Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Difesa
Titolo: Le spese per la difesa in ambito NATO
Serie: Documentazione e ricerche   Numero: 160
Data: 28/04/2021
Organi della Camera: IV Difesa


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Le spese per la difesa in ambito NATO

28 aprile 2021
Schede di lettura


Indice

Premessa|Il Burden sharing|Il bilancio della Difesa in chiave NATO|I contributi per le missioni di pace NATO|


Premessa

Secondo quanto riportato nell'ultimo Rapporto annuale del Segretario generale dell'Alleanza Atlantica (marzo 2021), la spesa per la difesa nei Paesi NATO nel 2020, nonostante l'impatto economico del COVID-19, è aumentata rispetto al precedente anno 2019. Si conferma, quindi, per il settimo anno consecutivo, il trend di crescita della spesa militare in ambito NATO.

La spesa più consistente continua ad essere quella degli Stati Uniti che copre circa Il 70% delle spese complessive NATO.

Nel Rapporto si registra, inoltre, un aumento del 3,9% rispetto al 2019 della spesa per la difesa complessiva da parte dell'Europa e del Canada.

Grafico 1: Spese per la difesa

Nota: Dati 2020 stimati.

 


Il Burden sharing

Come sottolineato nel Documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2020-2022, la tematica del burden sharing, ovvero  del rispetto degli impegni assunti in occasione del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi in Galles nel settembre 2014, poi ribaditi a Varsavia nel 2016 con il cosiddetto Defence Investment Pledge (DIP), continua a rappresentare una delle questioni politiche centrali del dibattito che si sviluppa in seno all'Alleanza Atlantica.

Il Burden sharing richiede, infatti, lo sforzo di ciascuna Nazione Alleata a tendere, entro il 2024, al raggiungimento dei seguenti Obiettivi da conseguire entro il 2024obiettivi (cd. "le tre C"):

  • 2% delle spese per la difesa rispetto al PIL ("cash");
  • 20% delle spese per investimenti in major equipments rispetto a quelle della difesa ("capabilities"); (la quota di budget della Difesa da destinare agli investimenti in major equipments)
  • contribuire a missioni, operazioni ed altre attività ("contributions").

In relazione all'obiettivo del 2% del Pil che dovrebbe essere raggiunto entro il 2024 i Paesi che nel 2020 hanno raggiunto questa soglia sono undici (su 30), rispetto ai nove del 2019. Oltre agli Stati Uniti (3,73%), ci sono Grecia (2,68%), Estonia (2,33%), Regno Unito (2,32%), Polonia (2,31%), Lettonia (2,27%), Lituania (2,13%), Romania (2,07%), Francia (2,04%), Norvegia e Slovacchia (2%).

In media, nel 2020, la spesa per la difesa nei 30 paesi NATO ha rappresentato il 2,77% del PIL (1,73% se non si includono gli Stati Uniti, la cui spesa per la difesa supera il 3% del PIL).

Grafico 2: Spese per la difesa in percentuale del PIL

Nota: Dati 2020 stimati.

Per quanto riguarda l'Italia, secondo quantoRapporto spese per la Difesa/PIL riportato nella Relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato 2019 (Vol. II), il budget della Funzione Difesa, considerando anche la componente finanziaria allocata presso il Ministero dello Sviluppo economico, è al di sotto degli obiettivi della NATO: infatti, come risulta dai più recenti dati NATO pubblicati nel documento del 16 marzo 2021 dal titolo "Defence Expenditure of NATO Countries (2013-2020)", nel 2020 il rapporto tra le spese per la difesa ed il Pil a prezzi costanti stimato si assesta intorno all'1,39 per cento, in aumento rispetto al 2019 (1,18%), al 2018 (1,23%) e al 2017 (1,20%), ma sempre lontano dal 2 per cento fissato come obiettivo per il 2024 dalle NATO guidelines assunte nella riunione NATO del 2014 in Galles.

