La relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per il 2019 10 novembre 2020 |
Indice |
|La normativa di riferimento|La relazione consuntiva per il 2019| |
La relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2019 (
Doc. LXXXVII, n. 3) è oggetto di esame congiunto con il disegno di legge di delegazione europea 2019-2020 (
C. 2757), secondo quanto prevede l'articolo 126-
ter, comma 1, del Regolamento della Camera.
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La normativa di riferimento
La presentazione della relazione consuntiva da parte del Governo e il contenuto proprio della stessa sono disciplinati dall'
articolo 13, comma 2, della
legge 24 dicembre 2012, n. 234, il quale ne prevede la trasmissione alle Camere, entro il 28 febbraio di ogni anno, termine coerente con la data di presentazione della legge di delegazione congiuntamente alla quale la relazione viene esaminata.
La relazione dovrebbe fornire elementi di informazione e di valutazione sui seguenti temi:
La relazione, pertanto, nell'impianto della legge n. 234 del 2012, rappresenta il principale strumento per una verifica
ex post dell'attività svolta dal Governo nei vari ambiti e della condotta assunta nelle sedi decisionali europee, nel quadro di una costante interlocuzione e di un raccordo con il Parlamento su tali temi.
La stessa legge n. 234, al comma 1 dell'articolo 13, prevede la presentazione, entro il 31 dicembre di ogni anno, di una relazione che indichi gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell'anno successivo con riferimento agli sviluppi del processo di integrazione europea.
L'esame di entrambe le relazioni permette al Parlamento di valutare l'impostazione complessiva della politica europea del Governo, sia nella fase ex ante di programmazione e di definizione degli orientamenti, sia nell'analisi ex post dell'attività svolta.
La verifica delle indicazioni contenute nella relazione a consuntivo dovrebbe consentire, in particolare, al Parlamento di valutare, per un verso, l'efficacia dell'operato del Governo e, per l'altro, se ed in quale misura il Governo abbia rappresentato a livello europeo una posizione coerente con gli indirizzi espressi dalle Camere, come previsto dall'articolo 7 della citata legge, salvo che non abbia potuto attenersi agli indirizzi medesimi per ragioni che comunque devono essere motivate.
In sostanza, con questi strumenti si individua una sorta di ciclo, che intende responsabilizzare il Governo inducendolo ad assumere una posizione più efficace a livello europeo.
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La relazione consuntiva per il 2019
La relazione consuntiva per il 2019 è stata
trasmessa al Parlamento il
18 maggio 2020, quindi con un
ritardo significativo rispetto al termine di presentazione previsto dal citato comma 2 dell'articolo 13.
L'esigenza di assicurare che le relazioni consuntive annuali siano presentate entro il termine fissato dalla legge è stata rappresentata in ripetute occasioni (si vedano, tra le altre, la risoluzione
6-0024
, approvata nella seduta dell'Assemblea del 31 luglio 2013 in esito all'esame della relazione consuntiva per il 2012, e la risoluzione
6-00151
, approvata nella seduta dell'Assemblea del 2 luglio 2015 a conclusione dell'esame delle relazioni per il 2013 e il 2014).
Il rispetto della tempistica, oltre
a rendere più efficace la valutazione dell'azione svolta dal Governo a livello europeo nell'anno di riferimento, è strumentale ad una corretta articolazione temporale delle due fasi, quella programmatica, che infatti alla Camera si svolge congiuntamente con l'esame del Programma di lavoro della Commissione europea, e quella dell'attuazione degli orientamenti nel quadro delle procedure definite dalla legge n. 234.
La relazione consuntiva per il 2019, analogamente alle precedenti, è articolata in quattro parti e in cinque allegati. Molte delle questioni affrontate risultano superate alla luce della pandemia da Covid 19, che ha reso necessaria l'adozione di misure straordinarie inedite per rispondere agli effetti immediati della crisi, innescando una
revisione degli orientamenti di carattere strategico e incidendo sull'andamento dei principali negoziati in corso, primo fra tutti quello sul
nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027 (QFP)
.
L'
accordo raggiunto nel Consiglio europeo del 17-21 luglio definisce gli orientamenti sul nuovo bilancio, che sarà
integrato dall'associato programma Next Generation EU (NGEU) per contrastare gli effetti economici e sociali della COVID-19 e per promuovere la ripresa dell'Europa sulla base della trasformazione verde e digitale dell'economia
(Per approfondimenti si veda il seguente
dossier
).
