersi le aree di intervento in base a capacità/volontà, ma operare in un’ottica di complementarietà e di non regionalizzazione. Si auspica la redazione di una nuova dichiarazione congiunta (in corso di negoziazione), da affiancarsi alle due precedenti, incentrata sulle seguenti principali aree: consultazioni politiche; cooperazione in campo operativo; condivisione di informazioni; resilienza; clima e sicurezza; sicurezza dello spazio; pianificazione e sviluppo capacitivo; capacity building.

·        presentare una proposta di modifica del regolamento di blocco per proteggere meglio gli operatori dell'UE, siano essi privati o imprese, scoraggiando e contrastando ulteriormente l'applicazione extraterritoriale di sanzioni da parte di Paesi terzi;

Il cosiddetto “regolamento di blocco” è il regolamento (CE) n. 2271/96 del Consiglio del 22 novembre 1996, relativo alla protezione dagli effetti extraterritoriali derivanti dall'applicazione di una normativa adottata da un Paese terzo e dalle azioni su di essa basate o da essa derivanti. Tale regolamento fu introdotto nel 1996, in risposta alla normativa extraterritoriale adottata dagli USA al fine di imporre sanzioni nei confronti di Cuba, Iran e Libia, con l’obiettivo di tutelare gli operatori dell’UE nei confronti di lesioni dei propri interessi economici e/o finanziari per l'applicazione diretta o indiretta di atti normativi di Paesi terzi.

·        presentare una comunicazione in merito ad una nuova strategia internazionale di mobilitazione per l'energia, che prenderà in considerazione nuove opportunità per la diffusione di un sistema energetico pulito e la promozione dell'efficienza energetica e di tecnologie sicure e sostenibili, passando gradualmente dall'uso dei combustibili fossili a soluzioni energetiche verdi;

La nuova strategia internazionale di mobilitazione dell’energia, presentata dalla Commissione europea il 18 maggio 2022 nell’ambito del pacchetto di proposte relative al piano Repower EU, mira a: rafforzare la sicurezza energetica e l'autonomia strategica dell’UE; diversificare l'approvvigionamento energetico dell'UE e aumentare il risparmio e l'efficienza energetica; accelerare la transizione energetica globale verde per garantire una transizione sostenibile e sicura ed energia a prezzi accessibili; sostenere l'Ucraina e altri Paesi che sono stati direttamente o indirettamente colpiti dall’aggressione russa; costruire partenariati internazionali per promuovere l'energia pulita a livello globale.

·        presentare una comunicazione per un piano d'azione sulla governance internazionale degli oceani;

·        presentare una comunicazione per un partenariato strategico con i paesi del Golfo persico.

La Commissione ha presentato, il 18 maggio 2022, la comunicazione sul rafforzamento del partenariato strategico con i paesi del Golfo persico in una serie di settori strategici quali: energia, transizione verde e cambiamenti climatici, diversificazione commerciale ed economica, stabilità regionale e sicurezza globale, sfide legate al contesto umanitario e dello sviluppo e rafforzamento dei contatti interpersonali. Gli Stati del Golfo Persico sono: Bahrein, Kuwait, Iraq, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

Nel programma di 18 mesi del Consiglio, il trio di presidenza afferma la propria intenzione di perseguire una linea d'azione più strategica, aumentando la capacità dell'UE di agire in modo autonomo per salvaguardare i suoi interessi, difendere i suoi valori e il suo stile di vita, continuando a svolgere un ruolo determinante nella promozione del multilateralismo e dell'ordine internazionale basato su regole.

Nella relazione programmatica, il Governo indica che occorrerà perseguire una maggiore autonomia strategica dell’UE, intesa come capacità di agire e gestire crisi insieme ai partner, ove possibile, e in autonomia, ove necessario. In tal senso, occorrerà guadagnare un’autonomia non tanto da altri attori, quanto nello svolgimento di compiti concreti. In particolare, il Governo intende promuovere progetti volti a aumentare la capacità dell’Unione di rispondere agli shock esterni, di qualunque natura, per aumentare l’autonomia strategica nei settori cruciali dell’energia, della difesa e delle cooperazioni industriali, specialmente nei campi “verde” e digitale.

Il programma di 18 mesi del Consiglio intende promuovere attivamente il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. La promozione della diversità, della parità di genere, del pieno godimento di tutti i diritti umani da parte delle donne e delle ragazze, nonché della loro emancipazione, saranno una priorità in tutte le azioni esterne.

Con particolare riferimento al vicinato dell'UE, si indica la necessità di un approccio strategico (con il prosieguo del processo di adesione e il rafforzamento del dialogo politico regolare) nei confronti dei Balcani occidentali, il rafforzamento e l'ulteriore sviluppo del partenariato strategico con il vicinato meridionale e il sostegno dell'attuazione degli impegni già assunti nei confronti del partenariato orientale.

Nella relazione programmatica, per quanto riguarda il processo di allargamento dell’UE ai Balcani occidentali, il Governo indica che - pur riconoscendo le legittime aspirazioni e il percorso europeo di Ucraina, Georgia e Moldova - continuerà a sostenere il percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali, favorendo l’avvio effettivo dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord, sollecitando un’accelerazione dei negoziati con Serbia e Montenegro (concentrandosi in particolare sull’attuazione delle riforme in materia di Stato di diritto) e favorendo il rilancio della prospettiva europea della Bosnia–Erzegovina e del Kosovo. In questo contesto, si intende consolidare il ruolo dell’Italia quale punto di riferimento per i Paesi della regione nel loro processo di integrazione europea.

Per quanto riguarda il vicinato meridionale, nell’ambito del processo in corso di definizione delle priorità di partenariato volte a delineare il quadro di riferimento per la programmazione delle risorse dell’UE a favore dei Paesi coinvolti, il Governo continuerà a sostenere il mantenimento dell’attuale chiave di ripartizione delle allocazioni finanziarie, che vede ad oggi due terzi dei fondi dedicati al Vicinato sud e un terzo al Vicinato orientale.

Il trio intende, inoltre, continuare a vigilare sulla piena attuazione dell’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l’UE e il Regno Unito, proseguire la cooperazione con i Paesi dello Spazio economico europeo (SEE)/Associazione europea di libero scambio (EFTA) (Islanda, Liechtenstein, Norvegia), compiere progressi sostanziali in vista della conclusione dei negoziati su un accordo di associazione con Andorra, Monaco e San Marino e proseguire la rivalutazione delle relazioni UE-Svizzera.

Con riferimento alle relazioni con i partner internazionali, il programma di 18 mesi del Consiglio indica la priorità di promuovere partenariati globali e reciprocamente vantaggiosi con gli Stati Uniti e l'Africa, di perseguire un approccio multidimensionale con la Cina e di rilanciare dei negoziati per accordi ambiziosi con l'India. Il trio sosterrà inoltre l'attuazione della strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indopacifica in particolare nei settori dei diritti umani, dello sviluppo sostenibile e della connettività, della sicurezza e della difesa e delle catene di approvvigionamento.

In tema di commercio, il programma di 18 mesi del Consiglio intende contribuire a definire un nuovo sistema di governance economica globale fondato su un'agenda di libero scambio ambiziosa ed equilibrata, basata sull'Organizzazione Mondiale del Commercio, per realizzare la riforma della quale si preannuncia un impegno specifico. Tale programma sarà affiancato da un'agenda commerciale bilaterale, nel contempo tutelando l'Unione dalle pratiche sleali e abusive e garantendo la reciprocità.