In ambito nazionale, precisa la Corte dei Conti, la spesa per la "funzione Difesa", continua ad essere sbilanciata a favore delle spese per il personale: nel 2019 le percentuali di ripartizione degli impegni assunti per la Funzione difesa sono risultate pari al 74,36 per cento per il personale, al 13,9 per l'esercizio ed all'11,73 per l'investimento.

A tal proposito Il DPP 2020-2022 ricorda che, nell'ottica della complementarità dello sviluppo delle capacità, in ambito NATO ed Unione Europea, l'Alleanza ha già indicato come coerente la possibilità di includere, nel computo del 2%, anche le spese sostenute per la Difesa connesse alle iniziative incentivanti promosse dall'UE, quali l'European Defence Industrial Development Programme (EDIDP) e, in prospettiva, l'European Defence Fund (EDF).

Inoltre - sottolinea il DPP - per la Percentuale relativa alle spese militari destinate agli investimentipercentuale relativa alle spese militari destinate agli investimenti ("capabilities"), i dati nazionali risultano coerenti con le linee guida NATO del 20%, attestandosi ad una percentuale pari al 20,57% per il 2019, 23,22% per il 2020 e 24,28% nel 2021.

Per quanto concerne infine i contributi operativi ("contributions"), nel 2020 le Forze Armate italiane partecipano a 9 missioni della NATO, con una presenza massima autorizzata di 2440 unità, continuando ad assumere responsabilità di comando importanti, come in Kosovo (con il comando di KFOR) e in Afghanistan (ove l'Italia è responsabile del settore Ovest). Proprio alla luce di questo contributo alle operazioni e missioni dell'Alleanza, l'Italia ha chiesto che tali oneri vengano valorizzati al pari degli altri parametri, sostenendo la necessità di una visione complessiva ed unitaria delle tre componenti del "pledge", che possa favorire una reale percezione dellPartecipazione a missioni internazionali'effettivo impegno nazionale a contribuire alla responsabilità dell'Alleanza, a garanzia della sicurezza collettiva.

Grafico 3: Spese per investimenti in percentuale delle spese per la difesa


Nota: Dati 2020 stimati.

Grafico 4: Spesa totale per la difesa suddivisa in categorie (in %)

Nota: Dati 2020 stimati


Il bilancio della Difesa in chiave NATO

Il Budget difesa: differenti criteri di valutazione budget della Difesa può essere definito ed interpretato secondo diverse accezioni. Se da una parte, infatti, le risorse destinate dallo Stato alla spesa militare possono essere identificate in senso stretto dalle poste finanziarie riferite alla funzione difesa dello stato di previsione del Dicastero a legge di bilancio, dall'altra parte, in un senso più ampio ed integrato del budget della Difesa, possono essere incluse le risorse destinate alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali nonché gli stanziamenti del MISE volti a finanziare selezionati programmi militari ad alto contenuto tecnologico.

 

A tal proposto, la Difesa è chiamata annualmente, in ambito internazionale, a fornire, secondo format standardizzati, i propri dati finanziari inerenti il budget e la diversa allocazione delle risorse all'interno dello stesso.

Tali dati, comparati con quelli forniti dalle altre Nazioni, vengono poi utilizzati per la compilazione di statistiche, situazioni, schede, documenti e pubblicazioni allo scopo di fornire agli operatori del settore un valido strumento di approfondimento su tematiche quali il controllo degli armamenti, la risoluzione dei conflitti e la creazione di condizioni di sicurezza internazionale e pace durevole.

 

In tale ambito, un rilevante riferimento è rappresentato dal Il bilancio della Difesa in chiave NATObilancio della Difesa in chiave NATO, quale rappresentazione del bilancio elaborato in base a parametri e criteri indicati dall'Alleanza, affinché, nell'ambito della NATO Defence Planning Capability Survey (ossia un questionario con cui la NATO chiede ai Paesi di fornire risposta circa le attività di Policy, sviluppo capacitivo e pianificazione finanziaria associata al conseguimento dei capability target assegnati ai Paesi), i dati profferti siano omogenei e quindi comparabili con quelli di tutti i Paesi appartenenti all'Alleanza stessa.

