Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Bilancio
Titolo: Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Serie: Documentazione di Finanza Pubblica   Numero: 28/1
Data: 15/07/2021
Organi della Camera: V Bilancio, VI Finanze

IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

 

Schede di lettura

Aggiornato al 15 luglio 2021

 

INDICE

1. Premessa.. 5

1.1 Il quadro europeo. 5

1.2 La Governance del PNRR.. 12

2. Le missioni e le risorse.. 17

3. Misure legislative previste dal pnrr.. 29

4. Le priorità trasversali. 49

4.1 Giovani 49

4.1.1. Premessa. 49

4.1.2. Promozione dell’occupazione giovanile. 55

4.1.3. Istruzione e ricerca. 55

4.1.4. Family act 56

4.1.5 Valutazione di impatto generazionale sull’occupazione. 56

4.2 Parità di genere. 58

4.1.1. Premessa. 58

4.2.2. Promozione dell’occupazione femminile. 65

4.2.3. Imprenditoria femminile. 66

4.2.4 Sistema nazionale di certificazione della parità di genere. 67

4.2.5. Valutazione di impatto di genere del PNRR sotto il profilo occupazionale. 68

4.2.6 Ulteriori misure suscettibili di impatto sulla condizione femminile. 69

4.3 Mezzogiorno. 71

4.3.1. Premessa. 71

4.3.2. Le riforme. 76

4.3.3. Impatto macroeconomico. 77

5. Il ruolo degli enti locali. 79

6. Le politiche pubbliche nel PNRR.. 91

6.1. Pubblica Amministrazione. 93

6.1.1 Personale. 93

6.1.2 Semplificazione normativa. 97

6.1.3 Semplificazione amministrativa. 99

6.1.4 Digitalizzazione della PA.. 105

6.2. Competitività del sistema produttivo. 118

6.3. Sanità e politiche sociali 136

6.3.1 Assistenza sociale territoriale. 137

6.3.2 Assistenza territoriale sanitaria. 142

6.3.3 Innovazione tecnologica nel SSN.. 146

6.3.4 Formazione e ricerca sanitaria. 151

6.4 Lavoro e occupazione. 156

6.5 Fisco. 163

6.6 Infrastrutture e trasporti 167

6.6.1 Rete ferroviaria. 167

6.6.2 Mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale. 178

6.6.3 Intermodalità e logistica. 187

6.6.4 Infrastrutture digitali 196

6.6.5 Sicurezza stradale 4.0. 200

6.7 Giustizia. 203

6.8 Ambiente. 211

6.8.1 Acqua e territorio. 211

6.8.2 Economia circolare. 225

6.8.3 Rigenerazione urbana. 234

6.8.4 Efficienza energetica. 241

6.8.5 Superbonus 110%.. 245

6.9 Energia. 249

6.10 Agricoltura. 269

6.11 Coesione territoriale. 289

6.12 Ricerca di base. 302

6.13 Istruzione. 309

6.14 Cultura. 325

6.15 Sport 337

6.16 Turismo. 339

 

 


1. Premessa

1.1 Il quadro europeo

 


Il 25 aprile il Governo ha trasmesso al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), oggetto di comunicazioni del Presidente del Consiglio alle Assemblee di Camera e Senato il 26 e 27 aprile. Sulle comunicazioni sono state approvate le risoluzioni n. 6/00189 della Camera e n. 6/00188 del Senato. Il 30 aprile 2021 il Governo ha quindi ufficialmente trasmesso il testo definitivo del PNRR alla Commissione europea[1], ai sensi dell'articolo 18 del regolamento (UE) 2021/241 del Dispositivo di ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF). Il 4 maggio 2021 il medesimo testo è stato trasmesso anche al Parlamento italiano. Ai sensi dell'articolo 19 del regolamento, il 22 giugno 2021 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio relativa all'approvazione del PNRR dell'Italia (COM(2021) 344), accompagnata dal Documento di lavoro dei servizi della Commissione SWD(2021) 165) e da un corposo Allegato[2]. Il par. 3 del citato articolo 19 illustra i criteri sui quali deve essere basata la valutazione (pertinenza, efficacia, efficienza, coerenza). Nel mettere a disposizione dell'Italia le risorse richieste, si è ritenuto che il Piano:

1)  sia bilanciato nella risposta ai pilastri citati nell'articolo 3 del regolamento RRF e impostato per incrementare il potenziale di crescita dell'Italia, le condizioni del mercato del lavoro e la resilienza sociale;

2)  non arrechi danno significativo agli obiettivi ambientali dell'Unione;

3)  contenga misure connesse alla transizione verde per il 37,5 per cento dell'allocazione totale e connesse alla trasformazione digitale per il 25,1 per cento;

4)  abbia il potenziale di arrecare cambiamenti strutturali duraturi e quindi avere un impatto anch'esso duraturo sulle società e economia italiane;

5)  presenti costi stimati ragionevoli, plausibili e commensurati all'impatto sociale e economico atteso.

Anche in considerazione del sistema di governance multi-livello creato per assicurare un'attuazione efficace e il monitoraggio del piano, e del forte sistema di controllo stabilito, la Commissione ha quindi fornito una valutazione globalmente positiva, come si evince dalla tabella riportata di seguito.

Commissione europea, valutazione del PNRR dell'Italia. Fonte: documento di lavoro della Commissione SWD(2021) 165

 

Il 13 luglio 2021, il Consiglio dell'Unione europea ha approvato la valutazione del PNRR italiano, sulla base della proposta della Commissione, mediante l'adozione della decisione di esecuzione (doc. 10160/21) di cui all'articolo 20 del regolamento (UE) 2021/241. La decisione di esecuzione è corredata di un Allegato che definisce in dettaglio, per ogni investimento e riforma, obiettivi e traguardi precisi. Al loro conseguimento è subordinata l'assegnazione delle risorse su base semestrale.

La Commissione europea dovrà ora concludere con l'Italia un accordo che, ai sensi dell'articolo 23, costituirà un impegno giuridico specifico.

Il Piano delinea un “pacchetto completo e coerente di riforme e investimenti”, necessario ad accedere alle risorse finanziarie messe a disposizione dall'Unione europea con il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, perno della strategia di ripresa post-pandemica finanziata tramite il programma Next Generation EU (NGEU)[3].

Le misure previste dal Piano si articolano intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Seguendo le linee guida elaborate dalla Commissione europea, inoltre, il Piano raggruppa i progetti di investimento e di riforma in 16 Componenti, raggruppate a loro volta in 6 Missioni: 1. Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; 2. Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile; 4. Istruzione e ricerca; 5. Coesione e inclusione; 6. Salute.

Il Governo richiede all'Unione europea il massimo delle risorse RRF disponibili per l'Italia, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti. Per quanto riguarda l'ammontare delle sovvenzioni, il primo 70 per cento è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF[4], mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali (articolo 11, par. 2, del regolamento (UE) 2021/241). L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8 per cento del reddito nazionale lordo in accordo con la task force della Commissione.

Coerentemente con le richieste del Governo, ai sensi dell'articolo 2 della decisione di esecuzione del Consiglio, l'Unione mette a disposizione dell'Italia un contributo finanziario sotto forma di sostegno non rimborsabile pari a circa 68,9 miliardi di euro. È disponibile un importo di 47,9 miliardi per essere impegnato giuridicamente entro il 31 dicembre 2022. A condizione che l'aggiornamento di cui all'articolo 11, par. 2, del regolamento (UE) 2021/241 determini per l'Italia un importo a quello pari o superiore, è disponibile un ulteriore importo di 20,96 miliardi per essere impegnato giuridicamente dal 1º gennaio 2023 fino al 31 dicembre 2023.

Ai sensi dell'articolo 3 della medesima decisione, inoltre, l'Unione mette a disposizione dell'Italia un prestito dell'importo massimo di 122,6 miliardi di euro.

Entro due mesi dalla sottoscrizione dell'accordo la Commissione procede al pagamento del prefinanziamento, di importo fino al 13% delle somme (articolo 13). La citata decisione di esecuzione del Consiglio (articoli 2 e 3) propone di accordare all'Italia, a titolo di pre-finanziamento, il 13% sia del contributo finanziario, sia del prestito, ovvero circa 8,95 miliardi di euro a titolo di sovvenzioni e circa 15,9 miliardi di euro a titolo di prestiti. L’ammontare del pre-finanziamento verrà detratto proporzionalmente da ogni esborso successivo (quindi il 13% di ogni rata, sia per la parte sovvenzioni sia per la parte prestiti).

Una volta avviati i progetti e gli investimenti finanziati dall'RRF, l'articolo 24 del regolamento prevede che gli Stati membri possano presentare due volte l'anno alla Commissione una richiesta di pagamento del contributo finanziario "debitamente motivata" (par. 2).

La richiesta comporta l'avvenuto raggiungimento di traguardi e obiettivi concordati e indicati nel PNRR approvato. Il par. 3 incarica la Commissione di valutare in via preliminare se questi siano stati effettivamente conseguiti "in maniera soddisfacente". Tale valutazione deve avere luogo "senza indebito ritardo e al più tardi entro due mesi dal ricevimento della richiesta".

In caso di esito positivo, la Commissione trasmette le proprie conclusioni al Comitato economico e finanziario, organo consultivo composto da alti funzionari di amministrazioni e banche centrali nazionali (par. 4) e adotta "senza indebito ritardo" una decisione che autorizza l'erogazione dei fondi (par. 5).

In caso di esito negativo, invece, il pagamento (totale o parziale) viene sospeso per riprendere solo dopo che lo Stato membro interessato abbia adottato le "misure necessarie per garantire un conseguimento soddisfacente dei traguardi e degli obiettivi" (par. 6). In caso di inazione, entro sei mesi (articolo 24, par. 8), la Commissione potrebbe disporre la riduzione proporzionale dell'ammontare del contributo finanziario. Se non vi fossero progressi concreti, dopo 18 mesi è prevista la possibilità di risolvere il contratto e disimpegnare l'importo del contributo finanziario (par. 9). Eventuali prefinanziamenti sarebbero integralmente recuperati. È assicurata agli Stati membri interessati la possibilità di presentare osservazioni.

Il par. 10 dell'articolo 24 prevede infine che "in presenza di circostanze eccezionali l'adozione della decisione che autorizza l'erogazione del contributo finanziario (...) può essere rinviata fino a tre mesi". Si fa qui riferimento alla cosiddetta procedura del freno d'emergenza, concordata in sede di Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 ma non codificata all'interno del regolamento: qualora uno o più Stati membri ritengano che vi siano stati seri scostamenti dall'adempimento soddisfacente di traguardi e obiettivi, potrebbe richiedere di deferire la questione al successivo Consiglio europeo. Nessuna decisione potrà essere assunta finché il Consiglio europeo o l'Ecofin, da esso delegato, non abbiano discusso la questione "in maniera esaustiva". Per tale procedura si prevede, "di regola", una durata non superiore a tre mesi. Il PE dovrebbe essere prontamente informato.

Gli articoli 2 e 3 della citata decisione del Consiglio ribadiscono che i contributi finanziari a favore dell'Italia saranno messi a disposizione a rate (par. 2) e che essi sono subordinati "alla disponibilità dei finanziamenti e a una decisione della Commissione (...), secondo la quale l'Italia ha conseguito in modo soddisfacente i traguardi e gli obiettivi (...) individuati in relazione all'attuazione del PNRR" (par. 4).

Sulla base dei calendari per il monitoraggio e l'attuazione del sostegno finanziario (A.2.) e del prestito (A.4.) contenuti nell'Allegato della decisione esecutiva del Consiglio, si può presupporre che nella seconda metà del 2021 l'Italia potrà presentare richiesta di pagamento per un totale di:

 

1)  11.494.252.874 euro in sovvenzioni, finalizzati tra l'altro a:

-     la riforma della pubblica amministrazione,

-     la riforma dei processi civile e penale;

-     investimenti in hub del turismo digitale;

-     investimenti in bus elettrici;

-     investimenti in borse di studio per l'accesso all'università;

 

2)  12.643.678.161 euro in prestiti, da dedicare tra l'altro a:

-     riforme per l'adozione di programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico;

-     riforme per l'accelerazione dell'iter di approvazione dei progetti ferroviari;

-     investimenti finalizzati a gestire il rischio di alluvione e la riduzione di rischio idrogeologico;

-     investimento per la realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione per l'individuazione dei rischi idrogeologici;

-     investimenti per la creazione di imprese femminili.

 

Tale è infatti l'ammontare dei finanziamenti allocati alle misure i cui traguardi o obiettivi si presume di raggiungere, e quindi di poter documentare alla Commissione europea, nell'anno 2021[5].

 

Alle risorse del Dispositivo di ripresa e resilienza si aggiungono circa 13 miliardi di euro del programma REACT-EU e circa 30,62 miliardi di euro derivanti dal Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del PNRR [6]. La seguente tabella (tavola 1.1 del PNRR) riepiloga le risorse disponibili per ciascuna missione e componente[7].



Con queste risorse, il Governo intende sia affrontare i problemi macroeconomici del Paese, più volte evidenziati dall'Unione europea con l'analisi approfondita svolta dalla Commissione europea nell'ambito della Procedura sugli squilibri macroeconomici, sia rispondere alle Raccomandazioni specifiche per paese (Country Specific Recommendations - CSR) rivolte all'Italia dal Consiglio dell'Unione europea, in particolare, nel 2019 e nel 2020.

Per quanto riguarda i profili macroeconomici, il Governo evidenzia nel Piano che, attraverso le riforme e gli investimenti prospettati, il tasso di crescita potenziale dell'economia italiana potrà aumentare di 0,8 punti percentuali (0,5 punti per effetto della maggiore spesa e 0,3 punti percentuali per effetto delle riforme) portando il tasso di crescita potenziale nell'anno finale del Piano a 1,4 per cento (rispetto allo 0,6 per cento precedentemente stimato). Di conseguenza, l'impatto complessivo sul PIL nominale viene stimato pari a 3,6 punti percentuali in termini di scostamento rispetto allo scenario base nell'anno 2026 (si veda la Parte 4 del Piano). Ciò consentirà sia di ridurre il rapporto debito pubblico/PIL, sia di diminuire il tasso di disoccupazione, i parametri che evidenziano le maggiori criticità nelle analisi della Commissione europea.

 

Per quanto riguarda le Raccomandazioni specifiche per paese, oltre a richiamare le misure già adottate negli scorsi anni, il Governo fa riferimento alla Missione 2 in risposta alla raccomandazione specifica relativa al mercato del lavoro (CSR 2 del 2019); alle Missioni 1 e 4 in risposta alla raccomandazione in materia di ricerca e innovazione, infrastrutture, pubblica amministrazione e digitalizzazione (CSR 3 del 2019); alla riforma della giustizia in risposta alla raccomandazione specifica relativa alla riduzione della durata dei processi civili e al contrasto della corruzione (CSR 4 del 2019); alla maggiore crescita economica trainata dall'attuazione del PNRR in risposta alla raccomandazione riguardante il risanamento del sistema bancario (CSR 5 del 2019). Con riferimento alle raccomandazioni specifiche del 2020, il Governo ritiene che gli interventi di sostegno a famiglie e imprese adottate in risposta alla crisi da COVID-19 a partire da marzo 2020 abbiano coperto la maggior parte delle iniziative richieste dal Consiglio.

Il Piano affronta inoltre tutte le tematiche considerate di punta dalla Commissione europea in quanto sfide comuni a tutti gli Stati membri. Si tratta dei sette programmi di punta (“Flagship programs”) europei: 1) Power up (Accendere); 2) Renovate (Ristrutturare); 3) Recharge and refuel (Ricaricare e Ridare energia); 4) Connect (Connettere); 5) Modernise (Ammodernare); 6) Scale-up (Crescere); e 7) Reskill and upskill (Dare nuove e più elevate competenze).

 

Il Piano prevede inoltre un pacchetto di riforme destinate, nelle intenzioni del Governo, a concorrere al conseguimento degli obiettivi generali del PNRR attraverso la riduzione degli oneri burocratici e la rimozione dei vincoli all'aumento della produttività. Si tratta in particolare di tre tipologie di riforma:

§  riforme orizzontali o di contesto, d’interesse traversale a tutte le Missioni del Piano;

§  riforme abilitanti, ovvero gli interventi funzionali a garantire l’attuazione del Piano e in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali;

§  riforme settoriali, contenute all’interno delle singole Missioni - innovazioni normative relative a specifici ambiti di intervento o attività economiche.

A queste si aggiungono quelle riforme che, pur non ricomprese nel perimetro del Piano, il Governo considera concorrenti alla realizzazione degli obiettivi generali del PNRR, e in particolare gli interventi per la razionalizzazione e l’equità del sistema fiscale e quelli per l’estensione e il potenziamento del sistema di ammortizzatori sociali.

 

Con il programma Next Generation EU il Governo vuole anche affrontare una serie di ritardi storici del Paese che riguardano le persone con disabilità, i giovani, le donne e il Sud. A tale fine, le 6 Missioni del PNRR condividono delle priorità trasversali relative alle pari opportunità generazionali, di genere e territoriali. L’impatto sul recupero del potenziale dei giovani, delle donne e dei territori rappresenteranno fondamentali criteri di valutazione delle misure adottate. Tali obiettivi corrispondono anche alle raccomandazioni specifiche del 2019 e del 2020.

Per quanto riguarda la fase di attuazione del PNRR, il Governo chiarisce che le singole Amministrazioni centrali interessate (Ministeri), nonché le regioni e gli enti locali, provvedono alla realizzazione dei singoli interventi e delle riforme. Un’apposita struttura del Ministero dell’economia e delle finanze provvede al coordinamento centralizzato, il monitoraggio e il controllo sull’attuazione, oltre a costituire il punto di contatto con la Commissione europea per il PNRR. Infine, una Cabina di Regia per il PNRR ha il compito di garantire il monitoraggio dell’avanzamento del Piano, il rafforzamento della cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale, e di proporre l’attivazione di poteri sostitutivi e le modifiche normative necessarie per l’implementazione delle misure del PNRR[8].

 


1.2 La Governance del PNRR

 


La governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è stata definita, con un’articolazione a più livelli, dal decreto-legge del 31 maggio 2021, n. 77, in corso di conversione da parte della Camera.

La responsabilità di indirizzo del Piano è assegnata alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Viene istituita una Cabina di regia, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, alla quale partecipano di volta in volta i Ministri e i Sottosegretari competenti in ragione delle tematiche affrontate in ciascuna seduta.

La Cabina di regia esercita poteri di indirizzo, impulso e coordinamento generale sull’attuazione degli interventi del PNRR. Alle sedute della Cabina di regia partecipano i Presidenti di Regioni e delle Province autonome di Trento e di Bolzano quando sono esaminate questioni di competenza regionale o locale, nonché il Presidente della Conferenza, su questioni d’interesse di più Regioni o Province autonome. Possono essere inoltre invitati, a seconda della tematica affrontata, i rappresentanti dei soggetti attuatori e dei rispettivi organismi associativi e i referenti o rappresentanti del partenariato economico e sociale. Tra i suoi compiti figura la trasmissione al Parlamento di una relazione sullo stato attuazione del Piano, con cadenza semestrale.

L'azione della Cabina di regia non fa venir meno le funzioni di indirizzo e coordinamento in capo ai due Comitati interministeriali - per la transizione digitale e per la transizione ecologica - di recente istituzione[9] i quali svolgono, sull'attuazione degli interventi del PNRR, nelle materie di rispettiva competenza, le funzioni di indirizzo, impulso e coordinamento tecnico, tenendo informata la Cabina di regia che ha la facoltà di partecipare attraverso un delegato.

A supporto delle attività della Cabina di regia è istituita una Segreteria tecnica, la cui durata temporanea è superiore a quella del Governo che la istituisce e si protrae fino al completamento del PNRR entro il 31 dicembre 2026.

La Cabina di Regia, affiancata dalla Segreteria tecnica, assicura relazioni periodiche al Parlamento e alla Conferenza Unificata, e aggiorna periodicamente il Consiglio dei Ministri.

Presso la Presidenza del consiglio, inoltre, è istituita un’Unità per la razionalizzazione e il miglioramento dell’efficacia della regolazione, con l’obiettivo di superare gli ostacoli normativi, regolamentari e burocratici che possono rallentare l’attuazione del Piano.

È istituito, poi, un Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale composto da rappresentanti delle parti sociali, del Governo, delle Regioni, degli enti locali e dei rispettivi organismi associativi, delle categorie produttive e sociali, del sistema dell’università e della ricerca scientifica e della società civile. Il Tavolo svolge una funzione consultiva nelle materie connesse all’attuazione del PNRR e può segnalare alla Cabina di regia ogni profilo ritenuto rilevante per la realizzazione del PNRR, anche per favorire il superamento di circostanze ostative e agevolare l’efficace e celere attuazione degli interventi.

Il monitoraggio e la rendicontazione del Piano sono affidati al Servizio centrale per il PNRR, istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze, che rappresenta il punto di contatto nazionale con la Commissione europea per l’attuazione del Piano. Il Servizio centrale per il PNRR è responsabile della gestione del Fondo di Rotazione del Next Generation EU-Italia e dei connessi flussi finanziari, nonché della gestione del sistema di monitoraggio sull'attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR, assicurando il necessario supporto tecnico alle amministrazioni centrali titolari di interventi previsti nel PNRR. Ogni Amministrazione centrale titolare di interventi previsti dal PNRR individua (o costituisce ex novo) una struttura di coordinamento che agisce come punto di contatto con il Servizio centrale per il PNRR. Presso la Ragioneria dello Stato è inoltre istituito un ufficio dirigenziale con funzioni di audit del PNRR e di monitoraggio anticorruzione.

Alla realizzazione operativa degli interventi previsti dal PNRR provvedono i singoli soggetti attuatori: le Amministrazioni centrali, le Regioni e le Province autonome e gli enti locali, sulla base delle specifiche competenze istituzionali o della diversa titolarità degli interventi definita nel PNRR.

Sono previsti poteri sostitutivi in caso di mancato rispetto da parte delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province o dei Comuni degli obblighi e impegni finalizzati all’attuazione del PNRR. Nel caso in cui sia a rischio il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali del PNRR, il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta della Cabina di regia o del Ministro competente, assegna al soggetto attuatore interessato un termine non superiore a 30 giorni per provvedere.

In caso di perdurante inerzia, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro, sentito il soggetto attuatore, il Consiglio dei ministri individua l’amministrazione, l’ente, l’organo o l’ufficio, o i commissari ad acta, ai quali attribuisce, in via sostitutiva, il potere di adottare gli atti o provvedimenti necessari, oppure di provvedere all’esecuzione ai progetti.

In caso di dissenso, diniego o opposizione proveniente da un organo statale che può precludere la realizzazione di un intervento rientrante nel PNRR, la Segreteria tecnica - se un meccanismo di superamento del dissenso non sia già previsto dalle vigenti disposizioni - propone al Presidente del Consiglio dei ministri, entro i successivi 5 giorni, di sottoporre la questione all’esame del Consiglio dei ministri per le conseguenti determinazioni.

Se il dissenso, il diniego o l’opposizione provengono da un organo della Regione o di un ente locale, la Segreteria tecnica può proporre al Presidente del Consiglio dei ministri o al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, entro i successivi 5 giorni, di sottoporre la questione alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per concordare le iniziative da assumere, che devono essere definite entro il termine di 15 giorni dalla data di convocazione della Conferenza. Al termine dei 15 giorni, in mancanza di soluzioni condivise che consentano la rapida realizzazione dell’opera, il Presidente del Consiglio dei ministri, oppure il Ministro per gli affari regionali e le autonomie nei casi opportuni, propone al Consiglio dei ministri le iniziative necessarie ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi.

Le misure e le procedure di accelerazione e semplificazione delineate nel decreto per l’efficace e tempestiva attuazione degli interventi trovano applicazione anche per gli investimenti finanziati con il Fondo complementare al PNRR.

La seconda parte del decreto-legge n. 77 del 2021 prevede inoltre semplificazioni normative per l’accelerazione e lo snellimento delle procedure e di rafforzamento della capacità amministrativa.

 

Ulteriori misure per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'efficienza della giustizia, sono state quindi adottate con il decreto-legge del 9 giugno 2021, n. 80, in caso di conversione da parte della Camera. Le norme disciplinano modalità speciali per il reclutamento e il conferimento di incarichi professionali per l’attuazione del PNRR da parte delle amministrazioni pubbliche e pongono le premesse normative per la realizzazione delle due riforme trasversali previste dal PNRR: la pubblica amministrazione e la giustizia.

Il decreto-legge n. 80 del 2021 stabilisce che per i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato si applica la riforma dei concorsi pubblici contenuta nel decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, che prevede la valutazione dei titoli per le figure ad elevata specializzazione tecnica e la previsione della sola prova scritta digitale. La durata dei contratti sarà di 36 mesi, rinnovabili fino al 31 dicembre 2026 in relazione al raggiungimento degli obiettivi del Piano da parte delle amministrazioni assegnatarie dei progetti.

Il Dipartimento della funzione pubblica, attraverso il portale del reclutamento, istituisce due distinti elenchi ai quali possono iscriversi, rispettivamente a) professionisti ed esperti per il conferimento di incarichi di collaborazione con contratto di lavoro autonomo e b) personale in possesso di un'alta specializzazione per l'assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato.

Per i professionisti e gli esperti iscritti agli Albi, si prevede l’inserimento sul portale del reclutamento in un apposito elenco vincolato al possesso di determinati titoli di qualificazione professionale. Ai fini dell’attribuzione degli incarichi di collaborazione, le amministrazioni dovranno chiamare almeno tre professionisti in ordine di graduatoria e scegliere a chi attribuire l’incarico sulla base di un colloquio. I criteri seguiti dovranno essere pubblicati sul sito internet delle amministrazioni competenti. Per le alte specializzazioni – come i dottori di ricerca e le persone con esperienze documentate di almeno 2 anni in organizzazioni internazionali e dell’Unione europea – è prevista l’iscrizione in un apposito elenco sul portale del reclutamento, a seguito di una procedura di selezione organizzata dal Dipartimento della funzione pubblica, basata sulla valutazione dei titoli e su un esame scritto. Le amministrazioni potranno quindi procedere alle assunzioni sulla base della graduatoria, mantenendo comunque la facoltà di indire proprie procedure concorsuali.

Il decreto, al fine di consentire la selezione di manager qualificati, autorizza, esclusivamente per il periodo di attuazione del PNRR e soltanto per le amministrazioni titolari di interventi, il raddoppio delle percentuali previste dalla legge per l’attribuzione di incarichi dirigenziali a soggetti esterni alla pubblica amministrazione e a dirigenti provenienti da altre amministrazioni. Potranno essere poi superati i tetti di spesa relativi al trattamento economico accessorio, secondo criteri e modalità da definire nei contratti collettivi nazionali di lavoro.

Al fine di valorizzare l’esperienza professionale maturata nei rapporti di lavoro a tempo determinato il decreto prevede una riserva fino al 40 per cento di posti nei concorsi pubblici banditi dalle amministrazioni a favore di chi abbia svolto incarichi a tempo determinato per lavorare al PNRR. Sono previsti, inoltre, percorsi di mobilità verticale per il personale della pubblica amministrazione, volti a valorizzare le conoscenze tecniche e le competenze di carattere trasversale (manageriale e gestionale) sviluppate dai dipendenti nel corso della propria attività lavorativa.

È prevista l’attivazione, attraverso contratti di apprendistato, di specifici progetti di formazione e lavoro nelle pubbliche amministrazioni per l’acquisizione di competenze di base e trasversali e per l’orientamento professionale, da parte di diplomati e di studenti universitari. Sono introdotti strumenti di supporto alle amministrazioni nell’attuazione del PNRR, fra cui il potenziamento delle funzioni di Formez PA, che dovrà fornire assistenza tecnica alle amministrazioni, e il rafforzamento della Scuola nazionale dell’amministrazione (SNA).  

Per la realizzazione del sistema di coordinamento istituzionale, gestione, attuazione, monitoraggio e controllo del PNRR, entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto il Dipartimento della funzione pubblica indice un concorso pubblico per il reclutamento di un contingente complessivo di 500 unità di personale non dirigenziale a tempo determinato per un periodo anche superiore a 36 mesi, ma non eccedente la durata di completamento del PNRR e comunque non oltre il 31 dicembre 2026. Nell’ambito del contingente complessivo, 80 unità sono destinate ad essere inquadrate presso la Ragioneria generale dello Stato e la restante parte sono ripartite tra le amministrazioni centrali assegnatarie dei progetti.

Le figure reclutate saranno ripartite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, tra le amministrazioni centrali titolari degli interventi. Le graduatorie del concorso saranno efficaci per la durata di attuazione del Piano e sono oggetto di scorrimento in ragione di esigenze motivate fino a ulteriori 300 unità.

Per le attività di monitoraggio e rendicontazione del PNRR, il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato potrà avvalersi di un contingente di esperti di comprovata qualificazione professionale fino a un importo massimo di euro 50.000 lordi annui per singolo incarico (entro il limite di spesa complessivo di 167.000 euro per l’anno 2021 e di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2022, 2023, 2024, 2025 e 2026). Le restanti amministrazioni potranno avvalersi di un analogo contingente, per un importo massimo di 50.000 euro lordi annui per singolo incarico; a tal fine è istituito un fondo con una dotazione di 2.668.000 euro per l’anno 2021 e di 8.000.000 euro per ciascuno degli anni 2022, 2023, 2024, 2025 e 2026.

 



 


2. Le missioni e le risorse

 


Il PNRR si articola in 6 Missioni, suddivise in 16 Componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.

Le Componenti, a loro volta, si articolano in 43 ambiti di intervento per progetti omogenei e coerenti.

Per ogni Missione sono indicati le linee di investimento (in totale 133) e le riforme settoriali (49) volte ad introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti. In ciascuna Missione, inoltre, si dà conto dei profili più rilevanti ai fini del perseguimento delle tre priorità trasversali del Piano, costituite da “Parità di genere”, “Giovani” e “Sud e riequilibrio territoriale”.

 

Nel grafico seguente è illustrato il riparto tra le Missioni, in termini percentuali del complesso delle risorse programmate nel PNRR, pari a 235,12 miliardi, considerando sia le risorse europee del Dispositivo di ripresa e resilienza, pari a 191,5 miliardi, quelle rese disponibili dal programma REACT-EU, per 13 miliardi (che come previsto dalla normativa EU vengono spese negli anni 2021-2013), nonché quelle derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva.

Il Piano prevede, infatti, in aggiunta alle risorse europee, ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali, che confluiscono in un apposito Fondo complementare finanziato attraverso lo scostamento di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile 2021 e autorizzato dal Parlamento, a maggioranza assoluta, nella seduta del 22 aprile 2021. Il Fondo complementare è stato ripartito per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 con il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59.


 

 

 


Si ricorda che, ai sensi del Regolamento (UE) 2021/241 una quota di almeno il 37% delle risorse derivanti dal Dispositivo per la Ripesa e la Resilienza deve essere destinata a misure per la transizione verde e almeno il 20% alla transizione digitale.

Nel Piano gli interventi suddetti non sono concentrati soltanto nelle prime due Missioni, ma si rinvengono in tutte le Missioni e sono segnalati per ogni intervento/riforma settoriale. Nel complesso il Piano afferma che alla transizione ecologica sono destinati il 40% delle risorse e alla transazione digitale il 27%[10].

 

Il Piano sottolinea che, ai fini del raggiungimento degli obiettivi della politica di coesione, alle risorse considerate dal PNRR si affiancano quelle europee e di cofinanziamento nazionale dei Fondi strutturali della programmazione 2021-2027 – per le quali è in fase avanzata di definizione il nuovo Accordo di partenariato con la Commissione UE - la cui dotazione complessiva ammonta a circa 83 miliardi[11], nonché quelle nazionali del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per la programmazione 2021-2027, stanziate in un primo importo di 50 miliardi dalla legge di bilancio per il 2021, per le quali la citata legge (art. 1, co. 177-178, L. n. 178/2020) ne dispone l’impiego in linea con le politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel PNRR, secondo un principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse.

In relazione a ciò, nel Piano si mette in evidenza che è stata anticipata nel PNRR la programmazione nazionale del FSC 2021-2027 per un valore di circa 15,5 miliardi, per accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti. Tali risorse – sottolinea il Piano - saranno reintegrate nella disponibilità del fondo, così da garantirne la piena addizionalità.

Nelle schede che seguono viene fornita una breve illustrazione dei contenuti e delle risorse assegnate alle sei Missioni del Piano, con riferimento alle singole componenti.



 


 

 


La Missione n. 1 ha come obiettivo generale quello di dare un “impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Paese”, mediante investimenti idonei a garantire un deciso salto di qualità nel percorso di digitalizzazione del Paese.

La Missione investe alcuni ampi settori di intervento tra cui:

§  la digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione;

§  la riforma della giustizia;

§  l’innovazione del sistema produttivo;

§  la realizzazione della banda larga;

§  l’investimento sul patrimonio turistico e culturale.

Le linee di intervento della missione si sviluppano attorno a tre componenti progettuali:

§  digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA;

§  digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;

§  turismo e cultura 4.0.


(miliardi di euro)

M1

Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M1C1

Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA

9,75

0,0

1,40

11,15

M1C2

Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo

23,89

0,8

5,88

30,57

M1C3

Turismo e Cultura 4.0

6,68

0,0

1,46

8,13

Totale Missione 1

40,32

0,8

8,74

49,86

 

La digitalizzazione è uno dei temi trasversali del Piano che ricorrono anche nelle altre missioni coinvolgendo diversi settori tra cui:

§  le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3);

§  la scuola, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4);

§  la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (Missioni 5 e 6).



 


 

 


La Missione 2 concerne i grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento.


 

 

 

(miliardi di euro)

M2

Rivoluzione verde e transizione ecologica

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M2C1

Economia circolare e agricoltura sostenibile

5,27

0,50

1,20

6,97

M2C2

Transizione energetica e mobilità sostenibile

23,78

0,18

1,40

25,36

M2C3

Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici

15,36

0,32

6,56

22,24

M2C4

Tutela del territorio e della risorsa idrica

15,06

0,31

0,0

15,37

Totale Missione 2

59,47

1,31

9,16

69,94

 

 


 


 

 


La Missione n. 3, “Infrastrutture per la Mobilità sostenibile”, punta a completare entro il 2026, un sistema infrastrutturale moderno, digitalizzato e sostenibile.

La missione intende realizzare opere necessarie a intervenire sui fattori di debolezza che hanno penalizzato lo sviluppo economico del Paese, contribuendo al raggiungimento dei target europei di riduzione delle emissioni e di progressiva decarbonizzazione della mobilità. Tali investimenti, inoltre, avranno una particolare attenzione ai territori meno collegati e saranno quindi volti a colmare il divario fra Nord e Sud e tra le aree urbane e aree interne e rurali del Paese. In questo modo, essi favoriranno la coesione sociale e la convergenza economica fra le aree del Paese, uniformando la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.


(miliardi di euro)

 

 

M3

Infrastrutture per una mobilità sostenibile

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M3C1

Investimenti sulla rete ferroviaria e sulla sicurezza stradale

24,77

0,0

3,2

27,97

M3C2

Intermodalità e logistica integrata

0,63

0,0

3,86

3,49

Totale Missione 3

25,40

0,0

6,06

31,46


 


 

 


La Missione 4 “Istruzione e ricerca” si basa su una strategia che poggia sui seguenti assi portanti:

§  miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione

§  miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti

§  ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture scolastiche

§  riforma e ampliamento dei dottorati

§  rafforzamento della ricerca e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese

§  sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico

§  potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e all’innovazione


 

 

                                                                                                                          (miliardi di euro)

M4

Istruzione e ricerca

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M4C1

Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università

19,44

1,45

0,0

20,89

M4C2

Dalla ricerca all’impresa

11,44

0,48

1,0

12,92

Totale Missione 3

30,88

1,93

1,0

33,81

 

 

 


 


 

 


Accanto alla transizione verde e digitale, la crescita inclusiva e la coesione sociale e territoriale costituiscono pilastri fondamentali della programmazione e del contenuto dei PNRR nazionali.

 

La Missione n. 5 riveste un ruolo di rilievo nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

 

Il Piano sottolinea che tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma sono perseguite in tutte le missioni del Piano medesimo.

 

La Missione si esplica in 3 componenti, ciascuna delle quali sarà accompagnata da una serie di riforme di sostegno.

 

 

 

 

1.     La componente “Politiche per il lavoro” mira ad accompagnare la trasformazione del mercato del lavoro con adeguati strumenti che facilitino le transizioni occupazionali; a migliorare l’occupabilità dei lavoratori; a innalzare il livello delle tutele attraverso la formazione.

2.     La componente “Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore” mira a valorizzare la dimensione “sociale” delle politiche sanitarie, urbanistiche, abitative, dei servizi per l’infanzia, per gli anziani, per i soggetti più vulnerabili, così come quelle della formazione, del lavoro, del sostegno alle famiglie, della sicurezza, della multiculturalità, dell’equità tra i generi.

3.     La componente “Interventi speciali di coesione territoriale” prevede il rafforzamento di interventi speciali in specifici ambiti territoriali: le aree interne del Paese, la valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati alle mafie, il potenziamento degli strumenti di contrasto alla dispersione scolastica e dei servizi socio-educativi ai minori, la riattivazione dello sviluppo economico attraverso il miglioramento delle infrastrutture di servizio delle Aree ZES.

 


 

 

 

 

(miliardi di euro)

 

 

M5

Inclusione e coesione

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M5C1

Politiche per il lavoro

6,66

5,97

0,0

12,63

M5C2

Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore

11,17

1,28

0,34

12,79

M5C3

Interventi speciali di coesione territoriale

1,98

0,0

2,43

4,41

Totale Missione 5

19,81

7,25

2,77

29,83


 

 


Come esposto nella Tabella, per la realizzazione degli interventi inseriti nella missione, in quanto finalizzata a colmare i divari di genere, generazionali e territoriali, un importante apporto finanziario è fornito dalle risorse del React-EU, con un importo pari a circa 7,3 miliardi di euro.

Come indicato nel Piano, infatti, la programmazione di REACT-EU destina risorse aggiuntive per la politica di coesione 2014-2020 indirizzate ai Paesi più colpiti dalla pandemia e assegna al nostro Paese la quota più alta (circa 13 miliardi su 47 miliardi complessivi) di cui quasi 8,5 miliardi sono rivolti al Mezzogiorno. La nuova programmazione valorizza innovazione e green, introduce un nuovo capitolo per affrontare i cronici problemi idrici, irrobustisce i sostegni alle PMI meridionali e investe risorse sulla ricerca, l’istruzione, il lavoro. In coerenza con le indicazioni europee, sono previste esclusivamente misure effettivamente realizzabili entro la scadenza del 2023, gestite a livello nazionale attraverso lo strumento dei PON.



 


 

 


Nella Missione n. 6 un primo intervento, in termini di riforme e investimenti, è finalizzato ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese. Un’altra significativa parte delle risorse è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l'innovazione e allo sviluppo di competenze tecnico-professionale, digitale e manageriali del personale.


 

 

M6

Inclusione e coesione

PNRR (a)

React EU (b)

Fondo complementare
(c)

Totale (a+b+c)

M6C1

Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza territoriale

7,0

1,50

0,50

9,0

M6C2

Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio nazionale

8,63

0,21

2,39

11,23

Totale Missione 6

15,63

1,71

2,89

20,23


 

 

 


3. Misure legislative previste dal pnrr

 


Nel grafico seguente sono indicate le misure legislative previste dal piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) italiano come risultante dalla decisione adottata dal Consiglio dell’Unione europea il 13 luglio 2021. Per un utile confronto sono fornite anche ulteriori indicazioni ricavate dal piano presentato dal Governo italiano ma non presenti nella decisione del Consiglio UE.

Per ogni misura è indicato:

§  il termine entro il quale è richiesta l’adozione della misura nella decisione del Consiglio UE (quello che nella decisione è indicato come “calendario indicativo per il conseguimento”) ovvero gli altri termini temporali previsti dal piano presentato dal Governo italiano;

§  la tipologia di misura (decreto-legge; legge-delega; decreto legislativo; legge, con la specificazione se si tratta di provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica);

§  la missione di appartenenza o la tipologia di riforma;

§  lo stato di attuazione;

§  altri elementi ritenuti utili.

Nelle caselle su sfondo verde sono indicate le informazioni presenti nel piano presentato dal Governo italiano ma non riportate nella decisione del Consiglio UE; in particolare se una misura è indicata nel piano del Governo italiano ma non nella decisione del Consiglio l’intera colonna sarà in verde.

Per una contestualizzazione delle misure previste si rinvia alle successive schede del dossier.

 

Si rileva solo in termini generali:

§  la decisione del Consiglio UE fa unicamente riferimento nel “calendario indicativo per il conseguimento”, all’entrata in vigore delle disposizioni e non, come invece il piano presentato dal governo italiano, ad altri momenti (come, per esempio, la presentazione alle Camere); nel grafico in caso di contraddizione tra il piano presentato dal Governo italiano e la decisione del Consiglio UE si è indicato solo il termine presente nella decisione; nella maggior parte dei casi però le informazioni si integrano; in particolare, il piano fa in molti casi riferimento alla presentazione del disegno di legge alle Camere; in questo modo “incrociando” le informazioni presenti nei due documenti è ricavabile la durata dell’iter parlamentare prevista: ad esempio, per le leggi annuali della concorrenza è sempre previsto un iter di 18 mesi; per la legge di riforma dei contratti pubblici è previsto un iter di un anno; per i provvedimenti in materia di istruzione è previsto un iter di un anno fatta eccezione per il sistema di reclutamento degli insegnanti in cui l’iter si riduce a sei mesi

§ la decisione del Consiglio UE non fa riferimento a molte delle riforme classificate nel piano presentato dal Governo italiano come “di accompagnamento”, “orizzontali” o “abilitanti”, perché - secondo le stesse definizioni indicate dal PNRR presentato dal Governo italiano – si tratta di interventi “destinati ad accompagnare l’attuazione del piano” (riforme di accompagnamento); “d’interesse trasversale a tutte le missioni del piano” (riforme orizzontali); “funzionali a garantire l’attuazione del piano” (riforme abilitanti); questi provvedimenti sono comunque collocati nel grafico in quanto presenti nel piano presentato dal Governo italiano; inoltre, alcune delle misure indicate come riforme nel piano presentato dal Governo italiano, sono state ascritte dalla decisione del Consiglio UE ad una specifica missione (ad esempio, le riforme del processo civile e del processo penale sono state ascritte alla missione 1).



4. Le priorità trasversali

 


4.1 Giovani

4.1.1. Premessa

 


L’incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani rappresenta una delle tre priorità trasversali del PNRR, ragione per la quale misure dirette al perseguimento della parità generazionale sono rinvenibili in ciascuna Missione del Piano.

Le misure previste dal Piano in tema di parità generazionale sono in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione dei giovani al mercato del lavoro, attraverso:

1)  interventi diretti di sostegno all’occupazione giovanile;

2)  interventi indiretti che produrranno benefici trasversali anche in ambito generazionale.

Di seguito, in forma tabellare, le principali misure afferenti alle politiche giovanili presenti nel PNRR (per la cui specifica trattazione vedi infra); le risorse stanziate dal Piano per gli interventi considerati in questa sede - per i quali non sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare – sono pari a circa 7,5 mld di euro e rappresentano poco più del 3.9 per cento delle risorse del Dispositivo di ripresa e resilienza (pari a 191,5 mld di euro).


 

(Le risorse sono riportate in milioni di euro)

 

MISURE

INVESTIMENTO/INTERVENTO

RISORSE

OBIETTIVI

FAVORIRE L’OCCUPAZIONE GIOVANILE

Assunzioni di giovani per l’esecuzione dei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN

 

--

Inserimento nei bandi gara per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, di previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani, anche per il tramite di contratti di formazione/specializzazione che possono essere attivati prima dell’avvio dei medesimi progetti.

A tale previsione è stata data attuazione con l’articolo 47 del D.L. 77/2021 (cd. decreto semplificazioni), attualmente all’esame delle Camere.

Sistema duale (M5C1-I.1.4-15)

600 (sovvenzioni) di cui:

2021: 220

2022: 120

2023: 220

2024: 20

2025: 20

La partecipazione di almeno 135.000 persone in più nel quinquennio 2021-2025

Servizio civile universale (M5C1-I.2.1-16)

650 (sovvenzioni) di cui:

2021: 216,6

2022: 216,7

2023: 216,7

Ulteriori 300 mln di euro proverranno dal Fondo nazionale per il Servizio civile.

La partecipazione di almeno 120.000 persone in più nel triennio 2021-2023

Servizio civile digitale (M1C1-I.1.7.1-24)

60 (sovvenzioni) di cui:

2021: 14

2022: 18

2023: 24

2024: 4

Entro il secondo trimestre 2025, la partecipazione di almeno 1 mln di cittadini ad iniziative di formazione promosse da enti no profit e volontari

 

 

 

 

ASSUNZIONI NELLA P.A.

Personale a tempo determinato per l’implementazione del PNRR (M1C1-I.2.1-53)

 

Nell’allegato alla decisione UE tale Riforma è inserita in Investimento 1.9 Assistenza tecnica e rafforzamento delle capacità per l’attuazione del PNRR

 (M1C1-I. 1.9-53)

 

9 (sovvenzioni) di cui:

2021: 1

2022: 4

2023: 4

Reclutamento di personale a tempo determinato che lavorerà per l’implementazione del PNRR

Percorsi di reclutamento dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (nell’ambito della Riforma “Accesso e reclutamento”,  M1C1-R.2.1-56 che, nell’allegato alla decisione UE tale Riforma è riconducibile alla Riforma 1.9, Riforma della pubblica amministrazione)

 

Inserire giovani altamente qualificati (dottorati, master, esperienza internazionale) nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione ad hoc, entro il 2021.

ASSUNZIONI NEI TRIBUNALI

Piano di assunzioni a tempo determinato (con durata massima di 3 anni) per l’Ufficio del processo (M1C1-I.1.8-32,33,34,39,40,41,42,49,50)

Circa 603 di cui:

ca. 211 mln per l’assunzione di 1.600 giovani laureati (1.660 negli allegati tecnici);

ca. 82 mln per l’assunzione di 750 giovani diplomati specializzati;

ca. 310 mln per l’assunzione di 3.000 giovani diplomati

Dopo l'entrata in vigore dei necessari regolamenti di accompagnamento, i profili indicati saranno assunti nell’arco del 1° trimestre del 2022.

 

 

 

 

ISTRUZIONE  E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) (M4C1-I.1.5-20)

1.500 (sovvenzioni) di cui:

2022: 380

2023: 750

2024: 200

2025: 100

2026: 70

Incrementare il numero degli attuali iscritti a percorsi ITS (18.750 frequentanti e 5.250 diplomati all’anno) almeno del 100 per cento tra il 2021 ed il 2025.

Come specificato nell’allegato alla decisione UE, il conseguimento soddisfacente dell'obiettivo dipenderà anche dall'aumento del numero di ITS operativi (+ 208).

Riduzione dei divari territoriali nel primo e secondo ciclo delle superiori (M4C1-I.1.4-7,25)

1.500 (sovvenzioni) di cui:

2021: 400

2022: 460

2023: 510

2024: 130

A questi si aggiungono 750 mln PON e 240 mln da L. bilancio 2021.

Tra il 2021 ed il 2024 garantire un livello adeguato di competenze ad almeno un milione di studenti all’anno (per 4 anni), anche per mezzo dello sviluppo di un portale nazionale formativo unico.

Come specificato nell’allegato alla decisione UE, l’obiettivo è di ridurre, entro il secondo trimestre del 2026, il divario nel tasso di abbandono scolastico nell'istruzione secondaria fino a raggiungere la media UE del 2019 (10,2 %).

 

Riforma delle lauree abilitanti per determinate professioni (M4C1-R1.6-1,10)

--

La riforma sarà completata entro il 2021 (attraverso il ddl C. 2751, approvato in prima lettura dalla Camera il 23 giugno 2021) ed estesa ai laureati interessati a partire dal 2022

 

 

 

 

GIOVANI RICERCATORI

Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (M4C2-I1.2-1,)

600 (sovvenzioni) di cui:

2022: 100

2023: 175

2024: 150

2025: 100

2026: 75

A questi si aggiungono   200 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

Dal 2022 al 2026, sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori.

Tra il 2022 e il 2025 saranno previsti quattro inviti per la presentazione di progetti.

 

 

 

 

BORSE DI STUDIO E ALLOGGI

Borse di studio per l’accesso all’università (M4C1-I1.7-2,11,15)

500 (sovvenzioni) di cui:

2022: 166

2023: 167

2024: 167

A questi si aggiungono 450 mln REACT-EU e 660 mln dalla legge di bilancio 2021

Tra il 2022 ed il 2024:

-       aumentare di 700 euro in media l’importo delle borse di studio, arrivando così ad un valore di circa 4.000 euro per studente;

-       ridurre il divario tra la percentuale di studenti con una borsa di studio in Italia (pari al 12%) e la media UE (circa il 25%).

Alloggi per gli studenti (M4C1-R1.7-27,28,29,30)

960 (sovvenzioni) di cui:

2022: 40

2023: 160

2024: 320

2025: 280

2026: 160

Triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40 mila a oltre 100 mila entro il secondo trimestre del 2026.

L’allegato alla decisione UE evidenzia che, entro lo stesso termine, devono essere creati e assegnati almeno 7.500 posti letto aggiuntivi.

 

 

 

 

TURISMO

Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia per facilitare l'accesso al credito per i giovani che intendono avviare una propria attività (all’interno dell’investimento “Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche” M1C3-I.4.2-32)

 

358 (prestiti) di cui:

2021: 100

2022: 58

2023: 100

2024: 50

2025: 50

11.800 imprese turistiche sostenute dal fondo di garanzia per le PMI

 

 

 

 

START-UP E VENTURE CAPITAL

Supporto a imprese start-up e venture capital attive nella transizione ecologica (M2C2-I.5.4-42,43)

250 (prestiti) di cui:

2021:     0

2022:   50

2023:   50

2024:   50

2025:   50

2026:   50

L’investimento si articolerà dal 2021 al 2026 e potrebbe avere un impatto, diretto o indiretto, su circa 350-400 start-up

 

 


Accanto alle predette misure dirette, si segnalano anche le seguenti azioni trasversali che il Piano ritiene potranno consentire di ottenere benefici anche in ambito generazionale:

§  l’accelerazione della transizione ecologica (Missione 2), che contribuirà all’incremento dell’occupazione giovanile in tutti i settori toccati (tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno);

Sul punto, dall’indagine del sistema Excelsior di Unioncamere sul fabbisogno occupazionale in Italia tra il 2020 e il 2024 emerge una crescente domanda di personale da inserire in azienda con competenze sui temi ambientali. L’incidenza stimata di figure a cui sarà domandata nel quinquennio 2020-2024 un’attitudine green almeno medio-bassa va dal 60% per i gruppi low-skill al 63% delle professioni high-skill.

§  lo sviluppo di una mobilità sostenibile e l’incremento delle opportunità di mobilità (Missione 3) che, dal punto di vista generazionale, sono definite dal PNRR fondamentali per la formazione e per il corretto collocamento nel mondo del lavoro dei giovani;

 

Secondo una stima dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il passaggio ad una mobilità sostenibile potrà creare entro il 2030 circa 18 milioni di nuovi posti di lavoro (risultato dato dalla differenza tra circa 24 mln di nuovi posti di lavoro e la perdita di 6 mln).

 

§  la possibile revisione dell’Irpef (nell’ambito della Riforma fiscale di accompagnamento al Piano), che potrebbe sostenere la partecipazione al lavoro dei giovani;

§  gli interventi di rigenerazione urbana (Missione 5) che, in quanto finalizzati al recupero del degrado sociale e ambientale, assumono rilievo come strumento di supporto all'inclusione soprattutto giovanile.

Di seguito, una descrizione delle misure collegate alle politiche giovanili con riferimento alle diverse missioni e aree tematiche.

4.1.2. Promozione dell’occupazione giovanile

Tra le diverse misure presenti trasversalmente nel Piano dirette ad agevolare, anche indirettamente, l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro si segnalano, in particolare:

§  la valorizzazione del capitale umano ed il miglioramento delle competenze (Missione 1), soprattutto con riferimento alle nuove professioni, che potrà creare maggiori opportunità di lavoro in particolar modo per le generazioni più giovani. Inoltre, nella medesima Missione 1, ai percorsi ordinari di reclutamento il Piano affianca programmi dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (dottorati, master, esperienza internazionale) da inserire nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione specifica;

§  gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica (Missione 2), che contribuiranno alla creazione di occupazione giovanile in tutti i settori toccati dal Green Deal europeo (tra cui le energie rinnovabili, le reti di trasmissione e distribuzione, la filiera dell’idrogeno);

§  il potenziamento della formazione professionale (Missione 5) – anche attraverso il rafforzamento del sistema duale – che potrà ridurre il disallineamento tra le competenze possedute, anche digitali, e quelle effettivamente richieste dalle imprese, agevolando così l’ingresso nel mondo del lavoro;

§  il potenziamento del “Servizio Civile Universale” (Missione 5), che determinerà un incremento del numero di giovani tra i 18 e i 28 anni che possono accedere ad un percorso di apprendimento volto ad accrescere le proprie conoscenze e competenze e meglio orientarle per l’ingresso nel mondo del lavoro, con un innalzamento della qualità dei programmi e progetti in cui i giovani vengono impegnati.

§  l'istituzione del “Servizio Civile Digitale” (Missione 1), attraverso il reclutamento di giovani che aiuteranno gli utenti ad acquisire competenze digitali di base; inoltre, all’interno della pubblica amministrazione lo sforzo di reskilling e upskilling includerà un’ampia offerta di corsi online aperti e di massa (MOOC, i.e. Massive Open Online Courses) e l’introduzione di “comunità di competenze” (Community of Practice);

§  l’attivazione di borse di studio (Missione 6), che riguardano in particolare il corso di formazione specifica in medicina generale, nonché le misure in tema di ecosistema per l’innovazione previste dalla, che avranno un impatto positivo sulle opportunità di lavoro qualificato e di imprenditorialità tra i giovani.

4.1.3. Istruzione e ricerca

Un impatto diretto particolarmente rilevante sulle nuove generazioni caratterizza le misure presenti nell’ambito della Missione 4, “Istruzione e ricerca”, anche in considerazione del fatto che tutti i suoi obiettivi sono rivolti principalmente a fornire ai giovani gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica del Paese, nonché competenze indispensabili per affrontare i processi già in atto di trasformazione digitale ed ecologica.

La Missione 4 interviene su tutto il ciclo dell’istruzione e della ricerca, con azioni dirette, in particolare:

§  a migliorare le competenze di base;

§  a ridurre i tassi di abbandono scolastico e il divario territoriale;

§  a colmare le distanze tra istruzione e lavoro, anche grazie alla riforma e allo sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS);

§  al potenziamento delle competenze quantitative, tecnologiche e linguistiche nelle scuole, al fine di dotare gli studenti già dalle scuole primarie di una preparazione che sviluppi le capacità digitali.

Inoltre, gli investimenti previsti nella Missione 4 facilitano l’accesso all’istruzione universitaria, con nuove borse di studio, e le opportunità per i giovani ricercatori, con l’estensione dei dottorati di ricerca e il finanziamento di progetti presentati.

4.1.4. Family act

Tra le riforme di accompagnamento al Piano, di impatto significativo sul tema delle politiche giovanili, va ricordato il c.d. "Family act", vale a dire il disegno di legge, attualmente all'esame della Commissione affari sociali della Camera (A.C. n. 2561), recante   Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. Esso contiene misure per il sostegno alle famiglie con figli, per la promozione della partecipazione al lavoro delle donne, per il sostegno ai giovani.

Si tratta del primo progetto organico di riforma delle politiche per la famiglia, che fa leva su un potenziamento del sistema del welfare, tramite l’introduzione dell’assegno unico e universale, la revisione dei congedi parentali e il sostegno ai percorsi educativi dei figli, la sicurezza lavorativa, attraverso le misure di sostegno al lavoro femminile e, di nuovo, una revisione moderna dei meccanismi che consentono una conciliazione dei tempi di lavoro e di cura dei figli a carico di entrambi i genitori.

Il Piano affronta anche il tema della formazione e della emancipazione giovanile, nell’ottica dell’introduzione di misure di sostegno ai giovani, affinché acquisiscano autonomia sul piano finanziario, tramite detrazioni fiscali per le spese sostenute per acquistare libri universitari per i figli maggiorenni a carico, qualora non usufruiscano di altre forme di sostegno per l'acquisto dei libri di testo, ovvero tramite agevolazioni fiscali per le spese sostenute dalle famiglie relativamente a contratti di locazione di abitazioni per i figli maggiorenni iscritti a corsi universitari. Accanto al dato educativo, viene inoltre prevista l’introduzione di agevolazioni fiscali per la locazione dell'abitazione principale per le giovani coppie composte da soggetti aventi ambedue età non superiore a trentacinque anni alla data di presentazione della domanda.

4.1.5 Valutazione di impatto generazionale sull’occupazione

Nel Piano, il Governo ha effettuato una valutazione dell’impatto che le misure del PNRR avranno sull’occupazione giovanile.

Di seguito una Tabella che riporta le variazioni percentuali dell’occupazione giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, secondo la quale l’occupazione giovanile registra un incremento del 3,2 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Sud (+ 4,9 per cento nello stesso periodo).


 

Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Occupazione totale

0,7

2,2

3,2

3,2

Occupazione giovanile

0,4

2,0

3,0

3,2

Occupazione giovanile Mezzogiorno

1,0

3,3

4,5

4,9

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT

 

 

 


Nella Tavola seguente le variazioni percentuali dell’occupazione giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, con riferimento all’incidenza sul predetto tasso di occupazione delle misure previste dal PNRR suddivise per Missioni e componenti.


 

 

Tavola 4.16: Occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,4

2.0

3,0

3,2

M1

0,1

0,4

0,8

0,9

M2

0.2

0,7

0,8

0,8

M3

0,0

0,1

0,2

0,3

M4

0,1

0,3

0,5

0,5

M5

0,1

0,4

0,5

0,6

M6

0,0

0,1

0,2

0,2

(Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT)

 


 

4.2 Parità di genere

4.1.1. Premessa

 


All’interno del PNRR la parità di genere rappresenta una delle tre priorità trasversali in termini di inclusione sociale.

Per contrastare le molteplici dimensioni della discriminazione verso le donne, che la pandemia ha contribuito ad evidenziare, il Governo annuncia nel PNRR l’adozione di una Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026 entro il primo semestre 2021.

 

La prima Strategia nazionale dovrà risultare coerente con la Strategia per la parità di genere 2020-2025 adottata dalla Commissione europea a marzo 2020.

Il Dipartimento per le pari opportunità, anche sulla base della consultazione con associazioni e parti sociali avviata nei mesi scorsi, ha messo a punto un documento preliminare sui contenuti della Strategia, sul quale il 16 giugno 2021 si è svolto un incontro istituzionale, presieduto dalla Ministra per le pari opportunità, a cui hanno preso parte i Ministri e le altre autorità di Governo coinvolte, oltre ai rappresentanti delle Regioni e degli enti locali.

 

La strategia si propone di raggiungere entro il 2026 l’incremento di cinque punti nella classifica dell’Indice sull’uguaglianza di genere elaborato dall’Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), che attualmente vede l’Italia al 14esimo posto nella classifica dei Paesi UE-27.

 

L'Indice sull’uguaglianza di genere prende in considerazione 6 diversi settori (Lavoro, Denaro, Conoscenza, Tempo, Potere e Salute) ed ha un valore compreso tra 1 e 100, dove 1 indica un'assoluta disparità di genere e 100 segna il raggiungimento della piena uguaglianza di genere. Dal 2019 l'Indice rileva anche due aree aggiuntive, quella della violenza contro le donne e quella delle disuguaglianze intersezionali (quelle forme cioè di discriminazione basate su più fattori che interagiscono tra loro in modo da non poter più essere distinti e separati).

 

Nell’indice sull’uguaglianza di genere 2020 elaborato dall'EIGE, l'Italia ha ottenuto un punteggio di 63,5 su 100. Tale punteggio è inferiore alla media dell’UE di 4,4, punti.

 

Si consideri che i punteggi dell'Italia sono inferiori a quelli della media UE in tutti i settori, ad eccezione di quello della salute. Le disuguaglianze di genere sono più marcate nei settori del potere (48,8 punti), del tempo (59,3 punti) e della conoscenza (61,9 punti).

L’Italia ha il punteggio più basso di tutti gli Stati membri dell'UE nel settore del lavoro (63,3). Il suo punteggio più alto è invece nel settore della salute (88,4 punti).

 

Concretamente, le misure previste dal Piano in favore della parità di genere sono in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro, attraverso:

§  interventi diretti di sostegno all’occupazione e all’imprenditorialità femminile;

§  interventi indiretti o abilitanti, rivolti in particolare al potenziamento dei servizi educativi per i bambini e di alcuni servizi sociali, che il PNRR ritiene potrebbero incoraggiare un aumento dell’occupazione femminile.

Di seguito, tali misure sono riassunte in forma tabellare (per la cui specifica trattazione vedi infra).

 


 

MISURE

INVESTIMENTO/INTERVENTO

RISORSE

OBIETTIVI

 

FAVORIRE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE

Assunzioni di donne per l’esecuzione dei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN

 

--

Inserimento nei bandi gara per le imprese che, a diverso titolo, parteciperanno ai progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN, di previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di donne.

A tale previsione è stata data attuazione con l’articolo 47 del D.L. 77/2021 (cd. decreto semplificazioni), attualmente all’esame delle Camere.

Creazione di imprese femminili

(M5C1-I 1.2-17)

400 (prestiti)

 

di cui:

2021: 25

2022: 50

2023: 75

2024: 100

2025: 100

2026: 50

Incrementare, attraverso la creazione del “Fondo Impresa Donna”, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e sistematizzare e ridisegnare gli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile

Sistema di certificazione della parità di genere

(M5C1-I 1.3-12,13,14)

10 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 0,5

2022: 2

2023: 1,5

2024: 2

2025: 2,5

2026: 1,5

Definire un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere che incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche, quali, ad esempio, opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità.

L’attivazione è prevista a partire dal secondo trimestre 2022 e la fase sperimentale durerà fino al secondo trimestre del 2026.

Politiche attive del lavoro e formazione

(M5C1-R 1.1-1,2,3,4,5)

4.400 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 400

2022: 1.000

2023: 1.000

2024: 1.000

2025: 1.000

 

Il potenziamento delle politiche attive del lavoro contribuiranno, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere.

 

ASSUNZIONI E LAVORO NELLA P.A.

Riforma “Accesso e reclutamento”

(M1C1-I 1.9-56)

--

Si stima che i nuovi meccanismi di reclutamento del personale possano contribuire al riequilibrio di genere nell’ambito della PA.

Nell’ambito delle modifiche alla disciplina della dirigenza si prevede di attuare azioni mirate per incoraggiare le donne ad acquisire le competenze necessarie per le promozioni e a ricoprire ruoli più manageriali, al fine di colmare il divario di genere nelle posizioni manageriali di alto livello.

Competenze e capacità amministrativa

(M1C1-I 1.9-56)

490 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 29,9

2022: 85

2023: 110

2024: 110

2025: 100

2026: 55

Nell’ambito degli investimenti in formazione, attraverso un programma di Massive Open Online Courses (MOOC) su competenze chiave, saranno obbligatori alcuni moduli, come Etica, Competenze digitali o empowerment delle donne

 

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia

(M4C1-I 1.1-9,18)

4.600 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 650

2022: 650

2023: 1.250

2024: 1.000

2025: 750

2026: 300

La mancanza di servizi educativi per i bambini, combinata con l'iniqua distribuzione dei carichi di lavoro familiari, influisce negativamente sull'offerta di lavoro femminile e riduce il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro.

Si stima che la costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia possa incentivare indirettamente l’occupazione delle donne.

Piano di estensione del tempo pieno e mense

(M4C1-I 1.2-21)

960 (sovvenzioni)

 

di cui:

2022: 260

2023: 330

2024: 150

2025: 100

2026: 120

 

Si intende estendere il tempo pieno, anche attraverso costruzione o ristrutturazione degli spazi delle mense, per un totale di circa 1.000 edifici.

Si prevede che il piano possa avere effetti positivi sull’occupazione femminile.

 

RICERCA

Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di Significativo Interesse Nazionale (PRIN)

(M4C2-I 1.1)

1.800 (prestiti)

 

di cui:

2021: 300

2022: 300

2023: 300

2024: 900

Tra il 2021 e il 2024 saranno programmati 4 inviti a presentare progetti (l'invito 2021 è già stato aperto e la procedura di selezione è in corso).

Gli inviti disporranno di risorse specifiche per affrontare i divari di genere o territoriali del paese.

Partenariati allargati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base

(M4C2-I. 1.3)

 

1.610 (prestiti)

 

di cui:

2022: 260

2023: 300

2024: 550

2025: 250

2026: 250

 

Per effetto dell’attuazione di questa misura si prevede che la percentuale di ricercatrici a tempo determinato dovrà salire dall’attuale 34%, al 40%.

 

 

TURISMO E CULTURA

Potenziamento e Ammodernamento dell’offerta turistica e culturale

(M1C3)

 

Il Piano stima che il potenziamento dei servizi turistici e culturali previsti dalla Missione 1 possano generare significative ricadute occupazionali su settori a forte presenza femminile come quello alberghiero, della ristorazione, delle attività culturali.

 

SALUTE E ASSISTENZA SOCIALE

Legge quadro sulla disabilità

(M5C2-R 1.1-1,2)

 

Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti

(M5C2-R 1.2-3,4)

800

 

Si stima che il rafforzamento dell’assistenza sociosanitaria rivolta alla cura dei soggetti fragili e dei malati cronici e la contemporanea riprogettazione ed il potenziamento dei servizi pubblici di cura rivolti agli anziani non autosufficienti e ai disabili disegnano una assistenza sul territorio con ricadute molto importanti per l’occupazione femminile, poiché, da un lato alleggeriscono le donne dall’impegno di cura familiare, al quale esse sono prevalentemente dedite, dall’altro creano nuove possibilità di impiego in un settore tradizionalmente occupato dalle donne.

 

 


Altri interventi finanziati o programmati con il PNRR si prefiggono l’obiettivo diretto o indiretto di ridurre le asimmetrie che ostacolano la parità di genere sin dall’età scolastica, sia di potenziare il welfare per garantire l’effettivo equilibrio tra vita professionale e vita privata.

 

 


MISURE

INVESTIMENTO/INTERVENTO

RISORSE

OBIETTIVI

 

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Orientamento attivo nella transizione scuola-università

(M4C1-I 1.6-24)

250 (sovvenzioni)

 

di cui:

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026: 50

L'investimento contribuisce alla qualificazione del sistema educativo attraverso un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere.

Nuove competenze e nuovi linguaggi (M4C1-I 3.1-16,17)

1.100 (sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 255

2022: 550

2023: 215

2024: 80

 

Si intende promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con particolare riguardo verso le pari opportunità.

 

Riforma degli istituti tecnici e professionali (M4C1-R 1.1-5)

 

Riforma del Sistema ITS

(M4C1-R 1.2-5)

 

Riforma del sistema di orientamento (M4C1-R 1.4-5)

--

Le riforme, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

 

 

 

 

EDILIZIA ABITATIVA

Investimenti in Ecobonus e Sismabonus fino al 110 per cento per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici

(M2C3-I 2.1- 1,2,3)

13.950 (sovvenzioni)

L’estensione del superbonus al 110 per cento agli IACP è stimata come misura di contrasto alle diseguaglianze di genere posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del diverso ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali sono affidate a donne.

 

SALUTE

Case della Comunità e presa in carico della persona

(M6C1-I 1.1– 2,3)

2.000 (prestiti)

 

L’investimento per la Casa della comunità intende invece fornire servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari (Consultori).

 


Gli interventi previsti dal Piano a sostegno della parità integrano alcune misure contenute nel Family Act (assegno unico universale per i figli, misure sui congedi parentali e sui tempi di lavoro, sostegno alle famiglie per le spese di istruzione dei figli).

 

Per quanto riguarda gli elementi ricavabili dalle Missioni di cui si compone il Piano si segnala, in premessa, che ciascuna missione e le riforme in essa previste sono valutate in un’ottica di gender mainstreaming attraverso un focus specifico relativo agli effetti di genere delle politiche e degli investimenti previsti nella Missione.

4.2.2. Promozione dell’occupazione femminile

Il Piano, come già evidenziato, contiene diverse misure volte, direttamente o indirettamente, all’incremento dell’occupazione femminile.

Una delle azioni con cui il Governo intende perseguire tale finalità è rappresentato dall’inserimento nei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN di previsioni dirette a condizionarne l’esecuzione all’assunzione di giovani e donne, anche per il tramite di contratti di formazione/specializzazione che possono essere attivati prima dell’avvio dei medesimi progetti.

In particolare, con specifici interventi normativi sarà previsto l’inserimento nei bandi gara di specifiche clausole con cui saranno indicati, come requisiti necessari e in aggiunta premiali dell’offerta, criteri orientati verso tali obiettivi e definiti, tra l’altro, tenendo conto degli obiettivi attesi in termini di occupazione femminile al 2026 dei corrispondenti indicatori medi settoriali europei.

 

Tra le altre misure presenti trasversalmente nel Piano dirette ad agevolare, anche indirettamente, l’ingresso o la permanenza delle donne nel mondo del lavoro e a ridurre conseguentemente il divario occupazionale di genere si segnalano, in particolare:

§  la previsione, nell’ambito della Missione 1, di nuovi meccanismi di reclutamento del personale nella PA e la revisione delle opportunità di carriera verticale e di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello, che secondo il Piano possono contribuire al riequilibrio di genere sia in ingresso che nelle posizioni apicali della pubblica amministrazione. Si prevede, inoltre, nell’ambito dei programmati investimenti nella formazione dei dipendenti pubblici, di inserire moduli obbligatori su “empowerment delle donne”;

 

Secondo i dati emersi nel Bilancio di genere per l’esercizio 2019 a cura del MEF, nel 2018 in Italia le donne rappresentavano il 35 per cento del totale degli occupati nel settore “Pubblica amministrazione e difesa, previdenza sociale e obbligatoria”. Costituivano oltre tre quarti del totale nel settore “Istruzione” e il 65 per cento nella “Sanità”, che sono settori economici con una forte connotazione pubblica nella maggior parte dei paesi. La prevalente presenza femminile nella scuola non si estende, tuttavia, all’istruzione terziaria e nella sanità è determinante il contributo femminile nell’ambito infermieristico ma meno in quello dei medici e specialisti. In ogni caso, a prescindere dal settore di attività, la presenza femminile tende a diminuire quando si considerano le posizioni di vertice, pur essendo più istruite degli uomini che vi lavorano e, anche, delle donne che lavorano nel settore privato. In Italia, tra i dirigenti delle amministrazioni centrali la quota delle donne con un titolo post lauream è di 5 punti percentuali superiore rispetto agli uomini. La quota di donne dirigenti nei ministeri è tuttavia cresciuta dal 2008 di solo 7 punti percentuali, attestandosi al 46 per cento nel 2018.

 

§  il potenziamento delle politiche attive del lavoro che si stima possano contribuire, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere;

 

Dai dati Eurostat emerge che in Italia la percentuale di giovani NEET tra i 20 e i 34 anni nel 2019 era pari al 22,5 per cento per gli uomini e al 33,2 per cento per le donne (contro, rispettivamente, il 12,2 e il 20,8 della media UE).

 

§  interventi a sostegno dell’imprenditoria femminile nell’ambito della Missione 5 (vedi infra);

 

§  il potenziamento dell’offerta turistica e culturale, con interventi nell’ambito della Missione 1, che il PNRR ritiene, pur senza dettagliare interventi specifici o dati previsionali, che possano incrementare nel loro insieme l’occupazione delle donne in quei settori già a forte presenza femminile (come quello alberghiero, della ristorazione o delle attività culturali).

 

Nel settore della istruzione e della ricerca, sono prospettati i seguenti interventi:

§  l’attuazione di specifiche misure nell’ambito della ricerca di base, come gli investimenti a valere sul Fondo per il PNR e i PRIN (progetti di ricerca nazionale) ovvero l’allargamento dei partenariati di ricerca previsti nell’ambito della Missione 4, che dovrebbero prevedere azioni mirate a determinare l’aumento delle ricercatrici;

 

§  il potenziamento dei servizi di asili nido e per la prima infanzia, delle scuole per l’infanzia e del tempo pieno a scuola, ai quali la Missione 4 dedica investimenti mirati, che secondo il PNRR possono arrecare benefici in termini di conciliazione vita-lavoro ed aumentare il tasso di occupazione femminile;

 

§  la promozione dell’accesso da parte delle donne all’acquisizione di competenze STEM, linguistiche e digitali, in virtù del quale il Governo stima un possibile incremento dell’occupazione femminile in tali settori (Missione 4);

 

Negli ambiti dell’assistenza sociale e sanitaria il Piano, nella parte riguardante gli obiettivi generali, sottolinea come la valorizzazione delle infrastrutture sociali e la creazione di innovativi percorsi di autonomia per gli individui disabili, comportando l’alleggerimento del carico di cura non retribuita gravante sulla componente femminile della popolazione, dovrebbero determinare effetti positivi sull’incremento occupazionale della stessa.

Si prevede pertanto che il rafforzamento, nell’ambito delle azioni di riforma delle Missioni 5 e 6, dei servizi di prossimità e di supporto all’assistenza domiciliare potrebbero incoraggiare un aumento dell’occupazione sia nel settore dei servizi di cura, a cui contribuiscono maggiormente le donne (politica di stimolo alla domanda di lavoro femminile), sia più in generale nell’economia, riducendo l’onere delle attività di cura fornito in famiglia dalle donne (politica di conciliazione vita-lavoro e stimolo all’offerta di lavoro femminile).

4.2.3. Imprenditoria femminile

Nell’ambito della Missione 5 del Piano, l’investimento 1.2 è dedicato all’imprenditoria femminile, con risorse pari a 400 milioni di euro.

Scopo dell’investimento è quello di incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la previsione di misure volte a sostenere l'avvio di attività imprenditoriali femminili e a delineare un’offerta più aderente ai fabbisogni delle donne.

Per le suddette finalità, il Piano reputa necessaria anche la sistematizzazione degli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile.

In tale contesto, il Governo manifesta l’intenzione di creare, a regime, il “Fondo Impresa Donna”, che rafforzerà finanziariamente:

§  misure già esistenti lanciate per supportare l’imprenditoria, come NITO (che supporta la creazione di piccole e medie imprese e auto imprenditoria) e Smart&Start (che supporta start-up e PMI innovative) i cui schemi saranno modificati e calibrati per dedicare risorse specificatamente all’imprenditoria femminile;

§  il nuovo Fondo per l'imprenditoria femminile istituito dalla Legge di Bilancio 2021 con una dotazione di 20 mln di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, al fine di promuovere e sostenere l’avvio e il rafforzamento dell’imprenditoria femminile.

Al riguardo, si ricorda che la medesima legge di bilancio 2021 ha istituito, il Comitato Impresa Donna con il compito di attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo e di formulare raccomandazioni sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia.

 

Il monitoraggio sulle imprese femminili è sostenuto dalla Commissione Europea, nel Piano di Azione Imprenditorialità 2020, in cui si invita gli Stati membri «a raccogliere dati disaggregati per genere e produrre aggiornamenti annuali sulla situazione delle imprenditrici a livello nazionale».

Secondo il IV Rapporto Impresa Femminile di Unioncamere del 27 luglio 2020 - a fine 2019 - le imprese femminili iscritte al Registro delle Camere di commercio sono state 1 milione e 340mila, il 22% del totale, in costante aumento rispetto al 2014 (oltre 38mila in più).

Da un punto di vista strutturale, afferma il Rapporto, l’imprenditoria rosa si è strutturalmente caratterizzata per una maggiore concentrazione nel settore dei servizi (66,2%) contro solo poco più della metà nel caso delle imprese maschili (55,4%). Relativamente alla dimensione media delle imprese al femminile, il Rapporto evidenzia una spiccata dimensione “micro”. Circa 97 imprese su 100 guidate da donne non hanno avuto, nel 2019, oltre i 9 addetti (94,5 su 100 nel caso delle imprese maschili), di cui ben 62,3 su 100 non più di un addetto (poco più di 835 mila) a fronte di un 48,7 per le imprese maschili.

Nel corso dell’anno 2020, con il sopravvenire della crisi sanitaria ed economica innescata dalla pandemia da COVID 19, le imprese femminili, afferma Unioncamere, sono quelle che hanno “pagato il conto più salato della crisi”.

A fine 2020, afferma Unioncamere nel comunicato stampa del 9 febbraio 2021, si registra un calo dello 0,29%, pari a quasi 4mila attività in meno rispetto al 2019. Una perdita contenuta, quindi, tutta concentrata al Centro Nord (il Mezzogiorno segna infatti un +0,26%), che interrompe però una crescita costante dal 2014.

Le imprese guidate da donne sono un milione e 336mila.

Scende, seppur di poco, anche il loro peso sul totale del sistema produttivo nazionale: ora è pari al 21,98%, a fronte del 22% del 2019. I dati di fine 2020 mostrano però che la gestione dell’emergenza sanitaria ha prodotto una battuta d’arresto soprattutto sulle imprenditrici giovani.

4.2.4 Sistema nazionale di certificazione della parità di genere

Nell’ambito della Missione 5 del Piano, l’investimento 1.3 è dedicato alla attivazione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, con l’obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.

L’intervento si articola nei tre passaggi seguenti:

§  definizione del sistema per la certificazione sulla parità di genere e del meccanismo premiante, partendo dall’istituzione di un Tavolo di lavoro sulla “Certificazione di genere delle imprese”, presso il Dipartimento pari opportunità

§  creazione di un sistema informativo per la raccolta di dati disaggregati per genere e di informazioni sulla certificazione, nonché dell’albo degli enti accreditati;

§  attivazione del sistema di certificazione sulla parità di genere a partire dal secondo quadrimestre del 2022.