La
prima parte della relazione è dedicata agli sviluppi del processo di integrazione europea e alle questioni istituzionali, caratterizzate in primo luogo dal
rinnovo delle principali
istituzioni europee, in connessione con l'avvio del nuovo ciclo 2019-2024, e dall'entrata in operatività della nuova ripartizione dei seggi del Parlamento europeo, a seguito dell'uscita del Regno unito dall'Unione europea, che comporta per l'Italia un aumento dei seggi da 73 a 76.
Nel documento si dà conto, tra le altre cose, della posizione del Governo italiano in favore dello svolgimento della
Conferenza sul futuro dell'Europa, posizione che è stata successivamente esplicitata nel
non paper, approvato dal Comitato Interministeriale Affari Europei il 14 febbraio 2020, nel quale si indica che la discussione sul futuro dell'Europa dovrà prevedere un forte coinvolgimento della società civile e dei Parlamenti nazionali. L'avvio della Conferenza, inizialmente previsto il 9 maggio 2020, è stato rinviato a causa della pandemia.
La relazione contiene elementi di informazione sull'attività svolta dal Governo nel settore della
"migliore regolamentazione" (
better regulation), anche attraverso la partecipazione alla piattaforma REFIT nell'ambito del programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT). Tale piattaforma ha concluso il suo mandato il 31 ottobre 2019 ed è stata sostituita dalla piattaforma "
Fit for future", che è stata istituita con una decisione della Commissione europea approvata l'11 maggio 2020.
Sul fronte della
governance macroeconomica, il documento riporta le decisioni assunte sulla
revisione del Trattato istitutivo del
Meccanismo europeo di stabilità (MES)
(Per approfondimenti si veda il seguente
dossier
), che introduce tra l'altro il sostegno al Fondo di risoluzione unico (
backstop), e l'andamento dei lavori sul completamento dell'
Unione bancaria. La discussione su entrambi i dossier ha subito un rallentamento per via della pandemia e solo recentemente è stata ripresa nel corso dell'Eurogruppo dell'11 settembre.
La relazione segnala inoltre le principali determinazioni adottate nel 2019 nell'ambito delle procedure del "
semestre europeo". A questo proposito, si rammenta che l'attivazione, per la prima volta dalla sua istituzione nel 2011, della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita ha rappresentato una delle prime misure della strategia europea per fronteggiare i gravi effetti socioeconomici della pandemia. La clausola, che non sospende le procedure del Patto, consente di adottare le necessarie misure di coordinamento delle politiche, discostandosi dagli obblighi di bilancio che normalmente si applicherebbero. La
strategia per la crescita sostenibile per il 2021 (
COM(2020)575), adottata il 17 settembre scorso dalla Commissione, ha sottolineato, inoltre, il
collegamento tra il semestre europeo e il dispositivo per la ripresa e la resilienza, che rappresenta il principale strumento del programma NGEU nel cui ambito gli Stati membri dovranno presentare i piani per la ripresa e la resilienza.
La
parte più consistente della relazione (
seconda) è dedicata alle
politiche orizzontali e settoriali: migrazione, mercato interno, fiscalità e unione doganale, politiche industriali e per la concorrenza, ricerca e sviluppo tecnologico, ambiente ed energia, trasporti, agricoltura e pesca, politica estera e di sicurezza, allargamento, occupazione, affari sociali, tutela della salute, istruzione, gioventù, sport, cultura, turismo, giustizia e affari interni.
La maggior parte delle politiche è stata interessata dall'adozione non solo di misure eccezionali per fronteggiare le conseguenze provocate dalla pandemia, ma anche di iniziative in attuazione dei nuovi orientamenti strategici della Commissione europea.
Il nuovo bilancio avrà un impatto trasversale su tutte le politiche: in molte parti del documento (ad es. politiche industriali, agricoltura e pesca, occupazione, ricerca e sviluppo, trasporti, istruzione, cultura, turismo), infatti, si riporta l'andamento dei negoziati nel 2019 sul QFP, negoziati tuttora in corso, ma che hanno ricevuto un rinnovato impulso in conseguenza della pandemia. A seguito dell'accordo di luglio sono all'esame delle istituzioni europee gli atti legislativi settoriali, che comporranno il nuovo quadro finanziario.