Secondo l'impostazione NATO, il bilancio viene suddiviso, in quattro macro-aree, all'interno delle quali trovano collocazione, per materia, le singole categorie, in particolare:

 

Area 1. Funzionamento (operating costs), che include le spese per:

- il personale militare e civile in servizio attivo, ovvero gli stipendi e le indennità, a carattere continuativo e non;

- il personale in quiescenza, ovvero il trattamento provvisorio di pensione del personale militare e quello pensionistico definitivo del personale militare e civile erogato dall'INPS;

- l'esercizio e l'attività di manutenzione.

 

Area 2. II quattro ambiti di analisinvestimento e infrastrutture (procurement and construction), che include le spese per:

- l'acquisizione dei sistemi d'arma;

- le infrastrutture militari.

 

Area 3. Ricerca e sviluppo (research and development).

 

Area 4. Altre spese (other expenditures), ovvero le spese per:

- accordi ed organizzazioni internazionali;

- liti, arbitrati e risarcimenti danni;

- istituti idrografici e geografici;

- magistratura militare;

- rappresentanza e spese riservate;

- relazioni pubbliche e pubblicità;

- Agenzia Industrie Difesa;

- trasporto aereo civile di Stato;

- assistenza al volo per il traffico civile;

- servitù militari;

- altre di minore rilevanza;

- NATO Trust Funds.

 

Per quanto attiene il complessivo volume finanziario da prendere a riferimento,Differenze tra bilancio NATO e Bilancio Difesa (criteri di valutazione) il budget in chiave NATO si discosta dal bilancio della Difesa in quanto, rispetto a quest'ultimo:

  • si detrae l'intero importo della Funzione Sicurezza, presente nel bilancio della Difesa, ad esclusione della quota parte afferente al personale dell'Arma dei Carabinieri, impiegabile presso i Teatri Operativi del Fuori Area, fissata in complessive 8.600 unità (corrispondenti a circa 593 milioni di euro con riferimento al 2019);
  • si detrae dalle Pensioni Provvisorie del Personale in Ausiliaria l'importo afferente all'Arma dei Carabinieri, a meno della quota parte impiegabile presso i Teatri Operativi;
  • si aggiunge l'importo della spesa pensionistica del personale militare e civile sostenuta dall'INPS (circa 2,3 miliardi di euro nel 2019);
  • dal 2016 si aggiunge l'importo relativo al finanziamento di selezionati programmi della Difesa da parte del MiSE;
  • si aggiunge il finanziamento relativo alla partecipazione del contingente militare italiano alle missioni internazionali, le cui risorse sono allocate in un apposito fondo istituito presso il Ministero dell'Economia e delle finanze (legge n. 145/2016).

I contributi per le missioni di pace NATO

I paesi membri forniscono contributi diretti e indiretti ai costi di gestione della NATO e di attuazione delle sue politiche e attività.

I Contributi indiretticontributi indiretti - o nazionali - sono i più consistenti e riguardano, ad esempio, la volontaria messa a disposizione di attrezzature o truppe in un'operazione militare da parte di un paese.

Le Forze Armate italiane hanno partecipato, nell'anno 2019, alle seguenti 9 missioni della NATO, per una spesa autorizzata di 325 milioni di euro e una presenza massima autorizzata di oltre due mila unità di personale:

Fonte: DPP 2019-2021.

Per quanto concerne il 2020 non è stata prorogata la partecipazione dell'Italia al dispositivo NATO Support to Turkey - Active Fence, a difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza.