Il sistema di certificazione sarà aperto a tutte le imprese indipendentemente dal requisito dimensionale. Nella fase sperimentale – che durerà fino al secondo quadrimestre del 2026 - la certificazione sarà agevolata per le imprese di medie, piccole e micro-dimensioni, e accompagnata da servizi di accompagnamento e assistenza[12].

4.2.5. Valutazione di impatto di genere del PNRR sotto il profilo occupazionale

Nel Piano, il Governo ha effettuato una valutazione dell’impatto che le misure del PNRR avranno sull’occupazione femminile.

Di seguito una Tabella che riporta le variazioni percentuali dell’occupazione femminile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, secondo la quale l’occupazione femminile registra un incremento del 4 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Mezzogiorno (+ 5,5 per cento nello stesso periodo).


Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione femminile
(scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Occupazione totale

0,7

2,2

3,2

3,2

Occupazione femminile

0,7

2,2

3,5

4,0

Occupazione femminile Mezzogiorno

1,3

3,8

5,0

5,5

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT

 

 


 


Nella Tavola seguente si mostra l’orizzontalità degli obiettivi di gender gap. In tutte le missioni del PNRR si evidenzia un impatto positivo; in particolare, le missioni 4 e 5 sono caratterizzate da interventi che più direttamente incidono sull’occupazione femminile. Tuttavia, alcuni interventi del Piano, come ad esempio la costruzione di asili nido, il tempo pieno nella scuola e il lavoro da remoto, favoriranno l’accesso e la permanenza di entrambi i genitori nel mondo del lavoro nel medio-lungo periodo, pur non avendo effetti perequativi più moderati durante la fase di attuazione del Piano.


 

Tavola 4.15: Occupazione femminile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,7

2,2

3,5

4,0

M1

0,1

0,5

0,9

1,1

M2

0,3

0,6

0,7

0,8

M3

0,0

0,1

0,2

0,2

M4

0,1

0,4

0,8

0,8

M5

0,1

0,5

0,7

0,7

M6

0,1

0,1

0,2

0,4

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT

 


Il Governo sottolinea che se la focalizzazione del NGEU su settori, come ad esempio le costruzioni, porteranno ad un incremento dell’occupazione maschile, tuttavia le valutazioni di impatto presentate nel Piano mostrano già un notevole effetto di riequilibrio del PNRR dal punto di vista dell’attivazione di occupazione maschile e femminile, grazie alle notevoli risorse dedicate al perseguimento di obiettivi quali l’inclusione, la formazione e la salute.

Inoltre, è plausibile che lo stimolo di più lungo termine alla partecipazione femminile sarà più forte una volta che il Piano avrà realizzato i propri obiettivi di incremento degli investimenti, di rafforzamento delle infrastrutture sociali e sanitarie, di conciliazione dei tempi di vita e lavoro e di miglioramento dell’istruzione e della formazione, compreso l’avviamento alle discipline STEM.

Viene inoltre manifestata la volontà del Governo di monitorare attentamente gli impatti delle misure per l’occupazione femminile già previste dalla legislazione vigente e dal Piano e di rafforzarle ulteriormente se necessario.

4.2.6 Ulteriori misure suscettibili di impatto sulla condizione femminile

Nel Piano sono infine delineate alcune azioni settoriali che si ritengono suscettibili di rilevanza ai fini di una riduzione dei divari di genere in senso più ampio rispetto al solo aspetto occupazionale:

§  nell’ambito della Missione 2 assumono particolare rilievo le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica, poiché la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne;

§  gli interventi previsti nella Missione 3, secondo il PNRR potenzieranno anche la mobilità delle donne, che, da una parte, utilizzano più degli uomini i trasporti collettivi e meno l’auto privata, e, dall’altra, hanno catene di spostamenti quotidiani più frammentate e complesse degli uomini;

§  lo sviluppo delle competenze STEM all’interno dei curricula scolastici, prevista da investimenti e riforme della Missione 4, che si stima potrà contribuire a mitigare le disuguaglianze di genere nei corsi di studio e di laurea in cui prevalgono le materie STEM, a forte predominanza di presenza maschile;

§  nell’ambito degli investimenti sull’assistenza sanitaria e territoriale, di cui alla missione 6, il Piano prevede di fornire servizi dedicati alla tutela della salute della donna.




4.3 Mezzogiorno

4.3.1. Premessa

 


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce un’occasione per il rilancio del Mezzogiorno e per la ripresa del processo di convergenza con le aree più sviluppate del Paese.

La coesione sociale e territoriale rappresenta, infatti, uno dei pilastri fondamentali su cui poggia la programmazione dell’intero PNRR.

Il Piano persegue il riequilibrio territoriale e il rilancio del Sud come priorità trasversale a tutte le missioni.

L’asse strategico dell’inclusione sociale, in particolare, punta a ridurre il divario di cittadinanza, a superare le diseguaglianze profonde (spesso accentuate dalla pandemia) e la debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud, accompagnando il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica, come più volte richiesto nelle Raccomandazioni della Commissione europea.

 

Il Piano mette a disposizione delle otto regioni del Mezzogiorno un complesso di risorse pari a non meno del 40 per cento delle risorse territorializzabili del PNRR (pari a circa 82 miliardi, incluso il Fondo nazionale complementare al PNRR); ciò a fronte – si sottolinea nel Piano - del 34 per cento previsto dalla attuale normativa vigente in favore del Sud per la ripartizione degli investimenti ordinari destinati a tutto il territorio nazionale.

Il Piano prevede, infatti, in aggiunta alle risorse europee, ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali che confluiscono in un apposito Fondo complementare al PNRR finanziato attraverso lo scostamento di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile e autorizzato dal Parlamento, a maggioranza assoluta, nella seduta del 22 aprile. Il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR è stato approvato dal decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 (attualmente all’esame del Parlamento), con una dotazione di 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026. Il D.L. n. 59/2021 provvede altresì alla ripartizione delle risorse del Fondo tra le Amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale.

Il PNRR non reca una ripartizione territoriale delle risorse, per cui non è possibile – allo stato attuale di dettaglio del Piano – definire la quota parte della spesa complessiva che verrà destinata alle singole Regioni del Mezzogiorno.

 

Sul sito del Governo - nelle comunicazioni del 25 aprile 2021 per la presentazione del PNRR al Parlamento - è peraltro pubblicato un riquadro che definisce il riparto delle risorse per il Sud tra le sei Missioni, comprese quelle nazionali del Fondo complementare, riportato nella tabella che segue:


 

(miliardi di euro)

 

Missioni

Risorse

%

1

Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

14,58

36,1%

2

Rivoluzione verde e transizione ecologica

23,00

34,3%

3

Infrastrutture per una mobilità sostenibile

14,53

52,3%

4

Istruzione e ricerca

14,63

45,7%

5

Inclusione e coesione

8,81

39,4%

6

Salute

6,00

35-37% (*)

 

TOTALE

81,55

 

 

 

(*) sulla base del riparto tra le Regioni

N.B. Sono incluse le risorse del Fondo complementare.

Fonte: sito del Governo: https://www.governo.it/it/articolo/pnrr/16718

 


Per il dettaglio delle risorse del PNRR destinate specificamente agli investimenti finalizzati al riequilibrio territoriale si veda il paragrafo 6.11 (Coesione territoriale) del presente dossier.

 

Secondo quanto esposto nel Piano, concorrono al finanziamento della strategia di riforme e investimenti per il Sud delineata nel PNRR anche le risorse stanziate per le politiche di coesione, sia dai fondi europei del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 e relativo cofinanziamento, sia dai fondi nazionali aggiuntivi di bilancio stanziati sul Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2017, secondo un principio di complementarietà e di addizionalità delle risorse.

 

Nel Piano si sottolinea, inoltre, che è stata già inviata alla Commissione europea la programmazione del fondo REACT-EU, il Programma che nell’ambito del Next Generation EU costituisce il meccanismo ponte tra l'attuale politica di coesione e la nuova programmazione 2021-2027. Il fondo REACT-EU integra la strategia del PNRR per un valore di 13,5 miliardi di euro, secondo i principi di complementarietà e di addizionalità rispetto al RRF, di cui quasi 8,5 miliardi sono destinati al Mezzogiorno.

Il Piano ribadisce, altresì, che sono in fase avanzata le interlocuzioni con gli Uffici della Commissione europea in merito alla definizione del nuovo Accordo di partenariato sui fondi strutturali 2021-2027. La dote complessiva delle risorse disponibili ammonta a circa 83 miliardi, incluso il cofinanziamento.

Ai fini della complementarietà con la strategia del PNRR, assumono particolare rilievo i 37,3 miliardi di euro assegnati all’Italia per le politiche di coesione (a prezzi 2018, che diventano 42 miliardi di euro a prezzi correnti), da attuare attraverso i Fondi strutturali del FESR, FSE+ e CTE, cui si aggiungono le risorse nazionali per il cofinanziamento nazionale (circa 39 miliardi per il periodo 2021-2030, di cui alla legge di bilancio per il 2021, art. 1, co. 51-57, L. 178/2020).

Per quel che concerne il Fondo per lo sviluppo e la coesione per la programmazione 2021-2027 – che presenta una dotazione aggiuntiva di 50 miliardi di euro stanziati dalla legge di bilancio per il 2021 (art. 1, co. 177-178, L. n. 178/2020), a cui si aggiungeranno ulteriori 23 miliardi con la legge di bilancio per il 2022 - il Piano riporta che le risorse del Fondo saranno impiegate in linea con le politiche settoriali di investimento e di riforma previste nel PNRR, secondo un principio di complementarità e di addizionalità delle risorse.

A tal fine, nel Piano si sottolinea che è stata anticipata nel PNRR la programmazione nazionale del FSC 2021-2027 per un valore di circa 15,5 miliardi, con lo scopo di accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti. Tali risorse saranno reintegrate nella disponibilità del fondo, così da garantirne la piena addizionalità.

In relazione a ciò, nel decreto-legge n. 59 del 6 maggio 2021[13] si provvede, all’articolo 2, ad incrementare la dotazione del FSC 2021-2027 di 15,5 miliardi.

Il rifinanziamento è così ripartito nelle singole annualità: 850 milioni per il 2022, 1.000 milioni per il 2023, 1.250 milioni per il 2024, 2.850 milioni per il 2025, 3.600 milioni per il 2026, 2.280 milioni per il 2027, 2.200 milioni per il 2028, 600 milioni per il 2029, 500 milioni per il 2030 e 370 milioni per il 2031.

 

Si osserva, al riguardo, che la norma di cui all’art. 2 del D.L. n. 59/2021 si limita ad incrementare le risorse del FSC 2021-2027 nell’importo indicato, senza riferirle espressamente alle finalità del PNRR. Non viene peraltro fornita alcuna indicazione in merito agli ambiti di destinazione, nonché alle modalità e ai tempi di programmazione di tali risorse.

 

Per quanto riguarda i principali elementi ricavabili dalle 6 Missioni di cui si compone il Piano si segnala, in particolare, la Missione n. 5 (“Inclusione e coesione”).

Tale missione – che non esaurisce l’obiettivo di riduzione dei divari territoriali che il PNRR persegue trasversalmente a tutte le missioni - riveste un ruolo rilevante di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere, di incremento delle prospettive occupazionali dei giovani, di riequilibrio territoriale e sviluppo del Mezzogiorno e delle aree interne.

Nell’ambito della missione, la terza componenteInterventi speciali di coesione territoriale”, è dedicata, in particolare, alla riduzione dei divari tra le diverse aree del paese: "Divario demografico e di servizi", tra zone interne/rurali, montane, periferiche e urbane; “Divario nello sviluppo delle competenze", in una prospettiva di innovazione per le imprese, i centri di ricerca e le autorità pubbliche; “Divario degli investimenti" e "Divario sociale ed economico" nelle regioni meridionali.

Per conseguire questi obiettivi, la componente 5.3 si articola in due settori d'intervento, per un complesso di risorse pari a 1,98 miliardi di euro:

§  Piano per la resilienza delle zone interne, periferiche e montane, attraverso il rafforzamento delle aree interne

§  Progetti per lo sviluppo del Sud, compresi gli investimenti per combattere la povertà nell'istruzione, nonché il potenziamento dei beni confiscati dalla criminalità organizzata e gli investimenti infrastrutturali nel potenziamento delle zone economiche speciali.

Nello specifico, gli 1,98 miliardi destinati dal PNRR agli “Interventi speciali di coesione territoriale” sono così articolati:

§  830 milioni alla Strategia nazionale per le aree interne;

§  630 milioni in favore delle Zone Economiche Speciali (ZES);

§  300 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie;

§  220 milioni ad interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore.

 

Relativamente alla Strategia Nazionale per le Aree Interne, nel Piano si sottolinea che il contributo del PNRR alla Strategia è “complementare a un’azione più ampia e organica che, coinvolgendo le risorse del FSC, mobiliterà 2,1 miliardi di euro nei prossimi 5 anni”.

 

Ulteriori 2,43 miliardi sono stanziati a valere sulle risorse nazionali del Fondo complementare al PNRR.

Tali fondi sono destinati, dal D.L. n. 59/2021, ai seguenti investimenti complementari alla strategia della Missione 5, Componente 3:

§  1.780 milioni per interventi nelle aree del terremoto 2009 e 2016;

§  300 milioni per il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade delle Aree interne;

§  350 milioni in favore degli ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati.

 

Relativamente all’impatto degli interventi previsti nell’ambito della missione 5 a sostegno del Mezzogiorno, che rafforzano la dotazione dei servizi essenziali e colmano il gap di connettività e digitalizzazione nelle aree marginali, essi sono diretti ad aumentare l’attrattività dei territori a maggior rischio di spopolamento, accrescere le opportunità di lavoro e affermare il diritto a restare per le nuove generazioni, nonché a migliorare le condizioni di occupabilità delle donne. Valorizzare i beni confiscati alle mafie con il contributo Terzo Settore contribuisce alla creazione di una nuova consapevolezza sociale sui temi del contrasto alla criminalità organizzata.

Secondo quanto riportato nel PNRR, gli effetti di questa missione nel suo complesso comporteranno un miglioramento dei seguenti indicatori:

§  dotazione di servizi pubblici essenziali nelle aree marginalizzate,

§  investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno,

§  divari territoriali dei tassi di occupazione e di disoccupazione,

§  tasso di occupazione femminile, pari al solo 50,1% nel 2019, e di quasi 18 punti percentuali inferiore a quello maschile,

§  gap nel tasso di occupazione fra donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e donne senza figli: per le prime tale tasso è pari al solo 74,3% delle seconde,

§  tasso di disoccupazione giovanile, che è pari al 29,2% per giovani compresi fra i 15-24 anni di età e al 14,8% per quelli far i 25 e i 34 anni,

§  incidenza dei Neet fra i giovani: pari al 27,9% delle donne e al 19,9% degli uomini,

§  tasso di occupazione al Sud che è pari al 44,8% contro il 67,9% del nord,

§  saldo migratorio netto dal Sud (che negli ultimi 20 anni è stato di circa 1 milione di persone),

§  la quota di 18-24enni italiani che possiede al più un titolo secondario inferiore ed è già fuori dal sistema di istruzione e formazione è pari al 13,5% (561mila giovani), un valore più elevato del benchmark europeo fissato al 10%.

Ulteriori interventi a favore del Mezzogiorno sono esplicitati nelle altre missioni.

Nella Missione 1 (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) molti interventi sono specificamente volti ad incidere sulla produttività delle PMI del Mezzogiorno e a migliorare la connettività nelle zone rurali e nelle aree interne, in linea con le raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia e agli obiettivi dell’Unione sul digitale.

Sotto questo profilo, la Missione 1 (secondo quanto riportato nel “focus sulle dimensioni trasversali del Piano”) è destinata ad avere un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali:

§  oltre il 45 per cento degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperanno nelle regioni del Mezzogiorno, raggiungendo tutte le aree interne del Paese e le isole minori;

§  gli interventi sulla digitalizzazione delle PA locali avranno ricadute importanti per le aree del Sud che presentano ampi divari in termini di digital divide e di esposizione on line di servizi pubblici al cittadino;

§  molte imprese del Mezzogiorno saranno favorite dall’accresciuta accessibilità agli incentivi fiscali del Piano Transizione 4.0;

§  il piano Space Economy rivitalizzerà i distretti aerospaziali delle regioni del Mezzogiorno;

§  gli investimenti previsti per incrementare la proiezione del nostro export e l’attrattività dell’offerta culturale e del nostro turismo miglioreranno il posizionamento internazionale del Mezzogiorno.

Gli interventi sulla transizione ecologica della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) contribuiscono al superamento dei divari territoriali. Gli investimenti e le riforme del Piano migliorano, in particolare, la gestione dei rifiuti al Sud e contribuiscono a ridurre la dispersione delle risorse idriche, in ottemperanza alle raccomandazioni specifiche della Commissione europea sull’Italia che invitano a investire al Sud sulle infrastrutture per la gestione dei rifiuti e le infrastrutture idriche (nella distribuzione per usi civili, la dispersione media è del 41 per cento a livello nazionale, del 51 per cento al Sud). Alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come ad esempio alcuni progetti di potenziamento dell’industria nazionale in settori strategici per la produzione di energie rinnovabili e di tecnologie per il trasporto sostenibile. Le riforme di sistema che accompagnano l’attuazione del Piano, improntate alla semplificazione e al rafforzamento della capacità amministrativa delle regioni del Mezzogiorno, consentiranno un maggiore assorbimento delle risorse, in particolare per gli incentivi in materia di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.

 

Nell’ambito della Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile), gli investimenti rafforzano le infrastrutture del Mezzogiorno, in particolare l’alta velocità ferroviaria, contribuendo anche a migliorare l’occupazione in tutta la catena logistica.

Gli investimenti per l’alta velocità sono affiancati da interventi che mirano ad assicurare una maggiore e migliore offerta di linee ferroviarie regionali e l’adeguamento di quelle urbane. Dal punto di vista territoriale, si auspica che gli investimenti producano un’inversione dei fenomeni di depauperamento demografico e socio-economico dei territori meno collegati, fungendo da fattore di coesione territoriale. Molti interventi riguardano infrastrutture che saranno realizzate a beneficio delle aree e delle città del Sud, anche grazie all’integrazione con le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Nella Missione 4 (Istruzione e ricerca) i progetti relativi ad asili e scuole per l’infanzia, lotta all’abbandono scolastico, edilizia scolastica e contrasto alla povertà educativa hanno un forte impatto al Sud, favorendo un percorso che - in complementarità con la spesa pubblica ordinaria - dovrà portare al rispetto costituzionale dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), da garantire a tutti i cittadini dovunque risiedano. Inoltre, l’intervento sulla riduzione dei divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado contribuisce a migliorare il livello delle competenze di base e a ridurre in modo strutturale l’abbandono scolastico, soprattutto nel Mezzogiorno. La promozione di nuovi centri di eccellenza nel campo della ricerca al Sud – integrati in ecosistemi dell’innovazione a livello locale – favorisce anche il trasferimento tecnologico, l’impiego e l’attrazione di risorse qualificate. 

 

Nella Missione 6 (Salute) la riorganizzazione delle politiche della salute attraverso riforme e investimenti basati sui fabbisogni assistenziali contribuisce a superare i divari tra i diversi sistemi sanitari regionali. Il Piano intende realizzare un percorso integrato che parte dalla casa come primo luogo di cura, per arrivare alle Case della Comunità e agli Ospedali di Comunità, superando la carenza di coordinamento negli interventi sanitari, sociosanitari e socioassistenziali.

 

Per il dettaglio degli interventi del PNRR destinati al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno, si rinvia al paragrafo 6.11 (Coesione territoriale) del presente dossier.

4.3.2. Le riforme

Sulla Sezione del PNRR dedicata alle riforme si evidenzia, innanzitutto, tra le riforme abilitanti, quella finalizzata alla semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno.

Si prevede, al riguardo, una semplificazione in connessione con il negoziato in corso sulla Carta degli aiuti a finalità regionale: le norme dovranno limitarsi alle previsioni generali rinviando a decreti del Ministro per il Sud e la coesione territoriale per la definizione degli aspetti di dettaglio. L’intervento riformatore va collegato con la riforma di riordino normativo di tutte le incentivazioni alle imprese, che richiede un apposito provvedimento legislativo.

 

Si segnala, in secondo luogo, la riforma settoriale sul rafforzamento delle Zone economiche speciali (ZES) con la razionalizzazione delle norme e delle procedure sul credito d’imposta e su altre agevolazioni alle imprese per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive o di beni immobili situati nelle ZES.

 

4.3.3. Impatto macroeconomico

Relativamente alla stima dell’impatto macroeconomico del Piano nelle regioni del Mezzogiorno, nel PNRR si sottolinea che “il Mezzogiorno contribuisce per un punto percentuale allo scostamento del PIL nazionale nell’anno finale del Piano”. Lungo tutta la durata del Piano il Mezzogiorno contribuisce a circa un terzo dei 15 punti percentuali di PIL nazionale aggiuntivo. Il contributo alla deviazione del PIL a livello nazionale nell’ultimo anno del Piano è dunque di 4,9 punti percentuali

La tabella seguente riporta l’impatto del PNRR sul PIL nazionale attribuibile al Mezzogiorno


 

 

 

Contributi allo scostamento percentuale dallo scenario di base attribuibili alle Regioni del Mezzogiorno

 

 

2021

2022

2023

2024-2026

PIL

0,2

0,7

1,0

1,0

Consumi

0,3

0,8

1,1

1,1

Spesa pubblica

0,2

0,5

0,8

0,6

Investimenti

0,6

2,0

3,5

3,9

Occupazione

0,3

0,8

1,1

1,1

 

 

 


Il PNRR sottolinea come il Piano ridurrà sensibilmente il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese. La quota del Mezzogiorno sul PIL nazionale salirebbe dal 22 per cento del 2019 al 23,4 per cento nel 2026.

Va sottolineato che le stime riportate nel PNRR si riferiscono all’impatto immediato del Piano sull’economia del Mezzogiorno, ovvero agli effetti che si verificheranno durante il periodo di attuazione del Piano. La modernizzazione delle infrastrutture per i trasporti e le telecomunicazioni, gli investimenti nelle rinnovabili, il potenziamento dell’istruzione e della formazione sono tutti fattori che, anche attraverso l’impulso all’accumulazione di capitale nel settore privato, continueranno tuttavia a sospingere la crescita del PIL del Mezzogiorno anche su un arco di tempo più lungo.


 

 


5. Il ruolo degli enti locali

 


La tabella che segue è volta a fornire un quadro generale del ruolo degli enti locali nella gestione ed attuazione del PNRR.

A tal fine la tabella elenca gli investimenti per i quali è espressamente previsto il coinvolgimento degli enti locali, nonché gli investimenti per i quali, pur in assenza di puntuali indicazioni nel Piano, il coinvolgimento degli enti locali appare prevedibile tenendo conto delle competenze amministrative di cui essi sono titolari nella materia oggetto dell’investimento.

In particolare, nella tabella vengono fornite, nella prima colonna, informazioni sintetiche su tali investimenti e (laddove presenti) sul ruolo che gli enti locali, o parte di essi, saranno (o potranno essere) chiamati a svolgere.

Le risorse indicate nella seconda colonna rappresentano invece il totale delle risorse che finanziano l’investimento: nella quasi totalità dei casi, tuttavia, il PNRR non specifica se e in che misura le risorse verranno assegnate alla diretta gestione degli enti locali.

 

Si avverte che la presente tabella è stata redatta dalla Fondazione Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL) (e parzialmente rielaborata dal Servizio studi della Camera), sulla base del testo del PNRR oggetto di comunicazioni alle Camere da parte del Presidente del Consiglio il 26 e 27 aprile 2021. Gli importi sono in miliardi di euro


 

 

MISSIONE 2

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

RIVOLUZIONE VERDE E TRANSIZIONE ECOLOGICA

M2C1 - ECONOMIA CIRCOLARE E AGRICOLTURA SOSTENIBILE

Investimento 1.1: Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti (1,50 miliardi). Investimenti finalizzati al “miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti”. Si specifica che “circa il 60% dei progetti si focalizzerà sui comuni del Centro-Sud Italia”.

1,5

Investimento 1.2: Progetti “faro” di economia circolare (0,60 miliardi). Interventi volti a “potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo”.

0,6

Investimento 3.1: Isole verdi (0,20 miliardi). Investimenti “concentrati su 19 piccole isole, che faranno da “laboratorio” per lo sviluppo di modelli "100% green" e auto-sufficienti”.

0,2

Investimento 3.2: Green communities (0,14 miliardi). Investimenti per favorire “la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale”.

0,14

M2C2: ENERGIA RINNOVABILE, IDROGENO, RETE E TRANSIZIONE ENERGETICA E MOBILITA’ SOSTENIBILE

Investimento 1.2: Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo (2,20 miliardi). L’investimento punta alla realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile in piccoli centri: “L'investimento, infatti, individua Pubbliche Amministrazioni, famiglie e microimprese in Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l'economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento, e rafforzando la coesione sociale”.

2,2

Investimento 4.1: Rafforzamento mobilità ciclistica (0,60 miliardi). La misura prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche.

0,6

Investimento 4.2: Sviluppo trasporto rapido di massa (3,60 miliardi). La misura prevede la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane.

3,6

Investimento 4.3: Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica (0,75 miliardi). 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani.

0,74

Investimento 4.4: Rinnovo flotte bus, treni verdi (3,64 miliardi). “E’ previsto l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni. Circa un terzo delle risorse sono destinate alle principali città italiane”.

 

3,64

M2C3: EFFICIENZA ENERGETICA E RIQUALIFICAZIONE DEGLI EDIFICI

Investimento 1.1: Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica (0,80 miliardi). “Il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq”.

0,8

Investimento 2.1: Ecobonus e Sismabonus fino al 110% per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici (13,81 miliardi).

13,95

M2C4: TUTELA DEL TERRITORIO E DELLA RISORSA IDRICA

Investimento 2.1: Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (2,49 miliardi). “Nelle aree colpite da calamità saranno effettuati interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate, nonché interventi di 197 riduzione del rischio residuo, finalizzato alla tutela dell'incolumità pubblica e privata, in linea con la programmazione e gli strumenti di pianificazione esistenti”.

2,49

Investimento 2.2: Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni (6,00 miliardi). “L’investimento aumenterà la resilienza del territorio attraverso un insieme eterogeneo di interventi (di portata piccola e media) da effettuare nelle aree urbane. I lavori riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica”.

6

Investimento 3.1: Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (0,33 miliardi). “Si prevedono una serie di azioni rivolte principalmente alle 14 città metropolitane, ormai sempre più esposte a problemi legati all'inquinamento atmosferico, all'impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, con evidenti effetti negativi sul benessere e sulla salute dei cittadini. La misura include lo sviluppo di boschi urbani e periurbani, piantando almeno 6,6 milioni di alberi” (p.198).

0,33

Investimento 3.4: Bonifica dei siti orfani (0,50 miliardi). Interventi di bonifica di aree industriali dismesse.

0,5

Investimento 4.1: Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico (2,00 miliardi). “investimenti in 75 progetti di manutenzione straordinaria e nel potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria” (p.201).

2

Investimento 4.2: Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (0,90 miliardi) 

0,9

Investimento 4.4: Investimenti in fognatura e depurazione (0,60 miliardi).

0,6

Totale Missione 2

40,79

 

 

 

 


 

MISSIONE 4

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

ISTRUZIONE E RICERCA

 

Investimento 1.1: Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (4,60 miliardi). La misura consentirà la creazione di circa 228.000 posti. L’intervento verrà gestito dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’interno, e verrà realizzato mediante il coinvolgimento diretto dei Comuni che accederanno alle procedure selettive e condurranno la fase della realizzazione e gestione delle opere.

4,6

M4C1 - POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA DEI SERVIZI DI ISTRUZIONE: DAGLI ASILI NIDO ALLE UNIVERSITÀ

Investimento 1.2: Piano di estensione del tempo pieno e mense (0,96 miliardi). “Con questo progetto si persegue l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026. Il piano è gestito dal Ministero dell’Istruzione ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle mense e palestre, dagli Enti locali proprietari dei relativi edifici”

0,96

M4C1 - POTENZIAMENTO DELL’OFFERTA DEI SERVIZI DI ISTRUZIONE: DAGLI ASILI NIDO ALLE UNIVERSITÀ

Investimento 1.3: Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola (0,30 miliardi). “L’obiettivo è quello di potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie” (p.233). Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente circa 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive. Il piano è gestito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle 235 palestre, direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici, sulla base di linee guida e di un Comitato nazionale che ne possa garantire la qualità tecnica dei progetti.

0,3

Investimento 3.2: Scuola 4.0: scuole innovative, cablaggio, nuove aule didattiche e laboratori (2,10 miliardi). “L’attuazione di questo investimento sarà a carico del Ministero dell’Istruzione”.

2,1

Investimento 3.3: Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica (3,90 miliardi). L’investimento prevede la messa in sicurezza di una parte degli edifici scolastici, favorendo anche una progressiva riduzione dei consumi energetici e quindi anche contribuire al processo di recupero climatico. Il Ministero dell’Istruzione gestirà il processo di autorizzazione, monitoraggio e rendicontazione fattuale e finanziaria di tutti gli interventi. La realizzazione degli interventi e delle opere avverrà sotto la responsabilità degli Enti Locali proprietari degli edifici scolastici pubblici. Il piano di riqualificazione proposto mira a ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000,00 mq. degli edifici scolastici.

3,9

Totale Missione 4

11,86

 

 

 


 

MISSIONE 5

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

INCLUSIONE E COESIONE

M5C2: INFRASTRUTTURE SOCIALI, FAMIGLIE, COMUNITÀ E TERZO SETTORE

Investimento 1.1: Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell'’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti (0,50 miliardi). L’investimento si articola in quattro possibili categorie di interventi da realizzare da parte dei Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), quali: (i) interventi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità; (ii) interventi per una vita autonoma e per la deistituzionalizzazione delle persone anziane, in particolare non autosufficienti; (iii) interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio per garantire la dimissione anticipata e prevenire il ricovero in ospedale; (iv) interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali. Il progetto sarà coordinato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che pubblicherà un avviso non competitivo dedicato ai comuni singoli o in associazione.

0,5

Investimento 1.2: Percorsi di autonomia per persone con disabilità (0,50 miliardi). Gli interventi saranno centrati sull'aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sul supporto delle persone con disabilità per consentire loro di raggiungere una maggiore qualità della vita rinnovando gli spazi domestici in base alle loro esigenze specifiche,276 sviluppando soluzioni domestiche e trovando nuove aree anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni.

0,5

Investimento 1.3: Housing temporaneo e stazioni di posta (0,45 miliardi). L’investimento si articola in due categorie di interventi: (i) Housing temporaneo, in cui i Comuni, singoli o in associazione, metteranno a disposizione appartamenti per singoli, piccoli gruppi o famiglie fino a 24 mesi e attiveranno progetti personalizzati per singola persona/famiglia al fine di attuare programmi di sviluppo della crescita personale e aiutarli a raggiungere un maggiore grado di autonomia; (ii) Stazioni di posta, ovvero centri che offriranno, oltre a un'accoglienza notturna limitata, ulteriori servizi quali servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni alimentarli ecc.

0,45

Investimento 2.1: Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,30 miliardi). L’investimento è finalizzato a fornire ai Comuni (con popolazione superiore ai 15.000 abitanti) contributi per investimenti nella rigenerazione urbana, al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano oltre che del contesto sociale e ambientale. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la stabilità delle regole di finanza pubblica e i contributi diretti agli investimenti (p.278).

3,3

Investimento 2.2: Piani Urbani Integrati (2,92 miliardi). L’intervento Piani urbani integrati è dedicato alle periferie delle Città Metropolitane e prevede una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile. Nelle aree metropolitane si potranno realizzare sinergie di pianificazione tra il Comune “principale” ed i Comuni limitrofi più piccoli con l’obiettivo di ricucire tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit infrastrutturali e di mobilità.

2,45

Investimento 2.3: Programma innovativo della qualità dell’abitare (2,80 miliardi). L’investimento si articola in due linee di interventi, da realizzare senza consumo di nuovo suolo: (i) riqualificazione e aumento dell'housing sociale, ristrutturazione e rigenerazione della qualità urbana, miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza, mitigazione della carenza abitativa e aumento della qualità ambientale, utilizzo di modelli e strumenti innovativi per la gestione, l'inclusione e il benessere urbano; (ii) interventi sull’edilizia residenziale pubblica ad alto impatto strategico sul territorio nazionale. La selezione delle proposte di finanziamento avverrà attraverso indicatori volti a valutare l’impatto ambientale, sociale, culturale, urbano-territoriale, economico-finanziario e tecnologico-processuale dei progetti. 

2,8

 

Investimento 3.1 Sport e inclusione sociale (0,70 miliardi). L’investimento è finalizzato a favorire il recupero delle aree urbane puntando sugli impianti sportivi e la realizzazione di parchi urbani attrezzati, al fine di favorire l'inclusione e l'integrazione sociale, soprattutto nelle zone più degradate e con particolare attenzione alle persone svantaggiate. L’implementazione del progetto si articola in tre fasi: (i) analisi preliminari e azioni necessarie per preparare al meglio gli appalti pubblici, come l'identificazione e l'analisi di base; (ii) fase di avvio e realizzazione dei progetti selezionati; (iii) monitoraggio e verifica del livello di implementazione dei progetti, al fine di individuare quelli più efficaci da promuovere e replicare.

0,7

M5C3: INTERVENTI SPECIALI PER LA COESIONE TERRITORIALE

Investimento 1.1: Strategia nazionale per le aree interne (0,83 miliardi). Il supporto del PNRR si articola nelle seguenti due linee di intervento:

- Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità; L’attuazione prevede l’incremento dei fondi sotto forma di trasferimenti destinati alle autorità locali per la realizzazione d’infrastrutture sociali che possano servire ad incrementare l’erogazione di servizi sul territorio.

- Servizi sanitari di prossimità; L’attuazione consiste nell’assegnazione di risorse finanziarie pubbliche per incentivare i privati a investire nell’adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari.

0,83

Investimento 1.2: Valorizzazione beni confiscati alle mafie (0,30 miliardi). La misura prevede la riqualificazione e valorizzazione di almeno 200 beni confiscati alla criminalità organizzata per il potenziamento del social housing, la rigenerazione urbana e il rafforzamento dei servizi pubblici di prossimità, il potenziamento dei servizi socio-culturali a favore delle giovani e l’aumento delle opportunità di lavoro.

0,3

Investimento 1.4: Interventi per Zone Economiche Speciali (0,63 miliardi). Gli investimenti infrastrutturali proposti per il finanziamento del PNRR mirano ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l’attuazione delle ZES.

0,63

Totale Missione 5

12,46

 


 

MISSIONE 6

COMPONENTE

INVESTIMENTO

RISORSE

SALUTE

 

Investimento 1: Case della Comunità e presa in carico della persona (2,00 miliardi). La Casa della Comunità sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali

2

 

 

Totale Missione 6

2

 

 


6. Le politiche pubbliche nel PNRR

Premessa


La presente sezione del dossier illustra, in forma prevalentemente tabellare, gli investimenti e le riforme previsti nel PNRR trasmesso dal Governo italiano all’UE il 30 aprile 2021[14] e nella Decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione europea adottata il 13 luglio 2021[15], indicando, per ciascuno di essi, gli elementi essenziali relativi agli obiettivi perseguiti, alle risorse stanziate, alla tempistica e ai soggetti coinvolti.

 

Investimenti e riforme sono stati aggregati per politiche pubbliche, al fine di fornire una visione integrata di tutti gli elementi, presenti anche in Missioni e Componenti diverse, riconducibili ai diversi ambiti settoriali.

 

Le tabelle sono strutturate su quattro colonne:

§  la prima colonna riporta la denominazione dell’investimento (o riforma) e indica la Missione e la Componente in cui esso si colloca all’interno del PNRR[16];

§  la seconda colonna indica le risorse previste per l’investimento (o riforma) e, laddove indicato nel PNRR, il riparto dello stanziamento complessivo tra le varie annualità;

§  la terza colonna indica, in modo sintetico, i principali obiettivi dell’intervento, come esplicitati nel PNRR;

§  la quarta colonna fornisce elementi aggiuntivi, relativi in particolare alla tempistica dell’investimento/riforma (target, milestones) e ai soggetti attuatori (laddove indicati); in taluni casi vengono inoltre evidenziati specifici profili relativi alla normativa vigente e all’attività parlamentare in corso nel settore oggetto dell’investimento/riforma.

 

In relazione a taluni investimenti e riforme, laddove si è ritenuto necessario al fine di consentire il reperimento di ulteriori informazioni, sono stati inseriti appositi link:

§  alle pagine del PNRR[17] trasmesso all’UE il 30 aprile 2021 e al relativo Allegato in lingua inglese (di seguito “Allegato al PNRR”);

§  alle pagine dell’Allegato (in lingua italiana) alla Decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione europea del 13 luglio 2021 (di seguito “Allegato alla decisione UE”).

In calce a ciascuna tabella, infine, vengono fornite (laddove presenti nel PNRR, con i relativi allegati) informazioni di sintesi relative ai destinatari delle risorse (imprese, famiglie, Stato/enti territoriali) e alle ricadute di investimenti e riforme sulle tre priorità trasversali del Piano (parità di genere, giovani, Mezzogiorno[18]).

 


6.1. Pubblica Amministrazione


Nell’ambito della Componente 1 della Missione 1 il Piano trasmesso al Parlamento prevede un asse di intervento dedicato alla digitalizzazione della PA ed un distinto asse dedicato alle misure di Innovazione della PA, che riguardano principalmente il personale e la semplificazione dell’attività amministrativa.

All’interno di quest’ultimo il Piano distingue tre Investimenti (2.1: Portale unico del reclutamento; 2.2. Task force digitalizzazione, monitoraggio e performance; 2.3 Competenze e capacità amministrativa) e tre Riforme (2.1. Accesso e reclutamento: 2.2. Buona amministrazione e semplificazione; 2.3. Competenze e carriere); a sua volta, l’Allegato alla decisione del Consiglio individua un solo investimento (1.9 Assistenza tecnica e rafforzamento delle capacità per l’attuazione del PNRR) ed una sola azione di riforma (1.9 Riforma della pubblica amministrazione), nei quali appaiono riepilogati gli interventi previsti dal Piano sulla materia.


6.1.1 Personale


Per l’accesso ed il reclutamento del personale nella P.A., le risorse sono rinvenibili principalmente in alcuni investimenti e riforme presenti nella Componente 1 della Missione 1. Si tratta, complessivamente, di circa 530 milioni di euro.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti all’accesso del personale nella P.A.:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Portale unico del reclutamento (M1C1- I.2.1)

 

Nell’allegato alla decisione UE tale Investimento è inserito nella Riforma 1.9: Riforma della pubblica amministrazione (M1C1-R.1.9-56)

 

20,5 (sovvenzioni) di cui:

2021: 1

2022: 5,5

2023: 10

2023: 4

Implementazione di una nuova piattaforma digitale (già in corso di realizzazione), che metterà a disposizione delle amministrazioni i curricula dei candidati velocizzando l’attività di preselezione.

La piattaforma verrà progressivamente integrata con una banca dati con informazioni dettagliate su competenze e capacità del personale in servizio.

L’implementazione della piattaforma – che avverrà tra il 3° trimestre del 2021 ed il 4° trimestre del 2023 - è già in corso, a seguito dello svolgimento di una gara pubblica finanziata (per un importo pari a 4,6 mln di euro) a valere sulle risorse del PON complementare “Governance” 2014-2020.

9 mln di euro sono stanziati per il costo delle procedure di reclutamento e delle retribuzioni del personale a tempo determinato che lavorerà per l’implementazione del PNRR

 

Competenze e capacità amministrativa (M1C1-I.2.3)

 

Nell’allegato alla decisione UE tale Investimento è inserito in Investimento 1.9 Assistenza tecnica e rafforzamento delle capacità per l’attuazione del PNRR

 (M1C1-I.1.9-64,65,66,67)

490 (sovvenzioni) di cui:

2021: 29,9

2022: 85

2023: 110

2024: 110

2025: 100

2026: 55

Migliorare le competenze del personale della PA attraverso:

§  l’offerta di corsi online per il reskilling e l’upskilling del capitale umano;

§  l’introduzione, per le figure dirigenziali, di “Comunità di competenze”, divise per area tematica (ad es. capitale umano e trasformazione digitale) per sviluppare e condividere best practice nella P.A.;

§  il supporto ad amministrazioni di medie/piccole dimensioni (target di 480 amministrazioni locali) con progetti dedicati di change management volti al rafforzamento e alla trasformazione del loro modello operativo.

L’investimento si svilupperà tra il 2021 ed il 2026, con l’obiettivo di completare la transizione organizzativa almeno per l'80% delle amministrazioni entro il secondo trimestre del 2026.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Riforma

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Accesso e reclutamento (M1C1-R.2.1)

 

Nell’allegato alla decisione UE tale Riforma è inserita in Investimento 1.9 Assistenza tecnica e rafforzamento delle capacità per l’attuazione del PNRR

 (M1C1-I. 1.9-53)

--

Snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione del personale, nonché favorire il ricambio generazionale.

Viene previsto un piano di assunzione di personale a tempo determinato per le P.A. responsabili dell’implementazione delle singole misure previste dal PNRR. Tali contratti (della durata iniziale di un anno) saranno finanziati con le risorse iscritte all’interno di ciascuna componente.

Sul punto, il Piano ricorda che il 6 aprile 2021 è stato pubblicato il bando per l’assunzione a tempo determinato di 2.800 tecnici nelle amministrazioni del Mezzogiorno.

Accanto ai percorsi ordinari di reclutamento saranno previsti programmi dedicati agli alti profili (giovani con elevato livello di qualifiche) e ai profili specialistici.

Il Piano stima che le misure relative a questa riforma possano essere operative entro il 2021.

Il percorso di riforma è stato avviato con il DL 44/2021, che, all’art. 10, introduce a regime una nuova procedura semplificata (con ampio ricorso al digitale) per lo svolgimento dei concorsi pubblici al fine di ridurre i tempi di reclutamento del personale della PA.

Competenze e carriere
(M1C1-R.2.3)

 

Nell’allegato alla decisione UE tale Riforma è inserita nella Riforma 1.9: Riforma della pubblica amministrazione

(M1C1-I.R.9-56)

 

24,3 (sovvenzioni):

2021: 4,3

2022: 10

2023: 10

La riforma è diretta prevalentemente ad allineare conoscenze e capacità organizzative alle nuove esigenze del mondo del lavoro, nonché a rimuovere alcuni impedimenti normativi alla mobilità dei dipendenti pubblici, per favorire percorsi di carriera anche tra diverse amministrazioni.

La riforma si articolerà in determinati passaggi: creazione di un quadro comune di competenze; liberalizzazione del mercato del lavoro nella P.A. (mobilità orizzontale); nuova articolazione dei livelli (mobilità verticale); riforma della dirigenza e unificazione di alcuni profili professionali.

Le misure sulla riforma delle carriere saranno prese entro il 2021. Lo sviluppo della pianificazione strategica dei fabbisogni per le principali amministrazioni è previsto a fine 2023. La riforma dell’offerta formativa e le azioni a supporto delle medie amministrazioni saranno implementate per tutta la durata del programma, fino al 2026.

Un’implementazione pilota della nuova articolazione delle carriere verrà attuata da 40 amministrazioni chiave (corrispondenti all’80% delle amministrazioni regionali e locali e dei grandi comuni). Questa azione comporterà un costo di 24,3 mln di euro.

 

 


Per quanto concerne l’impatto delle misure sin qui descritte sulla parità di genere, il PNRR evidenzia, in particolare, che la previsione di nuovi meccanismi di reclutamento del personale e la revisione delle opportunità di carriera verticale e di promozione alle posizioni dirigenziali di alto livello, possono contribuire al riequilibrio di genere sia in ingresso che nelle posizioni apicali della pubblica amministrazione.

Inoltre, anche la promozione del lavoro agile nel settore pubblico può portare benefici in termini di conciliazione vita-lavoro. Sul punto, il PNRR sottolinea che la riduzione delle diseguaglianze di genere passa anche dall’adozione di modelli culturali che spingono gli uomini a fruire di queste forme di flessibilità nel lavoro per assumersi un maggiore ruolo nei compiti domestici.

In materia di occupazione giovanile, la valorizzazione del capitale umano ed il miglioramento delle competenze, soprattutto con riferimento alle nuove professioni, potrà creare maggiori opportunità di lavoro in particolar modo per le generazioni più giovani.

Inoltre, ai percorsi ordinari di reclutamento il Piano affianca programmi dedicati ai giovani dotati di elevate qualifiche (dottorati, master, esperienza internazionale) da inserire nelle amministrazioni con percorsi rapidi, affiancati da una formazione specifica.

I destinatari delle azioni sin qui descritte sono le pubbliche amministrazioni. Per quanto concerne in particolare gli enti territoriali, il Piano prevede una specifica azione a supporto delle medie amministrazioni locali (Provincie e Comuni da 25.000 a 250.000 abitanti), con il finanziamento di specifici programmi volti ad una revisione dei processi decisionali e organizzativi (behaviours), ad una riorganizzazione degli spazi di lavoro (bricks) e ad una crescente digitalizzazione delle procedure, con acquisizione delle competenze specifiche, tramite formazione o attraverso l’immissione in ruolo di nuovo personale.

I fondi del PNRR finanzieranno i primi progetti pilota in questo senso, mentre l’azione sistematica a livello nazionale potrebbe avvalersi delle risorse della nuova programmazione comunitaria 2021-2027.


 


6.1.2 Semplificazione normativa

 


La semplificazione normativa è trasversale rispetto alle materie trattate dal Piano. Nell’analisi fornita dal Piano, il numero eccessivo di leggi e la loro scarsa chiarezza costituiscono un ostacolo per la vita dei cittadini e un freno per le iniziative economiche; le azioni intraprese negli ultimi decenni in merito alle politiche di semplificazione normativa non hanno avuto un completo successo, sia a causa della diminuzione delle risorse a disposizione della Pubblica Amministrazione – fattore che ne ha indebolito la capacità amministrativa - , sia per la mancata adozione di interventi organizzativi che avrebbero dovuto accompagnare le misure di semplificazione adottate.

Il PNRR si pone l’obiettivo di superare i limiti finora incontrati nell’azione di semplificazione normativa, tramite l’organizzazione più efficiente e la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e mirati interventi contestuali di miglioramento dell’efficacia e della qualità della regolazione.

Le azioni previste implicano solo parzialmente misure di carattere finanziario, trattandosi in prevalenza di interventi di riordino di processi e procedure, rispetto ai quali l’investimento previsto ha ad oggetto le risorse strumentali a supporto tecnico per la realizzazione delle riforme.

Le risorse per la semplificazione normative, pur non esattamente quantificate, fanno parte della componente 1 della Missione 1. Al contempo, nell’ambito degli interventi normativi per la razionalizzazione della legislazione, nel Piano si richiamano tra le altre, oltre alle riforme di accompagnamento del Piano: la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni; la semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale; semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di rigenerazione urbana; la semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno; l’abrogazione e la revisione di norme che alimentano la corruzione.

 

Per realizzare misure di semplificazione normativa il Piano prevede in particolare il potenziamento delle strutture del Dipartimento della funzione pubblica, tramite il reclutamento delle professionalità necessarie e la definizione di interventi di semplificazione più urgenti, a partire da quelli strumentali alla realizzazione dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR, tramite lo strumento della decretazione di urgenza.

Gli altri interventi saranno realizzati attraverso leggi ordinarie, leggi di delegazione legislativa e relativi decreti delegati, da approvare entro il 2021.

 

Il Piano richiama inoltre le seguenti finalità:

§  adottare misure relative alle iniziative normative del Governo, quali una adeguata istruttoria preventiva degli interventi, una più accorta analisi e verifica di impatto della regolazione, con particolare riferimento agli effetti sui destinatari (cfr. anche la scheda relativa alla modernizzazione della pubblica amministrazione);

§  una maggiore attenzione alla chiarezza, comprensibilità e accessibilità della normazione;

§  una riduzione del gold plating[19].

 

Gli obiettivi complessivi delle azioni di riforma, come ricalibrati nel PNRR, sono in particolare individuati nel potenziamento delle strutture del Dipartimento della funzione pubblica, tramite il reclutamento delle professionalità necessarie; l’adozione di provvedimenti attuativi della riforma della pubblica amministrazione; la costituzione, nell’ambito del DAGL, di un’apposita unità per la semplificazione normativa.

Al riguardo, il decreto-legge n. 77 del 2021 ha definito la struttura di governance del PNRR ed ha previsto, tra gli altri, l’istituzione - presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - dell’Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione. Sono state previste inoltre disposizioni relative al funzionamento dell’Ufficio per la semplificazione del Dipartimento della funzione pubblica, chiamato ad operare in raccordo con la suddetta Unità per la regolazione.

 

Tra le funzioni affidate all’Unità per la regolazione rientrano:

§  l’individuazione degli ostacoli all’attuazione del PNRR derivanti da disposizioni normative e dalle relative misure attuative proponendo possibili rimedi, sulla base delle segnalazioni dalla Cabina di regia;

§  l’elaborazione di proposte per superare le disfunzioni derivanti dalla normativa vigente e dalle relative misure attuative, utilizzando anche le verifiche d’impatto della regolamentazione;

§  l’elaborazione di un programma di azioni prioritarie ai fini della razionalizzazione e revisione normativa;

§  la promozione e il potenziamento delle iniziative di sperimentazione normativa, anche tramite relazioni istituzionali con analoghe strutture istituite in Paesi stranieri, europei ed extraeuropei, tenendo in adeguata considerazione le migliori pratiche di razionalizzazione e sperimentazione normativa a livello internazionale;

§  la ricezione e la valutazione delle ipotesi e proposte di razionalizzazione e sperimentazione normativa formulate da soggetti pubblici e privati.

 

 


6.1.3 Semplificazione amministrativa

 


La semplificazione amministrativa rientra nel terzo asse di intervento della componente 1 della Missione 1, dedicato alle misure di riforma della pubblica amministrazione. Gli investimenti e le riforme programmati dal Piano in tale ambito hanno la finalità di eliminare i vincoli burocratici, rendere più efficiente ed efficace l’azione della Pubblica Amministrazione, con l’effetto di ridurre tempi e costi per le imprese e i cittadini.

 

Nel Piano si constata che nonostante le politiche di semplificazione normativa e amministrativa siano state ripetutamente sperimentate in Italia nell'ultimo decennio, questi sforzi, tuttavia, non hanno prodotto effetti incisivi in termini di rimozione di vincoli e oneri, aumento della produttività del settore pubblico e facilità di accesso di cittadini e imprese a beni e servizi pubblici. Le cause di questa inefficienza sono da ricercare nel fatto che le azioni sono state condotte principalmente a livello normativo, con pochi e insufficienti interventi organizzativi, soprattutto a livello locale, nonché con investimenti molto limitati nel personale, nelle procedure e nelle tecnologie. Per questo il Piano intende accompagnare le azioni di riforma legislativa da un forte intervento a sostegno della capacità amministrativa, soprattutto attraverso adeguate azioni di supporto tecnico a livello locale, per reingegnerizzare i procedimenti in vista della loro digitalizzazione e assistere le amministrazioni locali nella transizione dal vecchio al nuovo regime.

 

Le azioni previste implicano innanzitutto misure normative di riordino di processi e procedure, rispetto ai quali l’investimento finanziario previsto ha ad oggetto le risorse strumentali che saranno impiegate a supporto tecnico per la piena implementazione delle riforme.

Si tratta di un investimento e di un intervento di riforma, entrambi articolati in più progetti, recanti risorse complessivamente pari a 730 milioni di euro. Per l’attuazione delle misure di semplificazione amministrativa programmate nel Piano si prevede inoltre di sfruttare anche le risorse derivanti dai fondi strutturali esistenti attivi nel settore (es. PON Governance 2014-2020; PON Governance 2021-2027).

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate agli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti alla Semplificazione amministrativa:

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Task force digitalizzazione, monitoraggio e performance

(M1C1-I 2.2)

 

Nell’allegato alla decisione UE tale azione è inserita in Investimento 1.9 Assistenza tecnica e rafforzamento delle capacità per l’attuazione del PNRR

(M1C1-I 1.9-53, 54)

730 (sovvenzioni)

 

 

di cui:

2021: 137,2

2022: 197

2023: 197

2024: 129

2025: 48,5

2026: 25,5

 

 

Gli obiettivi dell’investimento, come emerge nell’allegato tecnico, sono molteplici e si articolano, anche per quanto riguarda le risorse, in cinque punti:

 

1.      creazione di una task force temporanea (3 anni) di circa 1.000 professionisti a supporto tecnico delle amministrazioni locali nella realizzazione delle riforme di semplificazione dei procedimenti e nella gestione delle nuove procedure. Il costo di questa azione di capacity building è di 368,4 milioni €

L’assistenza tecnica sarà dedicata ai seguenti compiti:

§  sostenere la progettazione e la valutazione di progetti, e le attività delle conferenze di servizio;

§  sostenere la gestione dell'arretrato procedurale creato durante la pandemia;

§  supporto tecnico nella fase progettuale degli investimenti;

§  supporto nel monitoraggio dell'implementazione delle procedure e delle relative attività.

 

Nell’allegato al PNRR si specifica che il budget complessivo per la task force sarà assegnato su base regionale all'interno di un accordo specifico da sottoscrivere in sede di Conferenza unificata. Ogni Regione, sentiti i comuni, individuerà le specifiche procedure e le amministrazioni locali in cui si concentrano i colli di bottiglia, assegnando le risorse umane adeguate.

Il cronoprogramma specificato nell’allegato alla decisione UE prevede:

§  l’entrata in vigore della legislazione primaria necessaria per fornire assistenza tecnica e rafforzare la creazione di capacità per l'attuazione del PNRR entro il secondo trimestre del 2021. Sul punto è intervenuto il decreto-legge n. 80 del 2021 (art. 9);

§  il completamento dell'assunzione degli esperti per l'attuazione del Piano entro la fine del 2021.

 

Nell’allegato alla decisione UE tale azione è inserita nell’ambito della Riforma 1.9: Riforma della pubblica amministrazione

(M1C1-R 1.9-60, 61, 63)

 

2.      screening dei procedimenti amministrativi, identificandone i regimi di esercizio, e conseguente semplificazione, mediante eliminazione delle autorizzazioni non giustificate da motivi imperativi di interesse generale, estensione dei meccanismi di silenzio-assenso ove possibile o adottando gli strumenti di SCIA o della mera comunicazione.

L’allegato al PNRR specifica che l’intervento è già previsto nell’ambito dell'Agenda di semplificazione 2020-2023 e le risorse finanziarie per la sua attuazione sono state stanziate nell'ambito del PON Governance 2014-2020. Il costo di queste azioni è già stato pagato dal programma PON Governance per gli anni 2021-2023. I fondi aggiuntivi del PNRR permetteranno la prosecuzione del progetto dal 2024 fino al 2026, ad un costo complessivo di € 4 milioni.

 

Nell’allegato alla decisione del Consiglio UE è prevista l’attuazione completa del processo di ridefinizione/semplificazione (inclusa l’entrata in vigore degli atti attuativi) di:

§  200 procedimenti che interessano cittadini e imprese entro il 2024. Per l’individuazione dei settori prioritari delle procedure semplificate nelle diverse tranche si rinvia alla descrizione dei traguardi nell’allegato alla decisione UE;

§  50 ulteriori procedimenti che interessano cittadini entro il 2025. Le procedure semplificate devono riguardare i seguenti settori: certificazioni digitali dell'anagrafe; certificati di stato civile online; notifiche digitali e identità digitale; certificazione liste di leva; domicilio digitale dei cittadini; deleghe per l'accesso ai servizi online.

 

 

Entro il secondo trimestre del 2026 si prevede di completare lo screening dei regimi procedurali esistenti, unitamente alla loro ulteriore semplificazione per un totale di 600 procedimenti critici. L’azione si concluderà con la pubblicazione del repertorio delle procedure e dei relativi regimi amministrativi sul sito istituzionale del ministero competente.

 

In via generale, nell’allegato alla decisione del Consiglio UE si sottolinea che la riforma della semplificazione prevede l'eliminazione delle autorizzazioni non giustificate da motivi imperativi di interesse generale e l'eliminazione degli adempimenti non necessari o che non utilizzano le nuove tecnologie. Inoltre attua il meccanismo del silenzio assenso e adotta un approccio di semplificazione della comunicazione e regimi uniformi condivisi con le Regioni e i Comuni.

 

 

3.      digitalizzazione delle procedure amministrative per edilizia e attività produttive per migliorare l’operatività degli Sportelli unici, come SUAP e SUE. L’attività comprende la definizione di standard tecnici comuni di interoperabilità, in collaborazione con il Ministero per l’innovazione digitale, per dare piena attuazione al principio “once-only”. Il costo complessivo della digitalizzazione delle procedure di SUAP/SUE e della loro effettiva attuazione presso le amministrazioni locali è stimato in € 324,4 milioni.

Nell’allegato alla decisione UE  si fa presente che la riforma della semplificazione comprende espressamente il raggiungimento dell’interoperabilità delle procedure relative alle attività produttive e all'edilizia (SUAP e SUE).

Finalità è quella di una completa digitalizzazione delle procedure per le attività di impresa ed edilizie, secondo regole uniformi su tutto il territorio nazionale.

 

Nell’allegato al PNRR si evidenzia che l’obiettivo è che l’80% delle amministrazioni locali adottino il nuovo SUAP entro il 2024 e i nuovi SUE entro il 2025.

L’intervento è svolto in stretto coordinamento con il Dipartimento per la trasformazione digitale/AGID.

Il progetto è collegato all'implementazione del Regolamento UE 2018/1724, un progetto che mira a costituire il punto unico di ingresso per tutte le interazioni con la PA.

 

 

 

4.      monitoraggio e comunicazione delle azioni di semplificazione. A tal fine il Piano prevede creazione di una task force centrale, che sarà responsabile del coordinamento generale e del monitoraggio delle attività di assistenza tecnica. Si occuperà, in particolare, di: raccogliere gli input dalle amministrazioni locali per l'identificazione e la risoluzione dei colli di bottiglia procedimentali; apportare i necessari adeguamenti nell'allocazione delle risorse; prevedere azioni specifiche per le regioni inadempienti.
Il costo per queste attività di monitoraggio è stimato in € 21 milioni.

La Task Force centrale, composta da 25 esperti, sarà istituita all'interno del Dipartimento della funzione pubblica entro il 3° trimestre 2021.

Il monitoraggio riguarderà altresì l’impatto in termini di semplificazione delle nuove iniziative legislative sulle PA e gli effetti delle norme in vigore.

In relazione a tali compiti, l’allegato al PNRR prevede che entro la fine del 2021 sarà adottata una legge delega per dare al Governo il potere di valutare, e conseguentemente sopprimere, le norme che sovraccaricano le amministrazioni con oneri inutili.

 

 

 

5.      introduzione di nuove iniziative di benchmarking nelle amministrazioni e di specifici incentivi alle performance collegati ai risultati ottenuti, anche attraverso una riforma tesa a rafforzare il ruolo degli organismi indipendenti di valutazione (OIV). Il costo dell’introduzione di queste misure è stimato in € 16,4 milioni.

A tal fine l’allegato alla decisione UE prevede l’attuazione di indicatori comuni di performance orientati ai risultati e la definizione di una serie di indicatori chiave di performance per orientare i cambiamenti organizzativi delle amministrazioni.

A sua volta l’allegato al PNRR prevede di:

§  definire gli indicatori chiavi di performance, attraverso un'iniziativa di supporto tecnico, per le amministrazioni più grandi (Ministeri e agenzie governative centrali, regioni, grandi comuni);

§  riformare status e sistema di nomina dei componenti degli OIV, nonché investire nella formazione degli OIV per diffondere i sistemi di gestione della performance;

§  investire su una piattaforma digitale della performance, come strumento di raccolta e offerta di indicatori chiavi di performance, da utilizzare anche ai fini del bilancio e della pianificazione.

 

 


All’investimento sopra indicato si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Riforma

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Buona amministrazione e semplificazione

(M1-C1-II.2.2.)

 

Nell’allegato alla decisione UE tale riforma è inserita nell’ambito della Riforma 1.9: Riforma della pubblica amministrazione

 

(M1C1-R 1.9-52,57)

--

La riforma persegue le seguenti finalità:

§  ridurre i tempi per la gestione dei procedimenti amministrativi, con particolare riferimento a quelli che prevedono l’intervento di una pluralità di soggetti, come presupposto per accelerare la realizzazione degli interventi nei settori cruciali per la ripresa economica e l’attuazione del PNRR;

 

§  liberalizzare, semplificare, anche mediante l’eliminazione di adempimenti non necessari, reingegnerizzare e standardizzare i procedimenti.

 

In particolare, l’Allegato al PNRR precisa che nell’ambito dell’Agenda sono già state individuate, in collaborazione con le associazioni di imprese, le Regioni e l'associazione dei comuni (ANCI), alcune procedure direttamente collegate all’attuazione del PNRR che dovrebbero essere semplificate e accelerate.

 

 

Per quanto riguarda le modalità di attuazione, il PNRR assegna la pianificazione di dettaglio e il coordinamento operativo delle attività previste nell’azione di riforma in esame, nonché la verifica dell’attuazione al Tavolo tecnico per la semplificazione appositamente istituito a supporto del Comitato interistituzionale, che svolge le funzioni di indirizzo e di verifica dell’attuazione dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023.

Il Tavolo tecnico è costituito da quattro rappresentanti designati dal Dipartimento della Funzione Pubblica, cinque designati della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, e tre designati dall’ANCI e dall’UPI - svolge attualmente le attività di supporto, coordinamento, pianificazione e monitoraggio dell’Agenda e predispone una relazione periodica sullo stato di avanzamento dell’Agenda. Le attività di segreteria tecnica del Tavolo sono svolte dall’ufficio per la semplificazione e la sburocratizzazione del Dipartimento della funzione pubblica.

 

In base all’allegato alla decisione UE, si prevede l’entrata in vigore della legislazione primaria sulla semplificazione delle procedure amministrative per l’attuazione del PNRR entro il secondo trimestre 2021. Dette misure devono comprendere l'eliminazione delle strozzature critiche riguardanti, in particolare:

§  la valutazione d'impatto ambientale a livello statale e regionale, su cui è intervenuto il decreto-legge n. 77 del 2021 (in particolare artt. 17-26);

§  l'autorizzazione dei nuovi impianti per il riciclaggio dei rifiuti;

§  le procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili e quelle necessarie per assicurare l'efficientamento energetico degli edifici (il cosiddetto superbonus) e la rigenerazione urbana, su cui è intervenuto il decreto-legge n. 77 del 2021 (in particolare artt. 32 e 33);

Sono previste azioni specifiche dedicate alla semplificazione delle procedure nell’ambito delle conferenze di servizi necessarie.

 

Entro la fine del 2022 è prevista l’entrata in vigore di tutti gli atti delegati correlati, dei decreti ministeriali, degli atti di diritto derivato e di tutti gli altri regolamenti necessari per l'efficace attuazione della semplificazione, inclusi gli accordi con le regioni in caso di competenza regionale esclusiva e concorrente.

 

 


I soggetti destinatari delle risorse sono le pubbliche amministrazioni centrali, regionali e locali. Nondimeno, dalle misure di semplificazione e snellimento delle procedure amministrative si prevedono importanti ricadute su cittadini e imprese in termini di riduzione degli oneri normativi e amministrativi e di riduzione dei tempi procedimentali.

Inoltre si consideri che le attività di monitoraggio dell’attuazione delle misure di semplificazione comprenderanno attività di consultazione con gli stakeholder attraverso la creazione di focus group con le principali associazioni imprenditoriali, nonché campagne di comunicazione ai cittadini.

Per quanto riguarda l’influenza sulle assi trasversali del Piano non sono indicate correlazioni specifiche.

 

In merito al quadro delle iniziative normative già adottate e di quelle in essere, le misure di riforma previste nel Piano si collegano alle attività, in parte già avviate, sulla base di quanto previsto dal decreto-legge n. 76 del 2020 (c.d. decreto semplificazioni), nell’ambito dell’Agenda per la semplificazione 2020-2023, che individua una serie di interventi prioritari di semplificazione condivisi tra Governo, Regioni ed enti locali, per la ripresa del Paese a seguito dell’emergenza da Covid-19.

Il decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 ha quindi dato una prima attuazione agli obiettivi previsti definendo le strutture di governance del PNRR e delineando interventi normativi volti al rafforzamento delle strutture amministrative e all’accelerazione e snellimento delle procedure.

Parallelamente il decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80 ha previsto misure per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni e percorsi per il reclutamento di profili tecnici e gestionali necessari per dare attuazione il PNRR.

 

Si ricorda che, a sua volta, la legge delega di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni (articolo 5, legge n. 124/2015) e i relativi decreti attuativi avevano avviato misure di semplificazione e standardizzazione dei regimi amministrativi (link di approfondimento) introducendo in particolare la c.d. SCIA 1 e c.d. SCIA 2 e avviando la ricognizione delle attività e dei procedimenti.

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6.1.4 Digitalizzazione della PA


 


La Digitalizzazione della pubblica amministrazione costituisce il primo asse della componente 1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA” compresa nella Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” del PNRR e rappresenta, al contempo, uno dei temi trasversali del Piano.

 

Per la digitalizzazione della PA si prevedono sette interventi e tre riforme recanti risorse pari complessivamente a 6,146 miliardi di euro.

Ulteriori risorse, pari a 1,4 miliardi di euro, sono rese disponibili dalla programmazione nazionale aggiuntiva e sono ripartite nella tavella che segue ad opera del decreto-legge 59/2021 riguardante il Fondo complementare al PNRR (art, 1, comma 2, lett. a), nn. 1 e 2 e lett. f), n. 1). Si tratta di risorse che si aggiungono prevalentemente a quelle previste sull’investimento 1.4 “Servizi digitali e esperienza dei cittadini”.


Importi in milioni di euro

Anno

Servizi digitali e cittadinanza digitale

Servizi digitali e competenze digitali

Polis – Case dei servizi digitali

2021

50,00

0,73

0,00

2022

100,00

46,81

125,00

2023

100,00

26,77

145,00

2024

50,00

29,24

162,62

2025

40,00

94,69

245,00

2026

10,00

51,76

122,38

Totale

350,00

250,00

800,00

 


Nell’ambito della Missione 1 particolare rilievo ai fini della digitalizzazione della PA assumono gli interventi sulle reti a banda ultra larga che rappresentano l’investimento 3 della seconda componente (M1C2), con risorse pari a 6,71 miliardi di euro (si veda la scheda Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G) nel paragrafo 6.6.4 Infrastrutture digitali.

 

La digitalizzazione è al contempo, come ricordato, uno dei temi trasversali del Piano che ricorrono anche in altre missioni coinvolgendo diversi settori (cui si rinvia) tra cui:

§  le infrastrutture nel loro complesso, da quelle energetiche a quelle dei trasporti, dove i sistemi di monitoraggio con sensori e piattaforme dati rappresentano un archetipo innovativo di gestione in qualità e sicurezza degli asset (Missioni 2 e 3);

§  l’istruzione, nei programmi didattici, nelle competenze di docenti e studenti, nelle funzioni amministrative, della qualità degli edifici (Missione 4);

§  la sanità, nelle infrastrutture ospedaliere, nei dispositivi medici, nelle competenze e nell’aggiornamento del personale, al fine di garantire il miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini (si veda ad es. Fascicolo sanitario elettronico - FSE, Missione 6 Componente 2).

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, componente 1, afferenti alla Digitalizzazione della PA.

 

 

Per approfondire:

§  Finanziamenti e costi

-    in generale

-    nel dettaglio per tipo di finanziamento e per anno

§  Obiettivi e tempistica

§  riforme e investimenti in sovvenzioni

§  investimenti in prestiti

 

 

 

 

 


 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Infrastrutture digitali
(M1C1 I 1.1-3, 17, 26)

900 (sovvenzioni)

di cui:

2021: --

2022: 111,6

2023: 292,6

2024: 286,6

2025: 146,6

2026: 62,6

L'obiettivo dell'investimento è garantire che i sistemi, le serie di dati e le applicazioni della PA siano ospitati in data center affidabili, con elevati standard di qualità per la sicurezza, le prestazioni, la scalabilità, l'interoperabilità europea e l'efficienza energetica; secondo il principio del Cloud First. L’investimento è destinato a 200 amministrazioni centrali e a 80 autorità sanitarie locali.

Le Amministrazioni possono scegliere di migrare verso una infrastruttura cloud nazionale pubblico-privata, il Polo Strategico Nazionale (PSN) o verso un cloud commerciale disponibile sul mercato (cloud public).

Milestones

T4 2022

§  completamento del PSN e avvio del processo di migrazione delle serie di dati e delle applicazioni di specifiche PA verso il PSN;

T3 2024

§  migrazione al PSN di almeno 100 tra PA centrali e ASL.

Target

T2 2026

§  complessivamente almeno 280 PA centrali e ASL migrate al PSN.

Abilitazione al cloud per le PA locali
(M1C1 I 1.2-125, 139, 147)

1.000 (in prestiti)

di cui:

2021: --

2022: 23

2023: 46

2024: 302

2025: 423

2026: 206

L'obiettivo è quello di migrare i dati e le applicazioni delle PA locali verso un'infrastruttura cloud sicura, consentendo a ciascuna amministrazione di scegliere liberamente all'interno di una serie di ambienti cloud pubblici certificati. La migrazione interessa oltre 12.000 pa locali (comuni, scuole e strutture sanitarie).

Il programma di attivazione del cloud fornirà alle amministrazioni un pacchetto di sostegno "migrazione come servizio". Ciò comprenderà la valutazione iniziale, il sostegno procedurale/amministrativo necessario per avviare lo sforzo, la negoziazione del sostegno esterno necessario e la gestione globale del progetto nel corso dell'esecuzione.

Milestones

T1 2023

§  aggiudicazione dei 3 bandi pubblici (uno per ogni tipo di amministrazione pubblica coinvolta: comuni, scuole, enti sanitari locali) per la raccolta e la valutazione dei piani di migrazione; pubblicazione dell'elenco delle PA ammesse a ricevere finanziamenti; la pubblicazione di tre bandi mirati è volta a consentire al Ministero dell'Innovazione Tecnologica e della Transizione Digitale di valutare le esigenze specifiche di ciascun tipo di amministrazione pubblica interessata.

T3 2024

§  migrazione di 4 083 PA locali verso ambienti cloud certificati e verifica di tutti i sistemi e dataset e delle applicazioni incluse in ciascun piano di migrazione.

Target

T2 2026

§  12.464 PA locali complessivamente migrate al cloud.

Dati ed interoperabilità (M1C1 I 1.3-4, 12, 18, 27)

646 (sovvenzioni)

556 Piattaforma Digitale Nazionale Dati di cui:

2021: 69

2022: 100

2023: 172

2024: 126

2025: 89

2026: --

90 Sportello digitale unico

di cui:

2021: 7

2022: 22

2023: 25

2024: 21

2025: 15

2026: --

L’investimento ha l’obiettivo di garantire la piena interoperabilità e la condivisione di informazione tra le PA secondo il principio dell’once only (“una volta per tutte”), evitando al cittadino di dover fornire più volte la stessa informazione a diverse amministrazioni.

Un primo progetto consiste nello sviluppo della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) (istituita dall’art. 50-ter del CAD) che consentirà alle amministrazioni di rendere disponibili le proprie informazioni attraverso interfacce digitali API Application Programming Interface consultabili da tutte le amministrazioni centrali e locali.

Un secondo progetto riguarda lo Sportello digitale unico (previsto dal regolamento (UE) 2018/1724) che consentirà l’armonizzazione tra gli Stati Membri e la digitalizzazione di procedure e servizi.

Milestones

T4 2022

§  piena operatività della PDND che deve consentire alle agenzie di:

- pubblicare le rispettive interfacce per programmi applicativi (API) sul catalogo API della piattaforma;

- redigere e firmare accordi sull'interoperabilità digitale;

- autenticare e autorizzare l'accesso alle API;

- convalidare e valutare la conformità al quadro nazionale in materia di interoperabilità.

T4 2024

§  almeno 400 API attuate dalle agenzie, pubblicate nel catalogo API e integrate nella PDND (settori sicurezza sociale e conformità fiscale)

Target

T4 2023

§  le 21 procedure amministrative prioritarie dello Sportello digitale unico di cui al regolamento (UE) 2018/1724 pienamente conformi ai requisiti di cui all’art. 6 del medesimo regolamento e accessibili on-line

T2 2026

§  almeno ulteriori 600 API (per un totale di 1.000) nella PDND nei seguenti settori:

- entro il 31.12.2025: procedure pubbliche quali assunzione, pensionamento, iscrizione a scuole e università (ad es., l'Anagrafe nazionale degli studenti e dei laureati e il Pubblico registro automobilistico)

- entro il 30.6.2026: welfare, gestione dei servizi di appalto, sistema informativo nazionale per i dati medici e le emergenze sanitarie (ad es., i registri dei pazienti e dei medici)

Servizi digitali e esperienza dei cittadini
(M1C1 I 1.4-13, 23, 126, 127, 128, 140, 144, 145, 146, 148, 149, 150, 151)

2.013 (prestiti / sovvenzioni) di cui:

§  613 (prestiti) miglioramento della qualità e dell'utilizzabilità dei servizi pubblici digitali

§  80 (prestiti) accessibilità dei servizi pubblici digitali

§  750 (prestiti) PagoPA e app IO

§  285 (prestiti) SPID CIE ANPR

§  245 (prestiti) Piattaforma notifiche digitali

§  40 Mobilità come servizio (sovvenzioni)

A queste risorse si aggiungono 1.400 del Fondo complementare ex DL 59/2021

L'investimento ha l'obiettivo di sviluppare un'offerta integrata e armonizzata di servizi digitali all'avanguardia orientati ai cittadini, garantirne la diffusione generalizzata nell'amministrazione centrale come locale e migliorare l'esperienza degli utilizzatori.

La misura mira a:

§  migliorare l'esperienza dei servizi pubblici digitali, definendo modelli di erogazione dei servizi riutilizzabili che garantiscano requisiti di accessibilità completi (Investimento 1.4.1 - Esperienza dei cittadini - Miglioramento della qualità e dell'utilizzabilità dei servizi pubblici digitali)

§  migliorare l'accessibilità dei servizi pubblici digitali (Investimento 1.4.2 - Inclusione dei cittadini: miglioramento dell'accessibilità dei servizi pubblici digitali)

§  promuovere l'adozione dell'applicazione digitale per i pagamenti tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni (PagoPA) e l'adozione dell'applicazione "IO" quale punto di contatto digitale fondamentale tra i cittadini e l'amministrazione in linea con la logica dello "sportello unico" (Investimento 1.4.3 - Rafforzamento dell'adozione dei servizi della piattaforma PagoPA e dell'applicazione "IO")

§  promuovere l'adozione di piattaforme nazionali di identità digitale (Sistema Pubblico di Identità Digitale, SPID e Carta d'Identità Elettronica, CIE) e dell'Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR) (Investimento 1.4.4 - Rafforzamento dell'adozione delle piattaforme nazionali di identità digitale (SPID, CIE) e dell'Anagrafe nazionale (ANPR)

§  sviluppare una piattaforma unica per le notifiche (Investimento 1.4.5 - Digitalizzazione degli avvisi pubblici) (v. D.L. 31.5.2021, semplificazioni, art. 38, che semplifica alcuni aspetti della notifica digitale degli atti della PA)

§  promuovere l'adozione di paradigmi della mobilità come servizio (MaaS) nelle città metropolitane per digitalizzare i trasporti locali e fornire agli utenti un'esperienza di mobilità integrata dalla pianificazione dei viaggi ai pagamenti attraverso molteplici modi di trasporto (Investimento 1.4.6 - La mobilità come servizio per l'Italia. Quest'ultima misura è finanziata sulla base di un sostegno finanziario non rimborsabile)

Relativamente alle iniziative normative in essere, si ricorda che il DL 76/2020 ha in particolare previsto un complesso di misure per favore la cittadinanza digitale e l’accesso ai servizi digitali delle p.a. (si veda infra) ed in sede parlamentare è attualmente in corso di esame in sede referente presso la I Commissione della Camera dei deputati una proposta di legge volta a potenziare l'utilizzo della CIE come strumento di accertamento dell'identità del cittadino e di accesso ai servizi in rete (A.C. 432).

Milestones

T4 2023

§  attuazione di 3 progetti pilota di Mobilità come servizio in città metropolitane tecnologicamente avanzate ciascuno con almeno 1.000 utenti volontari

§  2.450 nuove PA adottano PagoPA e 2.700 AppIO; tutte le PA (anche quelle che già le hanno adottate) assicurano un aumento del 20% dei loro servizi integrati

§  almeno 800 tra PA centrali e comuni adottano la Piattaforma notifiche digitali fornendo avvisi digitali a cittadini e soggetti giuridici

T4 2024

§  40% delle PA (comuni, scuole, enti assistenza sanitaria e patrimonio culturale) aderiscono al progetto / modello comune di siti web /componenti dei servizi

Target

T1 2025

§  attuazione di ulteriori 7 progetti Mobilità come servizio (il 40% dei quali nel Mezzogiorno)

T2 2025

§  AgID fornirà sostegno a 55 pubbliche amministrazioni locali al fine di:

- fornire 28 esperti tecnici e professionali

- ridurre il numero di errori del 50 % su almeno 2 servizi digitali forniti da ciascuna amministrazione

- diffondere almeno 3 strumenti volti a riprogettare e sviluppare i servizi digitali più utilizzati di proprietà di ciascuna amministrazione e predisporre la relativa formazione

- assicurarsi che almeno il 50 % delle soluzioni accessibili tramite ICT sia a disposizione di tutti i lavoratori con disabilità.