Per quanto riguarda la
migrazione, la relazione dà conto degli esiti del Vertice di Malta del 23 settembre 2019, in occasione del quale è stata adottata una
Dichiarazione, nonché dell'andamento dei lavori su alcuni dossier normativi, tra cui quello della riforma del Sistema comune di asilo. Si segnala, in proposito, la recente adozione da parte della Commissione europea del
nuovo patto sulla migrazione e l'asilo che prospetta un corposo pacchetto di misure volto a riformare la normativa vigente. In particolare, le nuove proposte creano un nuovo meccanismo di solidarietà obbligatoria, attraverso il quale gli Stati membri potranno sostenere i Paesi più esposti ai flussi migratori mediante programmi di ricollocazione dei richiedenti asilo o sponsorizzazione dei rimpatri dei migranti irregolari o altri strumenti di sostegno alle capacità dei sistemi nazionali di asilo.
La sezione delle politiche per il
mercato interno dell'Unione elenca, tra l'altro, i provvedimenti adottati nel 2019 in materia di merci, capitali e mercato unico digitale, nel cui ambito è ricompresa la direttiva 2019/790 sul diritto d'autore di cui il disegno di legge di delegazione 2019 prevede il recepimento. Sul fronte del mercato interno, si segnala il pacchetto di proposte presentato il 19 febbraio 2020 dalla Commissione europea per promuovere e sostenere la transizione digitale dell'UE (
COM(2020)65,
COM(2020)66,
COM(202067, attualmente all'esame della IX Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni), che comprende la
Strategia europea dei dati, e l'esame in corso di nuove regole nel quadro del pacchetto relativo alla
legge sui servizi digitali, di prossima adozione da parte della Commissione. Più in generale, rileva, inoltre, la sospensione delle regole sugli
aiuti di Stato, che ha comportato l'adozione - il
19 marzo 2020 - di un
quadro temporaneo di norme maggiormente flessibili, al fine di supportare l'azione degli Stati membri nel sostegno al reddito dei lavoratori e delle famiglie e nell'alleviare i problemi di liquidità delle imprese. Il 13 ottobre la Commissione europea
ha deciso di prorogare e ampliare la portata del quadro temporaneo per sei mesi fino al 30 giugno 2021 in tutte le sue parti, mentre la parte finalizzata a consentire misure di ricapitalizzazione (ristrutturazione del debito e del capitale) è stata prorogata per ulteriori tre mesi, fino al 30 settembre 2021.
Nella sezione riguardante la
fiscalità e l'unione doganale il documento riferisce circa la prosecuzione dei lavori sulla proposta di direttiva relativa al sistema comune d'imposta temporaneo sui servizi digitali, sulle iniziative legate alla riforma dell'IVA e sulle misure di rafforzamento della cooperazione amministrativa per lottare contro le frodi in materia di IVA.
Con riguardo alle
politiche industriali, dei consumatori e della concorrenza, la relazione riferisce circa la prosecuzione dei lavori sul pacchetto legislativo in materia di protezione dei consumatori (
New deal for consumers) e su alcune direttive concernenti l'omologazione dei veicoli e i servizi assicurativi. Merita segnalare, in attuazione degli orientamenti della Commissione, l'adozione della nuova
strategia industriale
per l'Europa, che è volta a migliorare l'integrazione e il funzionamento del mercato unico, sostenere l'industria nel suo processo di trasformazione "verde" e digitale, pur rimanendo competitiva sulla scena mondiale, nonché aiutare le piccole e medie imprese, rispetto alla transizione verso un'economia sostenibile e digitalizzata. Nell'ambito della nuova strategia industriale rientra il
riesame in corso
delle regole in materia di concorrenza da parte della Commissione europea, che tiene conto dell'esigenza di adeguamento alle mutate condizioni di mercato, e segnatamente dei fattori legati alla globalizzazione, da un lato, e alla digitalizzazione, dall'altro. Si è recentemente conclusa una consultazione sulla possibilità di rivedere le definizioni di mercato rilevante del prodotto e di mercato geografico rilevante in materia di concorrenza.
La relazione riporta le iniziative in materia di
ricerca e
sviluppo tecnologico implementate attraverso la programmazione dei fondi strutturali 2014-2020. Sono in corso di esame presso le istituzioni europee la proposta di regolamento che istituisce
Orizzonte Europa – il programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione per il periodo 2021-2027 – e il progetto di decisione che istituisce il programma specifico di attuazione di Orizzonte Europa.