Nella relazione programmatica, con riguardo alla politica commerciale comune, il Governo indica che continuerà ad assicurarne la coerenza con gli interessi del sistema economico-produttivo italiano per offrire nuove opportunità di sbocco all’export, diversificare le fonti di approvvigionamento (in particolare di materie prime essenziali), tutelare le sensibilità del sistema commerciale italiano e contrastare la concorrenza sleale. In particolare, l’Italia continuerà a sostenere l’attuazione, da parte dell’UE, di una politica commerciale comune aperta basata su sostenibilità, resilienza e level playing field. Oltre alla negoziazione e finalizzazione di nuovi accordi (con Mercosur, Messico, Cile, Nuova Zelanda, Australia) e la ripresa di un dialogo transatlantico costruttivo, l’Italia sosterrà l’applicazione corretta degli accordi esistenti e l’ammodernamento degli strumenti di difesa commerciale UE. In ambito multilaterale si continuerà a sostenere gli sforzi UE per promuovere la riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio, sbloccare la paralisi del sistema di risoluzione delle controversie, ovviare all’inadeguatezza delle regole esistenti e lanciare nuove iniziative.

In materia di sicurezza e difesa, il programma di 18 mesi del Consiglio ritiene che l'UE debba assumere maggiori responsabilità riguardo alla propria sicurezza. Strumentale a tale finalità si ritiene l'approvazione della "bussola strategica"[1], avvenuta in occasione del Consiglio europeo del 24-25 marzo 2022.

Il Governo dichiara che continuerà a sostenere lo sviluppo dell’iniziativa denominata “Bussola Strategica” che, attraverso la comune e condivisa definizione dei futuri scenari di sicurezza, costituirà la guida politico-strategica dei processi di pianificazione e delle capacità di gestione delle crisi assicurando coerenza tra tutte le iniziative in ambito comunitario.

La prima parte della Bussola contiene un'analisi del quadro geopolitico attuale, delle tensioni che lo attraversano e dei nuovi rischi da fronteggiare. Nella seconda parte si delineano una serie di interventi, necessari per sostenere il nuovo ruolo internazionale dell’Unione, raccolti in quattro “filoni di lavoro”: azione, sicurezza, investimenti e partner. Le misure proposte sono di varia natura: dall'istituzione di una forza di dispiegamento rapido al rafforzamento della cyberdifesa; da nuove priorità nello sviluppo capacitivo alla sicurezza marittima, dallo spazio alla dimensione civile. Per la maggior parte delle azioni viene anche indicata una tempistica di attuazione.

Il trio promuoverà, inoltre, una maggiore coerenza tra le iniziative dell'UE in materia di difesa: la cooperazione strutturata permanente (PESCO), la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) e il Fondo europeo per la difesa. Tali iniziative dovrebbero essere attuate anche con l'obiettivo di ridurre le carenze di capacità critiche e le dipendenze strategiche, in particolare per quanto riguarda le tecnologie emergenti e di rottura e le catene del valore critiche, oltre che per rafforzare la base industriale e tecnologica di difesa europea. Saranno inoltre necessari ulteriori lavori per potenziare la capacità degli Stati membri di contrastare le minacce ibride, compresa la disinformazione.

Altre priorità importanti sono garantire l'accesso dell'Unione ai beni comuni mondiali (tra cui lo spazio, il ciberspazio, il settore aereo e l'alto mare), nonché migliorare la mobilità militare in tutta l'Unione. Il trio continuerà inoltre a rafforzare il contributo dell'UE alla sicurezza marittima.

Sulle prospettive strategiche della politica di sicurezza e difesa comune la 4a Commissione permanente del Senato ha adottato una risoluzione (Doc XXIV, n. 55) il 9 novembre 2021.


 

5.      Promuovere lo stile di vita europeo

Il programma della Commissione richiama l'importanza di creare un'Unione in cui i giovani, già protagonisti della Conferenza sul futuro dell'Europea, possano identificarsi. Annuncia al riguardo la presentazione dell'iniziativa ALMA (Aim, Learn, Master and Achieve, ossia aspirare, imparare, conoscere e realizzare) volta a sostenere i giovani più svantaggiati ad acquisire esperienza professionale all'estero con il necessario sostegno sociale (si veda al riguardo la pagina sul sito della Commissione europea).

L'iniziativa ALMA è stata lanciata il 19 e il 20 maggio scorsi a Lubiana nel corso di un incontro organizzato congiuntamente dal Servizio per l'impiego della Slovenia, dalla Commissione europea e dalla rete transnazionale TLN-Mobility.

Il programma del trio di Presidenza del Consiglio dell'Ue prevede iniziative volte a sostenere i giovani, a migliorare il dialogo con essi e a incoraggiare la loro partecipazione alle decisioni politiche. A questo proposito, il trio promuoverà in particolare le attività programmate durante l'Anno europeo dei giovani 2022, istituito con Decisione (UE) 2021/2316 del Parlamento europeo e del Consiglio.

La Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato ha esaminato, in sede di verifica del rispetto dei principi di proporzionalità e sussidiarietà, la proposta relativa all'istituzione dell'anno europeo dei giovani, senza evidenziare criticità.

La relazione programmatica informa che il Governo italiano aderirà alle iniziative promosse nell'ambito dell’Anno europeo dei giovani, organizzandone la partecipazione a livello nazionale. Un coordinatore nazionale assicurerà il coordinamento con le istituzioni europee per la realizzazione in Italia delle attività da pianificare.

Il programma di lavoro 2022 affronta anche il tema della gestione comune della migrazione e dell'asilo, sottolineando l'importanza di concludere le ultime proposte facenti parte del nuovo Patto sulla migrazione e asilo, presentato nel settembre 2020 (per dettagli si vedano i dossier n. 47 "Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo" e n. 34 "Audizione, in videoconferenza, della Commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, nonché il dossier n. 177).

Le iniziative normative presentate nell’ambito del Patto sono tuttora all’esame della I Commissione (Affari costituzionali) della Camera dei deputati nell’ambito del dialogo politico. Si ricorda altresì che sul Patto la Commissione 14a del Senato con risoluzione del 19 gennaio 2021 ha adottato un parere motivato nell’ambito della verifica del rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità.

Si ricordano, in particolare:

·        la proposta di regolamento (COM(2020)610) sulla gestione della migrazione e l’asilo che, oltre a riscrivere parzialmente il regolamento Dublino III (senza intaccarne nella sostanza il principio dello Stato di primo approdo), istituisce un sistema di solidarietà nei confronti degli Stati membri esposti ai flussi, contemplando misure di sostegno anche in caso di sbarchi a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare. La solidarietà può assumere la forma dei ricollocamenti, delle misure di sostegno ai sistemi nazionali di asilo, di interventi sul piano dell’azione esterna volta a sollecitare la cooperazione degli Stati terzi. Il nuovo regime introduce, inoltre, un nuovo strumento, la sponsorizzazione dei rimpatri, in base al quale uno Stato membro può impegnarsi a sostenere un altro Stato membro nel rimpatrio di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare mediante un meccanismo in forza del quale, agendo in stretto coordinamento con tale Stato membro beneficiario, adotta misure per effettuare il rimpatrio di detti cittadini di Paesi terzi dal suo territorio;

·        la proposta di regolamento (COM(2020)612), che dispone attività preliminari di accertamento alle frontiere per l’avvio delle diverse procedure cui deve sottoporsi lo straniero ai fini dell’ingresso o dell’allontanamento dallo Stato membro (cosiddetto screening). Tali procedure dovrebbero essere applicabili nei confronti di tutti i cittadini di Paesi terzi che non hanno i requisiti previsti dal Codice frontiere Schengen[2] per l’ingresso nel territorio, anche qualora facciano domanda di protezione internazionale, o di coloro che sono sbarcati a seguito di un’operazione di soccorso in mare. Gli accertamenti includono: controlli dello stato di salute e delle vulnerabilità; verifiche dell'identità; registrazione dei dati biometrici; controlli volti a verificare che la persona non rappresenti una minaccia per la sicurezza interna. Durante gli accertamenti i cittadini di paesi terzi ad essi sottoposti alla frontiera esterna non sono autorizzati a entrare nel territorio dell'Unione. Lo scorso 10 giugno il Consiglio "Giustizia e Affari interni" dell'UE si è accordato al fine di adottare, nei prossimi giorni, il proprio orientamento generale, consentendo così l'avvio dei negoziati con il Parlamento europeo non appena quest'ultimo avrà adottato la sua posizione;