T4 2025

§  42,3 mln di cittadini con identità digitale valida sulla piattaforma nazionale

T1 2026

§  16.500 PA adottano SPID o CIE

T2 2026

§  80% delle PA aderiscono al progetto / modello comune di siti web / componenti dei servizi

§  2.650 nuove PA adottano PagoPA e 7.100 AppIO, assicurando un aumento del 20% dei loro servizi integrati (l'obiettivo finale è disporre in media di 50 servizi per i comuni, 20 per le regioni, 20 per le autorità sanitarie e 15 per scuole e università)

§  almeno 6.400 tra PA centrali e comuni adottano la Piattaforma notifiche digitali fornendo avvisi digitali a cittadini e soggetti giuridici

Cybersecurity (M1C1 I 1.5-5, 6, 7, 8, 9, 20, 21, 22)

623 (in sovvenzioni) di cui:

2021: 170

2022: 190,4

2023: 174,0

2024: 88,6

2025: --

2026: --

§  241 infrastruttura cyber;

§  231 strutture operative PNSC;

§  150 rafforzamento delle capacità difesa informatica di ministeri Interno e  Difesa, Guardia di Finanza, Giustizia e Consiglio di Stato

L’investimento è volto alla creazione ed al rafforzamento delle infrastrutture legate alla protezione cibernetica del Paese a partire dalla attuazione della disciplina prevista dal Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica PSNC (su cui si veda infra).

L’intervento si articola in 4 aree principali:

§  rafforzamento dei presidi di front-line per la gestione degli alert e degli eventi a rischio verso la PA e le imprese di interesse nazionale;

§  consolidamento delle capacità tecniche di valutazione e audit della sicurezza dell'hardware e del software;

§  potenziamento del personale delle forze di polizia dedicate alla prevenzione e investigazione del crimine informatico;

§  implementazione degli asset e delle unità incaricate della protezione della sicurezza nazionale e della risposta alle minacce cyber.

Milestones

T4 2022

§  istituzione dell’Agenzia per la cibersicurezza nazionale - ACN (disposta con il D.L. 14 giugno 2021, n. 82) e adozione del relativo regolamento interno con DPCM

§  dispiego iniziale dei servizi nazionali di cibersicurezza con la definizione dell'architettura dell'intero ecosistema della cibersicurezza nazionale: un centro nazionale di condivisione e di analisi delle informazioni (ISAC), una rete di squadre di pronto intervento informatico (CERT), un HyperSOC nazionale, il calcolo ad alte prestazioni integrato dagli strumenti di intelligenza artificiale/apprendimento automatico (AI/ML) per analizzare gli incidenti di cibersicurezza di portata nazionale

§  avvio della rete di laboratori di selezione e certificazione della cibersicurezza

§  istituzione presso l'ACN di un'unità centrale di audit per quanto riguarda le misure di sicurezza PSNC e NIS

§  sostegno al potenziamento delle strutture di sicurezza: completamento di almeno cinque interventi per migliorare le strutture di sicurezza nei settori PSNC e delle reti e sistemi informativi (NIS) in particolare i settori dell'assistenza sanitaria, dell'energia e dell'ambiente

 

Target

T4 2024

§  dispiego integrale dei servizi nazionali di cibersicurezza: attivazione delle squadre di pronto intervento informatico (CERT), la loro interconnessione con il team italiano di risposta agli incidenti di sicurezza informatica (CSIRT) e con il centro nazionale di condivisione e di analisi delle informazioni (ISAC) e l'integrazione di almeno 5 centri operativi di sicurezza (SOC) con l'HyperSOC nazionale, la piena operatività dei servizi di gestione dei rischi di cibersicurezza, compresi quelli per l'analisi della catena di approvvigionamento e i servizi di assicurazione contro i rischi informatici

§  completamento della rete di laboratori e dei centri per la valutazione e certificazione della cibersicurezza con l’attivazione di almeno 10 laboratori di screening e certificazione, dei due centri di valutazione (CV) e attivazione del laboratorio di certificazione UE

§  piena operatività dell'unità centrale di audit con almeno 30 ispezioni completate

Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali
(M1C1 I 1.6-11, 14, 15, 16, 25, 123, 124, 129, 130, 131, 132, 133, 134, 135, 136, 137, 138, 141, 142, 143, 152, 153, 154, 155)

611 (prestiti / sovvenzioni) di cui:

§  296 INPS INAIL (prestiti);

§  140,5 Ministero giustizia (prestiti) e Consiglio di Stato (sovvenzioni);

§  42,5 Ministero della difesa (prestiti);

§  107 Ministero dell’interno (prestiti);

§  25 Guardia di finanza (sovvenzioni)

L'investimento ha l'obiettivo di ridisegnare e digitalizzare un insieme di processi, attività e servizi prioritari nelle grandi amministrazioni centrali per migliorare l'efficienza di tali amministrazioni e semplificare le procedure. Tra le amministrazioni centrali figurano: l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e l'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), il sistema giudiziario, il Ministero della Difesa, il Ministero dell'Interno e la Guardia di Finanza.

T4 2022

§  35 servizi supplementari messi a disposizione sul nuovo sito dell’INPS One click by design (Prestazioni pensionistiche, Ammortizzatori sociali, Indennità di disoccupazione, Prestazioni d'invalidità, Rimborsi, Raccolta dei contributi da parte delle imprese, Servizi per i lavoratori agricoli, Servizi antifrode, anticorruzione e di trasparenza)

§  valutazione di almeno 4.250 dipendenti dell'INPS per quanto riguarda le competenze informatiche e le competenze certificate migliorate

T1 2023

§  pubblicazione del contratto per l’acquisto di 5 servizi professionali su 10 di scienza dei dati per la GdF

T4 2023

§  800 mila atti giudiziari della giustizia amministrativa disponibili nel data warehouse

§  reingegnerizzazione di 7 procedure interne del Ministero dell’interno che possono essere interamente completate on-line

§  digitalizzazione di 3,5 mln di fascicoli giudiziari relativi agli ultimi 10 anni di processi civili di tribunali e corti d'appello e agli ultimi 10 anni di atti relativi a procedimenti di legittimità emessi dalla Corte di Cassazione.

§  inizio dell'esecuzione del contratto per la realizzazione di sei nuovi sistemi di conoscenza del data lake della giustizia

§  ulteriori 35 servizi supplementari messi a disposizione sul nuovo sito dell’INPS One click by design

§  portare da 29 a 53 i processi e servizi dell’INAIL reingegnerizzati per renderli pienamente digitalizzati

§  digitalizzazione di 15 procedure relative alla gestione del personale della Difesa partendo da una base di riferimento di 4 procedure già digitalizzate

§  raggiungere la cifra di 450 mila certificati di identità digitali rilasciati dal Ministero della difesa

§  migrazione iniziale di 10 applicazioni del Ministero della difesa non a missione critica verso una soluzione per una protezione completa delle informazioni mediante apertura dell'infrastruttura (S.C.I.P.I.O.)

Target

T4 2023

§  valutazione di altri 4.250 dipendenti INPS per quanto riguarda competenze informatiche

§  sviluppo e realizzazione di portali web istituzionali e portali intranet per esigenze di comunicazione interna del ministero della difesa

T1 2024

§  acquisto di ulteriori 5 servizi professionali di scienza dei dati per la GdF

T2 2024

§  2,5 mln di atti giudiziari della giustizia amministrativa disponibili nel data warehouse

T4 2024

§  digitalizzazione di ulteriori 5 procedure relative alla gestione del personale della Difesa

§  raggiungere la cifra di 750 mila certificati di identità digitali rilasciati dal Ministero della difesa (300 mila nuovi certificati)

§  migrazione finale di 4 di quattro applicazioni a missione critica e di undici applicazioni a missione non critica del Ministero della difesa verso una soluzione per una protezione completa delle informazioni mediante apertura dell'infrastruttura (S.C.I.P.I.O.)

T2 2025

§  progressiva diffusione delle nuove funzionalità dei sistemi informativi operativi della GdF per combattere la criminalità economica

T2 2026

§  reingegnerizzazione di 45 procedure interne complessive del Ministero dell’interno che possono essere interamente completati on-line (entro il 31.8.2026)

§  digitalizzazione di 10 mln di fascicoli giudiziari relativi agli ultimi 10 anni di processi civili di tribunali e corti d'appello e agli ultimi 10 anni di atti relativi a procedimenti di legittimità emessi dalla Corte di Cassazione.

§  realizzazione di sei nuovi sistemi di conoscenza del data lake della giustizia

§  raggiungere complessivamente 82 processi e servizi dell’INAIL reingegnerizzati per renderli pienamente digitalizzati

Competenze digitali di base (M1C1 I 1.7-24, 28)

195 (sovvenzioni)

135 Rete di centri di facilitazione digitale

di cui:

2021: 2

2022: 55

2023: 55

2024: 23

2025: --

2026: --

60 Servizio civile digitale

di cui:

2021: 14

2022: 18

2023: 24

2024: 4

2025: --

2026: --

L’investimento mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini anche al fine di superare il digital divide.

Tra le iniziative previste il potenziamento del Servizio Civile Digitale, avviato in via sperimentale nel 2021, che prevede il reclutamento di giovani che aiutino di utenti ad acquisire competenze digitali di base.

Il 12 maggio 2021 è stato pubblicato l’avviso pubblico per formare 1.000 giovani al Servizio civile digitale.

Si ricorda in materia di superamento del divario digitale il D.L. 31 maggio 2021, n. 77 (decreto governance e semplificazioni) all’art. 38, co. 2 e 3 prevede misure per favorire l'utilizzo del domicilio e delle identità digitali principalmente mediante l'introduzione del Sistema di gestione deleghe (SGD), che consente a coloro che non possiedono una identità digitale di delegare ad un altro soggetto l'accesso per proprio conto a servizi on-line.

Target

T2 2025

§  almeno 1 mln di cittadini che partecipano ad iniziative di formazione promosse da enti no profit e volontari

 

 

T2 2026

§  almeno 2 mln di cittadini che partecipano ad iniziative di formazione promosse dai centri di facilitazione digitale.

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Processo di acquisto ICT (M1C1 R 1.1-1)

----

I costi per la white list dei fornitori sono compresi nell'investimento 3. I costi per la creazione del portale digitale per gli appalti saranno sostenuti da fondi nazionali.

La riforma mira a razionalizzare e accelerare la procedura di appalto per le risorse ITC, semplificando e centralizzando i controlli, limitatamente agli acquisti del PNRR, eliminando le complessità richieste dalla legislazione italiana in aggiunta alla normativa europea.

Si prevedono in particolare:

§  una white list di fornitori certificati;

§  un percorso di approccio semplificato (fast track) per gli acquisiti ICT;

§  un portale digitale degli appalti.

T4 2021

§  adozione di un intervento legislativo nell’ambito del decreto-legge semplificazioni che preveda:

- il ricorso all’affidamento diretto degli appalti ICT

- l'interoperabilità tra le diverse banche dati gestite dagli organismi di certificazione che intervengono nel processo di verifica dei requisiti

- l'istituzione di un fascicolo virtuale dell'operatore economico

 

In attuazione di quanto sopra si veda l’art. 53 del D.L. 31 maggio 2021, n. 77

Supporto alla trasformazione (M1C1 R 1.2-10)

155 (sovvenzioni) di cui:

§  140 per assumere 250-300 esperti esterni;

§  15 per acquisti risorse strumentali.

La riforma definisce la governance necessaria per sostenere le PA centrali e locali nel campo della digitalizzazione per attuare le misure di cui agli investimenti 1-7 e anche per gli investimenti e le riforme nel settore della sanità digitale inclusi nella missione 6. Si prevede l'istituzione di un ufficio per la trasformazione digitale della PA. costituito da un pool temporaneo di risorse per le competenze tecnologiche che gestirà la migrazione e la negoziazione centralizzata di "pacchetti" di supporto esterno certificato. Inoltre si prevede l'istituzione di una nuova società dedicata a Software development & operations management per sostenere l'aggiornamento digitale delle amministrazioni centrali.

T4 2022

§  Istituzione dell'Ufficio per la trasformazione digitale della PA attraverso:

-    la pubblicazione del decreto-legge reclutamento (si veda D.L. 9 giugno 2021, n. 80 art. 10 che prevede l’inserimento presso la struttura della Presidenza del Consiglio competente per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, fino al 31.12.2026, di un contingente massimo di 338 esperti per l’attuazione degli interventi di digitalizzazione previsto dal PNNR; prevede inoltre 67 assunzioni a tempo determinato presso l’AgID);

-    la pubblicazione di un invito a manifestare interesse, la selezione degli esperti e il conferimento degli incarichi.

 

§  Istituzione della NewCo mediante:

-    autorizzazione di legge;

-    DPCM che autorizza la costituzione della società, che ne fissa gli obiettivi, il capitale sociale e la durata e ne nomina gli amministratori;

-    istituzione della società con atto notarile;

-    adozione dello statuto e dei regolamenti della società.

Cloud first e interoperabilità (M1C1 R 1.3-2)

--

La riforma ha l’obiettivo di semplificare e innovare il contesto normativo per facilitare gli interventi di digitalizzazione.

Si prevedono in particolare le seguenti misure:

§  introduzione di disincentivi per le amministrazioni che non avranno effettuato la migrazione al cloud entro un termine predefinito, in considerazione che la migrazione ridurrà i costi ICT delle amministrazioni;

§  revisione delle regole di contabilità che disincentivano la migrazione (al momento, infatti, la migrazione al cloud comporta di “tradurre” capex in opex).

§  semplificazione delle procedure per lo scambio di dati tra le amministrazioni, che attualmente richiedono documenti/autorizzazioni dedicati, per favorire una piena interoperabilità tra le PA.

T4 2021

§  adozione di misure legislative urgenti per la riforma “cloud first e interoperabilità”.

Nell’ambito del decreto-legge semplificazioni (D.L. 31 maggio 2021, n. 77) sono previsti:

§  abolizione dell'obbligo di concludere accordi quadro per le amministrazioni che accedono alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati (art. 39, co. 2, lett. a), n. 1)

§  chiarimenti relativi agli aspetti della privacy; il trasferimento dei dati da un sistema informativo a un altro non modifica la titolarità dei dati e il loro trattamento (art. 39, co. 2, lett. a), n. 2)

§  abrogazione dell'autorizzazione necessaria per l'accesso diretto ai dati (art. 39, co. 5, lett. a)

§  introduzione della possibilità per l'AgID di disciplinare mediante i regolamenti relativi a Centri Elaborazione Dati (CED) e cloud i termini e i metodi con cui le pubbliche amministrazioni devono effettuare le migrazioni dei CE (art. 41, co. 2)

§  introduzione di sanzioni da comminare in caso di mancato rispetto dell'obbligo di migrare verso il cloud (art. 41, co. 1).

 

Inoltre, in base all’allegato alla decisione UE, le misure normative devono ricomprendere provvedimenti di attuazione, in particolare il regolamento AGID relativo al Polo strategico nazionale (ex art. 33-septies DL 179/2012) e le linee guida AGID sull’interoperabilità (ex artt. 50 e 50-ter CAD).

 

 


I soggetti destinatari delle risorse, in prima battuta, sono prevalentemente le pubbliche amministrazioni centrali e locali. Nondimeno, si prevedono importanti ricadute su cittadini e imprese in termini di rafforzamento della quantità e qualità dei servizi digitali messi a disposizione dalle PA attraverso gli investimenti.

L’investimento n. 7 (Competenze digitali di base) impatta direttamente sui cittadini e residenti al fine di migliorarne le competenze digitali (superamento del digital divide). Alcuni degli interventi afferenti all’investimento 6 (Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali) hanno effetti diretti su cittadini, residenti e imprese, ad esempio quello relativo al Ministero dell’interno prevede, tra l’altro, la digitalizzazione dei servizi per i cittadini, quali la prenotazione del passaporto elettronico, nuove modalità di accesso a Banca Dati Nazionale Unica per Anti-mafia, dati censuari integrati con le app IO e PagoPA, oltre alla reingegnerizzazione dei processi interni sottostanti.

La procedura semplificata per gli appalti nel settore ITC (Riforma 1) impatta oltre che sulle amministrazioni aggiudicatrici, sulle imprese che forniscono beni e servizi al settore pubblico.

 

Per quanto riguarda l’influenza sugli assi trasversali del Piano, si prevede che la Missione 1 nel suo complesso abbia un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali. In particolare, gli interventi sulla digitalizzazione delle PA locali incidono in modo significativo nelle aree del Sud che hanno ampi divari in termini di digital divide e di messa a disposizione on line di servizi pubblici al cittadino. Inoltre, nell’ambito dell’investimento Servizi digitali e esperienza dei cittadini (M1C1 I 1.4) è richiamato il progetto Mobilità come servizio che prevede entro il primo trimestre del 2025 la sperimentazione di 7 progetti, di cui il 40% nel Mezzogiorno, volti a sperimentare le soluzioni di mobilità sostenibile nelle città.

 

Relativamente al divario di genere, nel Piano si evidenzia che nel complesso, la Missione 1 potrà attivare una spinta all’occupazione femminile in termini di quantità e di qualità.

Viene rilevato inoltre come la digitalizzazione della PA potrà facilitare la gestione dei processi burocratici che coinvolgono i giovani con un migliore esercizio dei diritti di cittadinanza e la fruizione di servizi per una loro maggiore partecipazione alla vita sociale e culturale.

Nel contempo, l'istituzione del Servizio Civile Digitale (investimento 1.7) prevede il reclutamento di giovani che aiuteranno gli utenti ad acquisire competenze digitali di base; inoltre, all’interno della pubblica amministrazione lo sforzo di reskilling e upskilling includerà un’ampia offerta di corsi online aperti e di massa (MOOC, i.e. Massive Open Online Courses) e l’introduzione di “comunità di competenze” (Community of Practice).

 

Tra gli interventi previsti nell’ambito della digitalizzazione della PA che potrebbero richiedere l’adozione di misure normative di attuazione si richiamano tra gli altri:

§  l’introduzione di disincentivi per le amministrazioni migrano al cloud;

§  la revisione dei sistemi di contabilità;

§  la semplificazione delle procedure per lo scambio di dati tra le amministrazioni;

§  la creazione di una Piattaforma Nazionale Dati;

§  l’istituzione di una Piattaforma unica di notifiche digitali;

§  l’istituzione di organismi di supporto delle amministrazioni locali;

§  la previsione di un Servizio Civile Digitale;

§  l’istituzione di organismi in materia di cibersicurezza,

§  la semplificazione degli acquisti ICT.

 

Per quanto riguarda il quadro delle iniziative normative già adottate e di quelle in essere – in cui si inseriscono le misure previste dal Piano - si ricorda che alcune delle misure per il sostegno e la diffusione dell'amministrazione digitale previste dal Piano sono state anticipate nel decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 recante misure urgenti per la semplificazione dei procedimenti e per l'innovazione digitale (sui contenuti delle misure per la diffusione dell’amministrazione digitale e l’accesso ai servizi on line delle p.a. previste dal DL 76/2020 si veda il paragrafo sul provvedimento del tema dell’attività parlamentare).

Il decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 ha quindi dato una prima attuazione agli obiettivi previsti nel Piano delineando interventi normativi volti alla digitalizzazione delle procedure.

Alcuni degli interventi previsti nell’ambito della digitalizzazione delle PA sono volti inoltre a contribuire alla creazione delle condizioni favorevoli alla introduzione di modalità digitali nella partecipazione alla sfera pubblica dei cittadini, e segnatamente al voto elettronico (si veda in proposito il paragrafo sulla Sperimentazione del voto elettronico del tema dell’attività parlamentare Sistema e procedimento elettorale).

 

Per quanto riguarda la sicurezza cibernetica, il quadro normativo degli ultimi anni si è sviluppato a partire dalle misure di attuazione della direttiva (UE) 2016/1148 del 6 luglio 2016 recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione (c.d. direttiva NIS - Network and Information Security”). La direttiva è stata recepita nell'ordinamento italiano con il decreto legislativo n. 65 del 18 maggio 2018. Successivamente, il decreto-legge n. 105 del 2019 è stato adottato al fine di assicurare un livello elevato di sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici delle amministrazioni pubbliche, nonché degli enti e degli operatori nazionali, pubblici e privati, attraverso l'istituzione di un perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e la previsione di misure volte a garantire i necessari standard di sicurezza rivolti a minimizzare i rischi. In attuazione di tale cornice legislativa sono stati adottati il DPCM 30 luglio 2020 n. 131 in merito ai criteri e alle procedure per l’inclusione nel perimetro e il regolamento riguardante le procedure per la notifica in caso di incidenti su beni ITC (per un’analisi più ampia del quadro normativo e del contesto di riferimento si veda il tema dell’attività parlamentare Sicurezza cibernetica con particolare riguardo ai paragrafi su PNRR e sicurezza ciberneticaI rischi connessi all’accresciuta esposizione alle minacce di tipo cibernetico).

Da ultimo, il decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82 ha definito le misure normative urgenti in materia di sicurezza cibernetica, definendone dell'architettura nazionale e istituendo l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale; a sua volta, il decreto-legge n. 80 del 2021 reca misure per il rafforzamento della capacità amministrativa del settore pubblico.

 

 


 

 



6.2. Competitività del sistema produttivo


Il tema dell’innovazione e competitività nel sistema produttivo, accompagnato da un trasversale intento di digitalizzazione delle attività produttive (e della PA) è oggetto di analisi nell’ambito della seconda componente della Missione 1.

La seconda componente viene suddivisa in Asse 1 (Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo) e Asse 2 (Migliorare il contesto imprenditoriale e la concorrenza).

Si tratta, complessivamente, di 15,70 miliardi di euro, sulla base di quanto previsto nel Piano presentato nel mese di aprile. Le misure previste nell'ambito di questa componente sono intese a colmare le lacune messe in luce dall'indice DESI (indice di digitalizzazione dell'economia e della società) 2020 per quanto riguarda la trasformazione digitale delle imprese e la connettività. Le raccomandazioni per l’Italia del 2019 2 2020 hanno sottolieanto con forza questa carenza del nostro sistema produttivo. Nessuna misura di questa componente arrecherà un danno significativo agli obiettivi ambientali. Nello specifico, questo implica che gli incentivi non possono riguardare alcune produzioni, in particolare quelle che attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, e la creazione e gestione di rifiuti non compatibile con gli obiettivi comunitari.

In questo paragrafo, non si tiene conto delle risorse destinate – sempre nell’ambito della Missione 1 Componente 2 - alle reti ultraveloci (6,71 miliardi) e alle tecnologie satellitari e all’economia spaziale (1,49 miliardi). Di questi ultimi aspetti verrà dato conto nel paragrafo dedicato alla ricerca applicata, mentre l’altro rientra nelle politiche dei trasporti e telecomunicazioni.

La missione 1 nel suo complesso è determinata a provocare un aumento del Pil stimato in 0,8 punti percentuali rispetto allo scenario base nel triennio finale, con un maggior contributo dovuto alla componente 2, qui in esame, per effetto degli investimenti attivati dal programma Transizione 4.0, dell’infrastrutturazione delle reti banda ultra-larga e 5G e delle politiche industriali di filiera. Tutti questi investimenti hanno un elevato impatto diretto e indiretto sugli altri settori dell’economia.

 

La componente M1C2 intende raggiungere i seguenti obiettivi:

1)   supportare la transizione digitale del sistema produttivo con incentivi agli investimenti privati in beni capitali tecnologicamente avanzati (materiali e immateriali) nonché in ricerca, sviluppo e innovazione.

In particolare, questo obiettivo ha due focus principali:

§  potenziare la capacità di innovare delle imprese, in particolare delle PMI, favorendo anche il processo di integrazione in catene del valore globali;

§  stimolare gli investimenti per lo sviluppo e l'applicazione di tecnologie di frontiera essenziali per competere nei mercati globali (come Internet of Things, robotica, intelligenza artificiale, blockchain, cloud computing, edge computing, high-performance computing);

2)   aumentare gli investimenti nel settore della microelettronica, per sostenere la competitività delle imprese strategiche e salvaguardare l'occupazione qualificata;

3)   completare la rete di telecomunicazioni nazionale in fibra ottica e 5G su tutto il territorio nazionale territorio, principalmente per ridurre il digital divide (come detto, questo tema è affrontato nell’ambito delle politiche sulle infrastrutture e i trasporti);

4)   realizzare un piano nazionale per l'economia spaziale a sostegno della transizione digitale e verde e della resilienza dell'Unione (come detto, questo tema è affrontato nell’ambito della sezione dedicata alla ricerca);

5)   promuovere l'internazionalizzazione delle imprese, quale strumento di ripresa e resilienza del sistema produttivo, visto il tradizionale orientamento italiano all'export e il ruolo strategico svolto dalle imprese esportatrici;

6)   rafforzare le filiere produttive italiane facilitando l'accesso ai finanziamenti.

L'obiettivo finanziato nell'ambito del PNRR della trasformazione digitale delle imprese, perseguito incentivando gli investimenti privati in beni e attività a sostegno della digitalizzazione, fa parte del più ampio Piano Transizione 4.0

Il disegno del Piano di Transizione 4.0 mira a incentivare la trasformazione digitale delle imprese italiane. Lo fa tenendo conto anche dell'impatto dei precedenti incentivi fiscali. È una componente essenziale di una più ampia strategia, che prevede azioni intraprese sia dal lato dell'offerta - supportando lo sviluppo del settore high-tech e il rafforzamento del legame tra il sistema di ricerca e la base industriale - e dal lato della domanda, attraverso incentivi agli investimenti in tecnologie. Pertanto, il Piano Transizione 4.0 e la Missione 4, componente 2 (Dalla ricerca all’impresa) devono essere visti come complementari.

Come riportato nei documenti dello scorso aprile, le risorse per questa componente dovrebbero portare ad un aumento del PIL stimato nello 0,8% per l’intera missione 1, pur se il maggior contributo è riferibile alla componente 2 in esame.

L’impatto sull’occupazione è stimato pari allo 0,3% (+0,4% di occupazione femminile e + 0,3% di occupazione giovanile al 2026).

 

Per quanto riguarda la Missione 4, si rinvia al paragrafo successivo.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 1, afferenti al sistema produttivo.

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Transizione 4.0 (M1C2-I.1.1-3-5)

 

13.380

(vedi tabella successiva)

 

 

Credito di imposta alle imprese che investono in beni strumentali materiali 4.0 (tecnologicamente avanzati)

 

8.870

(sovvenzioni)

di cui

2021: 1.402

2022: 2.576

2023: 2.782

2024: 1.589

2025:    467

2026:      52

Esempi di beni strumentali materiali 4.0 (tecnologicamente avanzati) sono le macchine di produzione il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti, macchine e sistemi utilizzati per il controllo di prodotti o processi e sistemi interattivi. Questi dispositivi devono essere dotati di funzioni digitali, quali l'integrazione automatizzata e l'interfaccia uomo-macchina

Con riferimento alle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, si mira a far utilizzare ad almeno 69.900 imprese i crediti d'imposta Transizione 4. 0, di cui:

§  17.700 per beni strumentali materiali 4.0;

§  27.300 per beni strumentali immateriali 4.0;

§  13.600 per beni strumentali immateriali standard;

§  10.300 per attività di ricerca, sviluppo e innovazione;

§  1.000 per attività di formazione.

Il conseguimento dell’obiettivo attraverso il credito di imposta è indicato per il secondo trimestre del 2024.

 

Con riferimento alle dichiarazioni dei redditi presentate tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2023, si prevede che almeno 117.000 imprese utilizzeranno i crediti d'imposta Transizione 4. 0, di cui:

 

§  26.900 per beni strumentali materiali 4.0

§  41.500 per beni strumentali immateriali 4.0;

§  20.700 per beni strumentali immateriali standard

§  20.600 per attività di ricerca, sviluppo e innovazione

§  2.000 per attività di formazione.

Il conseguimento dell’obiettivo attraverso il credito di imposta è indicato per il secondo trimestre del 2025.

 

Il 30 giugno 2021 è stato convertito in legge il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti. L’articolo 3 di tale decreto, che ha modificato la copertura finanziaria prevista dalla legge di bilancio 2021 (art. 1, co. 1065, L. 178/2020) in relazione agli oneri derivanti dalle disposizioni sul credito d’imposta per la Transizione 4.0. La relazione tecnica al disegno di legge rilevava che, a seguito di interlocuzioni informali avviate con la Commissione Europea sulle misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, era stato valutato che il credito di imposta per gli investimenti in beni materiali non presentasse i requisiti necessari per essere finanziato a valere sui fondi del PNRR, con particolare, riferimento al criterio di "non arrecare un danno significativo agli obiettivi ambientali" (cd "do no significant harm principle"), poiché non veniva ritenuto in grado di contribuire efficacemente alla transizione ecologica del Paese.

 

Credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali immateriali 4.0

1.910

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 331

2022: 593

2023: 638

2024: 308

2025:   45

2026:     0

 

Esempi di beni strumentali immateriali 4.0 sono la modellazione 3D, i sistemi di comunicazione intra-fabbrica, software, sistemi, piattaforme e applicazioni per l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico.

Vedi sopra

Credito di imposta alle imprese che investono in beni i beni immateriali standard

290

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 106

2022:   76

2023:   63

2024:   40

2025:     7

2026:     0

 

Un esempio di beni immateriali standard è dato dal software per la gestione aziendale.

Vedi sopra

Credito di imposta alle imprese che investono in ricerca, sviluppo e innovazione

2.010

(sovvenzioni)

di cui:

2021:     0

2022: 335

2023: 670

2024: 670

2025: 335

2026:     0

 

Vedi sopra

Credito di imposta alle imprese che investono in attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze

300

(sovvenzioni)

di cui:

2022: 150

2023: 150

 

 

Vedi sopra

Innovazione e tecnologia nella microelettronica (M1C2- 15)

340

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   33

2023:     7

2024:   40

2025: 107

2026: 153

L'obiettivo è lo sviluppo della filiera strategica della microelettronica investendo nei substrati di carburo di silicio. Dall'investimento, in linea con le norme vigenti in materia di aiuti di Stato, ci si attende un impatto positivo sull'occupazione (700 posti di lavoro).

 

L’importo dei contributi è pari al 40 per cento dell’ammontare complessivo delle spese ammesse. (850 milioni di euro).

L’obiettivo della misura è una capacità di produzione annuale di almeno 374.400 substrati di carburo di silicio.

Non si prevede una notifica ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato.

Il conseguimento dell’obiettivo è indicato al secondo trimestre del 2026.

 

Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione

(M1C2- I.5 -26-29)

1.950 (1.200+750)

 

 

Rifinanziamento e riforma dei servizi offerti dal Fondo introdotto con la legge 394/81 e gestito da SIMEST

 

1.200

(prestiti)

di cui  

2021: 1.200

 

 

L’intervento si pone l’obiettivo di sostenere l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, che eroga contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri (inclusi dal 2020 i paesi membri dell’Unione Europea).

 

 

Il rifinanziamento del Fondo 394/81 è previsto per il terzo trimestre del 2021.

L’obiettivo è di far fruire del sostegno del Fondo 394/81 ad almeno 4.000 PMI a partire dal 1º gennaio 2021.

 

 

Competitività e resilienza delle filiere produttive

 

750

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   70

2023:   70

2024: 170

2025: 170

2026: 270

L'obiettivo consiste nel sostegno finanziario a progetti di investimento con un impatto significativo sulle filiere italiane attualmente esistenti, così come su quelli emergenti.

È possibile identificare 12 principali filiere sul territorio italiano: agroalimentare, automotive, arredamento e design, cantieristica e aerospaziale, edilizia e immobiliare, energia e utilities, fashion & beauty, meccanica, media e TLC, trasporti e logistica, turismo.

L'investimento è quindi indirizzato a ampliare il perimetro del contratto di sviluppo al fine di rafforzare le filiere più strategiche per l'Italia, come l'automotive, il turismo e i settori chiave del farmaceutico e l'economia verde.

In particolare, le risorse sono rivolte a programmi di sviluppo nel settore biomedicale e di telemedicina, ovvero progetti con un significativo impatto ambientale, relativi alla trasformazione tecnologica di prodotti o processi, ovvero alla mobilità sostenibile.

Nell’allegato alla decisione UE (pag.172), si fa riferimento allo strumento dei contratti di sviluppo, precedentemente non dichiarati.

Si presume che questo intervento descriva meglio quello precedentemente riferito alle filiere più importanti del settore produttivo nazionale, posto che si prefigura il sostegno a progetti che interessano catene del valore strategiche chiave, (programmi di sviluppo industriale, programmi di sviluppo per la tutela dell'ambiente, la mobilità sostenibile e le attività turistiche). In Italia, circa 390.000 aziende manifatturiere operano nelle filiere produttive.

L’obiettivo è di concludere 40 contratti di sviluppo entro il quarto trimestre del 2024, per un ammontare stimato di 1.500 milioni di euro di investimento.

 

Investimento nel sistema della proprietà industriale

(M1C2-I 6- 5)

 

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag.141), si prevede un contributo per almeno 254 progetti aggiuntivi destinato a imprese e organismi di ricerca, come misure relative ai brevetti (Brevetti+), progetti PoC (Proof of Concept) e uffici per il trasferimento tecnologico (TTO), nel rispetto degli orientamenti tecnici sul principio "non arrecare un danno significativo".

Si tratta di una novità rispetto alla precedente versione del Piano di ripresa e resilienza, che prevedeva solo la riforma del sistema di proprietà industriale: Ora, accanto alla riforma, si prevede anche un investimento. Già nella precedente versione era comunque appostato uno stanziamento per risorse in questa direzione (vedi Riforma del sistema della proprietà industriale M1C2-4).

Si presume che le risorse ivi indicate debbano ora essere ricondotte all’investimento.

Il conseguimento dell’obiettivo attraverso il credito di imposta è indicato per il quarto trimestre del 2025.

 


 

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la previsione delle seguenti riforme:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riforma del sistema della proprietà industriale

(M1C2-R I-4)

300

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022:      0

2023:    90

2024:  100

2025:    60

2026:    30

Il nuovo decreto legislativo deve modificare il codice della proprietà industriale italiano (decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30) e disciplinare almeno: i) la revisione del quadro normativo per rafforzare la protezione dei diritti di proprietà industriale e semplificare le procedure, ii) il rafforzamento del sostegno alle imprese e agli istituti di ricerca, iii) il miglioramento dello sviluppo di abilità e competenze, iv) l'agevolazione del trasferimento di conoscenze e v) il rafforzamento della promozione dei servizi innovativi.

 

Leggi annuali sulla concorrenza

(M1C2-R 2-7-14)

 

 

La legge annuale sulla concorrenza, i cui strumenti attuativi dovranno essere adottati ed entrare in vigore entro il 31 dicembre 2022, dovrà trattare i seguenti temi:

§  Applicazione delle norme antitrust, rafforzando la normativa anticoncentrazioni;

§  Servizi pubblici locali. In particolare, viene dichiarato l’obiettivo di rafforzare la concorrenza nei contratti di servizio pubblico locale, in particolare per rifiuti e trasporti pubblici locali, anche rivedendo i meccanismi di incentivazione delle aggregazione tra Comuni in ambiti ottimali. L’impegno di definire i servizi pubblici sulla base dei criteri del diritto dell'UE sembra alludere al tema delle concessioni di posteggio per il commercio su area pubblica (ambulanti);

§  Energia. In particolare, vengono indicati gli obiettivi di rendere obbligatorio lo svolgimento di gare per i contratti di concessione per l'energia idroelettrica e per la distribuzione del gas e di abolire le tariffe regolamentate per la ricarica dei veicoli elettrici.

§  Rendere obbligatorio lo svolgimento di gare per i contratti di concessione per la distribuzione del gas.

§  Stabilire criteri trasparenti e non discriminatori per l'assegnazione di spazi pubblici per la ricarica delle auto elettriche o per la selezione degli operatori per l'installazione dei punti/delle stazioni di ricarica

§  Trasporti. In particolare, sono perseguiti gli obiettivi di adottare criteri non discriminatori per l'aggiudicazione delle concessioni portuali e per le reti ferroviarie regionali;

§  Rifiuti, con particolare riguardo alla semplificazione dell’autorizzazione per gli impianti di trattamento dei rifiuti.

§  Avvio di un'attività imprenditoriale, con specidfico riferimento ai termini per la trasmissione di informazioni sui dipendenti al fine di ridurre il numero di giorni necessari per avviare un'impresa;

§  Vigilanza del mercato, prevedendo agenzie regionali delle autorità nazionali di vigilanza del mercato, nell’ottica di garantire la presenza e la diffusione di prodotti conformi e sicuri, che non mettano a rischio la salute e che non falsino la concorrenza, rafforzare gli strumenti di controllo applicando l'intelligenza artificiale per tracciare i prodotti pericolosi e illeciti, istituire laboratori accreditati per le prove su tutti i prodotti.

Tutte le voci relative alla legge annuale sulla concorrenza sono una novità rispetto alla precedente versione del PNRR.

Nell’allegato alla decisione UE (pag.154 e seguenti), tutti i punti sopra accennati sono analiticamente dettagliati.

 

Gli obiettivi delle annuali leggi sulla concorrenza (successive) prevedono le seguenti tappe:

§  entro il 2022: Graduale eliminazione dei prezzi regolamentati dell’energia elettrica per le microimprese e le famiglie a partire dal 1° gennaio 2023.

§  entro il 2023: piano di sviluppo della rete per l'energia elettrica

§  entro il 2024: diffusione di contatori elettrici intelligenti di seconda generazione.
Nel settore dei trasporti/autostrade:
svolgimento di gare per i contratti di concessione autostradale, fatta salva la modalità in house entro i limiti stabiliti dal diritto dell'UE;
svolgimento di gare per pacchetti di concessioni autostradali;
ridurre, entro un periodo di tempo ragionevole (massimo cinque anni), la percentuale dei contratti in house dal 40 % al 20 %, fatti salvi i livelli occupazionali;
includere l'installazione di un numero minimo di colonnine di ricarica elettrica tra i criteri di aggiudicazione delle nuove concessioni autostradali.

§  entro il 2024: non sono previsti contenuti particolari della legge annuale.

§  entro il 2025: devono essere installati almeno 33 milioni di contatori intelligenti di seconda generazione.

 

 

Dalla ricerca all’impresa

 


Le risorse destinate alle politiche per lo sviluppo di una economia ad alta intensità di conoscenza sono allocate nella Missione 4, la cui Componente 2 – che dispone di 11,44 miliardi di euro - è significativamente denominata “dalla ricerca all’impresa”, proprio perché intende sostenere gli investimenti in R&S, promuovere l'innovazione e la diffusione delle tecnologie e a rafforzare le competenze. La Missione 4 si basa su tre pilastri principali: a) miglioramento della base scientifica; b) forti legami tra imprese e scienza (trasferimento di conoscenze e tecnologia); c) sostegno all'innovazione delle imprese (in particolare PMI, start-up).

In questo paragrafo ci si dedicherà principalmente al secondo e terzo aspetto.

Le raccomandazioni specifiche per paese rivolte all'Italia nel 2020 e nel 2019 sottilineavano la necessità di "incentrare la politica economica connessa agli investimenti sulla ricerca e l'innovazione e sulla qualità delle infrastrutture" (raccomandazione specifica per paese 2019, punto 3),  di "promuovere gli investimenti privati per favorire la ripresa economica" (raccomandazione specifica per paese 2020, punto 3) e di "concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare la ricerca e l'innovazione" (raccomandazione specifica per paese 2020, punto 3).

 

La componente è a sua volta divisa in tre linee di intervento, che coprono l’intera filiera del processo di ricerca e innovazione, dalla ricerca di base al trasferimento tecnologico, riportate nella tabella che segue.

Le risorse per questa componente sono interamente ascrivibili al Piano di resilienza (RFF) e dovrebbero portare ad un aumento sia del PIL che dell’occupazione pari allo 0,2% (+0,3% di occupazione femminile e + 0,2% di occupazione giovanile al 2026).

Per quanto riguarda la compatibilità con la normativa sugli aiuti di Stato, una richiesta di valutazione sarà effettuata individualmente per ciascuno dei finanziamenti descritti nella Componente 2.


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di significativo interesse nazionale (PRIN)

(M4C2- I.1.1-5-7)

1.800

(prestiti)

di cui:

2021:      300

2022:      300

2023:      300

2024:      900

2025:          0

2026:          0

Le principali aree di intervento del PNR riflettono i sei cluster del Programma quadro europeo di ricerca e innovazione 2021 -2027: i) salute; ii) cultura umanistica; iii) sistemi sociali; iv) digitale, industria, aerospaziale; v) clima, energia, mobilità sostenibile; vi) prodotti alimentari, bioeconomia.

L’investimento è destinato a finanziare anche i Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN), di durata triennale che, per la loro complessità e natura, richiedono la collaborazione di unità di ricerca appartenenti ad università ed enti di ricerca (come il Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

L’investimento finanzierà, entro il secondo trimestre del 2025, 5.350 progetti. Per il quarto trimestre del 2023 si punta al finanziamento di 3.150 progetti.

Per il secondo trimestre del 2025 è prevista l’assunzione di almeno 900 nuovi ricercatori a tempo determinato, con almeno 100 nuovi ricercatori a tempo determinato assunti per ciascuno dei partenariati previsti per la ricerca di base firmati tra istituti di ricerca e imprese private.

Un obiettivo interno all’assunzione di ricercatori è l’impiego di almeno il 40% di ricercatrici.

I criteri di selezione tenderanno a garantire anche l'equilibrio territoriale e il coinvolgimento sia delle grandi che delle piccole e medie imprese (PMI), con particolare attenzione alle imprese più giovani (fondate da meno di 5 anni) e innovative.

I progetti devono essere caratterizzati dal destinare almeno il 42 % del costo totale dell'investimento sostenuto tramite il PNRR a finalità di carattere ambientale e di contrasto ai cambiamenti climatici.

I bandi mirano a consentire una continuità nella presentazione dei progetti.

Destinatari dell’intervento sono Università, centri di ricerca, ricercatori.

Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori

((M4C2-I.1.2 -1)

600

(sovvenzioni)

di cui:

2021:     0     

2022:  100   

2023:   175

2024:   150

2025:   100

2026:     75

L’investimento ha l’obiettivo di offrire nuove opportunità dedicate ai giovani ricercatori, al fine di trattenerli all'interno del sistema economico italiano. La misura, implementata dal MUR, prevede di sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori

Una parte del contributo sarà vincolata all'assunzione di almeno un ricercatore "non-tenure-track" (fuori dal percorso accademico) e parte del contributo dedicato a brevi periodi di mobilità per attività di ricerca o didattica in altre località in Italia o all'estero.

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente..

Il provvedimento prevede l'attivazione di un bando annuale. Essendo stato emesso un bando all'inizio del 2021 (che si concluderà ad aprile 2021), le risorse dedicate a questo investimento saranno utilizzate a partire dal 2022.

Si prevede l’assegnazione di almeno 300 borse di ricerca entro il quarto trimestre del 2022.

Parallelamente, l’allegato alla decisione UE (p. 404) sottolinea che il conseguimento soddisfacente dell'obiettivo terrà inoltre conto del fatto che siano assunti almeno 300 giovani ricercatori.

 

Partenariati estesi a Università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base

((M4C2-I. 1.2-8)

1.610

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022:  260

2023:  300

2024:  550

2025:  250

2026:  250

-         

L'investimento mira a finanziare fino a un massimo di 15 programmi di ricerca, realizzati da reti allargate di soggetti pubblici e privati. L'investimento è in linea con uno degli obiettivi PNR di promuovere cambiamenti positivi sfruttando la ricerca fondamentale.

Uno degli obiettivi dell’investimento è il rafforzamento delle catene tecnologiche nazionali, per promuoverne la partecipazione alle catene del valore strategiche europee e globali. Esempi possibili sono la mobilità (batterie, materiali e logistica sostenibili ecc.), energie alternative, superconduttori, monitoraggio e prevenzione dei cambiamenti climatici, economia circolare nel settore della moda, simbiosi industriale, progettazione ecosostenibile, gestione, riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti, biodiversità, processi produttivi ecologici, veicoli a guida autonoma, vaccini, bioreattori, nuove materie prime, gestione delle acque e tutela delle risorse idriche.?

Ciascun programma dovrebbe promuovere l'aggregazione delle piccole e medie imprese intorno a grandi attori privati e centri pubblici di ricerca nonché incoraggiare le attività di ricerca collaborative e complementari.

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

Entro il secondo trimestre del 2025, è prevista l’assunzione di almeno 100 nuovi ricercatori a tempo determinato per ciascuno dei partenariati di ricerca di base sottoscritti tra istituti di ricerca e imprese private, di cui almeno il 40% dovrebbero essere ricercatrici.

I criteri di selezione tenderanno a garantire anche l'equilibrio territoriale e il coinvolgimento sia delle grandi che delle piccole e medie imprese (PMI), con particolare attenzione alle imprese più giovani (fondate da meno di 5 anni) e innovative.

I progetti devono essere caratterizzati dal destinare almeno il 42 % del costo totale dell'investimento sostenuto tramite il PNRR a finalità di carattere ambientale e di contrasto ai cambiamenti climatici.

Infine, l'invito a presentare progetti e la procedura di selezione richiederanno una valutazione ambientale strategica (VAS) nel caso in cui si preveda che il progetto incida notevolmente sul territorio.

 

Potenziamento strutture di ricerca e creazione di “campioni nazionali di R&S” su alcune Key Enabling Technologies

(M4C2-I.1.4-9)

1.600

(prestiti)

di cui:

2021:   80

2022: 150

2023: 250

2024: 260

2025: 460

2026: 400

Questa misura mira al finanziamento della creazione di centri di ricerca nazionale in grado di raggiungere, attraverso la collaborazione di Università, centri di ricerca e imprese, una soglia critica di capacità di ricerca e innovazione. Elementi essenziali di ogni centro nazionale saranno la creazione e il rinnovamento di rilevanti strutture di ricerca, il coinvolgimento di soggetti privati nella realizzazione e attuazione dei progetti di ricerca e il supporto alle start -up e alla generazione di spin off.

Nella precedente versione del Piano si era evidenziato che i principali settori individuati per questo intervento sono la simulazione avanzata e big data, ambiente ed energia, quantum computing, biopharma, agritech, fintech, tecnologie per la transizione digitale industriale, mobilità sostenibile, tecnologie applicate e patrimonio culturale, tecnologie per la biodiversità, salva la presentazione di bandi competitivi.

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

I progetti devono essere caratterizzati dal destinare almeno il 36 % del costo totale dell'investimento sostenuto tramite il PNRR a finalità di carattere ambientale e di contrasto ai cambiamenti climatici.

A sua volta, la finalità di digitalizzazione dovrà rappresentare almeno il 15 % del costo totale dell'investimento sostenuto dal PNRR.

Verrà emanato un bando, individuando fino a cinque reti di università, enti di ricerca e aziende in una delle aree scientifiche e tecnologiche di interesse.

Le Key Enabling Technologies includono:

§  Simulazione avanzata e analisi e gestione dei big data

§  Tecnologie avanzate per l'ambiente e l'energia

§  Tecnologie quantistiche e dei materiali avanzati, fotonica ed optoelettronica

§  Tecnologie per la salute (Biopharma Technologies)

§  Tecnologie per l'agricoltura e l'alimentazione (Agri-Tech)

§  Mobilità sostenibile

§  Tecnologie applicate e patrimonio culturale

§  Tecnologie per la biodiversità e la sostenibilità ambientale

§  Tecnologie per la transizione digitale industriale - Industria 4.0.

L’obiettivo dovrà essere conseguito entro il quarto trimestre del 2025.

Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S"

(M4C2- I.1.5-18)

1.300

(prestiti)

di cui:

2021: 100

2022: 100

2023: 300

2024: 550

2025: 250

2026: 250

 

Gli ecosistemi dell’innovazione rappresentano un modello innovativo di innovazione economica e sociale e sono luoghi di contaminazione e collaborazione tra Università, centri di ricerca, società e istituzioni locali che hanno finalità di formazione di alto livello, innovazione e ricerca applicata definite sulla base delle vocazioni territoriali.

La misura contempla il finanziamento entro il 2026 di “campioni territoriali di “R&S” (esistenti o nuovi) che verranno selezionati con procedure competitive.

Nella precedente versione del Piano si ipotizzavano 12 campioni nazionali.

I progetti saranno finalizzati a ridurre il mismatch tra competenze richieste dalle imprese e competenze fornite dalle università, nonché dottorati industriali. Le attività di ricerca saranno realizzate congiuntamente dalle università e dalle imprese, in particolare le PMI, operanti sul territorio, per cui si ipotizza un deciso supporto alle start-up, con il coinvolgimento delle comunità locali.

La selezione dei progetti da finanziare avverrà sulla base della qualità scientifica e della vocazione territoriale, nonché dell’effettiva attitudine a stimolare le capacità innovative delle imprese, in particolare delle PMI, con la capacità di generare relazioni nazionali ed internazionali con importanti istituzioni di ricerca e società leader e l'effettiva capacità di coinvolgimento delle comunità locali.

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

La procedura di selezione richiederà una valutazione DNSH e un'eventuale valutazione ambientale strategica (VAS) nel caso in cui si preveda che il progetto incida notevolmente sul territorio.

I centri nazionali saranno creati a seguito di un invito a presentare proposte concorrenziali con la riunione dei laboratori di punta esistenti a livello mondiale già presenti nelle università e i centri di ricerca pubblici e privati, e creando nuove infrastrutture su misura.

 

IPCEI

(M4C2-I 2.1-10-12)

1.500

(prestiti)

 di cui:

2021:  100

2022:  200

2023:  250

2024:  500

2025:  450

2026:      0

L’obiettivo della misura è di integrare l’attuale fondo IPCEI (art. 1 comma 232 della legge di bilancio per il 2020), con risorse aggiuntive che consentiranno di finanziare nuovi progetti.

L'IPCEI prescelto riguarderà settori industriali innovativi in linea con le catene del valore europee.

L’investimento comprende sia gli IPCEI già approvati che quelli futuri, come il cloud, la salute, le materie prime e la cybersecurity.

Finora l'Italia ha partecipato a 3 IPCEI, due sulle batterie e l'altro sulla microelettronica.

 

Il 30 marzo 2021 l'Italia ha lanciato un invito a manifestare interesse su IPCEI in merito Infrastruttura di servizi cloud di nuova generazione.

Inoltre, l'Italia lancerà un nuovo IPCEI sulla microelettronica e un altro progetto sull’idrogeno.

I progetti devono rispettare il principio "non arrecare un danno significativo" e devono essere caratterizzati dal destinare almeno il 40% del costo totale dell'investimento sostenuto tramite il PNRR a finalità di carattere ambientale e di contrasto ai cambiamenti climatici.

A sua volta, la finalità di digitalizzazione dovrà rappresentare almeno il 60 % del costo totale dell'investimento sostenuto dal PNRR.

Partenariati – Horizon Europe

(M4C2-I. 2.2-2)

 

200

(sovvenzioni)

 

di cui:

2021:   0

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026:   0

 

 

L'obiettivo della misura è sostenere progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, individuati con inviti specifici a partecipare ai partenariati europei nell'ambito di Orizzonte Europa. Queste iniziative di ricerca transnazionali possono costituire un importante motore per lo sviluppo di R&I su questioni strategiche per la ripresa dell'economia italiana. In particolare, il sostegno si focalizzerà sui seguenti partenariati: calcolo ad alte prestazioni, 2) tecnologie digitali chiave, 3) transizione all'energia pulita; 4) Oceani blu - Un'economia blu climaticamente neutra, sostenibile e produttiva; 5) PMI innovative.

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

 

Il decreto del Ministro dello sviluppo economico 1° luglio 2020 definisce i criteri generali per la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale delle imprese italiane selezionati nei bandi emanati dalle istituzioni dell’Unione europea.

Si prevede l’assegnazione di almeno 205 progetti entro il quarto trimestre del 2025.

I progetti devono rispettare il principio "non arrecare un danno significativo" e devono essere caratterizzati dal destinare almeno il 60 % del costo totale dell'investimento sostenuto tramite il PNRR a finalità di carattere ambientale e di contrasto ai cambiamenti climatici.

A sua volta, la finalità di digitalizzazione dovrà rappresentare almeno il 40 % del costo totale dell'investimento sostenuto dal PNRR.

L’allegato al PNRR prevedeva che l’80% dell’ammontare del finanziamento sarebbe stato destinato al Mezzogiorno e il 20 al Centro-Nord e fissava un target di investimenti privati in R&S da raggiungere al 2026 pari a 286 milioni di euro.

Potenziamento ed estensione tematica e territoriale dei centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria

(M4C2-I.2.3-13-15)

350

(prestiti)

di cui:

2021:   71

2022: 105

2023: 105

2024:     7

2025:     0

2026:     0

 

I centri di competenza sono partenariati pubblico-privati e sono selezionati in base alla capacità di apportare strumenti innovativi ed efficaci nell'attuazione dei programmi di trasformazione digitale delle imprese per quanto riguarda i processi, i prodotti e i modelli aziendali. I partner sono istituzioni quali università, centri di ricerca e imprese private tecnologiche di punta.

La semplificazione e razionalizzazione dei centri di trasferimento tecnologico è volta ad aumentare i servizi tecnologici avanzati a beneficio delle aziende, focalizzandosi su tecnologie e specializzazioni produttive di punta.

La misura ha l’obiettivo di sostenere una rete di 60 centri incaricati dello sviluppo di progettualità, dell’erogazione alle imprese di servizi tecnologici avanzati e di servizi innovativi e qualificanti di trasferimento tecnologico. Si prospetta un aumento del valore del servizio di trasferimento tecnologico pari al 140 per cento.

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

L'art. 42 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, ha previsto un programma di sostegno al trasferimento tecnologico e al tessuto imprenditoriale operante nell'ambito dell'innovazione tecnologica. È stato pertanto istituito il «Fondo per il trasferimento tecnologico». Lo stesso articolo prevede iniziative volte a favorire la collaborazione di soggetti pubblici e privati nella realizzazione di progetti di innovazione e spin-off. È poi prevista una convenzione del MISE con ENEA, che a sua volta, ENEA ha provveduto alla fondazione di «Fondazione Enea Tech».

Entro il quarto trimestre del 2025 è previsto l’avvio delle attività dei 42 nuovi hub per un valore stimato dei servizi (risorse pubbliche e private) pari a 600 ml di euro.

Non sembra univoco l’obiettivo dei poli da aprire, se 42 o 60.

Si prevede che i centri di trasferimento di tecnologia forniscano servizi per una quantità di risorse pari ad almeno 600 milioni di euro, quasi raddoppiando i finanziamenti ottenuti con il meccanismo cofinanziario.

Dovrebbero beneficiare dei servizi almeno 4 500 PMI, per un valore stimato pari a 130.000 euro.

 

Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione

(M4C2- I.3.1-16-17)

1.580

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022: 200

2023: 200

2024: 550

2025: 400

2026: 230

 

Questa misura sostiene la creazione di infrastrutture di ricerca e innovazione che colleghino il settore industriale con quello accademico. Il Fondo finanzierà la creazione o il rafforzamento, su base competitiva, di infrastrutture di ricerca di rilevanza pan-europea e infrastrutture di innovazione dedicate, promuovendo la combinazione di investimenti pubblici e privati. In particolare, la misura finanzierà fino a 30 progetti infrastrutturali (esistenti o di nuovo finanziamento), con un research manager per ogni infrastruttura.

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

La procedura di selezione richiederà una valutazione DNSH  e un'eventuale valutazione ambientale strategica (VAS) nel caso in cui si preveda che il progetto incida notevolmente sul territorio.

Le proposte saranno selezionate sulla base dei seguenti criteri: leadership scientifica/tecnologica/dell'innovazione, il loro potenziale innovativo (in termini di innovazione aperta/dati aperti e di sviluppi proprietari), la loro conformità alle aree tematiche o per nuovi sviluppi dirompenti, i loro piani traslazionali e di innovazione, il sostegno fornito dall'industria in qualità di partner per l'innovazione aperta e/o di utente, la forza delle attività di sviluppo delle imprese, la generazione di diritti di proprietà intellettuale, di norme chiare per distinguere i piani di produzione e di concessione di licenze aperte e protette, la capacità di sviluppare e ospitare i dottorati industriali, i legami con il capitale o altri tipi di finanziamento atti ad agevolare lo sviluppo di nuove start-up.

Il finanziamento delle 30 infrastrutture finanziate (con i 30 responsabili della ricerca assunti) è previsto per il secondo trimestre del 2023.

L'infrastruttura per l'innovazione comprende infrastrutture multifunzionali in grado di coprire almeno tre settori tematici quali: i) quantistica, ii) materiali avanzati, iii) fotonica, iv) scienze della vita, v) intelligenze artificiali, vi) transizione energetica.

L’intervento – secondo quanto riportato nella precedente versione del Piano - si combina con gli investimenti 1.4 (Potenziamento strutture di ricerca e creazione di "campioni nazionali di R&S) e 1.5 (Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione per la sostenibilità", creazione di "leader territoriali di R&S).

Finanziamento di start –up

(M4C2- I.3.2-20-21)

300

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   25

2023:   50

2024:   75

2025:   75

2026:   75

 

La misura è finalizzata ad integrare le risorse del Fondo nazionale per l’innovazione, lo strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere lo sviluppo del venture capital in Italia. Attraverso questa iniziativa sarà possibile ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo. L’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 mln di euro).

Come per le sovvenzioni alle imprese, in osservanza del principio di "non arrecare un danno significativo", i progetti dovranno escludere le attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle, attività che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai parametri di riferimento, attività connesse alle discariche di rifiuti e attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente.

Si stima che il sostegno a 250 piccole e medie imprese innovative avverrà entro il secondo trimestre del 2025.

La precedente versione del Piano prevedeva una suddivisione dello stanziamento per il 73% al Centro- Nord e per il 27% al Mezzogiorno.

 

Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese

(M4-C2-I.3.3-12)

600

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 100

2022: 150

2023: 200

2024:   50

2025:   50

2026:   50

 

 

L’obiettivo della misura consiste nel potenziamento delle competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies, attraverso programmi di dottorato dedicati, con il contributo e il coinvolgimento delle imprese, e incentivi all’assunzione di ricercatori precari junior da parte delle imprese. La misura prevede l’attivazione di 5.000 borse di dottorato per 3 anni, con il cofinanziamento privato e l’incentivo all’assunzione di 20.000 assegnisti di ricerca o ricercatori da parte delle imprese.

Una quota non inferiore al 30% dei posti disponibili sarà assegnata alle università situate nelle regioni meridionali e Isole, al fine di sostenere i progetti di avvio in cui è meno probabile che siano sostenuti da risorse di mercato.

Questa azione richiede una preventiva notifica ai sensi della disciplina per gli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo e innovazione.

Milestone: assegnate almeno 15.000 borse di dottorato di ricerca innovative (Q4-2024).

L’intervento partirà nel 2021 e si concluderà nel 2026.

È in corso di approfondimento la necessità di una notifica preventiva ai sensi della normativa sugli aiuti di Stato.

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e la mobilità

(M4C2- R.1.1-4)

 

La riforma sarà attuata dal MUR e dal MISE attraverso la creazione di una cabina di regia interministeriale e l'emanazione di 2 decreti ministeriali: uno in ambito mobilità, per aumentare e sostenere la mobilità reciproca (attraverso incentivi) di figure di alto profilo (es. ricercatori e manager) tra Università, infrastrutture di ricerca e aziende, l'altro in ambito semplificazione della gestione dei fondi per la ricerca e riformare il percorso professionale dei ricercatori per concentrarsi maggiormente sulle attività di ricerca.

Gli Enti pubblici di ricerca (EPR) avranno un ruolo fondamentale sia come possibili leader progettuali per i Partenariati, per i Campioni nazionali e per gli Ecosistemi territoriali, sia come potenziali partecipanti ai bandi sul Fondo PNR e sul Fondo per le infrastrutture.

Entro il secondo trimestre del 2022 dovrebbero essere adottati i decreti ministeriali volti a:

a) passare ad un approccio più sistemico alle attività di R&S attraverso un nuovo modello semplificato volto a generare un impatto significativo evitando la dispersione e la frammentazione delle priorità;

b) aumentare la mobilità di personalità di alto profilo (come ricercatori e dirigenti) tra università, infrastrutture di ricerca e imprese;

c) semplificare la gestione dei fondi;

d) riformare il percorso professionale dei ricercatori per concentrarsi maggiormente sulle attività di ricerca.

 

 


Anche se appartiene alla Missione 1, Componente 2, appare più sistematico esporre in questo contesto l’Investimento 4 - Tecnologie satellitari ed economia spaziale.

Il Piano nazionale volto a potenziare i sistemi di osservazione della terra per il monitoraggio dei territori e dello spazio extra-atmosferico e a rafforzare le competenze nazionali nella space economy. Il Piano Nazionale include diverse linee d’azione: Osservazione della Terra, Space Factory, Accesso allo Spazio, In-Orbit Economy, Downstream.

Si stima che, entro il 2026, verrà generato un volume totale di nuovi posti di lavoro pari a circa 1.600 nuove assunzioni, corrispondente ad un aumento di circa il 20% dei dipendenti del settore spaziale in Italia.

Le risorse stanziate dal PNRR copriranno una quota degli investimenti definiti per queste linee di intervento.

La quota che grava sul PNRR è pari a 1.487 miliardi, su un totale di investimenti pubblici pari a 2.290 miliardi e un totale dei costi pari a 3.750 miliardi. Non tutta la quota che poteva essere posta a carico del PNRR (3.440 miliardi) viene utilizzata per questa finalità.

Si segnala che i dati prelevati dall’allegato al PNRR a pagina 381 e di seguito riportati non coincidono con quelli esposti a pagina 632 (poi ripetuti a pagina 648). L’ammontare complessivo non varia (non va tenuto conto dei decimali e degli arrotondamenti), ma variano la distribuzione dei finanziamenti all’interno dei programmi e delle varie annualità.  


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Tecnologie satellitari ed economia spaziale

(M1C4-22- I.4-23-25)

571

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:     0

2024:   67

2025: 100

2026: 350

 

 

SatCom:

385

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   30

2023:   70

2024:   80

2025: 120

2026:   85

 

Osservazione delle Terra:

200

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   20

2023:   20

2024:   20

2025:   80

2026:     0

 

Space Factory

235 in prestiti

di cui:

2021:     0

2022:   20

2023:   70

2024:   45

2025: 100

2026:     0

 

 

 

In-Orbit Economy

150

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   10

2023:   15

2024:   45

2025:   50

2026:   30

L’investimento non ha obiettivi né implicazioni militari o di difesa.

L'obiettivo dell'investimento è sviluppare connessioni satellitari in vista della transizione digitale e verde e contribuire allo sviluppo del settore spaziale. L'investimento ha anche lo scopo di consentire servizi come le comunicazioni sicure e le infrastrutture di monitoraggio per vari settori dell'economia e comprende a tal fine attività sia a monte (servizi di lancio, produzione e gestione di satelliti e infrastrutture) che a valle (generazione di prodotti e servizi abilitati).

L'investimento contempla quattro progetti:

1.   SatCom, che comprende la progettazione e lo sviluppo di tre componenti:Internet of Things, una missione di comunicazione quantistica per consentire lo sviluppo di tecnologie anche per missioni di telecomunicazioni ottiche/fotoniche e il potenziamento delle infrastrutture esistenti, nonché la progettazione e lo sviluppo di un hub e di piattaforme per la fornitura di servizi di comunicazione satellitare;

 

 

2.   Osservazione della Terra, che comprende la progettazione e lo sviluppo di una costellazione per il telerilevamento (radar ad apertura sintetica) e contratti per lanci incentrati sul monitoraggio terrestre, marino e atmosferico, la realizzazione nel Mezzogiorno di un incubatore per applicazioni e servizi di osservazione della Terra e realizzazione del progetto CyberItaly che comprende la creazione di una replica digitale del paese.

 

 

 

 

3.   Space Factory, costituito da due sottoprogetti: i) Space Factory 4.0, per la progettazione e la costruzione di fabbriche intelligenti per la produzione, l'assemblaggio e il collaudo di piccoli satelliti e l'attuazione di un sistema cyber-fisico per la produzione e il gemellaggio digitale satellitare al fine di stabilire un collegamento bidirezionale tra il modello digitale e la sua controparte fisica; ii) Accesso allo spazio, per la ricerca, lo sviluppo e la prototipazione di tecnologie verdi per le future generazioni di propulsori e lanciatori, compresa la dimostrazione in volo di tecnologie selezionate.

4.   In-Orbit Economy, che comprende la realizzazione di un dimostratore per le tecnologie di servizio e interoperabilità orbitali; il potenziamento della capacità nazionale di sorveglianza dello spazio e tracciamento anche tramite una rete di sensori terrestri per l'osservazione e il tracciamento dei detriti spaziali; la progettazione, lo sviluppo, la messa in servizio di mezzi per l'acquisizione, la gestione e la fornitura del servizio di dati a sostegno delle attività di gestione del traffico spaziale.

Entro il secondo trimestre del 2026 è prevista la messa in servizio di almeno altri tre telescopi ad alte prestazioni in grado di identificare oggetti spaziali, di un centro operativo di sorveglianza dello spazio e tracciamento (SST) (rete di osservazione e tracciamento dei detriti spaziali), di una Space Factory (linee integrate per la fabbricazione, l'assemblaggio, l'integrazione e il collaudo di piccoli satelliti), di un dimostratore di propulsione a propellente liquido per la nuova generazione di lanciatori.

Per lo stesso trimestre è prevista la realizzazione di almeno altre due costellazioni o prove di fattibilità (PoC) delle costellazioni nell'ambito delle iniziative SatCom e di Osservazione della Terra, nonché la fornitura alle amministrazioni pubbliche di almeno altri otto servizi resi possibili da iniziative spaziali sostenute, quali: il servizio costiero e il monitoraggio marittimo-costiero; il servizio di qualità dell'aria; il servizio movimento terra; il monitoraggio della copertura dei servizi e dell'uso del suolo; il servizio idrometeorologico; il servizio risorse idriche; il servizio di emergenza; il servizio di sicurezza.

 


 

6.3. Sanità e politiche sociali

 


Il PNRR affronta in modo integrato il nodo dell’assistenza socio-sanitaria territoriale collegando alcuni investimenti della Missione 5 " Inclusione e Coesione" Componente 2 Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo settore agli investimenti e progetti di riforma proposti dalla Missione 6Sanità Componente 1Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza territoriale sanitaria”. Più nel dettaglio, gli ambiti di intervento (progetti) previsti dall’Investimento 1 “Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale” della Componente 2 della Missione 5 sono rivolti a: i) sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti; ii) percorsi di autonomia per persone con disabilità; iii) Housing temporaneo e stazioni di posta. Agli investimenti si affiancano due importanti previsioni di riforma: Legge quadro sulla disabilità e Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti. La definizione ed esecuzione dei progetti a valenza sociale della componente M5C2 vede il coinvolgimento, in qualità di attuatori, degli enti locali (Comuni singoli od associati in Ambiti territoriali) coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con le Regioni. La linea di intervento M5C2.1 è espressamente ricondotta alle politiche socio-sanitarie e dispone di 1,45 miliardi di euro.

Nella Missione 5, per quanto qui interessa, si segnalano anche due investimenti dell’Intervento 1 “Strategia nazionale per le aree interne” della Componente 3 Coesione territoriale (alla cui scheda si rinvia), ovvero: i) il potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità; ii) il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti. L’investimento vale 825 milioni di euro.

Infine, gli investimenti della Componente 1 della Missione 6Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale” intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell'assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari. Ulteriore obiettivo è il potenziamento della protezione dai rischi sanitari ambientali e climatici, in modo da rispondere più efficacemente alle esigenze delle comunità in materia di cure e assistenza a livello locale. Agli investimenti si affianca un intervento di riforma finalizzato alla definizione di un nuovo assetto istituzionale e organizzativo, che consenta di conseguire standard uniformi di cura nell’assistenza territoriale e un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con un approccio integrato ("One Health") e con una visione olistica ("Planetary Health"). Gli investimenti della Componente M6C1 valgono 7 miliardi di euro.

Gli obiettivi della Componente 2 della Missione 6 Salute riguardano, in aggiunta, due gruppi di investimenti per un valore totale di circa 8.630 milioni di euro:

§  l’Investimento 1, per cui sono previste, complessivamente, risorse per 7.360 milioni di euro, vale a dire circa l’85,4% della Componente in questione, riguardante: la sostituzione delle tecnologie sanitarie obsolete negli ospedali (Investimento 1.1 da 4 a 9), la sicurezza strutturale degli edifici ospedalieri (Investimento 1.2 - 10) ed il potenziamento dei sistemi informativi e degli strumenti digitali sanitari (Investimento 1.3 – da 11 a 13) (v. 6.3.3);

§  e l’Investimento 2 con un complesso di risorse previste pari a 1.260 milioni di euro - il 14,6% della Componente 2 in esame -, a cui si associa la Riforma sugli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) quantificata senza oneri a carico della finanza pubblica. L’investimento 2 (v. 6.3.4) attiene alla promozione ed al rafforzamento della ricerca scientifica biomedica (Riforma 1 e Investimento 2.1. – 2 e 3), oltre che al potenziamento della formazione e risorse umane di settore (Investimento 2.2 da 14 a 17).

 


 

6.3.1 Assistenza sociale territoriale

 


Di seguito, in forma tabellare, le risorse destinate ai singoli investimenti presenti nelle Componenti 2 e 3 della Missione 5, afferenti al settore dell'assistenza sociale territoriale per un totale di risorse pari a circa 2,28 miliardi di euro. Per la cronologia si rinvia all’allegato alla decisione UE:

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sostegno alle persone vulnerabili e prevenzione dell’istituzionalizzazione degli anziani non autosufficienti

M5C2-I 1.1 - 5-6

500

Sovvenzione

L’investimento si articola in quattro categorie di interventi (progetti):

i) interventi di 18-24 mesi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i minori in condizioni di vulnerabilità (0-17 anni), per un totale di risorse pari a 84,6 milioni;

ii) intervento rivolto agli anziani non autosufficienti finalizzato alla riconversione delle RSA in gruppi di appartamenti dotati dei servizi necessari alla permanenza in sicurezza degli anziani, a cui sono dedicate risorse pari a 307,5 milioni. La linea di attività è integrata agli investimenti del capitolo sanitario del Piano (infra M6-C1-I.1.1 e M6-C1-I.1.2);

iii) interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio per gli anziani necessari a garantire la dimissione ospedaliera anticipata e a prevenire i ricoveri in ospedale, a cui sono finalizzati 66 milioni. L'intervento mira a fornire una formazione specifica ai professionisti nell'ambito dei servizi a domicilio destinati agli anziani. Anche questa linea di attività è integrata al progetto sull’assistenza sanitaria (cure intermedie) proposto nella Missione 6;

iv) interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali, di cui si intende rafforzare la presenza e sostenere il ruolo, per un valore pari a 42 milioni.

Tutti i quattro interventi descritti sono considerati "livello essenziale di assistenza sociale".

 

Per il finanziamento ed i costi unitari degli interventi si rinvia alla sezione dedicata dell’allegato al PNRR.

Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2026.

Più in particolare, nel quarto trimestre del 2021 è prevista l’approvazione del Piano operativo con la definizione dei requisiti dei progetti che potranno essere presentati dagli enti locali, con riferimento alle quattro tipologie di interventi. Tutti i distretti sociali sono invitati a partecipare; la strategia è infatti quella di consentire ai progetti di aprire la strada alla stabilizzazione dei servizi mediante il riconoscimento formale di un livello essenziale di assistenza sociale da erogare su tutto il territorio nazionale (M5C2-5).

Nel primo trimestre del 2026, si prevede che almeno l'85% dei distretti sociali (attualmente circa 600) abbia completato uno degli interventi (si veda sul punto la sezione dedicata dell’allegato al PNRR). L'intervento deve coprire l'intero territorio nazionale (M5C2-6).

Tutte le categorie di interventi saranno attuati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali che pubblicherà un bando non competitivo in materia rivolto ai comuni singoli o associati.

Percorsi di autonomia per persone con disabilità M5C2-I 1.2 - 7-8

500

Sovvenzione

Dirette beneficiarie dell’investimento sono le persone con disabilità. L'investimento ha l'obiettivo di accelerare il processo di autonomia, e conseguentemente di deistituzionalizzazione, delle persone disabili, fornendo servizi sociali e socio-sanitari domiciliari (individualizzati) e di comunità, anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Anche questa linea di intervento è strettamente collegata alla riforma dei servizi sanitari di prossimità previsti dalla Missione 6 sanitaria. L’obiettivo posto è che almeno 5.000 persone con disabilità (1.000 esistenti più altre 4.000) possano beneficiare del rinnovo dello spazio domestico e/o della fornitura di dispositivi ICT. I servizi devono essere accompagnati da una formazione sulle competenze digitali

Per i costi unitari di intervento si veda nell’allegato al PNRR.

Gli interventi sono realizzati dai Comuni, singoli o in associati (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con le Regioni.

Il periodo di attuazione è stimato dal 2022 al 2026.

Nel quarto trimestre del 2022 l’obiettivo dato è la realizzazione da parte dei distretti sociali di almeno 500 progetti relativi alla ristrutturazione degli spazi domestici e/o alla fornitura di dispositivi ICT alle persone con disabilità, insieme a una formazione sulle competenze digitali (M5C2-7).

Nel primo trimestre del 2026 si prevede il raggiungimento dell’obiettivo (M5C2-8).

 

Housing temporaneo e stazioni di posta

M5C2-I 1.3 - 9-10

 

450

Sovvenzione

L'investimento, rivolto alle persone senza dimora, si articola in due categorie di interventi:

(i) Housing temporaneo, con la messa a disposizione fino a 24 mesi, da parte dei Comuni (singoli o associati), di appartamenti per singoli/piccoli gruppi/famiglie, preferibilmente attraverso la ristrutturazione e il rinnovo degli immobili di proprietà dello Stato. I progetti devono essere accompagnati da programmi a favore dello sviluppo e dell'autosufficienza. All’intervento sono stati destinati 177,5 milioni;

(ii) Stazioni di posta, con offerta di accoglienza notturna limitata e servizi, quali: servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro e distribuzione di beni alimentari. Le associazioni di volontariato, saranno coinvolte nelle attività delle Stazioni di posta, collaborando con le amministrazioni pubbliche. Al fine di raggiungere una più ampia inclusione sociale, il progetto comporterà azioni incentrate sull'inserimento lavorativo, con il supporto dei centri per l'impiego. L’intervento è finanziato con 272,5 milioni.

L’obiettivo finale è che almeno 25.000 persone ricevano un alloggio temporaneo grazie ai progetti di Housing First e stazioni di posta.

 

 

Per i costi unitari di intervento si veda nella parte dedicata dell’allegato al PNRR.

Il periodo di attuazione è stimato dal 2022 al 2026.

Nel primo trimestre del 2022, il piano operativo relativo ai progetti di Housing First e stazioni di posta dovrà definire i requisiti dei progetti che possono essere presentati dagli enti locali nonché degli inviti a presentare proposte (M5C2-9).

Nel primo trimestre del 2026, almeno 25.000 persone che vivono in condizioni di grave deprivazione materiale dovranno ricevere un alloggio temporaneo, per almeno 6 mesi, grazie ai progetti di Housing First e stazioni di posta (M5C2-10).

 

 

 

Strategia nazionale per le aree interne

M5C3-I 1.1 - 1-4

 

825

Sovvenzione

 

825

 

 

2021: 175

2022: 175

2023: 200

2024: 75

2025: 75

2026: 25

 

 

 

 

 

2023: 25

2024: 25

2025: 25

2026: 25

Per le Aree Interne, distribuite da nord a sud, sono previsti investimenti attrattivi, in grado di facilitare i meccanismi di sviluppo colmando i divari territoriali (dovuti a differenze infrastrutturali, economiche e demografiche). Il supporto del PNRR si articola nelle seguenti due linee di intervento:

 

i)                Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità.  L’intervento è rivolto al disagio e alla fragilità sociale, si prevede l’intensificazione dell’erogazione di servizi (agli anziani, ai giovani in difficoltà, servizi di natura socioassistenziale, etc.), anche facilitando l’accessibilità ai territori e i collegamenti con i centri urbani. Il finanziamento previsto è pari a 725 milioni (di cui 500 milioni per i comuni delle aree interne e 225 milioni per i comuni del Mezzogiorno);

ii)              ii) Rafforzamento dei servizi sanitari di prossimità (100 milioni di euro) attraverso il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate rendendole strutture in grado di erogare servizi sanitari territoriali nei centri con meno di 3.000 abitanti. L’obiettivo è di consolidare almeno 2.000 farmacie rurali in comuni di aree interne con meno di 3.000 abitanti, entro il secondo trimestre del 2026 (500 farmacie rurali entro il quarto trimestre del 2023).

I progetti finanziati possono riguardare: servizi di assistenza domiciliare per anziani; infermiere e ostetriche di comunità; potenziamento di piccoli ospedali (senza pronto soccorso) o alcuni servizi di base (es. radiologia, cardiologia, ginecologia) e ambulatoriali; infrastrutture per l'elisoccorso; rafforzamento di centri per disabili; centri di consulenza, servizi culturali, sportivi e per l'accoglienza di migranti. L'intervento deve prevedere la creazione di nuovi servizi e infrastrutture o il miglioramento di quelli esistenti attraverso un aumento del numero di destinatari o della qualità dell'offerta.

Dei 725 milioni previsti per il potenziamento dei servizi di comunità, 500 milioni sono destinati ai comuni delle aree interne e 225 milioni ai comuni del Mezzogiorno.