 

L'operazione era stata autorizzata dal Consiglio Atlantico ( North Atlantic Council-NAC) il 4 dicembre 2012 su richiesta della Turchia, a seguito dell'abbattimento, nel giugno 2012, di un jet turco da parte di forze governative siriane e dell'uccisione, a ottobre dello stesso anno, di cinque civili turchi a causa di un bombardamento siriano sulla città turca di Akçakale. La partecipazione italiana è iniziata a giugno 2016, essendo stata autorizzata per il periodo 1° gennaio-31 dicembre 2016 dall'articolo 4, comma 8 del D. L. n. 67/2016. L'Italia ha partecipato alla missione, fino al 31 dicembre 2019, con 130 unità di personale militare e 25 mezzi terrestri (inclusa batteria SAMP-T), nella base militare "Gazi Kislaşi" di Kahramanmaraş, in territorio turco.

 

E' stata, invece, autorizzata nel 2020 la partecipazione di 6 unità di personale militare all'iniziativa della NATO di consulenza, formazione e tutoraggio nel settore della sicurezza in favore dei Paesi partner situati lungo il Fianco Sud dell'Alleanza che ne facciano richiesta.

Quest'ultima iniziativa della Nato si colloca nel solco di una serie di attività intraprese in seno all'Alleanza per meglio comprendere, prevenire e contrastare le diverse minacce provenienti dal fianco sud. A tal proposito, ricordo, in particolare, la decisione assunta nel corso del Summit NATO di Varsavia del luglio 2016, di costituire un "Polo (HUB)" per la direzione strategica dell'Alleanza atlantica su Medio Oriente, Nordafrica, Sahel e Africa Subshariana. L'Hub, realizzato all'interno del Comando Nato a Napoli (Largo Patia)si pone l'obiettivo di rafforzare la comprensione dell'Alleanza sull'Africa e sul Medio Oriente, fornendo prospettive e analisi e promuovendo lo scambio di informazioni con Paesi e organizzazioni partner, al fine di evidenziare le dinamiche regionali rilevanti per la sicurezza euro-atlantica

Contributi direttiContributi diretti servono per finanziare le operazioni dell'Alleanza come i sistemi di difesa aerea o di comando e controllo della NATO, i cui costi sono sostenuti collettivamente, spesso utilizzando il principio del finanziamento comune, nell'ambito del quale i membri dell'Alleanza contribuiscono secondo una formula basata sul reddito nazionale lordo.

Secondo i dati NATO, nel periodo 2021-2024 la ripartizione dei costi tra i paesi membri è la seguente:

Fonte: Funding NATO , Cost share arrangements for civil budget, military budget and NATO Security Investment Programme (gennaio 2021).
Per un approfondimento sulle missioni internazionali del 2020 si rinvia alla seguente documentazione:

Autorizzazione e proroga missioni internazionali 2019/2020 Tabella di raffronto - DOC. XXV n. 3 e DOC. XXVI n. 3 - Seconda edizione (13 luglio 2020) a cura del il Dipartimento Difesa del servizio Studi dellla Camera;

Dati sulla partecipazione italiana alle missioni in Afganistan 2004-2020 (24 giugno 2020) a cura del il Dipartimento Difesa del servizio Studi dellla Camera;

Dati sulla partecipazione italiana alle missioni in Libano 2006-2020 (13 luglio 2020)a cura del il Dipartimento Difesa del servizio Studi dellla Camera.

Autorizzazione e proroga missioni internazionali 2020 - DOC. XXV, n.3 e DOC. XXVI, n. 3 (10 giugno 2020), a cura del il Dipartimento Difesa del servizio Studi dellla Camera e del servizio affari internazionali del Senato.

Inoltre, sulla piattaforma documentale del Servizio Studi è disponibile il Tema dell'attività parlamentare:

Autorizzazione e proroga delle missioni internazionali per l'anno 2020 a cura del il Dipartimento Difesa del servizio Studi dellla Camera.