La sezione dedicata all'ambiente si sofferma sui lavori riguardanti la proposta di regolamento del Parlamento e del Consiglio recante prescrizioni minime per il riutilizzo dell'acqua (
Regolamento (UE) 2020/741), mentre la parte dedicata all'energia, oltre a ricordare la predisposizione alla fine del 2019 del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, riferisce sugli esiti negoziali riguardanti l'adozione del pacchetto di misure legislative denominato "
Clean energy for all Europeans".
Le politiche in materia di
ambiente ed energia sono attualmente interessate dalle iniziative nell'ambito del
Green deal
, presentato nel mese di dicembre 2019, e dalla
revisione in corso degli obiettivi climatici nella prospettiva di rendere l'Unione europea un continente neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Il Consiglio europeo di dicembre dovrebbe definire un obiettivo aggiornato di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030 nell'ambito della proposta di regolamento per una legge europea per il clima.
Gli obiettivi delle
strategie sulla
biodiversità e "
Dal produttore al consumatore" (tale strategia è all'esame della XIII Commissione agricoltura), adottate nell'ambito del
Green deal, si incroceranno con la definizione della
nuova politica agricola comune (PAC) (
COM(2018)392,
COM(2018)393
,
COM(2018)394
) il cui quadro legislativo è in corso di esame presso le istituzioni europee. Sia il Consiglio che il Parlamento europeo hanno, infatti, rispettivamente adottato le loro posizioni sulle tre proposte di regolamento che disciplinano la nuova PAC, nella prospettiva dello svolgimento dei negoziati per la ricerca di un accordo generale definitivo.
Nel settore dei
trasporti, la relazione reca informazioni circa l'andamento dei negoziati riguardanti gli atti facenti parte del Pacchetto mobilità I (Regolamenti UE
2020/1054 e
2020/1055 e Direttiva UE
2020/1057) e II (Direttiva UE
2020/1161), che modificano diversi aspetti della disciplina dell'autotrasporto e che sono stati recentemente e definitivamente approvati.
Una sezione della relazione è dedicata alla
politica estera e di sicurezza comune (PESC) e alla politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), che tratta anche del supporto alla missione EUNAVFOR MED Sophia, il cui mandato è terminato il 31 marzo 2020 contestualmente all'avvio della nuova
missione militare dell'UE nel Mediterraneo
EUNAVFOR MED IRINI
, nonché alla politica europea di vicinato (PEV) e all'allargamento ai Paesi dei Balcani occidentali. Si segnala, in proposito, l'approvazione della riforma della procedura dei negoziati di adesione e l'apertura dei negoziati di adesione con Albania e Repubblica della Macedonia del Nord. Il 6 ottobre 2020 la Commissione europea ha, altresì, presentato la
comunicazione sulla politica di allargamento 2020 e il
piano economico di investimenti globale per i Balcani occidentali.
Per quanto riguarda le politiche in materia di
occupazione, la relazione riporta l'attività svolta dal Governo nel 2019 per porre in essere gli adempimenti volti all'attuazione dell'Agenda europea per le competenze, nonché l'azione di contrasto alla disoccupazione nell'ambito dei programmi operativi finanziati dal Fondo sociale europea. Si segnala l'adozione, il 1° luglio 2020, dell'
agenda per le competenze per l'Europa per la competitività sostenibile, l'equità sociale e la resilienza, che fissa obiettivi quantitativi ambiziosi per lo sviluppo delle competenze (miglioramento delle competenze esistenti) e la riqualificazione (formazione volta all'acquisizione di nuove competenze) da conseguire entro i prossimi 5 anni. In conseguenza della crisi pandemica, sono state, inoltre, adottate misure per attenuare gli effetti sull'occupazione, tra le quali il
programma SURE (
temporary Support to mitigate Unemployment Risks in Emergency), un regime di prestiti concessi dall'Unione europea, di cui 27,4 miliardi di euro destinati all'Italia. È stata, altresì, recentemente adottata la
proposta di direttiva della Commissione europea sui
salari minimi adeguati per i lavoratori degli Stati membri.
Quanto alle
politiche sociali, la relazione segnala, tra l'altro, la partecipazione al negoziato sulla direttiva 2019/1158 relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori. L'
implementazione del Pilastro europeo dei diritti sociali resta una priorità centrale della Commissione europea, che ha annunciato la presentazione di un
Piano d'azione volto alla sua attuazione per il 2021.