 

 

 

 

 

 

 

Nel dettaglio, ci si aspetta che queste farmacie rafforzino il loro ruolo: partecipando al servizio integrato di assistenza domiciliare; fornendo prestazioni di secondo livello, attraverso percorsi diagnostico-terapeutici previsti per patologie specifiche; erogando farmaci che il paziente è ora costretto a ritirare in ospedale; monitorando pazienti con la cartella clinica elettronica e il fascicolo farmaceutico

 

Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma (per la cronologia si rinvia all’allegato alla decisione UE):

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Legge quadro sulla disabilità

M5C2-R 1.1 - 1-2

 

 

800

Risorse del Fondo per la disabilità e la non autosufficienza

2021: 200

2022: 300

2023: 300

+

Sovvenzione

La Riforma, che consiste in una legge delega, è finalizzata all'adozione di una disciplina organica ("Codice") sulla disabilità, volta a ridisegnare la tutela della disabilità nei diversi ambiti e, allo stesso tempo, a prevedere processi più efficienti di erogazione degli interventi e dei servizi. La Legge quadro ha le seguenti finalità:

§  Rafforzamento/qualificazione dell'offerta dei servizi sociali da parte degli Ambiti territoriali;

§  semplificazione dell’accesso ai servizi sanitari e sociali;

§   revisione delle procedure per l'accertamento delle disabilità;

§  promozione dei progetti di vita indipendente da definirsi con una valutazione multidimensionale della condizione della persona disabile.

 

Le amministrazioni coinvolte nella Riforma sono il Ministero della Salute, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, le Regioni e i Comuni (ANCI).

All'adozione della legge quadro devono seguire la riorganizzazione dei servizi sociali locali, la definizione di standard qualitativi e la messa a disposizione di piattaforme ICT per migliorare e rendere più efficienti i servizi.

Il periodo di attuazione è stimato dal 2021 al 2024. Il cronoprogramma prevede:

§  fine del 2021 approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, di una legge delega sulla disabilità (M5-C2- 1);

§  secondo trimestre 2024 entrata in vigore della legge quadro e adozione governativa dei decreti legislativi delegati (M5C2-2).

Per approfondimenti si rinvia all’allegato al PNRR.

Riforma del sistema degli interventi in favore degli anziani non autosufficienti

M5C2-R 1.2 - 3- 4

 

Sovvenzione

Le risorse necessarie saranno individuate dalla legge delega

 

La Riforma è finalizzata alla individuazione formale dei livelli essenziali delle prestazioni per gli anziani non autosufficienti. I principi fondamentali della riforma sono:

(i)semplificare l'accesso ai servizi, attraverso punti unici di accesso sociale e sanitario;

(ii)individuare modalità di riconoscimento della non autosufficienza sulla base dei bisogni assistenziali;

(iii)introdurre la valutazione multidimensionale e definizione di un progetto individualizzato che finanzi i servizi necessari in modo integrato, favorendo la permanenza a domicilio;

(iv)definire progetti individualizzati che promuovano la deistituzionalizzazione.

La legge di riforma è anticipata da interventi specifici previsti dal PNRR, fra cui quelli previsti nella Missione salute (M6), con riferimento a progetti che rafforzano i servizi sanitari locali e l'assistenza domiciliare, e quelli previsti dalla Componente M5C2, con specifico riferimento agli investimenti finalizzati alla deistituzionalizzazione, alla riconversione delle case di riposo e al potenziamento dei servizi domiciliari per le dimissioni ospedaliere protette.

Si prevede l’adozione del disegno di legge delega entro la scadenza naturale della legislatura, ovvero nella primavera 2023 (M5C2-3).

L'approvazione dei decreti legislativi delegati è stimata entro il 1° trimestre 2024 (M5C2-4).

Anche in questo caso per approfondimenti si rinvia all’allegato al PNRR.

 

 


La Componente M5C2.1 intende rafforzare il ruolo dei servizi sociali territoriali, mirando alla definizione di modelli personalizzati per la cura delle famiglie, delle persone di minore età, degli adolescenti e degli anziani, così come delle persone con disabilità. Ulteriori interventi prevedono investimenti infrastrutturali, finalizzati alla prevenzione dell’istituzionalizzazione attraverso la riconversione delle RSA o il reperimento di soluzioni alloggiative alternative. Interventi mirati sono inoltre previsti per la povertà estrema e i senza dimora.

Gli interventi inclusi in M5C2, con particolare riferimento all’investimento 1, definendo la componente sociale dell’assistenza territoriale, sono complementari e pienamente coerenti con gli investimenti della Componente 1 della Missione 6 salute, che mira al rafforzamento dell'assistenza sanitaria e dei servizi territoriali a questa collegati.

Gli interventi legislativi di riforma proposti rivestono particolare importanza in quanto intendono riordinare la normativa in materia di disabilità e fissare, compatibilmente con il quadro finanziario, i livelli essenziali delle prestazioni per la non autosufficienza.

Il rafforzamento dell’assistenza sociosanitaria rivolta alla cura dei soggetti fragili e dei malati cronici e la contemporanea riprogettazione ed il potenziamento dei servizi pubblici di cura rivolti agli anziani non autosufficienti e ai disabili disegnano una assistenza sul territorio con ricadute molto importanti per l’occupazione femminile, poiché, da un lato alleggeriscono le donne dall’impegno di cura familiare, al quale esse sono prevalentemente dedite, dall’altro creano nuove possibilità di impiego in un settore tradizionalmente occupato dalle donne.

Ugualmente centrale per la definizione di una corretta assistenza territoriale è la prima linea di azione prevista dalla Componente M5C3 per le aree interne che rafforza la dotazione di servizi sociali e sanitari nelle aree del Mezzogiorno e in quelle marginalizzate, contribuendo ad aumentare l’attrattività dei territori a maggior rischio di spopolamento, accrescendo le opportunità di lavoro e affermando il diritto a restare per le nuove generazioni.

 


 

6.3.2 Assistenza territoriale sanitaria

 


Per l’ambito assistenza territoriale sanitaria, le risorse sono presenti nella Componente 1 della Missione 6 “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale”. Si tratta, complessivamente, di 7 miliardi, ai quali si aggiungono 1,50 miliardi di risorse React EU e 0,50 miliari di risorse afferenti al Fondo complementare.

L'obiettivo di questa componente è rafforzare il Servizio sanitario nazionale potenziando, tra l'altro, la protezione dai rischi sanitari ambientali e climatici e rispondendo meglio alle esigenze delle comunità in materia di cure e assistenza a livello locale.

Per la cronologia

Il Piano di costi e sostenibilità del personale relativo alla Componente M6C1 è illustrato in maniera dettagliata nell’allegato al PNRR.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli interventi:

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Case della Comunità e presa in carico della persona

M6C1-I 1.1 - 2- 3

 

2.000

Prestiti

 

L’investimento prevede l’attivazione di 1.350 Case della Comunità. La Casa della Comunità è identificata come la struttura sociosanitaria deputata a costituire un punto di riferimento continuativo per la popolazione, indipendentemente dal quadro clinico dell’utenza (malati cronici, persone non autosufficienti che necessitano di assistenza a lungo termine, persone affette da disabilità, disagio mentale, povertà), garantendo l'attivazione, lo sviluppo e l'aggregazione di servizi di assistenza primaria

Al suo interno saranno presenti:

§  punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie per le valutazioni multidimensionali (servizi socio -sanitari);

§  servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziane e fragili;

§  servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari (Consultori).

Il personale sarà costituito da team multidisciplinari di professionisti della salute (MMG, PLS, medici specialistici e infermieri di comunità identificati come la figura chiave della struttura), e assistenti sociali.

L’investimento agisce, come già detto supra, in maniera sinergica con gli investimenti 1.1 e 1.2 della Componente 2 della Missione 5.

Per i costi unitari dell’investimento si veda l’allegato al PNRR.

Entro il secondo trimestre del 2022 è prevista la definizione di un contratto istituzionale di sviluppo, con il Ministero della Salute italiano quale autorità responsabile e attuativa e la partecipazione delle amministrazioni regionali, insieme agli altri soggetti interessati alla gestione delle Case della Comunità. Il contratto deve individuare anche gli obblighi che ciascuna regione italiana assumerà per garantire il conseguimento del risultato atteso in relazione alla Casa della Comunità (M6C1-2).

Nel secondo trimestre del 2026 dovranno essere messe a disposizione le 1.350 Case della comunità. Le nuove costruzioni finanziate dall'RRF devono esser conformi ai requisiti di cui all'allegato VI, nota 5, del regolamento (UE) 2021/241 (M6C1-3).

Casa come primo luogo di cura e telemedicina

M6C1-I 1.2 - 4-9

4.000

Prestiti

 

di cui:

§  2.720 milioni connessi ai costi derivanti dal servire un numero crescente di pazienti con i servizi connessi all’assistenza domiciliare;

§  280 milioni per l'istituzione delle Centrali operative territoriali (COT);

§  1.000 milioni per la telemedicina.

 

 

L'investimento si articola in tre progetti:

i)                identificare un modello condiviso per l'erogazione delle cure domiciliari, ovvero dell’ADI, che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (telemedicina, domotica, digitalizzazione). Il progetto mira ad aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 per cento della popolazione di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti;

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ii)              attivare 600 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l'interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza (una COT per circa 100.000 abitanti);

 

iii) utilizzare la telemedicina per supportare al meglio i pazienti con malattie croniche. Il progetto sulla telemedicina è in linea con quanto previsto negli investimenti 1.3 della Componente 2 della Missione 6, e, come già detto, è in linea e rafforza quanto promosso e previsto dagli investimenti 1.1 e 1.2 della Componente 2 della Missione 5. L’obiettivo posto è assistere, nel 2025, almeno 200.000 persone sfruttando strumenti di telemedicina.

 

 

 

Per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, nel secondo trimestre del 2022 è attesa:

§   l’approvazione, in sede di Conferenza Stato-regioni, dell’Accordo recante le Linee guida contenenti il modello digitale per l'attuazione dell'assistenza domiciliare (M6C1-4);

§  Approvazione di un contratto istituzionale di sviluppo, con il Ministero della Salute italiano quale autorità responsabile e attuativa e la partecipazione delle amministrazioni regionali insieme agli altri soggetti interessati per l'assistenza domiciliare. Il contratto istituzionale di sviluppo deve esplicitare, per ogni intervento o categoria di interventi, il cronoprogramma, le responsabilità dei contraenti, i criteri di valutazione e monitoraggio e le sanzioni in caso di inadempienza, prevedendo anche le condizioni di definanziamento, anche parziale, degli interventi ovvero l’attribuzione delle relative risorse ad altro livello di governo, nel rispetto del principio di sussidiarietà (M6C1-5);.

Nel secondo trimestre del 2026 è atteso un aumento delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni (1,5 milioni di persone stimate nel 2026). Per raggiungere tale obiettivo dovrà essere aumentato di almeno 800.000 unità entro il 2026 il numero di persone di età superiore ai 65 anni che ricevono assistenza domiciliare (M6C1-6). Per i costi in relazione all’incremento atteso dei pazienti, si rinvia alla sezione dedicata dell’allegato al PNRR.

Si ricorda ancora che ulteriori interventi collegati all'assistenza domiciliare sono elencati nella Missione 5 componente 2, in particolare le riforme 1 e 2 e gli investimenti 1 e 2.

 

Per quanto riguarda le Centrali operative territoriali, obiettivo posto è la piena operatività nel secondo trimestre del 2024 (M6C1-7).

Per i costi unitari dell’intervento, si rinvia all’allegato al PNRR.

 

 

L'intervento si traduce nel finanziamento di progetti di telemedicina proposti dalle Regioni sulla base delle priorità e delle Linee guida definite dal Ministero della Salute. I progetti potranno riguardare ogni ambito clinico e promuovere un'ampia gamma di funzionalità lungo l'intero percorso di prevenzione e cura. Per ottenere i finanziamenti, i progetti dovranno innanzitutto potersi integrare con il Fascicolo Sanitario Elettronico. Saranno privilegiati progetti che insistono su più Regioni, e ambiscono a costruire vere e proprio "piattaforme di telemedicina" facilmente scalabili.

Nel quarto trimestre del 2023 si prevede l’assegnazione di risorse a programmi/progetti sulla telemedicina come strumento di supporto regionale alla gestione dei pazienti. Almeno un progetto per regione (considerando sia i progetti che saranno attuati nella singola regione sia quelli che possono essere sviluppati nell'ambito di consorzi tra regioni) (M6C1-8).

Nel quarto trimestre del 2025 si conta che almeno 200.000 persone saranno assistite sfruttando strumenti di telemedicina (M6C1-9).

 

Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di

Comunità

M6C1-I 1.3 – 10-11

1.000

Prestiti

 

L’investimento mira al potenziamento dell’offerta delle cure intermedie attraverso l’attivazione dell’Ospedale di Comunità (di norma dotato di 20 posti letti, fino ad un massimo di 40), ovvero di una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve, destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata.

L’investimento si concretizzerà nella realizzazione di 400 Ospedali di Comunità (con uno standard nazionale stimato di un ospedale di comunità per 158.122 abitanti)

 

La realizzazione degli Ospedali di Comunità è stata calcolata, in via cautelativa, anche ex-novo considerando che, ad oggi, in Italia non esiste un flusso informativo specifico a livello nazionale per definire e individuare eventuali strutture disponibili o idonee alla riqualificazione (qui un approfondimento nell’allegato al PNRR dei costi unitari di intervento).

Nel secondo trimestre del 2022 è prevista l’approvazione di un contratto istituzionale di sviluppo, con il Ministero della Salute italiano quale autorità responsabile e attuativa e la partecipazione delle amministrazioni regionali insieme agli altri soggetti interessati per gli Ospedali di Comunità. Il contratto istituzionale di sviluppo deve contenere l'elenco di tutti i siti idonei individuati per gli investimenti e degli obblighi che ciascuna regione italiana assumerà per garantire il conseguimento del risultato atteso. In caso di inadempienza da parte della regione il Ministero della Salute deve procedere al commissariamento "ad acta" Per quanto riguarda il parco tecnologico degli impianti, vale a dire tutti gli strumenti, le licenze e le interconnessioni, deve essere data preferenza ai metodi di aggregazione degli appalti (M6C1-10).

L’attuazione del progetto è prevista per il secondo trimestre  del 2026 (M6C1-11) .

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riforma dell’assistenza sanitaria territoriale e rete nazionale della salute, ambiente e clima

(M6C1-R 1-1)

Prestiti

Nell’allegato alla decisione UE la Riforma “Definizione di un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale” viene attuata nel secondo trimestre del 2022 attraverso un decreto ministeriale che prevede:

-        la definizione di un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza sanitaria territoriale attraverso la definizione di un quadro normativo che identifichi gli standard strutturali, tecnologici e organizzativi in tutte le regioni;

-        - la definizione di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con un approccio integrato ("One Health") e con una visione olistica ("Planetary Health") (M6C1-1).

 

Sul punto, si osserva che nella versione definitiva del PNRR e nell’allegato al PNRR sono invece previsti due interventi distinti:

§  la definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e l’identificazione delle strutture a essa deputate, da adottarsi entro il 2021 con l’approvazione di uno specifico decreto ministeriale;

§  la definizione entro la metà del 2022, a seguito della presentazione di un disegno di legge alle Camere, di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con l’approccio “One-Health”.

Preme inoltre ricordare che l'art. 1, comma 2, lettera e) del decreto legge n. 59 del 2021 stanzia 500 milioni circa, per il periodo 2021-2026, per gli interventi relativi ai profili sanitari connessi con le problematiche dell'ambiente e del clima,

 

 


Gli interventi di questa componente, che si devono leggere in parallelo con quelli della Missione 5 supra illustrati, intendono rafforzare le cure intermedie erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (Case e Ospedali di Comunità), il contemporaneo rafforzamento dell'assistenza domiciliare e lo sviluppo della telemedicina. Inoltre, con gli interventi di riforma, la componente mira a fornire standard uniformi per l’assistenza territoriale e a ridisegnare una parte del SSN applicando l'approccio olistico "One-health", nella pianificazione e nella gestione dei servizi di salute, ambiente, clima e prevenzione e risposta sanitaria.

Gli investimenti per gli ospedali e le case di comunità nonché quelli per la telemedicina sono rivolti alla popolazione nel suo complesso, con una particolare attenzione ai pazienti cronici e fragili, ai quali è sostanzialmente rivolto l’investimento per l’assistenza domiciliare (over 65). L’investimento per la Casa della comunità intende altresì fornire servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari (Consultori).

Il Ministero della Salute è responsabile della Componente nel suo complesso. Attraverso l’attivazione di conferenze di servizi si stima di semplificare le procedure, comprese quelle di autorizzazione. Per la realizzazione degli investimenti si utilizzeranno gli strumenti della programmazione negoziata (quali Contratto Istituzionale di Sviluppo, da definire entro il secondo trimestre del 2022), necessari per garantire il coordinamento dei livelli istituzionali e degli enti coinvolti.

Le Regioni, direttamente o attraverso le loro ASL, sono responsabili dell'esecuzione e della gestione degli investimenti. In caso di inadempienza da parte della Regione, il Ministero della Salute procederà al commissariamento "ad acta". Per accedere alla quota premiale del Fondo Sanitario Nazionale, le Regioni saranno tenute a raggiungere gli obiettivi annuali definiti e soddisfare le milestones annuali richieste Il Ministero della Salute, in qualità di Amministrazione responsabile, anche attraverso i suoi organi di governo permanenti, attiverà risorse e procedure per monitorare l'andamento dell'investimento. Il tutto sarà definito tra il Governo e le Regioni con uno specifico Accordo Stato-Regioni, la procedura sarà monitorata dai tavoli istituzionali Governo-Regioni (qui gli approfondimenti nell’allegato al PNRR).

Le spese di personale per tutte le azioni della Componente, nell’allegato al PNRR, sono riportate in dettaglio nel Piano di sostenibilità 2022-2027 che riporta i costi stimati per il personale di ciascuna struttura e le fonti di finanziamento relative ad ogni annualità (per il 2027 si veda qui). L’allegato al PNRR indica anche il numero stimato di medici di medicina generale (General Practitioners) e di infermieri in servizio nel 2027.

 


6.3.3 Innovazione tecnologica nel SSN


Le risorse destinate all’obiettivo dell’innovazione tecnologica e digitale del Sistema sanitario nazionale (SSN) (M6C2 Investimento 1) allocate alla Componente 2 della Missione 6 ammontano, complessivamente, a 7.360 milioni, vale a dire a circa l’85,4% del totale complessivo previsto per la componente in questione, pari a 8.630 milioni di euro, che include anche la formazione e la ricerca sanitaria (v. 6.3.4).

Chiave del processo di modernizzazione del SSN è infatti il continuo aggiornamento delle competenze cliniche e assistenziali degli operatori sanitari e sociali, nonché il miglioramento della qualità strutturale degli ospedali, che non può prescindere dagli interventi attuati con l’Investimento 2.2. riguardante la formazione di figure centrali come i medici di base e i ruoli ospedalieri apicali.

Investimenti e riforme in questa componente sono in linea e contribuiscono a dare seguito alle raccomandazioni specifiche che sono state fatte all’Italia dalla Commissione europea e dal Consiglio sulla base dei Programmi Nazionali di Riforma nel 2019[20] e nel 2020[21].

 

La tabella seguente analizza le misure in cui si articola l’investimento 1 della componente, che riguarda, più in dettaglio, lo sviluppo di una sanità pubblica innovativa tramite il potenziamento della struttura tecnologica e digitale del SSN a livello sia centrale, sia regionale.

Esso è diretto a migliorare la qualità e la tempestività delle cure mediche in un contesto nel quale il paziente è parte attiva del processo clinico-assistenziale, anche garantendo la tutela dei dati ed un loro utilizzo efficace nella programmazione sanitaria:

 

 


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero
(M6C2-I 1.1-4, 5, 6, 7, 8 e 9)

4.052,41 (prestiti)

di cui:

2020: 170,9

2021: 624,1

2022: 405,2

2023: 659,6

2024: 973,6

2025: 718,5

2026: 500,4

L'investimento ha i seguenti obiettivi (M6C2-6, 8 e 9):

a)     entro la fine del 2024, ammodernamento del parco tecnologico ospedaliero, mediante l’acquisto e la messa in operatività di 3.133 nuove grandi apparecchiature sanitarie ad alto contenuto tecnologico in sostituzione di quelle obsolete o fuori uso con oltre 5 anni di utilizzo, impegnando le Regioni e le province autonome all’approvazione di un Contratto di sviluppo;

b)     entro la fine del 2025, digitalizzazione di 280 strutture sanitarie ospedaliere sede DEA (Dipartimenti di emergenza e accettazione di I e II Livello) per cui ogni struttura ospedaliera informatizzata dovrà disporre di un CED (centro di elaborazione dati) nell’ambito degli accordi quadro Consip, con la conclusione di contratti per la fornitura di servizi per la digitalizzazione di tali strutture;

c)     entro la metà del 2026: rendere strutturale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva e 4.200 posti letto di terapia semi-intensiva con apparecchiatura di ausilio alla ventilazione (con un aumento di circa il 70% di tali posti letto pre-pandemia).

 

Per l’investimento 1.1. i traguardi indicati nell’Allegato alla decisione UE sono così declinati (M6C2-4, 5 e 7):

d)     entro la fine del 2021, approvazione di un piano di riorganizzazione da parte del Ministero della Salute e Regioni italiane, volto ad incrementare il numero di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva disponibili nelle strutture del SSN;

e)     entro la metà del 2022, approvazione di un Contratto istituzionale di sviluppo[22] tra Regioni, altri soggetti interessati e Ministero della salute come autorità responsabile dell’attuazione e pubblicazione delle procedure di gara ed aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici con notifica di tutti i contratti.

 

Le nuove apparecchiature da acquistare sono indicate in 340 TAC, 190 risonanze magnetiche, 81 acceleratori lineari, 937 sistemi radiologici fissi, 193 angiografi, 82 Gamma camera, 53 gamma camera/TAC, 34 PET TAC, 295 mammografi, 928 ecotomografi (v. anche quanto indicato nell’allegato al PNRR del 30 aprile 2021).

Gli obiettivi in esame riguardano le Regioni, le Aziende sanitarie locali e gli ospedali, che attraverso strumenti digitali e tecnologicamente più avanzati possono essere nelle condizioni di gestire più efficacemente la catena dell’offerta di cure mediche. I cittadini pertanto potranno beneficiare di una tempestiva risposta di alta qualità dei servizi medici per i bisogni di cura.

 

 

 

L’obiettivo del rafforzamento strutturale degli ospedali nel SSN è stato già avviato dal decreto Rilancio (art. 2 del D.L. 34/2020, L.77/2020) ad inizio pandemia, con il finanziamento di un incremento di posti-letto di terapia intensiva e sub-intensiva pari a 1.467 milioni di euro per il 2020, dotazione strutturale sul territorio nazionale di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva, passando da un numero di 5.179 in pre-emergenza a 8.679, con un incremento del 70% della disponibilità. È stata inoltre finanziata la riqualificazione di 4.225 posti letto di area semi-intensiva, con relativa dotazione impiantistica idonea a supportare le apparecchiature di ausilio alla ventilazione, mediante adeguamento e ristrutturazione di unità di area medica, prevedendo che tali postazioni siano fruibili sia in regime ordinario, sia in regime di trattamento infettivologico ad alta intensità di cure.

Gli allegati al PNRR del 30 aprile 2021 hanno definito la stima di oltre 7.700 posti-letto aggiuntivi:

f)      +3.500 posti letto per il raggiungimento dello standard di 0,14 posti letto di terapia intensiva ogni 1.000 abitanti;

g)     +4.225 posti letto per la terapia semi-intensiva e consoli-damento della separazione dei percorsi all’interno del pronto soccorso.

Ospedali sicuri e sostenibili
(M6C2-I.1.2-10)

1.638,85 (prestiti)

di cui:

2020: 30,3

2021: 105,3

2022: 144,5

2023: 185,4

2024: 431,2

2025: 375,7

2026: 366,5

 

 

Il Fondo complementare al PNRR  ha previsto il riparto di risorse aggiuntive per la misura “Verso un ospedale sicuro e sostenibile”, di cui all’articolo 1, comma 2, la lett. e), (punto 2) del DL. 59/2021 (L. 101/21) per complessivi 1.450 milioni di euro, annualmente stanziati per i seguenti importi:
250 milioni nel 2021,

390 milioni nel 2022,

300 milioni nel 2023,

250 milioni nel 2024,

140 milioni nel 2025 e 120 milioni nel 2026.

 

 

 

 

L’investimento è volto al completamento e miglioramento strutturale nel campo della sicurezza degli edifici ospedalieri, con particolare riferimento agli interventi antisismici.

Si prevede il completamento di almeno 109 interventi antisismici entro la metà del  2026, al fine di adeguare le strutture alla normativa di sicurezza antisismica vigente (M6C2-I.1.2-10).

 

 

 

L’allegato al PNRR ha stimato, in base ad una ricognizione del 2020, l’intervento è previsto su 116 strutture per l’adeguamento alle normative antisismiche con 640 milioni aggiuntivi, tenendo conto di un volume di investimenti pari a circa 1.000 milioni relativo a progetti già in essere finanziati dalle risorse per l’edilizia sanitaria (Legge n. 67/1988).

.

 

 

Infrastruttura tecnologica e strumenti di raccolta, elaborazione, analisi dei dati e simulazione
(M6C2-I 1.3 -11, 12 e 13)

1.672,54 (prestiti)

di cui:

2020: 50,0

2021: 202,2

2022: 231,9

2023: 269,0

2024: 356,7

2025: 286,8

2026: 276,0

 

 

Il Fondo complementare al PNRR ha previsto il riparto di risorse aggiuntive per la misura “Ecosistema innovativo della salute” di cui all’articolo 1, comma 2, lett. e), (punto 3), del DL. 59/20211 (L. 101/2021), complessivamente pari a 437,4 milioni di euro, annualmente stanziati per i seguenti importi:
10 milioni nel 2021, 105,28 milioni nel 2022, 115,28 milioni nel 2023, 84,28 milioni nel 2024, 68,28 milioni nel 2025 e 54,28 milioni nel 2026.

L’investimento è rivolto al rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione, tramite:

1)   l’obiettivo del potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico (FSE) per garantirne in particolare l’omogeneità, l’interoperabilità e l’accessibilità ad assistiti ed operatori sanitari a livello nazionale, con 1,38 mld di cui 569,6 milioni già stanziati per l’Infrastruttura  nazionale  per l’interoperabilità dei Fascicoli sanitari elettronici finalizzato alla realizzazione del Sistema di Tessera sanitaria elettronica (STS) con i seguenti target: a) che, entro la fine del 2025, almeno l’85% dei medici di base alimentino il FSE regolarmente (spesa prevista 200 milioni) mediante sostegno e formazione per l’aggiornamento digitale (M6C2-I 1.3-11);

b) che, entro la metà del 2026, tutte le Regioni adottino e usino il FSE (spesa prevista 610 milioni) (M6C2-I 1.3-13);

2)   il traguardo (M6C2-I 1.3-12) del rafforzamento del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS), vale a dire l’infrastruttura e gli strumenti di analisi del Ministero della salute per il monitoraggio dei LEA (livelli essenziali di assistenza), con 292,6 milioni di cui:

a) 92,7 milioni per il potenziamento dell’infrastruttura centrale del Ministero della salute e degli strumenti tecnologici e analitici, con apposita procedura di gara entro la metà del 2022, volto al completamento della piattaforma open data;

b) 103,3 milioni per reingegnerizzare il nuovo sistema di informazione sulla salute (NSIS) a livello locale;

c) 77 milioni per la costruzione di un modello di simulazione e predizione degli scenari di medio e lungo termine del Sistema sanitario;

d) 19,6 milioni per lo sviluppo di una piattaforma per l’offerta di servizi di telemedicina.

I target di rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, gestione e analisi dei dati, e di simulazione, saranno congiuntamente gestiti dal Ministero della Salute, MEF e Ministero per la Transizione digitale.

 

Per la creazione, ’alimentazione e l’utilizzo del FSE da parte delle Regioni si prevede:

§  l'integrazione/inserimento dei documenti nel FSE da documenti nativi digitali, con migrazione/trasposizione ad hoc di documenti cartacei attuali o vecchi;

§  il sostegno finanziario a favore dei fornitori di servizi sanitari, affinché aggiornino la loro infrastruttura e per garantire che i dati, i metadati e la documentazione relativi all'assistenza sanitaria siano generati in formato digitale;

§  il sostegno finanziario per i fornitori di servizi sanitari che adotteranno la piattaforma nazionale, l'interoperabilità e gli standard UI/UX;

§  il supporto in termini di capitale umano e competenze per i fornitori di servizi sanitari e le autorità sanitarie regionali per realizzare i cambiamenti infrastrutturali e di dati necessari per l'adozione del FSE.

 

Per la piena operatività del sistema di Tessera sanitaria elettronica e dell'infrastruttura per l'interoperabilità del Fascicolo sanitario elettronico è prevista la realizzazione di un archivio centrale, l'interoperabilità ed una piattaforma di servizi, conformemente allo standard Fast Healthcare Interoperability Resources, sfruttando le esperienze già esistenti in questo settore, con garanzia di norme di stoccaggio, sicurezza e interoperabilità.

 


L’investimento 1 mira alla trasformazione e rinnovamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano e potrà avere effetti sulle famiglie, mediante la creazione di un'offerta di servizi sanitari digitalmente avanzata, in grado di migliorare la qualità delle cure e la risposta ai bisogni di salute dei cittadini. In proposito, si fa riferimento al quadro generale di modernizzazione delle relazioni PA-cittadini previsto dall'Agenda Digitale Italiana (AGID), che recepisce le linee guida dell'Agenda Digitale Europea (DAE – 2010) e pone tra i suoi obiettivi principali l'istituzione della cartella clinica elettronica (Electronic Health Record - Fascicolo sanitario elettronico), inteso come documento digitale unico dei dati socio-sanitari del paziente. In proposito derivano ricadute dalla Componente 1, Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA”, con particolare riferimento all’investimento 1.7: “Competenze digitali di base” (v. ante M1C1).

 

La Componente ha come target le Regioni italiane, le ASL e gli ospedali, che attraverso strumenti digitali e tecnologicamente avanzati potranno governare meglio la filiera sanitaria dell’offerta assistenziale. Esso ha un basso impatto sull’ambiente in quanto migliora l’efficienza dei processi di assistenza, in linea con governance dell'Unione sull'energia e sull’azione per il clima di cui al Regolamento UE 2018/1999.

 

Sul fronte trasversale dei divari territoriali e generazionali, da un parte, il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico mediante la costituzione di un repository nazionale dell’anagrafe nazionale degli assistiti, accanto allo sviluppo di piattaforme nazionali dato dal supporto della telemedicina, oltre che il rafforzamento di modelli predittivi, consentirà una tendenziale uniformità territoriale nell’utilizzo di strumenti di programmazione, gestione e controllo dei dati sanitari; dall’altra, l’attivazione di borse di studio con particolare riferimento al corso di formazione specifica in medicina generale, avrà un impatto sull’occupazione giovanile.


6.3.4 Formazione e ricerca sanitaria

 


Le risorse destinate all’obiettivo della formazione, ricerca scientifica e trasferimento tecnologico allocate alla Componente 2 della Missione 6 (M6C2, Investimento 2) ammontano a 1.260 milioni di euro, vale a dire il 14,6% del totale degli investimenti previsti complessivamente per la componente in esame (8.630 milioni), comprensiva delle risorse analizzate sopra, destinate all’innovazione e digitalizzazione del Sistema sanitario.

A queste risorse si affianca la previsione di riforma degli IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) per la quale non sono previsti oneri a carico della finanza pubblica, la quale rappresenta il collegamento tra l’obiettivo dell’innovazione nel campo della salute e la ricerca sanitaria, quest’ultima finanziata con l’investimento 2:

Le tabelle che seguono danno conto sia dell’obiettivo di riforma della rete degli IRCCS, sia dell’investimento 2 per raggiungere gli obiettivi di valorizzazione e potenziamento della ricerca e delle risorse umane in campo sanitario:


 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riorganizzare la rete degli IRCCS (M6C2-R.1)

 

--

La riforma riguarda la revisione e l’aggiornamento dell’assetto regolamentare e del regime giuridico degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e delle politiche di ricerca del Ministero della salute, per la riorganizzazione di tali enti di ricerca finalizzata (M6C2-R.1):

- al rafforzamento del rapporto fra ricerca, innovazione e cure sanitarie;

- a potenziare la governance degli IRCCS pubblici tramite il miglioramento della gestione strategica degli Istituti e una più efficace definizione dei loro poteri e delle loro aree di competenza.

 

Si prevede, entro la fine del 2022, l’entrata in vigore di un decreto legislativo di riordino della disciplina degli IRCCS per il riassetto del regime giuridico di tali istituti e delle corrispondenti politiche di competenza del Ministero della salute.

Tra le misure che si intende introdurre vi sarà la differenziazione degli IRCCS in base alla loro attività (se monospecialistica o generalista), intervenendo altresì sulla normativa riguardante il personale di ricerca (i.e. una migliore definizione dello status di direttore scientifico) e creando una rete integrata diretta a facilitare lo scambio di competenze ed abilità acquisite tra operatori di ricerca e operatori sanitari del SSN.

 

Si tratta dell’aggiornamento del decreto legislativo n. 288/2003 che riguarda il riordino della disciplina degli IRCCS, a norma dell'articolo 42, comma 1, della L. n. 3 del 16 gennaio 2003 che delega alla trasformazione di tali istituti in fondazioni, al fine di rafforzarne l'attività come strutture di eccellenza all'interno del SSN. In particolare, l’aggiornamento intende caratterizzare ulteriormente la struttura giuridica degli IRCCS pubblici e privati, aggiornando anche i criteri per il riconoscimento dello status di IRCCS e individuando le procedure di revoca, attualmente non previste.



 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del SSN
(M6C2-I 2.1-2 e 3)

524,1 (sovvenzioni)

di cui:

2023: 131

2024: 131

2025: 131

2026: 131

 

Il Fondo complementare al PNRR ha stanziato risorse a carattere aggiuntivo rispetto a quelle evidenziate, prevedendo finanziamenti in materia di ricerca sanitaria di cui alla lett. i), comma 2, art. 1, del DL. 59/2021 (L. 101/21):

h) riparto di complessivi 500 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026 per il programma “Iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale” da iscrivere annualmente per un importo di 100 mln in ciascun anno ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del MUR.

 

 

 

 

 

 

 

 

L’investimento, come indicato all’Allegato alla decisione, UE, mira a rafforzare la capacità di risposta dei centri di eccellenza presenti in Italia nel settore delle malattie rare, favorendo il trasferimento tecnologico tra ricerca e imprese per almeno 420 progetti, tramite:

 

§  realizzazione dei progetti PoC (proof of concept)[23] con bandi di gara pari a 100 milioni (numero stimato pari a 100 progetti da 1 milione ciascuno):

i)     ricerca nel campo delle malattie rare e dei tumori rari da finanziare mediante procedura di gara pubblica con 100 progetti da circa 1 milione di euro ciascuno, per un totale di 100 milioni di euro (M6C2-I 2.1-2);

j)     ricerca su malattie altamente invalidanti da finanziare, anche in questo caso mediante gara pubblica, con 324 progetti da circa 1 milione ciascuno, per un costo totale di 324,1 milioni di euro (M6C2-I 2.1-3).

 

 

 

 

 

I bandi di gara dei progetti PoC dovranno assegnare le risorse entro la fine del 2025.

 

Per i programmi di ricerca e i progetti nel campo delle malattie rare e dei tumori rari sono previsti due finanziamenti di 50 milioni ciascuno, da erogare rispettivamente entro la fine del 2023 e la fine del 2025.

Per la ricerca sulle malattie altamente invalidanti si prevedono due finanziamenti del valore di 160 milioni ciascuno, da assegnare entro il 2023 ed il 2025, sempre successivamente alla fase di preparazione e pubblicazione della gara.

 

Sviluppo competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale del SSN
(M6C2-I 2.2-14, 15, 16 e 17 da 14 a 17)

737,6 (prestiti)

di cui:

2021: 10,4

2022: 145,5

2023: 157,9

2024: 151,7

2025: 141,3

2026: 130,8

 

L’investimento mira a sviluppare le competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale del SSN, come indicato nell’Allegato alla decisione UE:

 

§  assegnare, entro la metà del 2023, 1.800 borse di studio per corsi specifici di medicina generale (MMG) per incrementare il numero di tali borse, garantendo il completamento di 3 cicli di apprendimento triennali (M6C2-I 2.2-14);

 

§  finanziare, entro la metà del 2024, 900 borse di studio aggiuntive ogni anno del triennio per corsi specifici di medicina generale (MMG) di durata triennale, per un totale di 2.700 borse di studio aggiuntive (M6C2-I 2.2-15);

 

 

§  incrementare, complessivamente entro la metà del 2026, la formazione per l’acquisizione delle competenze manageriali e digitali per i professionisti del SSN, in un numero stimato di 4.500 unità per un costo unitario di 4.000 euro ciascuno ed un totale di 18 milioni di euro (M6C2-I 2.2-16);

 

§  finanziare, entro la metà del 2026, 4.200 contratti di formazione specialistica supplementari della durata di un ciclo completo di 5 anni, per un costo totale di 537,6 milioni, vale a dire 25.000 euro annui ciascuno per primi due anni e 26.000 per i rimanenti 3 anni (M6C2-I 2.2-17).

 

 

L’allegato al PNRR riportava anche la previsione di un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere, con circa 150.000 partecipanti entro la fine del 2024 e circa 140.000 entro metà 2026. Il piano straordinario “infezioni”, secondo le stime del Piano, prevede esattamente 293.386 persone, per un costo unitario di 300 euro ed un totale di circa 88 milioni di euro

In dettaglio, gli allegati tecnici specificano che l’incremento delle borse di studio per la formazione specifica in MG è pari a 2.700 (900x3, garantendo il completamento di 3 cicli di apprendimento triennali) per un costo unitario di 34.809 euro, per un totale di 93,98 milioni di euro, da erogare entro la metà del 2023 e a completamento di un ciclo di formazione entro la metà 2024.

 

I progetti formativi per lo sviluppo di percorsi di acquisizione di competenze per i professionisti del SSN, in particolare, dovranno essere completati per una prima parte entro la metà del 2024 e per la restante parte entro la metà del 2026.

 

 

 

Il costo dei contratti di formazione medica specialistica sarà distribuito lungo il quinquennio 2022-2026.

 

 

 

 

 

 


Le misure sono destinate alle regioni, per il tramite del Ministero della salute, alle università e ai centri di ricerca privati e pubblici e ai loro dipendenti ricercatori, in particolare quelli degli IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), e sono pertanto relative sia ad una specifica riforma di riorganizzazione di questi ultimi, sia a finanziamenti aggiuntivi per garantire un maggiore coordinamento e miglioramento dell'offerta di servizi sanitari.


 


6.4 Lavoro e occupazione


Le risorse destinate alle politiche per il lavoro - pari a 6,66 miliardi di euro - sono allocate nella Componente 1 della Missione 5.

Per tale componente il Piano stima un costo complessivo pari a 12,62 miliardi di euro, di cui 6,66 miliardi richiesti nell'ambito del dispositivo di ripresa e resilienza. La differenza, pari a 5,97 miliardi di euro, sarà finanziata a valere sulle risorse del Programma REACT-EU e riguarderà:

§  la Riforma delle politiche attive e formazione, per 500 mln di euro;

§  il Fondo per le nuove competenze, per 1 miliardo di euro;

§  gli incentivi per le assunzioni di giovani e donne, soprattutto nel Sud, e la riduzione del costo del lavoro, per 4,47 miliardi di euro (che si aggiungono ai 24,65 miliardi di euro finanziati dalla legge di bilancio 2021).

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 5, afferenti al settore Politiche per il lavoro:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Potenziamento dei centri per l’impiego
(M5C1-I.1.1-6,7)

600 (sovvenzioni) di cui:

2021: 200

2022: 200

2023: 200

Migliorare l’offerta, l’analisi dei fabbisogni di competenze e la definizione di piani formativi individuali, attraverso il potenziamento del 90% dei Centri per l’impiego entro il triennio 2021-2023.

L’investimento si svilupperà tra il 2021 ed il 2023.

Nell’allegato alla decisione UE si precisa che, a seguito dell’adozione del Piano di potenziamento dei centri per l’impiego 2021-2023, al quarto trimestre 2025 almeno 500 centri per l'impiego dovranno aver completato il 100 % delle attività previste in tale Piano. Viene altresì specificato che nel raggiungimento degli obiettivi è garantito l'equilibrio in termini di distribuzione territoriale (Nord, Centro e Sud).

Si segnala che nel 2019 è stato approvato il Piano Nazionale per il rafforzamento dei CPI e l’assunzione di personale (fino a 5.600 unità nel 2019, 8.600 unità nel 2020 e 4.600 unità dal 2021). Tale procedura di assunzione è in atto e il Governo auspica di completarla entro la fine del 2021; 400 mln delle risorse previste dal Piano sono già ripartiti tra le regioni per tale finalità.

Si segnala, al riguardo, che il disegno di legge delega AS 1338 - attualmente all’esame della 11a Commissione del Senato - prevede, tra l’altro, tra i principi e i criteri direttivi specifici ai quali il Governo dovrà attenersi nell’esercizio della delega, la razionalizzazione delle funzioni e dei compiti amministrativi in materia di servizi per l’impiego, di collocamento mirato e di politiche del lavoro (art. 1, c. 2, lett. b))

Creazione di imprese femminili
(M5C1-I.1.2-17)

400 (prestiti) di cui:

2021: 25

2022: 50

2023: 75

2024: 100

2025: 100

2026: 50

Incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e sistematizzare e ridisegnare gli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali per imprese a conduzione femminile o a prevalente partecipazione femminile

L’investimento si svilupperà tra il 2021 ed il 2026

Le risorse relative saranno utilizzate per la creazione del “Fondo Impresa Donna”, il cui decreto istitutivo – come precisato nel nell’allegato alla decisione UEdovrà essere approvato entro il terzo trimestre del 2021, con il compito di rafforzare finanziariamente sia alcune misure già esistenti lanciate per supportare l’imprenditoria (come NITO e Smart&Start), sia il nuovo Fondo per l'imprenditoria femminile istituito dalla Legge di Bilancio 2021 (con una dotazione di 20 mln di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022).

Al riguardo, si ricorda che la medesima legge di bilancio 2021 ha istituito, il Comitato Impresa Donna con il compito di attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo e di formulare raccomandazioni sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia.

L’investimento sarà gestito conformemente ai Regolamenti applicabili in materia di aiuti di Stato.

Sistema di certificazione della parità di genere
(M5C1-I.1.3-12,13,14)

10 (sovvenzioni) di cui:

2021: 0,5

2022: 2

2023: 1,5

2024: 2

2025: 2,5

2026: 1,5

Definire un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere che incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche, quali, ad esempio, opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità.

La misura mira a raggiungere il maggior numero possibile di imprese senza un'attenzione specifica alla dimensione territoriale.

 

L’attivazione è prevista a partire dal secondo trimestre 2022, con l’entrata in vigore del sistema entro il quarto trimestre del medesimo anno 2022, come specificato nell’allegato alla decisione UE. La fase sperimentale durerà fino al secondo trimestre del 2026.

Entro il secondo trimestre 2026 sono attesi i seguenti risultati:

§  la partecipazione alla certificazione di 800 imprese (PMI o più grandi), di cui almeno 450 PMI;

§  il ricevimento di servizi di accompagnamento e assistenza per 1000 imprese.

L’investimento sarà gestito conformemente ai Regolamenti applicabili in materia di aiuti di Stato.

Si segnala al riguardo che il testo unificato AC 522 - attualmente all’esame della Camera - prevede, tra l’altro, l’istituzione della certificazione della parità di genere da attribuire alle aziende che realizzano i parametri minimi di rispetto delle pari opportunità, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Sistema duale (M5C1-I.1.4-15)

600 (sovvenzioni) di cui:

2021: 220

2022: 120

2023: 220

2024: 20

2025: 20

Rendere i sistemi di istruzione e formazione più in linea con i fabbisogni del mercato del lavoro, nonché promuovere l’occupabilità dei giovani e l’acquisizione di nuove competenze, soprattutto nelle aree più marginali e periferiche.

Le risorse saranno erogate dalle Regioni, principalmente sulla base del numero degli studenti iscritti nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale.

Le risorse dell’investimento – che si svilupperà tra il 2021 ed il 2025 - saranno ripartite tra le regioni in base al numero di studenti iscritti a corsi di formazione professionale. Nelle regioni dove il sistema di istruzione e formazione professionale non è particolarmente avanzato, un maggiore coinvolgimento delle scuole nazionali professionali potrebbe contribuire a ridurre le disparità.

Obiettivo è quello di arrivare, nel quinquennio 2021-2025, ad una partecipazione di almeno 135.000 persone in più rispetto allo scenario di riferimento.

Servizio civile universale (M5C1-I.2.1-16)

650 (sovvenzioni) di cui:

2021: 216,6

2022: 216,7

2023: 216,7

Ulteriori 300 mln di euro proverranno dal Fondo nazionale per il Servizio civile.

Potenziare il Servizio Civile Universale, stabilizzando il numero di operatori volontari e promuovendo l’acquisizione di competenze chiave per l’apprendimento permanente (soft skills, competenze personali, sociali, competenze di cittadinanza attiva).

 

Il progetto ha una durata di tre anni, ma prevede un monitoraggio semestrale dei progressi e può diventare operativo immediatamente, non appena saranno stabilite le risorse da assegnare.

L’organismo responsabile di tale investimento è il Dip.to per le politiche giovanili e il Servizio civile, ma è previsto un coinvolgimento dei ministeri che hanno competenze specifiche nelle politiche giovanili.

Obiettivo è quello di arrivare, nel triennio 2021-2023, ad una partecipazione di almeno 120.000 persone in più rispetto allo scenario di riferimento, che corrisponde – come specificato nell’allegato alla decisione UE - a 50 000 persone nel medesimo triennio 2021-2023.

 

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:



 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Politiche attive del lavoro e formazione

 (M5C1-R.1.1-1,2,3,4,5)

4.400 (sovvenzioni) di cui:

2021: 400

2022: 1.000

2023: 1.000

2024: 1.000

2025: 1.000

Ulteriori 500 mln di euro a valere sulle risorse del Programma REACT-EU.

La finalità è quella di introdurre un’ampia riforma delle politiche attive e della formazione professionale, supportando i percorsi di riqualificazione professionale e di reinserimento di lavoratori in transizione e disoccupati, nonché definendo, in stretto coordinamento con le Regioni, livelli essenziali di attività formative per le categorie più vulnerabili.

La riforma si struttura in due linee di intervento:

1.    adozione del Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL), quale programma nazionale di presa in carico, erogazione di servizi specifici e progettazione professionale personalizzata;

2.    adozione del Piano Nazionale Nuove Competenze, con l’obiettivo di riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale.

 

L’adozione di entrambi gli interventi è prevista entro il 2021: come specificato nell’allegato alla decisione UE, i decreti interministeriali di attuazione dovranno entrare in vigore entro il quarto trimestre del 2021. L’implementazione della riforma si svilupperà invece nell’arco di 5 anni, dal 2021 al 2025.

L’adozione del Programma nazionale GOL inizierà con la revisione dell’assegno di ricollocazione, rifinanziato dalla legge di bilancio 2021, che ne ha esteso anche l’ambito soggettivo di applicazione.

Nel richiamato Allegato alla decisione UE si precisa che l’obiettivo da raggiungere entro il quarto trimestre del 2025 è quello di coinvolgere almeno 3 mln di beneficiari del programma GOL, di cui almeno 800 mila dovranno aver partecipato alla formazione professionale Il conseguimento soddisfacente dell'obiettivo dipende, come indicato dalla Commissione, anche dal conseguimento soddisfacente di un obiettivo secondario: almeno il 75 % dei beneficiari deve essere costituito da donne, disoccupati di lunga durata, persone con disabilità o persone di età inferiore ai 30 o superiore ai 55 anni.

Il medesimo Allegato precisa inoltre che - poiché una componente fondamentale del programma GOL è la definizione di una serie di livelli essenziali per le prestazioni da erogare ai beneficiari delle politiche attive - entro la fine del 2025 almeno l'80 % dei centri per l'impiego (PES) in ciascuna Regione dovranno soddisfare i criteri del livello essenziale delle suddette prestazioni PES quali definiti nel programma.

Si segnala, sul tema, che la proposta di legge AC 1818 - attualmente all’esame della XI Commissione Lavoro della Camera - prevede, tra l’altro, la possibilità per gli enti di formazione accreditati di stipulare un Patto di Formazione, tramite il quale garantire al beneficiario un percorso di riqualificazione professionale finalizzato al reinserimento lavorativo anche in un settore diverso da quello in cui è stata maturata la pregressa esperienza lavorativa.

Si segnala, inoltre, che il disegno di legge delega AS 1338 – attualmente all’esame della 11a Commissione del Senato - prevede, tra l’altro, tra i principi e i criteri direttivi specifici ai quali il Governo dovrà attenersi,  la razionalizzazione del sistema informativo unitario delle politiche del lavoro, il sistema informativo della formazione professionale e le comunicazioni telematiche in materia di lavoro  (art. 1, c. 2, lett. c))

Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso  (M5C1-R.1.2-8,9,10,11)

--

Il rafforzamento della lotta al lavoro sommerso nei diversi settori dell’economia ha lo scopo di integrare le riforme e gli investimenti in materia di politiche del lavoro.

Il Piano comprenderà una serie di azioni, in parte già avviate, che riguarderanno, in particolare:

§  l’affinamento delle tecniche di raccolta e di condivisione dei dati sul lavoro sommerso;

§  l’introduzione di misure per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare;

§  il lancio di una campagna informativa e di sensibilizzazione rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori;

§  la definizione di una struttura di governance che assicuri una efficace implementazione delle azioni;

§  il rafforzamento già programmato dell’Ispettorato nazionale del lavoro (è prevista nei prossimi mesi l’assunzione di circa 2.000 nuovi ispettori su un organico corrente di circa 4.500).

Tali azioni si affiancano a quelle previste nel Piano Triennale (2020-22) di contrasto al lavoro sommerso in agricoltura (si veda, sul punto, la Componente 2 della Missione 5).

L’adozione del Piano nazionale è prevista entro il quarto trimestre del 2022, mentre la sua piena implementazione entro il primo trimestre del 2024.

Come specificato nell’allegato alla decisione UE, entro il secondo trimestre 2025 deve realizzarsi un incremento del numero di ispezioni pari al 20% rispetto al periodo 2019-2021, mentre entro il primo trimestre del 2026 una riduzione tra il 2 ed il 6 per cento del lavoro sommerso. Su tale ultimo aspetto, il richiamato allegato richiede, entro lo stesso termine, una riduzione di almeno il 2 per cento.

 

 

 


Obiettivo delle misure connesse all’ambito delle politiche per il lavoro è principalmente quello di incrementare il tasso di occupazione, in particolar modo quella giovanile e femminile, anche attraverso il potenziamento della formazione professionale e la previsione di strumenti che facilitino le transizioni occupazionali.

Le suddette misure rivestono un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il PNRR, di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere e di incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, con l’obiettivo principale di incrementare il tasso di occupazione, in particolar modo quella giovanile e femminile.

Per quanto concerne l’impatto delle misure sin qui descritte sull’occupazione giovanile, il PNRR evidenzia, in particolare, che:

§  il potenziamento della formazione professionale – anche attraverso il rafforzamento del sistema duale - potrà ridurre il disallineamento tra le competenze possedute, anche digitali, e quelle effettivamente richieste dalle imprese agevolando così l’ingresso nel mondo del lavoro, nonché la promozione di transizioni occupazionali anche verso i settori "verdi”;

§  il potenziamento del “Servizio Civile Universale” determinerà un incremento del numero di giovani tra i 18 e i 28 anni che possono accedere ad un percorso di apprendimento non formale volto ad accrescere le proprie conoscenze e competenze e meglio orientarle per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Tra le suddette misure, quelle maggiormente suscettibili di avere un impatto più diretto sulla parità di genere e sull’occupazione femminile sono:

§  la creazione di un Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, con l’obiettivo di incentivare le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità, come le opportunità di carriera, la parità salariale a parità di mansioni, le politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità;

§  la promozione dell’imprenditoria femminile, allo scopo di incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro attraverso la previsione di misure volte a sostenere l'avvio di attività imprenditoriali femminili e a delineare un’offerta più aderente ai fabbisogni delle donne;

§  il potenziamento delle politiche attive del lavoro che contribuiranno, tra l’altro, a ridurre il numero di NEET, fra i quali si registra un significativo divario di genere.

Inoltre, le misure a sostegno del Mezzogiorno previste nel Piano contriburanno anche a migliorare l’occupabilità delle donne. L’occupazione femminile registra infatti un incremento del 4 per cento nel triennio 2024-2026 rispetto allo scenario di base, con una accentuata attivazione nel Sud (+ 5,5 per cento nello stesso periodo). Più in generale, le suddette azioni miglioreranno l’indicatore relativo ai divari territoriali dei tassi di occupazione e di disoccupazione.


 

 

Tavola 4.14: Impatto del PNRR sull’occupazione femminile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario di base)

 

 

2021

2022

2023

2024-2026

Occupazione totale

0,7

2,2

3,2

3,2

Occupazione femminile

0,7

2,2

3,5

4,0

Occupazione femminile Mezzogiorno

1,3

3,8

5,0

5,5

Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT

 


Di seguito due tavole che riportano le variazioni percentuali dell’occupazione femminile e giovanile come deviazione percentuale dallo scenario di base per tutto l’orizzonte temporale del Piano, con riferimento all’incidenza sui predetti tassi di occupazione delle misure sin qui descritte, afferenti alla componente 1 della Missione 5, rispetto alla totalità delle misure previste dal PNRR (Fonte: Elaborazione MEF-DT su dati MACGEM-IT)


 

Tavola 4.15: Occupazione femminile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,7

2,2

3,5

4,0

M5

0,1

0,5

0,7

0,7

M5C1

0,1

0,4

0,3

0,5

 

 

Tavola 4.16: Occupazione giovanile (scostamenti percentuali rispetto allo scenario base)

 

2021

2022

2023

2024-2026

Totale PNRR

0,4

2.0

3,0

3,2

M5

0,1

0,4

0,5

0,6

M5C1

0,1

0,2

0,2

0,3

 

 


Si segnala, inoltre, che una delle azioni con cui il Governo intende incrementare la partecipazione dei giovani e delle donne al mercato del lavoro è costituita dall’inserimento nei progetti finanziati dal PNRR e dai Fondi REACT-EU e FCN di previsioni dirette a condizionarne l’esecuzione all’assunzione di giovani e donne. Con specifici interventi normativi e tenuto anche conto della tipologia del progetto in relazione ai profili occupazionali richiesti, sarà infatti previsto l’inserimento nei bandi gara di specifiche clausole con cui saranno indicati, come requisiti necessari e in aggiunta, premiali dell’offerta, criteri orientati verso i suddetti obiettivi.

In conseguenza del necessario coinvolgimento degli enti territoriali nell’implementazione della Riforma delle politiche attive del lavoro, parte delle risorse vengono destinate dal Piano alle regioni.

In particolare, per l’investimento 1.1 il Piano prevede risorse pari a 600 mln di euro da destinare alle regioni; di questi, 400 sono già ripartiti tra le regioni stesse sulla base delle unità aggiuntive di personale previste nel Piano nazionale di potenziamento dei Centri per l’impiego.

Anche per il rafforzamento del Sistema duale, investimento 1.4, si vede un coinvolgimento delle regioni. Le relative risorse, pari a 600 mln di euro, saranno infatti erogate dalle regioni medesime, in linea di continuità con quanto viene annualmente ripartito in base a norme di legge per le formazioni professionali.

Si ricordano, inoltre, le risorse destinate al potenziamento del Servizio civile universale, pari a 650 mln di euro, destinate agli enti di servizio civile.

Infine, come ricordato nel Piano, nel complesso i suddetti interventi beneficiano di risorse complementari per 1,65 miliardi dai progetti PON e 24,65 miliardi dagli stanziamenti della Legge di Bilancio.


 


6.5 Fisco


La riforma fiscale rappresenta una delle riforme di accompagnamento al Piano per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese e in tal senso essa è parte integrante della ripresa che si intende innescare anche grazie alle risorse europee. Nel PNRR il Governo sottolinea come in ambito fiscale pesino i numerosi interventi operati negli anni, molti dei quali dettati dall’urgenza. Ciò ha prodotto una sempre più marcata frammentazione della legislazione tributaria, da cui è derivato un sistema fiscale articolato e complesso che ha rappresentato, nel tempo, un freno per gli investimenti, anche esteri.

Viene al riguardo ritenuto auspicabile:

§  effettuare un’opera di raccolta e razionalizzazione della legislazione fiscale in un testo unico, integrato e coordinato con le disposizioni normative speciali, da far a sua volta confluire in un unico Codice tributario;

§  garantire che le nuove regole abbiano stabilità nel tempo, per evitare che gli operatori del settore (ivi compresa l’Amministrazione finanziaria) debbano continuamente adattarsi a mutate cornici normative.

In tale prospettiva il Governo inserisce la possibile revisione dell’Irpef, con il duplice obiettivo di semplificare e razionalizzare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l’equilibrio dei conti pubblici. Viene ritenuto dunque che in tal modo sarebbe incentivata la tax compliance e potrebbe essere sostenuta la partecipazione al lavoro delle donne e dei giovani.

Si preannuncia la presentazione al Parlamento, entro il 31 luglio 2021, di una legge di delega da attuarsi per il tramite di uno o più decreti legislativi delegati. Il Governo chiarisce che il disegno di legge deve tenere adeguatamente conto del documento conclusivo dell’Indagine conoscitiva sulla riforma dell’IRPEF e altri aspetti del sistema tributario, avviata dalla Commissioni parlamentari Finanze di Senato e Camera e che, per realizzare in tempi certi la riforma, dopo l’approvazione della legge di delega, intende istituire un Commissione di esperti.

L’indagine conoscitiva si è articolata nell’arco di sei mesi, tra gennaio e giugno 2021; il 30 giugno 2021 le Commissioni hanno ciascuna approvato, in un identico testo, il documento conclusivo dell’indagine, che indirizza la riforma fiscale verso obiettivi di crescita dell’economia e semplificazione del sistema tributario. Il documento tiene esplicitamente in considerazione le finalità di transizione ecologica e digitale del PNRR; supporta l'approccio strategico esplicitamente contenuto nel Piano che vede nella digitalizzazione l'investimento più redditizio all'interno dell'Amministrazione Finanziaria, assieme a quello volto a dotarla delle competenze tecniche necessarie per metterlo adeguatamente a valore.



 


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Legge di delega per la riforma fiscale

 

 

La legge di bilancio per il 2021 (legge n. 178 del 2020, commi 2-7) ha istituito un Fondo, con una dotazione di 8.000 milioni di euro per l'anno 2022 e 7.000 milioni a decorrere dal 2023, per interventi di riforma del sistema fiscale.

Al Fondo sono destinate altresì le maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo.

§  effettuare un’opera di raccolta e razionalizzazione della legislazione fiscale in un Codice tributario unico;

§  garantire che le nuove regole abbiano stabilità nel tempo

§  riformare l’Irpef, per semplificare la struttura del prelievo e ridurre il carico fiscale, preservando la progressività dell’imposta e l’equilibrio dei conti pubblici, così incentivando la tax compliance e sostenendo la partecipazione al lavoro delle donne e dei giovani.

 

Il Governo, nel testo del PNRR trasmesso alla UE, si è impegnato a presentare il ddl delega entro il 31 luglio 2021

 

 

Family Act, recante le deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia, (C. 2561)

 

Una quota del Fondo non inferiore a 5.000 e non superiore a 6.000 milioni di euro a decorrere dal 2022 è destinata all'assegno universale e ai servizi alla famiglia, istituito dalla legge di bilancio 2020 con una dotazione di 3.012 milioni di euro per il 2021 (comma 339, della legge n. 160 del 2020) cui si aggiungono 1.044 milioni di euro per il 2021 e 1.244 milioni di euro annui a decorrere dal 2022, oltre alle risorse rivenienti dalla riorganizzazione di numerosi interventi eterogenei, sia di natura fiscale sia di spesa, pari a circa 15 miliardi di euro.

Misure per il sostegno alle famiglie con figli, per la promozione della partecipazione al lavoro delle donne, per il sostegno ai giovani

In corso di esame alla Camera dei deputati: Disegno di legge: "Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia" (A.C.2561)

Assegno Unico Universale, (legge 1° aprile 2021, n. 46).

 

misura unica nazionale di sostegno dove far confluire le risorse destinate alle famiglie con figli a carico

in fase di attuazione della legge delega

Potenziamento dell’Agenzia delle entrate attraverso nuove risorse umane

 

 

assunzione di personale dotato di professionalità adeguate nell’analisi avanzata di dati (data scientist), nell’informatica, nel controllo fiscale sia dei fenomeni interni sia transnazionali, di esperti in fiscalità internazionale, di informatici, di ingegneri, e di esperti in diritto ed economia

Oltre al già bandito concorso pubblico per 4.113 unità, si prevede un ulteriore rafforzamento della capacità operativa dell’Agenzia attraverso la selezione di 2.000 unità.

Contrasto all’evasione fiscale mediante progetti di analisi avanzata dei dati per poter aggredire il tax gap attraverso applicazione di tecniche sempre più avanzate come intelligenza artificiale, machine learning, text mining, analisi delle relazioni.

 

§  intensificare l’attività di analisi dei dati, per individuare preventivamente o tempestivamente posizioni da sottoporre ad accertamento fiscale

§  ridurre del 5 % la propensione all'evasione rispetto al 2019, da certificare nella relazione del Governo sull’economia non osservata per il 2025 (dati relativi al periodo d’imposta 2023)

§  ridurre del 15% la propensione all'evasione fiscale, dato da certificare nella predetta relazione sull’economia non osservata del 2026 (dati del 2024)

 

 

 

entro il quarto trimestre 2025, come previsto nell’allegato alla proposta di decisione della Commissione EU (M1C1-116)

 

 

 

 

entro il quarto trimestre 2026, come previsto nell’allegato alla proposta di decisione della Commissione EU (M1C1-121)

Interventi volti a favorire la compliance

 

§  migliorare la capacità operativa dell’amministrazione fiscale mediante assunzioni e altre misure, rafforzare l'infrastruttura digitale, al fine di estendere i meccanismi di incentivazione utilizzati migliorare il rispetto dell'obbligo tributario (tax compliance), rafforzare la capacità di analisi ed elaborazione di dati e sviluppo di modelli volti a orientare gli audit e i controlli e a supportare il processo di riscossione delle imposte;

 

§  ridurre l’evasione fiscale derivante dalla mancata fatturazione, anche attraverso incentivi mirati per i consumatori;

§  incoraggiare l'adempimento degli obblighi fiscali, attraverso:

a) la dichiarazione IVA precompilata;

 

b) la qualità della base dati utilizzata per i cd. avvisi bonari;

 

c) l'efficacia delle sanzioni amministrative per il rifiuto di accettare pagamenti elettronici;

 

d) il processo di anonimizzazione dei dati e di analisi dei big data, per aumentare l'efficacia dell'analisi dei rischi.

entro il secondo trimestre 2022, come previsto nell’allegato alla proposta di decisione della Commissione EU (M1C1-103)

 

 

 

 

 

 

 

entro il quarto trimestre 2021, come previsto nell’allegato alla proposta di decisione della Commissione EU (M1C1-101)

 

 

 

entro il primo trimestre 2022, come previsto nell’allegato alla proposta di decisione della Commissione EU (M1C1-103)

 

 

entro il quarto trimestre 2022, aumentare del 20% il numero di avvisi bonari, ridurre del 5% i cd. falsi positivi ed elevare del 15% il gettito fiscale generato da tali avvisi, come previsto nell’allegato alla proposta di decisione della Commissione EU (M1C1-106)

 

 

entro il secondo trimestre 2022 come previsto nell’allegato alla proposta di decisione della Commissione EU (M1C1-103)

 

Previsione di termini perentori per la pubblicazione delle norme secondarie

 

garantire l'agevole attuazione delle norme primarie

 

Revisione della riscossione coattiva dei tributi

 

efficientamento del sistema della riscossione, con la previsione di nuove regole in materia di crediti di difficile esazione

 

Completamento del federalismo fiscale entro il primo trimestre del 2026

 

 

§  effettuare la distribuzione delle risorse per le province e le città metropolitane, sulla base dei criteri dei fabbisogni standard e della capacità fiscale, come definite dal decreto-legislativo n. 68 del 2011;

§  - attuare il federalismo regionale per le regioni a statuto ordinario, secondo quanto definito dal decreto legislativo n. 68 del 2011 (articoli 1-15).

all'esame della Commissione tecnica dei fabbisogni standard

 

 

 

all’esame del Tavolo tecnico istituito presso il MEF

Riforma della giustizia tributaria

 

Smaltimento dell’arretrato dei giudizi tributari innanzi alla Corte di Cassazione

si rinvia al capitolo sull’efficienza del sistema giudiziario


6.6 Infrastrutture e trasporti

6.6.1 Rete ferroviaria


Nell’ambito della “Missione 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 25,40 miliardi, gli Interventi sulla rete ferroviaria rappresentano la prima componente (M3C1.1), con risorse pari a 24,77 miliardi di euro, da coprire attraverso le risorse del Recovery Fund. Gli obiettivi comuni a tutti gli investimenti sono: la decarbonizzazione e la riduzione delle emissioni attraverso lo spostamento del traffico passeggeri e merci dalla strada alla ferrovia; la maggiore connettività territoriale e coesione riducendo i tempi di percorrenza; la digitalizzazione delle reti di trasporto e il miglioramento sicurezza di ponti, viadotti e gallerie; la maggiore competitività del produttivo sistemi del Sud migliorando i collegamenti ferroviari. Questa componente contiene misure intese a sviluppare l'uso dell'idrogeno nelle ferrovie.

Gli investimenti

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 3, componente 1, afferenti agli Investimenti sulla rete ferroviaria, come risultanti dall’Allegato alla decisione UE e dall’Allegato al PNNR:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci

 

(M3C1-I 1.1-5, 6)

 

4.640
(Prestiti)

 

Sviluppo dei servizi ferroviari passeggeri e merci a lunga percorrenza, coerentemente con la struttura del territorio italiano e con le esigenze di connettività delle Regioni meridionali, al fine di ridurre i tempi di percorrenza e aumentare la capacità. Gli interventi proposti saranno integrati con i sistemi di trasporto regionali.

L'investimento consiste nella costruzione di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria e Palermo-Catania.

Ci si aspetta che questa misura non arrecherà un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell'articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 342-343) si prevedono i seguenti obiettivi:

Obiettivo: entro T2-2024, 69 km di ferrovia ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Napoli-Bari e Palermo-Catania costruiti, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa.

Le tratte  (indicate a pag 1211 dell’Allegato al PNNR), sono le seguenti:

§  Bicocca-Catenanuova (Palermo-Catania) 37 km

§  Cancello-Frasso (Napoli-Bari) 16 km

§  Napoli-Cancello (Napoli-Bari) 16 km

Obiettivo: entro T2-2026, 274 km di ferrovia ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Napoli-Bari, Salerno-Reggio Calabria e Palermo-Catania costruiti, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa.

La ripartizione indicativa è la seguente:

§  Orsara-Bovino (Napoli-Bari) 93 km

§  Battipaglia-Romagnano (Salerno-Reggio Calabria) 33 km

§  Catenanuova-Dittaino e Dittaino-Enna (Palermo-Catania) 148 km

 

Le milestones relative a questo investimento sono descritte nella tabella a pag. 1211 dell’Allegato al PNNR in cui vengono anche riportate le seguenti tratte:

Caltanisetta Xirbi-Lercara,

Enna- Caltanisetta Xirbi.

 

Destinatari: utilizzatori delle linee indicate.

Attuazione: rimessa interamente ad  RFI (Contratto di Programma, parte investimenti).

 

Tali risorse sono ripartite tra i seguenti interventi:

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Linea AV Napoli-Bari

 

(M3C1-I 1.1-3)

1.400

di cui:

2020: 30

2021: 8

2022: 173

2023: 200

2024: 271

2025: 322

2026: 325

Ulteriori risorse europee:

129 (PON)

Risorse nazionali:

2.723 (bilancio dello Stato)

Al completamento del progetto la tratta Napoli-Bari sarà coperta in 2 ore, invece delle attuali 3 ore e 30 minuti; ci sarà un aumento della capacità da 4 a 10 treni/ora sulle tratte a doppio binario, e un adeguamento della prestazione per consentire il transito di treni merci di lunghezza fino a 750 m, senza limitazioni di peso assiale

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 342) si prevede:

Target: entro T4-2022, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione della ferrovia ad alta velocità sulla linea Napoli-Bari nel pieno rispetto delle norme in materia di appalti pubblici sulle seguenti tratte di tali linee:

§  linea Napoli-Bari: Orsara-Bovino;

 

Linea AV Palermo-Catania-Messina

 

(M3C1-I 1.1-3)

1.440

di cui:

2020: 22

2021: 25

2022: 140

2023: 219

2024: 283

2025: 399

2026: 351

Ulteriori risorse europee:

79 (PON)

Risorse nazionali:

2.588  (bilancio dello Stato)

Al completamento del progetto ci sarà una riduzione del tempo di percorrenza di 60 minuti sulla tratta Palermo-Catania, e aumento della capacità da 4 a 10 treni / ora sulle tratte in fase di raddoppio.

Nell’allegato alla decisione UE si prevede:

Target: entro T4-2022, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione della ferrovia ad alta velocità sulla linea Palermo-Catania nel pieno rispetto delle norme in materia di appalti pubblici, sulle seguenti tratte di tali linee:

§  linea Palermo-Catania: Catenanuova-Dittaino e Dittaino-Enna

 

Linea AV Salerno-Reggio Calabria

 

(M3C1-I 1.1-4)

1.800

di cui:

2021: 20

2022: 146

2023: 399

2024: 365

2025: 304

2026: 566

 

Risorse nazionali:

400 (bilancio dello Stato).

Ulteriori risorse: 9.400 miloni di euro sono assegnati dal Fondo complementare al PNRR ai sensi dell’articolo 4 del DL n. 59/2021.

L'intervento compreso nel PNRR è relativo alla tratta Battipaglia - Romagnano (tratto di 33 km).

Al completamento dell’intero progetto, il tempo di percorrenza sarà ridotto di 80 minuti sulla tratta Roma-Reggio Calabria, con un recupero fino a 40 minuti sui lotti prioritari della tratta Salerno-Battipaglia-Paola; inoltre ci sarà un miglioramento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci, in particolare per il porto di Gioia Tauro.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 343) si prevede:

Target: entro T1-2022, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione della ferrovia ad alta velocità sulla linea Salerno-Reggio Calabria, sulla seguente tratta di tale linea:

§  Battipaglia-Romagnano

 

 

Per le tratte finanziate col Fondo complementare si prevedono finanziamenti fino al 2030.

 

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Linee ad Alta Velocità nel Nord che collegano all'Europa

(M3C1-I 1.2-7)

8.570
(Prestiti)

 

Potenziare i servizi di trasporto su ferro, aumentando il traffico su rotaia, secondo una logica intermodale e stabilendo per le merci connessioni efficaci con il sistema dei porti esistenti.

 

L'investimento consiste nella costruzione di 180 km di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Brescia-Verona-Vicenza-Padova, Liguria-Alpi e Verona Brennero.

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 344) si prevede:

Target: entro T1-2024, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione della ferrovia ad alta velocità sulla linea Verona-Brennero, sulle seguenti linee:

§  Verona-Brennero: circonvallazione di Trento

§  Liguria-Alpi: nodo di Genova e terzo valico dei Giovi

§  Brescia-Verona

§  Verona-bivio Vicenza

§  Rho-Parabiago

§  Pavia-Milano Rogoredo

Nell’allegato alla decisione UE si specifica che il segmento Rho-Parabiago sarà subordinato all'esito positivo della valutazione di impatto ambientale, pienamente e sostanzialmente conforme ai criteri giuridici, comprendente integralmente tutti i risultati e tutte le condizioni di valutazione dell'impatto ambientale, qualora ciò sia necessario per il conseguimento della conformità agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01)

 

Le milestones relative a questo investimento sono anche descritte nella tabella a pag. 1213-1214 dell’Allegato al PNNR

Timeline: entro 2026 Destinatari: utilizzatori delle linee indicate.

Attuazione: rimessa interamente ad  RFI (contratto di programma, parte investimenti)

 

Tali risorse sono ripartite tra i seguenti interventi:

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Linea AV Brescia-Verona e Verona-Bivio Vicenza

 

(M3C1-I 1.2-9)

3.670

di cui:

2020: 152

2021: 341

2022: 710

2023: 116

2024: 900

2025: 1.096

2026: 356

Risorse nazionali:

1.589 (bilancio dello Stato).

Ulteriori 950 milioni € sono assegnati ai sensi dell’articolo 4 del DL n. 59/2021.

Al completamento del progetto, il tempo di percorrenza sulla tratta Milano-Venezia scenderà di 15 minuti. I principali vantaggi saranno un aumento della capacità e della regolarità del traffico, un significativo miglioramento del sistema di trasporto regionale, e una migliore accessibilità della nuova stazione di Vicenza Fiera.

Gli interventi proposti si riferiscono alla Brescia-Verona tratto (di 48 km) e il tratto Verona-Bivio Vicenza (di 44 km). Il Fondo complementare finanzia il secondo lotto funzionale «Attraversamento di Vicenza» e la progettazione del terzo lotto costruttivo Vicenza-Padova.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 345) si prevede:

Obiettivo: entro T2-2026, 180 km di ferrovia ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Brescia-Verona-Vicenza-Padova, Liguria-Alpi e Verona-Brennero costruiti, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa, nelle seguenti tratte:

§  Brescia-Verona 48 km

§  Verona-bivio-Vicenza 44 km

§  nodo di Genova e terzo valico dei Giovi 53 km

§  Rho-Parabiago 9 km

§  Pavia-Milano Rogoredo 11 km

§  Circonvallazione di Trento 15 km

 

L’analisi costi-benefici di RFI delle tratte Brescia-Verona e Verona-Padova è riportata da pag. 1554 dell’Allegato al PNNR

Linea AV Liguria-Alpi

 

(M3C1-I 1.2-8)

3.970

di cui:

2020: 398

2021: 532

2022: 724

2023: 736

2024: 886

2025: 559

2026: 134

Risorse nazionali:

3.635 (bilancio dello Stato).

L’obiettivo dell’intervento è quello di dimezzare quasi i tempi di percorrenza sia sulla tratta Genova-Milano che sulla tratta Genova-Torino, consentendo il transito di treni merci di lunghezza pari a 750 m. Inoltre, la capacità sarà aumentata da 10 a 24 treni/ora sulle tratte soggette a quadruplicamento in prossimità del nodo di Milano (Rho-Parabiago e Pavia-Milano-Rogoredo).

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 345) si prevede:

Obiettivo: entro T4-2025, 53 km di ferrovia ad alta velocità per passeggeri e merci sulla linea Liguria-Alpi costruiti, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa, nelle seguenti tratte:

§  nodo di Genova e terzo valico dei Giovi

 

 

 

Linea AV Verona-Brennero

 

(M3C1-I 1.2-9)

930

di cui:

2021: 8

2022: 20

2023: 56

2024: 244

2025: 280

2026: 322

Risorse nazionali:

250 (bilancio dello Stato)

Verrà realizzata la tangenziale ferroviaria di Trento. Al completamento dell'intero progetto ci sarà un significativo aumento della capacità dei treni in transito sul raccordo del Brennero (target 400 treni /giorno).

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 345) si prevede:

Obiettivo: entro T2-2026, nell’ambito dei 180 km di ferrovia ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Brescia-Verona-Vicenza-Padova, Liguria-Alpi e Verona-Brennero costruiti, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa, nelle seguenti tratte:

 

§  Circonvallazione di Trento 15 km

 

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Connessioni diagonali

(M3C1-I 1.3-11)

1.580

(Prestiti)

 

L'investimento consiste nella costruzione di 87 km di ferrovia ad alta velocità, sia per i passeggeri che per le merci, sulle linee Roma-Pescara, Orte-Falconara e Taranto-Metaponto Potenza-Battipaglia.

L’obiettivo è quello di ridurre i tempi di percorrenza per i passeggeri e di trasporto delle merci nel Centro-Sud del Paese, dall'Adriatico e dallo Ionio al Tirreno:

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 346) si prevede:

Obiettivo: entro T2 2026, 87 km di ferrovia ad alta velocità per passeggeri e merci sulle linee Roma-Pescara, Orte-Falconara e Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia costruiti, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa; La ripartizione degli 87 km deve essere la seguente:

§  Roma-Pescara 32 km

§  Orte-Falconara 20 km

§  Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia 35 km

 

Le milestones relative a questo investimento sono descritte nella tabella a pag. 1214-1216 dell’Allegato al PNNR

Destinatari: utilizzatori delle linee indicate

Attuazione: rimessa interamente ad  RFI (contratto di programma, parte investimenti)

 

Tali risorse sono ripartite tra i seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Roma-Pescara (circa 32 Km)

 

(M3C1-I 1.3-10)

620

di cui:

2021: 2

2022: 16

2023: 57

2024: 125

2025: 186

2026: 235

Risorse nazionali:

100 (bilancio dello Stato)

Al completamento dell'intero progetto ci sarà un risparmio di tempo di 80 minuti sulla tratta Roma-Pescara e un aumento della capacità da 4 a 10 treni /ora sulla tratta raddoppiata (con possibilità di realizzare servizi metropolitani tra Chieti e Pescara). Saranno adeguate le prestazioni per favorire lo sviluppo del traffico merici.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 346) si prevede:

Target: entro T1 2024, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione dei collegamenti sulle linee Roma-Pescara e Orte-Falconara, sulle seguenti tratte:

§  Roma-Pescara

 

Orte-Falconara (circa 20 Km)

 

(M3C1-I 1.3-10)

510

di cui:

2021: 1

2022: 27

2023: 61

2024: 92

2025: 125

2026: 204

Risorse nazionali:

149 (bilancio dello Stato)

Al completamento dell'intero progetto ci sarà una riduzione in tempi di percorrenza di 15 minuti sulla tratta Roma-Ancona e di 10 minuti sulla tratta Roma Perugia, aumento della capacità da 4 a 10 treni / ora sulle tratte soggette al raddoppio. Si prevede l’adeguamento delle prestazioni per consentire il transito dei treni merci

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 346) si prevede:

Target: entro T1 2024, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione dei collegamenti sulle linee Roma-Pescara e Orte-Falconara, sulle seguenti tratte:

§  Orte-Falconara

 

Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia
(circa 35 Km)

 

(M3C1-I 1.3-10)

450

di cui:

2020: 2

2021: 6

2022: 9

2023: 57

2024: 84

2025:116

2026: 175

Risorse nazionali:

261 (bilancio dello Stato)

A completamento dell'intero progetto, il tempo di percorrenza passerà da 4 ore a 3 ore e 30 sulla tratta Napoli-Taranto (via Battipaglia). La capacità sarà aumentata da 4 a 10 treni l'ora sulle tratte in corso di ammodernamento, e la linea ferroviaria sarà adeguata per consentire il passaggio di treni merci.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 346) si prevede:

Target: entro T1 2024, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione dei collegamenti sulle linee Roma-Pescara e Orte-Falconara, sulle seguenti tratte:

§  Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS)

(M3C1-I 1.4-12, 13, 14)

2.970
(Prestiti)

 

di cui:

2021: 50

2022: 299

2023: 345

2024: 643

2025: 705

2026: 928

 

Risorse nazionali: 7 (bilancio dello Stato)

 

L'investimento consiste nell'equipaggiare 3400 km di rete RFI del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS), conformemente al piano europeo di implementazione dell'ERTMS.