·        la proposta modificata di regolamento (COM(2020)611), che istituisce una procedura comune di protezione internazionale nell'Unione, prevedendo l’ampliamento dei casi ai quali si applicherebbe la procedura di esame delle domande di asilo (ed eventualmente di rimpatrio) alla frontiera. Tale tipologia di iter per la concessione della protezione internazionale è applicata ai richiedenti asilo provenienti da Paesi terzi con tassi di riconoscimento del diritto di asilo pari o inferiori al 20 per cento. I richiedenti sottoposti a procedura di asilo alla frontiera non sono autorizzati ad entrare nel territorio dello Stato membro;

·        la proposta di regolamento (COM(2020)613) sulle situazioni di crisi e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell'asilo, che stabilisce una serie di deroghe al regime di solidarietà citato, nonché alle procedure di asilo e di rimpatrio alla frontiera, e introduce la protezione immediata nelle situazioni di crisi, disponendo l’abrogazione della direttiva sulla protezione temporanea;

·        la proposta modificata di regolamento (COM(2020)614) recante la riforma del quadro giuridico di Eurodac (la banca dati per il confronto delle impronte digitali di richiedenti asilo e migranti impiegata alle frontiere esterne), al fine di allineare lo strumento di archiviazione dei dati biometrici alle nuove misure introdotte con le altre proposte del patto sulla migrazione e asilo. Lo scorso 10 giugno il Consiglio "Giustizia e Affari interni" dell'UE si è accordato al fine di adottare, nei prossimi giorni, il proprio orientamento generale, consentendo così l'avvio dei negoziati con il Parlamento europeo non appena quest'ultimo avrà adottato la sua posizione;

I risultati testé citati del Consiglio affari interni del 10 giugno 2022 sulle proposte in materia di accertamenti ed Eurodac sono in linea con l’approccio “fase per fase” adottato durante il semestre dalla Presidenza di turno del Consiglio dell’UE. In tale contesto, si collocherebbe anche il sostegno alla dichiarazione su un meccanismo di solidarietà, cui dovrebbe seguire – secondo quanto annunciato dal Consiglio –una “piattaforma di solidarietà” coordinata dalla Presidenza e dalla Commissione europea.

A tal proposito, secondo quanto risulta da fonti di stampa, in una dichiarazione a margine del Consiglio, la Ministra Lamorgese avrebbe fatto cenno a un effettivo meccanismo di redistribuzione di migranti, precisando che l’intesa raggiunta favorirebbe principalmente gli Stati membri che devono affrontare gli sbarchi a seguito di operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo e lungo la rotta atlantica occidentale, e si fonderebbe sull’assicurazione di offerte di quote adeguate di ricollocazione, già manifestata da un numero significativo di Stati membri.

Si ricorda che l'iter legislativo del pacchetto sul "Patto su migrazione e asilo" ha riscontrato una serie di difficoltà a causa dei differenti interessi in campo rappresentati dagli Stati membri, riconducibili alle rispettive collocazioni geografiche. In particolare, i Paesi cosiddetti Med-5 (Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro) hanno rilevato lo sbilanciamento insito nei nuovi meccanismi di gestione dei flussi migratori e delle procedure di asilo, da un lato sottolineandone l’aumento degli oneri procedurali, dall’altro mettendo in evidenza l’incertezza dei sistemi di solidarietà da parte degli altri Stati membri.

Il Governo italiano ha altresì ribadito più volte la necessità di considerare le misure contenute nel Nuovo Patto europeo sulla migrazione e l’asilo secondo una logica di pacchetto, cioè basato su un giudizio onnicomprensivo e interconnesso delle singole proposte normative che lo contengono.

Come si legge nel relativo programma, il trio di presidenza del Consiglio dell'UE porterà avanti i lavori sul Patto sulla migrazione e asilo al fine di sviluppare ulteriormente una politica globale pienamente funzionante in materia di asilo e migrazione. Garantirà la piena mobilitazione di tutte le agenzie e gli strumenti pertinenti. Per quanto riguarda la dimensione interna, sostiene la necessità di un accordo basato su un equilibrio di responsabilità e solidarietà. Il trio sosterrà gli sforzi per evitare la perdita di vite umane e garantire protezione internazionale a coloro che ne hanno bisogno. Proseguirà e approfondirà la cooperazione dell'Unione con i paesi di origine e di transito per combattere l'immigrazione illegale e la tratta di esseri umani, garantire rimpatri effettivi e una piena attuazione degli accordi e delle intese di riammissione, utilizzando la leva necessaria.

Anche la relazione programmatica del Governo sottolinea la necessità di basare le politiche migratorie sui principi di solidarietà e di equa ripartizione delle responsabilità fra tutti gli Stati membri. In quest’ottica l'Italia continuerà a rimarcare la specificità delle frontiere marittime e la necessità di meccanismi ad hoc di redistribuzione verso gli altri Stati membri dei migranti irregolari, in particolare quelli sbarcati, a seguito di operazioni di ricerca e soccorso in mare (SAR). 

Inoltre, l'Italia si impegnerà al massimo per perseguire gli obiettivi inerenti alla c.d. dimensione esterna dell’immigrazione, su cui sussiste una convergenza di principio tra gli Stati membri, al fine di prevenire e contrastare l’immigrazione illegale, con iniziative rivolte direttamente ai Paesi d’origine e transito dei flussi. In particolare, si auspica: un rafforzamento e un ampliamento degli accordi europei di riammissione con i Paesi nordafricani; un uso efficace del nuovo Strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale dell’Unione europea (NDICI) per il finanziamento delle attività legate al controllo delle migrazioni e lo sviluppo di partenariati di portata più ampia con i Paesi di origine e transito dei migranti.

L'Italia sarà impegnata anche nell’ambito dei processi di dialogo di Khartoum e Rabat, con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione con Paesi che ne fanno parte.

Il processo di Rabat, lanciato in occasione della prima conferenza interministeriale UE-Africa su migrazione e sviluppo tenutasi nel luglio 2006, riunisce i governi di 55 paesi europei e africani (Africa settentrionale, occidentale e centrale) insieme alla Commissione europea e alla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS), e mira a intensificare il dialogo e la cooperazione tra Paesi d'origine, di transito e di destinazione lungo la rotta migratoria dell'Africa occidentale.

Il processo di Khartoum (iniziativa UE-Corno d'Africa in materia di rotte migratorie) è stato lanciato durante il semestre di presidenza italiana dell'Unione, nel novembre 2014, sulla falsariga del processo di Rabat, e coinvolge i paesi d'origine e transito del Corno d'Africa (Sudan, Sud Sudan, Etiopia, Eritrea, Somalia, Gibuti e Kenia) e i principali Paesi di transito mediterranei (Egitto, Libia e Tunisia). A guidarlo, un comitato direttivo composto da cinque Stati membri dell'UE (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Malta) e cinque Paesi partner (Egitto, Eritrea, Etiopia, Sud Sudan e Sudan), nonché dalla Commissione europea, dal SEAE e dalla Commissione dell'Unione africana.

Nella gestione delle conseguenze migratorie della crisi ucraina particolare attenzione verrà data al sostegno dei Paesi confinanti ed alla tutela dei minori e dei vulnerabili. l'Italia adotterà a livello normativo ed operativo ogni utile iniziativa volta ad attuare i punti stabiliti nel Piano d'azione presentato dalla Commissione europea in coordinamento con la presidenza francese al Consiglio affari interni del 28 marzo scorso. Ad esempio, per quanto riguarda le misure di solidarietà a sostegno della Repubblica Moldova, è già stata offerta la disponibilità per l’accoglienza di una quota persone in fuga dal conflitto.