Relativamente alle
politiche in materia di tutela della salute, il documento si sofferma, tra l'altro, sulla partecipazione ai lavori riguardanti il
regolamento UE 1169/2011 riguardante la fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori e la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla valutazione delle tecnologie sanitarie. La pandemia da Covid 19 ha evidenziato l'esigenza di rafforzare la
protezione sanitaria europea comune e la cooperazione transfrontaliera nel settore sanitario. Con l'acuirsi della crisi epidemiologica sono state adottate nuove iniziative per
fronteggiare le sfide al sistema sanitario, al fine di sviluppare la preparazione e la risposta ai focolai, la diagnostica, i trattamenti e i vaccini.
Nell'ambito delle
politiche dell'istruzione, la relazione fornisce elementi di informazione circa l'attuazione del programma Erasmus+ 2014-2020 e l'avvio della programmazione di una nuova fase di attuazione di Garanzia giovani per il periodo 2020-2023. Si segnala che la Commissione europea ha presentato, il 30 settembre 2020, in un pacchetto una comunicazione per la realizzazione di uno
Spazio europeo dell'istruzione entro il 2025 e il
Piano per l'istruzione digitale.
Per quanto riguarda le politiche per la cultura, rileva il negoziato in corso sulla definizione del nuovo
programma Europa creativa 2021-27.
La nuova programmazione finanziaria destinerà stanziamenti anche per il settore del
turismo, che rappresenta uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Nella comunicazione
COM(2020)550, "Turismo e trasporti nel 2020 e oltre", la Commissione europea invita gli Stati membri a elaborare strategie di ripresa globali per il settore nell'ambito della politica di coesione, favorendo l'accesso ai finanziamenti per le imprese.
La relazione riferisce in merito agli atti adottati nel settore della
cooperazione giudiziaria in materia civile e a quelli per i quali il negoziato è proseguito nel 2020 (proposte di regolamento sulla legge applicabile all'opponibilità ai terzi della cessione dei crediti, sull'assunzione delle prove e sulla notificazione o comunicazione degli atti). Nel settore della cooperazione penale, è proseguita la fase di implementazione del regolamento istitutivo della Procura europea. Si segnala la presentazione da parte della Commissione della
strategia dell'UE per l'Unione della sicurezza
, che definisce priorità e misure da sviluppare nei prossimi cinque anni per garantire la sicurezza dell'ambiente fisico e digitale dell'UE: lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata, prevenzione e individuazione delle minacce ibride, aumento della resilienza delle infrastrutture critiche, rafforzamento della cibersicurezza.
In linea generale, si può osservare una carenza di omogeneità nell'assetto e nella redazione delle singole parti della relazione. In alcuni casi, infatti, l'attenzione si concentra sulle linee negoziali seguite dal Governo in relazione ai singoli dossier e alle specifiche questioni (ad esempio nel quadro delle politiche sulla migrazione), mentre in altri prevale una descrizione delle iniziative e delle misure adottate a livello europeo e nazionale (ad esempio nel capitolo riguardanti la fiscalità e l'occupazione). La definizione di criteri più omogenei per la redazione delle diverse sezioni della relazione consuntiva corrisponde, peraltro, a un indirizzo formulato a livello parlamentare (si veda la citata risoluzione 6-0024 del 2013).
La
parte terza, che riguarda l'attuazione delle
politiche di coesione economica, sociale e territoriale, evidenzia l'avanzamento finanziario, misurato in termini di rapporto percentuale tra spesa certificata al 31 dicembre 2019 e risorse programmate nell'ambito degli obiettivi tematici (OT). Le
performance migliori si riscontrano per l'OT7 "Promuovere
sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete" con una quota di
spesa certificata del 36,6% sulle risorse programmate, mentre per gli altri obiettivi le percentuali di spesa certificata sono inferiori al 30%.
La relazione, inoltre, fornisce elementi di informazione sul conseguimento dei
target per i programmi operativi regionali e nazionali. Al 31 dicembre 2019, è stato raggiunto un
livello di spesa complessiva certificata pari al
28,5 per cento del totale delle risorse programmate (pari a 53,2 miliardi di euro) per i 51 Programmi operativi cofinanziati dal FESR e dal FSE del ciclo di programmazione 2014-2020.