Lo scopo dell’intervento è quello di aggiornare i sistemi di sicurezza e segnalazione esistenti, garantendo così, con anticipo rispetto alle scadenze fissate dall’UE, la piena interoperabilità con le reti ferroviarie europee e l’ottimizzazione della capacità e delle prestazioni della rete.

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 347) si prevede:

Target: entro T4 2022, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per lo sviluppo del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS)

Obiettivo: entro T4 2024, 1400 km di linee ferroviarie dotati del sistema ERTMS, conformemente al piano europeo di implementazione dell'ERTMS, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa

Obiettivo: entro T2 2026, 3400 km di linee ferroviarie dotati del sistema ERTMS, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa

 

Timeline: Le linee ERMTS da completare entro il 2024 sono indicate nella tabella da pag. 1224 a pag. 1228 dell’Allegato al PNNR. Le linee ERMTS di nuova realizzazione entro il 2024 sono indicate nella tabella da pag. 1228 a pag. 1230. Le linee ERMTS di nuova realizzazione (periodo 2024-2026) sono indicate nella tabella da pag. 1230 a pag.1237.

Le milestones relative a questo investimento sono descritte in dettaglio nella tabella a pag. 1216-1218 dell’Allegato al PNNR.

Destinatari: utilizzatori delle linee con ERTMS e correlato bacino di utenza

Attuazione: rimessa ad RFI che inizierà dalle sezioni relative al trasporto passeggeri per dare tempo agli operatori merci di adattarsi al nuovo standard.

Potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave

(M3C1-I 1.5- 15, 16)

2.970

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 172

2021: 189

2022: 280

2023: 320

2024: 616

2025: 715

2026: 678

Risorse nazionali: 10.536 (bilancio dello Stato)

L'investimento consiste nel miglioramento di 1280 km di tratte ferroviarie riguardanti 12 nodi metropolitani e i collegamenti nazionali chiave (Liguria-Alpi, collegamento trasversale, Bologna-Venezia-Trieste/Udine, collegamento tirrenico centro-settentrionale, collegamento Adriatico-Ionio, collegamento tirrenico meridionale, rete siciliana, rete sarda).

Potenziare i collegamenti "metropolitani" o "suburbani", al fine di garantire servizi capillari con alte frequenze, sostenendo così la domanda di mobilità espressa dalle grandi città metropolitane e dalle aree urbane di medie dimensioni. Consentire il miglioramento dell'accessibilità e l'interscambio tra le stazioni ferroviarie e altri sistemi di mobilità del trasporto rapido di massa. Gli interventi di potenziamento dei collegamenti nazionali chiave riguarderanno diverse zone del Paese, soprattutto le aree di confine (ad esempio, il rafforzamento dei collegamenti con i valichi svizzeri sulla Liguria-Alpi), le dorsali centrali e l’accesso ai porti, in particolare nelle Regioni del Sud (per un ulteriore dettaglio degli interventi si veda pag. 1199 dell’Allegato al PNNR).

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 347-348) si prevede:

Obiettivo: entro T4 2024, 700 km di tratte di linee migliorate costruite su nodi metropolitani e collegamenti nazionali chiave, pronti per la fase di autorizzazione e operativa

Obiettivo: entro T2 2026, 1280 km di tratte di linee migliorate costruite su nodi metropolitani e collegamenti nazionali chiave, pronti per la fase di autorizzazione e operativa

 

Le milestones dettagliate relative a questo investimento sono descritte nella tabella a pag. 1218-1220 dell’Allegato al PNNR.

Destinatari: utilizzatori nelle 12 città metropolitane e utilizzatori in tutto il paese interessati all’upgrading dei nodi

 

Attuazione: rimessa ad RFI

Potenziamento delle linee regionali

(M3C1-I 1.6- 18)

936

(Prestiti)

di cui:

2021: 22

2022: 30

2023: 58

2024: 254

2025: 287

2026: 285

Ulteriori risorse: 1550 mln € del Fondo complementare PNRR per le linee regionali gestite da regioni e municipalità (articolo 1, co. 2, lett. c) punto 3, DL n. 59/2021)

Potenziare e rafforzare le linee ferroviarie regionali (siano esse interconnesse o meno alla rete infrastrutturale ferroviaria nazionale), sostenendone anche il collegamento e l’integrazione con la rete nazionale ad Alta Velocità, in particolare nelle Regioni del Mezzogiorno. Sono previsti interventi per migliorare il sistema in termini di numero di passeggeri trasportati, aumento della velocità di percorrenza, interconnessione tra centri urbani e le altre infrastrutture, sia agendo sia sull'infrastruttura che acquistando nuovi treni. Saranno inoltre realizzati interventi necessari per migliorare le condizioni di sicurezza del traffico ferroviario, attraverso l’installazione di sistemi tecnologici e adattamenti dell’infrastruttura esistente. +

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 350)  si prevede:

Obiettivo: entro T2 2026, 680 km di linee regionali migliorate, pronti per le fasi di autorizzazione e operativa

Le milestones relative a questo investimento sono descritte in dettaglio nella tabella a pag. 1221

Le linee rientranti nell’intervento sono indicate in dettaglio a pag. 1200-1201 dell’Allegato al PNNR.

Destinatari: utilizzatori delle linee indicate e loro aree di traffico associate.

Attuazione: gli interventi sono gestiti da RFI attraverso accordi con le Regioni, con l’esclusione delle tratte Bari-Bitritto e Rosarno-San Ferdinando che saranno incluse nel Contratto di Programma.

Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud

(M3C1-I 1.7- 17)

2.400

(Prestiti)

di cui:

2020: 41

2021: 147

2022: 187

2023: 217

2024: 506

2025: 565

2026: 736

 

Risorse nazionali:

1.548 (bilancio dello Stato)

Potenziare la rete ferroviaria in diversi punti critici del Sud Italia (linea Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria/Lamezia Terme, nonché linee in Molise, Basilicata ecc.), per realizzare gli interventi di ultimo miglio ferroviario per la connessione di porti (Taranto e Augusta) e aeroporti (Salerno, Olbia, Alghero, Trapani e Brindisi), per aumentare la competitività e la connettività del sistema logistico intermodale e per migliorare l’accessibilità ferroviaria di diverse aree urbane del Mezzogiorno. Il dettaglio degli interventi è indicato a pag. 1202-1203.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 348-349) si prevede:

Target: entro T4 2023, Notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per il potenziamento, l'elettrificazione e l'aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud, nelle tratte indicate nella tabella dell’allegato alla decisione UE

 

Timeline: entro 2026

Le milestones relative a questo investimento sono anche descritte nella tabella a pag. 1220 dell’Allegato al PNNR.

Destinatari: utenti delle linee ferroviarie migliorate.

Attuazione: rimessa ad  RFI

Miglioramento delle stazioni ferroviarie (gestite da RFI nel Sud)

(M3C1-I 1.8- 19, 20)

700
(Prestiti)

di cui:

2021: 21

2022: 64

2023: 103

2024: 195

2025: 192

2026: 126

Investimenti per riqualificare le stazioni, la qualità dei servizi forniti agli utenti, i livelli di efficienza energetica e lo sviluppo dell'intermodalità ferro-gomma. Si prevedono i seguenti progetti:

Hub urbani e linee metropolitane: 9 progetti per stazioni e nodi ferroviari, che fungono da hub di mobilità, e di fermate di linee metropolitane (tra cui Villa S. Giovanni, Messina Centrale e Messina Marittima, Benevento, Caserta, Bari, Taranto, Lecce, Crotone, le stazioni della linea L2 della metropolitana di Napoli e la nuova fermata di S. Maria di Settimo - Montalto Uffugo)

Riqualificazione funzionale, accessibilità e intermodalità di 30 stazioni di dimensioni medio-grandi di importanza strategica dal punto di vista trasportistico e/o turistico e con alti volumi di traffico descritte come stazioni del circuito Easy&Smart (tra cui Pescara, Potenza, Barletta, Lamezia Terme, Cosenza, Reggio Calabria Lido, Sapri, Oristano e Palermo Notarbartolo, Milazzo, Marsala e Siracusa).

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 350) si prevedono:

Obiettivo: entro T4 2024, 10 stazioni ferroviarie sono riqualificate e rese più accessibili conformemente alla direttiva 1300/2014 e ai regolamenti dell'UE in materia di sicurezza ferroviaria

Obiettivo: entro T2 2026, 38 stazioni ferroviarie sono riqualificate e rese più accessibili conformemente alla direttiva 1300/2014 e ai regolamenti dell'UE in materia di sicurezza ferroviaria

 

Le milestones forniscono la lista stazioni nella tabella a pag. 1222-1223 dell’Allegato al PNNR.

 

Destinatari: utilizzatori delle stazioni migliorate.

 

Attuazione: rimessa ad  RFI


 

Investimenti presenti in altre Missioni


Si ricorda che nella Missione 2, componente 2.2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, prevede nell’ambito di Intervento 3 “Promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno”, il seguente investimento, relativo alla “Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario”:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario

 

(M2C2-I 3.4-16, 17)

300

(Prestiti)

di cui:

2023: 95

2024: 95

2025: 75

2026: 35

 

 

L'investimento ha lo scopo di realizzare stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie, in prossimità di siti di produzione di idrogeno verde e/o di stazioni autostradali di rifornimento a idrogeno.

L’intervento prevede la conversione verso l’idrogeno delle linee ferroviarie non elettrificate in regioni caratterizzate da elevato traffico in termini di passeggeri con un forte utilizzo di treni a diesel. Sono contemplati 2 interventi, uno il cui budget è di 240 milioni di euro e l’altro di 60 milioni di euro. Il progetto include attività di R&S (in linea con l’investimento 3.5) per lo sviluppo di elettrolizzatori ad alta pressione (TRL 5-7), sistemi di stoccaggio ad alta capacità con possibilità di utilizzo di idruri metallici o liquidi (TRL 3-5). Grazie a questi investimenti, sarà possibile convertire circa 9 stazioni di rifornimento su 6 linee ferroviarie.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 261) si prevedono:

Target: entro T1 2023, assegnazione delle risorse, secondo le procedure e i criteri stabiliti, per realizzare nove stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie.

Obiettivo: entro T2 2026, Realizzazione di almeno 10 stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie, da individuare mediante procedure pubbliche definite dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) e dal Ministero della Transizione ecologica (MiTE)

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1045 dell’Allegato al PNNR.

 

 


 

Sempre nella Missione 2, componente 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, si prevede nell’ambito di intervento 4: “Sviluppare un trasporto locale più sostenibile”, il seguente investimento relativo ai “Treni verdi”:

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rinnovo del parco ferroviario regionale per il trasporto pubblico con treni alimentati con combustibili puliti e servizio universale

(M2C2-I 4.4.2-34bis, 35bis)

800

(Prestiti)

di cui:

2022: 172

2023: 185

2024: 185

2025: 172

2026: 86

Risorse nazionali: 300

Ulteriori risorse: 200 mln € del Fondo complementare PNRR per rinnovo del materiale rotabile (articolo 1, co. 2, lett. c) punto 4, del DL n. 59/2021)

L'investimento consiste nell'acquisto di almeno 150 treni a emissioni zero in sostituzione di vecchie unità elettriche e a diesel.

La misura prevede tre interventi, tra cui il rinnovo della flotta treni per trasporto regionale e intercity per ridurre l'età media del parco rotabile regionale tramite l'acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno: si prevede l’acquisto di 53 treni per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026, a cui vanno aggiunte 100 carrozze di nuova concezione sviluppate con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici.

Gli 800 milioni sono così suddivisi: 652 mln per i treni regionali e 148 mln per il servizio universale. Il nuovo materiale rotabile per il servizio universale sarà destinato alle regioni del Sud in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 274) si prevedono:

Obiettivo: entro T4 2024, entrata in servizio di almeno 25 treni a emissioni zero per il rinnovo del parco ferroviario

 

Obiettivo: entro T2 2026, entrata in servizio di almeno 150 treni a emissioni zero per il rinnovo del parco ferroviario

 

Timeline: dal 04/01/2021 al 30/08/2026

 

 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Accelerazione dell’iter di approvazione del Contratto tra MIMS e RFI

 

(M3C1-R 1.1- 1)

-

La riforma intende accelerare, attraverso una modifica legislativa proposta dal MIMS, l’iter di approvazione del Contratto di Programma quinquennale tra MIMS e RFI e delle sue variazioni annuali, consentendo di velocizzare la progettazione e la realizzazione dei lavori.

Si ipotizza che le Commissioni parlamentari competenti esprimano il proprio parere sulle linee strategiche del Contratto prima del parere del CIPE e che la Corte dei Conti svolga in parallelo il controllo su richiesta del Governo o delle Commissioni parlamentari.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 342) si prevede:

Target: entro T4 2021, modifica legislativa che riduce i tempi per l'iter di approvazione dei Contratti di Programma (CdP) del gestore dell'infrastruttura ferroviaria RFI

 

Destinatari: RFI e utilizzatori delle ferrovie.

 

Accelerazione dell’iter di approvazione dei progetti ferroviari

 

(M3C1-R 1.2- 2)

-

Una modifica normativa all’art. 13 della l. 120/2020 (decreto semplificazioni), per anticipare la localizzazione dell'opera al momento del "Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica" (PFTE), anziché attendere la fase definitiva di progettazione del progetto. La localizzazione, in variante agli strumenti urbanistici, comporterà l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio. Le ulteriori autorizzazioni, che non possono essere acquisite sul PFTE, potranno essere ottenute nelle successive fasi di progettazione con indizione della Conferenza dei servizi decisoria a cura dei Commissari o dell'Amministrazione procedente.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 342) si prevede:

Target: entro T4 2021, modifica normativa che ridurrà la durata dell'iter di autorizzazione dei progetti da 11 a 6 mesi

 

Destinatari: RFI e utilizzatori delle ferrovie.

 

 

Le priorità trasversali del PNRR

 


Gli interventi che riguardano la priorità trasversale del Mezzogiorno, per un importo totale di 8.190 milioni €, sono i seguenti:

§  Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci (M3C1-I 1.1-5,6) per 4.640 milioni €;

§  Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud (M3C1-I 1.7-17) per 2.400 milioni €;

§  Miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud (M3C1-I 1.7- 18,19), per 700 milioni €;

§  la Connessione diagonale Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia nell’ambito dell’investimento (M3C1-I 1.3-10) per 450 milioni €.

 

Vi sono poi i seguenti interventi che riguardano solo in parte, ma non esclusivamente, anche le Regioni del Sud Italia:

§  l’investimento relativo ai “Treni verdi” per il nuovo materiale rotabile per il servizio universale che sarà destinato alle regioni del Sud in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica (M2C2-I 4.4.2-34bis, 35bis) per 148 milioni di €;

§  gli interventi di potenziamento delle linee regionali (M3C1-I 1.6- 18), con ha un totale per tutti gli interventi di 940 milioni €);

§  la parte che riguarda i porti del Sud degli interventi di potenziamento dei nodi ferroviari metropolitani e dei collegamenti nazionali chiave (M3C1-I 1.5- 15, 16), che ha risorse complessive di 2.970 milioni €);

§  lo sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS) che non risulta quantificabile geograficamente in termini esatti.

 


6.6.2 Mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

 


Nell’ambito della “Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 59,47 miliardi, la seconda componente (M2 C2), “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile” reca risorse pari a 23,78 miliardi di euro. Tale componente si divide a sua volta in cinque ambiti di intervento, tra cui:

§  l’ambito 4, relativo allo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, che reca complessivamente una previsione di spesa di 8.580 milioni di euro;

§  l’ambito 3, relativo alla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale e nel trasporto ferroviario ed all’investimento nei bus elettrici, che reca complessivamente una previsione di spesa di 830 milioni di €.

 

Per gli altri ambiti di intervento della tematica energia rinnovabile si rinvia alla relativa scheda.

Gli investimenti

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 2, componente 2.4, afferenti allo sviluppo della mobilità locale sostenibile:


 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rafforzamento mobilità ciclistica

(piano nazionale delle ciclovie)

(M2C2-I 4.1-22, 23, 24)

600

(Sovvenzioni)

di cui:

2022: 130

2023: 225

2024: 100

2025: 80

2026: 65

così suddivisi:

§  200 per le piste ciclabili urbane e metropolitane;

§  400 per le piste ciclabili turistiche.

Risorse nazionali: 200

Promuovere la crescita del settore tramite realizzazione e manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale, a scopo turistico o ricreativo, con la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche. Il 50 per cento delle risorse sono destinate alle Regioni del Sud.

I dieci itinerari prioritari delle ciclabili turistiche (le relative specifiche di intervento sono indicate nella tabella a pag. 974 dell’Allegato al PNNR. sono: Ciclovia Vento; Ciclovia Sole; Ciclovia GRAB; Ciclovia dell'Acquedotto pugliese; Ciclovia Adriatica; Ciclovia Tirrenica; Ciclovia del Garda; Ciclovia della Sardegna; Ciclovia della Magna Grecia; Ciclovia Trieste-Lignano-Venezia.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 268-269) si prevedono:

Target: entro T4 2023, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la realizzazione di piste ciclabili, metropolitane, filovie e funivie in aree metropolitane

 

Obiettivo: entro T4 2023, costruzione di almeno 200 km aggiuntivi di piste ciclabili urbane e metropolitane (comuni con più di 50.000 abitanti)

 

Obiettivo: entro T2 2026, costruzione di almeno 365 km aggiuntivi di piste ciclabili urbane e metropolitane e almeno 1.235 km aggiuntivi di piste ciclabili in altre zone d'Italia

 

Destinatari: Regioni, Province, Comuni, Città metropolitane, nonché cittadini e cicloturisti

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1045 dell’Allegato al PNNR.

 

Sviluppo trasporto rapido di massa

(metropolitana, tram, autobus)

(M2C2-I 4.2-25, 26)

3.600

(Prestiti)

di cui:

2021: 179,6

2022: 473,4

2023: 546

2024: 938,8

2025: 813,1

2026: 649,1

 

Ulteriori risorse UE

29 (PON –FESR 2014/2020)

Risorse nazionali: 732,916 (legge n. 205 del 2017)

Spostamento di almeno il 10 per cento del traffico su auto private verso sistemi di trasporto rapido di massa con la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa: metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km). Il focus dell’intervento sarà principalmente sulle aree metropolitane delle maggiori città italiane.

Sono stati già pubblicati bandi di gara per molte città (2 call che riguardano Roma, Genova, Firenze, Palermo, Bologna, Rimini, Napoli, Milano, Bari, Bologna, Catania, Pozzuoli, Padova, Perugia, Taranto, Trieste) e accordi tra autorità locali e MIMS. Le risorse nazionali hanno finanziato direttamente gli interventi “Bus Rapid Transit” a Taranto per 130 mln di euro

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 269-270) si prevedono:

Obiettivo: entro T3 2024, costruzione di almeno 25 km di infrastruttura di trasporto pubblico. I progetti devono essere realizzati nelle aree metropolitane di Perugia, Pozzuoli e Trieste

Obiettivo: entro T2 2026, costruzione di almeno 206 km di infrastruttura di trasporto pubblico, nelle aree metropolitane di Roma, Genova, Firenze, Palermo, Bologna, Rimini, Napoli, Milano, Bari, Catania, Pozzuoli, Padova, Perugia, Taranto e Trieste di cui:

§  metropolitana 11 km;

§  tram 85 km;

§  filovie 120 km;

§  funivie 15 km

Il totale ammonta peraltro a 231 km di infrastruttura come anche riportato nelle milestones nella tabella a pag. 1046 dell’Allegato al PNNR.

 

Destinatari: capoluoghi di regione, città e comuni con più di 100.000 abitanti

Installazione di infrastrutture di ricarica elettrica

 

(M2C2-I 4.3-27, 28, 29, 29bis, 30, 30bis, )

741,32

(Sovvenzioni)

di cui:

2023: 400

2024: 150

2025: 141,3

2026: 50

 

 

Il costo totale stimato della misura è complessivamente pari a 1.853 milioni di euro.

Raggiungere gli obiettivi europei in materia di decarbonizzazione con un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici al 2030 per i quali sono necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici: l’intervento è finalizzato allo sviluppo di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada (75% del target PNIRE) e 13.755 di ricarica rapida nei centri urbani (70% del target PNIRE), oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.

A questi si aggiungono 78.600 punti di ricarica lenta nei centri urbani e 1.850 nelle autostrade, non coperti dalla misura, e 3,3 milioni di punti di ricarica privati previsti entro il 2030.

Le milestones prevedono entro il secondo trimestre del 2023 l’aggiudicazione dei contratti per la realizzazione di non meno di 2.500 punti di ricarica rapida lungo le autostrade e 4.000 in aree urbane (la cui realizzazione è prevista entro il secondo trimestre 2024). Entro la fine del 2024 si prevede l’aggiudicazione dei contratti per la realizzazione o dei restanti 5.000 punti di ricarica rapida nelle autostrade e di non meno di 9.000 punti di ricarica nelle aree urbane oltre alle 100 stazioni di ricarica sperimentali (che saranno realizzati entro la fine del 2025)

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 270-272) si prevedono:

Target: entro T2 2023, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per la costruzione di 2.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in autostrada e almeno 4.000 in zone urbane (tutti i comuni).

Target: entro T4 2024, Aggiudicazione degli appalti per la costruzione di 5.000 stazioni di ricarica rapida in autostrada e almeno 9.755 in zone urbane (tutti i comuni).

Per entrambi questi target il progetto può includere anche stazioni di ricarica pilota con stoccaggio di energia

Obiettivo: entro T2 2024, Entrata in funzione di almeno 2.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in autostrada da almeno 175 kW

Obiettivo: entro T2 2024, Entrata in funzione di almeno 4.000 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in zone urbane (tutti i comuni) da almeno 90 kW.

Obiettivo: entro T4 2025, Entrata in funzione di almeno 7.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in autostrada da almeno 175 kW.

Obiettivo: entro T4 2025, Entrata in funzione di almeno 13.000 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in zone urbane da almeno 90 kW.

Per questi tre ultimi obiettivi, il progetto può includere anche stazioni di ricarica pilota con stoccaggio di energia.

 

Destinatari: amministrazioni locali e nazionali, produttori di energie rinnovabili, installatori di punti di ricarica per EV, sviluppatori dei progetti, stazioni di rifornimento, fruitori della mobilità elettrica.

Per le infrastrutture di ricarica private è stato previsto il superbonus del 110% ed un Fondo di 90 milioni di euro dal DL n. 104/2020.

 

Le milestones sono descritte a pag. 1046 e 1047 dell’Allegato al PNNR.

 

Attuazione: Ministero per la Transizione Ecologica con supporto del MIMS e di regioni ed enti locali.

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rinnovo flotte bus, treni verdi

(M2C2-I 4.4.-32, 36)

3.640
(Prestiti)

 

Rinnovo flotte bus, treni verdi e parco veicoli dei Vigili del fuoco-Vedi sub

Gli investimenti sono descritti nell’allegato alla decisione UE (pag. 273-275)

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1047 dell’Allegato al PNNR.

 

Il Fondo complementare PNRR (art. 1, co. 2, lett. c), punto 2 del DL n.59/2021) finanzia altresì il rinnovo flotte navi per 800 mln €

 

Tale misura è suddivisa nei seguenti tre interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Rinnovo del parco autobus regionale per il trasporto pubblico con veicoli a combustibili puliti

(M2C2-I 4.4.1-32, 34, 35)

2.415

(di cui 626,7 per infrastrutture di ricarica e 1.788,3 per acquisto veicoli)

così ripartite:

2022: 50

2023: 125

2024: 640

2025: 700

2026: 900

Risorse nazionali: 500

Ulteriori risorse Fondo complementare: 600 mln € per rinnovo bus (art. 1, co.2, lett. c) p.1, DL 59/2021)

Assicurare il rinnovo della flotta autobus con mezzi a basso impatto ambientale, con l’acquisto entro il 2026 di circa 3.360 bus a basse emissioni. Circa un terzo delle risorse sono destinate alle principali città italiane;

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 273-274) si prevedono:

Target: entro T4 2023, notifica dell'aggiudicazione degli appalti pubblici per l'acquisto di autobus puliti

Obiettivo: entro T4 2024, acquisto di almeno 800 autobus a emissioni zero per il rinnovo del parco veicoli

Obiettivo: entro T2 2026, entrata in servizio di almeno 3.000 autobus a emissioni zero per il rinnovo del parco veicoli

 

Destinatari: enti locali assegnatari delle risorse con beneficio per operatori di trasporto pubblico e popolazione urbana

Rinnovo del parco ferroviario regionale per il trasporto pubblico con treni alimentati con combustibili puliti e servizio universale

 

(M2C2-I 4.4.2- 33, 34bis, 35bis)

800

(di cui 652 mln per i treni regionali e 148 per il servizio universale)

così ripartite:

2022: 172

2023: 185

2024: 185

2025: 172

2026: 86

 

Risorse nazionali: 300

Ulteriori risorse del Fondo complementare 200 mln € per rinnovo del materiale rotabile (art.1, co. 2, lett. c) p. 4, del DL n. 59/2021)

Rinnovo della flotta dei treni per trasporto regionale e intercity per ridurre l'età media del parco rotabile regionale tramite l'acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno: si prevede l’acquisto di 53 treni per il servizio regionale per sostituire un numero equivalente di vecchie unità entro il 2026 (su un totale di 479 mezzi, con età media di circa 30 anni), a cui vanno aggiunte 100 carrozze per il servizio universale, con materiali riciclabili e rivestite con pannelli fotovoltaici.

Il nuovo materiale rotabile per il servizio universale sarà destinato alle regioni del Sud in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 273-274) si prevedono:

Target: entro T2 2023, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per l'acquisto di treni puliti

Obiettivo: entro T4 2024, entrata in servizio di almeno 25 treni a emissioni zero per il rinnovo del parco ferroviario

Obiettivo: entro T2 2026, entrata in servizio di almeno 150 treni a emissioni zero per il rinnovo del parco ferroviario

 

Destinatari: enti locali assegnatari dei nuovi treni e Trenitalia per i treni Intercity; passeggeri del trasporto regionale ferroviario

Rinnovo del parco veicoli dei Vigili del Fuoco

 

 

(M2C2-I 4.4.3-31, 36)

424,2

(250 per l’acquisto dei 200 veicoli aeroportuali e 174 per i 3.600 veicoli ecologici).

 

così ripartite:

2022: 17,5

2023: 84,1

2024: 106,2

2025: 107,2

2026: 109,2

Rinnovo parco veicoli dei Vigili del Fuoco con l’introduzione di circa 3.600 veicoli elettrici e a gas per i servizi istituzionali e l’introduzione di 200 nuovi veicoli aeroportuali con alimentazione ibrida elettrico-endotermica negli aeroporti.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 273 e 275) si prevedono:

Target: entro T2 2024, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per l'acquisto di veicoli dei Vigili del Fuoco.

Obiettivo: entro T2 2026, entrata in servizio di almeno 3.800 veicoli puliti per il rinnovo del parco veicoli dei Vigili del Fuoco. 3.500 veicoli potranno essere classificati come 100% ecologici in quanto totalmente elettrici, con stazioni di ricarica alimentate da pannelli fotovoltaici. I 300 mezzi pesanti, di cui 200 in uso negli aeroporti e 100 per il soccorso urbano, dovranno essere alimentati esclusivamente a biometano ed essere conformi ai criteri stabiliti dalla direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie rinnovabili (RED II). I produttori di biocarburanti e biometano gassosi e di biocarburanti devono fornire certificati (prove di sostenibilità) rilasciati da valutatori indipendenti, come disposto dalla direttiva RED II. Gli operatori devono acquistare certificati di garanzia di origine commisurati all'uso previsto

 

Destinatari: Vigili del Fuoco, operatori economici, passeggeri degli aeroporti.

E’ all’esame della IX Commissione la Pdl C. 2116 sulla sostituzione dei veicoli aeroportuali con veicoli ecologici.

 

 

 

 

 


Nell’ambito della Componente 2 della Missione 2, vi sono anche i seguenti investimenti afferenti all’ambito 3, relativi rispettivamente alla sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale, nel trasporto ferroviario ed all’investimento nei bus elettrici:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale

 

(M2C2-I 3.3-14, 15)

230

(Prestiti)

di cui:

2023: 70

2024: 60

2025: 60

2026: 40

Promuovere la creazione di stazioni di rifornimento a base di idrogeno (circa 40 stazioni dando priorità alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti) e implementare i progetti di sperimentazione delle linee a idrogeno.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 260-261) si prevedono:

Target: entro T1 2023, notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per lo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno in linea con la direttiva 2014/94/UE sull'infrastruttura per i combustibili alternativi

Obiettivo: entro T2 2026, sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno per veicoli leggeri e pesanti in linea con la direttiva 2014/94/UE

 

Destinatari: imprese di commercio e logistica italiane e UE che utilizzano il trasporto pesante e titolari di licenze per i rifornimenti autostradali.

Attuazione: accordo tra Ministero della transizione ecologica e MIMS.

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1044  dell’Allegato al PNNR.

Sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario

 

(M2C2-I 3.4-16, 17)

300

(Prestiti)

di cui:

2023: 95

2024: 95

2025: 75

2026: 35

L’investimento è suddiviso (tabella a pag. 377 dell’Allegato al PNNR) in due finanziamenti di 240 milioni e di 60 milioni

 

La conversione verso l’idrogeno delle linee ferroviarie non elettrificate in regioni con elevato traffico passeggeri e forte utilizzo di treni a diesel come Lombardia, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Calabria, Umbria e Basilicata. I progetti di fattibilità più avanzati in Valcamonica e Salento prevedono la sperimentazione in modo integrato di produzione, distribuzione e acquisito di treni ad idrogeno. Sarà data priorità per le strutture di rifornimento alle aree con possibilità di sinergie con le stazioni di rifornimento per camion a lungo raggio. Il progetto include la produzione di idrogeno verde in prossimità delle stazioni di rifornimento. Non esistendo stazioni di rifornimento a idrogeno per i treni in Italia, il progetto include attività di R&D (in linea con l’investimento 3.5) per sviluppo di elettrolizzatori ad alta pressione (TRL 5-7), sistemi di stoccaggio ad alta capacità con possibilità di utilizzo di idruri metallici o liquidi (TRL 3-5) per creare 9 stazioni di rifornimento su 6 linee ferroviarie

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 261) si prevedono:

Target: entro T1 2023, assegnazione delle risorse, secondo le procedure e i criteri stabiliti, per realizzare nove stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie

Obiettivo: entro T2 2026, realizzazione di almeno 10 stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie, da individuare mediante procedure pubbliche definite dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) e dal Ministero della Transizione ecologica (MiTE).

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1044-1045 dell’Allegato al PNNR.

Destinatari: Compagnie ferroviarie e amministrazioni locali promotori dei progetti

Attuazione: Il MIMS autorizzerà le sperimentazioni tramite l’ANSF mentre il Ministero della transizione ecologica assicurerà il collegamento alla disponibilità di idrogeno verde e allo stoccaggio in loco; i progetti in fase di valutazione da parte del MIMS sono collocati nelle regioni Lombardia, Umbria, Puglia, Sardegna, Calabria, Basilicata e Sicilia

 

Bus elettrici

 

(M2C2-I 5.3-41)

300
(Prestiti)

di cui:

2022: 15

2023: 30

2024: 90

2025: 105

2026: 60

Diffusione e promozione di trasformazione tecnologica della filiera legata alla produzione autobus in Italia, con principali obiettivi l’espansione della capacità produttiva ed il miglioramento dell’impatto ambientale, in linea con quanto previsto dal piano strategico nazionale per la mobilità sostenibile

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 278) si prevedono:

Target: entro T4 2021, Entrata in vigore di un decreto ministeriale che precisi l'ammontare delle risorse disponibili per realizzare circa 45 progetti di trasformazione industriale mediante "contratti di sviluppo".

 

Timeline: 2021-2026

Destinatari: società in ambito UE che intendano investire nel programma

Attuazione: tramite Contratti di sviluppo per la trasformazione dei mezzi in base alla Direttiva del MISE 19/11/2020 che definisce le linee guida dell’intervento.

 

Le milestones sono descritte nella tabella a pag. 1045- 1047 dell’Allegato al PNNR.

 

Investimenti presenti in altre Missioni

 


Nella Missione 1, digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella pubblica amministrazione, nell’ambito della componente 1, investimento 1.4, Servizi digitali e cittadinanza digitale (M1-C1-I.1.4), si prevede infine un intervento relativo al miglioramento della mobilità tramite la digitalizzazione, secondo il paradigma “Mobility as a service”.


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Mobility as a service

Mobilità come servizio per l'Italia
(M1C1-I 4.6-23
)

40

(Sovvenzioni)

di cui:

2021: 0,7

2022: 0,5

2023: 10

2024: 24,6

2025: 3

2026: 1,2

 

così suddivisi:

a) 16 per progetti pilota di cui la massima parte destinata al progetto relativo alla mobilità cooperativa, connessa;

b) 8,7 per lo sviluppo centrale della condivisione dei dati e delle strutture di deposi-to;

c) 15 per l'aggiorna- mento tecnologico degli operatori di trasporto.

Fornire agli utenti un'esperienza di mobilità integrata dalla pianificazione del viaggio alla effettuazione dei pagamenti attraverso la combinazione di più modalità di trasporto (ad esempio autobus, metropolitana, e-bike).

Per ulteriori dettagli sull’intervento si rinvia alle pag. 425-426 dell’Allegato al PNNR..

 

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 33) si prevedono:

Target: entro T1 2025, attuazione della seconda tornata di sette progetti pilota volti a sperimentare le soluzioni di mobilità come servizio nelle aree "follower”. Ci si aspetta che i comuni valorizzino l'esperienza acquisita nelle città metropolitane "pronte al digitale" selezionate nell'ambito della prima tornata.

Il 40% dei progetti pilota deve essere svolto nel Mezzogiorno del paese.

Timeline: dal terzo trimestre 2021 al secondo trimestre 2026

 

Le milestones indicano nel quarto trimestre del 2023 il lancio dei primi 3 progetti pilota finalizzati alla sperimentazione di soluzioni Mobility as a Service nelle città metropolitane tecnologicamente avanzate. La seconda milestone prevede al primo trimestre 2025 il lancio degli altri 7 progetti pilota.


 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:

 


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Procedure più rapide per la valutazione dei progetti nei sistemi di trasporto pubblico locale con impianti fissi e nel settore del trasporto rapido di massa  

 

(M2C2-R 5-37)

 

Accelerare le tempistiche di realizzazione di interventi e semplificare le procedure di valutazione di progetti nel trasporto pubblico locale e trasporto rapido di massa, razionalizzando le responsabilità ed eliminando le duplicazioni di competenze nell’ambito della valutazione dei progetti all'interno della stessa Amministrazione e semplificando le procedure di pagamento

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 276) si prevede:

Target: entro T4 2021, entrata in vigore di un decreto-legge che semplifichi i criteri di valutazione dei progetti afferenti al trasporto pubblico locale e acceleri il processo di elaborazione e autorizzazione.

 

Una regolamentazione apposita individuerà l’allocazione di responsabilità e l’iter di approvazione dei progetti in ottica di semplificazione.

La riforma sarà anche supportata dalla realizzazione di un’apposita piattaforma IT per gestire le procedure di pagamento

 

Destinatari: amministrazioni locali

 

Le priorità trasversali del PNRR

 


Gli interventi che riguardano la priorità trasversale del Mezzogiorno, per un importo totale di 448 milioni di euro, sono i seguenti:

§  Rafforzamento mobilità ciclistica con risorse per 600 milioni di euro, di cui il 50 per cento destinate alle Regioni del Sud (M2C2-I 4.1-22, 23, 24);

§  il rinnovo del materiale rotabile dei treni per il servizio universale con risorse per 148 milioni di euro sarà destinato in particolare a Sicilia, Calabria e Linea Adriatica (M2C2-I 4.4.2- 33, 34bis, 35bis);

Vi sono poi i seguenti interventi che riguardano solo in parte, ma non esclusivamente, anche territori e città del Sud:

§  lo sviluppo trasporto rapido di massa che riguarda anche città come Palermo, Napoli, Bari, Bologna, Catania, Pozzuoli, Taranto (M2C2-I 4.2-25, 26);

§  la sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario, che riguarda anche progetti in Puglia, Sardegna, Calabria, Basilicata e Sicilia (M2C2-I 3.4-16, 17);

§  la digitalizzazione dei trasporti locali che per il 40% coinvolgerà il Mezzogiorno (M1C1-I 4.6-23)


6.6.3 Intermodalità e logistica


Nell’ambito della “Missione 3: Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 25,40 miliardi, l’Intermodalità e la logistica rappresenta la seconda componente (M3C2), con risorse pari a 630 milioni di euro. La componente si divide a sua volta in due ambiti di intervento:

§  Sviluppo del sistema portuale (M3 C2.1), con risorse per 270 milioni € costituiti da prestiti (loans);

§  Intermodalità e logistica integrata (M3 C2.2), con risorse per 360 milioni €, costituiti da sovvenzioni (grants);

 

Gli investimenti

Tale componente mira a rendere i porti italiani più efficienti e competitivi, più efficienti sotto il profilo energetico e meglio integrati nella catena logistica. Mira inoltre alla digitalizzazione del sistema di gestione del traffico aereo. Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 3 componente 2, afferenti ad Intermodalità e logistica:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Porti verdi (Green Ports): interventi in materia di energia rinnovabile ed efficienza energetica nei porti

 

(M3C2-I 1.1-8,9)

270
(Prestiti)

di cui:

2022: 50

2023: 80

2024: 70

2025: 60

2026: 10

 

Ulteriori risorse del Fondo complementare (art.1, co. 2, lett. c) punti 7-11, DL n. 59/2021):

§  1.470 mln € per sviluppo accessibilità marittima e resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici;

§  390 mln € per aumento selettivo della capacità portuale;

§  250 mln € per ultimo e penultimo miglio ferroviario-stradale;

§  50 mln € per efficientamento energetico;

§  700 mln € e per elettrificazione banchine (cold ironing).

Il Progetto Green Ports, vuole rendere le attività portuali sostenibili e compatibili con i contesti urbani portuali attraverso il finanziamento di interventi di efficientamento e riduzione dei consumi energetici delle strutture e delle attività portuali. Altro principio cardine del progetto è la promozione della sostenibilità ambientale delle aree portuali, attraverso interventi di miglioramento dell'efficienza energetica e di promozione dell'uso di energie rinnovabili nei porti. L'obiettivo finale è ridurre del 20% le emissioni di CO2 per anno nelle aree portuali interessate.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 361-362)  si prevedono:

Obiettivo: entro T4 2022, aggiudicazione di opere alle nove autorità di sistema portuale. La procedura di selezione per l'aggiudicazione di opere deve prevedere quanto segue:

a) criteri di ammissibilità che assicurino la conformità delle opere agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01) e alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale;

b) impegno a garantire che il contributo climatico dell'investimento secondo la metodologia di cui all'allegato VI del regolamento (UE) 2021/241 rappresenti almeno il 79% del costo totale dell'investimento sostenuto dall'RRF;

c) impegno a riferire in merito all'attuazione della misura a metà della durata del regime e alla fine dello stesso

 

Target: entro T4 2025, completamento delle opere da parte di tutte le autorità portuali. Complessivamente, almeno 213.000.000 EUR devono essere destinati ad attività a sostegno dell'obiettivo climatico secondo la metodologia di cui all'allegato VI del regolamento (UE) 2021/241

Attuazione: Il progetto si sviluppa nei porti delle 9 AdSP del Centro- Nord

 

Timeline: dal 01/07/2021 al 30/06/2026

Le milestones prevedono che entro il 30 giugno 2026 dovrebbe conseguirsi l’obiettivo di riduzione annuale del 20% delle emissioni di CO2 nelle aree portuali interessate:

 

Destinatari: Utenti delle 9 AdSP del Contro-Nord e cittadini delle città portuali e popolazione limitrofa

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Digitalizzazione della catena logistica  

 

(M3C2-I 2.1-5)

250
(Sovvenzioni)

 

L’investimento aumenterà la competitività logistica nazionale grazie alla realizzazione di un sistema digitale interoperabile tra attori pubblici e privati per il trasporto merci e la logistica, in grado di semplificare procedure, processi e controlli puntando sulla de-materializzazione dei documenti e lo scambio di dati e informazioni. Sarà anche favorita la transizione digitale delle imprese che operano in questo settore.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 358) si prevedono:

Obiettivo: entro T2 2024, almeno il 70 % dei sistemi per gli operatori portuali delle singole autorità di sistema portuale devono essere interoperabili e compatibili fra loro e con la piattaforma strategica nazionale digitale

 

Timeline: entro il primo trimestre 2026

Destinatari: utenti dei porti e operatori logistici

Attuazione: coordinamento da parte di PLN ed in parte dalle Autorità Portuali in coordinamento con gli operatori della logistica

 

E’ all’esame della IX Commissione della Camera la Pdl 1259 “Legge quadro in materia di interporti

 

Tale investimento è suddiviso tra i seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

LogIn business

 

(M3C2-I 2.1-5)

175

 

di cui:

2024: 25

2025: 75

2026: 75

 

Incrementare la dotazione digitale e l’utilizzo delle tecnologie abilitanti da parte delle imprese nazionali di trasporto merci e logistica per favorire il dialogo informatizzato tra queste e gli enti pubblici e tra queste e le aziende caricatrici (anche attraverso la dematerializzazione documentale) nonché l’adozione di sistemi di pianificazione e programmazione dei carichi e di route planning anche attraverso la formazione del capitale umano.

Milestones e articolazione dell’investimento: si veda la tabella a pag. 1727 dell’Allegato al PNNR.

LogIn center

 

(M3C2-I 2.1-5)

30

di cui:

2021: 3,9

2022: 8,7

2023: 11,4

2024: 6

 

La creazione di una cabina di regia per la digitalizzazione della catena logistica nazionale al fine di realizzare un ecosistema digitale per il trasporto merci e la logistica in grado di definire le specifiche tecniche per rendere interoperabili le piattaforme informatiche dei diversi enti pubblici e privati in gioco, realizzare un centro di cybersecurity ed elaborare uno standard di comunicazione per lo scambio di informazioni che sostituisca il modello cartaceo

Gli enti attuatori saranno essenzialmente le imprese di trasporto e logistica.

L’intervento sarà attuato dalla Piattaforma logistica nazionale. Per le attività di implementazione dell’esistente Piattaforma dei Porti l’attuazione spetterà al MIMS e a Rete Autostrade Mediterranee (RAM).

 

Milestones e articolazione dell’investimento: si veda la tabella a pag. 1723-1725 dell’Allegato al PNNR.

 

Reti portuali e terminali merci

 

(M3C2-I 2.1-5)

45

 

di cui:

2023: 12

2024: 33

 

Sviluppo dei Port Community Systems (PCS), ove non presenti e omogeneizzazione funzionale dei sistemi informatici già esistenti presso le AdSP al fine di promuovere servizi standard di interfaccia con gli operatori marittimi, gli operatori a terra, i gestori di infrastrutture nodali e lineari di connessione (gestori dell’infrastruttura ferroviaria, interporti e retroporti ed aeroporti) e sviluppare i moduli di interoperabilità con la Piattaforma Logistica nazionale. Si prevede inoltre il cofinanziamento di sistemi informatici per gli interporti di rilevanza nazionale.

L’intervento sarà attuato dalle AdSP e dagli interporti di rilevanza nazionale.

 

Milestones e articolazione dell’investimento: si veda la tabella a pag. 1725-1726 dell’Allegato al PNNR.

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Digitalizzazione della gestione del traffico aereo

(M3C2-I 2.2-6, 7)

110
(Sovvenzioni)

 

Potenziamento digitale del settore con lo sviluppo di nuovi strumenti di digitalizzazione dell'informazione aeronautica e l'implementazione di piattaforme e servizi di aerei senza pilota.

La "condivisione sicura delle informazioni" consentirà inoltre la creazione di una dorsale di comunicazione di nuova generazione, in grado di collegare i vari siti operativi dei sistemi di assistenza al volo, garantendo la copertura dei requisiti di cybersecurity e collegando Air Navigation. Service Provider (ANSP) alle altre parti interessate. I progetti riguarderanno: lo sviluppo e connettività del Unmanned Traffic Management System – UTM, la digitalizzazione delle informazioni aeronautiche, la realizzazione di infrastrutture cloud e virtualizzazione delle infrastrutture operative, la definizione di un nuovo modello di manutenzione, oltre alla condivisione sicura delle informazioni.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 358-359) si prevedono:

Obiettivo: entro T4 2023, almeno 13 siti: aeroporti, enti di controllo di avvicinamento (APP) e centri di controllo di area (ACC) devono essere dotati di un sistema di gestione del traffico aereo completamente digitalizzato e operativo

 

Target: entro T1 2026, entrata in esercizio dei seguenti elementi:

a) Centro operativo tecnico (TOC) e almeno due sistemi di gestione del traffico aereo

b) Group Cloud Enterprise Resource Planning (ERP)

c) Informazioni aeronautiche digitalizzate

d) Sistema di gestione del traffico senza equipaggio e connettività (UTMS)

 

Destinatari: utilizzatori degli aeroporti

Attuazione: l’ENAV, in coordinamento con gli aeroporti della rete TEN-T

 

 

Tale investimento è suddiviso tra i seguenti interventi:

 

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Digitalizzazione della gestione del traffico aereo

 

(M3C2-I 2.2-6, 7)

80

 

di cui:

2021: 29,3

2022: 25

2023: 12,6

2024: 6,2

2025: 4,8

2026: 2,2

 

Per il dettaglio degli interventi si veda tabella a pag. 1728-1729 dell’Allegato al PNNR.

 

Per le milestones si veda pag. 1707 dell’Allegato al PNNR.

 

Destinatari: sono interessati 13 siti aeroportuali: Roma Fiumicino, Bergamo, Lamezia, Ronchi, Bari, Verona, Torino, Genova, Napoli, Firenze, Palermo, Milano.

Digitalizzazione manutenzione e gestione dati aeronautici

 

(M3C2-I 2.2-6,7)

30

di cui:

2021: 5

2022: 7

2023: 7,5

2024: 6

2025: 4

2026: 0,5

 

 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica

 

(M3C2-R 1.1-1)

 

 

Al fine di ottenere una visione strategica unitaria del sistema portuale italiano, sarà predisposto l'aggiornamento della pianificazione portuale sia a livello del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) sia a livello di Piano Regolatore Portuale (PRP).

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 354-355) si prevede:

Target: entro T4 2022, il quadro legislativo riveduto deve stabilire che:

- tutte le autorità portuali devono adottare i loro documenti di pianificazione strategica di sistema (DPSS) e i loro piani regolatori portuali (PRP) tenendo pienamente conto della riforma del 2016 dei sistemi portuali italiani, approvata con decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 169.

Il DPSS deve disciplinare almeno i seguenti elementi:

§  gli obiettivi di sviluppo delle autorità di sistema portuale;

§  le aree individuate e delineate, destinate esclusivamente alle funzioni di porto e di retroporto;

§  i collegamenti infrastrutturali stradali e ferroviari dell'ultimo miglio con i porti;

§  i criteri seguiti per individuare i contenuti della pianificazione;

§  individuare in modo univoco gli orientamenti, le norme e le procedure per l'elaborazione dei piani regolatori portuali.

 

Secondo le milestones tutte le AdSP dovranno adottare i loro documenti di pianificazione strategica entro il quarto trimestre 2022;

 

Destinatari: Autorità di Sistema Portuale.

 

Attuazione: Il MIMS formulerà una proposta per semplificare lo standard per consentire ai porti di adottare velocemente e adattare i piani senza incertezze procedurali. Tale intervento riguarderà anche le varianti e gli adeguamenti tecnico-funzionali.

 

 

Attuazione del regolamento che definisce l'aggiudicazione competitiva delle concessioni nelle aree portuali

 

(M3C2-R 1.2-2)

 

 

L'obiettivo del regolamento è quello di definire le condizioni relative alla durata della concessione, i poteri di vigilanza e controllo delle autorità concedenti, le modalità di rinnovo, il trasferimento degli impianti al nuovo concessionario al termine della concessione e l'individuazione dei limiti minimi dei canoni a carico dei concessionari.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 356) si prevede:

 

Target: entro T4 2022, entrata in vigore del regolamento relativo alle concessioni portuali che deve definire le condizioni quadro per l'aggiudicazione delle concessioni nei porti. Il regolamento deve definire come minimo:

§  le condizioni relative alla durata della concessione;

§  i poteri di supervisione e controllo delle autorità che rilasciano la concessione;

§  le modalità di rinnovo;

§  il trasferimento degli impianti al nuovo concessionario al termine della concessione;

§  i limiti dei canoni minimi a carico dei licenziatari.

 

Destinatari: compagnie del settore marittimo e intermodale

 

Attuazione: decreto del MIMS, di concerto con il MEF.

 

 

Semplificare le procedure di autorizzazione per gli impianti di cold ironing

 

(M3C2-R 1.3-4)

 

 

 

La riforma consiste nella definizione e approvazione di procedure semplificate per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alla fornitura di energia elettrica da terra alle navi durante la fase di ormeggio, anche esonerando le opere da VIA e VAS.

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 357) si prevede:

Target: entro T4 2022, entrata in vigore della semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di cold ironing per ridurre la durata delle autorizzazioni a un massimo di 12 mesi per la costruzione di infrastrutture di trasporto dell'energia volte a fornire elettricità da terra alle navi durante la fase di ormeggio (in caso di interventi non soggetti a valutazione ambientale)

 

Destinatari: utilizzatori e imprenditori dei 45 porti interessati

Attuazione: il MIMS presenterà una proposta per semplificare il processo autorizzativo per giungere ad una durata massima di 12 mesi per le autorizzazioni necessarie al trasporto dell’energia elettrica per il cold ironing (non soggette a VIA).

 

Attuazione di uno "Sportello Unico Doganale"

 

(M3C2-R 2.1-3)

 

 

L’obiettivo consiste nella creazione di un apposito portale a servizio dello Sportello Unico dei Controlli, che permetterà l'interoperabilità con le banche dati nazionali e il coordinamento delle attività di controllo da parte delle dogane.

 

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 357) si prevede:

Target: entro T4 2021, entrata in vigore del decreto riguardante lo Sportello Unico Doganale che deve definire i metodi e le specifiche dello Sportello Unico Doganale in conformità al regolamento (UE) n. 1239/2019 relativo all'attuazione dell'interfaccia unica marittima europea e al regolamento (UE) 2020/1056, relativo alle informazioni elettroniche sul trasporto merci (eFTI).

 

Destinatari: utilizzatori e compagnie del settore del trasporto marittimo e intermodale

Attuazione: è stato elaborato un DPR su proposta del MEF che definisce i metodi e le caratteristiche dello Sportello Doganale Unico

 

Istituzione di una piattaforma strategica nazionale per la rete dei porti e interporti, al fine di sviluppare la digitalizzazione dei servizi passeggeri e merci

 

(M3C2-R 2.2-10)

 

 

La riforma è volta a rendere interoperabili i Port Community System, ovvero gli strumenti di digitalizzazione dei movimenti di passeggeri e merci delle singole Autorità di Sistema Portuale, in modo che siano compatibili tra di loro e con la Piattaforma Logistica Nazionale UIRNET.

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 362) si prevede:

Target: entro T2 2024, i sistemi per gli operatori portuali delle singole autorità di sistema portuale devono essere interoperabili fra loro e con la piattaforma strategica nazionale digitale.

 

Le milestones a pag. 1707 del documento presentato alla Commissione europea prevedono che solo il 50% dei Port Community System divenga compatibile con gli standard della piattaforma logistica nazionale UIRNET entro il primo trimestre 2026.

 

Destinatari: utilizzatori e compagnie del settore del trasporto marittimo e intermodale

 

Attuazione: sotto la guida di una cabina di regia presso il MIMS con la partecipazione di UIRNET, rappresentanti delle AdSP e rappresentanti delle categorie di trasporto merci.

 

Semplificazione delle procedure e rafforzamento dei poteri del Commissario nelle Zone Economiche Speciali

 

(M5C3-R 1-10)

 

 

Entrata in vigore del regolamento per la semplificazione delle procedure e il rafforzamento del ruolo del Commissario nelle Zone Economiche Speciali

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 492-493) si prevede:

Target: entro T4 2021, il regolamento deve comprendere: l'istituzione del "Digital One stop Shop ZES", lo sportello unico digitale per le Zone Economiche Speciali per la semplificazione delle procedure; disposizioni volte a rafforzare il ruolo di Commissario nelle ZES.

Investimenti presenti in altre Missioni e relativi alla priorità trasversale del Mezzogiorno

 


Nell’ambito della Missione 5 “Coesione e inclusione”, componente 3, tra gli interventi speciali per la Coesione territoriale (per i quali si rinvia alla relativa scheda), sono presenti gli investimenti relativi alla Zone Economiche Speciali (ZES):


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali (ZES)

 

(M5C3-I 1.4-11, 12, 13)

630

(prestiti)

 

così suddivisi:

2021: 8,4

2022: 84,5

2023: 174

2024: 188,8

2025: 121,9

2026: 52,5

 

Garantire l'efficacia della riforma che introduce le ZES, evitando ulteriori ritardi nello sviluppo economico nelle zone del Mezzogiorno che dispongono già di una base produttiva. I progetti previsti dalla misura devono favorire la competitività e lo sviluppo economico delle ZES attraverso urbanizzazioni primarie, come definite dalla normativa italiana, e il collegamento di tali aree con le reti stradali e ferroviarie. Si intende assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T). Gli interventi puntano a incentivare le imprese e le aziende a collocare le loro attività produttive nelle ZES.

 

 

I principali interventi riguardano:

§  Collegamento “ultimo miglio” tra le aree industriali e la rete SNIT (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) e TEN-T, principalmente ferroviario, che consentano ai distretti produttivi tempi e costi ridotti nella logistica;

§  Urbanizzazioni primarie: in attuazione di accordi con operatori economici pronti ad investire;

§  Reti di trasporto volte a rafforzare il livello di sicurezza delle opere serventi per l’accesso alle strutture principali (porti, aeroporti, aree produttive).

 

La supervisione generale delle tappe fondamentali di ciascun progetto è affidata all'Agenzia per la coesione territoriale, con il supporto tecnico del MIMS

Nell’allegato alla decisione UE (pag. 493-497) si prevedono:

Target: entro T4 2021, entrata in vigore dei decreti ministeriali di approvazione del piano operativo per tutte e otto le Zone Economiche Speciali che assegnano risorse ai soggetti responsabili dell'attuazione e definiscono condizioni specifiche per evitare qualsiasi impatto ambientale degli interventi. La procedura di selezione deve includere criteri di ammissibilità che garantiscano la conformità dei progetti selezionati agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01) mediante l'uso di un elenco di esclusione e il requisito di conformità alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale.

 

 

Obiettivo: entro T4 2023, inizio degli interventi infrastrutturali nelle Zone Economiche Speciali. Gli interventi previsti sono:

§  il collegamento di "ultimo miglio", volto a realizzare efficaci collegamenti tra le aree industriali e la rete ferroviaria TEN-T;

§  la digitalizzazione della logistica e lavori di efficientamento energetico e ambientale;

§  il potenziamento della resilienza e della sicurezza dell'infrastruttura connessa all'accesso ai porti.

I lavori devono essere iniziati (comprovati dal certificato di inizio lavori) per almeno 22 interventi per collegamenti dell'ultimo miglio con porti o aree industriali delle ZES; per almeno 15 interventi di digitalizzazione della logistica, urbanizzazioni o lavori di efficientamento energetico nelle stesse aree; per quattro interventi di rafforzamento della resilienza dei porti.

 

Obiettivo: entro T2 2026, completamento di almeno 22 collegamenti dell'ultimo miglio con porti o aree industriali delle ZES; di almeno 15 interventi di digitalizzazione della logistica, o urbanizzazioni o lavori di efficientamento energetico nelle stesse aree; di almeno quattro interventi di rafforzamento della resilienza dei porti. L'elenco degli interventi deve comprendere:

§  Il completamento dell'infrastruttura della rete TEN-T globale nei porti di Vasto e Ortona e nelle aree industriali di Saletti e Manoppello (Abruzzo)

§  L'infrastruttura nel porto di Salerno e nelle aree industriali di Uffita, Marcianise, Battipaglia e Nola (Campania)

§  Interconnessioni tra il porto di Manfredonia e le aree urbane di Termoli, Brindisi e Lecce (Puglia e Molise).

§  Interconnessioni tra il porto di Taranto e le aree urbane di Taranto, Potenza e Matera (Puglia e Basilicata).

§  Interventi infrastrutturali per l'accessibilità al porto di Gioia Tauro (Calabria)

§   L'accessibilità infrastrutturale del porto di Cagliari (Sardegna)

§  Interventi infrastrutturali per l'accessibilità ai porti di Augusta, Riporto, Sant'Agata di Militello e Gela (Sicilia)

 

Destinatari: Imprese e lavoratori delle zone interessate

Le Milestones sono riportate nella tabella a pag. dell’Allegato al PNNR. Il dettaglio degli investimenti è anche riportato nella tabella da pag. 2291. dell’Allegato al PNNR, nel quale sono indicati anche gli importi:

ZES Campania: 136 milioni;

ZES Calabria: porti di Gioia Tauro, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, nonché interventi infrastrutturali per l'accessibilità a Gioia Tauro e l'ammodernamento di alcune stazioni ferroviarie strategiche (111,7 milioni);

ZES Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata: Porto di Taranto e aree industriali di Taranto, Potenza e Matera (108,1 milioni);

ZES Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise: porto di Manfredonia e aree industriali di Brindisi, Lecce e Manfredonia (89,1 milioni);

ZES Sicilia occidentale: porti di Termini Imerese e Trapani (56,8);

ZES Sicilia orientale: porti di Augusta, Riporto, Sant'Agata di Mitello e Gela e interporto di Catania (52,2 milioni);

ZES Regione Abruzzo: porti di Vasto e Ortona e aree industriali di Saletti e Manoppello (rete TEN-T globale) (62,9 milioni);

ZES Regione Sardegna (in fase di approvazione finale): porto di Cagliari (10 milioni).

6.6.4 Infrastrutture digitali

Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G) (M1 C2 I 3)

 


Nell’ambito della “Missione 1: Digitalizzazione, innovazione, competittività, cultura e turismo”, le cui risorse ammontano complessivamente a € 40,32 miliardi, gli Interventi sulle reti a banda ultra-larga che rappresentano l’investimento 3 della seconda componente (M1C2), con risorse pari a 6,71 miliardi di euro.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti a questo intervento:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G)

 

(M1C2-I 3-16)

6.710

(Prestiti)

 

 

Il costo complessivo stimato degli interventi finanziati è stimato pari a 9,106 milioni di euro (i rimanenti 2.400 milioni di euro proverranno da finanziamenti privati).

L’Italia intende raggiungere l’obiettivo di realizzare connessioni a 1 Gbps in download e 200 Mbps in upload su tutto il territorio nazionale nonché di assicurare la copertura 5G in tutte le aree popolate entro il 2026 (termine di conclusione per tutti i progetti rientranti nell’investimento). La comunicazione europea Bussola digitale (Digital Compass) prevede come termine per il conseguimento di questi obiettivi il 2030.

Si prevede (Allegato alla decisione UE, pag. 168-169) entro il secondo trimestre del 2022 la notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per progetti di connessione più veloce, riguardanti i cinque interventi in cui è suddiviso l’investimento ("Italia a 1 Giga", "Italia 5G", "Scuola connessa", "Sanità connessa" e "Collegamento isole minori").

Gli interventi sopra indicati (ad eccezione dell’intervento riguardante le isole minori, per il quale si prevede il completamento entro il quarto trimestre 2023) devono essere completati entro il secondo trimestre 2026.

Ai fini del conseguimento degli obiettivi indicati il Governo ha pubblicato il 25 maggio 2021 la Strategia italiana per la banda ultralarga "Verso la Gigabit Society”.

 

Tale investimento è suddiviso nei seguenti interventi:

 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

a) Connettività a 1 Gbps (Piano “Italia a 1 Giga”)

 

(M1C2-I 3-17)

PNRR: 3.863,5

così ripartiti:

2022: 482,9

2023: 415,9

2024: 965,9

2025: 1.515,9

2026: 482,9

 

Finanziamento privato stimato: 1.600 milioni di euro.

L’obiettivo dell’intervento è assicurare la connettività a 1 Gbps (Piano “Italia a 1 Giga”) a circa 8,5 milioni di famiglie, imprese ed enti nelle aree grigie e nere NGA a fallimento di mercato ivi comprese anche circa 450.000 unità immobiliari situate nelle aree remote (cosiddette case sparse), non ricomprese nei piani di intervento pubblici precedenti.

 

 

Le milestones contenute negli allegati al PNRR presentati alla Commissione europea prevedevano il completamento delle attività di preparazione nel secondo trimestre del 2021, per giungere alla notifica alla Commissione europea nel terzo trimestre 2021. Nel primo trimestre 2022 si prevede l’avvio e la chiusura delle procedure di gara. Nel secondo trimestre del 2022 si prevede l’aggiudicazione della gara e firma del contratto. Sotto il profilo esecutivo nel terzo trimestre del 2023 si prevede si raggiunga il 20% della realizzazione, nel primo trimestre del 2025 si prevede il raggiungimento del 60% che dovrebbe completarsi entro il secondo trimestre del 2026.

b) completamento del Piano “Scuola connessa”

 

(M1C2-I 3-18)

261

così ripartiti:

2022: 87,0

2023: 43,5

2024: 43,5

2025: 43,5

2026: 43,5

L’obiettivo è quello di assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps ai 9.000 edifici scolastici rimanenti (pari a circa il 20 per cento del totale) a completamento del programma di infrastrutturazione digitale delle scuole (La Strategia italiana per la banda ultralarga "Verso la Gigabit Society dà conto del fatto che è stato già finanziato per 400 milioni di euro l’intervento di infrastrutturazione di 35.000 plessi scolatici (pari al 78% dei plessi comprendenti scuole secondarie di primo e secondo grado, e nelle aree bianche, le scuole primarie e dell’infanzia).

 

Le milestones contenute negli allegati al PNRR presentati alla Commissione europea prevedevano nel secondo trimestre del 2021 il lancio e la chiusura delle procedure di gara, nel terzo trimestre 2021 l’aggiudicazione della gara e la firma del contratto. Sul piano esecutivo il 20% degli interventi saranno effettuati entro il quarto trimestre 2022, il 60% entro il terzo trimestre 2024 e il completamento dell’intervento entro il secondo trimestre 2026. Nella Strategia italiana per la banda ultralarga "Verso la Gigabit Society il completamento dell’intervento e la rendicontazione è fissata al 4^ trimestre 2025.

c) Piano “Sanità Connessa”

 

(M1C2-I 3-18)

501,5

così ripartiti:

2022: 83,6

2023: 167,2

2024: 167,2

2025: 83,6

 

L’obiettivo dell’intervento è quello di assicurare connettività adeguata (da 1 Gbps fino a 10 Gbps simmetrici) agli oltre 12.000 punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale;

 

 

Le milestones contenute negli allegati al PNRR presentati alla Commissione europea prevedevano entro il secondo trimestre 2021 una consultazione pubblica nonché il lancio e la chiusura della gara, nel terzo trimestre 2021 l’aggiudicazione della stessa e la firma del contratto. Sul piano esecutivo il 10% degli interventi saranno effettuati entro il primo trimestre 2023, entro il terzo trimestre del 2023 si raggiungerà il 30% della copertura, il 60% entro il terzo trimestre 2024 e il completamento dell’intervento entro il terzo trimestre 2025 (con la rendicontazione dei costi).

Viceversa la scadenza indicata nella decisione della Commissione si precisa che il termine per il la realizzazione dell’intervento è fissato al secondo trimestre 2026.

d) Isole minori connesse

 

(M1C2-I 3-19)

60,5

così ripartiti:

2021: 16,5

2022: 22

2023: 22

L’intervento è diretto a dotare 18 isole minori (Capraia, Favignana, Lipari, Stromboli, Alicudi, Panarea, Filicudi, Salina, Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Ustica, Ponza, Ventotene, Asinara, Isole Tremiti, Isole Pelagie, isole Sulcitanee) di un backhauling sottomarino in fibra ottica;

 

Le milestones contenute negli allegati al PNRR presentati alla Commissione europea prevedevano nel primo trimestre del 2021 la consultazione pubblica sullo schema d’intervento, seguita dal lancio e dalla chiusura della gara (secondo trimestre 2021), l’aggiudicazione della stessa e la firma del contratto (terzo trimestre 2021). Nel quarto trimestre del 2021 dovrebbe essere concluso il 10% degli interventi, nel quarto trimestre del 2022 il 60% mentre entro il quarto trimestre 2023 si  prevede la conclusione dell’intervento e il rendiconto dello stesso.

e) Italia 5G

 

(M1C2-I 3-20, 21)

2.020

così ripartiti:

2022: 77,5

2023: 155,0

2024: 155,0

2025: 555,0

2026: 1.077,5

 

Finanziamento privato  stimato: 800 milioni di euro.

L’obiettivo dell’intervento è quello di incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G:

§  nelle aree mobili a fallimento di mercato (Piano “Italia 5G” - fondi PNRR 1.000 milioni di euro);

§  lungo approssimativamente 2.645 km di corridoi di trasporto europei (fondi PNRR 420 milioni di euro) e 10.000 km di strade extra –urbane (fondi PNRR 600 milioni di euro), per abilitare lo sviluppo di servizi a supporto della sicurezza stradale, della mobilità, della logistica e del turismo.

 

La connessione stimata presenta le seguenti caratteristiche: 150 Mbit/s in download and 50 Mbit/s in upload.

 

Le milestones contenute negli allegati al PNRR presentati alla Commissione europea prevedevano nel secondo trimestre del 2021 la mappatura per identificare le infrastrutture 4G e 5G esistenti e pianificate attraverso un questionario che richiede informazioni sulle reti esistenti e pianificate in tutto il territorio nazionale. Si prevede poi nel terzo trimestre 2021 la una consultazione pubblica aperta sul regime di intervento e sulle aree target e la conclusione delle attività preliminari. Nel primo trimestre del 2022 la notifica alla Commissione europea e il lancio della gara. Nel secondo trimestre del 2022 la chiusura della gara, l’aggiudicazione, e la firma del contratto. Quanto all’esecuzione si prevede si raggiunga il 20% dell’attuazione nel terzo trimestre 2023; nel primo trimestre del 2025 si prevede il raggiungimento del 60% della realizzazione che dovrebbe completarsi nel secondo trimestre del 2026, entro il quale sarà anche realizzato il rendiconto.

 

Le riforme

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Promozione della concorrenza: semplificazioni per la realizzazione delle infrastrutture digitali

--

 

L’Allegato al PNNR prevede (pag. 75), nell’ambito della legge annuale per la concorrenza 2021 di introdurre norme finalizzate a garantire, il più rapido e capillare sviluppo delle reti di telecomunicazione nelle aree ancora prive di copertura, attraverso la riduzione degli oneri amministrativi per la loro installazione e stimolando la domanda di connessione alla banda ultra-larga.

Si prevede in generale un percorso di semplificazione dei processi autorizzativi che riconosce le infrastrutture per la cablatura in fibra ottica e per la copertura 5G come strategiche, velocizzandone così la diffusione sul territorio.

Il decreto-legge n. 77 del 2021 (art. 40) prevede diverse misure di semplificazione per la realizzazione e l’adeguamento degli impianti per la connessione sia fissa che mobile ultraveloce.

 

 

 


I soggetti destinatari delle risorse con riferimento all’intervento Italia a un Giga, al Piano “Italia 5G” sono le imprese. Con riferimento al Piano “Scuola connessa”, alla connessione in fibra ottica delle isole minori e alla connessione in banda ultra-larga dei punti di erogazione del Servizio sanitario nazionale, i destinatari delle risorse non vengono indicati in quanto si tratta di interventi che, a diverso titolo, non richiedono una notifica alla Commissione europea del regime d’aiuto. Gli investimenti saranno eseguiti secondo il modello “a contributo” (“gap funding”) ovvero a “investimento diretto”. Nel modello di investimento a contributo le imprese selezionate, proprietarie delle reti, saranno i beneficiari diretti della misura di aiuto. Nel modello ad “investimento diretto” (modello a concessione) i beneficiari saranno le imprese concessionarie.

Con riferimento agli impatti di genere gli investimenti in banda larga e connessioni veloci previsti nella Missione 1 facilitano la creazione dell’infrastruttura tecnologica necessaria a fornire all’imprenditoria in genere, e all’imprenditoria femminile in particolare, gli strumenti con i quali ampliare il proprio mercato.

 

Per quanto riguarda il Mezzogiorno la Missione 1 avrà un impatto significativo nella riduzione dei divari territoriali. Oltre il 45 per cento degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperanno nelle regioni del Mezzogiorno. La connettività ultraveloce raggiungerà tutte le aree interne del Paese e le isole minori.


6.6.5 Sicurezza stradale 4.0

 


Con riguardo alla Missione 3 - Infrastrutture per una mobilità sostenibile, nell’ambito della Componente C1 - Investimenti sulla Rete Ferroviaria – è affiancato l’intervento di riforma Sicurezza stradale 4.0 (M3C1-21 e M3C1-22), con investimenti a valere sulle risorse nazionali, riguardanti la messa in sicurezza, il contrasto e l’adattamento al cambiamento climatico della rete stradale, con una forte componente di ammodernamento tecnologico attraverso un sistema di monitoraggio digitale avanzato.

In proposito, sono previsti investimenti derivanti soltanto dal Fondo complementare (D.L. 59 del 2021), che contiene le risorse nazionali da aggiungere a quelle del PNRR, a favore della M3C1, con riferimento alla misura “sicurezza stradale 4.0”, per complessivi 1.450 milioni di euro per il periodo 2021-2026.

 


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Trasferimento della titolarità delle opere d’arte (ponti, viadotti e cavalcavia) relative alle strade di secondo livello ai titolari delle strade di primo livello (autostrade e strade extraurbane principali) (M3C1-21)

--

La riforma prevede l’attuazione del “decreto semplificazioni” (D.L. n. 76/2020, convertito con L. n. 120/2020) nella parte in cui dispone il trasferimento della titolarità di ponti, viadotti e cavalcavia sulle strade di secondo livello a quelle di primo livello (autostrade e strade statali), in particolare dai Comuni, dalle Province e dalle Regioni allo Stato. Ciò consentirà un aumento della sicurezza complessiva della rete stradale, in quanto la manutenzione di ponti, viadotti e cavalcavia sarà di competenza dell'ANAS e/o delle società concessionarie autostradali, che hanno capacità di pianificazione e manutenzione migliori rispetto ai singoli comuni o alle province.

In base all’Allegato alla decisione UE il trasferimento della titolarità delle opere d'arte è previsto entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge 11 settembre 2020, n. 120, secondo le norme del Codice della Strada (decreto legislativo n. 285 del 1992) e dei relativi regolamenti (DPR 495/1992), che impongono disposizioni in materia di trasferimento di titolarità tra enti proprietari di strade.

 

Attuazione delle Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti (D.M. 578/2020)  (M3C1-22)

--

La riforma prevede l’attuazione del processo di valutazione del rischio di ponti e viadotti esistenti, secondo modalità definite dalle Linee guida previste dal D.M. n. 578 del 2020, che assicureranno l’omogeneità della classificazione e della gestione del rischio, della valutazione della sicurezza e del monitoraggio dei ponti, viadotti, rilevati, cavalcavia e opere similari, esistenti lungo strade statali o autostrade gestite da Anas S.p.A. o da concessionari autostradali.

 

 

 


L’intervento previsto per la Sicurezza stradale ha, principalmente, come soggetti destinatari, i Comuni, le Province, le Regioni e lo Stato, il quale, per quanto riguarda la manutenzione di ponti, viadotti e cavalcavia, usufruirà della competenza dell'ANAS e/o delle società concessionarie autostradali.

Nel PNRR si puntualizza, inoltre, che, con riferimento all’impatto sui divari territoriali, una rete stradale smart risulta, tra l’altro, imprescindibile per contribuire a colmare il divario tra il nord e il Mezzogiorno, garantire collegamenti rapidi ed efficienti tra l’est e l’ovest della penisola e uniformare la qualità dei servizi di trasporto su tutto il territorio nazionale.

 



 

6.7 Giustizia


La riforma del sistema giudiziario, incentrata sull'obiettivo della riduzione del tempo del giudizio, è inserita dal PNRR tra le c.d. riforme orizzontali, o di contesto, che consistono in innovazioni strutturali dell'ordinamento, tali da interessare, in modo trasversale, tutti i settori di intervento del Piano. Per realizzare questa finalità, il Piano prevede - oltre a riforme ordinamentali, da realizzare ricorrendo allo strumento della delega legislativa - anche il potenziamento delle risorse umane e delle dotazioni strumentali e tecnologiche dell'intero sistema giudiziario, al quale sono destinati specifici investimenti.

 

Per ridurre la durata dei giudizi, il Piano si prefigge i seguenti obiettivi:

§  portare a piena attuazione l'Ufficio del processo, introdotto in via sperimentale dal D.L. n. 90 del 2014;

§  rafforzare la capacità amministrativa del sistema, per valorizzare le risorse umane, integrare il personale delle cancellerie, e sopperire alla carenza di professionalità tecniche, diverse da quelle di natura giuridica, essenziali per attuare e monitorare i risultati dell'innovazione organizzativa;

§  potenziare le infrastrutture digitali con la revisione e diffusione dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali e di trasmissione di atti e provvedimenti;

§  garantire al sistema giustizia strutture edilizie efficienti e moderne;

§  contrastare la recidiva dei reati potenziando gli strumenti di rieducazione e di reinserimento sociale dei detenuti.

 

Per realizzare questi obiettivi, all'interno della Missione n. 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura), il PNRR individua la componente "Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA", che comprende sia l’obiettivo della digitalizzazione della PA, per il quale sono destinati in particolare 140 milioni di euro per il potenziamento dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali, sia l'obiettivo di "sostenere gli interventi di riforma della giustizia attraverso investimenti nella digitalizzazione e nella gestione del carico pregresso di cause civili e penali", da realizzare attraverso uno stanziamento di 2.340 milioni di euro. L'investimento nell'innovazione organizzativa del sistema giudiziario dovrebbe per il Governo tradursi in un incremento della produttività degli uffici giudiziari.

 

In particolare, come specificato nell’allegato al PNRR [p. 372], il Governo stima:

§  un abbattimento dell’arretrato civile del 65% in primo grado e del 55% in appello, entro la fine del 2024;

§  un abbattimento dell’arretrato civile del 90%, in tutti i gradi di giudizio, entro la metà del 2026;

§  un abbattimento dell’arretrato della giustizia amministrativa del 70% in tutti i gradi di giudizio entro la metà del 2026;

§  una riduzione del 40% della durata dei procedimenti civili entro la metà del 2026;

§  una riduzione del 25% della durata dei procedimenti penali entro la metà 2016.

L’Allegato alla decisione UE detta una tempistica più analitica per la riduzione dell’arretrato delle diverse giurisdizioni [p. 49 e ss.].

 

Nella Missione n. 2 (rivoluzione verde e transizione ecologica), il PNRR individua la componente "Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici" che comprende anche l'obiettivo dell'efficientamento degli edifici pubblici, con uno stanziamento di 410 milioni di euro per l'efficientamento degli edifici giudiziari.

 

 

 


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Digitalizzazione delle grandi amministrazioni centrali
(M1-C1-I.1.6):

§  Digitalizzazione del Ministero della Giustizia (I.1.6.2)

§  Digitalizzazione del Consiglio di Stato (I.1.6.5)

140,5 (prestiti) [Allegato al PNRR, p. 533 e ss.]



- 133 (di cui 83 per il fascicolo telematico e 50 per i data lake)



- 7,5

L’obiettivo è potenziare le infrastrutture digitali con la revisione e diffusione dei sistemi telematici di gestione delle attività processuali e di trasmissione di atti e provvedimenti. In particolare, l’Allegato al PNRR prevede [p. 432 e ss.] la digitalizzazione del cartaceo residuo per completare il fascicolo telematico, progettualità di data-lake (software che funge da unico punto di accesso a tutti i dati grezzi prodotti dal sistema giudiziario) per migliorare i processi operativi di giustizia ordinaria e Consiglio di Stato. Da ultimo prevede l’introduzione di una banca dati gratuita e accessibile a tutti delle decisioni civili [v. Allegato al PNRR p. 371].

L’investimento del Ministero della Giustizia avrà avvio a luglio 2021 e si concluderà nel giugno 2026; quello del Consiglio di Stato avrà avvio nel luglio 2021 e terminerà invece nel giugno 2025.