Il Piano d'azione è volto a sostenere gli Stati membri nell'intensificazione degli sforzi per accogliere i rifugiati provenienti dall'Ucraina. Consta di 10 punti: sviluppo di una piattaforma europea per la registrazione; un approccio coordinato a livello dell'UE in relazione ai centri di trasporto e di informazione; potenziamento dei sistemi di accoglienza, continuità assistenziale e alloggi adeguati; piani di emergenza nazionali per far fronte ai bisogni a medio e lungo termine; soluzioni comuni per proteggere i bambini in fuga in ogni punto dalla zona di guerra alla casa sicura; un piano comune contro la tratta: prevenire la tratta di esseri umani e aiutare le vittime; solidarietà rafforzata con la Moldova coordinata a livello dell'UE; un quadro rafforzato per la cooperazione internazionale sulle destinazioni sicure; affrontare le implicazioni sulla sicurezza interna della guerra in Ucraina; risorse e finanziamenti adeguati.

In tema di sicurezza, la Commissione europea si impegnerà a riferire periodicamente sui progressi compiuti nell'ambito dei principali fascicoli legislativi, in particolare in relazione alle quattro priorità strategiche: assicurare un ambiente della sicurezza adeguato alle esigenze future; affrontare le minacce in evoluzione; proteggere i cittadini dal terrorismo e dalla criminalità organizzata; costruire un forte ecosistema europeo della sicurezza. Annuncia inoltre, per il quarto trimestre 2022, la presentazione di misure volte a garantire l'accesso reciproco per gli agenti dell'UE e dei principali paesi terzi che operano in prima linea, alle informazioni connesse alla sicurezza, nonché, nel secondo trimestre 2022, un aggiornamento delle norme sull'obbligo di trasmissione anticipata dei dati relativi ai passeggeri.

Nel suo programma, il trio di presidenza del Consiglio dell'UE si impegna a fare quanto più possibile per migliorare la sicurezza dell'UE, a combattere risolutamente tutte le forme di terrorismo, radicalizzazione ed estremismo violento e a migliorare gli sforzi per proteggere meglio le vittime del terrorismo.

Il trio garantirà il seguito dell'iniziativa sull'estensione dell'elenco dei reati dell'UE di cui all'articolo 83, paragrafo 1, del TFUE al fine di preparare la decisione del Consiglio che consentirebbe alla Commissione di presentare un'iniziativa legislativa volta a criminalizzare incitamento all'odio e crimini ispirati dall'odio. Il trio contribuirà alla lotta contro la criminalità organizzata, in particolare il traffico di esseri umani, droga e armi, affronterà le questioni del riciclaggio di denaro e del recupero dei beni e porterà avanti i lavori per prevenire i crimini contro il patrimonio culturale e combattere i crimini ambientali.

Il trio si impegnerà anche per trovare un accordo sulla legislazione che garantisca un accesso effettivo e diretto alle prove elettroniche alle autorità giudiziarie all'interno dell'UE; sosterrà la ricerca e l'innovazione per fornire alle forze dell'ordine strumenti adeguati per combattere efficacemente la criminalità, garantendo nel contempo la protezione dei diritti fondamentali e dei dati. Rafforzerà inoltre la giustizia elettronica e sosterrà lo sviluppo degli scambi di informazioni digitali tra le autorità giudiziarie. Inoltre, lavorerà alla proposta di un nuovo strumento giuridico sul trasferimento dei procedimenti.

La relazione programmatica del Governo informa che l’azione italiana s’inserirà nel quadro delle iniziative delineate dalle due comunicazioni della Commissione europea adottate nel mese di aprile 2021, che tracciano la strategia europea sui temi della sicurezza, del contrasto alla criminalità organizzata e della tratta degli esseri umani fino al 2025 (COM(2021)170 e COM(2021)171). In particolare, l'Italia collaborerà nel favorire l’interoperabilità dei sistemi informatici, la cui messa a regime è prevista entro la fine del 2022. l’Italia considera favorevolmente l’iniziativa volta alla realizzazione di un Codice di cooperazione comune di polizia. Inoltre: supporterà l’inserimento della priorità “criminalità organizzata mafia style” nell’ambito del ciclo programmatico UE 2022-2025; sosterrà la modernizzazione della Piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce criminal (EMPACT), per farla divenire uno strumento permanente dell’UE a sostegno della lotta contro la criminalità organizzata; parteciperà pienamente al rafforzamento del mandato ad Europol; sosterrà l'inserimento, da parte di quest'ultimo, delle informazioni acquisite dai Paesi terzi nella banca dati Sistema Informativa Schengen, attraverso adeguate garanzie procedurali. Per quanto riguarda il contrasto alle minacce terroristiche, l'Italia ha strutturato un vero e proprio sistema di analisi e controllo per effettuare scrupolose verifiche di sicurezza attraverso gli apparati di polizia e di intelligence. L’Italia ha affrontato le minacce criminali che si sono palesate durante la crisi pandemica, rendendo immediatamente operativo un Organismo permanente di monitoraggio ed analisi dei fenomeni criminali e, successivamente, promuovendo tavoli di confronto con i 27 Stati Membri per la prevenzione delle infiltrazioni sui fondi del Next Generation EU. Nel corso del 2022 il Governo intende continuare a promuovere un incessante confronto con i partner europei, al fine di contrastare efficacemente ogni forma di inquinamento illegale sui fondi europei del PNRR.

Per quanto attiene alla scienza e all'istruzione il programma annuncia, per il primo trimestre 2022, la presentazione di un "pacchetto istruzione", composto da una strategia per le università e da un'altra iniziativa di carattere non legislativo in materia di cooperazione nel settore dell'istruzione.

Il 18 gennaio scorso sono state presentate la Comunicazione "una strategia per l'università " COM (2022) 16 e la proposta di  raccomandazione del Consiglio "Costruire ponti per un'efficace collaborazione a livello europeo nel campo dell'istruzione superiore" (COM(2022)17).

Il programma del trio di presidenza del Consiglio dell'UE prevede un impegno a sviluppare ulteriormente lo Spazio europeo dell'istruzione, anche attraverso la cooperazione e gli scambi nel programma Erasmus+ e nelle università europee, oltre a riconoscere il ruolo fondamentale di investimenti di qualità nell'istruzione. A questo proposito, il trio proseguirà i lavori relativi all'agenda europea per le competenze e in particolare quelli in materia di istruzione digitale efficace, inclusiva e sicura e di progresso delle competenze digitali nell'istruzione e nella formazione.

Nella "Comunicazione sulla realizzazione di uno spazio europeo dell'istruzione da realizzare entro il 2025" (COM(2020)625), presentata nel settembre 2020, la Commissione europea propone nuove iniziative, più investimenti e una maggiore cooperazione tra gli Stati membri per consentire a tutti gli europei, indipendentemente dall'età, di beneficiare della ricca offerta didattica e formativa dell'Ue. Le iniziative relative allo Spazio europeo dell'istruzione opereranno in sinergia con l'agenda europea per le competenze, con la politica in materia di istruzione e formazione e con lo Spazio europeo per la ricerca (per dettagli si veda qui). L'agenda europea per le competenze, presentata dalla Commissione europea nel luglio 2020, (COM(2020)274), è un piano quinquennale in 12 azioni volto ad aiutare i cittadini e le imprese a sviluppare maggiori e migliori competenze e a metterle in pratica (per dettagli si veda qui). 

Le tre presidenze sosterranno inoltre i lavori per la ripresa del settore sportivo. In quest'ottica, promuoveranno il suo ruolo nella società e il suo potere di contribuire al miglioramento della salute, del benessere dei cittadini e di una società più inclusiva.