Sui
target di spesa per il 2020 inciderà la
riprogrammazione delle risorse consentita dalle
nuove regole per l'utilizzo dei fondi europei, che permettono agli Stati membri di richiedere un cofinanziamento dell'UE pari al 100 per cento per i programmi della politica di coesione, facilitando il trasferimento di risorse tra fondi e categorie di regioni e autorizzando la massima flessibilità per reindirizzare le risorse verso le zone più colpite dalla crisi pandemica, introducendo al contempo una specifica misura per rendere immediatamente disponibili le risorse residue del bilancio 2014-2020.
La
parte quarta si occupa delle questioni riguardanti il coordinamento nazionale delle politiche europee. In questa sezione, si dà conto dell'attività svolta dal
Comitato interministeriale per gli affari dell'Unione europea (CIAE), che sta svolgendo un ruolo di regia nel negoziato sul QFP e nella definizione del Piano per la ripresa e la resilienza.
Di particolare interesse sono i dati relativi ai flussi di
atti e documenti trasmessi dal Governo alle Camere, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 234 del 2012, nell'ambito del c.d. meccanismo di informazione qualificata.
Su oltre 6.874 atti e documenti dell'UE presi in esame dal Dipartimento per le Politiche Europee,
36 progetti di atti legislativi (direttive, regolamenti e decisioni) e
271 atti di natura non legislativa (libri verdi, libri bianchi, comunicazioni) sono stati
segnalati dal Governo alle Camere in ragione della loro particolare rilevanza e del potenziale interesse per il Parlamento; inoltre, con riferimento ai progetti di atti legislativi sono state trasmesse le relazioni predisposte dalle amministrazioni competenti
Un apposito capitolo riguarda le misure poste in essere per dare
attuazione al
diritto dell'UE e per risolvere il
contenzioso.
Al
31 dicembre 2019 risultavano
aperte a carico dell'
Italia 77 procedure di infrazione (66 per violazione del diritto dell'Unione e 11 per mancato recepimento di direttive); nel corso del
2019 ne sono state
chiuse 20 e
aperte 27.
Pertanto, come può evincersi dal grafico seguente, rispetto al 31 dicembre 2018 le procedure a carico dell'Italia sono aumentate di 7 unità (6 per violazione del diritto UE e una per mancato recepimento), confermando il trend in crescita dal 2017 in avanti.
Tra le
procedure chiuse nel corso del 2019, la Relazione segnala le seguenti, riguardanti dossier particolarmente sensibili e complessi:
Con riferimento alle
procedure aperte, la Relazione segnala, in particolare, che:
Completano il documento una serie di allegati.
L'
appendice I, conformemente a quanto prevede la normativa di riferimento, reca l'
elenco delle riunioni del Consiglio dell'Unione europea e del Consiglio europeo tenutesi nel 2019, con l'indicazione delle rispettive date, dei partecipanti per l'Italia e dei temi trattati.
Un apposito allegato evidenzia
i flussi finanziari dall'Unione europea
all'Italia con la situazione degli accrediti registrati al 31 dicembre 2019 (
appendice II), nonché degli interventi, in termini di impegni e pagamenti, alla data del 31 ottobre 2019 per la programmazione 2014-2020.
L'
appendice III elenca i
provvedimenti adottati nel 2019 in attuazione delle direttive europee, nonché recanti la disciplina sanzionatoria di disposizioni contenute in regolamenti europei e l'adeguamento della normativa nazionale a regolamenti europei.
Da ultimo, il documento dà conto, in una tabella analitica, dei
seguiti ai documenti finali approvati nel 2019 dalle competenti commissioni della Camera e dal Senato in esito all'esame di atti europei (
appendice IV).
La relazione non prende in considerazione gli atti di indirizzo approvati dal Parlamento in occasione dello svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri rese in vista dei Consigli europei, che pure contribuiscono alla definizione degli orientamenti su specifiche questioni in corso di negoziazione. La considerazione di tali documenti nella relazione, la cui opportunità pure è stata segnalata a livello parlamentare (si veda la risoluzione n. 6/00151, approvata il 2 luglio 2015, in esito all'esame delle relazioni consuntive per il 2013 e il 2014), concorrerebbe alla verifica della coerenza complessiva dell'azione europea del Governo con gli orientamenti del Parlamento. |