 

Nell’Allegato alla decisione UE questo investimento è rubricato “Riforma 1.8 – Digitalizzazione del sistema giudiziario” [p. 47], la cui realizzazione deve avvenire entro il quarto trimestre del 2023.

Investimento in capitale umano per rafforzare l’ufficio del processo e superare le disparità tra tribunali (M1-C1-I.1.8)

2.300,0 (sovvenzioni)

L'obiettivo principale dell'intervento è offrire un concreto ausilio alla giurisdizione, così da poter determinare un rapido miglioramento della performance degli uffici giudiziari per sostenere il sistema nell'obiettivo dell'abbattimento dell'arretrato e ridurre la durata dei procedimenti civili e penali.

Il Governo prevede di realizzare l'obiettivo, in primo luogo, attraverso il potenziamento dello staff del magistrato con professionalità in grado di collaborare in tutte le attività collaterali al giudicare (ricerca, studio, monitoraggio, gestione del ruolo, preparazione di bozze di provvedimenti).

A tal fine viene finanziato un piano straordinario di assunzioni a tempo determinato per supportare i giudici nell'evasione delle pratiche procedurali pendenti e garantire le necessarie competenze tecniche richieste per affrontare la trasformazione tecnologica e digitale [v. allegato al PNRR p. 595 per le specifiche sull’impiego del personale tecnico, destinato anche alla gestione dell’intervento sull’edilizia previsto dalla Missione 2]. In particolare, le risorse stanziate saranno destinate a:

§  assumere con contratto triennale circa 1.600 giovani laureati [1.660 negli allegati, v. p. 476], 750 giovani diplomati specializzati e 3.000 giovani diplomati che andranno a costituire lo staff amministrativo e tecnico a supporto degli uffici giudiziari;

§  assumere con contratti a tempo determinato circa 16.500 laureati in legge, economia e commercio e scienze politiche, che formeranno lo staff dell'Ufficio del Processo, con il compito di collaborare allo studio della controversia e della giurisprudenza pertinente, di predisporre le bozze di provvedimenti, di collaborare alla raccolta della prova dichiarativa nel processo civile;

§  creare circa 1.500 posizioni di coordinatori esperti tra il personale già in forza presso il Ministero della Giustizia con il compito di gestire e organizzare le nuove risorse assunte di cui sopra.

Una quota parte dei neo-assunti (400 addetti all'Ufficio del Processo) verrà specificatamente assegnata al progetto di innovazione organizzativa della Corte di Cassazione [p. 482] che prevede la revisione delle sezioni civili, in particolare la sezione tributaria e le sezioni dedicate all'immigrazione e al diritto di asilo.

Nel lungo periodo, al fine di non disperdere lo sforzo e i risultati conseguiti con il reclutamento temporaneo di personale, laddove sia possibile, il Governo dichiara di voler stabilizzare la struttura organizzativa così costituita per mantenere inalterata la sua composizione e funzione. A tal fine è costruito un sistema di incentivi e corsie preferenziali volto al reclutamento e alla stabilizzazione delle risorse assunte in via temporanea.

Il Governo prevede di approvare la legislazione speciale che disciplina le assunzioni nell’ambito del PNRR entro il 2021. In merito si ricorda che il decreto-legge n. 80 del 2021 è intervenuto in tal senso ed è attualmente in corso di conversione al Senato (A.S. 2272).

Il Governo intende procedere alle assunzioni degli addetti all'ufficio del processo con norme semplificate (concorsi pubblici per soli titoli, da svolgere su base distrettuale) e ritiene di poter completare le assunzioni entro i primi mesi del 2022. In particolare è previsto il reclutamento del 40% del personale entro il 2022 e dei restanti entro la prima parte del 2024 [v. Allegato al PNRR p. 370 e ss.; p. 477 e p. 537].

Rafforzamento dell’Ufficio del processo per la giustizia amministrativa (M1-C1-I.8)

42,1 (sovvenzioni)

Si tratta di finanziare un piano straordinario di assunzioni a tempo determinato per rafforzare temporaneamente l'ufficio del processo; assicurare al sistema competenze tecniche a supporto dello sforzo di gestione del cambiamento e alla transizione tecnologica; rafforzare stabilmente la capacità amministrativa del sistema giudiziario attraverso la formazione del personale e il trasferimento delle conoscenze. In particolare, il PNRR [p. 499 e ss.] prevede l'assunzione con contratti a tempo determinato della durata di 30 mesi di 250 funzionari e di 90 assistenti informatici. Le unità di personale saranno distribuite presso gli uffici giudiziari amministrativi che presentano il maggiore arretrato (Consiglio di Stato, TAR Lazio, TAR Lombardia, TAR Veneto, TAR Campania e TAR Sicilia).

Il Governo prevede di approvare la legislazione speciale che disciplina le assunzioni nell’ambito del PNRR entro il 2021. In merito si ricorda che il decreto-legge n. 80 del 2021 è intervenuto in tal senso ed è attualmente in corso di conversione al Senato (A.S. 2272).

Il Governo intende procedere alle assunzioni degli addetti all'ufficio del processo con norme semplificate (concorsi pubblici per soli titoli, da svolgere su base distrettuale) e ritiene di poter completare le assunzioni entro i primi mesi del 2022 [Allegato al PNRR, p. 507].

Efficientamento degli edifici giudiziari
(
M2-C3-I.1.2)

426,0 (prestiti)

La linea di investimento mira ad intervenire sulle strutture inadeguate che influiscono sull'erogazione del servizio giudiziario [Allegato al PNRR p. 1081]. L'intervento si focalizza sulla manutenzione di beni esistenti, sulla tutela, la valorizzazione e il recupero del patrimonio storico che spesso caratterizza gli uffici dell'amministrazione della giustizia. La misura si pone l'obiettivo di intervenire su 48 edifici; il dettaglio degli immobili interessati dall’investimento è a p. 1085 dell’Allegato al PNRR.

Il Governo dichiara di concludere l’intervento entro la metà del 2026.

 

 


Da ultimo, in tema di edilizia, si ricorda che ulteriori risorse, pari a 132,9 milioni di euro, sono rese disponibili dalla programmazione nazionale aggiuntiva e sono ripartite come segue ad opera del decreto-legge 59/2021 (art, 1, comma 2, lett. g)). Si tratta di risorse finalizzate in particolare alla costruzione e al miglioramento di padiglioni e spazi per strutture penitenziarie per adulti e minori.


 

Anno

Stato di previsione del Ministero della giustizia

2022

2,5

2023

19,0

2024

41,5

2025

57,00

2026

12,9

Totale

132,9

 

 


L’obiettivo della riduzione dei tempi dei processi viene prevalentemente perseguito nel Piano nazionale di ripresa e resilienza attraverso importanti riforme ordinamentali, non limitate agli interventi di carattere processuale ma che affrontino anche i nodi organizzativi, al fine di abbattere l’arretrato che grava sugli uffici giudiziari. In particolare, nel campo della giustizia civile (alla cui perdurante lentezza vengono imputati impatti negativi sugli investimenti e sulla produttività), il Governo prevede la semplificazione del rito, in primo grado e in appello, e l'implementazione definitiva del processo telematico. Il Piano predispone inoltre interventi volti a ridurre il contenzioso tributario e i tempi della sua definizione e, in materia penale, annuncia una riforma della fase delle indagini e dell'udienza preliminare; l'ampliamento del ricorso a riti alternativi; il più selettivo esercizio dell'azione penale e dell'accesso al dibattimento; la definizione di termini di durata dei processi.

 

Agli investimenti sopra indicati si affiancano dunque le seguenti previsioni di riforma:


 


Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riforma della giustizia civile

 

Il PNRR prevede 3 filoni di intervento:

§  anzitutto un potenziamento degli strumenti alternativi al processo per la risoluzione delle controversie, rafforzando le garanzie di imparzialità, per quello che concerne l'arbitrato; estendendo l'ambito di applicazione della negoziazione assistita e estendendo l’applicabilità dell'istituto della mediazione;

§  - quindi un intervento selettivo sul processo civile volto a concentrare maggiormente, per quanto possibile, le attività tipiche della fase preparatoria ed introduttiva; sopprimere le udienze potenzialmente superflue e ridurre i casi nei quali il tribunale è chiamato a giudicare in composizione collegiale; ridefinire meglio la fase decisoria, con riferimento a tutti i gradi di giudizio;

§  interventi sul processo esecutivo e sui procedimenti speciali volti a garantire la semplificazione delle forme e dei tempi del processo esecutivo con particolare riguardo al settore dell’esecuzione immobiliare, dell'espropriazione presso terzi e delle misure di coercizione indiretta.

Infine, specifiche misure di riforma sono previste nel settore del contenzioso della famiglia, per il quale si prevede l'individuazione di un rito unitario per i procedimenti di separazione, divorzio e per quelli relativi all'affidamento e al mantenimento dei figli nati al di fuori del matrimonio.

Per la riforma del processo civile si ricorda che è in corso di esame in sede referente al Senato il disegno di legge A.S. 1662. Il Governo, dopo aver istituito presso il Ministero della Giustizia una commissione di studio volta ad elaborare proposte di modifica da presentare al disegno di legge già in corso di esame (si vedano i documenti prodotti dalla c.d. Commissione Luiso), ha depositato i propri emendamenti.

 

Quanto ai tempi di attuazione, il Governo ritiene che le leggi di delega possano essere approvate dal Parlamento entro il 2021, per emanare i decreti delegati entro il 2022. Nel 2023 saranno adottati gli eventuali ulteriori strumenti attuativi.

Riforma della giustizia penale e del sistema sanzionatorio

 

Con l'obiettivo di rendere più efficiente il processo penale e di accelerarne i tempi di definizione, il Governo punta a:

§  semplificare e razionalizzare il sistema degli atti processuali e delle notificazioni;

§  intervenire sulla disciplina della fase delle indagini e dell'udienza preliminare;

§  ampliare la possibilità di ricorso ai riti alternativi e l'incentivazione dei benefici ad essi connessi;

§  predisporre regimi volti a garantire maggiore selettività nell'esercizio dell'azione penale e nell'accesso al dibattimento, tanto in primo grado quanto in fase di gravame;

§  migliorare l'accesso, snellire le forme e ridurre i tempi di durata del giudizio di appello;

§  definire i termini di durata dei processi.

Il Governo, inoltre, prevede interventi sulla procedibilità dei reati; sulla possibilità di estinguere talune tipologie di reato mediante condotte riparatorie a tutela delle vittime; sull'ampliamento dell'applicazione dell'istituto della particolare tenuità del fatto.

Infine, il Governo considera anche iniziative concernenti la prescrizione del reato, che non dovrebbe più rappresentare l'unico rimedio di cui si munisce l'ordinamento nel caso in cui i tempi del processo si protraggano irragionevolmente.

Si ricorda che è in corso di esame in sede referente alla Camera il disegno di legge A.C. 2435. Il Ministero ha istituito una Commissione per elaborare proposte di riforma in materia di processo e sistema sanzionatorio penale da inserire nell’iter legislativo già avviato. Si vedano in merito le proposte presentate dalla c.d. Commissione Lattanzi.

 

Quanto ai tempi di attuazione, il Governo auspica l'approvazione di leggi delega entro il 2021 e che i decreti delegati possano essere approvati entro il 2022. Nel 2023 saranno adottati gli eventuali ulteriori strumenti attuativi.

Riforma delle procedure di insolvenza

 

Il Governo prevede di apportare modifiche al c.d. Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza [Allegato al PNRR,  p. 369]:

§  attuando la direttiva UE n. 1023/2019 relativa alle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione;

§  rivedendo gli accordi di risoluzione extragiudiziale al fine di incentivare le parti a farne un maggior uso;

§  potenziando i meccanismi di allerta;

§  specializzando gli uffici giudiziari e le autorità amministrative competenti per le procedure concorsuali;

§  implementando la digitalizzazione delle procedure anche attraverso la creazione di una apposita piattaforma online.

Il Ministro della giustizia ha istituito una Commissione finalizzata a proporre le citate modifiche.

 

La riforma dovrà essere attuata entro il quarto trimestre 2022. L’allegato alla decisione UE individua il diverso termine di fine 2021 [p. 43]

Riforma della giustizia tributaria

 

Con l’obiettivo di ridurre il numero di ricorsi alla Corte di Cassazione e consentire una loro trattazione più spedita, il Piano è volto a:

§  assicurare un migliore accesso alle fonti giurisprudenziali mediante il perfezionamento delle piattaforme tecnologiche e la loro piena accessibilità da parte del pubblico;

§  introdurre il rinvio pregiudiziale per risolvere dubbi interpretativi, per prevenire la formazione di decisioni difformi dagli orientamenti consolidati della Corte di Cassazione;

§  rafforzare le dotazioni di personale e intervenire, mediante adeguati incentivi economici, sul personale ausiliario.

I Ministri della giustizia e dell'economia hanno insediato una commissione di studio chiamata a proporre al Governo un disegno di riforma della giustizia tributaria.

Il Governo stima di poter giungere all'approvazione di una legge delega entro il 2021 e all'emanazione dei decreti delegati entro il 2022.

Riforma dell’ordinamento giudiziario

 

L’intervento riformatore si propone gli obiettivi di:

§  ottenere un generale miglioramento sull'efficienza e sulla complessiva gestione delle risorse umane, attraverso una serie di innovazioni dell'organizzazione dell'attività giudiziaria;

§  garantire un esercizio del governo autonomo della magistratura libero da condizionamenti esterni o da logiche non improntate al solo interesse del buon andamento dell'amministrazione della giustizia.

Quanto alle modalità, il Governo prevede di intervenire:

§  sulle procedure di gestione del contenzioso e di organizzazione degli uffici giudiziari (ruolo del dirigente, carichi di lavoro, smaltimento e prevenzione dell’arretrato, complessiva riorganizzazione delle Procure della Repubblica);

§  sulle norme di ordinamento giudiziario, con particolare riferimento alla complessiva gestione delle risorse umane (riduzione dei tempi di accesso alla carriera di magistrato, obbligo di permanenza nell’ufficio, riduzione dei possibili passaggi di funzioni da incarichi giudicanti a requirenti, semplificazione dell'attività dei Consigli giudiziari);

§  sull’autogoverno della magistratura, con riferimento all’attribuzione degli incarichi direttivi, delle funzioni di legittimità, e del meccanismo di elezione dei componenti del Consiglio superiore della magistratura.

Si ricorda che è in corso di esame in sede referente alla Camera il disegno di legge A.C. 2681.

Il Ministero della Giustizia ha costituito una apposita commissione di studio per proporre modifiche da inserire nell’iter legislativo già avviato (si vedano i lavori della c.d. Commissione Luciani).

 

Il Governo non specifica i tempi di attuazione della riforma.

Nell’Allegato alla decisione UE non sono presenti riferimenti a questa riforma.

 

 

 

 

 



6.8 Ambiente

6.8.1 Acqua e territorio

 


Le risorse destinate alla tutela del territorio e della risorsa idrica sono allocate nella componente 4 della Missione 2. Si tratta, complessivamente, di 15,06 miliardi di euro.

Si fa notare che per la tematica in questione non sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare, come risulta dalla tavola 1.1 del PNRR. Sono invece previsti ulteriori 0,31 miliardi di euro dal programma REACT dell’UE.

Secondo l’allegato alla decisione UE, la componente 4 dà seguito a una parte della raccomandazione specifica per paese 2020, punto 3, con la quale il Consiglio dell'Unione europea ha raccomandato all'Italia di intervenire per "concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare [...] sulla gestione [...] delle risorse idriche e su un'infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali". Dà anche seguito ad alcune parti della raccomandazione specifica per paese 2019, punto 3 ("incentrare la politica economica connessa agli investimenti sulla ricerca e l'innovazione e sulla qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali; [...] migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione [...] accelerando la digitalizzazione e aumentando l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali").

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 2, afferenti al settore della tutela del territorio e della risorsa idrica:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Realizzazione di un sistema avanzato ed integrato di monitoraggio e previsione (M2C4.1-I.1.1 – 8 e 9)

500

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 150

2023: 150

2024: 100

2025: 50

2026: 50

L’investimento è orientato a sviluppare un sistema di monitoraggio da remoto di ampie fasce territoriali, che consenta di individuare e prevedere i rischi sul territorio, come conseguenza dei cambiamenti climatici e di inadeguata pianificazione territoriale. I dati di monitoraggio costituiranno la base per lo sviluppo di piani di prevenzione dei rischi, anche per le infrastrutture esistenti, e di adattamento ai cambiamenti climatici. Lo strumento consentirà anche di contrastare fenomeni di smaltimento illecito di rifiuti, identificando gli accumuli per i conseguenti interventi di rimozione (v. M2-C1.1-I.1.2).

Gli elementi costitutivi del sistema sono la raccolta e omogeneizzazione di dati territoriali sfruttando satelliti, droni, sensoristica da remoto e integrazione di sistemi informativi esistenti; reti di telecomunicazione a funzionamento continuo; sale di controllo centrali e regionali, sistemi e servizi di cyber security, per la protezione da attacchi informatici.

L'implementazione prevede una fase di “progettazione preliminare” svolta dal MITE, con il supporto del Dipartimento della Protezione Civile e in coordinamento con altri ministeri e un successivo bando di gara per la realizzazione del nuovo “Centro” al servizio del territorio entro la fine del 2021 che dovrebbe portare all’inizio della fase operativa di utilizzo entro la metà del 2024.

Nell’allegato alla decisione UE viene prevista l’emanazione, entro il mese di settembre del 2021, di un decreto ministeriale di approvazione di un piano operativo per la realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio e previsione per l'individuazione dei rischi idrologici, che deve, come minimo: prevedere applicazioni di sensoristica da remoto e sensori da campo per la rilevazione di dati; sviluppare un sistema di comunicazione che consenta il coordinamento e l'interoperabilità tra i vari operatori nelle sale di controllo; allestire sale di controllo centrali e regionali; sviluppare sistemi e servizi di cybersecurity.

Entro il mese di settembre 2024, il 90% della superficie delle regioni meridionali dev’essere coperto dal sistema citato.

Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico (M2C4.2-I.2.1 – da 10 a 13)

2.487

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 62,9

2021: 205,8

2022: 268,7

2023: 197,3

2024: 563,2

2025: 606,1

2026: 583,1

L’investimento è destinato a finanziare un ampio e capillare programma di interventi strutturali (volti a mettere in sicurezza il territorio da frane o ridurre il rischio di allagamento) e non strutturali (ovvero misure previste dai piani di gestione del rischio idrico e di alluvione, focalizzati sul mantenimento del territorio, sulla riqualificazione, sul monitoraggio e sulla prevenzione). L’obiettivo è portare in sicurezza 1,5 milioni di persone oggi a rischio (tale obiettivo dovrà essere raggiunto, secondo quanto indicato nell’allegato alla decisione UE, entro il 2026). Nelle aree colpite da calamità saranno effettuati interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate, nonché interventi di riduzione del rischio residuo, finalizzato alla tutela dell'incolumità pubblica e privata, in linea con la programmazione e gli strumenti di pianificazione esistenti.

L’intervento è articolato in due aree:

a) misure strutturali e non strutturali nei territori più a rischio (a cui sono destinati 1.287 milioni di euro); gli interventi saranno selezionati dall’esistente banca dati RENDIS entro la fine del 2021. Tali interventi si accompagnano alla riforma volta a rafforzare le strutture tecniche di supporto ai Commissari per il dissesto idrogeologico (v. M2-C4.2-R.2.1).

Nell’allegato alla decisione UE viene previsto che l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici relativi agli interventi in questione avverrà entro il 2023 e che gli interventi medesimi dovranno, come minimo: garantire la messa in sicurezza delle zone edificate e dei bacini idrografici esposti al rischio idrogeologico; prevedere azioni per il risanamento ambientale e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici; garantire un livello più elevato di controllo e gestione del rischio di alluvione.

 

Negli allegati al PNRR viene sottolineato che alle finalità perseguite dagli interventi in questione concorrono gli stanziamenti previsti dalla legge di bilancio (per 160 milioni di euro) e, inoltre, che occorre considerare anche gli interventi per la gestione sostenibile delle foreste, con particolare riguardo alla prevenzione degli incendi boschivi e il ripristino delle aree colpite da catastrofi, che saranno finanziati dal FEASR per 1 miliardo di euro.

 

b) misure in favore delle aree colpite da calamità (a cui sono destinati 1.200 milioni di euro) per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e approvati dal Dipartimento della Protezione Civile entro la fine del 2021.

Nell’allegato alla decisione UE viene previsto che entro la medesima data siano emanati i decreti di approvazione del primo piano di intervento e investimento nella rispettiva area (Commissario delegato/Regione/Provincia autonoma) per la riduzione del rischio idrogeologico e di alluvione, che devono mirare a ripristinare le condizioni originarie e a garantire la resilienza dei territori alle calamità naturali. Entro la fine del 2025 dovrà avvenire il completamento degli interventi volti al ripristino di strutture pubbliche danneggiate.

 

Nel corso della presente legislatura sono state approvate numerose disposizioni per il contrasto al dissesto idrogeologico, sia di natura regolamentare che di natura finanziaria, con una serie di rilevanti finanziamenti, soprattutto nell’ambito delle leggi di bilancio. Per una rassegna delle principali disposizioni e finanziamenti si rinvia al tema web “Dissesto idrogeologico”, ove si dà conto anche del Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale (c.d. ProteggItalia) approvato con il D.P.C.M. 20 febbraio 2019 e attuato parzialmente con la delibera CIPE 24 luglio 2019, n. 35 (che ha destinato agli interventi cantierabili 315,1 milioni di euro) e con il D.P.C.M. 2 dicembre 2019 (di approvazione del piano operativo  2019, per un importo di 361,9 milioni).

E' in corso d'esame, in sede redigente, presso la 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, il disegno di legge n. 1422 di iniziativa governativa recante la c.d. «Legge CantierAmbiente»".

Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni
(M2C4.2-I.2.2 – da 14 a 17)

6.000

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 450

2021: 1.150

2022: 1.200

2023: 1.100

2024: 1.000

2025: 700

2026: 400

L’investimento aumenterà la resilienza del territorio attraverso un insieme eterogeneo di interventi (di portata piccola e media) da effettuare nelle aree urbane. I lavori riguarderanno la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica.

 

 

Gli interventi sono già stati oggetto della normativa vigente e riguardano le aree urbane dell'intero territorio nazionale. Gli enti attuatori sono i Comuni a cui le risorse saranno assegnate con decreti del Ministero dell'Interno.

Nell’allegato alla decisione UE viene previsto che entro il 2023 siano completati almeno 7.500 interventi per lavori pubblici di piccola portata (con almeno il 30% degli investimenti da destinare all'efficienza energetica dell'illuminazione pubblica, degli edifici pubblici e/o alle fonti rinnovabili). Entro il marzo del 2026 il numero di tali “piccoli” interventi completati dovrà salire a 30.000 (sempre con il citato vincolo del 30%).

Entro la fine del 2023 dovranno inoltre essere completati almeno 1.000 interventi per lavori di media portata (con almeno il 40% degli investimenti destinato alla messa in sicurezza del territorio contro i rischi idrogeologici). Entro il marzo del 2026 il numero di tali “piccoli” interventi completati dovrà salire a 5.000 (sempre con il citato vincolo del 40%).

 

Nel corso della presente legislatura sono state approvate diverse disposizioni finalizzate a mettere a disposizione risorse (anche) per la messa in sicurezza del territorio e l’efficienza energetica, soprattutto nell’ambito delle leggi di bilancio (si ricordano, in particolare, i commi 107-114 e 134-148 della legge di bilancio 2019 e i commi 29 e ss., 44-46 e 51-58 della legge di bilancio 2020).

 

Sul tema dell’efficienza energetica si rinvia alle ulteriori schede tematiche del presente dossier “Efficienza energetica” e “Superbonus 110%”.

Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (M2C4.3-I.3.1 – 18, 19 e 20)

330

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 33

2022: 73

2023: 66

2024: 132

2025: 13

2026: 13

In linea con le strategie nazionali e comunitarie, questa linea di intervento prevede una serie di azioni su larga scala per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove aree verdi, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecosistemici. Le azioni sono rivolte principalmente alle 14 città metropolitane e includono lo sviluppo di boschi urbani e periurbani (piantumazione di almeno 6,6 milioni di alberi, pari a 6.600 ettari di foreste urbane).

Il progetto è coerente con l'attività sperimentale per il rimboschimento urbano avviata con l'art. 4 del D.L. 111/2019. L’implementazione prevede una fase di pianificazione svolta dalle città metropolitane, sulla base dei criteri dettati dal MiTE, che dovrebbe concludersi entro la fine del 2021.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che entro tale data il piano di forestazione urbana deve essere in linea con gli obiettivi del “decreto-clima” (D.L. 111/2019) e seguire una fase di pianificazione che deve essere realizzata dalle città metropolitane. Il piano dovrebbe, come minimo: preservare e aumentare la biodiversità; contribuire alla riduzione dell'inquinamento atmosferico nelle aree metropolitane; ridurre il numero delle procedure di infrazione in materia di qualità dell'aria; recuperare i paesaggi antropici e migliorare le aree protette presenti nelle immediate vicinanze delle aree metropolitane; arginare il consumo di suolo e ripristinare i suoli utili.

Viene prevista la piantumazione, entro il 2022, di 1,65 milioni di alberi per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane e che tale numero arrivi a 6,6 milioni entro il 2024.

 

 

L’art. 4 del D.L. 111/2019, per il finanziamento di un programma sperimentale di messa a dimora di alberi, di reimpianto e di silvicoltura, e per la creazione di foreste urbane e periurbane, nelle città metropolitane, in coerenza con quanto previsto dal d.lgs. 34/2018, ha autorizzato la spesa di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.

In attuazione di tale disposizione è stato emanato il D.M. 9 ottobre 2020 che disciplina le modalità per la progettazione degli interventi di riforestazione.

Digitalizzazione dei parchi nazionali
(M2C4.3-I.3.2 – 5 e 6)

100

(Prestiti: 82;
Sovvenzioni: 18)

Nell’allegato alla decisione UE tale investimento viene indicato interamente come sovvenzionato.

di cui:

2021: 9

2022: 26

2023: 27

2024: 19

2025: 19

L’obiettivo è quello di intervenire nelle dinamiche che governano la gestione di tutti i 24 parchi nazionali e le 31 aree marine protette, attraverso l’implementazione di procedure standardizzate e digitalizzate su tre ambiti strategici ai fini della modernizzazione, dell’efficienza e dell’efficacia d’azione delle aree protette:

§  conservazione della natura (a cui sono destinati prestiti per 82 milioni di euro): il progetto mira ad approfondire la conoscenza sulla coerenza, le caratteristiche e lo stato di conservazione degli habitat e delle specie. Attraverso tale intervento sarà inoltre possibile sviluppare un'azione di monitoraggio e valutazione permanente;

§  servizi digitali ai visitatori (a cui sono destinate sovvenzioni per 14 milioni di euro): il progetto mira a creare le condizioni per un'economia basata sul capitale naturale attraverso servizi e attività incentrate sulle risorse locali (natura, enogastronomia, artigianato, arte, cultura, ecc.) e al contempo promuovere educazione, informazione e sensibilizzazione sui temi del turismo sostenibile e del consumo critico di risorse;

§  semplificazione amministrativa (a cui sono destinate sovvenzioni per 4 milioni di euro): il progetto è orientato a semplificare le procedure per i cittadini nei comuni delle aree protette e garantire chiarezza dei termini e certezza dei tempi di risposta alle richieste.

Gli interventi sono promossi dal MiTE. Gli enti attuatori saranno gli organismi di gestione delle aree protette. L’attività conoscitiva si concluderà con la definizione di accordi tra il MiTE e gli organi di gestione delle aree protette entro il marzo 2022.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che entro la medesima data dovrà essere emanato apposito decreto ministeriale per lo sviluppo di servizi digitali per i visitatori dei parchi nazionali e delle aree marine protette.

Nel medesimo allegato viene richiesto che entro il 2023 almeno il 70% dei parchi nazionali e delle aree marine protette deve aver sviluppato servizi digitali per i visitatori dei parchi nazionali e delle aree marine protette (almeno due tra il collegamento al portale naturitalia.it, il 5G/Wi-Fi o un'applicazione per la mobilità sostenibile).

 

Si segnala che lo schema di riparto dei contributi del MiTE ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi per l'anno 2021 (A.G. 257), è stato esaminato dalle competenti commissioni parlamentari, che hanno espresso parere favorevole nelle sedute del 20 maggio (Commissione 13a del Senato) e del 25 maggio (Commissione VIII della Camera).

Rinaturazione dell’area Po  (M2C4.3-I.3.3 – 21, 22 e 23)

357

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 4,5

2023: 22

2024: 150

2025: 150

2026: 30,5

 

Il progetto consiste nella riqualificazione del corso del Po con l’obiettivo di bilanciare i processi morfologici attivi, per garantire la rinaturazione del fiume e contribuire al raggiungimento degli obiettivi delle direttive quadro Acque (2000/60/CE) e Alluvioni (2007/60/CE). La proposta si propone di contribuire al recupero del corridoio ecologico rappresentato dall'alveo del fiume e dalle sue fasce riparie, costituito da una notevole diversità di ambienti (sponde, isole, banchi di sabbia, ecc.) che devono essere protetti e ripristinati (riqualificazione di più di 1.500 ettari e riattivazione e riapertura di 51 milioni di metri cubi di lanche e rami abbandonati).

L'Autorità di bacino distrettuale del fiume Po coordinerà l'attuazione del progetto e promuoverà l’istituzione di un tavolo di coordinamento con AIPO, Regioni ed enti locali. Entro il marzo 2022 dovranno essere preparati i programmi operativi, al fine di acquisire tutte le autorizzazioni entro il terzo trimestre del 2023.

Nell’allegato alla decisione UE viene previsto che entro il giugno 2023 dovrà essere completata la revisione del quadro giuridico e si provveda a ridurre l'artificialità dell'alveo di almeno 13 km (entro giugno 2024) e di almeno 37 km (entro marzo 2026).

Bonifica dei siti orfani
(M2C4.3-I.3.4 – 24, 25)

500

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 200

2023: 150

2024: 150

L'obiettivo è recuperare i siti inquinati “orfani”, favorendo il loro reinserimento nel mercato immobiliare, riducendo l'impatto ambientale e promuovendo l'economia circolare. Il progetto utilizzerà le migliori tecnologie innovative di indagine disponibili per identificare le reali necessità di bonifica e consentire lo sviluppo delle aree.

L’intervento è in continuità con il “Programma nazionale di finanziamento degli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti orfani” previsto dal comma 800 della legge di bilancio 2019 (L. 145/2018) e approvato con il D.M. 29 dicembre 2020, a cui sono destinati 105,6 milioni di euro.

Entro la fine del 2021 saranno individuati i siti ed entro il 2022 definiti gli accordi di programma e assegnate le risorse economiche.

Nell’allegato alla decisione UE viene previsto che entro il 2022 deve essere approvato un piano d'azione per la riqualificazione dei siti orfani che deve ridurre l'occupazione del terreno e migliorare il risanamento urbano e deve includere, come minimo: l'individuazione di siti orfani in tutte le 20 regioni e/o le province autonome; gli interventi specifici da effettuare in ogni sito orfano. Entro il marzo 2026 dovrà essere riqualificato almeno il 70% della superficie del "suolo dei siti orfani".

 

Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini
(M2C4.3-I.3.5 - 26)

400

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 8

2022: 44,5

2023: 75

2024: 87,5

2025: 91,5

2026: 93,5

Al fine di aumentare la quota di acque nazionali protette, si prevedono interventi su larga scala per il ripristino e la protezione dei fondali e degli habitat marini nelle acque italiane, finalizzati a invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi mediterranei. Poiché un'adeguata mappatura degli habitat dei fondali marini e il monitoraggio ambientale sono un prerequisito per definire misure di protezione efficaci, si intende rafforzare il sistema nazionale di ricerca e osservazione degli ecosistemi marini e costieri, anche aumentando la disponibilità di navi da ricerca aggiornate (attualmente carenti), al fine di avere il 90% dei sistemi marini e costieri mappati e monitorati, e il 20% restaurati.

Il piano complessivo sarà coordinato dal MiTE insieme all’ISPRA e dovrà sviluppare gli appalti pubblici per la mappatura degli habitat marini e costieri entro giugno 2024.

Nell’allegato alla decisione UE viene previsto che entro il giugno 2025 dovranno essere completati almeno 22 interventi su larga scala per il ripristino e la tutela dei fondali e degli habitat marini e dei sistemi di osservazione delle coste.

 

Disposizioni per la tutela degli habitat marini, soprattutto attraverso la prevenzione e la riduzione del marine litter, sono contenute nel disegno di legge n. 1571, approvato dalla Camera e attualmente all'esame del Senato, recante "Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare ("legge SalvaMare")".

Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico (M2C4.4-I.4.1 – 28, 29)

2.000

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 40

2021: 170

2022: 170

2023: 190

2024: 400

2025: 430

2026: 600

Onde superare le frequenti crisi idriche, dovute ai cambiamenti climatici in atto, l’investimento mira a garantire: la sicurezza dell'approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e delle grandi aree irrigue; l’adeguamento e mantenimento della sicurezza delle opere strutturali; una maggiore resilienza delle infrastrutture, anche in un'ottica di adattamento ai cambiamenti climatici.

A tal fine vengono finanziati investimenti in 75 progetti di manutenzione straordinaria e nel potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria. Gli interventi copriranno l'intero territorio nazionale, in particolare con il completamento di grandi impianti incompiuti principalmente nel mezzogiorno. 

Gli investimenti in questione, gestiti dal MIMS, sono in continuità con il Piano nazionale di interventi nel settore idrico.

Una quota pari al 45-50% delle risorse sarà allocata nelle regioni del Mezzogiorno.

Nel PNRR viene evidenziato che le procedure di selezione degli interventi sono già state attivate dal MIMS e che, pertanto, la progettazione dei lavori potrebbe concludersi entro il 2022 e l’aggiudicazione avvenire entro settembre del 2023.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che gli appalti aggiudicati devono riguardare: la sicurezza dell'approvvigionamento idrico di importanti aree urbane; lavori strutturali per aumentare la sicurezza e la resilienza della rete, compreso l'adattamento ai cambiamenti climatici (escluse le dighe); l'aumento della capacità di trasporto dell'acqua. Viene inoltre precisato che i criteri di selezione devono garantire che l'investimento contribuisca appieno agli obiettivi in materia di cambiamenti climatici con un coefficiente per il calcolo del sostegno pari al 40%.

Viene quindi previsto che entro il marzo 2026 si arrivi ad aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento idrico e la resilienza dell'infrastruttura idrica in almeno 25 sistemi idrici complessi.

 

I commi 516-525 dell'art. 1 della legge di bilancio 2018 (L. 205/2017) hanno previsto - per la programmazione e la realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche - l'adozione, con apposito D.P.C.M., di un Piano nazionale di interventi nel settore idrico. La disciplina relativa è stata modificata dal comma 153 dell'art. 1 della legge di bilancio 2019 (L. 145/2018). Il successivo comma 155 ha autorizzato la spesa di 1 miliardo di euro (100 milioni per ciascun anno del periodo dal 2019 al 2028) per l'attuazione di un primo stralcio del Piano nazionale di interventi nel settore idrico e per il finanziamento della progettazione di interventi considerati strategici nel medesimo Piano.

Con il D.M. n. 526/2018 è stato adottato il "piano straordinario invasi" che impegna 249,9 milioni di euro.

Con il D.P.C.M. 17 aprile 2019 si è provveduto all'adozione del primo stralcio del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico - sezione «invasi», composto da 30 interventi per un importo di 260 milioni di euro.

Con il successivo D.P.C.M. 1 agosto 2019 si è provveduto all'adozione del primo stralcio del Piano nazionale degli interventi nel settore idrico - sezione «acquedotti», per un importo di 80 milioni di euro.

Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (M2C4.4-I.4.2 – 30, 31 e 32)

900

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 50

2023: 50

2024: 200

2025: 250

2026: 350

Il progetto è rivolto prioritariamente a una riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile, anche attraverso la digitalizzazione delle reti, da trasformare in una "rete intelligente", per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze.

 

Gli investimenti in questione, gestiti dal MIMS, sono in continuità con il Piano nazionale di interventi nel settore idrico (v. supra).

Una quota pari al 45-50% delle risorse sarà allocata nelle regioni del Mezzogiorno.

Oltre alle risorse del PNRR, agli interventi in questione sono destinati 313 milioni di euro del programma REACT-EU.

La selezione dei progetti sarà completata entro la metà del 2022.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per gli interventi in questione dovrà avvenire entro il settembre 2023 e che tali appalti dovranno riguardare: interventi volti a ridurre le perdite nelle reti per l'acqua potabile; incremento della resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici; rafforzamento della digitalizzazione delle reti per una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze. Dovranno essere costruiti almeno altri 9.000 chilometri di rete idrica a livello distrettuale (entro il 2024) e almeno altri 25.000 chilometri di rete idrica a livello distrettuale (entro il marzo 2026).

 

 

Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche (M2C4.4-I.4.3 – 33, 34, 34bis, 35, 35bis)

880

(Prestiti)

 

di cui:

2020: 13,7

2021: 45,6

2022: 169,2

2023: 90,6

2024: 92,8

2025: 312,6

2026: 155,5

Gli investimenti infrastrutturali sulle reti e sui sistemi irrigui proposti consentiranno una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l'irrigazione, aumentando la resilienza dell'agroecosistema agli eventi di siccità e ai cambiamenti climatici. Al fine di migliorare l’efficienza oltre che la resilienza, verranno inoltre finanziati l’installazione di contatori e sistemi di controllo a distanza per la misurazione e il monitoraggio degli usi, sia sulle reti collettive sia per gli usi privati, e si considereranno soluzioni rinnovabili galleggianti per bacini. L’obiettivo è avere il 12% delle aree agricole con sistemi irrigui resi più efficienti (oggi è solo l’8%).

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali effettuerà la ricognizione e la selezione degli interventi finanziabili utilizzando la Banca Dati Nazionale degli investimenti per l'Irrigazione e l'Ambiente (DANIA).

La definizione dei criteri di selezione avverrà entro giugno 2021, e la successiva selezione entro settembre 2021, al fine di pervenire all’aggiudicazione dei lavori entro la fine del 2023.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che gli appalti in questione devono: incoraggiare la misurazione e il monitoraggio degli usi quale prerequisito per completare l'introduzione di una politica di tariffazione dell'acqua basata sui volumi idrici per un uso efficiente delle risorse idriche in agricoltura; ridurre il prelievo illecito di acqua nelle zone rurali; gli investimenti nell'irrigazione dovrebbero mirare a riutilizzare in modo sicuro le acque depurate, ove possibile, e/o a rendere più efficiente l'irrigazione esistente; evitare l'espansione dei sistemi irrigui esistenti quando i corpi idrici interessati sono o si prevede che saranno (nel contesto dell'intensificazione dei cambiamenti climatici) in uno stato inferiore al buono. Quali traguardi da raggiungere sono indicati:

- portare la quota di fonti di prelievo dotate di contatori ad almeno il 29% entro il 2024 e ad almeno il 40% entro il marzo 2026;

- portare la quota di superficie irrigua che beneficia di un uso efficiente delle risorse irrigue ad almeno il 15% nel marzo 2024 e ad almeno il 29% entro il marzo 2026.

 

Investimenti in fognatura e depurazione (M2C4.4-I.4.4 – 36, 37 e 38)

600

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 60

2022: 60

2023: 120

2024: 150

2025: 150

2026: 60

Gli investimenti previsti in questa linea di intervento mirano a rendere più efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nelle acque marine e interne, anche attraverso l'innovazione tecnologica, al fine di azzerare il numero di abitanti (ad oggi più di 3,5 milioni) in zone non conformi ai parametri definiti dalla normativa europea. Dove possibile, gli impianti di depurazione saranno trasformati in “fabbriche verdi”, per consentire il recupero di energia e fanghi, e il riutilizzo delle acque reflue depurate per scopi irrigui e industriali. Per rendere efficace l’implementazione di questi interventi nei tempi previsti, saranno definite tre riforme chiave che li accompagnino (v. infra).

La selezione dei progetti, da parte del MiTE, avverrà entro giugno 2022, in modo da completare l’aggiudicazione dei lavori entro il 2023.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che gli interventi in questione devono, tra l’altro, rendere più efficace la depurazione delle acque reflue scaricate nelle acque marine e interne, anche attraverso il ricorso all'innovazione tecnologica; nonché trasformare alcuni impianti di depurazione in "fabbriche verdi" che riutilizzino le acque reflue depurate a fini irrigui e industriali. Quali traguardi da raggiungere sono indicati:

- ridurre di almeno 570.000 unità il numero di abitanti residenti in agglomerati non conformi alla direttiva 91/271/CEE a causa dell'inadeguatezza della raccolta e del trattamento delle acque reflue urbane entro il giugno 2024 e di 2.570.000 unità entro il marzo 2026.

 

Norme volte ad evitare l'aggravamento delle procedure di infrazione in corso sono state introdotte dall'art. 4-septies del D.L. 32/2019 (“sblocca cantieri”).

L'art. 5 del D.L. 111/2019, al fine di accelerare la progettazione e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione in questione, ha previsto la nomina di un nuovo Commissario unico, in sostituzione di quello nominato con il D.P.C.M. 26 aprile 2017.

Per approfondimenti si rinvia al paragrafo “La depurazione delle acque reflue” del tema web “Gestione e tutela delle acque”.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione e accelerazione delle procedure per l'attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (M2C4.2-R.2.1 - 1)

Sovvenzioni

Lo scopo di questa riforma è superare le criticità di natura procedurale, legate alla debolezza e all’assenza di un efficace sistema di governance nelle azioni di contrasto al dissesto idrogeologico. Si prevedono: la semplificazione e l’accelerazione delle procedure per l'attuazione e finanziamento degli interventi, a partire dalla revisione del DPCM 28 maggio 2015 (recante i criteri e le modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi) e del relativo “sistema ReNDiS”; il rafforzamento delle strutture tecniche di supporto dei commissari straordinari; il rafforzamento delle capacità operative delle Autorità di bacino distrettuale e delle Province (presso le quali istituire un Ufficio specializzato di cui anche i Commissari possano avvalersi); la sistematizzazione dei flussi informativi e l’interoperabilità dei diversi sistemi informatici.

L’implementazione di tali misure - che avverrà, in continuità con le azioni già avviate nel 2020, principalmente con un decreto-legge recante misure di semplificazione e attraverso la revisione del D.P.C.M. 28 maggio 2015 - è prevista entro giugno 2022.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che il nuovo quadro giuridico dovrà, come minimo: privilegiare gli interventi di prevenzione; accelerare e semplificare le procedure; armonizzare e semplificare i flussi di informazioni; rafforzare il coordinamento degli interventi tra i diversi livelli di governo; creare banche dati comuni; stabilire i tempi massimi per ciascuna fase; definire un piano per rafforzare la capacità degli organi coinvolti.

 

Tra le varie disposizioni normative emanate nella presente legislatura si segnalano la revisione della governance in materia (operata con il D.L. 86 e il D.L. 109 del 2018) nonché quelle dettate dall'art. 4, comma 4, ultimo periodo, del D.L. 32/2019, come riscritto dall'art. 9 del D.L. 76/2020, che prevede che le modalità e le deroghe previste per i c.d. commissari sblocca-cantieri si applicano anche agli interventi dei Commissari straordinari per il dissesto idrogeologico.

E' in corso d'esame, in sede redigente, presso la 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, il disegno di legge n. 1422 di iniziativa governativa recante "Disposizioni per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio - «Legge CantierAmbiente»" e dei disegni di legge congiunti nn. 216 e 993.

Si ricorda inoltre che l’VIII Commissione (Ambiente) della Camera ha approvato, nella seduta del 18 novembre 2020, la risoluzione 8/00092 sul rafforzamento dell'istituto dei contratti di fiume.

Adozione di programmi nazionali di controllo dell'inquinamento atmosferico  (M2C4.3-R.3.1 - 7)

Prestiti

La riforma mira ad allineare la legislazione nazionale e regionale, e ad introdurre le relative misure di accompagnamento per la riduzione delle emissioni degli inquinanti atmosferici (in conformità con gli obiettivi fissati dalla direttiva 2016/2284/UE sui limiti nazionali di emissione) e di gas climalteranti.

La riforma prevede l'adozione, con apposito D.P.C.M., di un Programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico ai sensi della Direttiva UE 2016/2284 entro la fine del 2021.

 

L’art. 1 del D.L. 111/2019 ha previsto l’approvazione, in coordinamento con il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) e con la pianificazione di bacino per il dissesto idrogeologico, del Programma strategico nazionale per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell'aria in cui sono individuate le misure di competenza nazionale da porre in essere e identificate le risorse economiche disponibili a legislazione vigente per ciascuna misura con la relativa tempistica attuativa.

Semplificazione normativa e rafforzamento della governance per la realizzazione degli investimenti nelle infrastrutture di approvvigionamento idrico (M2C4.4.-R.4.1 - 27)

Prestiti

La riforma è rivolta alla semplificazione e più efficace attuazione della normativa relativa al Piano Nazionale per gli interventi nel settore idrico. Inoltre, intende fornire misure di sostegno e di accompagnamento per gli organismi esecutivi che non sono in grado di effettuare investimenti relativi agli appalti primari entro i tempi previsti.

In particolare, si intende agire sulla normativa che regola il Piano Nazionale per gli interventi nel settore idrico (L. 205/2017, art. 1, commi 516 e seguenti), facendo del Piano lo strumento centrale di finanziamento pubblico per gli investimenti nel settore idrico, unificando le risorse economiche relative alle infrastrutture di approvvigionamento idrico previste dal Piano e semplificando le procedure, sia relativamente a formazione e aggiornamento del piano, che a rendicontazione e monitoraggio degli investimenti finanziati.

Il PNRR prevede l’approvazione del provvedimento legislativo entro marzo 2022 e la relativa attuazione (criteri di selezione, linee guida per la valutazione degli investimenti, ecc.) entro il 2022.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che il citato provvedimento legislativo deve rafforzare la governance e semplificare la realizzazione di investimenti nelle infrastrutture di approvvigionamento idrico e, come minimo: rendere il piano nazionale per gli interventi nel settore idrico lo strumento finanziario principale per gli investimenti nel settore idrico; consultare e coinvolgere attivamente l'ARERA in qualsiasi modifica o aggiornamento del piano; fornire sostegno e misure di accompagnamento agli organismi esecutivi che non sono in grado di effettuare investimenti relativi agli appalti primari entro i termini previsti; semplificare le procedure di rendicontazione e monitoraggio degli investimenti finanziati nel settore idrico.

 

Si ricorda che i commi 516-525 dell'art. 1 della legge di bilancio 2018 (L. 205/2017) hanno previsto - per la programmazione e la realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche - l'adozione, con apposito D.P.C.M., di un Piano nazionale di interventi nel settore idrico. La disciplina relativa è stata modificata dal comma 153 dell'art. 1 della legge di bilancio 2019 (L. 145/2018). Il successivo comma 155 ha autorizzato la spesa di 1 miliardo di euro (100 milioni per ciascun anno del periodo dal 2019 al 2028) per l'attuazione di un primo stralcio del Piano nazionale di interventi nel settore idrico e per il finanziamento della progettazione di interventi considerati strategici nel medesimo Piano.

Misure per garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati
(
M2C4.4.-R.4.2 – 2, 3 e 4)

Sovvenzioni

La riforma è volta a rafforzare il processo di industrializzazione del settore (favorendo la costituzione di operatori integrati, pubblici o privati, con l'obiettivo di realizzare economie di scala e garantire una gestione efficiente degli investimenti e delle operazioni) e ridurre il divario esistente tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno (ove l’insufficiente presenza di gestori industriali e l’ampia quota di gestione in economia traccia un quadro del comparto idrico molto frammentato e complesso).

Il MITE, nell'ambito del PON Governance 2014-2020, ha previsto la definizione e la sottoscrizione di specifiche intese per fornire supporto ove si registrano ritardi nella redazione dei Piani d'Ambito e nell'aggiudicazione del servizio idrico integrato. Ad oggi sono in corso discussioni con le Regioni Sicilia, Calabria, Molise e Campania per finalizzare i protocolli d'intesa e avviare l'attività di supporto.

Tali protocolli saranno siglati entro giugno 2021, dopodiché si procederà alla verifica della costituzione degli ATO e dell'affidamento del SII entro il giugno 2022.

Secondo quanto indicato nell’allegato alla decisione UE, i protocolli d'intesa tra MiTE e le regioni Campania, Calabria, Molise e Sicilia (volti a ridurre la frammentazione del numero di operatori che forniscono servizi idrici, al fine di creare operatori unici almeno ogni 40 000 abitanti) dovrebbe avvenire entro la fine del 2021, mentre l’entrata in vigore della riforma volta a garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati dovrà avvenire entro il settembre 2022. Tale riforma dovrà, come minimo: ridurre la frammentazione dei diversi attori; prevedere incentivi per un uso sostenibile dell'acqua in agricoltura; stabilire un sistema di prezzi regolamentati che tenga adeguatamente conto dell'uso delle risorse ambientali e dell'inquinamento, conformemente al principio "chi inquina paga".

Nello stesso allegato viene prevista l’entrata in vigore del nuovo quadro giuridico relativo agli scopi irrigui, che dovrà, come minimo: istituire un sistema di sanzioni per l'estrazione illecita di acqua; valutare l'impatto su tutti i corpi idrici potenzialmente interessati; evitare l'espansione del sistema irriguo esistente quando i corpi idrici interessati sono o si prevede saranno - a causa dei cambiamenti climatici - in uno stato inferiore al buono o potenzialmente buono - entro il giugno 2022.

Semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale

 

Tra le riforme di sistema, viene considerata necessaria una profonda semplificazione delle norme in materia di procedimenti in materia ambientale e, in particolare, delle disposizioni concernenti la valutazione di impatto ambientale (VIA). Le norme vigenti prevedono procedure di durata troppo lunga e ostacolano la realizzazione di infrastrutture e di altri interventi sul territorio.

Le misure considerate urgenti (da adottare con decreto-legge entro maggio 2021) sono quelle di sottoporre le opere previste dal PNRR ad una speciale VIA statale che assicuri una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento, demandando a un’apposita Commissione lo svolgimento delle valutazioni in questione attraverso modalità accelerate, come già previsto per il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC 2030). Inoltre, quanto al rapporto tra la VIA e gli altri strumenti autorizzatori ambientali, si intende ulteriormente ampliare l’operatività del Provvedimento Unico in materia Ambientale (PUA), il quale, venendo a sostituire ogni altro atto autorizzatorio, deve divenire la disciplina ordinaria non solo a livello regionale, ma anche a livello statale; proprio in questa prospettiva, va altresì previsto che tale provvedimento unico possa sempre assorbire anche gli atti autorizzatori necessari per l’approvazione dei progetti di bonifica (come già previsto a livello regionale). Si intende, inoltre, rafforzare la capacità operativa del nuovo Ministero della transizione ecologica, consentendo allo stesso di razionalizzare il ricorso all’apporto di società in house, enti pubblici di ricerca ed altri enti pubblici operanti nel settore della transizione ecologica e rendendo il passaggio di competenze al MiTE in materia di energia l’occasione per procedere ad una unificazione e semplificazione dei procedimenti autorizzatori.

 

In relazione alle misure a regime (da includere in un disegno di legge delega da presentare in Parlamento entro il 31 dicembre 2021 e da attuare con decreti legislativi adottati entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge delega), viene sottolineato che l’attribuzione delle competenze in materia di energia in capo al MiTE dovrà condurre a una più netta integrazione tra i molti strumenti, già esistenti, di programmazione e pianificazione in materia ambientale e gli strumenti generali operanti nel settore energetico (a partire dal PNIEC). In prospettiva, il PNRR segnala anche la necessità di considerare l’impatto dei piani da adottare in attuazione dell’European Climate Law di prossima approvazione.

Numerosi interventi di accelerazione e semplificazione della procedura di VIA sono stati effettuati con gli articoli 50-51 del D.L. 76/2020 (c.d. semplificazioni), soprattutto tramite una riduzione dei termini previgenti e la creazione di una disciplina specifica per la valutazione ambientale, in sede statale, dei progetti necessari per l’attuazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (art. 50), nonché tramite disposizioni finalizzate all’accelerazione e/o alla semplificazione delle procedure autorizzative ambientali e paesaggistiche, relative agli interventi sulle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie e idriche esistenti che ricadono nel campo di applicazione della VIA (art. 51).

Gli articoli 17-28 del D.L. 77/2021 (c.d. semplificazioni 2) in corso di conversione, sono introdotte disposizioni che si propongono principalmente due grandi obiettivi:

§  integrare la disciplina prevista per la valutazione ambientale dei progetti del PNIEC al fine di ricomprendervi anche la valutazione dei progetti per l'attuazione del PNRR;

§  operare un intervento di semplificazione sulla disciplina della valutazione ambientale prevista dalla parte seconda del Codice dell'ambiente (D.Lgs. 152/2006).

 

Legge annuale per il mercato e la concorrenza

 

In materia di servizi pubblici locali, sarà promosso un intervento di razionalizzazione normativa, anche con l’approvazione di un testo unico, che in primo luogo chiarisca il concetto di servizio pubblico e assicuri un ricorso più responsabile da parte delle amministrazioni al meccanismo dell’in house providing. In questa prospettiva, pur preservandosi la libertà sancita dal diritto europeo di ricorrere a tale strumento di auto-produzione, andranno introdotte specifiche norme finalizzate a imporre all’amministrazione una motivazione anticipata e rafforzata che dia conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato. Sarà inoltre previsto un principio generale di proporzionalità della durata dei contratti di servizio pubblico, compresi quelli affidati con la modalità dell’in house (legge annuale 2021 ovvero altro provvedimento da adottare entro il 2022).

 

 

 


I soggetti destinatari in prima battuta delle risorse previste per il raggiungimento degli obiettivi di messa in sicurezza e monitoraggio del territorio, pari a circa 9 miliardi di euro, sono prevalentemente gli enti territoriali.

I soggetti destinatari in prima battuta delle risorse previste per la salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, pari a circa 1,7 miliardi di euro, sono prevalentemente gli enti locali.

I soggetti destinatari in prima battuta delle risorse destinate al settore idrico per l’infrastrutturazione, la riduzione delle perdite, l’irrigazione e la depurazione, pari a circa 4,4 miliardi di euro, sono prevalentemente gli enti territoriali.

 

Relativamente all’impatto sui divari territoriali viene sottolineato che gli interventi relativi alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla riforestazione, alle bonifiche e alla difesa delle risorse idriche avranno una distribuzione equa sul territorio nazionale. Viene altresì evidenziato che alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come per esempio gli interventi nel settore della depurazione delle acque (poiché è proprio nel Mezzogiorno che sono concentrati gli agglomerati interessati dal contenzioso in atto con l’UE per il mancato rispetto della normativa sul trattamento delle acque reflue), nonché di infrastrutturazione idrica che, come evidenziato nel PNRR, copriranno l'intero territorio nazionale e, in particolare, consentiranno il completamento di grandi impianti incompiuti principalmente nel Mezzogiorno.

 

Relativamente all’impatto su ragazzi e giovani, nel PNRR viene sottolineato che la creazione di posti di lavoro nei settori di sviluppo della missione potrà, in presenza delle competenze necessarie, accrescere l’occupazione giovanile.


6.8.2 Economia circolare

 


Le risorse destinate all’economia circolare sono allocate nelle componenti 1 e 4 della Missione 2. Si tratta, complessivamente, di 2,1 miliardi di euro, a cui si sommano 0,37 miliardi per progetti integrati che investono una molteplicità di settori (ambiente, energia, infrastrutture, ecc.).

Si fa notare che per la tematica in questione non sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare (le risorse di tale fondo indicate nella tavola 1.1 del PNRR si riferiscono infatti al settore agricolo (v. scheda “Agricoltura”). Sono invece previsti ulteriori 0,5 miliardi di euro dal programma REACT dell’UE.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, gli investimenti e le riforme previsti nell'ambito della componente 1 sono volti a rispondere alle raccomandazioni specifiche per paese rivolte all'Italia nel 2020 e nel 2019 in ordine alla necessità di "concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare […] sulla gestione dei rifiuti e delle risorse idriche" (CSR 2020, punto 3) e di "incentrare la politica economica connessa agli investimenti [...] sulla qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali" (CSR 2019, punto 3).

Secondo il medesimo allegato, la componente 4 dà seguito a una parte della raccomandazione specifica per paese 2020, punto 3, con la quale il Consiglio dell'Unione europea ha raccomandato all'Italia di intervenire per "concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale, in particolare [...] sulla gestione [...] delle risorse idriche e su un'infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali". Dà anche seguito ad alcune parti della raccomandazione specifica per paese 2019, punto 3 ("incentrare la politica economica connessa agli investimenti sulla ricerca e l'innovazione e sulla qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali; [...] migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione [...] accelerando la digitalizzazione e aumentando l'efficienza e la qualità dei servizi pubblici locali").

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 2, afferenti al settore dell'economia circolare:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti
(M2C1.1-I.1.1 - 14, 15, 15bis, 15ter, 15quater, 16, 16bis, 16ter)

1.500

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 50

2023: 200

2024: 400

2025: 400

2026: 450

 

Gli investimenti in questione mirano al miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, alla realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti organici, multimateriale, vetro, imballaggi in carta e alla costruzione di impianti innovativi per particolari flussi.

Poiché la dotazione impiantistica è soprattutto carente nel Centro-Sud, gli investimenti proposti sono focalizzati per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud e quindi l'obiettivo è anche quello di colmare i divari di gestione dei rifiuti relativi alla capacità impiantistica e agli standard qualitativi esistenti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, al fine di recuperare i ritardi per raggiungere gli obiettivi di raccolta, riuso e recupero dei rifiuti previsti dalla normativa europea e nazionale.

Si prevede l’adozione di un decreto ministeriale recante i criteri per la selezione dei progetti entro il 30 settembre 2021.

 

Nel corso della XVII legislatura, con l’art. 35 del D.L. 133/2014 (c.d decreto-legge sblocca Italia) sono state dettate disposizioni finalizzate sia alla realizzazione di una rete efficiente di termovalorizzatori che ad una ricognizione degli impianti di recupero della frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU). In attuazione di tali disposizioni sono stati emanati il D.P.C.M. 10 agosto 2016 e il D.P.C.M. 7 marzo 2016.

E' in corso d'esame presso la Commissione VIII (Ambiente) la proposta di legge C. 1792 che reca "disposizioni per l'incremento degli impianti destinati al pretrattamento, alla selezione della frazione organica e degli imballaggi e al recupero energetico dei rifiuti urbani, assimilati e speciali non pericolosi, nonché misure volte a favorire l'economia circolare".

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, tali criteri devono riguardare: coerenza con la normativa e i piani dell'UE, nazionali e regionali; miglioramento atteso degli obiettivi di riciclaggio; contributo alla risoluzione delle infrazioni; tecnologie innovative basate su esperienze su scala reale; qualità tecnica della proposta; coerenza e complementarità con i programmi della politica di coesione e progetti analoghi finanziati mediante altri strumenti dell'UE e nazionali. Gli interventi non devono comprendere investimenti in discariche, impianti di smaltimento, impianti di trattamento meccanico/biologico meccanico o inceneritori, conformemente al principio "non arrecare un danno significativo".

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, l’intervento di riforma (unitamente all’intervento di riforma R.1.2) deve portare, entro il 2023, alla riduzione delle discariche abusive oggetto della procedura di infrazione 2003/2077 da 33 a 7 (ossia una riduzione almeno dell'80%) e delle discariche abusive coinvolte nella procedura di infrazione 2011/2215 da 34 a 14 (ossia una riduzione almeno del 60%), nonché nel ridurre al 20% la differenza tra la media nazionale e la regione con i risultati peggiori per quanto riguarda i tassi di raccolta differenziata, nonché la differenza tra la media delle tre regioni con i risultati migliori per quanto riguarda i tassi di raccolta differenziata e quella delle tre regioni con i risultati peggiori.

L'intervento inoltre deve portare, entro il 2024, alla riduzione delle discariche abusive oggetto della procedura di infrazione 2003/2077 da 7 a 4 (ossia una riduzione almeno del 90%) e delle discariche abusive oggetto della procedura di infrazione 2011/2215 da 14 a 9 (ossia una riduzione almeno del 75%)..

Progetti “faro” di economia circolare
(M2C1.1-I.1.2 – 14, da 17 a 17decies)

600

(Prestiti)

 

di cui:

2022: 50

2023: 100

2024: 100

2025: 200

2026: 150

 

L'obiettivo è quello di potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo contribuendo al raggiungimento dei seguenti target:

§  55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE);

§  85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone;

§  65% di riciclo dei rifiuti plastici (con riciclaggio meccanico, chimico, “Plastic Hubs”);

§  100% di recupero nel settore tessile (con "Textile Hubs").

A sostegno della misura e per il raggiungimento degli obiettivi verrà sviluppato un sistema di monitoraggio sul territorio nazionale che consentirà di affrontare tematiche di “scarichi illegali” attraverso l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di intelligenza artificiale (v. M2-C4.1-I.1.1).

Gli investimenti proposti sono focalizzati per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud.

Si prevede l’adozione di un decreto ministeriale recante i criteri per la selezione dei progetti entro il 30 settembre 2021.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, tali criteri devono riguardare: coerenza con la normativa e i piani dell'UE, nazionali e regionali; miglioramento atteso degli obiettivi di riciclaggio; contributo alla risoluzione delle infrazioni; tecnologie innovative basate su esperienze su scala reale; qualità tecnica della proposta; coerenza e complementarità con i programmi della politica di coesione e progetti analoghi finanziati mediante altri strumenti dell'UE e nazionali. Gli interventi non devono comprendere investimenti in discariche, impianti di smaltimento, impianti di trattamento meccanico/biologico meccanico o inceneritori, conformemente al principio "non arrecare un danno significativo".

Nel medesimo allegato vengono indicati i traguardi da conseguire entro il 2025, consistenti nel raggiungimento di una serie di obiettivi di riciclaggio e nell’entrata in vigore della raccolta differenziata per le frazioni di rifiuti domestici pericolosi e i prodotti tessili, conformemente al piano d'azione per l'economia circolare.

Riguardo al tema degli “scarichi illegali” si ricorda che si tratta di una problematica che incide soprattutto nel Mezzogiorno (si ricorda ad esempio la cd. Terra dei fuochi).

 

 

Isole verdi
(M2C1.3-I.3.1 – 18 e 19)

200

(Prestiti)

 

 

 

 

 

 

di cui:

2022: 20

2023: 60

2024: 60

2025: 40

2026: 20

Gli investimenti saranno concentrati su 19 piccole isole, che faranno da “laboratorio” per lo sviluppo di modelli "100 per cento green" e auto-sufficienti. Gli interventi, specifici per ciascuna isola, interesseranno la rete elettrica, le fonti rinnovabili, la raccolta differenziata dei rifiuti, integrazione del sistema elettrico con il sistema idrico, sistemi di desalinizzazione, costruzione o adeguamento di piste ciclabili e servizi/infrastrutture di mobilità sostenibile.

Gli interventi saranno realizzati direttamente dai Comuni delle isole interessate, previa verifica tecnico-amministrativa da parte del MiTE, che appronterà linee guida per i beneficiari e supporto specifico su richiesta.

È prevista l’emanazione del decreto direttoriale di approvazione delle proposte entro il settembre 2022.

Nell’allegato alla decisione UE sono indicati gli elementi che dovranno essere inclusi nella procedura di selezione (in particolare i criteri di ammissibilità) e viene precisato che nel complesso il contributo per il clima dell'investimento deve essere pari almeno al 37% del costo complessivo degli investimenti.

Green communities (M2C1.3-I.3.2 – 20 e 21)

135

(Prestiti)

 

di cui:

2021: 0,3

2022: 1,5

2023: 4,7

2024: 33,8

2025: 47,3

2026: 47,6

L’obiettivo è quello di implementare la Strategia Nazionale delle Green Community (SNGC) prevista dall’art. 72 della legge 28 dicembre 2015, n. 221 (cd. collegato ambientale).

Il Progetto intende sostenere lo sviluppo sostenibile e resiliente dei territori rurali e di montagna, favorendo la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale.

In particolare, l’ambito di tali piani includerà in modo integrato (per 30 Green Communities complessivamente): la gestione del patrimonio agro-forestale e idrico; la produzione di energia da fonti rinnovabili; lo sviluppo di un turismo sostenibile; l’edilizia e l’infrastrutturazione sostenibile; l’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti; lo sviluppo sostenibile delle attività produttive (zero waste production); l’integrazione dei servizi di mobilità; lo sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile.

È prevista l’emanazione del decreto direttoriale di approvazione delle proposte entro il settembre 2022.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, entro tale data dovrà avvenire l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici, mentre entro il giugno 2026 dovrà essere completato almeno il 90% degli interventi previsti nei piani presentati.

Il progetto si estende su tutto il territorio nazionale, con una riserva dell'80% per i territori situati in comuni classificati come “comuni montani”.

 

Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali
(M2C1.3-I.3.3 - 12)

30

(Sovvenzioni)

 

di cui:

2021: 5

2022: 10,2

2023: 5

2024: 5

2025: 4

2026: 0,8

Tale investimento si propone di contribuire al aumentare il livello di consapevolezza sugli scenari di cambiamento climatico e sulle relative conseguenze; educare in merito alle opzioni a disposizione per l’adozione di stili di vita e consumi più sostenibili a livello di individui, famiglie e comunità; promuovere l’adozione di comportamenti virtuosi, anche a livello di comunità (e.g. coinvolgendo insegnanti, famiglie, stakeholder locali). Per fare questo si prevede di:  sviluppare contenuti omni-channel sulle tematiche di transizione ecologica (podcast, video per scuole, documentari, long forms); prevedere una piattaforma aperta accessibile a tutti che contenga il materiale educativo più rilevante sulle tematiche ambientali; coinvolgere influencer e leader di pensiero per massimizzare la diffusione dei messaggi più rilevanti su tutta la cittadinanza.

La definizione e l’implementazione del progetto da parte del MiTE avverrà con il supporto dei Ministeri dell’istruzione (per quanto riguarda i programmi scolastici) e dell’innovazione (in relazione alla piattaforma digitale).

È previsto l’avvio della piattaforma web e la stipula degli accordi con i “content producers” entro il giugno 2022.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE sono previsti almeno 180 podcast, lezioni video per le scuole e contenuti video registrati e in diretta sulla piattaforma web, da completare entro il giugno 2026.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Strategia nazionale per l'economia circolare
(M2C1.1-R.1.1 – 1, 17decies)

Sovvenzioni

Coerentemente con il piano d'azione per l'economia circolare e il quadro normativo dell'UE è in corso di revisione e aggiornamento la strategia esistente. La nuova strategia nazionale per l’economia circolare, che verrà adottata entro giugno 2022, integrerà nelle aree di intervento l’ecodesign, ecoprodotti, blue economy, bioeconomia, materie prime critiche, e si focalizzerà su strumenti, indicatori e sistemi di monitoraggio per valutare i progressi nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Della strategia nazionale farà parte anche il nuovo sistema di tracciabilità che consentirà anche di supportare gli organi di controllo e le forze dell’ordine nella prevenzione e repressione degli illeciti.

Si ricorda che nell’ultimo trimestre del 2017 l’allora Ministero dell’ambiente (oggi MiTE) ha pubblicato il documento "Verso un modello di economia circolare per l’Italia che ha l'obiettivo di fornire un inquadramento generale sull'economia circolare e di sviluppare una strategia italiana in materia.

La nuova strategia (in corso di elaborazione da parte di MiTE e MiSE, con il supporto tecnico di ISPRA ed ENEA) includerà misure concrete che riguarderanno: un nuovo sistema di tracciabilità digitale dei rifiuti; incentivi fiscali a sostegno delle attività di riciclo e utilizzo di materie prime secondarie; una revisione del sistema di tassazione ambientale sui rifiuti per aumentare il riciclaggio conveniente rispetto alla discarica; riutilizzo e riparazione; riforma del sistema di responsabilità estesa del produttore e dei Consorzi; supporto agli strumenti normativi esistenti quali End of Waste, Criteri ambientali minimi (CAM); supporto al progetto di simbiosi industriale attraverso strumenti normativi e finanziari.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE il decreto ministeriale per l'adozione della strategia deve includere almeno le misure seguenti: nuovo sistema di tracciabilità digitale dei rifiuti; misure fiscali a favore delle attività di riciclaggio; diritto al riutilizzo e alla riparazione; riforma del sistema di responsabilità estesa del produttore e dei consorzi, volta a sostenere il conseguimento degli obiettivi dell'UE mediante la creazione di un organo di vigilanza ad hoc sotto la presidenza del MITE al fine di monitorare il funzionamento e l'efficacia dei consorzi; sostegno agli strumenti normativi esistenti quali la normativa sull’end of waste e i criteri ambientali minimi (in particolare riguardo, specificamente, all'edilizia, al tessile, alle plastiche e ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche; sostegno a progetti di simbiosi industriale attraverso strumenti normativi e finanziari.

Nel medesimo allegato viene prevista, quale traguardo da conseguire entro il 2025, l’attivazione della raccolta differenziata per le frazioni di rifiuti domestici pericolosi e i prodotti tessili.

 

L'Autorità centrale competente (MiTE) assicurerà l’applicazione della strategia a livello regionale (poiché le regioni sono autorità competenti per la pianificazione locale).

Una consultazione pubblica sulla strategia sarà aperta nel settembre 2021 e il documento finale sarà adottato entro giugno 2022.

Programma nazionale per la gestione dei rifiuti
(M2C1.1-R.1.2 - 13, 15, 15bis, 15ter, 16ter)

Prestiti

A fronte delle evidenze emerse dalla Commissione Europea sull’assenza di una rete integrata di impianti di raccolta e trattamento rifiuti attribuibile all’insufficiente capacità di pianificazione delle regioni e, in generale, alla debolezza della governance, risulta necessario sviluppare un programma nazionale per la gestione dei rifiuti (la cui previsione normativa è stata introdotta dal d.lgs. 116/2020). Il programma, oltre ad evitare procedure di infrazione sui rifiuti, consentirà di: colmare le lacune impiantistiche e gestionali; migliorare significativamente i dati medi nazionali; raggiungere gli obiettivi di raccolta, riuso e recupero dei rifiuti previsti dalle norme europee e nazionali.

L’art. 198-bis del d.lgs. 152/2006 (Codice dell’ambiente), introdotto dal d.lgs. 116/2020, prevede la predisposizione, da parte del MiTE, con il supporto di ISPRA, del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (PNGR). Il Programma nazionale è sottoposto a verifica di assoggettabilità a VAS ed è approvato, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, con decreto del MiTE. Lo stesso articolo dispone che il PNGR fissa i macro-obiettivi e definisce i criteri e le linee strategiche cui le Regioni e le Province autonome si attengono nella elaborazione dei Piani regionali di gestione dei rifiuti.

Nel novembre 2020 è stato istituito un tavolo istituzionale tra Ministero, Regioni e Province autonome per la definizione del PNGR, che dovrà essere adottato entro giugno 2022.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, il PNGR deve includere almeno i seguenti obiettivi: conseguire gli obiettivi di preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti; adattare la rete di impianti necessari per la gestione integrata dei rifiuti, al fine di sviluppare l'economia circolare e ridurre al minimo lo smaltimento finale; istituire un monitoraggio adeguato dell'attuazione del programma; evitare l'avvio di nuove procedure di infrazione; perseguire la complementarietà del piano regionale di gestione dei rifiuti al PNGR; colmare le lacune nella gestione dei rifiuti e il divario tra diverse regioni e zone del territorio nazionale per quanto riguarda la capacità degli impianti e gli standard di qualità vigenti; raggiungere gli obiettivi attuali e futuri previsti dalla normativa; combattere gli scarichi di rifiuti illegali e i roghi (ad es. nella Terra dei fuochi) mediante misure quali l'introduzione di un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, sostenuta da un sistema di monitoraggio attraverso l'impiego di satelliti, droni e tecnologie di intelligenza artificiale.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, l’intervento di riforma (unitamente alla linea di investimento I.1.1) deve portare, entro il 2023, alla riduzione delle discariche abusive oggetto della procedura di infrazione 2003/2077 da 33 a 7 (ossia una riduzione almeno dell'80%) e delle discariche abusive coinvolte nella procedura di infrazione 2011/2215 da 34 a 14 (ossia una riduzione almeno del 60%), nonché nel ridurre al 20% la differenza tra la media nazionale e la regione con i risultati peggiori per quanto riguarda i tassi di raccolta differenziata, nonché la differenza tra la media delle tre regioni con i risultati migliori per quanto riguarda i tassi di raccolta differenziata e quella delle tre regioni con i risultati peggiori.

Supporto tecnico alle autorità locali
(M2C1.1-R.1.3 - 2)

Sovvenzioni

L'obiettivo è superare uno dei principali ostacoli alla costruzione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti, vale a dire la durata delle procedure di autorizzazione e delle gare d'appalto, spesso eccessiva a causa anche dei ritardi dovuti alla mancanza di competenze tecniche e amministrative del personale di regioni, province e comuni. Viene previsto che il MiTE e il MiSE e altri assicureranno il supporto tecnico agli enti locali (Regioni, Province, Comuni) attraverso società interne. Inoltre, il MiTE svilupperà uno specifico piano d'azione al fine di supportare le stazioni appaltanti nell'applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) alle procedure di gara.

Si prevede l’approvazione dell'accordo per lo sviluppo del piano d'azione per la creazione di capacità a sostegno degli enti locali dell’intervento di riforma entro giugno 2022.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE devono essere approvati l'accordo per lo sviluppo del piano d'azione per la creazione di capacità a sostegno degli enti locali nell'attuazione, nell'ambito delle procedure di gara, dei CAM e l'avvio del piano di supporto. Deve inoltre essere assicurato il supporto tecnico agli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) attraverso società interne. Il supporto tecnico riguarda gli aspetti seguenti: l'assistenza tecnica per l'attuazione della normativa ambientale; il sostegno allo sviluppo di piani e progetti in materia di gestione dei rifiuti; il supporto per le procedure di gara, anche per garantire che le autorizzazioni alla gestione dei rifiuti siano rilasciate in modo trasparente e non discriminatorio con un aumento dei processi competitivi al fine di conseguire standard più elevati per i servizi pubblici.

Semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale

 

Tra le riforme di sistema, viene considerata necessaria una profonda semplificazione delle norme in materia di procedimenti in materia ambientale e, in particolare, delle disposizioni concernenti la valutazione di impatto ambientale (VIA). Le norme vigenti prevedono procedure di durata troppo lunga e ostacolano la realizzazione di infrastrutture e di altri interventi sul territorio.

Le misure considerate urgenti (da adottare con decreto-legge entro maggio 2021) sono quelle di sottoporre le opere previste dal PNRR ad una speciale VIA statale che assicuri una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento, demandando a un’apposita Commissione lo svolgimento delle valutazioni in questione attraverso modalità accelerate, come già previsto per il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC 2030). Inoltre, quanto al rapporto tra la VIA e gli altri strumenti autorizzatori ambientali, va ulteriormente ampliata l’operatività del Provvedimento Unico in materia Ambientale (PUA), il quale, venendo a sostituire ogni altro atto autorizzatorio, deve divenire la disciplina ordinaria non solo a livello regionale, ma anche a livello statale; proprio in questa prospettiva, va altresì previsto che tale provvedimento unico possa sempre assorbire anche gli atti autorizzatori necessari per l’approvazione dei progetti di bonifica (come già previsto a livello regionale). Si intende, inoltre, rafforzare la capacità operativa del nuovo Ministero della transizione ecologica, anche consentendo allo stesso di razionalizzare il ricorso all’apporto di società in house, enti pubblici di ricerca ed altri enti pubblici operanti nel settore della transizione ecologica e rendendo il passaggio di competenze al MiTE in materia di energia l’occasione per procedere ad una unificazione e semplificazione dei procedimenti autorizzatori.

In relazione alle misure a regime (da includere in un disegno di legge delega da presentare in Parlamento entro il 31 dicembre 2021 e da attuare con decreti legislativi adottati entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge delega), viene sottolineato che l’attribuzione delle competenze in materia di energia in capo al MiTE dovrà condurre a una più netta integrazione tra i molti strumenti, già esistenti, di programmazione e pianificazione in materia ambientale e gli strumenti generali operanti nel settore energetico (a partire dal PNIEC). In prospettiva, il PNRR segnala anche la necessità di considerare l’impatto dei piani da adottare in attuazione dell’European Climate Law di prossima approvazione.

Numerosi interventi di accelerazione e semplificazione della procedura di VIA sono stati effettuati con gli articoli 50-51 del D.L. 76/2020 (c.d. semplificazioni), soprattutto tramite una riduzione dei termini previgenti e la creazione di una disciplina specifica per la valutazione ambientale, in sede statale, dei progetti necessari per l’attuazione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (art. 50), nonché tramite disposizioni finalizzate all’accelerazione e/o alla semplificazione delle procedure autorizzative ambientali e paesaggistiche, relative agli interventi sulle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie e idriche esistenti che ricadono nel campo di applicazione della VIA (art. 51).

Si ricorda che il D.L. 22/2021 ha istituito il Ministero della transizione ecologica, che ha sostituito il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare accorpando le funzioni di questo con quelle in materia di politica energetica e mineraria svolte dal Ministero dello sviluppo economico (artt. 2 e 3).

Gli articoli 17-28 del D.L. 77/2021 (c.d. semplificazioni 2) in corso di conversione, sono introdotte disposizioni che si propongono principalmente due grandi obiettivi:

§  integrare la disciplina prevista per la valutazione ambientale dei progetti del PNIEC al fine di ricomprendervi anche la valutazione dei progetti per l'attuazione del PNRR;

§  operare un intervento di semplificazione sulla disciplina della valutazione ambientale prevista dalla parte seconda del Codice dell'ambiente (D.Lgs. 152/2006).