Nella relazione programmatica il Governo presenta una serie di azioni volte sostenere la cooperazione europea in materia di formazione e istruzione, ad attuare il programma Erasmus+ 2021-2027 e il programma Erasmus+2021-2027 per lo sport. In particolare, le azioni poste in essere per supportare la cooperazione europea nei settori dell’istruzione e della formazione per il primo dei due cicli (2021-2025) si sostanziano, tra l'altro, nella partecipazione alle riunioni di coordinamento transnazionale, ai gruppi di lavoro per lo scambio delle migliori prassi, alle riunioni del Gruppo di alto livello del Consiglio e ai gruppi di lavoro della Commissione per l 'accoglienza di studenti ucraini in fuga dalla guerra,  nonché al gruppo di lavoro per il miglioramento degli indicatori e dei benchmarcks (Standing Group on Indicators and Benchmarks  - SGIB).  Sono previste inoltre: la partecipazione a progetti europei di cooperazione sulle tematiche dell’innovazione didattica e digitale, dell’istruzione e formazione professionale, della formazione dei docenti; la definizione di soluzioni di governance volte a facilitare la comunicazione efficiente delle informazioni; l'individuazione di obiettivi nazionali concreti da raggiungere entro il 2030, equivalenti ai traguardi individuati dalla Commissione europea, anche in coerenza con gli obiettivi e i target previsti nella Missione 4 – Istruzione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Circa il programma Erasmus + 2021-2027, In sinergia con altre iniziative e programmi dell’UE, il programma sarà rafforzato nei settori “Scuola” e “Istruzione degli adulti” e consentirà alle istituzioni scolastiche ed educative di fronteggiarle sfide sociali, la transizione digitale e la transizione verso un’economia circolare, climaticamente neutra e sostenibile. La Relazione sottolinea come in Italia, l’attuazione del Programma intende offrire supporto anche agli studenti e ai docenti ucraini, favorendone il processo di integrazione, attraverso puntuali indirizzi attuativi per una gestione flessibile delle attività progettuali, e garantendo inclusione e opportunità di apprendimento. Tra le azioni previste, oltre alla partecipazione all'apposito Comitato Erasmus+ istituito presso la Commissione europea e alla costituzione del Comitato di coordinamento nazionale fra le Autorità Nazionali italiane per i diversi settori del programma, la Relazione annovera il potenziamento del ruolo italiano per l’implementazione delle azioni “E-twinning” (piattaforma europea di gemellaggio fra scuole, docenti e studenti), “Epale” (piattaforma europea per l’educazione degli adulti) ed “Eurydice” (rete per lo studio delle politiche dell’istruzione nei diversi stati membri). Infine, In continuità con il 2021 il Governo proseguirà attivamente nell’attuazione del Programma Erasmus+Sport 2021-2027, con l’obiettivo di ampliare la platea dei beneficiari delle iniziative promosse, per lo sport, a livello centralizzato, e valorizzandone la natura integrata a sostegno dell’apprendimento in tutti i contesti (formale, informale, non formale) e in tutte le fasi della vita. Il Governo sarà impegnato, principalmente, in attività di coordinamento tra i soggetti interessati alla presentazione di un progetto Erasmus + Sport (es. associazioni e società sportive dilettantistiche, federazioni sportive e altri stakeholders interessati) e l’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura della Commissione europea che, relativamente all’azione “Sport” nel progetto Erasmus +, rappresenta l’Istituzione competente. Il Governo, relativamente all’edizione del 2022 della settima europea dello Sport (EWOS), che avrà luogo dal 23 al 30 settembre, promuoverà e coordinerà i vari eventi sull’intero territorio nazionale, in sinergia con associazioni e società sportive italiane ed europee. Per gli eventi sarà dedicata una campagna pubblicitaria ad hoc. Il Governo utilizzerà i finanziamenti provenienti dalla Commissione Europea integrandoli con proprie risorse di bilancio.

 

In materia di sanità, sulla base degli impegni appresi dalla crisi del COVID_19, il programma preannuncia, per il terzo trimestre 2022, una nuova strategia europea per l'assistenza. La strategia offrirà un quadro per le riforme politiche volte a sviluppare un'assistenza sostenibile a lungo termine e a garantire a tutti un accesso migliore e più economico a servizi di qualità.

Per quanto attiene al settore farmaceutico, dando seguito alla strategia farmaceutica per l'Europa, saranno proposte, tra l'altro, nuove norme volte a garantire a tutti accesso a medicinali di alta qualità e a prezzi accessibili, nonché una revisione della legislazione sui medicinali ad uso pediatrico e delle malattie rare. Nel terzo trimestre 2022 sarà presentata una raccomandazione sullo screening dei tumori al fine di dare nuovo impulso alle diagnosi precoce.

Il programma del trio di Presidenza dell'Ue prevede un impegno ad intensificare gli sforzi a livello europeo per promuovere un "approccio unico per la salute", con l'obiettivo di garantire la protezione della salute dei cittadini dell'UE e la capacità dell'UE di rispondere alle sfide sanitarie: dalla ricerca alla produzione e attraverso un migliore coordinamento a livello dell'UE in risposta alle minacce sanitarie transfrontaliere.

Il trio concluderà i negoziati e sosterrà l'attuazione del pacchetto dell'Unione europea della salute, inclusa la proposta HERA (l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie).

La relazione programmatica, nell'ambito del rafforzamento dell'Unione europea della salute, informa che nel 2022 il Governo assumerà la guida del Partenariato Europeo che coinvolgerà la Commissione Europea e i Ministeri della salute dei Paesi membri dell’Unione e associati al fine realizzare di progetti di ricerca volti ad individuare soluzioni che rispondano alle sfide di sostenibilità dei sistemi e di risposta ai bisogni dei cittadini. A tale scopo nel 2022 saranno allocate risorse pari ad almeno 5 milioni di euro a supporto di progetti di ricerca (sono previsti bandi annuali). L'Italia avrebbe quindi un ruolo strategico e centrale nel dialogo con la Commissione Europea e i Paesi membri per il ripensamento delle politiche sanitarie e di programmazione dell’Unione. Il Governo mira inoltre a rafforzare la capacità di implementare modelli e sviluppare competenze di sanità pubblica di eccellenza nel nostro paese in concerto con il mondo della ricerca europeo e a potenziare la capacità di attirare risorse e di utilizzarle in modo efficace e sostenibile. Per il 2022 il Governo si è posto poi quattro obiettivi, per ciascuno dei quali delinea azioni specifiche:

·        attuare interventi nazionali di contrasto alla pandemia COVID-19 ed assicurare la partecipazione italiana alle iniziative europee ed internazionali;

·        approvare la nuova strategia e piano nazionale di contrasto dell’antibiotico resistenza adottando un approccio multisettoriale e multidisciplinare;

·        implementare il Piano strategico-operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale PanFlu 2021-2023.

Per quanto attiene all'assistenza sanitaria all'Ucraina, il Governo intende garantire ai profughi una copertura totale al pari degli iscritti al SSN, eliminando in ogni modo barriere di accesso ai servizi sanitari anche di più alto livello. La decisione assunta dal Governo, che consente di assegnare un medico di base ed un pediatra di libera scelta ai minori, fornisce risposta all’esigenza di tutelare in maniera opportuna le categorie più deboli colpite dal conflitto come ad esempio donne, bambini e più in generale i soggetti più vulnerabili. Per ciascun profugo viene riconosciuto alla Regione o Provincia Autonoma, erogatrice dell’assistenza sanitaria, fino al 31 dicembre 2022, un rimborso quantificato forfettariamente nella misura di euro 1.520,00, per un massimo di 100.000 unità.

 


 

6.      Un nuovo slancio per la democrazia europea

Nel programma di lavoro la Commissione fa riferimento allo svolgimento della Conferenza sul futuro dell'Europa, che definisce un "esercizio democratico senza precedenti, aperto e inclusivo". Esprime, quindi, il proprio impegno a dar seguito a quanto in quella sede concordato.

La Conferenza sul futuro dell'Europa - che si è svolta fra aprile 2021 e maggio 2022 - ha consentito ai cittadini dell'UE di condividere le proprie idee attraverso una piattaforma digitale multilingue e panel di cittadini a livello europeo e nazionale. I contributi sono confluiti nelle sessioni plenarie della Conferenza. Le sue conclusioni sono state presentate in una relazione finale, che illustra i 49 obiettivi e le 325 proposte, articolate sui 9 temi che hanno costituito il mandato della Conferenza. Il Parlamento italiano è stato rappresentato dai senatori Alessandro Alfieri (PD) - che ha presieduto il gruppo di lavoro sulla Migrazione - e Paola Taverna (M5S) e dai deputati Matteo Luigi Bianchi (Lega) e Augusta Montaruli (Fratelli d'Italia).