Legge annuale per il mercato e la concorrenza

 

In relazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale, andranno innanzitutto introdotte norme finalizzate a rafforzare l’efficienza e il dinamismo concorrenziale nel settore della gestione dei rifiuti, nella prospettiva di colmare le attuali lacune impiantistiche. In materia di servizi pubblici locali, occorre promuovere un intervento di razionalizzazione normativa, anche con l’approvazione di un testo unico, che in primo luogo chiarisca il concetto di servizio pubblico e assicuri un ricorso più responsabile da parte delle amministrazioni al meccanismo dell’in house providing. In questa prospettiva, pur preservandosi la libertà sancita dal diritto europeo di ricorrere a tale strumento di auto-produzione, andranno introdotte specifiche norme finalizzate a imporre all’amministrazione una motivazione anticipata e rafforzata che dia conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato. Sarà inoltre previsto un principio generale di proporzionalità della durata dei contratti di servizio pubblico, compresi quelli affidati con la modalità dell’in house (legge annuale 2021 ovvero altro provvedimento da adottare entro il 2022).

 

 


Le due principali linee di investimento in materia di economia circolare riguardano la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti, nonché progetti “faro” di economia circolare.

Le risorse complessivamente destinate a tali interventi, pari a 2,1 miliardi di euro, sono destinate agli enti locali.

In particolare, poiché la dotazione impiantistica è soprattutto carente nel  Centro-Sud, le risorse sono focalizzate per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud e quindi l'obiettivo è anche quello di colmare i divari di gestione dei rifiuti relativi alla capacità impiantistica e agli standard qualitativi esistenti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, al fine di recuperare i ritardi nel raggiungere gli obiettivi di raccolta, riuso e recupero dei rifiuti previsti dalla normativa europea e nazionale.

Riguardo ai c.d. progetti integrati, il PNRR prevede 0,37 miliardi di euro destinati prevalentemente agli enti locali per iniziative che investono una molteplicità di settori (ambiente, energia, infrastrutture, ecc.).

 

Relativamente all’impatto su ragazzi e giovani, nel PNRR viene sottolineato che la creazione di posti di lavoro nei settori di sviluppo della missione potrà, in presenza delle competenze necessarie, accrescere l’occupazione giovanile.

 


6.8.3 Rigenerazione urbana


Per l’ambito rigenerazione urbana e housing sociale, le risorse sono presenti nella Missione 5. Si tratta, complessivamente, di € 9,02 miliardi

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in miliardi di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nella Missione 5, afferenti al settore Rigenerazione urbana e housing sociale:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5C2-I 2.1-11, 12)

3300 in prestiti, di cui:

§  400 nel 2022

§  500 nel 2023

§  800 nel 2024

§  900 nel 2025

§  700 nel 2026

L’intervento è gestito dal Ministero dell’interno ed è finalizzato a fornire ai Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti contributi per investimenti nella rigenerazione urbana, al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano oltre che del contesto sociale e ambientale.

L’investimento può riguardare diverse tipologie di azione, quali: manutenzione per il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree pubbliche e strutture edilizie pubbliche esistenti a fini di pubblico interesse, compresa la demolizione di opere abusive; miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto socio-ambientale, anche attraverso la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi sociali e culturali, educativi e didattici; interventi per la mobilità verde, sostenibile e intelligente.

Gli importi massimi per comune sono i seguenti:

-        5 milioni di euro per i comuni con popolazione compresa tra 15.000 e 49.999 abitanti;

-        10 milioni di euro per i comuni con popolazione compresa tra 50.000 e 100.000 abitanti;

20 milioni di euro per i comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti e per i comuni che sono capoluoghi di provincia o città metropolitane.

Entro il primo trimestre del 2022 è prevista la concessione di contributi ad almeno 300 comuni con più di 15 mila abitanti per investimenti in progetti di rigenerazione urbana volti a ridurre situazioni di marginalizzazione e degrado sociale, in linea con il dispositivo di ripresa e resilienza (RRF) e il principio "non arrecare un danno significativo" (DNSH).

Si segnala che nell’allegato alla decisione UE il primo trimestre del 2022 è indicato come traguardo per la notifica di tutti gli appalti pubblici aggiudicati relativi a investimenti nella rigenerazione urbana (e non come termine entro cui devono essere concessi i contributi ad almeno 300 comuni con popolazione superiore a 15 mila abitanti, come indicato nel PNRR trasmesso alla Commissione europea).

 

Le sovvenzioni sono concesse ai comuni di oltre 15 000 abitanti che non sono capoluoghi di provincia o città metropolitane.

 

Entro il secondo trimestre del 2026 devono essere completati almeno 300 interventi che riguardino un’area di almeno un 1 milione di mq da parte di comuni con meno di 15 mila abitanti.

 

Si ricorda che è in corso di esame presso la 13a Commissione del Senato (Territorio, ambiente, beni ambientali) un testo unificato, adottato come testo base nella seduta del 17 marzo 2021, di diversi disegni di legge recanti misure per la rigenerazione urbana.

Piani Urbani Integrati
(M5C2-I 2.2-13, 14)

2450 in prestiti

L'obiettivo di questa misura è quello di rigenerare, rivitalizzare e migliorare le grandi aree urbane degradate, con particolare attenzione alla creazione di nuovi servizi per la persona e la riqualificazione dell'accessibilità e delle infrastrutture intermodali allo scopo di trasformare territori metropolitani vulnerabili in città intelligenti e sostenibili.

L’intervento è gestito dal Ministero dell’interno ed è finalizzato a promuovere una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili nelle periferie delle Città metropolitane in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile.

Entro il quarto trimestre del 2022 è prevista l’entrata in vigore della disposizione normativa che disciplina il piano per i progetti di rigenerazione urbana nelle aree metropolitane.

 

Entro il secondo trimestre del 2026 tutte le 14 città metropolitane devono aver completato interventi di pianificazione integrata in almeno una delle tre dimensioni seguenti, con interventi che coprono un'area di almeno 3 milioni di metri quadrati:

§  manutenzio per il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di edifici pubblici esistenti;

§  miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale, anche mediante la ristrutturazione di edifici pubblici;

§  miglioramento della qualità ambientale e del profilo digitale delle aree urbane mediante il sostegno alle tecnologie digitali e alle tecnologie con minori emissioni di CO2.

Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura
(M5C2-I 2.2a-15, 16)

200 in prestiti

All’interno del progetto Piani Urbani Integrati è prevista per 200 milioni euro una specifica linea d’intervento riservata al recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo, in esecuzione del piano strategico contro il caporalato in agricoltura e la lotta al lavoro sommerso varato nel 2020.

Entro il primo trimestre del 2022 (traguardo) deve essere adottato il decreto ministeriale che definisce la mappatura degli insediamenti abusivi approvata dal "Tavolo di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura". Entro il medesimo termine deve esere adottato il decreto ministeriale per l'assegnazione delle risorse e per la definizione degli standard per le soluzioni alloggiative temporanee e a lungo termine.

 

Entro il primo trimestre del 2025 (obiettivo) devono essere completate le attività dei progetti su almeno il 90% delle aree individuate come insediamenti abusivi nei piani urbani.

 

Piani Urbani Integrati – Fondo di fondi della BEI
(M5C2-I 2.2b-17, 18)

270 in prestiti

Il Fondo tematico (Fondo di fondi) è destinato a sostenere l'intervento privato nelle iniziative di rigenerazione urbana e deve essere utilizzato per sostenere le transizioni verde e digitale delle aree urbane.

Esempi di progetti che saranno finanziati nell'ambito del Fondo Tematico per la rigenerazione urbana possono includere:

§  miglioramento della gestione dell'energia e dell'efficienza energetica;

§  aumento dell'uso di energia rinnovabile;

§  riconversione di edifici in disuso, compresi quelli residenziali, per nuovi usi sostenibili;

§  riconversione di aree industriali e degradate;

§  miglioramento della mobilità verde e sostenibile;

§  transizione verso il trasporto urbano elettrico, intelligente e sostenibile.

 

L’intervento è gestito dal Ministero dell’interno e prevede una specifica dotazione finanziaria in favore di un Fondo Tematico dedicato al settore della rigenerazione urbana, da costituire nell’ambito del Fondo di fondi gestito dalla BEI. Il Fondo tematico sarà dedicato a supportare, con prestiti a basso interesse, progetti di rigenerazione urbana a lungo termine come mezzo per favorire l'inclusione sociale e combattere varie forme di vulnerabilità, aggravate dall'emergenza della pandemia da Covid-19, in particolare attraverso l’attrazione di finanziamenti privati nei progetti di risanamento urbano, promuovendo l’uso di metodologie di design e pianificazione partecipative basate su un continuo dialogo pubblico-privato.

Entro il terzo trimestre del 2022 (traguardo) è approvata la strategia di investimento del Fondo da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF).

La strategia di investimento del Fondo deve definire almeno:

§  la natura e la portata degli investimenti sostenuti, che promuovono progetti sostenibili di rigenerazione urbana e di sviluppo e devono essere in linea con gli obiettivi del Fondo, anche in relazione al rispetto del principio "non arrecare un danno significativo";

§  i beneficiari interessati, che sono promotori privati di progetti finanziariamente autosostenibili per i quali il sostegno pubblico è giustificato da un fallimento del mercato o dal profilo di rischio;

§  i criteri di ammissibilità per i beneficiari di finanziamenti e la loro selezione mediante una gara aperta;

§  l'inclusione di una linea specifica per soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo e industriale;

§  e disposizioni per reinvestire potenziali rientri per gli stessi obiettivi strategici, anche oltre il 2026.

 

Entro il secondo trimestre del 2026 (obiettivo) devono essere approvati da parte del comitato per gli investimenti del Fondo (di cui fa parte il MEF) progetti per un importo pari ad almeno 545 milioni di euro e/o approvati da parte del comitato almeno 10 progetti urbani.

 

Totale Piani Urbani integrati

2920 in prestiti, di cui:

§  150 nel 2022

§  250 nel 2023

§  700 nel 2024

§  1020 nel 2025

§  800 nel 2026

 

Si segnala inoltre che, in aggiunta alle risorse sopra descritte, l’art. 1, comma 2, lettera l), del D.L. 59/2021 (Fondo complementare al PNRR), attualmente all’esame del Senato, destina, per gli anni dal 2021 al 2024, complessivi 210 milioni di euro al finanziamento di Piani urbani integrati.

 

 

Programma innovativo della qualità dell’abitare (M5C2-I 2.3-19, 20)

2800 in prestiti, distribuiti nel modo di seguito descritto.

Quanto alla prima linea di intervento:

§  100 nel 2022

§  200 nel 2023

§  300 nel 2024

§  300 nel 2025

§  500 nel 2026

Quanto alla seconda linea di intervento:

§  200 nel 2022

§  100 nel 2023

§  300 nel 2024

§  400 nel 2025

§  400 nel 2026

L’intervento è gestito dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ed è finalizzato alla realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica, per ridurre le difficoltà abitative, con particolare riferimento al patrimonio pubblico esistente, e alla riqualificazione delle aree degradate, puntando principalmente sull'innovazione verde e sulla sostenibilità.

L’investimento si articola in due linee di interventi, da realizzare senza consumo di nuovo suolo: riqualificazione e aumento dell'housing sociale, ristrutturazione e rigenerazione della qualità urbana, miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza, mitigazione della carenza abitativa e aumento della qualità ambientale migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici anche mediante interventi che hanno un impatto sull'addensamento urbano; utilizzo di modelli e strumenti innovativi per la gestione, l'inclusione e il benessere urbano nonché di processi partecipativi; interventi sull’edilizia residenziale pubblica.

 

Entro il primo trimestre del 2022 (traguardo) devono essere firmate le convenzioni per la riqualificazione e l'incremento dell'edilizia sociale da parte di almeno 15 regioni e province autonome (compresi comuni e/o città metropolitane situati in tali territori).

 

Entro il primo trimestre del 2026 (obiettivo) deve essere assicurato un sostegno a 10.000 unità abitative (in termini sia di costruzione che di riqualificazione), con interventi che coprano almeno 800.000 metri quadrati di spazi pubblici.

 

Si ricorda che la legge di bilancio 2020 (L. 160/2019) ha previsto l'adozione di un Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare, finalizzato alla riduzione del disagio abitativo con particolare riferimento alle periferie in un'ottica di sostenibilità e densificazione e senza consumo di nuovo suolo, mediante l'istituzione di un apposito fondo con una dotazione complessiva in termini di competenza e cassa pari a 853,81 milioni euro per gli anni 2020-2033 (art. 1, commi 437-444). Con il decreto interministeriale 16 settembre 2020  sono state pubblicate le procedure per la presentazione delle proposte, dei criteri per la valutazione e delle modalità di erogazione dei finanziamenti per l'attuazione del Programma. Nel mese di febbraio 2021, è stata, inoltre, presentata al Parlamento la prima Relazione annuale  che descrive lo stato di avanzamento del citato Programma.  

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di interventi per la rigenerazione urbana

--

Obiettivo della riforma è accelerare l’efficientamento energetico e la rigenerazione urbana, rimuovendo gli ostacoli burocratici all’utilizzo del Superbonus 110% (su cui si rinvia alla apposita scheda del presente dossier), la cui attuazione ha incontrato molti ostacoli connessi alla necessità di attestare la conformità edilizia particolarmente complessa per gli edifici risalenti.

 

Le misure necessarie saranno adottate con un decreto-legge, la cui approvazione era prevista entro maggio 2021 ma che non risulta ancora adottato.

 

Si ricorda che l'art. 5 del D.L. 32/2019 ha introdotto modifiche al D.P.R. 380/2001 (Testo unico in materia edilizia) volte a favorire la rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio edilizio e delle aree urbane degradate. Successivamente, ulteriori modifiche al testo unico dell’edilizia sono state dall’art. 10 del D.L. 76/2020 (cd. decreto semplificazioni). Il comma 1 reca una serie di modifiche al DPR. 380/2001 finalizzate a semplificare le procedure edilizie e assicurare il recupero e la qualificazione del patrimonio edilizio esistente e lo sviluppo di processi di rigenerazione urbana.

Semplificazione in materia di contratti pubblici

--

Obiettivo della riforma è la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e per il rilancio dell’attività edilizia. La semplificazione avrà ad oggetto non solo la fase di affidamento, ma anche quelle di pianificazione, programmazione e progettazione.

Con il decreto-legge n. 77/2021 (attualmente all’esame della Camera) è stata introdotta una normativa speciale sui contratti pubblici che rafforza le semplificazioni già varate con il decreto-legge n. 76/2020 prorogandone l’efficacia fino al 2023, con riferimento, tra le altre, alle seguenti misure: verifiche antimafia e protocolli di legalità, conferenza dei servizi veloce, limitazione della responsabilità per danno erariale, collegio consultivo tecnico in funzione della riduzione del contenzioso giurisdizionale, individuazione di un termine massimo per l’aggiudicazione dei contratti e individuazione di misure per il contenimento dei tempi di esecuzione del contratto.

Le misure a regime saranno poi introdotte con lo strumento della legge delega. La riforma, finalizzata a porre rimedio alle difficoltà attuative causate dalla complessità del vigente Codice dei contratti pubblici, sarà finalizzata a recepire le norme delle tre direttive UE (2014/23, 24 e 25), integrandole esclusivamente nelle parti che non siano self executing e ordinandole in una nuova disciplina più snella rispetto a quella vigente, che riduca al massimo le regole che vanno oltre quelle richieste dalla normativa europea.

I decreti legislativi saranno adottati nei nove mesi successivi all’approvazione della legge delega.

I più importanti principi e criteri direttivi della delega legislativa saranno i seguenti:

§  riduzione e razionalizzazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni;

§  recepimento delle direttive europee, integrate là dove non immediatamente esecutive;

§  previsione della disciplina applicabile ai contratti pubblici di importo inferiore alle soglie di rilevanza europea, nel rispetto dei principi di concorrenzialità e trasparenza;

§  piena apertura e contendibilità dei mercati;

§  previsione di specifiche tecniche relative alle gare da espletare;

§  riduzione degli oneri documentali ed economici a carico dei soggetti partecipanti alle procedure di evidenza pubblica;

§  individuazione espressa dei casi nei quali è possibile ricorrere alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara;

§  precisazione delle cause che giustificano la stipulazione di contratti segretati o che esigono particolari misure di sicurezza;

§  individuazione dei contratti esclusi dall’ambito di applicazione dei decreti legislativi e di discipline specifiche per particolari tipologie di contratti pubblici;

§  previsione di misure volte a garantire, tra l’altro, la sostenibilità energetica e ambientale nell’affidamento dei contratti pubblici;

§  regolazione espressa dei casi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere, ai fini dell’aggiudicazione, al solo criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d’asta;

§  realizzazione di una e-platform ai fini della valutazione della procurement capacity;

§  revisione della disciplina dell’appalto integrato, con riduzione dei divieti;

§  revisione della disciplina del subappalto (peraltro già effettuata con l’art. 49 del D.L. 77/2021);

§  tendenziale divieto di clausole di proroga e di rinnovo automatico nei contratti di concessione;

§  rafforzamento delle strutture pubbliche per il controllo sulle opere stradali e ferroviarie;

§  rafforzamento degli strumenti di risoluzione delle controversie alternativi alle azioni dinanzi al giudice.

 

La riforma legislativa a regime sarà poi introdotta con lo strumento della legge delega, il cui disegno di legge – per il quale la presentazione al Parlamento era inizialmente prevista entro il 2021 – è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 30 giugno 2021.

Saranno inoltre adottate in via amministrativa ulteriori misure urgenti. Non richiederanno un provvedimento legislativo le seguenti misure urgenti:

§  avvio dei lavori della Cabina di regia per il coordinamento della contrattualistica pubblica istituita presso la Presidenza del Consiglio in attuazione dell’art. 212 del Codice dei contratti pubblici;

§  riduzione del numero e qualificazione delle stazioni appaltanti;

§  potenziamento del database di tutti i contratti tenuto dall’Autorità nazionale anticorruzione (da compiere con atti organizzativi dell’Autorità);

§  semplificazione e digitalizzazione delle procedure dei centri di committenza ed interoperabilità dei relativi dati.

 

Si ricorda che con segnalazione del 23 marzo 2021 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha formulato proposte di riforma concorrenziale  ai fini del disegno di legge per la concorrenza 2021, ivi incluse proposte per la riforma e la semplificazione del Codice dei contratti pubblici. Tra queste l’AGCM segnala, in particolare, la necessità di adottare una strategia di breve periodo finalizzata alla gestione dei fondi del Next Generation EU e delle opere strategiche, attraverso la sospensione temporanea del Codice, ed una strategia di medio periodo finalizzata a una revisione complessiva del vigente Codice.

 

 


I soggetti destinatari, in prima battuta, delle risorse previste per gli investimenti afferenti al settore rigenerazione urbana e housing sociale sono gli enti territoriali (regioni, province autonome, città metropolitane e comuni) e, indirettamente, l’intera cittadinanza.

Quanto all’impatto sul Mezzogiorno, la priorità degli investimenti in materia di rigenerazione urbana è quella di ripartire tempestivamente le risorse tra le aree metropolitane garantendo una distribuzione delle risorse che tenga conto dei territori più vulnerabili e bisognosi di interventi di rigenerazione urbana. Pertanto, la distribuzione assicurerà che le risorse siano concentrate maggiormente nelle aree del sud del paese più bisognose di interventi incisivi di rigenerazione urbana.

Con riferimento alla priorità trasversale relativa ai giovani, il PNRR segnala che gli interventi di rigenerazione urbana, in quanto finalizzati al recupero del degrado sociale e ambientale, attraverso, in particolare, la realizzazione di nuove strutture di edilizia residenziale pubblica e la rifunzionalizzazione di aree e strutture edilizie pubbliche esistenti, assumono rilievo come strumento di supporto all'inclusione soprattutto giovanile.

Efficienza energetica.


6.8.4 Efficienza energetica

 


Le risorse per progetti di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici pubblici e privati sono allocate nella Missione 2, e, in particolare, nella Componente C3 Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici pubblici”. Si tratta, complessivamente, di 15,36 miliardi di euro, destinati, per circa il 91%, all’eco-bonus e al sisma-bonus (Investimento 2.1, per cui si rinvia all’apposita scheda), e, per la restante parte, alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici (scolastici e Uffici giudiziari) e allo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento.

Alla Componente C3 “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici pubblici” sono destinate ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare (D.L. n. 59/2021, art. 1, comma 2, lett. c), n. 10 e 13 e art. 1, comma 2, lett. m)), come risulta dalla tavola 1.1 del PNRR, per un ammontare complessivo di 6,56 miliardi di euro (di tale importo, 4,56 miliardi sono specificamente destinati al super-bonus), nonché ulteriori 320 milioni dal programma REACT dell’UE.

All’interno della Missione 2, oltre agli investimenti qui in esame, si segnalano gli Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (Investimento 2.2 della Componente 4, per cui sono stanziati 6 miliardi di euro (su tale progetto si rinvia alla scheda “Acque e territorio”), mentre, all’Interno della Missione 3, sono stanziate risorse, 270 milioni di euro, per gli Interventi per la sostenibilità ambientale dei porti -Green Ports (Investimento 1.1 della Componente 2. Su tale intervento, si rinvia alla scheda “Energia”).

 

Obiettivi trasversali: giovani, parità di genere e coesione territoriale

Gli interventi qui in esame contribuiscono complessivamente alla creazione di occupazione e creano le condizioni per una riduzione dei divari infrastrutturali territoriali, in particolare, si rimanda al Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica il quale si prefigge l’obiettivo di creare strutture moderne e sostenibili sull’intero territorio nazionale. I destinatari diretti delle misure qui in esame sono principalmente le pubbliche amministrazioni, per interventi infrastrutturali a vantaggio dei cittadini, nei settori dell’istruzione e dell’amministrazione della giustizia.

 


Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Piano di sostituzione di edifici scolastici e di riqualificazione energetica

(M2-C3-I.1.1)

800

(prestiti)

di cui:

2021:   70

2022:   70

2023:   70

2024:  210

2025:  210

2026:  170

 

Questa linea di investimento si concentra sulla progressiva sostituzione di parte del patrimonio edilizio scolastico obsoleto con l’obiettivo di creare strutture moderne e sostenibili per favorire:

i) la riduzione di consumi e di emissioni inquinanti,

ii) l’aumento della sicurezza sismica degli edifici e lo sviluppo delle aree verdi,

iii) la progettazione degli ambienti scolastici tramite il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti,

iv) lo sviluppo sostenibile del territorio e di servizi volti a valorizzare la comunità.

In particolare, il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410 mila mq, con conseguente beneficio su circa 58 mila studenti e una riduzione del consumo di energia finale di almeno 50 per cento (3,4 Ktep all’anno) che permetterà di raggiungere una riduzione delle emissioni annue di gas a effetto serra pari a circa 8.400 tCO2.

Il PNRR afferma che i dati forniti dall'Anagrafe Nazionale dell'Edilizia Scolastica presentano casi in cui gli interventi di adeguamento sismico o di miglioramento associati ad una consistente ristrutturazione finalizzata alla riduzione dei consumi energetici non sono tecnicamente ed economicamente convenienti. In questi casi, risulta necessario intervenire con piani di costruzione di nuovi edifici scolastici, in particolare per gli edifici situati in zone ad alto rischio sismico, al fine di garantire la disponibilità di ambienti di insegnamento e apprendimento sicuri e innovativi.

 

Non risulta indicato esattamente il relevant time period dell’intervento. Purtuttavia, gli allegati indicano che l’investimento prenderà avvio nel 2021 e si concluderà nel 2026.

Soggetto attuatore: Ministero dell’istruzione.

 

Si tratta di investimenti pubblici su edifici scolastici pubblici, è dunque esclusa la disciplina sugli aiuti di Stato.

 

Milestone:

Q1-2024: Aggiudicazione delle gare d'appalto per la sostituzione dei nuovi edifici scolastici ammissibili al finanziamento equivalente a una superficie totale di almeno 400.000 mq.

Q2-2026: Costruzione di almeno 400.000 metri quadrati di nuove scuole.

 

Il decreto legislativo 14 luglio 2020 n. 73 recepisce nell'ordinamento nazionale la Direttiva 2018/2002/UE sull'efficienza energetica (Energy Efficiency Directive - EED), Il decreto, in particolare estende al 2030 l'obbligo di realizzare interventi di efficientamento sugli immobili della P.A. tali da conseguire la riqualificazione energetica almeno il 3% annuo della superficie coperta utile climatizzata.

Le disposizioni sulle strategie di lungo termine per la riqualificazione del parco immobiliare pubblico e privato trovano collocazione nel D.Lgs. 10 giugno 2020, n. 48 di recepimento della Direttiva 2018/844/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia (cd. EPBD).

Si rinvia al tema dell’attività parlamentare “risparmio ed efficienza energetica

 

Efficientamento degli edifici giudiziari

(M2-C3-I.1.2)

426

(prestiti)

di cui

2021:   24,5

2022:   69,2

2023: 102,5

2024: 102,5

2025:   80,2

2026:   46,9

 

Si riporta l’importo di 426 milioni indicato negli allegati al PNRR anziché quello di 410 milioni riportato nel testo del PNRR.

Peraltro, si osserva che a pagina 377 degli allegati è riportato un ulteriore differente importo, pari a 411,379 milioni. (14,061)

La misura si pone l’obiettivo di intervenire su 48 edifici giudiziari entro la metà del 2026 efficientando 290.000 mq (con un risparmio pari a circa 2.500 tCO2 e 0,7 Ktep all’anno con conseguente riduzione delle emissioni di 2,4Kt CO2 l’anno).

L’intervento si focalizza, sull’efficientamento e sulla manutenzione di beni esistenti.

Il programma mira inoltre a:

i) garantire la sostenibilità economica, ambientale e sociale degli interventi attraverso l'utilizzo di materiali sostenibili e l'utilizzo di energia elettrica autoprodotta da fonti rinnovabili;

ii) adeguare le strutture, e ridurre la vulnerabilità sismica degli edifici;

iii) effettuare analisi di monitoraggio e misurazione dei consumi energetici finalizzate alla massimizzazione dell'efficienza e alla minimizzazione dei consumi e dell'impatto ambientale.

Relevant time period 1/03/2021-30/06/2026

Soggetti istituzionali gestori del programma: Ministero della Giustizia

Gli Allegati al PNRR danno indicazione specifica degli edifici che saranno coinvolti nel progetto.

Gli immobili sono collocati nelle seguenti città: Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Latina, Messina, Milano, Monza, Napoli, Palermo, Perugia, Reggio Calabria, Roma, Trani, Torino, Velletri

Venezia.

 

Si tratta di investimenti pubblici su edifici pubblici, è dunque esclusa la disciplina sugli aiuti di Stato.

 

Milestone:

Q4-2024:Aggiudicazione delle gare d'appalto per la costruzione e per la riqualificazione del patrimonio immobiliare dell’amministrazione della giustizia.

Q2-2026: Costruzione e riqualificazione del patrimonio immobiliare della amministrazione della giustizia per almeno 289. 000 mq.

 

Sviluppo di sistemi di teleriscaldamento

 (M2-C3-I.3.1)

200

(prestiti)

di cui:

2021:    0

2022:     0

2023:   40

2024:   60

2025:   60

2026:   40

 

Il target che si pone la misura di investimento è relativo allo sviluppo di 330 km di reti di teleriscaldamento efficiente e alla costruzione di impianti o connessioni per il recupero di calore di scarto per 360 MW, ipotizzando che il 65 per cento delle risorse sia allocato per le reti (costo 1,3 mln a km) e il 35 per cento circa a sia dedicato allo sviluppo di nuovi impianti (costo 0,65 mln a MW).

Il raggiungimento del target consentirebbe, a regime, di conseguire benefici di tipo energetico-ambientale pari a 20,0 Ktep annui di energia primaria fossile risparmiata e 0,04 MtCO2 di emissione di gas serra evitati nei settori non ETS ogni anno.

Il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima già prevede lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento, inquadrandolo nel contesto di costruzione di reti infrastrutturali energetiche utili a rafforzare la competitività economica nazionale e la qualità ambientale del territorio a livello locale.

 

Tra gli strumenti agevolativi attualmente attivi, il Fondo nazionale per l'efficienza energetica (art. 15 del D.Lgs. n. 102 /2014), che prevede una linea di intervento dedicata alla concessione di garanzie sugli investimenti per lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento.

Al fine di sostenere l'azione di investimento nel settore, sarà necessario promuovere una riforma normativa per assicurare il completamento del quadro normativo del servizio di teleriscaldamento, affidato dalla legge all'Arera, attraverso la definizione di adeguati standard di qualità e obblighi di servizio, nonché di norme che tutelino i diritti di informazione dei clienti finali e la libertà di scelta del fornitore.

Le risorse del PNRR saranno utilizzate per finanziare progetti che verranno selezionati tramite una gara per la costruzione di nuove reti o l'estensione di reti di teleriscaldamento esistenti, in termini di clienti forniti, compresi gli impianti di alimentazione di dette reti.

La gara prevede l'erogazione di un incentivo in conto capitale nel rispetto delle norme sugli aiuti di stato definite dal Regolamento UE n. 651/2014 (GBER).

Soggetti destinatari: Imprese, consorzi, appaltatore del servizio da parte dell’autorità locale interessata.

 

Milestone: la gara sarà pubblicata nel giugno 2022 (giugno 2023 l'eventuale successiva gara per l'utilizzo di risorse residue), con una finestra temporale di 4 mesi per la presentazione dei progetti. La graduatoria sarà pubblicata entro dicembre dello stesso anno di pubblicazione del bando.

 

Soggetto attuatore: MITE.

 

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione e accelerazione delle procedure per la realizzazione di interventi per l’efficientamento energetico  (M3-C3-R.1.1)

--

Al fine di traguardare la decarbonizzazione completa del settore civile prevista per il 2050, è necessario promuovere la rapida conversione energetica del parco immobiliare, favorendo le riqualificazioni profonde e la trasformazione in “edifici ad energia quasi zero” (nZEB), coerentemente con la strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale. 

La proposta si articola in quattro linee di intervento:

§  rendere operativo il Portale nazionale per l'efficienza energetica degli edifici

§  potenziare le attività del Piano d'informazione e formazione rivolte al settore civile

§  aggiornare e potenziare il Fondo nazionale per l'efficienza energetica

accelerare la fase realizzativa dei progetti finanziati dal programma PREPAC

Timeline: secondo trimestre-2022.

Per raggiungere tale scopo si ritiene importante affiancare a misure di carattere economico, quali gli incentivi concessi dal Superbonus o il finanziamento di programmi per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, anche misure volte a superare le barriere non economiche che riducono le scelte di investimento in interventi di riqualificazione energetica degli edifici o che rallentano l’esecuzione dei lavori. .


 

6.8.5 Superbonus 110%

 


Le risorse destinate al Superbonus sono allocate nella Componente 3 della Missione 2 (Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici). Si tratta, complessivamente, di 13,95 miliardi di euro volti a favorire l’utilizzo di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l’edilizia sociale, attraverso detrazioni fiscali per i costi sostenuti per gli interventi.

 

Si fa notare che per la materia Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici sono previste ulteriori risorse nazionali a carico del c.d. Fondo complementare, come risulta dalla tavola 1.1 del PNRR, per un ammontare complessivo di 6,56 miliardi di euro (di cui 4,56 specificamente destinati al Superbonus), nonché ulteriori 0,32 miliardi dal programma REACT dell’UE.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate all’investimento presente nella Missione 2, afferente al settore del Superbonus:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Investimenti in Ecobonus e Sismabonus fino al 110 per cento per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici (M2-C3-I.2.1)

13.950 (sovvenzioni)

 

Il Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del PNRR (decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59) finanzia gli interventi di proroga della detrazione 110%-Superbonus nella misura di:

§  910 milioni di euro per l’anno 2023;

§  829,9 milioni di euro per l’anno 2024;

§  1.439,9 milioni di euro

§  per l’anno 2025;

§  1.383,81 milioni di euro per l’anno 2026.

Per far fronte ai lunghi tempi di ammortamento delle ristrutturazioni degli edifici, per stimolare il settore edilizio, da anni in grave crisi, e per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni al 2030, si intende estendere la misura del Superbonus 110 per cento recentemente introdotta (articolo 119 del Decreto Rilancio) dal 2021 al 2023.Nell’Allegato alla decisione UE si prevede che entro il quarto trimestre del 2021 debbano essere pertanto emanati l’atto o gli atti giuridici volti a prorogare la disciplina del Superbonus.

Il sostegno è fornito in forma di detrazione fiscale pari al 110 per cento delle spese sostenute, usufruibili in un periodo di 5 anni e disponibili per chi intende effettuare ristrutturazioni energetiche e antisismiche degli edifici residenziali. La misura prevede inoltre l’introduzione di strumenti finanziari come la cessione del credito e il pagamento anticipato per agevolare gli ingenti investimenti iniziali.

L’investimento consente inoltre di stimolare le economie locali attraverso la creazione di posti di lavoro nella filiera dell’edilizia e della produzione di beni e servizi per le abitazioni con potenziale impatto sulle categorie deboli colpite dalla pandemia. La misura riguarda interventi effettuati su zone comuni, su unità immobiliari funzionalmente indipendenti e unità plurifamiliari con uno o più accessi indipendenti dall’esterno, nonché su singole unità immobiliari. Sono inclusi nella misura numerosi interventi, quali soluzioni per l’isolamento, infissi efficienti, sostituzione di sistemi di riscaldamento e condizionamento e installazione di impianti per la generazione di energia rinnovabile. L’ammissibilità degli interventi è condizionata ad un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, dimostrabile tramite il confronto con l’attestato di prestazione energetica (APE) prima e dopo l’intervento.

In particolare nel richiamato Allegato alla decisione UE si prevede che entro il secondo trimestre 2023 sia realizzato il completamento della ristrutturazione di edifici per:

i) almeno 12.000.000 di metri quadri che si traduce in risparmi di energia primaria di almeno il 40% e il miglioramento di almeno due classi energetiche nell'attestato

di prestazione energetica;

ii) ristrutturare almeno 1.400.000 metri quadri per scopi antisismici;

ed entro il quarto trimestre 2025 sia realizzato il completamento della ristrutturazione di edifici per:

i) almeno 32.000.000 di metri quadri che si traduce in risparmi di energia primaria di almeno il 40% e nel miglioramento di almeno due classi energetiche nell'attestato di prestazione energetica;

ii) ristrutturare almeno 3.800.000 metri quadri a fini antisismici.

 

Si segnala che l'articolo 1, comma 3, lettera a) del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 proroga per gli IACP il termine finale per avvalersi della misura per ulteriori sei mesi (fino alla data del 30 giugno 2023 rispetto al previgente 31 dicembre 2022).

La lettera b) stabilisce inoltre che per gli interventi effettuati dagli IACP comunque denominati nonché gli enti aventi le stesse finalità sociali, per i quali alla data del 30 giugno 2023 (rispetto al previgente 31 dicembre 2022) siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 (rispetto al previgente 30 giugno 2023). La disposizione prevede inoltre che per gli interventi effettuati dai condomini la detrazione del 110 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 (rispetto al termine generale previsto 30 giugno 2022) indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori .Il comma 5 stabilisce che gli eventuali minori oneri previsti anche in via prospettica rilevati dal monitoraggio degli effetti dell’agevolazione, rispetto alla previsione tendenziale, sono vincolati alla proroga del termine della fruizione della citata agevolazione.

L’articolo 33 del decreto legge n. 77 del 2021, attualmente all’esame parlamentare, riconosce la detrazione al 110 per cento anche per gli interventi volti alla eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi, eseguiti congiuntamente ad interventi antisismici. La norma estende, altresì, alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale la possibilità di avvalersi dell’agevolazione fiscale per gli interventi realizzati su immobili rientranti nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4 (ad esempio: ospedali, case di cura e conventi) e ne determina il limite di spesa per le singole unità immobiliari. La disposizione chiarisce che tali interventi possono fruire della detrazione a condizione che i soggetti beneficiari svolgano attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali e i cui membri del consiglio di amministrazione non percepiscano alcun compenso o indennità di carica.

L’articolo, inoltre, semplifica la disciplina per fruire del Superbonus stabilendo che attraverso una comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) è possibile attestare gli estremi del titolo abilitativo che ha previsto la costruzione dell’immobile o del provvedimento che ne ha consentito la legittimazione (rendendo non più necessaria l’attestazione dello stato legittimo).

 

 

 


All’investimento sopra indicato si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di interventi per la rigenerazione urbana

--

Obiettivo della riforma è accelerare gli interventi per l’efficienza energetica e la rigenerazione urbana, rimuovendo gli ostacoli burocratici all’utilizzo del Superbonus 110%, connessi principalmente alla necessità di attestare la conformità edilizia, risultata particolarmente complessa per gli edifici risalenti.

Le misure sono rimesse a un decreto-legge da approvare entro maggio 2021.

 

 

 


Gli interventi di questa Componente del PNRR si prefiggono di rafforzare gli interventi per l’efficienza energetica incrementando il livello di efficienza degli edifici, una delle leve più virtuose per la riduzione delle emissioni in un Paese come l’Italia, che soffre di un parco edifici con oltre il 60 per cento dello stock superiore a 45 anni, sia negli edifici pubblici (es. scuole, cittadelle giudiziarie), sia negli edifici privati, come già avviato dall’attuale misura Superbonus.

Nello specifico del Superbonus, come disciplinato dall’articolo 119 del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34, i soggetti destinatari delle risorse sono i condomini e le persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arte o professione; gli istituti autonomi case popolari (IACP); le cooperative di abitazione a proprietà indivisa; le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale iscritte nei registri nazionali e regionali; nonché le associazioni e società sportive dilettantistiche iscritte nell’apposito registro.

 

Nel testo del PNRR si segnala che l’estensione del Superbonus al 110% agli IACP ha un ruolo di contrasto alle diseguaglianze di genere posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del diverso ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali sono affidate a donne.


 

 

 


 

 

Divari territoriali

 


Le iniziative e i progetti della Missione 2 hanno un forte impatto sulla riduzione delle disuguaglianze territoriali. Nello specifico, le misure relative all’economia circolare e alla sostenibilità della filiera agroalimentare saranno uniformemente distribuite fra Nord e Sud. In maniera analoga, tutte le misure volte alla decarbonizzazione dei trasporti, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla riforestazione, alle bonifiche e alla difesa delle risorse idriche avranno una distribuzione equa sul territorio nazionale.

Alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come per esempio la depurazione delle acque e alcuni progetti di potenziamento dell’industria nazionale in settori strategici per la produzione di energie rinnovabili e di tecnologie per il trasporto sostenibile. Anche in corrispondenza alle raccomandazioni specifiche della Commissione Europea, gli investimenti e le riforme del Piano migliorano la gestione dei rifiuti al Sud e contribuiscono a ridurre la dispersione delle risorse idriche.

Inoltre, le riforme che accompagnano il Piano contribuiscono ad aumentare la capacità di spesa delle regioni del Mezzogiorno, consentendo un maggiore assorbimento delle risorse.

 


 

Divari di genere


Nella Missione 2 hanno un ruolo di contrasto alle diseguaglianze di genere soprattutto le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica, compresa l’estensione del superbonus al 110 per cento agli IACP, posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne.


 

Divari generazionali


L’impatto sui giovani, nell’ambito della Missione 2, si muove lungo due direzioni. Da un lato, per la maggiore coerenza delle politiche messe in atto dal Governo e dalle istituzioni europee con le preferenze dei ragazzi e dei giovani in cui è più forte la sensibilità per i temi legati all’ambiente. Dall’altro, la creazione di posti di lavoro nei settori di sviluppo della missione potrà, in presenza delle competenze necessarie, accrescere l’occupazione giovanile.


6.9 Energia


Nel PNRR, i progetti d’investimento in materia energetica sono enunciati nella Missione 2. In particolare, nella Componente C1Economia circolare e agricoltura sostenibile”, sono previsti investimenti sui parchi agrisolari (1,5 miliardi), nella Componente C2 " Energia rinnovabile, Idrogeno, Rete e Mobilità sostenibile” hanno sede la quasi totalità dei programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell'idrogeno, le reti e le infrastrutture di ricarica per la mobilità elettrica.

Questi programmi di investimento, nel prosieguo specificamente dettagliati, assorbono complessivamente 15,64 miliardi di euro (il 65,7% delle risorse RRF della Componente C2, destinata, per la parte residua, agli interventi per il trasporto locale sostenibile e ai bus elettrici, per i quali si rinvia alla scheda “Mobilità sostenibile e TPL”).

Nella Missione 3 Componente C2, si segnalano i progetti finalizzati all’utilizzo di energia rinnovabile nei porti (green ports, per cui sono stanziati 270 milioni di euro).

I progetti di investimento per la ricerca e sviluppo in materia di idrogeno e batterie saranno raccordati con gli IPCEI - Important Projects of Common European Interest i quali sono complessivamente sostenuti dal PNRR con 1,5 miliardi di euro, all’interno della Missione 4Istruzione e ricerca” componente C2 “Dalla ricerca all’Impresa”.

L’allegato alla decisione UE sul PNRR conferma nella sostanza l’articolazione dei progetti di investimento e di riforma prospettata nel PNRR presentato ad aprile. Si dà di seguito indicazione, in forma integrata e analitica dei singoli investimenti come risultanti dai citati documenti.

 

 

Obiettivi trasversali: giovani, parità di genere e coesione territoriale

 

Come evidenzia il PNRR, i progetti in materia di energie rinnovabili, reti di trasmissione e distribuzione, filiera dell’idrogeno contribuiscono complessivamente alla creazione di occupazione, in particolare giovanile.

In tale ambito, vengono comunque finanziati, con risorse ad hoc, progetti per le imprese start-up e venture capital attive nella transizione ecologica (M2- C2 - 5.4). Quanto alla coesione sociale e territoriale, in alcuni casi è indicato specificamente il riparto delle risorse con priorità per le aree del Sud, come per i progetti in materia di Rafforzamento smart grid (M2- C2 -2.1), di Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse (M2- C2 -3.1) e degli IPCEI Important Projects of Common European Interest (M4 - C2 – 2.1); mentre in altri casi, le finalità di coesione sociale trovano motivazione all’interno della descrizione dell’intervento, ovvero sono individuabili sulla base dell’ambito territoriale in cui si svilupperanno alcuni progetti: questo è il caso dei progetti in materia di Promozione delle fonti rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo (M2- C2 - 1.2), tra le cui finalità rientra quella di sostenere le piccole realtà territoriali a rischio di spopolamento e gli interventi sulla Interventi sulla resilienza climatica delle reti elettriche (M2- C2 -2.2), nonché i progetti in materia di fotovoltaico ed eolico (M2- C2 - 5.1), nonché il progetto sull’ utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate (M2- C2 -3.2) che vede coinvolta l’industria siderurgica italiana.


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Parco Agrisolare

(M2C1-I 2.2 - 4,5,6,9)

1.500

(sovvenzioni)

di cui:

2021: 225

2022: 225

2023: 725

2024: 225

2025:   75

2026:   25

Incentivare l'installazione di pannelli ad energia solare su di una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq senza consumo di suolo, per ottenere almeno 375.000 kW di capacità di generazione di energia solare installata, realizzando una riqualificazione delle strutture produttive delle aziende del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale interessate.

Gli investimenti oggetto di sostegno sono:

§  Ristrutturazioni efficienti dal punto di vista energetico: costruzione di un nuovo tetto isolato e rimozione e smaltimento del tetto esistente (anche qualora sia in amianto). Assegnati 750 milioni;

§  Sistemi di raffreddamento efficienti dal punto di vista energetico creazione di sistemi di ventilazione e/o raffreddamento automatizzati per i capannoni. Assegnati 525 milioni

§  installazione di pannelli solari, gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori. Assegnati 225 milioni

 

Relevant time period: 30/06/2021 - 30/06/2026.

L’attuazione richiede un’azione sinergica con gli enti territoriali.

Traguardi:

§  identificazione dei progetti beneficiari dell’intervento il cui valore corrisponde al 30% delle risorse assegnate all’investimento (T4-2022), al 50% (T4-2023), al 100% (T4-2024);

Obiettivo

§  almeno 375.000 kW di capacità di generazione di energia solare installata (T2 2026).

La misura comporta aiuti di Stato e necessita una previa notifica alla Commissione UE.

Sviluppo agro-voltaico

(M2C2-I 1.1-44,45)

1.099

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022: 108,4

2023: 211,5

2024: 338,7

2025: 330,3

2026: 110,1

Installazione di pannelli solari fotovoltaici in sistemi agro-voltaici di capacità pari a 1.040 MW per una produzione indicativa di almeno 1.300 GWh/anno, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2.

Concessione di sovvenzioni e prestiti a sostegno degli investimenti nella costruzione di sistemi agro-voltaici e nell'installazione di strumenti di misurazione per monitorare l'attività agricola sottostante, al fine di valutare il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture.

La misura prevede:

§  l'implementazione di sistemi ibridi agricoltura-produzione di energia senza compromissione dei terreni dedicati all'agricoltura, anche valorizzando i bacini idrici con soluzioni galleggianti;

§  il monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia, con la raccolta dei dati sia sugli impianti fotovoltaici sia su produzione e attività agricola sottostante.

A tale fine, saranno concessi:

§  contributi a fondo perduto fino a 764 milioni di euro. Relevant time period: dal 01/07/2022 al 31/03/2026

§  prestiti agevolati fino a 336 milioni. In alternativa al finanziamento, per i primi anni di funzionamento (ad es. i primi 6 anni), si prevede la concessione di una forma di incentivo sull'energia prodotta, per ridurre il rischio di mercato, bilanciato da una riduzione del contributo iniziale. Sarà promosso anche l'abbinamento del finanziamento a forme di PPA (power purchase agreement) con i grandi consumatori di energia.

 

Si rinvia all’allegato alla decisione UE (p. 286) sul PNRR.

 

I costi di approvvigionamento energetico, ad oggi stimati pari a oltre il 20 per cento dei costi variabili delle aziende e con punte ancora più elevate per alcuni settori erbivori e granivori (30 per cento), verrebbero ridotti.

L’investimento sarà attuato dal Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), in stretto coordinamento con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MiPAAF), attraverso procedure aperte.

 

I destinatari sono: le imprese e le organizzazioni (cooperative, consorzi, ecc.) che intendono realizzare impianti fotovoltaici a carattere sperimentale, anche in collaborazione con associazioni, enti pubblici e di ricerca. Inoltre, per questi interventi, si stimano 7.700 dipendenti temporanei e 300 permanenti all'anno in termini di unità di lavoro annuali (ULA).

 

Il regime di aiuti sarà definito in linea con gli orientamenti in materia di aiuti di Stato per l’energia e ambiente (State Aid Guidelines for Environmental Protection and Energy - EEAG) e sottoposto alle autorità competenti dell'UE.

 

Traguardi:

§  notifica dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per l'installazione di pannelli solari fotovoltaici e strumenti di misurazione in sistemi agro-voltaici (T4-2024)

 

Obiettivo

§  raggiungimento della capacità di 1,04 GW per una produzione indicativa annua di almeno 1300 GWh per anno (Q2-2026).

 

Il D.L. n. 76/2020 (art. 56, co. 8-bis) e il D.L. n. 77/2021 (art. 31, co. 5) hanno introdotto talune attenuazioni al divieto di accesso agli incentivi statali per gli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole.

 

Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo

(M2C2- I 1.2-46,47)

2.200

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 250

2024: 800

2025: 900

2026: 250

 

Sostegno alle comunità energetiche in comuni con meno di 5000 abitanti allo scopo di consentire l'installazione di almeno 2 000 MW da fonti rinnovabili, per una produzione indicativa di 2 500 GWh/anno.

Questa misura non deve sostenere attività legate all'idrogeno che comportino emissioni di gas a effetto serra superiori a 3 t CO2eq/t H2.

 

Si prevede un finanziamento a tasso zero fino al 100% dei costi ammissibili e della durata massima di 10 anni per la realizzazione di impianti di produzione di FER, anche accoppiati a sistemi di accumulo di energia, facilitando così la realizzazione di configurazioni di autoconsumo collettivo e di comunità di energia rinnovabile. In tutti i casi, ci sarà il vincolo di entrata in funzione dell'impianto non oltre il 2026.

Il beneficio non è cumulabile con gli incentivi di cui al D.M. FER 1 (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 4 luglio 2019). Il decreto attuativo disciplinerà la cumulabilità con altri benefici.

Relevant time period: 1/01/2023 - 31/12/2025

L’investimento, diretto per 1.600 milioni alle comunità di energia rinnovabile e per 600 milioni per l’autoconsumo, permetterà di ampliare la sperimentazione già avviata con l'articolo 42-bis del D.L. n. 162/2019 (cd. D.L. "Milleproroghe") e dal decreto del Ministero dello Sviluppo economico del 16 settembre 2020 e da varie regioni ad una dimensione molto più significativa.

 

I destinatari della misura sono le Pubbliche Amministrazioni, le famiglie e le micro imprese nei Comuni con meno di 5.000 abitanti, sostenendo così l'economia dei piccoli Comuni, spesso a rischio di spopolamento. Le attività di produzione e scambio di energia non devono rappresentare in nessun caso l'attività professionale o commerciale abituale o prevalente dei beneficiari.

Il sostegno, pertanto, non costituisce aiuto di Stato.

Per la realizzazione degli interventi, si stima l’impiego di 13.300 dipendenti temporanei e 1.100 permanenti all'anno.

 

Traguardi:

T4 2025 Firma dei contratti per la concessione di prestiti per la realizzazione degli interventi a beneficio delle comunità energetiche

 

Obiettivo:

T2 2026 raggiungimento di una produzione indicativa di 2.500 GWh/anno

Promozione impianti innovativi (incluso off-shore)

(M2C2-I 1.3-1,2)

675

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 100

2024: 200

2025: 200

2026: 175

 

Sviluppo di infrastrutture off-shore. Realizzare impianti con una capacità totale installata di 200 MW da FER, in particolare:

a)   da eolico e fotovoltaico galleggiante, insieme a sistemi di stoccaggio di energia (100 MW);

b)   da eolico e fotovoltaico galleggiante, insieme a impianti di energia del moto ondoso e altre configurazioni ad alta efficienza, integrate con sistemi di stoccaggio dell'energia (100 MW).

La realizzazione degli interventi consentirebbe di produrre circa 490 GWh anno con una riduzione di emissioni di gas climalteranti intorno alle 286.000 tonnellate di CO2.

Si utilizzeranno gli accordi per l'innovazione per le fasi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale; i contratti di sviluppo finalizzati a investimenti di alto valore strategico e innovativo e per un importo non inferiore a 20 milioni di euro; gli accordi di sviluppo. Strumenti già adottati e considerati ammissibili in sede UE.

Relevant time period: 1/07/2022 - 30/06/2026.

La misura sarà attuata dal MITE in tre fasi, di cui una sola indicata precisamente nella tempistica:

§  individuazione delle aree potenzialmente idonee, con il sostegno di enti di ricerca specializzati:

§  3Q-2023 sulla base dei risultati, pubblicazione degli avvisi pubblici per le “manifestazioni di interesse”, rivolti a imprese e organizzazioni che promuovono l'innovazione tecnologica, anche in coordinamento con enti pubblici. Valutazione e selezione dei progetti, sulla base di parametri oggettivi;

§  realizzazione dei progetti, a seguito dell'eventuale definizione di accordi di programma/sviluppo con tutte le istituzioni coinvolte, le attività di erogazione dei finanziamenti e la definizione di un set di indicatori tecnici di monitoraggio delle performance dei sistemi finanziati

 

I soggetti destinatari: Autorità pubbliche regionali e locali, autorità portuali, imprese e operatori economici di medio-grandi dimensioni, in grado di sostenere progetti con una forte componente di innovazione.

Sviluppo biometano

(M2C2- I 1.4-3,4,5)

1.923,4

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022: 164

2023: 174

2024: 550

2025: 653

2026: 382

 

L’obiettivo è incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi metri cubi; ridurre le emissioni di gas serra per 13,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (in particolare metano e protossido di azoto) e di ammoniaca dall'agricoltura; creare circa 90 mila posti di lavoro.

Gli interventi mirano a:

§  supportare la realizzazione di nuovi impianti;

§  riconvertire e potenziare l’efficienza degli impianti biogas agricoli esistenti;

§  promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas.

Ai tre obiettivi sono destinati 1.908,4 milioni (vedi il riparto per anno). Relevant time period dal 1/01/2022 al 30/06/2026,

§  sostituzione di almeno 300 trattori agricoli con trattori meccanici alimentati esclusivamente a biometano e dotati di attrezzi agricoli di precisione (15 milioni di euro per n. 300 trattori entro il 2026) (60 veicoli all'anno dal 2022, vedi il riparto per anno). Relevant time period dal 1/02/2022 al 30/06/2026.

Il biometano deve essere conforme ai criteri stabiliti dalla direttiva (UE) 2018/2001 (direttiva RED II) per rispettare il principio "non arrecare un danno significativo". I produttori di biocarburanti e biometano gassosi e di biocarburanti devono fornire certificati (prove di sostenibilità) rilasciati da valutatori indipendenti, come disposto dalla direttiva RED II. Gli operatori devono acquistare certificati di garanzia di origine commisurati all'uso previsto.

 

 

Destinatari: Comuni, operatori del sistema di distribuzione (DSOs), produttori di energia a biogas, agricoltori e diversi settori industriali. In particolare, il progetto si concentrerà sui settori dei trasporti e dell'agricoltura e valorizzerà i settori industriale e agricolo (come quello zootecnico e caseario), entrambe eccellenza del "Made in Italy".

 

 

Obiettivo:

T2 2026: 300 nuovi trattori agricoli a biometano

T4 2023-T2 2026: produzione supplementare di biometano

Rafforzamento smart grid

(M2C2- I 2.1 -8,9,10,11)

3.610

(prestiti)

di cui:

2021:        0

2022:    217

2023:    386

2024:    895

2025: 1.093

2026: 1.019

 

L'obiettivo è digitalizzare le infrastrutture di rete, per abilitare e accogliere l'aumento di produzione da fonti rinnovabili. Due le linee progettuali:

§  incrementare la capacità di rete di ospitare ed integrare ulteriore generazione distribuita da FER per 4.000 MW, anche tramite interventi di smart grid su 115 sottostazioni primarie (negli allegati sono indicate 75 Smart Primary Substations).

§  aumentare capacità e potenza a disposizione delle utenze per favorire l’elettrificazione dei consumi energetici di almeno 1,5 milioni di abitanti (es. mobilità elettrica, riscaldamento con pompe di calore).

 

Relevant time period 10/01/2021 - 30/08/2026

Gli interventi saranno attuati per circa il 40% nelle regioni del Sud Italia (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) e contribuiranno ad aumentare la coesione sociale ed economica del Paese.

Destinatari della misura: Operatori del sistema di distribuzione - DSO system operator). La misura, a regime, avrà un impatto su circa 1.875.000 utenti.

 

Traguardo:

T4 2022 Notifica dell'aggiudicazione di (tutti gli) appalti pubblici per l'aumento della capacità di rete per la distribuzione di energia rinnovabile e l'elettrificazione dei consumi energetici

 

 

Obiettivo:

T4 2024 Aumento di almeno 1.000 MW della capacità di rete per la distribuzione di energia rinnovabile

T2 2026 Aumento di almeno 4.000 MW della capacità di rete per la distribuzione di energia rinnovabile

T2 2026 Elettrificazione dei consumi energetici di almeno 1,5 milioni di abitanti

Interventi su resilienza climatica delle reti elettriche

(M2C2-I. 2.2 – 12,13)

500

(prestiti)

di cui:

2021:      0

2022:   55

2023:   58

2024: 142

2025: 135

2026: 110

 

 

L'obiettivo è di potenziare la resilienza di 4.000 km della rete elettrica agli eventi atmosferici estremi e ridurre il rischio di interruzione prolungata della fornitura di elettricità, con un aumento della capacità per 6 GW.

Si tratta di investimenti in infrastrutture elettriche effettuati esclusivamente dall’Operatore del Sistema di trasmissione (TSO -Transmission System Operator) e dai DSO, che operano in regime di monopolio naturale e legale.

 

Relevant time period 6/01/2022 - 30/08/2026.

L’articolazione dell'intervento avverrebbe per aree territoriali e per fattore di rischio delle reti. La valutazione dei progetti prevede il coinvolgimento di ARERA.

Analisi tecnico economica e attuazione da parte del MITE.

È esclusa la presenza di aiuti di Stato.

 

Traguardo:

T4 2022 Aggiudicazione dei progetti per migliorare la resilienza di almeno 4 000 km di rete del sistema elettrico al fine di ridurre la frequenza e la durata delle interruzioni della fornitura dovute a condizioni meteorologiche estreme.

 

Obiettivo:

T2 2026 Miglioramento della resilienza di almeno 4 000 km di rete del sistema elettrico al fine di ridurre la frequenza e la durata delle interruzioni della fornitura dovute a condizioni meteorologiche estreme

Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse (hydrogen valleys)

 

(M2C2- I 3.1-48, 49)

500  

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   65

2024: 134

2025: 134

2026: 167

 

Promuovere la produzione locale e l'uso di idrogeno nell'industria e nel trasporto locale, con la creazione delle cosiddette hydrogen valleys, aree industriali con economia in parte basata su idrogeno.

Questa misura deve sostenere la produzione di idrogeno elettrolitico a partire da fonti di energia rinnovabile ai sensi della direttiva (UE) 2018/2001 o dall'energia elettrica di rete. Sarà finanziata la produzione di idrogeno verde che comporta meno di 3 t CO2eq/t H2 onde conseguire il miglior risultato in termini di decarbonizzazione.

L'obiettivo dell'investimento è quindi la realizzazione di almeno 10 progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse con capacità media di almeno 1-5 MW ciascuno.

Sono previsti due progetti, di cui

§  uno di 400 milioni di euro, relevant time period dal 1/01/2022 al 1/01/2026

§  100 milioni di euro, relevant time period 2/01/2022 al 1/01/2026.

Per contenere i costi verranno utilizzate aree dismesse già collegate alla rete elettrica, è prevista quindi in primis una mappatura delle aree in questione, per installare in una prima fase elettrolizzatori per la produzione di idrogeno mediante sovra-generazione FER o produzione FER dedicata nell'area. Sarà data priorità alle aree collocate nel sud del Paese (almeno il 50% dei progetti).

I soggetti attuatori sono MITE e MISE  e gli enti territoriali.

Gli strumenti utilizzabili sono gli accordi per l’innovazione (per le fasi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale), i contratti di sviluppo (per investimenti strategici ed innovativi di rilevante dimensione: almeno 20 milioni di euro) e gli accordi di sviluppo (per grandi programmi: almeno 50 milioni di euro).

Si fa rientrare la misura di aiuto nell'art. 41 del GBER Reg. n. 651/2014/UE che esenta dall’obbligo di notifica preventiva, alle condizioni ivi previste, gli aiuti agli investimenti per la promozione dell'energia da FER.

 

I principali beneficiari della misura saranno i promotori di progetti di produzione di idrogeno, sviluppatori di progetti di infrastrutture, amministrazioni locali, comunità energetiche e i relativi investitori.

Traguardo:

T1 2023 Notifica dell'aggiudicazione di (tutti gli) appalti pubblici per la produzione di idrogeno in aree industriali dismesse.

 

Obiettivo:

T2 2026 Completamento di almeno 10 progetti di produzione di idrogeno in aree industriali dismesse con capacità media di almeno 1-5 MW ciascuno.

Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate

(M2C2- I 3.2 – 50,51)

2.000

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 250

2024: 450

2025: 650

2026: 650

 

Progressiva decarbonizzazione dei settori industriali “hard-to-abate.

I progetti saranno coordinati con altri progetti a livello europeo (IPCEI idrogeno) a cui l'Italia intende partecipare con altri Stati membri, con i quali si sono già tenute riunioni di coordinamento (Francia e Germania).

Questa misura deve sostenere la produzione di idrogeno elettrolitico a partire da fonti di energia rinnovabile ai sensi della direttiva (UE) 2018/2001 RED II o dall'energia elettrica di rete.

 

Per le industrie hard-to-abate (escluse quelle siderurgiche) il progetto mira a promuovere la transizione dal metano all'idrogeno verde attraverso la pubblicazione di bandi di gara per la realizzazione di progetti di trasformazione sostenibili e innovativi del ciclo produttivo.

 

L’acciaio è uno dei settori hard-to-abate’ dove l’idrogeno può assumere un ruolo rilevante in prospettiva di progressiva decarbonizzazione.

Per l'industria siderurgica, nella prima fase, verrebbe utilizzato il metano in cui miscelare gradualmente volumi di idrogeno a basso contenuto di carbonio e successivamente verde.

L’Italia uno dei più grandi produttori di acciaio, secondo solo alla Germania a in Europa. Un ciclo dell'acciaio basato sulla produzione di DRI (Ferro Ridotto Diretto) con metano e fusione in un forno elettrico genera circa il 30 per cento in meno di emissioni di CO2 rispetto al ciclo integrale, e il successivo sviluppo con idrogeno verde aumenta l’abbattimento delle emissioni al circa 90 per cento.

 

Sono contemplati 2 progetti, uno il cui budget è di 1,6 miliardi di euro e l’altro di 400 milioni di euro, il cui periodo (relevant period) è dal 1/01/2022 al 1/01/2026.

La produzione attuale di idrogeno nelle raffinerie è di circa 0,5 Mton H2 /anno (una penetrazione di ~1% sugli usi finali), rappresentando quindi uno dei settori più promettenti per iniziare a utilizzare l'idrogeno verde e sviluppare il mercato.

Verrà lanciata una gara generale per i settori industriali che utilizzano il metano come fonte di energia termica (cemento, cartiere, ceramica, industrie del vetro, ecc.) per sostenere la ricerca, sviluppo e innovazione (R&S&I) nei processi industriali e per finanziare progetti pilota e lo scale up industriale dei progetti.

Sarà lanciata una gara d'appalto specifica per sostenere la R&S&I per il processo di produzione dell'acciaio attraverso un aumento dell'uso dell'idrogeno. Si deve tener conto della specificità dell'industria siderurgica italiana.

La transizione verso siderurgia a idrogeno sarà graduale e distribuita nel tempo:

1) impianto pilota alimentato a idrogeno;

2) forno elettrico per la fusione del pre-ridotto;

3) forno di riscaldo per i successivi trattamenti di laminazione.

 

Traguardo

T1 2023 Firma dell'accordo con i titolari dei progetti selezionati per promuovere la transizione dal metano all'idrogeno verde. I progetti devono essere dedicati in parte al processo di ricerca, sviluppo e innovazione per un prototipo industriale che usi l'idrogeno e in parte alla realizzazione e al collaudo del prototipo.

Obiettivo:

T2 2026 Introduzione dell'idrogeno in almeno uno stabilimento industriale per decarbonizzare settori hard-to-abate. Almeno 400 000 000 EUR devono essere destinati a sostenere sviluppi industriali che consentano di sostituire il 90 % dell'uso di metano e combustibili fossili in un processo industriale con idrogeno elettrolitico prodotto a partire da fonti di energia rinnovabile ai sensi della direttiva (UE) 2018/2001 o dall'energia elettrica di rete.

 

I soggetti attuatori sono MITE e MISE. Gli strumenti adeguati (most suitable tools) sono gli accordi per l’innovazione per la fase di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, i contratti di sviluppo e gli accordi di sviluppo, strumenti comunemente utilizzati dal MISE e già verificati in linea con le norme sugli aiuti di Stato. Al riguardo, viene spiegata la disciplina applicabile.

Destinatari: Industrie hard-to-abate (acciaio, vetro, cemento, carta ceramica) e Istituti di ricerca.

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale

(M2C2- I 3.3 -14,15 )

230  

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   70

2024:   60

2025:   60

2026:   40

 

Promuovere la creazione di circa 40 stazioni di rifornimento a idrogeno in aree di servizio autostradali, magazzini logistici e porti conformemente ai requisiti della direttiva 2014/94/UE sull'infrastruttura per i combustibili alternativi (cd. DAFI).

La priorità è alle aree strategiche per i trasporti stradali pesanti, sui percorsi tipici dei camion a lungo raggio. Il progetto di una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno sarà una parte essenziale per sviluppare la penetrazione e la crescita dell'uso dei camion a idrogeno nel mercato italiano ed europeo.

L’intervento sarà coordinato con altri progetti a livello europeo, finalizzati a permettere la realizzazione di un corridoio dell’idrogeno.

Relevant time period dal 1/01/2022 al 1/01/2026.

La collaborazione con gli altri Istituti di ricerca sarà promossa tramite l’investimento 3.5 “Ricerca e sviluppo sull’idrogeno”.

Quanto alla compatibilità con la disciplina in materia di aiuti di Stato, viene richiamato l’art. 36 e 56 del Regolamento di esenzione – GBER (Reg. 651/2014/UE).

 

Attuatori MITE e MIMS.

 

Destinatari dell’intervento: imprese della logistica, titolari del servizio di distribuzione di carburante nelle autostrade.

 

Traguardo:

T1 2023 Notifica dell'aggiudicazione di (tutti gli) appalti pubblici per lo sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno

 

Obiettivo

T2 2026 : Sviluppo di almeno 40 stazioni di rifornimento a base di idrogeno per veicoli leggeri e pesanti in linea con la direttiva 2014/94/UE.

 

Sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto ferroviario

(M2C2- I 3.4 – 16,17)

300

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   95

2024:   95

2025:   75

2026:   35

Realizzare almeno 10 stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie, non elettrificate in regioni caratterizzate da elevato traffico in termini di passeggeri con un forte utilizzo di treni a diesel.

Le stazioni saranno realizzate in prossimità di siti di produzione di idrogeno verde e/o di stazioni autostradali di rifornimento a idrogeno. Il progetto deve includere un sostegno ad attività di ricerca e sviluppo dedicate all'idrogeno nel trasporto ferroviario, a partire da nuovi elettrolizzatori ad alta pressione (grado di maturità tecnologica 5-7) e sistemi di stoccaggio ad alta capacità con possibilità di utilizzo di idruri metallici o liquidi (grado di maturità tecnologica 3-5).

 

Sono contemplati 2 progetti, uno il cui budget è di 240 milioni di euro e l’altro di 60 milioni di euro.

Relevant time period dal 1/01/2022 al 1/01/2026.

Ministeri attuatori MITE e MIMS.

Per alcuni progetti, sono già stati condotti studi di fattibilità o pre-fattibilità.

Una “call for proposal” sarà emessa dal MIMS insieme al MITE per valutare, attraverso un'analisi costi-benefici, le migliori iniziative.

Per quanto riguarda le regole sugli aiuti di Stato, si richiama il regolamento GBER n.651/2014 (art. 36, 37 e 56) e gli Orientamenti 2008/C 184/07 Linee guida sugli aiuti di Stato alle imprese ferroviarie, applicabili.

Destinatari: Società Ferroviarie e Amministrazioni locali che agiscono come promotori di progetti di sistemi di trasporto pubblico locale con installazioni strutturali, i cittadini.

 

Traguardo

T1 2023 Assegnazione di risorse, secondo le procedure e i criteri stabiliti, per realizzare nove stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie

 

Obiettivo

T2 2026 Realizzazione di almeno 10 stazioni di rifornimento a base di idrogeno per i treni lungo sei linee ferroviarie,

da individuare mediante procedure pubbliche definite dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) e dal Ministero della Transizione ecologica (MiTE).

 

Ricerca e sviluppo sull’idrogeno

(M2C2- I 3.5- 18, 19)

160

(sovvenzioni)

Sviluppo di quattro principali filoni di ricerca:

i) produzione di idrogeno verde e pulito;

ii) sviluppo di tecnologie per stoccaggio e trasporto idrogeno e per trasformazione in altri derivati e combustibili verdi;

iii) sviluppo di celle a combustibile per applicazioni stazionarie e di mobilità;

iv) sistemi intelligenti di gestione integrata per il miglioramento della resilienza delle attuali infrastrutture in caso di maggiore diffusione dell’idrogeno.

Questa misura deve sostenere la produzione di idrogeno elettrolitico a partire da fonti di energia rinnovabile ai sensi della direttiva (UE) 2018/2001 o dall'energia elettrica di rete, oppure attività legate all'idrogeno che soddisfino il requisito di riduzione delle emissioni di gas serra in linea con l'approccio stabilito dall'articolo 25, paragrafo 2, e dall'allegato V della direttiva (UE) 2018/2001.

Relevant time period dal 01/01/2022 01/01/2026.

Il progetto sulla ricerca e sviluppo dell'Idrogeno sarà raccordato con quelli previsti dalla componente C2 della Missione M4 IPCEI. Gli ambiti degli IPCEI sono batterie ed idrogeno (v. allegati al PNRR).

Nell’ambito dell’investimento in esame, vi sarà una collaborazione tra gli Istituti di ricerca europei.

 

Traguardo:

2Q 2022: Notifica dell'aggiudicazione di contratti di ricerca e sviluppo volti a migliorare le conoscenze circa l'uso dell'idrogeno come vettore nelle fasi di produzione, stoccaggio e distribuzione.

 

Obiettivo

Q2 2026: Svolgimento di almeno quattro progetti di ricerca e sviluppo (uno per ogni filone elencato di seguito) e ottenimento di un certificato di collaudo o pubblicazione.

 

Gli aiuti alla R&S sono compatibili con il mercato interno ex art. 107, par. 3 TFUE e sono esenti dall'obbligo di notifica di articolo 108, par. 3, TFUE.

Sviluppo infrastrutture di ricarica elettrica

(M2C4-I 4.3 – 27, 28, 29-bis, 30, 30-bis)

741,43

(sovvenzioni)

di cui:

2021:     0

2022:     0

2023: 400

2024: 150

2025:   141,3

2026:   50

 

 

 

L’intervento è finalizzato allo sviluppo di :

·       7.500 punti di ricarica rapida in autostrada

·       13.755 in centri urbani

·       100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia.

All'investimento si accompagnano le riforme dei prezzi della ricarica elettrica e delle relative concessioni elencate nella componente di riforma del contesto imprenditoriale.

 

 

Il PNIEC italiano prevede al 2030 un parco circolante di circa 6 milioni di veicoli elettrici per i quali si stima siano necessari 31.500 punti di ricarica rapida pubblici.

Il PNRR afferma che l’obiettivo complessivo dell'Italia, necessario a coprire il fabbisogno energetico richiesto dai veicoli elettrici, è di oltre 3,4 milioni di infrastrutture di ricarica al 2030, di cui 32.000 pubblici, veloci e ultraveloci.

 

Nell’ambito del programma bandiera dell’UE (Flagship programme) Recharge and refuel la Commissione stima che sia necessario dare un forte impulso alla mobilità sostenibile, costruendo al 2030 tre milioni di punti di ricarica per auto elettriche e 1.000 stazioni di rifornimento a idrogeno. L’obiettivo assegnato a NGEU è di consentire di realizzare metà di tale incremento entro il 2025.

 

Relevant time period

1/06/2021 al 31/12/2025

L’articolo 57 del D.L. n. 76/2020 Semplificazioni” definisce e disciplina la realizzazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.

A partire dai primi mesi del 2023, le risorse inizieranno ad essere assegnate e trasferite secondo una logica di avanzamento lavori. L'approccio della proposta prevede un contributo sul costo di costruzione e non superiore al 40%-70%.

I dettagli del diverso contributo finanziario (% del costo totale), per le diverse configurazioni, sono così forniti:

Stazioni di ricarica sulle autostrade: 40%

Stazioni di ricarica nelle aree dei centri urbani: 40%

Stazioni di ricarica collegate a depositi: 40%.

 

Traguardi:

T2-2023: Notifica dell'aggiudicazione di (tutti gli) appalti pubblici per la costruzione di 2.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in autostrada e almeno 4.000 in zone urbane (tutti i comuni). Il progetto può includere anche stazioni di ricarica pilota con stoccaggio di energia.

T4-2024

Aggiudicazione degli appalti per costruire 5.000 stazioni di ricarica rapida lungo le autostrade e almeno 9.755 in zone urbane (tutti i comuni). Il progetto può includere anche stazioni di ricarica pilota con stoccaggio di energia.

 

 

T2-2024

Entrata in funzione di almeno 2.500 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in autostrada da almeno 175 kW.

Entrata in funzione di almeno 4.000 stazioni di ricarica rapida per veicoli elettrici in zone urbane (tutti i comuni) da almeno 90 kW. Il progetto può includere anche stazioni di ricarica pilota con stoccaggio di energia.

T4-2025 entrata in funzione di almeno 7.500 stazioni di ricarica rapida lungo le autostrade da almeno 175kW e almeno 13.000 nelle aree urbane da almeno 90 kW.

 

Quanto agli aiuti di Stato, si richiama l’applicabilità del Regolamento di esenzione dall’obbligo di notifica GBER (art. 36).

Rinnovabili e batterie

(M2C2-I 5.1- 38, 39,40)

1.000

(prestiti)

di cui:

 

Fotovoltaico

2021:     0

2022:   50

2023:   75

2024:   75

2025: 100

2026: 100

 

 

Industria Eolica

2021:     0

2022:   10

2023:   20

2024:   20

2025:   25

2026:   25

 

 

Industria delle Batterie

2021:     0

2022:   50

2023:   50

2024:   75

2025:  150

2026:  175

L'investimento si pone l'obiettivo di sostenere lo sviluppo di una catena del valore delle rinnovabili e delle batterie mediante due progetti: il primo verte sulle competenze tecnologiche necessarie per mettere in funzione impianti manifatturieri in questi due settori, il secondo riguarda gli stabilimenti industriali per la produzione di pannelli flessibili.

 

Per la fonte rinnovabile fotovoltaica, l’obiettivo è incrementare la produzione dagli attuali 200 MW/ anno ad almeno 2 GW/anno nel 2025, e ad almeno 3 GW/anno al 2026. L’investimento è d complessivi 400 milioni di euro e il periodo (relevant time period) è dal 1/1/2022 al 30/6/2026.

 

Per l’industria eolica, l’investimento è di 100 milioni e il periodo è 1/1/2022 - 30/6/2026.

 

Per il settore industriale delle batterie, l’investimento è di 500 milioni nel periodo 1/1/2022 - 30/6/2026.

 

La gestione della misura è affidata a Invitalia S.p.A., sotto la supervisione del Ministero dello Sviluppo economico

Per il fotovoltaico, l’obiettivo è quello di pannelli solari ad alta efficienza basati su un innovativo modello di cella (“TANGO”), (lo strumento sono i contratti di sviluppo). Si prevede poi la costruzione di un impianto industriale per la produzione di pannelli flessibiliMIDSUMMER” (nella zona industriale di Modugno, provincia di Bari) 

 

Per l’industria eolica, lo strumento che verrà utilizzato saranno sempre i contratti di sviluppo. Secondo il PNIEC, l'energia eolica dovrebbe crescere di circa l'80%, dagli attuali 10GW installati a 18GW (1 GW offshore), compreso il repowering del parco eolico esistente e i nuovi impianti da sviluppare entro il 2030.

 

Per le industrie delle batterie, le agevolazioni sono a fondo perduto o finanziamento agevolato, concessi entro i limiti delle intensità massime di aiuto previste dalla pertinente legislazione. Le risorse saranno utilizzate per finanziare i due progetti IPCEI in cui l’Italia è coinvolta (Batteries 1 and Batteries 2 Projects).

I criteri generali di intervento del Fondo IPCEI sono da definire con un decreto attuativo del MISE, d'intesa con il MEF.

 

Risulta indicata la legislazione applicabile in materia di aiuti di Stato.

 

Traguardi:

T2 2022 Entrata in vigore di un decreto ministeriale che precisa l'ammontare delle risorse disponibili, i requisiti di accesso dei beneficiari, le condizioni di ammissibilità per programmi e progetti, le spese ammissibili e la forma e intensità dell'aiuto per lo sviluppo di pannelli fotovoltaici ad alta efficienza e batterie.

 

T4 2025 Aumento della capacità di generazione di energia dei pannelli fotovoltaici prodotti dagli attuali 200 MW/anno ad almeno 2 GW/anno [gigafactory] grazie a pannelli fotovoltaici ad alta efficienza.

 

Obiettivo

T2 2022 Entrata in vigore di un decreto ministeriale che precisi l'ammontare delle risorse disponibili, i requisiti di accesso dei beneficiari, le condizioni di ammissibilità per programmi e progetti, le spese ammissibili e la forma e intensità dell'aiuto per lo sviluppo di pannelli fotovoltaici ad alta efficienza e batterie.

Idrogeno

(M2C2- I 5.2 – 52,53)

450

(prestiti)
di cui:

2021:     0

2022:     0

2023:   50

2024:  140

2025:   90

2026: 170

L’obiettivo perseguito è quello delineato nella Strategia nazionale per l’Idrogeno, la quale prevede l'installazione di circa 5 GW di capacità di elettrolisi entro il 2030. La maggior parte delle aziende attive in questo settore sono medie e piccole imprese.

 

Si intende dunque sostenere lo sviluppo del mercato e delle PMI ivi operanti.

 

Per sviluppare il mercato dell'idrogeno si prevede l'installazione in Italia di circa 5 GW di capacità di elettrolisi entro il 2030. Inoltre, si prevede lo sviluppo di ulteriori tecnologie necessarie per sostenere l’utilizzo finale dell'idrogeno (es. celle a combustibile per autocarri).

 

Le risorse sono ripartite in 2 interventi (225 milioni ciascuno) il cui relevant period è tra l’1/1/2022-1/1/2026.

Soggetti attuatori, MITE e MISE.

È richiamata la disciplina sugli aiuti di Stato applicabile per il supporto alle PMI per investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione.

Per le PMI saranno applicabili gli articoli del Regolamento generale di esenzione per categoria - GBER (Reg. UE 651/2014 art. 17, 18 e 21). Fuori dai criteri individuati nel GBER, l’intervento sarà notificato alla Commissione UE per valutare la compatibilità con le norme sugli aiuti di Stato.