Il Parlamento europeo - sulla base di una proposta presentata dai gruppi PPE, Socialisti e democratici, Renew Europe, Verdi, Sinistra al PE e da Guy Verhofstadt, Copresidente del Comitato esecutivo della Conferenza - ha approvato il 4 maggio 2022 una risoluzione sul seguito da dare alla Conferenza sul futuro dell’Europa, in cui chiede fra l'altro la convocazione di una Convenzione attivando la procedura di revisione dei trattati prevista dall'articolo 48 del Trattato sull'Unione europea, e ha invitato la Commissione per gli affari costituzionali del PE ad avviare la procedura a tal fine necessaria. Il 9 giugno ha, inoltre, approvato una risoluzione per convocare una Convenzione sulla riforma dei Trattati.

Il Senato della Repubblica e la III Commissione Affari esteri e la XIV Commissione Politiche dell’UE della Camera dei deputati hanno adottato, il 27 aprile 2022, rispettivamente un ordine del giorno (n. G1, Castellone e altri) e una risoluzione (n. 7-00829, De Luca e altri) sul seguito dei lavori della Conferenza con le quali si impegna il Governo a: informare il Parlamento circa gli esiti della Conferenza, aggiornandolo costantemente sulle iniziative che si intenderanno porre in essere per dare seguito alle conclusioni adottate, garantendo una costante interlocuzione con le competenti Commissioni parlamentari, nonché assicurando un pieno coinvolgimento delle autonomie territoriali; promuovere le proposte emerse dalla Conferenza che possano consentire un rafforzamento dell’azione dell’Unione europea, nel rispetto dei princìpi di sussidiarietà e proporzionalità, utilizzando tutte le potenzialità dei trattati stessi, ivi incluso l’avvio di un processo di revisione dei trattati nell’ambito di una Convenzione composta anche da rappresentanti dei Parlamenti nazionali.

Nel programma del trio di presidenza del Consiglio si afferma che, alla luce delle conclusioni politiche della Conferenza, si procederà alla loro attuazione, se del caso.

Nella relazione programmatica il Governo dichiara che, da parte italiana, si guarderà con apertura e pragmatismo ai possibili seguiti da dare alle proposte scaturite dalla Conferenza, anche nel senso di una riforma dei Trattati.

La Commissione fa, inoltre, riferimento all'iniziativa dei cittadini europei, strumento che - come affermato nel programma - consente già ai cittadini di contribuire a plasmare l'Unione europea.

La Commissione dichiara, inoltre, di voler adottare ulteriori misure per migliorare la trasparenza, l'affidabilità e l'indipendenza riguardo alle azioni che incidono sulla libertà e il pluralismo dei media presentando una legge europea per la libertà dei media, che verrà probabilmente adottata nel terzo trimestre del 2022. Essa si baserà sulla direttiva sui servizi di media audiovisivi riveduta, che fissa norme per l'indipendenza delle autorità di regolamentazione dei media, promuove la trasparenza della proprietà dei media e riconosce che le decisioni editoriali non dovrebbero subire ingerenze.

L'iniziativa dovrebbe essere incentrata sull'eliminazione degli ostacoli alla nascita e all'operatività dei servizi di media e mirerà a istituire un quadro comune per far progredire il mercato interno nel settore in questione, nell'intento di salvaguardare la libertà e il pluralismo. Si inserirà nell'ambito dell'impegno assunto dalla Commissione per promuovere la partecipazione democratica, contrastare la disinformazione e sostenere la libertà e il pluralismo dei media, come previsto nel Piano d'azione per la democrazia europea.

In particolare, la legge europea per la libertà dei media dovrebbe integrare: la Raccomandazione (UE) 2021/1534 della Commissione, del 16 settembre 2021, relativa alla garanzia della protezione, della sicurezza e dell'empowerment dei giornalisti e degli altri professionisti dei media nell'Unione europea; il proposto pacchetto normativo sui servizi digitali[3]; la proposta di direttiva, presentata il 27 aprile 2022, sulla protezione delle persone attive nella partecipazione pubblica da procedimenti giudiziari manifestamente infondati o abusivi (SLAPP - Strategic Lawsuit Against Public Participation). La legge europea per la libertà dei media si collega inoltre alle azioni relative alla sostenibilità, alla resilienza e alla trasformazione digitale del settore dei media intraprese nell'ambito del Piano d'azione "I media europei nel decennio digitale".

A sua volta, il trio di presidenza del Consiglio si impegna a rafforzare il pluralismo dei media e la democrazia europea. A tal fine: verranno esaminate le proposte della Commissione volte a tutelare l'integrità delle elezioni e saranno portati avanti i lavori relativi al Piano d'azione per la democrazia europea, anche per quanto riguarda il contrasto alle minacce ibride, alle attività informatiche malevole e alla disinformazione, in particolare nell'ambito dei processi elettorali.

La Commissione evidenzia, poi, che lo Stato di diritto è al centro della nostra identità e dei nostri valori di europei. La relazione sullo Stato di diritto 2021 ha mostrato sviluppi positivi negli Stati membri, ma anche casi di regressione e l'emergere di nuove preoccupazioni. La Commissione ha intenzione di continuare a esercitare il suo ruolo di custode dei trattati per garantire che le sfide allo Stato di diritto siano individuate e affrontate, formulando raccomandazioni specifiche ad alcuni Stati membri nella relazione sullo Stato di diritto del 2022. Intende inoltre adottare le misure necessarie per difendere il primato del diritto dell'UE avvalendosi degli strumenti di cui dispone, anche al fine di proteggere il denaro dei contribuenti dell'UE.

Come si legge nel relativo programma, il trio di presidenza del Consiglio intende promuovere i valori dell'UE e rafforzare lo Stato di diritto nell'Unione con l'aiuto dei vari meccanismi in atto. Ciò include l'attuazione efficace del dialogo sullo Stato di diritto in seno al Consiglio, sulla base della relazione annuale sullo Stato di diritto e del regolamento su un regime generale di condizionalità per proteggere il bilancio dell'UE.

Con riferimento alla partecipazione italiana alle attività contemplate nel meccanismo per lo Stato di diritto - il quale prevede una procedura di dialogo annuale fra la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo, insieme agli Stati membri, ai parlamenti nazionali, alla società civile e ad altre parti interessate -, la relazione programmatica indica che il Governo invierà il suo contributo annuale alla relazione sullo Stato di diritto del 2022; procederà inoltre al coordinamento delle amministrazioni interessate.

Il Governo parteciperà anche alle attività promosse dalla Commissione europea per rafforzare il contrasto alla corruzione negli Stati membri.

La Commissione continuerà a lavorare a un quadro giuridico comune per il trasferimento efficiente dei procedimenti penali fra gli Stati membri, al fine di intensificare la lotta contro la criminalità transfrontaliera. Intende inoltre valutare come conseguire la convergenza fra gli Stati membri in materia di custodia cautelare e condizioni di detenzione nell'ambito del miglioramento della cooperazione transfrontaliera in materia penale.

Le tre presidenze del Consiglio dichiarano di voler rafforzare la sicurezza nell'Unione. In particolare: combatteranno tutte le forme di terrorismo, radicalizzazione ed estremismo violento e intensificheranno gli sforzi per una migliore protezione delle vittime del terrorismo; garantiranno che sia dato seguito all'iniziativa volta ad ampliare l'elenco dei reati dell'UE di cui all'articolo 83, paragrafo 1, TFUE, al fine di elaborare la decisione del Consiglio che consentirebbe alla Commissione di presentare un'iniziativa legislativa volta a configurare come reati l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio; contribuiranno alla lotta contro la criminalità organizzata, in particolare contrastando la tratta di esseri umani e il traffico di droga e armi, il riciclaggio e i reati ai danni del patrimonio culturale e ambientale. Il trio intende inoltre trovare un accordo su una legislazione che garantisca alle autorità giudiziarie nell'UE un accesso effettivo e diretto alle prove elettroniche, nel rispetto della Carta dei diritti fondamentali e dell'acquis dell'UE in materia di protezione dei dati. Prioritario sarà inoltre il rafforzamento della giustizia elettronica.

Nella relazione programmatica il Governo esprime il proprio impegno a partecipare alle attività dell’UE in materia di promozione e rafforzamento dei diritti delle vittime, con particolare riferimento alle riunioni e seminari del gruppo "Cooperazione giudiziaria in materia penale" (COPEN)[4] e della Rete europea sui diritti delle vittime (European Network on Victims’ Rights - ENVR), coerentemente con quanto previsto nella Strategia dell’UE sui diritti delle vittime (2020-2025).

Il Governo parteciperà inoltre ai negoziati sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo agli ordini europei di produzione e di conservazione di prove elettroniche in materia penale (COM(2018) 225) e sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme armonizzate sulla nomina di rappresentanti legali ai fini dell’acquisizione di prove nei procedimenti penali (COM(2018) 226).

La Commissione intende adoperarsi per far progredire l'Unione dell'uguaglianza ed eliminare le discriminazioni o violenze fondate sull'orientamento sessuale, l'identità di genere, l'espressione di genere, le caratteristiche sessuali, l'origine razziale o etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità o l'età.

In merito, la relazione governativa prevede le seguenti azioni:

·        l'elaborazione di un Piano nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza 2021-2025;

·        la promozione di azioni positive finalizzate al contrasto delle discriminazioni etnico-razziali, in collaborazione con le associazioni iscritte al Registro di cui all’art. 6 del d.lgs. 215/2003;

·        la partecipazione costante ai lavori dei gruppi specifici costituiti presso la Commissione europea, il Consiglio d’Europa, l’Agenzia europea per i diritti fondamentali;

·        l'attuazione del progetto "REASON - REAct in the Struggle against Online hate speech", di durata biennale, sul tema della lotta al discorso d’odio online, che prevede attività rivolte a specifici gruppi target, con un budget totale di 400.000 euro;

·        il supporto alla realizzazione di attività progettuali di associazioni di settore finanziate dalla Commissione europea.

La Commissione dovrebbe proporre misure per rafforzare il ruolo e l'indipendenza degli organismi per la parità. In particolare, tali misure dovrebbero esser volte a:

·        migliorare il riconoscimento della genitorialità fra gli Stati membri. Sull'iniziativa, che dovrebbe essere adottata entro il terzo trimestre del 2022, si è svolta una consultazione pubblica; tale iniziativa rientra fra le raccomandazioni della Strategia globale dell'UE sui diritti dei minori;

·        rafforzare la cooperazione giudiziaria in materia di protezione degli adulti vulnerabili in situazioni transfrontaliere.

Nell'ambito di un'Unione dell'uguaglianza, la Commissione europea ha adottato la Strategia sui diritti delle persone con disabilità 2021-2030, la Strategia per l'uguaglianza LGBTIQ 2020-2025 e il Piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025.

Per quanto riguarda la lotta contro tutte le forme di discriminazione e la promozione delle pari opportunità, il trio di presidenza riserverà particolare attenzione alle strategie e al piano d'azione citati, prendendo in considerazione, se del caso, la necessità di ulteriori misure. Inoltre, le tre presidenze si impegneranno per: prevenire e combattere attivamente l'antisemitismo in tutte le sue forme, basandosi sulla Strategia dell'UE sulla lotta contro l'antisemitismo e il sostegno alla vita ebraica (2021-2030); proteggere meglio i minori, in particolare dalla povertà e dagli abusi sessuali, anche online; garantire una protezione efficace degli adulti vulnerabili.

Per quanto riguarda l'inclusione sociale dei soggetti vulnerabili, la relazione programmatica prevede:

o   l'attuazione della Strategia nazionale di inclusione delle comunità rom, sinti e caminanti (RSC) post 2020;

o   l'elaborazione della Strategia nazionale LGBTI;

o   la realizzazione di archivi nazionali LGBTI e di un portale nazionale LGBT;

o   l'avvio del progetto per il supporto all’autoimprenditorialità delle persone transgender;

o   lo sviluppo di moduli di formazione per il personale della PA e del personale delle carceri;

o   l'attuazione di network interistituzionali per la creazione di Piani di azione locali (PAL);

o   la realizzazione delle attività di formazione nell’ambito del progetto sul contrasto all’antiziganismo;

o   l'avvio del progetto di inclusione socio-lavorativo delle persone RSC denominato "Acceder".

·        prevenire e combattere la violenza nei confronti delle donne.

Il programma di finanziamento Cittadinanza, uguaglianza, diritti e valori, istituito dalla Commissione europea, intende proteggere e promuovere i diritti e i valori dell'Unione sanciti dai trattati dell'UE e dalla Carta dei diritti fondamentali, in particolare sostenendo le organizzazioni della società civile attive a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale. Per il periodo 2021-2027 ha una dotazione totale di 1,56 miliardi di euro (a prezzi correnti). Il programma si articola in quattro sezioni, di cui la prima è dedicata a uguaglianza, diritti e parità di genere.

In merito alle azioni per porre fine alla violenza di genere si segnalano la Strategia per la parità di genere per il periodo 2020-2025, la direttiva 2012/29/UE che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato e la proposta di direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (COM(2022)105).

Il trio di presidenza ha espresso il suo impegno per promuovere la parità di genere e portare avanti le discussioni che riguardano l'iniziativa della Commissione sulla violenza di genere.

La relazione programmatica indica che:

·        coerentemente con le politiche dell’Ue e la Strategia europea per la parità di genere 2020-2025, il Governo proseguirà la sua azione di promozione delle politiche per le pari opportunità, mediante l’attuazione della nuova "Strategia nazionale per la parità di genere presentata nel mese di agosto 2021 e attraverso l’attuazione di progetti europei dedicati;

·        la prevenzione e il contrasto alla violenza maschile sulle donne rappresenta una priorità politica, attraverso il nuovo Piano strategico sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023, in considerazione degli obblighi assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione di Istanbul e in coerenza con la Strategia europea per la parità di genere 2020-2025.

Nel programma di lavoro la Commissione dichiara che cercherà di fare passi avanti nell'ideazione di un nuovo organismo interistituzionale dell'UE responsabile delle questioni di etica.

Il 16 settembre 2021 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sul tema "Rafforzare la trasparenza e l'integrità nelle istituzioni dell'UE creando un organismo europeo indipendente responsabile delle questioni di etica," in cui viene sottolineato, fra l'altro, che un unico organismo etico indipendente dell'UE potrà meglio garantire un'attuazione completa e coerente delle norme etiche in tutte le istituzioni dell'UE per assicurare che le decisioni pubbliche siano adottate alla luce del bene comune e al fine di riconquistare e di mantenere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee. Il PE propone quindi la conclusione di un accordo interistituzionale basato sull'articolo 295 TFUE per istituire un organismo etico indipendente dell'UE per il Parlamento e la Commissione, aperto alla partecipazione di tutte le istituzioni e le agenzie e di tutti gli organi dell'UE, che fornisca inoltre formazione e un orientamento attivo alle istituzioni, alle agenzie e agli organi partecipanti.

La Commissione intende infine presentare un'iniziativa sulla fuga dei cervelli e sull'attenuazione dei problemi legati al calo demografico.

Essa ha avviato una consultazione pubblica per comprendere meglio le dimensioni, le dinamiche e le cause del fenomeno della fuga dei cervelli, raccogliendo dati, opinioni e suggerimenti dai cittadini e dalle parti interessate. La consultazione sarà attiva fino alla mezzanotte del 21 giugno.

La Commissione definisce fuga di cervelli l'emigrazione di persone qualificate le cui competenze sono scarse nel luogo di origine. I suoi effetti negativi possono farsi sentire a livello nazionale o regionale e possono aggravare i problemi delle regioni colpite dal declino demografico. L'iniziativa - che dovrebbe essere adottata entro il quarto trimestre del 2022 - esaminerà i diversi fattori alla base della fuga di cervelli, le sue conseguenze a lungo termine per l'UE e le possibili soluzioni globali per fermarla o addirittura invertirla.

La Commissione europea ha analizzato l'impatto dei cambiamenti demografici in Europa, rilevando come le dinamiche demografiche incidano su diversi aspetti della vita, con ripercussioni in campo economico, sociale, culturale e ambientale. In tale ambito ha già presentato un'iniziativa dal titolo "Una visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE", al fine di dare nuovo slancio per le aree rurali, che ospitano il 30% della popolazione dell'UE, basandosi sulle nuove opportunità create dalle transizioni verde e digitale e sugli insegnamenti tratti dalla pandemia di Covid-19.

 


 

7.      Legiferare meglio, attuare e applicare in modo migliore il diritto dell'UE

La Commissione riferisce sugli sviluppi che intende dare al programma "Legiferare meglio", ideato per garantire che le decisioni politiche siano prese sulla base dei migliori dati disponibili, tenendo conto del loro impatto concreto e delle opinioni di persone e imprese interessate.

"Legiferare meglio" comprende una serie di iniziative volte a rendere più trasparente il processo di elaborazione delle politiche e della legislazione e garantire una maggiore partecipazione dei cittadini e delle parti interessate. Si vuole far sì che le azioni dell'UE si basino su prove concrete e tengano conto dei relativi impatti e che gli oneri normativi per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni siano ridotti al minimo. Strumentali in questo senso sono la pianificazione e l'analisi approfondita ex ante, il miglioramento del processo di consultazione, la sistematica elaborazione di tabelle di marcia e valutazioni di impatto, le valutazioni retrospettive e i controlli sull'adeguatezza della legislazione. In questo contesto, è attivo dal 2012 il programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT) per semplificare la legislazione dell'UE e ridurne i costi, in particolare per le piccole e medie imprese. Al suo interno è stata istituita la piattaforma Fit for future , un gruppo di esperti di alto livello per l'espressione di pareri e la risposta a richieste di informazioni e dati. Nell'aprile 2021, con la Comunicazione "Legiferare meglio: unire le forze per produrre leggi migliori" (COM(2021) 219), la Commissione ha proposto una serie di miglioramenti, anche e soprattutto per garantire che le politiche dell'Unione sostengano la ripresa e la resilienza dell'Unione e la sua duplice transizione verde e digitale[5]. Si ricorda che al miglioramento della qualità degli atti legislativi dell'Unione è finalizzato l'accordo interistituzionale "Legiferare meglio", firmato il 13 aprile 2016 dai Presidenti di Parlamento, Consiglio e Commissione europea. Questo prevede, tra l'altro, una cooperazione più stretta tra le istituzioni nell'ambito della programmazione legislativa, il rafforzamento delle valutazioni d'impatto (ex ante e ex post) e una maggiore trasparenza dell'iter legislativo, con il potenziamento delle consultazioni pubbliche.

Con specifico riferimento al programma "Legiferare meglio", la Commissione afferma l'intenzione di:

·        utilizzare pienamente l'approccio one in, one out, in base al quale gli eventuali nuovi oneri introdotti devono essere bilanciati dalla riduzione di oneri precedenti nello stesso settore di attività;

·        promuovere la sostenibilità e la trasformazione digitale mediante il costante riferimento agli obiettivi di sviluppo sostenibile e ai principi "non arrecare un danno significativo" e "digitale per definizione";

·        prendere in considerazione, in tutte le fasi di elaborazione delle politiche, la parità di condizioni, anche con riferimento al genere, e le implicazioni esterne;

·        rafforzare le valutazioni d'impatto territoriale e le verifiche rurali, così da tenere maggiormente conto delle esigenze e delle specificità dei territori;

·        prestare particolare attenzione all'impatto sulle giovani generazioni.

Nella relazione programmatica il Governo preannuncia a sua volta la volontà di dare impulso e sostegno allo sviluppo e all’applicazione degli strumenti della “migliore regolamentazione”. Il fine perseguito è sostenere la qualità sostanziale della regolamentazione e contribuire a rendere le norme più semplici, efficaci e orientate all’innovazione, contribuendo a sostenere la competitività del Paese e la ripresa economica. In particolare, saranno garantite azioni di sostegno all’applicazione degli strumenti dell’analisi di impatto della regolamentazione (AIR) e della verifica di impatto della regolamentazione (VIR), nonché delle consultazioni; si continuerà a diffondere nelle Amministrazioni gli approcci decisionali basati sull’evidenza empirica (evidence-based); sarà avviata un’attenta azione di monitoraggio dello scambio di informazioni e di buone prassi tra Stati membri, Consiglio e Commissione per valutare le potenzialità dell’impiego della sperimentazione normativa, verificando che essa non si traduca in ostacoli al funzionamento del mercato unico e assicurando la presenza di presidi a tutela dei diritti fondamentali, dei valori democratici e dello Stato di diritto nonché di standard di protezione ambientale e sociale.

La Commissione afferma infine il proprio impegno a sostenere gli Stati membri e a collaborare con loro per garantire un'applicazione rapida e completa delle norme unionali, sia di nuova introduzione che già in vigore. Ciò comporterà anche, ove necessario, l'avvio di procedure di infrazione per garantire il rispetto del diritto dell'UE.

La riduzione delle procedure di infrazione viene confermato nella relazione programmatica quale obiettivo prioritario del Governo. La sua attuazione è prevista da un lato con il rafforzamento delle attività di prevenzione e, dall’altro, con l’individuazione di specifiche iniziative risolutive dei casi pendenti. Si continueranno a utilizzare gli strumenti previsti dalla legge n. 234/2012, in primis i disegni di legge europea e di delegazione europea. Inoltre, si mira a rafforzare la prevenzione di nuove infrazioni e la risoluzione di quelle pendenti, garantendo il coordinamento delle amministrazioni centrali e locali nonché l’attività di assistenza e vigilanza delle amministrazioni competenti per materia. Si favorirà, ove possibile, il confronto con i Servizi della Commissione europea, anche nella fase di predisposizione dei progetti normativi.

 



[1] Per dettagli sul contenuto e sull'implementazione della Bussola strategica si rinvia alle Note su atti dell'Unione europea n. 95 e 99, a cura del Servizio studi e del Servizio delle Commissioni permanenti del Senato della Repubblica.

[2] Si ricorda che lo scorso 14 dicembre la Commissione europea ha presentato una proposta di modifica del Codice frontiere Schengen (COM(2021)891) sulla quale lo scorso 10 giugno il Consiglio giustizia e affari interni dell'UE ha adottato un orientamento generale.

[3] Per dettagli, si rinvia alla Nota su atti dell'Unione europea n. 101, "La proposta di legge sui servizi digitali (accordo politico del 23 aprile 2022), giugno 2022, a cura del Servizio studi del Senato della Repubblica.

[4] Il gruppo COPEN si occupa delle attività legislative e non legislative nel settore del diritto penale dell'UE. In particolare, ricadono sotto la sua responsabilità: la cooperazione giudiziaria in materia penale, compresi gli strumenti di riconoscimento reciproco; le attività nei settori del diritto penale procedurale e sostanziale; la raccolta transfrontaliera di prove elettroniche e il loro utilizzo nei procedimenti penali, compresa la questione della conservazione dei dati; l'orientamento in materia di formazione giudiziaria; le relazioni e altre questioni relative alle valutazioni reciproche, se del caso in collegamento con altri gruppi. Il gruppo è inoltre responsabile dello sviluppo e del funzionamento: della Procura europea (EPPO), dell'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale (Eurojust), della Rete giudiziaria europea in materia penale (RGE).

[5] Per maggiori dettagli si rinvia a: "La legislazione dell'Unione europea", Camera dei deputati, ottobre 2021.