Traguardo

T2 2022: Aggiudicazione dell'appalto per costruire uno stabilimento industriale per la produzione di elettrolizzatori

Obiettivo

T2 2026: Costruzione di uno stabilimento industriale per la produzione di elettrolizzatori con capacità pari a 1 GW/anno.

Supporto a start-up e venture capital attivi nella transizione ecologica

(M2C2-I5.4- 42,43)

250

(prestiti)

di cui:

2021:     0

2022:   50

2023:   50

2024:   50

2025:   50

2026:   50

 

L'investimento mira a favorire lo sviluppo di start-up attive nell'ambito della transizione verde mediante l'istituzione di un fondo dedicato da 250 milioni di euro ("Green Transition Fund", GTF) con una strategia di investimento focalizzata ad esempio su rinnovabili, economia circolare, mobilità, efficienza energetica, gestione dei rifiuti e stoccaggio dell'energia.

Il GTF, con un periodo di investimento di cinque anni seguiti da cinque anni di gestione del portafoglio, investirebbe in fondi rilevanti di venture capital, start-up e programmi di incubazione/accelerazione, affiancando i principali gestori di venture capital e operatori del sistema.

 

Sono 4 le principali linee di azione in linea con le best practice e le esigenze del mercato:

1) Investimenti indiretti in fondi VC: 100€M per rafforzare le piattaforme di fondi di investimento VC esistenti;

2) Investimenti indiretti nelle fasi di pre-seed e seed startup: 50€M per per ricercatori e startup

3) Investimenti diretti in startup in fase iniziale e di crescita: 50€M per rafforzare l'azione dei fondi VC attivi

4) Investimenti in venture building: 50€M per sviluppare imprese nuove e innovative in partnership con società.

 

Relevant time period 1/07/2021-31/12/2026

Nonostante la crescita del 18% negli ultimi 3 anni, l'ecosistema italiano del venture capital è solo al decimo posto in Europa in termini di dimensione degli investimenti, con un totale di soli 600€M nel 2020, significativamente al di sotto dei livelli di Francia e Germania.

Inoltre, nel nostro Paese, gli investimenti VC in start up italiane nel settore energetico rappresentano solo il 3% del totale, mentre gli investimenti in R&S rappresentano solo l'1,38% del PIL, rispetto alla media europea del 2,15%.

Seguendo l'esempio di altri paesi come la Francia, è stato lanciato nel 2020 il programma CDP Venture Capital. Dopo il primo anno di attività di CDP Venture Capital vi sono segnali molto incoraggianti (oltre 900 nuove startup e PMI innovative create durante la pandemia (circa il 9% del totale), e circa 400€M investiti solo nel primo trimestre del 2021).

Al fine di garantire che la misura sia conforme al principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01), i criteri di ammissibilità contenuti nel capitolato d'oneri dei prossimi inviti a presentare progetti dovranno escludere le attività seguenti:

i) attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle;

ii) attività nell'ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento;

iii) attività connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico;

iv) attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente. Il capitolato d'oneri prevede inoltre che siano selezionate solo le attività conformi alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale.

 

Traguardo:

T2 2022: Notifica della firma dell’accordo finanziario.

 

Obiettivo:

T2 2026: Attivazione da parte del fondo di almeno 250 milioni di investimenti privati nel settore delle tecnologie verdi.

IPCEI

(M4C2– I 2.1-10,11,12)

1.500

(prestiti)

di cui

2021: 100

2022: 200

2023: 250

2024: 500

2025: 450

2026:     0

 

Rifinanziare l’attuale fondo IPCEI, di cui all’art. 1 comma 232 della legge di bilancio per il 2020, con risorse aggiuntive.

Allo stato, l’Italia ha preso parte a 3 IPCEI, due sulle batterie e l'altro sulla Microelettronica, quest’ultimo finalizzato in prevalenza al settore automotive.

 

Il 30 marzo 2021, l'Italia ha lanciato un invito a manifestare interesse per l’IPCEI Infrastrutture e servizi cloud di nuova generazione.

È prossimo il lancio per ulteriori 2 IPCEI, uno su Idrogeno sostenibile, in particolare da FER e l’altro su Microelettronica 2 per la connettività attraverso il 5G, la Smart mobility, l’efficienza energetica e sostenibilità ambientale, Industria 4.0, Aerospazio.

 

Gli IPCEI che saranno sostenuti dovranno essere aggiornati in funzione dell'effettiva fase di avanzamento delle procedure nazionali in materia di IPCEI attualmente in corso e della fase di avanzamento della procedura di notifica degli aiuti di Stato.

È necessario garantire che la misura sia conforme al principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01): i criteri di ammissibilità contenuti nel capitolato d'oneri dei prossimi inviti a presentare progetti dovranno escludere le attività seguenti:

i) attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle;

ii) attività nell'ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento;

iii) attività connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico;

iv) attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente. Il capitolato d'oneri prevede inoltre che possano essere selezionate solo le attività conformi alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale.

 

La misura, attuata dal MiSE, prevede il sostegno pubblico - tramite incentivi - alla partecipazione delle imprese italiane ai progetti IPCEI.

 

Dell’importo di 1,5 miliardi, il 90% sarà destinato al Sud Italia, il 10% al Centro-Nord. 

 

I destinatari sono i centri di ricerca e le imprese.

 

Traguardi:

T2 2021: Varo invito a manifestare interesse in nuovi progetti su IPCEI microelettronica n. 2:

T2 2022 Entrata in vigore dell’atto nazionale che assegna i finanziamenti necessari a sostenere i progetti partecipanti.

T2 2023: L'elenco dei partecipanti ai progetti IPCEI è finalizzato entro il 30.6.2023

 

Green Ports

(M3C2–I 1.1-8,9)

270

(prestiti)

di cui

2021:     0

2022:   50

2023:   80

2024:   70

2025:   60

2026:   10

 

 

Interventi di efficienza energetica e di promozione dell’uso di energia rinnovabile nei porti. Il progetto è’ destinato a dare un contributo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030.

Complessivamente, almeno 213 milioni devono essere destinati ad attività a sostegno dell'obiettivo climatico secondo la metodologia di cui all'allegato VI del Reg. (UE) 2021/241.

La procedura di selezione per l'aggiudicazione di opere deve prevedere quanto segue:

a) conformità delle opere agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01) e alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale;

b) impegno a garantire che il contributo climatico dell'investimento secondo la metodologia di cui all'allegato VI del Reg. (UE) 2021/241 rappresenti almeno il 79 % del costo totale dell'investimento sostenuto dall'RRF;

c) impegno a riferire in merito all'attuazione della misura a metà della durata del regime e alla fine dello stesso.

Relevant time period 1/07/2021 -l 30/06/2026.

Soggetti attuatori: le nove AdSP del Centro Nord

Viene richiamata la disciplina sugli aiuti di Stato applicabile (gli orientamenti sugli aiuti di Stato per la protezione dell'ambiente e l'energia).

 

Traguardi:

T4 2022 Aggiudicazione di opere alle nove autorità di sistema portuale.

T4 2025 Completamento delle opere da parte di tutte le autorità portuali.

 

 


Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili onshore e offshore, nuovo quadro giuridico per sostenere la produzione da fonti rinnovabili e proroga dei tempi e dell'ammissibilità degli attuali regimi di sostegno

(M2C2-R.1.1-6)

 

La riforma è finalizzata a

i) omogeneizzare le procedure autorizzative su tutto il territorio nazionale e semplificazione in continuità con quanto previsto dal Decreto Semplificazioni;

ii) semplificare le procedure per la realizzazione di impianti di generazione di energia rinnovabile off-shore e completamento del meccanismo di sostegno FER anche per tecnologie non mature e l'estensione del periodo di svolgimento dell'asta (anche per tenere conto del rallentamento causato dal periodo di emergenza sanitaria), mantenendo i principi dell'accesso competitivo;

iii) semplificare delle procedure di impatto ambientale;

iv) condividere a livello regionale di un piano di identificazione e sviluppo di aree adatte a fonti rinnovabili di potenza complessiva almeno pari a quello individuato dal PNIEC, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili;

v) potenziare gli investimenti privati;

vi) incentivare lo sviluppo di meccanismi di accumulo di energia, con agevolazioni normative per gli investimenti nei sistemi di stoccaggio;

vii) incentivare gli investimenti pubblico-privati nel settore

Traguardo

 

T1 2024 Entrata in vigore di un quadro giuridico per la semplificazione delle procedure di autorizzazione a costruire strutture per le energie rinnovabili onshore e offshore.

 

 

L’ambito della riforma prospettata  incide sullo stesso ambito materiale dei criteri e principi della delega al Governo per il recepimento della Direttiva RED II (Direttiva 2018/2001/UE) contenuta nell'articolo 5 della legge di delegazione europea 2019 (L. 22 aprile 2021, n. 53).

Gli Stati membri dovranno recepire nel diritto nazionale la direttiva entro il 30 giugno 2021.

 

Si rammenta, inoltre, quanto alla semplificazione dei procedimenti autorizzatori all'installazione degli impianti a fonte rinnovabile, l'articolo 56 del D.L. n. 76/2020, cd. "D.L. Semplificazioni" che, in riferimento alla promozione delle FER e alla revisione delle sue forme di incentivazione, ha introdotto delle deroghe al divieto di fruizione degli incentivi statali per gli impianti solari fotovoltaici con moduli a terra in aree agricole.

Recentemente, è stato adottato il D.L. n. 77/2021 volto a disciplinare la Governance del PNRR e le prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di accelerazione e snellimento delle procedure.

Gli articoli da 31 a 33 semplificano le procedure per il rilascio dell’autorizzazione unica per impianti a FER nelle aree contermini a quelle sottoposte a tutela (art. 31), escludono dalla necessità della valutazione di impatto ambientale gli impianti di accumulo elettrochimico (batterie) di tipo “stand-alone” (destinati al mero accumulo o al consumo locale), assoggettano a PAS la costruzione ed esercizio di impianti fotovoltaici di potenza sino a 10 MW localizzati in area a destinazione industriale, produttiva o commerciale; innalzano da 20 a 50 KW la soglia di potenza oltre la quale è richiesta l’autorizzazione unica per la costruzione di impianti fotovoltaici (art. 31). Inoltre, introducono talune semplificazioni per le opere di modifica di tali impianti, che comportano un incremento della potenza (repowering).

In particolare, sottoposte a comunicazione al Comune:

§  gli interventi sugli impianti fotovoltaici ed idroelettrici che non comportano variazioni delle dimensioni, dell’area e delle opere connesse, anche se comportano una modifica della soluzione tecnologica utilizzata e a prescindere dalla potenza elettrica risultante dall'intervento;

§  gli interventi sui progetti e sugli impianti eolici, nonché sulle opere connesse, che, a prescindere dalla potenza nominale risultante dalle modifiche, sono realizzati nello stesso sito e che comportano una riduzione minima del numero degli aerogeneratori rispetto a quelli già esistenti o autorizzati. Sono fissate specifiche prescrizioni per le dimensioni dei nuovi (più potenti) aerogeneratori, la cui altezza non può, tra l’altro, essere superiore al doppio dell’aerogeneratore già esistente.

 

Nuova normativa per la promozione della produzione e del consumo di gas rinnovabile

(M2C2-R.1.2- 7)

 

La riforma consiste nel rafforzare il sostegno al biometano pulito emanando una normativa per ampliare la portata dei progetti connessi al biometano che possono ricevere sostegno, nonché per prorogare il periodo di disponibilità delle sovvenzioni.

Il biometano deve essere conforme ai criteri stabiliti dalla direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie rinnovabili (direttiva RED II) affinché la misura possa rispettare il principio "non arrecare un danno significativo" e i pertinenti requisiti di cui all'allegato VI, nota 8, del regolamento (UE) 2021/241.

 

La riforma si compone di un decreto legislativo attuativo della RED II (o una diversa normativa primaria) che istituirà un meccanismo atto a promuovere la produzione e il consumo di gas rinnovabile in Italia (esclusi gli usi termoelettrici). Successivamente, tramite decreto emesso dal MiTE saranno stabilire condizioni, criteri e modi di attuazione del sistema di promozione della produzione e del consumo di biometano nei settori industriale, terziario e residenziale.

 

Traguardo

T4 2021 Entrata in vigore di un decreto legislativo teso a promuovere l'uso del biometano nei trasporti, nell'industria e nel settore residenziale e di un decreto attuativo che definisca condizioni e criteri d'uso, nonché il nuovo sistema di incentivi.

Il decreto legislativo deve includere in particolare:

1. la semplificazione il processo di autorizzazione e modifica dell'attuale meccanismo di sovvenzioni al fine di

i) ampliare l'ammissibilità,

ii) prorogare il periodo di disponibilità delle sovvenzioni e

iii) introdurre il meccanismo di tariffa onnicomprensiva (feed in) e la garanzia di origine per il gas rinnovabile;

2. recepimento della direttiva RED II mediante decreto legislativo;

3. coordinamento generale a opera del Ministero della Transizione ecologica (MiTE), coadiuvato da altre amministrazioni con funzioni consultive: Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), Ministero dell'Economia e delle finanze (MEF) e Gestore Servizi Energetici.

Semplificazione amministrativa e riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell'idrogeno

(M2 C3 – R 3.1 -20)

 

La riforma consiste nell'entrata in vigore di un quadro giuridico teso a promuovere l'idrogeno come fonte di energia rinnovabile. Tale quadro deve includere:

-        regolamenti tecnici di sicurezza in materia di produzione, trasporto (criteri tecnici e normativi per l'introduzione dell'idrogeno nella rete del gas naturale), stoccaggio e utilizzo dell'idrogeno;

-        una procedura di autorizzazione accelerata con uno sportello unico per ottenere l'autorizzazione a costruire e gestire impianti di produzione di idrogeno su piccola scala (per impianti di elettrolisi con capacità inferiore a 1-5 MW; la soglia di stoccaggio dovrà essere definita nei regolamenti tecnici di sicurezza di cui sopra);

-        la regolamentazione della partecipazione degli impianti di produzione di idrogeno ai servizi di rete. Il regolatore dell'energia (ARERA) dovrà essere incaricato di emanare una misura di regolamentazione specifica previa consultazione dei portatori di interessi;

-        un sistema di garanzie di origine per l'idrogeno rinnovabile al fine di dare segnali di prezzo ai consumatori;

-        procedure e/o criteri che consentano di definire le aree di rifornimento selezionate lungo le autostrade per ottimizzare l'ubicazione delle stazioni di rifornimento al fine di realizzare corridoi dell'idrogeno per i camion, partendo dalle regioni del Nord Italia e dalla Pianura Padana fino agli hub logistici e alle principali arterie autostradali della penisola;

-        il coordinamento del piano decennale di sviluppo del gestore del sistema di trasporto (TSO) nazionale con i piani di altri TSO europei allo scopo di elaborare norme comuni per il trasporto dell'idrogeno attraverso gasdotti esistenti o condotte apposite.

Questa misura deve sostenere unicamente attività legate all'idrogeno che soddisfino il requisito di riduzione delle emissioni di gas serra nel ciclo di vita del 73,4 % per l'idrogeno [che si traduce in 3 t CO2eq/t H2].

T1 2023 Entrata in vigore delle misure legislative necessarie.

Le misure legislative devono prevedere:

i) disposizioni di sicurezza relative alla produzione, al trasporto e allo stoccaggio di idrogeno (criteri tecnici e normativi per l'introduzione dell'idrogeno nella rete del gas naturale),

ii) procedure semplificate per costruire piccole strutture per la produzione di idrogeno verde e

iii) misure riguardanti le condizioni di costruzione delle stazioni di rifornimento a base di idrogeno.

 

 

 

A novembre 2020, il MISE ha adottato le linee guida per la Strategia nazionale sull'idrogeno (disponibili qui ). Le linee guida, si legge nel comunicato stampa, sono state redatte sulla base della Strategia per l'Idrogeno dell'UE ("Clean Hydrogen Alliance"COM(2020) 301 final, 8.7.2020), adottata l’ 8 luglio 2020, e costituiscono un'introduzione finalizzata a inquadrare la discussione che porterà a una dettagliata Strategia Italiana per l'Idrogeno. Le linee guida sono state sottoposte a consultazione pubblica, che si è chiusa a dicembre 2020.

Misure volte a promuovere la competitività dell'idrogeno

(M2C3-R.3.2- 21)

 

La riforma prevede l’istituzione di incentivi fiscali per sostenere la produzione di idrogeno verde e il consumo di idrogeno verde nel settore dei trasporti, in considerazione del suo impatto ambientale neutro. Ciò in progetto più ampio di revisione generale della tassazione dei prodotti energetici e delle sovvenzioni inefficienti ai combustibili fossili; misure per la diffusione del consumo di idrogeno verde nel settore dei trasporti attraverso il recepimento della Direttiva Europea RED II.

 

Questa misura deve sostenere unicamente attività legate all'idrogeno che soddisfino il requisito di riduzione delle emissioni di gas serra nel ciclo di vita del 73,4 % per l'idrogeno [che si traduce in 3 t CO2eq/t H2].

Traguardo:

T2 2022 Entrata in vigore di incentivi fiscali

 

Tra i criteri e principi della delega al Governo per il recepimento della Direttiva RED II (Direttiva 2018/2001/UE) contenuta nell'articolo 5 della legge di delegazione europea 2019 (L. 22 aprile 2021, n. 53), rientra la promozione dell’l'impiego di idrogeno verde nell'industria siderurgica e chimica, al fine di soddisfare gli impieghi industriali che necessitano di intensità energetiche molto elevate che non possono essere soddisfatte dalla produzione di energia da fonti rinnovabili (comma 1, lett. bb)).

 


 


6.10 Agricoltura

 


Le risorse destinate direttamente all’agricoltura (e alla pesca) fanno riferimento principalmente alla Missione 2, e specificamente, nell’ambito della Componente 1 – Economia circolare e agricoltura sostenibile (per la quale sono previsti complessivamente 5,27 miliardi di euro più - secondo quanto riportato nella tabella a pag. 22 - 1,2 miliardi di euro a titolo di Fondo complementare), sono relative all’ambito di intervento 2 “Sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile”, alla quale sono destinati 2,8 miliardi di euro.

All’interno della medesima Componente 1 della Missione 2, di interesse per il settore agricolo sono anche le risorse destinate alle cosiddette Green Communities, pari a 135 milioni di euro, presenti nell’ambito di intervento 3 – Sviluppare progetti integrati.

Sempre nell’ambito della Missione 2, sono inoltre previste risorse nell’ambito della Componente 2 - Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile, nell’ambito di intervento 1 “Incrementare la quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile”, in relazione allo sviluppo dell’agro-voltaico, per circa 1,1 miliardi di euro e allo sviluppo del biometano, per 1,923 miliardi di euro.

Infine, nella medesima Missione 2, risultano d’interesse per il mondo rurale anche le risorse presenti all’interno della Componente 4 – Tutela del territorio e della risorsa idrica, nell’ambito di intervento 4 “Garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marittime”, destinate all’Investimento 4.2 (Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti), con 900 milioni di euro e all’Investimento 4.3 (Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche), con 880 milioni di euro.

 

Ulteriori risorse che incidono sul settore agricolo sono presenti nella Missione 1, in relazione alla Componente 3 – Turismo e cultura 4.0, nell’ambito dell’intervento 2 “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio religioso e rurale”, in relazione alla valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale, per la quale sono previsti 600 milioni di euro.

 

Sono presenti altresì stanziamenti nella Missione 5, con riferimento alla Componente 2 – Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, nell’ambito di intervento 2 “Rigenerazione urbana e housing sociale”, relativamente all’Investimento 2.2a (Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura), con risorse per 200 milioni di euro.

 

Di seguito, in forma tabellare, sono riportate le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nelle citate Missioni 1, 2 e 5, afferenti al settore Agricoltura:


Investimenti

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale
(M1-C3-II.2.2-13, 17)

600

Prestiti

 

Di cui:

§  47 nel 2022;

§  52 nel 2023;

§  203 nel 2024;

§  150 nel 2025;

§  148 nel 2026.

 

 

Questo investimento è destinato a dare impulso a un processo di valorizzazione di edifici storici rurali (di privati o di enti del terzo settore) e di tutela del paesaggio, considerato che molti edifici rurali e strutture agricole hanno subito un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazioni che ne ha compromesso le caratteristiche distintive, nonché il rapporto con gli spazi circostanti. L’intervento è teso a migliorare la qualità paesaggistica del territorio nazionale, restituendo alla collettività un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico. Si ritiene che l’intervento avrà ricadute positive sulle economie locali, favorendo il turismo sostenibile nelle zone rurali e valorizzando la produzione legata al mondo agricolo e all'artigianato tradizionale.

Il traguardo (M1C3-13) consiste nell’entrata in vigore - entro il secondo trimestre 2022 - del decreto del Ministero della Cultura per l'assegnazione delle risorse per la tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale.

Per il raggiungimento di tali obiettivi, la selezione dei beni da recuperare deve privilegiare la capacità dell'investimento di produrre effetti sugli obiettivi di conservazione dei valori paesaggistici. Deve essere attribuita priorità ai:

§  beni situati in aree territoriali di elevato valore paesaggistico (beni situati in aree di interesse paesaggistico o di notevole interesse pubblico (artt. 142-139 del DLgs 42/2004), paesaggi con riconoscimento UNESCO o con GIAHS della FAO;

§  beni già d'uso pubblico o che il proprietario accetta di rendere accessibili al pubblico, anche in circuiti e reti integrati del territorio;

§  "progetti d'area", presentati per temi aggregati, in grado di aumentare l'efficacia nel conseguimento degli obiettivi di riassetto paesaggistico;

§  progetti situati in zone che potenziano le integrazioni e sinergie con altri candidati al PNRR e altri piani/progetti di natura territoriale sostenuti dal programmatore nazionale (Ministero della Cultura).

Ai fini della definizione dei tipi di architettura rurale oggetto dell'intervento, può essere di riferimento il decreto del MiBAC 6 ottobre 2005 (in attuazione della legge 24 dicembre 2003, n. 378 - tutela e valorizzazione dell'architettura rurale). In via preliminare i criteri possono riguardare: lo stato di conservazione dei beni, i livelli di utilizzo, il ruolo che svolgono nei contesti territoriali e urbani.L'aggiudicazione degli appalti ai progetti selezionati con gli inviti a presentare proposte concorrenziali deve essere conforme agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01) mediante l'uso di un elenco di esclusione e il requisito di conformità alla normativa ambientale dell'UE e nazionale.

L’obiettivo (M1C3-17) consiste nella realizzazione – entro il quarto trimestre 2025 – di 3000 interventi di tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale.

L'obiettivo indica il numero complessivo di beni oggetto di interventi ultimati (con certificazione della regolare esecuzione dei lavori).

Per centrare l'obiettivo sarà necessario anche l'avvio di altri 900 lavori di tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale (con certificazione dell'inizio dei lavori).

Gli interventi da completare sono i seguenti:

1. riassetto conservativo e recupero funzionale di insediamenti agricoli, artefatti e edifici storici rurali, colture agricole di interesse storico ed elementi tipici dell'architettura e del paesaggio rurale. Come tecniche di restauro e di adeguamento strutturale devono essere privilegiate le soluzioni ecocompatibili e le fonti energetiche alternative;

2. completamento del censimento del patrimonio rurale edificato e realizzazione di ausili informativi nazionali e regionali.

Un secondo obiettivo indica il numero complessivo di beni oggetto di interventi ultimati (con certificazione della regolare esecuzione dei lavori).

Per raggiungere l'obiettivo sarà necessario anche l'avvio di altri 900 lavori di tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale (con certificazione dell'inizio dei lavori).

Gli interventi da completare sono i seguenti:

1. riassetto conservativo e recupero funzionale di insediamenti agricoli, artefatti e edifici storici rurali, colture agricole di interesse storico ed elementi tipici dell'architettura e del paesaggio rurale. Come tecniche di restauro e di adeguamento strutturale devono essere privilegiate le soluzioni ecocompatibili e le fonti energetiche alternative;

2. completamento del censimento del patrimonio rurale edificato e realizzazione di ausili informativi nazionali e regionali.

Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo
(M2-C1-II.2.1-3, 10)

800

Sovvenzioni

 

Di cui:

§  130 nel 2022;

§  350 nel 2023;

§  150 nel 2024;

§  100 nel 2025;

§  70 nel 2026.

 

 

Il progetto intende colmare il divario infrastrutturale che presenta l’Italia, intervenendo sulla logistica dei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo, caratterizzati da forti specificità lungo tutta la filiera. In particolare, il piano logistico mira a migliorare la sostenibilità tramite: i) riduzione dell’'impatto ambientale del sistema dei trasporti nel settore agroalimentare, intervenendo sul traffico delle zone più congestionate; ii) miglioramento della capacità di stoccaggio delle materie prime, al fine di preservare la differenziazione dei prodotti per qualità, sostenibilità, tracciabilità e caratteristiche produttive; iii) potenziamento della capacità di esportazione delle PMI agroalimentare italiane; iv) miglioramento dell'accessibilità ai villaggi merci e ai servizi hub, e della capacità logistica dei mercati all'ingrosso; v) digitalizzazione della logistica; vi) garanzia di tracciabilità dei prodotti; vii) Riduzione degli sprechi alimentari.

L’allegato alla decisione UE relativo alla proposta di approvazione del PNRR dell’Italia (COM(2021) 344 final ANNEX) precisa che questa misura prevede il sostegno agli investimenti materiali e immateriali (quali locali di stoccaggio delle materie prime agricole, trasformazione e conservazione delle materie prime, digitalizzazione della logistica e interventi infrastrutturali sui mercati alimentari), agli investimenti nel trasporto alimentare e nella logistica per ridurre i costi ambientali ed economici e all'innovazione dei processi di produzione, dell'agricoltura di precisione e della tracciabilità (ad esempio attraverso la blockchain). I criteri di selezione devono essere coerenti con la valutazione delle necessità effettuata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali nell'ambito del piano strategico della politica agricola comune. Obiettivo della misura è incoraggiare la riduzione delle emissioni dovute al trasporto e alla logistica nel settore agroalimentare mediante l'utilizzo di sistemi di trasporto e veicoli elettrici e promuovendo la digitalizzazione del settore e l'utilizzo delle energie rinnovabili.

Il periodo di rilevanza della spesa di 0,8 miliardi è tra il 30 giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

Entro il 4° trimestre 2022, - come traguardo (M2C1-3) - è prevista la pubblicazione della graduatoria finale nell'ambito del regime di incentivi alla logistica, sul sito del Ministero o su qualsiasi altro canale di supporto.

Il decreto di approvazione deve definire la graduatoria finale.

Il regime di incentivi alla logistica deve includere i seguenti elementi:

a) criteri di ammissibilità che garantiscano che i progetti selezionati siano conformi agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01) mediante l'uso di un elenco di esclusione e il requisito di conformità alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale;

b) impegno affinché il contributo per il clima dell'investimento ammonti almeno al 32 % del costo complessivo degli investimenti sostenuti dall'RRF secondo la metodologia di cui all'allegato VI del regolamento (UE) 2021/241;

c) impegno affinché il contributo per il digitale dell'investimento ammonti almeno al 27% del costo complessivo degli investimenti sostenuti dall'RRF secondo la metodologia di cui all'allegato VII del regolamento (UE) 2021/241;

d) impegno a riferire in merito all'attuazione della misura a metà della durata del regime e alla fine dello stesso.

 

Come obiettivo (M2C1-10), vi è quello di realizzare – entro il secondo trimestre 2026 - almeno 48 interventi per migliorare la logistica nei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo.

 

Si ricorda che l’art. 1, comma 2, lettera h) - del decreto-legge n. 59 del 2021, relativo al Fondo complementare al PNRR – modificato dal Senato, e approvato definitivamente dalla Camera il 30 giugno 2021 (legge n. 101 del 2021), determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, da destinarsi, negli anni dal 2021 al 2026, per complessivi 1.203,3 milioni di euro: tali risorse sono finalizzate al finanziamento dei “Contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo”. Il Senato ha precisato che il 25 per cento delle predette somme è destinato esclusivamente alle produzioni biologiche italiane ottenute conformemente alla normativa europea e a quella nazionale di settore.

La suddetta lettera h), reca, nello specifico, lo stanziamento di risorse, sopra richiamato, da iscriversi nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, da ripartirsi secondo il seguente programma:

§  200 milioni di euro per l’anno 2021;

§  300,83 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023;

§  258,81 milioni di euro per l’anno 2024;

§  122,5 milioni di euro per l’anno 2025;

§  20,33 milioni di euro per l’anno 2026.

Il medesimo decreto-legge n. 59/2021, all’art. 2, comma 1-bis, lettera h) ha destinato 15 milioni di euro, per l'anno 2021, per investimenti per il passaggio a metodi di allevamento a stabulazione libera, estensivi, pascolivi, come l'allevamento all'aperto, l'allevamento con nutrizione ad erba (grass fed) e quello biologico e per la transizione a sistemi senza gabbie.

Parco Agrisolare (M2-C1-II.2.2-4, 5, 6, 9)

1.500

Sovvenzioni

 

Di cui:

§  225 nel 2021;

§  225 nel 2022;

§  725 nel 2023;

§  225 nel 2024;

§  75 nel 2025;

§  25 nel 2026.

 

 

L'intervento proposto mira a raggiungere gli obiettivi di ammodernamento e utilizzo di tetti di edifici ad uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale per la produzione di energia rinnovabile, aumentando così la sostenibilità, la resilienza, la transizione verde e l'efficienza energetica del settore e contribuire al benessere degli animali. In particolare, il progetto si pone l’obiettivo di incentivare l'installazione di pannelli ad energia solare su di una superficie complessiva senza consumo di suolo pari a 4,3 milioni di mq, con una potenza installata di circa 0,43GW, realizzando contestualmente una riqualificazione delle strutture produttive oggetto di intervento, con la rimozione dell'eternit/amianto sui tetti, ove presente, e/o il miglioramento della coibentazione e dell’areazione.

L’allegato alla decisione UE rileva che questa misura prevede il sostegno agli investimenti nelle strutture produttive del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale, al fine di rimuovere e smaltire i tetti esistenti e costruire nuovi tetti isolati, creare sistemi automatizzati di ventilazione e/o di raffreddamento e installare pannelli solari e sistemi di gestione intelligente dei flussi e degli accumulatori.

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 30 giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

Entro il quarto trimestre 2022 vi è l’obiettivo (M2C1-4) di assegnazione delle risorse ai beneficiari in percentuale delle risorse finanziarie totali assegnate all'investimento.

Nello specifico, entro il medesimo termine è prevista l’identificazione dei progetti beneficiari con un valore totale pari almeno al 30 % delle risorse finanziarie assegnate all'investimento. L'investimento deve essere attuato mediante due diverse procedure già esistenti e rifinanziato. Tali procedure prevedono l'erogazione di prestiti alle imprese che soddisfano i requisiti e presentano domanda.

Un altro obiettivo (M2CI-5) stabilisce che entro il quarto trimestre 2023 debbano essere individuati i progetti beneficiari con un valore totale pari almeno al 50% delle risorse finanziarie assegnate all'investimento. L'investimento deve essere attuato mediante due diverse procedure già esistenti e rifinanziato. Tali procedure prevedono l'erogazione di prestiti alle imprese che soddisfano i requisiti e presentano domanda.

Un ulteriore obiettivo (M2C1-6) prevede che entro il quarto trimestre 2024 vi sia l’identificazione dei progetti beneficiari con un valore totale pari al 100% delle risorse finanziarie assegnate all'investimento. L'investimento deve essere attuato mediante due diverse procedure già esistenti e rifinanziato. Tali procedure devono prevedere l'erogazione di prestiti alle imprese che soddisfano i requisiti e presentano domanda.

Ultimo obiettivo (M2C1-9) è quello della generazione di energia da installazioni fotovoltaiche, che prevede che entro il secondo trimestre del 2026 si realizzino almeno 375 000 kW di capacità di generazione di energia solare installata.

Entro il secondo trimestre del 2026 si prevede di raggiungere l’obiettivo di installare almeno 4,3 milioni di metri quadrati di pannelli fotovoltaici.

Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare (M2-C1-II.2.3-7, 8)

500

Sovvenzioni

 

Di cui:

§  100 nel 2022;

§  250 nel 2023;

§  100 nel 2024;

§  50 nel 2025.

 

 

Il progetto mira a sostenere, attraverso contributi in conto capitale, l’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettano l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione (es. riduzione di utilizzo di pesticidi del 25-40 per cento a seconda dei casi applicativi) e l’utilizzo di tecnologie di agricoltura 4.0, nonché l’ammodernamento del parco automezzi al fine di ridurre le emissioni (-95 per cento passando da Euro 1, circa 80 per cento del parco attuale, a Euro 5). Inoltre, in ottica di economia circolare, l’investimento include l'ammodernamento della lavorazione, stoccaggio e confezionamento di prodotti alimentari, con l'obiettivo di migliorare la sostenibilità del processo produttivo, ridurre/eliminare la generazione di rifiuti, favorire il riutilizzo a fini energetici. Tali obiettivi sono particolarmente rilevanti nel processo di trasformazione dell’olio d’oliva, settore strategico per l’industria agroalimentare italiana.

L’allegato alla decisione UE precisa che questa misura prevede il sostegno agli investimenti in beni materiali e immateriali volti:

-    all'innovazione e meccanizzazione del settore agricolo, in particolare delle macchine fuoristrada;

- all'innovazione nei processi di trasformazione, stoccaggio e confezionamento dell'olio extravergine di oliva.

 Rileva, inoltre, che le macchine fuoristrada devono essere a zero emissioni o funzionare esclusivamente a biometano conforme ai criteri di cui alla direttiva (UE) 2018/2001 (direttiva RED II). I produttori di biocarburanti e biometano gassosi e di biocarburanti devono fornire certificati (prove di sostenibilità) rilasciati da valutatori indipendenti, come disposto dalla direttiva RED II. Gli operatori devono acquistare certificati di garanzia di origine commisurati all'uso previsto.

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 30 giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

Un primo obiettivo (M2C1-7) prevede il sostegno agli investimenti nell’innovazione nell’economia circolare e nella bioeconomia, prevedendosi che, entro il quarto trimestre 2024, almeno 10.000 imprese ricevano un sostegno per investimenti realizzati a favore dell'innovazione nell'economia circolare e nella bioeconomia.

Gli investimenti sovvenzionati sono:

- la sostituzione dei veicoli fuoristrada più inquinanti:

-    l'introduzione dell'agricoltura di precisione;

-    la sostituzione degli impianti più obsoleti dei frantoi.

Al fine di rispettare il principio "non arrecare un danno significativo", i veicoli fuoristrada devono essere a zero emissioni o funzionare esclusivamente a biometano conforme ai criteri stabiliti dalla direttiva (UE) 2018/2001 (direttiva RED II). I produttori di biocarburanti e biometano gassosi e di biocarburanti devono fornire certificati (prove di sostenibilità) rilasciati da valutatori indipendenti, come disposto dalla direttiva RED II. Gli operatori devono acquistare certificati di garanzia di origine commisurati all'uso previsto.

Un secondo obiettivo (M2C1-8) prevede che, entro il secondo trimestre 2026, almeno 15.000 imprese ricevano un sostegno per investimenti realizzati a favore dell'innovazione nell'economia circolare e nella bioeconomia, tramite investimenti sovvenzionati per:

§  la sostituzione dei veicoli fuoristrada più inquinanti:

§  l'introduzione dell'agricoltura di precisione;

§  la sostituzione degli impianti più obsoleti dei frantoi.

 

Green communities (M2-C1-III.3.2-20, 21)

135

Prestiti

 

Di cui:

§  0,3 nel 2021;

§  1,5 nel 2022;

§  4,7 nel 2023;

§  33,8 nel 2024;

§  47,3 nel 2025;

§  47,6 nel 2026.

 

 

Il Progetto intende sostenere lo sviluppo sostenibile e resiliente dei territori rurali e di montagna che intendano sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono tra cui, in primo luogo, acqua, boschi e paesaggio, avviando un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane. Ciò verrà realizzato favorendo la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale.

In particolare, l’ambito di tali piani includerà in modo integrato (per 30 Green Communities complessivamente): a) la gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale; b) la gestione integrata e certificata delle risorse idriche; c) la produzione di energia da fonti rinnovabili locali, quali i microimpianti idroelettrici, le biomasse, il biogas, l’eolico, la cogenerazione e il biometano; d) lo sviluppo di un turismo sostenibile; e) la costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di una montagna moderna; f) l’efficienza energetica e l’integrazione intelligente degli impianti e delle reti; g) lo sviluppo sostenibile delle attività produttive (zero waste production); h) l’integrazione dei servizi di mobilità; i) lo sviluppo di un modello di azienda agricola sostenibile ("che sia anche energicamente indipendente attraverso la produzione e l'uso di energia da fonti rinnovabili nei settori elettrico, termico e dei trasporti" – come precisa l’allegato alla decisione UE).

Nel medesimo allegato è precisato che, al fine di garantire che la misura sia conforme agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01), i criteri di ammissibilità contenuti nel capitolato d'oneri dei prossimi inviti a presentare progetti dovranno escludere le attività di cui al seguente elenco: i) attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle ; ii) attività nell'ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento ; iii) attività connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori  e agli impianti di trattamento meccanico biologico ; iv) attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente. Il capitolato d'oneri prevede inoltre che siano selezionate solo le attività conformi alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale.

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 1° giugno 2021 e il 30 giugno 2026.

Il traguardo (M2C1-20) prevede l’aggiudicazione di (tutti gli) appalti pubblici per la selezione e la notifica dell’aggiudicazione degli stessi entro il terzo trimestre 2022. Si precisa che la notifica della procedura di concessione delle sovvenzioni dovrebbe includere criteri di ammissibilità che garantiscano che i progetti selezionati siano conformi agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01) mediante l'uso di un elenco di esclusione e il requisito di conformità alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale.

L’obiettivo (M2C1-21), poi, relativo all’attuazione degli interventi presentati nei piani dalle Green communities,  prevede che entro il secondo trimestre 2026 vi sia il  completamento di almeno il 90% degli interventi previsti nei piani presentati dalle Green communities (ai sensi dell'articolo 72 della legge 221/2015).

Sviluppo agro-voltaico (M2-C2-I.1.1-44, 45)

1.099

Sovvenzioni (763) e Prestiti (336)

 

Di cui:

§  108,4 nel 2022;

§  211,5 nel 2023;

§  338,7 nel 2024;

§  330,3 nel 2025;

§  110,1 nel 2026

 

 

La produzione agricola sostenibile e la produzione energetica da fonti rinnovabili vengono affrontate con tale progetto in maniera coordinata, con l’obiettivo di diffondere impianti agro-voltaici di medie e grandi dimensioni.

La misura di investimento, nello specifico, prevede: i) l'implementazione di sistemi ibridi agricoltura-produzione di energia che non compromettano l'utilizzo dei terreni dedicati all'agricoltura, ma contribuiscano alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende coinvolte, anche potenzialmente valorizzando i bacini idrici tramite soluzioni galleggianti; ii) il monitoraggio delle realizzazioni e della loro efficacia, con la raccolta dei dati sia sugli impianti fotovoltaici sia su produzione e attività agricola sottostante, al fine di valutare il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture.

Si vuole rendere più competitivo il settore agricolo, riducendo i costi di approvvigionamento energetico (ad oggi, stimati pari a oltre il 20 per cento dei costi variabili delle aziende e con punte più elevate per alcuni settori erbivori e granivori), migliorando le prestazioni climatiche-ambientali.

L'obiettivo dell'investimento è installare, a regime, una capacità produttiva da impianti agro-voltaici di 1,04 GW, che produrrebbe circa 1.300 GWh annui, con riduzione delle emissioni di gas serra stimabile in circa 0,8 milioni di tonnellate di CO2.

L’allegato alla decisione UE rileva che questo investimento consiste in sovvenzioni e prestiti a sostegno degli investimenti nella costruzione di sistemi agro-voltaici e nell'installazione di strumenti di misurazione per monitorare l'attività agricola sottostante, al fine di valutare il microclima, il risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo, la resilienza ai cambiamenti climatici e la produttività agricola per i diversi tipi di colture.

Viene indicato il periodo di rilevanza di una spesa di 763.000 euro tra il 1° luglio 2022 e il 31 marzo 2026 e di un’ulteriore spesa – per il medesimo investimento – di 336.000 euro tra il 1° luglio 2022 e il 31 marzo 2024.

Il traguardo (M2C2-44) consiste nell’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per l'installazione di pannelli solari fotovoltaici in sistemi agro-voltaici e nella notifica della stessa entro il quarto trimestre 2024.

Ci si attende che la potenza installata dei sistemi agro-voltaici di natura sperimentale incoraggi lo sviluppo di soluzioni innovative per impianti a terra in cui possano coesistere molteplici usi del suolo, generando benefici concorrenti. L'entrata in funzione degli impianti è registrata nel sistema nazionale GAUDÌ (anagrafe degli impianti), che dà prova conclusiva del conseguimento degli obiettivi.

L’obiettivo (M2C2-45) consiste nell’installazione – entro il secondo trimestre 2026 - di pannelli solari fotovoltaici in sistemi agro-voltaici di capacità pari a 1.040 MW per una produzione indicativa di almeno 1 300 GWh/anno.

Sviluppo biometano (M2-C2-I.1.4-3, 4, 5)

1.923

Prestiti

 

Di cui:

§  164 nel 2022;

§  174 nel 2023;

§  550 nel 2024;

§  653 nel 2025;

§  382 nel 2026.

 

 

Lo sviluppo del biometano, ottenuto massimizzando il recupero energetico dei residui organici, è strategico per il potenziamento di un’economia circolare basata sul riutilizzo ed è un elemento rilevante per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione europei. Se veicolato nella rete gas, il biometano può contribuire al raggiungimento dei target al 2030 con un risparmio complessivo di gas a effetto serra rispetto al ciclo vita del metano fossile tra l'80 e l'85 per cento.

La linea di investimento si pone l’obiettivo di: i) riconvertire e migliorare l’efficienza degli impianti biogas agricoli esistenti verso la produzione totale o parziale di biometano da utilizzare sia nel settore del riscaldamento e raffrescamento industriale e residenziale sia nei settori terziario e dei trasporti; ii) supportare la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano (attraverso un contributo del 40 per cento dell’investimento), sempre con le stesse destinazioni; iii) promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas (siti di lavorazione minima del suolo, sistemi innovativi a basse emissioni per la distribuzione del digestato) per ridurre l'uso di fertilizzanti sintetici e aumentare l'approvvigionamento di materia organica nei suoli, e creare poli consortili per il trattamento centralizzato di digestati ed effluenti con produzione di fertilizzanti di origine organica; iv) promuovere la sostituzione di veicoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con veicoli alimentati a metano/biometano; v) migliorare l’efficienza in termini di utilizzo di calore e riduzione delle emissioni di impianti agricoli di piccola scala esistenti per i quali non è possibile accedere alle misure di riconversione.

Attraverso questo intervento sarà possibile incrementare la potenza di biometano da riconversione da destinare al greening della rete gas pari a circa 2,3-2,5 miliardi di metri cubi.

Per rendere efficace l’implementazione di questi interventi nei tempi previsti, e più in generale per abilitare lo sviluppo di impianti rinnovabili in linea con i target nazionali, saranno introdotte due riforme fondamentali (indicate nella successiva tabella).

L’allegato alla decisione UE rileva che l'investimento si propone di:

-    sostenere la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di biometano;

-    riconvertire e migliorare l'efficienza degli impianti di biogas agricoli esistenti verso la produzione di biometano per i trasporti, il settore industriale e il riscaldamento. Il biometano deve essere conforme ai criteri stabiliti dalla direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie rinnovabili (direttiva RED II) affinché la misura possa rispettare il principio "non arrecare un danno significativo" e i pertinenti requisiti di cui all'allegato VI, nota 8, del regolamento (UE) 2021/241;

-    sostituire veicoli meccanici obsoleti e a bassa efficienza con veicoli alimentati esclusivamente a biometano conforme ai criteri stabiliti dalla direttiva RED II. I produttori di biocarburanti e biometano gassosi e di biocarburanti devono fornire certificati (prove di sostenibilità) rilasciati da valutatori indipendenti, come disposto dalla direttiva RED II. Gli operatori devono acquistare certificati di garanzia di origine commisurati all'uso previsto;

-    promuovere la diffusione di pratiche ecologiche nella fase di produzione del biogas (siti di lavorazione minima del suolo, sistemi innovativi a basse emissioni per la distribuzione del digestato).

Un primo obiettivo (M2C2-3) consiste nella sostituzione – entro il secondo trimestre del 2026 - di almeno 300 trattori agricoli con trattori meccanici alimentati esclusivamente a biometano e dotati di attrezzi agricoli di precisione.

Il biometano deve essere conforme ai criteri stabiliti dalla direttiva (UE) 2018/2001 (direttiva RED II) per rispettare il principio "non arrecare un danno significativo". I produttori di biocarburanti e biometano gassosi e di biocarburanti devono fornire certificati (prove di sostenibilità) rilasciati da valutatori indipendenti, come disposto dalla direttiva RED II. Gli operatori devono acquistare certificati di garanzia di origine commisurati all'uso previsto.

Un secondo obiettivo (M2C2-4) prevede lo sviluppo della produzione di biometano da impianti nuovi e riconvertiti fino ad almeno 0,6 miliardi di m³ alla fine del 2023.

Il biometano deve essere conforme ai criteri stabiliti dalla direttiva (UE) 2018/2001 sulle energie rinnovabili (direttiva RED II) affinché la misura possa rispettare il principio "non arrecare un danno significativo" e i pertinenti requisiti di cui all'allegato VI, nota 8, del regolamento (UE) 2021/241.

I produttori di biocarburanti e biometano gassosi e di biocarburanti devono fornire certificati (prove di sostenibilità) rilasciati da valutatori indipendenti, come disposto dalla direttiva RED II.

Un terzo obiettivo (M2C2-5) prevede lo sviluppo della produzione di biometano da impianti nuovi e riconvertiti fino ad almeno 2,3 miliardi di m³ alla fine di giugno 2026.

Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti (M2-C4-IV.4.2-30, 31, 32)

900

Prestiti

 

Di cui:

§  50 nel 2022;

§  50 nel 2023;

§  200 nel 2024;

§  250 nel 2025;

§  350 nel 2026.

 

 

Il progetto è rivolto prioritariamente a una riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile (-15 per cento target su 15k di reti idriche), anche attraverso la digitalizzazione delle reti, da trasformare in una "rete intelligente", per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze. Per raggiungere questi obiettivi, è fonda mentale poter disporre di sistemi di controllo avanzati che consentano il monitoraggio non solo dei nodi principali, ma anche dei punti sensibili della rete, attraverso la misura e l'acquisizione di portate, pressioni di esercizio e parametri di qualità dell'acqua.

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali effettuerà la ricognizione degli interventi finanziabili nell’ambito del PNRR utilizzando la Banca Dati Nazionale degli investimenti per l'Irrigazione e l'Ambiente (DANIA), che consentirà di selezionare i vari interventi in base a criteri oggettivi, quali l’entità del risparmio idrico assicurato, l’impegno all’installazione dei contatori per la misurazione dei volumi utilizzati, la rilevanza strategica di ciascun investimento rispetto alle indicazioni programmatorie delle

Autorità locali, il livello di esecutività di ciascun intervento. In tale contesto, presupposto per il finanziamento sarà il rispetto da parte dei soggetti beneficiari degli impegni previsti dalle Linee guida nazionali sulla quantificazione dei volumi irrigui da parte delle Regioni (Decreto Mipaaf 31 luglio 2015), relative alle modalità di quantificazione e misura dei volumi irrigui, nonché l'utilizzo del Webgis SIGRIAN (Sistema Informativo Nazionale per la Gestione delle Risorse Idriche in Agricoltura), che rappresenta la banca dati nazionale di riferimento per il monitoraggio dei volumi irrigui, a cui accedono tutte le Amministrazioni che hanno competenza nella programmazione e gestione dell’acqua per l’agricoltura.

Il rispetto di tali obblighi, che rappresentano un prerequisito per l'accesso ai finanziamenti pubblici nel settore delle infrastrutture irrigue, è verificato dalle Regioni e Province autonome proprio tramite il SIGRIAN e quindi registrato in DANIA in un campo dedicato (“Compliance by SIGRIAN”).

L’allegato alla decisione UE rileva che la gestione frammentata e inefficiente delle risorse idriche ha comportato notevoli perdite di risorse idriche, con un livello di dispersione medio superiore al 40% e superiore al 50% nel Sud del paese. L'obiettivo del progetto è ridurre significativamente le perdite di acqua potabile, potenziando e modernizzando le reti di distribuzione dell'acqua attraverso sistemi di controllo avanzati che consentano di monitorare i nodi principali e i punti più sensibili della rete.

Il traguardo (M2C4-30) prevede la notifica – entro il terzo trimestre del 2023 - dell'aggiudicazione di tutti gli appalti, per un totale di 900 milioni di euro, per interventi finalizzati all'ammodernamento e all'efficienza delle reti di distribuzione idrica.

Gli appalti devono riguardare:

§  interventi volti a ridurre le perdite nelle reti per l'acqua potabile;

§  incremento della resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici;

§  rafforzamento della digitalizzazione delle reti per una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze.

Un obiettivo (M2C4-31) consiste in interventi nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti, con la costruzione – entro il quarto trimestre 2024 - di 9.000 chilometri di rete idrica a livello distrettuale.

Un ulteriore obiettivo (M2C4-32) consiste nel costruire – entro il primo trimestre 2026 - almeno altri 25.000 chilometri di rete idrica a livello distrettuale.

Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche (M2-C4-IV.4.3-33, 34, 34-bis, 35, 35-bis)

880

Prestiti

 

Di cui:

§  13,7 nel 2020 (anno che non appare congruo considerato il periodo di vigenza del PNRR);

§  45,6 nel 2021;

§  169,2 nel 2022;

§  90,6 nel 2023;

§  92,8 nel 2024;

§  312,6 nel 2025;

§  155,5 nel 2026.

 

Gli investimenti infrastrutturali sulle reti e sui sistemi irrigui proposti consentiranno una maggiore e più costante disponibilità di acqua per l'irrigazione, aumentando la resilienza dell'agroecosistema agli eventi di siccità e ai cambiamenti climatici. Al fine di migliorare l’efficienza oltre che la resilienza, verranno inoltre finanziati l’installazione di contatori e sistemi di controllo a distanza per la misurazione e il monitoraggio degli usi, sia sulle reti collettive sia per gli usi privati, e si considereranno soluzioni rinnovabili galleggianti per bacini. Obiettivo è avere il 12 per cento delle aree agricole con sistemi irrigui resi più efficienti (vs. 8 per cento ad oggi).

L’allegato alla decisione UE rileva che l’obiettivo di questa misura consiste nell’aumentare l'efficienza dei sistemi irrigui attraverso lo sviluppo di infrastrutture innovative e digitalizzate per un settore agricolo più sostenibile e che si adatti meglio ai cambiamenti climatici. L'investimento deve consistere principalmente nella conversione dei sistemi irrigui in sistemi più efficienti; nell'adeguamento delle reti di distribuzione al fine di ridurre le perdite; nell'installazione di tecnologie per un uso efficiente delle risorse idriche, quali contatori e sistemi di controllo a distanza. Per ogni intervento sulle reti di distribuzione, nel quadro dell'investimento finanziato devono essere predisposti o installati contatori che consentano la misurazione degli usi dell'acqua. Devono inoltre essere introdotti sistemi di monitoraggio degli impianti di trattamento delle acque reflue che possano offrire opportunità di riutilizzo per scopi irrigui. La misura non prevede direttamente interventi sul riutilizzo delle acque depurate, ma mira a sostenere la mappatura e l'individuazione degli impianti di trattamento delle acque reflue adatti alla produzione di acque reflue trattate per usi agricoli o che potrebbero diventare tali con investimenti adeguati. Nell'individuare tali impianti occorre tenere conto delle caratteristiche degli impianti di trattamento delle acque reflue, ma anche della vicinanza alle colture irrigue delle acque reflue trattate e delle caratteristiche di qualità richieste. Ci si attende che questa misura non arrecherà un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell'articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852, tenendo conto della descrizione degli interventi in questione e delle misure di mitigazione stabilite nel piano per la ripresa e la resilienza in conformità agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01). In particolare, per ciascun sotto-investimento, prima, durante e dopo l'inizio dei lavori di costruzione deve essere garantita la piena conformità alle disposizioni del diritto dell'UE, segnatamente la direttiva quadro sulle acque. Inoltre, la misura è soggetta a una valutazione dell'impatto ambientale (VIA) a norma della direttiva 2011/92/UE, nonché alle valutazioni pertinenti nel contesto della direttiva 2000/60/CE e della direttiva 92/43/CEE, compresa l'attuazione delle misure di mitigazione necessarie.

Il periodo di rilevanza della spesa è tra il 1° gennaio 2021 e il 31 agosto 2026.

La definizione dei criteri di selezione dei progetti è prevista entro il secondo trimestre 2021; la selezione dei progetti entro il terzo trimestre 2021; il finanziamento delle opere dei progetti selezionati entro il terzo trimestre 2022; l’assegnazione dei lavori per il 100 per cento dei progetti finanziati entro il quarto trimestre 2023; il completamento del 100 per cento degli interventi finanziati entro il secondo trimestre 2026.

Il traguardo (M2C4-33) consiste nella notifica – entro il quarto trimestre 2023 - dell'aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per un totale di 880 milioni di euro per gli interventi sulle reti e i sistemi irrigui e sul relativo sistema di digitalizzazione e monitoraggio.

Gli appalti devono:

- incoraggiare la misurazione e il monitoraggio degli usi sia sulle reti collettive (mediante l'installazione di contatori e sistemi di controllo da remoto) sia per l'autoapprovvigionamento (attraverso un sistema di monitoraggio delle licenze private) quale prerequisito per completare l'introduzione di una politica di tariffazione dell'acqua basata sui volumi idrici per un uso efficiente delle risorse idriche in agricoltura;

- ridurre il prelievo illecito di acqua nelle zone rurali;

Gli investimenti nell'irrigazione dovrebbero mirare a riutilizzare in modo sicuro le acque depurate, ove possibile, e/o a rendere più efficiente l'irrigazione esistente, anche se il corpo idrico interessato è in buono stato. Se lo stato è inferiore al buono, in caso di ammodernamento dell'irrigazione esistente i risparmi devono essere tali da consentire il raggiungimento di un buono stato.

Occorre inoltre evitare l'espansione dei sistemi irrigui esistenti (non solo attraverso l'espansione fisica ma anche mediante un maggiore utilizzo di acqua), anche se si ricorre a metodi più efficienti, quando i corpi idrici interessati sono o si prevede che saranno (nel contesto dell'intensificazione dei cambiamenti climatici) in uno stato inferiore al buono.

Ci si attende che questa misura non arrecherà un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell'articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852, tenendo conto della descrizione degli interventi in questione e delle misure di mitigazione stabilite nel piano per la ripresa e la resilienza in conformità agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01). In particolare, per ciascun sotto-investimento, prima, durante e dopo l'inizio dei lavori di costruzione deve essere garantita la piena conformità alle disposizioni del diritto dell'UE, segnatamente la direttiva quadro sulle acque. Inoltre, la misura è soggetta a una valutazione dell'impatto ambientale (VIA) a norma della direttiva 2011/92/UE, nonché alle valutazioni pertinenti nel contesto della direttiva 2000/60/CE e della direttiva 92/43/CEE, compresa l'attuazione delle misure di mitigazione necessarie.

In particolare, al momento della pubblicazione del progetto di valutazione dell'impatto ambientale ai fini della consultazione pubblica occorre fornire una giustificazione delle finalità dell'investimento rispetto alle alternative, sia in termini di obiettivo (estensione dei terreni irrigui rispetto alla rigenerazione rurale sostenibile) che di mezzi (riduzione della domanda di acqua e soluzioni basate sulla natura).

Un primo obiettivo (M2C4-34) prevede di portare – entro il quarto trimestre 2024 - almeno al 29% la percentuale di fonti di prelievo dotate di contatori; un secondo obiettivo (M2C4-34-bis) di portare tale percentuale al 40% entro il primo trimestre 2026.

Un altro obiettivo (M2C4-35) prevede che – entro il primo trimestre 2024 - almeno il 15% della superficie irrigua debba beneficiare di un uso efficiente delle risorse irrigue, mentre un ultimo obiettivo (M2C4-35-bis) prevede che – entro il primo trimestre 2026 – la predetta percentuale sia almeno del 29%.

Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura (M5-C2-II.2.2.a-15, 16)

200

Prestiti

 

Manca, a differenza di altri specifici investimenti, la ripartizione, anno per anno del singolo investimento Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura (M5-C2-II.2.2.a).

All’interno del progetto Piani Urbani Integrati è prevista, per 200 milioni di euro, una specifica linea d’intervento riservata al recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo.

La nascita e lo sviluppo di insediamenti irregolari sono terreno fertile per l’infiltrazione di gruppi criminali, un fenomeno che contribuisce a rendere ancora più precarie le condizioni di vita dei lavoratori di questi settori. L’intervento, infine, è in esecuzione del piano strategico contro il caporalato in agricoltura e la lotta la lavoro sommerso varato nel 2020 ed è parte di una più generale strategia di contrasto al lavoro sommerso (in osservanza delle raccomandazioni della Commissione Europea) che comprende anche l’aumento del numero degli ispettori del lavoro e la recente sanatoria per i lavoratori agricoli e domestici irregolari.

Il periodo di rilevanza della spesa per il recupero di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo è tra il 1° gennaio 2021 e il 31 marzo 2025.

Il traguardo (M5C2-15) consiste – entro il primo trimestre 2022 – nell’entrata in vigore del decreto ministeriale che definisce la mappatura degli insediamenti abusivi approvata dal "Tavolo di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura" e adozione del decreto ministeriale per l'assegnazione delle risorse. Devono essere definiti gli standard per le soluzioni alloggiative temporanee e a lungo termine.

L’obiettivo (M5C2-16) prevede che, entro il primo trimestre 2025, le attività dei progetti siano completate su almeno il 90% delle aree individuate come insediamenti abusivi nei piani urbani. In seguito all'assegnazione delle risorse l'amministrazione competente deve fornire un "piano d'azione locale" per ogni insediamento abusivo individuato. 

 


Agli investimenti sopra indicati, si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili onshore e offshore, nuovo quadro giuridico per sostenere la produzione da fonti rinnovabili e proroga dei tempi e dell'ammissibilità degli attuali regimi di sostegno (M2-C2-R.1.1-6)

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La riforma si pone i seguenti obiettivi: i) omogeneizzazione delle procedure autorizzative su tutto il territorio nazionale; ii) semplificazione delle procedure per la realizzazione di impianti di generazione di energia rinnovabile off-shore; iii) semplificazione delle procedure di impatto ambientale; iv) condivisione a livello regionale di un piano di identificazione e sviluppo di aree adatte a fonti rinnovabili; v) potenziamento di investimenti privati; vi) incentivazione dello sviluppo di meccanismi di accumulo di energia; vii) incentivazione di investimenti pubblico-privati nel settore.

La riforma prevede le seguenti azioni normative: i) la creazione di un quadro normativo semplificato e accessibile per gli impianti da fonti di energia rinnovabili (FER); ii) l'emanazione di una disciplina, condivisa con le Regioni e le altre Amministrazioni dello Stato interessate, volta a definire i criteri per l'individuazione delle aree e delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti di energie rinnovabili di potenza complessiva almeno pari a quello individuato dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC), per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili; iii) il completamento del meccanismo di sostegno FER anche per tecnologie non mature e l'estensione del periodo di svolgimento dell'asta (anche per tenere conto del rallentamento causato dal periodo di emergenza sanitaria), mantenendo i principi dell'accesso competitivo; iv) agevolazione normative per gli investimenti nei sistemi di stoccaggio.

L’allegato alla decisione UE rileva che la riforma prevede le seguenti azioni:

§  entrata in vigore di un quadro normativo per gli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile e per il ripotenziamento e l'ammodernamento degli impianti esistenti;

§  entrata in vigore di un quadro normativo volto a definire i criteri per l'individuazione delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti di energie rinnovabili di potenza complessiva almeno pari a 50 GW, conformemente al piano nazionale per l'energia e il clima dell'Italia e agli obiettivi del Green Deal. Il quadro normativo è concordato tra le Regioni e le altre amministrazioni dello Stato interessate;

§  completamento del meccanismo di sostegno alle fonti di energia rinnovabile, anche per tecnologie non mature o dai costi operativi elevati, ed estensione del periodo di svolgimento dell'asta per il cosiddetto meccanismo "FER 1" (anche per tenere conto del rallentamento causato dal periodo di emergenza sanitaria), mantenendo i principi dell'accesso competitivo;

§  entrata in vigore di disposizioni che promuovano gli investimenti nei sistemi di stoccaggio nel decreto legislativo di recepimento della direttiva (UE) 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica.

Il traguardo della riforma (M2C2-6) prevede l’entrata in vigore di un quadro giuridico per la semplificazione delle procedure di autorizzazione a costruire strutture per le energie rinnovabili onshore e offshore entro il primo trimestre 2024.

Il quadro giuridico deve contemplare i seguenti obiettivi:

§  creazione di un quadro normativo semplificato e accessibile per gli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile (FER) e per il ripotenziamento e l'ammodernamento degli impianti esistenti, in continuità con quanto previsto dal Decreto Semplificazioni;

§  emanazione di una disciplina, condivisa con le Regioni e le altre amministrazioni dello Stato interessate, volta a definire i criteri per l'individuazione delle aree idonee e non idonee all'installazione di impianti di energie rinnovabili di potenza complessiva almeno pari a quella individuata dal piano nazionale integrato per l'energia e il clima, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili;

§  completamento del meccanismo di sostegno alle fonti di energia rinnovabile, anche per altre tecnologie non mature o dai costi operativi elevati, ed estensione del periodo di svolgimento dell'asta per il cosiddetto meccanismo "FER 1";

§  riforma per promuovere gli investimenti nei sistemi di stoccaggio, come nel decreto legislativo di recepimento della direttiva (UE) 2019/944 relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica.

Nuova normativa per la promozione della produzione e del consumo di gas rinnovabile (M2-C2-R.1.2-7)

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La riforma intende promuovere, in coordinamento con gli strumenti esistenti per lo sviluppo del biometano nel settore dei trasporti, la produzione e l’utilizzo del biometano anche in altri settori, e nello specifico amplia la possibilità di riconversione degli impianti esistenti nel settore agricolo.

La riforma si compone di un decreto legislativo attuativo della direttiva (UE) 2018/2001 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili – RED II - (o una diversa normativa primaria) che istituirà un meccanismo atto a promuovere la produzione e il consumo di gas rinnovabile in Italia (esclusi gli usi termoelettrici). Successivamente, tramite decreto emesso dal Ministero della transizione ecologica saranno stabilire condizioni, criteri e modi di attuazione del sistema di promozione della produzione e del consumo di biometano nei settori industriale, terziario e residenziale.

La legislazione primaria sarà emanata entro la metà del 2021, seguita dal decreto attuativo entro fine anno. Nel 2022 inizieranno le riconversioni che entreranno gradualmente in funzione.

Il traguardo della riforma (M2C2-7) consiste nell’entrata in vigore – entro il quarto quadrimestre 2021 - di un decreto legislativo teso a promuovere l'uso del biometano nei trasporti, nell'industria e nel settore residenziale e di un decreto attuativo che definisca condizioni e criteri d'uso, nonché il nuovo sistema di incentivi.

Il decreto legislativo deve includere in particolare:

1. modifica legislativa per semplificare il processo di autorizzazione e modifica dell'attuale meccanismo di sovvenzioni al fine di i) ampliare l'ammissibilità, ii) prorogare il periodo di disponibilità delle sovvenzioni e iii) introdurre il meccanismo di tariffa onnicomprensiva (feed in) e la garanzia di origine per il gas rinnovabile;

2. recepimento della direttiva RED II mediante decreto legislativo;

3. coordinamento generale a opera del Ministero della Transizione ecologica (MITE), coadiuvato da altre amministrazioni con funzioni consultive: Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF), Ministero dell'Economia e delle finanze (MEF) e Gestore Servizi Energetici.

 

Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso (M5-C1-R.1.2-8, 9, 10, 11)

 

Le riforme e gli investimenti in materia di politiche del lavoro sono integrati dalla previsione di un Piano d’azione nazionale volto a rafforzare la lotta al lavoro sommerso nei diversi settori dell’economia. Il Piano comprenderà una serie di azioni, in parte già avviate, che coinvolgono gli attori rilevanti con un approccio interistituzionale, sviluppando l’approccio già utilizzato nel settore agricolo e che ha portato all’adozione del “Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022)”.

Le azioni sopra descritte si inseriscono in un contesto più generale di rafforzamento già programmato dell’Ispettorato nazionale del lavoro, quale agenzia nazionale per la vigilanza sul lavoro (è prevista nei prossimi mesi l’assunzione di circa 2.000 nuovi ispettori su un organico corrente di circa 4.500) e si affiancano a quelle previste nel Piano Triennale (2020-22) di contrasto al lavoro sommerso in agricoltura.

In particolare, nell’ambito del PNRR si provvede ad implementare una specifica linea di tale strategia volta al superamento degli insediamenti abusivi per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori, contenuta nella Componente 2 della medesima Missione 5.

Il Piano prevedrà anche indicatori di output/outcome che permettano di misurare l’efficacia delle azioni in termini di emersione di lavoro sommerso. In particolare si prevede come target di ridurre di almeno 1/3 la distanza tra il dato italiano e la media UE nell’incidenza del lavoro sommerso nell’economia.

Il traguardo di una prima riforma (M5C1-8) prevede, entro il quarto trimestre 2022, l’entrata in vigore di un piano nazionale e della tabella di marcia attuativa per la lotta al lavoro sommerso in tutti i settori economici.

Il piano nazionale deve essere basato sulla strategia generale di lotta al lavoro sommerso e sull'approccio multiagenzia già utilizzato per l'adozione del Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022). Il piano nazionale e la tabella di marcia attuativa devono comprendere almeno i seguenti elementi: I) misure volte all'affinamento delle tecniche di produzione, raccolta e condivisione tempestiva di dati granulari sul lavoro sommerso; II) l'introduzione di misure dirette e indirette per trasformare il lavoro sommerso in lavoro regolare in maniera che i benefici dall'operare nell'economia regolare superino i costi del continuare ad operare nel sommerso, ad esempio: a) misure di deterrenza, come il rafforzamento delle ispezioni e delle sanzioni, e misure preventive che promuovono il lavoro regolare, quali gli incentivi finanziari mirati, anche attraverso una revisione e una razionalizzazione di quelli esistenti; b) il rafforzamento del legame con l'occupazione e la politica sociale; III) una campagna d'informazione nazionale sul "disvalore" insito nel ricorso al lavoro sommerso, rivolta ai datori di lavoro e ai lavoratori, con il coinvolgimento attivo delle parti sociali; IV) una struttura di governance che assicuri un'efficace attuazione delle azioni; V) misure volte a superare gli insediamenti abusivi per il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura.

Un secondo traguardo (M5C1-9) prevede, entro il primo trimestre 2024, la piena attuazione delle misure incluse nel piano nazionale in linea con la tabella di marcia.

Un primo obiettivo (M5C1-10) consiste nell’incremento di almeno del 20% del numero di ispezioni rispetto al periodo 2019-2021 (nel biennio 2019-20 le ispezioni sul lavoro sono state in media circa 85.000).

Un secondo obiettivo (M5C1-11) consiste nel ridurre – entro il primo trimestre 2026 - l'incidenza del lavoro sommerso di almeno 2 punti percentuali, a seconda dei settori interessati.

Scopo principale dell'obiettivo è fissare il livello di ambizione del piano nazionale da adottare entro il 2022. In questo contesto devono essere fornite specifiche analitiche e devono essere individuati indicatori pertinenti e fattibili.

Si ricorda che le Commissioni riunite IX e XIII della Camera dei deputati hanno svolto, nella corrente legislatura, una indagine conoscitiva sul fenomeno del cosiddetto caporalato in agricoltura, approvando  il relativo documento conclusivo il 12 maggio 2021.

 

 

 


I soggetti destinatari (beneficiari) delle risorse per la tutela a valorizzazione del paesaggio rurale (M1-C3-II.2.2) – per 600 milioni di euro - sono soggetti privati che hanno la proprietà o l’uso dei beni alla data del 31 dicembre 2020. Indirettamente, ne beneficiano la popolazione residente, turisti, operatori nei campi del turismo, della cultura, dell’artigianato e dell’agricoltura.

 

La popolazione destinataria dell’investimento “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo” (M2-C1-II.2.1), per 800 milioni di euro, è composta da aziende singole e associate, organizzazioni di produttori, cooperative e consorzi, operatori di trasporto, autorità portuali, amministrazioni pubbliche, autorità locali.

 

I beneficiari della componente “Parco Agrisolare” (M2-C1-II.2.2), per 1,5 miliardi di euro, sono aziende e società del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale.

 

I soggetti destinatari dell’investimento “Innovazione e meccanizzazione nel settore agricolo ed alimentare” (M2-C1-II.2.3), per 500 milioni di euro, sono fattorie, aziende, organizzazioni di produttori e consorzi.

 

Destinatari dell’investimento Green communities (M2-C1-III.3.2), per 135 milioni di euro, sono associazioni di comuni e/o comunità montane.

 

Il target dell’investimento Sviluppo agro-voltaico (M2-C2-I.1.1), per circa 1,1 miliardi di euro, sono le aziende ed enti (cooperative, consorzi, ecc.) che intendono realizzare impianti agrovoltaici a carattere sperimentale, anche in   collaborazione con associazioni, enti pubblici, enti di ricerca.

 

Per quanto concerne i destinatari dell’investimento “Sviluppo biometano” (M2-C2-I.1.4), per 1,92 miliardi di euro, essi sono Comuni, DSO (Distribution System Operators), produttori di energia a biogas, agricoltori e diversi settori industriali. In particolare, il progetto sarà incentrato sui settori dei trasporti e dell'agricoltura e valorizzerà i settori industriale e agricolo (come quello zootecnico e lattiero-caseario).

 

Per ciò che concerne il target dell’investimento “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti” (M2-C4-IV.4.2), per 900 milioni di euro, essi sono gli utenti del servizio idrico integrato.

 

In relazione ai destinatari del progetto “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche” (M2-C4-IV.4.3), per 880 milioni di euro, questi sono individuati nel settore della produzione agricola e negli ecosistemi connessi all’acqua.

 

Con riferimento, infine, al target dell’investimento “Piani Urbani Integrati – Superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura” (M5-C2-II.2.2.a), per 200 milioni di euro, i diretti beneficiari sono le municipalità, mentre beneficiari indiretti sono i cittadini che vivono nelle municipalità beneficiarie dei sussidi.

Focus sulle dimensioni trasversali del piano in relazione alla Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica.


 


Divari territoriali

 


Le iniziative e i progetti della Missione 2 hanno un forte impatto sulla riduzione delle disuguaglianze territoriali. Nello specifico, le misure relative all’economia circolare e alla sostenibilità della filiera agroalimentare saranno uniformemente distribuite fra Nord e Sud. In maniera analoga, tutte le misure volte alla decarbonizzazione dei trasporti, alla mitigazione del rischio idrogeologico, alla riforestazione, alle bonifiche e alla difesa delle risorse idriche avranno una distribuzione equa sul territorio nazionale.

Alcune misure possono avere maggior incidenza al Sud, come per esempio la depurazione delle acque e alcuni progetti di potenziamento dell’industria nazionale in settori strategici per la produzione di energie rinnovabili e di tecnologie per il trasporto sostenibile. Anche in corrispondenza alle raccomandazioni specifiche della Commissione Europea, gli investimenti e le riforme del Piano migliorano la gestione dei rifiuti al Sud e contribuiscono a ridurre la dispersione delle risorse idriche.

Inoltre, le riforme che accompagnano il Piano contribuiscono ad aumentare la capacità di spesa delle regioni del Mezzogiorno, consentendo un maggiore assorbimento delle risorse.


 

Divari di genere



Nella Missione 2 hanno un ruolo di contrasto alle diseguaglianze di genere soprattutto le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica, compresa l’estensione del superbonus al 110 per cento agli IACP, posto che la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne.


 

Divari generazionali


 


L’impatto sui giovani, nell’ambito della Missione 2, si muove lungo due direzioni. Da un lato, per la maggiore coerenza delle politiche messe in atto dal Governo e dalle istituzioni europee con le preferenze dei ragazzi e dei giovani in cui è più forte la sensibilità per i temi legati all’ambiente. Dall’altro, la creazione di posti di lavoro nei settori di sviluppo della missione potrà, in presenza delle competenze necessarie, accrescere l’occupazione giovanile.


 


6.11 Coesione territoriale


La coesione sociale e territoriale rappresenta uno dei pilastri fondamentali su cui poggia la programmazione e il contenuto dell’intero PNRR. L’asse strategico dell’inclusione sociale, in particolare, punta a ridurre il divario di cittadinanza, a superare le diseguaglianze profonde, spesso accentuate dalla pandemia, a superare la debolezza strutturale del sistema produttivo del Sud, accompagnando il processo di convergenza tra Sud e Centro-Nord quale obiettivo di crescita economica, come più volte richiesto nelle Raccomandazioni della Commissione europea.

Il Piano sottolinea che tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma sono perseguite in tutte le missioni del Piano.

Interventi specifici per la coesione territoriale sono contenuti nella Missione 5 “Inclusione e coesione”, nell’ambito della componente 3, che mira a ridurre i divari tra le diverse aree del paese.

In particolare il riferimento è al "divario demografico e di servizi" tra zone interne/rurali, montane, periferiche e urbane, al fine di garantire gli stessi livelli di servizi essenziali e il rilancio di specifiche vocazioni produttive; al “divario nello sviluppo delle competenze", in una prospettiva di innovazione aperta che coinvolga le imprese, i centri di ricerca e le autorità pubbliche; al “divario degli investimenti" e al "divario sociale ed economico" nelle regioni meridionali.

La componente si articola in due settori d'intervento, per un complesso di risorse pari a 1,98 miliardi di euro:

§  Piano per la resilienza delle zone interne, periferiche e montane attraverso il rafforzamento delle aree interne;

§  Progetti per lo sviluppo del Sud, in cui rientrano gli investimenti per combattere la povertà nell'istruzione, il potenziamento dei beni confiscati alla criminalità organizzata e gli investimenti infrastrutturali nel potenziamento delle zone economiche speciali.

Si fa presente che a favore degli stessi interventi della componente 3 sono stanziati 2,43 miliardi di euro dal Fondo complementare. In particolare, il D.L. n. 59 del 2021, che ha approvato il Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, finanzia i seguenti investimenti complementari alla strategia della Missione 5, Componente 3 (Interventi speciali di coesione territoriale):

§  1.780 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 a favore degli interventi per le aree del terremoto del 2009 e 2016;

§  350 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026 a favore degli ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati;

§  300 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 a favore della Strategia Nazionale Aree Interne - Miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade.

Ulteriori interventi specificamente volti alla coesione territoriale, con riferimento in particolare ai territori del Sud, sono presenti anche nelle altre Missioni.

Per un approfondimento sul tema si rinvia, pertanto, al paragrafo 4.3Mezzogiorno” del presente dossier.

Di seguito si dà conto, in forma tabellare, delle risorse in milioni di euro destinate agli investimenti finalizzati al riequilibrio territoriale, rinvenibili nella Missione 5 e in altre Missioni (1, 2, 3 e 4).


Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture di comunità

M5C3-I 1.1 - 1-2

 

 

 

 

725

(sovvenzioni)

2021: 175

2022: 175

2023: 200

2024: 75

2025: 75

2026: 25




 

L'intervento mira ad agevolare la soluzione di problemi legati all'esclusione e alla marginalità sociali nelle aree interne del paese (tre quinti del territorio italiano sono classificati come zona interna), mediante l'intensificazione dell'erogazione di servizi di istruzione, salute e mobilità attraverso l'incremento di fondi per i servizi pubblici forniti dalle autorità locali (il meccanismo di erogazione consiste nella concessione di sovvenzioni ai comuni).

L’Agenzia per la coesione territoriale sarà coinvolta nel monitoraggio dei progetti.

 

I progetti finanziati possono riguardare: servizi di assistenza domiciliare per anziani; infermiere e ostetriche di comunità; potenziamento di piccoli ospedali (senza pronto soccorso) o alcuni servizi di base (es. radiologia, cardiologia, ginecologia) e ambulatoriali; infrastrutture per l'elisoccorso; rafforzamento di centri per disabili; centri di consulenza, servizi culturali, sportivi e per l'accoglienza di migranti.

Nell’allegato alla decisione UE viene precisato che l'intervento deve prevedere la creazione di nuovi servizi e infrastrutture o il miglioramento di quelli esistenti attraverso un aumento del numero di destinatari o della qualità dell'offerta entro la fine del 2022. Entro la fine del 2025 si pone l’obiettivo di fornire a 2 milioni di abitanti delle aree interne e ad almeno il 5% della popolazione del meridione (circa 900.000 abitanti) servizi e infrastrutture sociali sviluppati o migliorati.

Dei 725 milioni previsti per il potenziamento dei servizi di comunità, 500 milioni sono destinati ai comuni delle aree interne e 225 milioni ai comuni del Mezzogiorno.

Per la Strategia Nazionale per le Aree Interne, nel Piano si sottolinea che il contributo del PNRR alla Strategia è “complementare a un’azione più ampia e organica che, coinvolgendo le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), mobiliterà 2,1 miliardi di euro nei prossimi 5 anni”.

Per la SNAI, il Fondo complementare stanzia 300 milioni, destinati al miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade nelle aree interne

Aree interne – Strutture sanitarie di prossimità territoriale

M5C3-I 1.2 - 3-4

 

100

(sovvenzioni)

2023: 25

2024: 25

2025: 25

2026: 25

 

L'intervento mira a consolidare le farmacie rurali convenzionate rendendole strutture in grado di erogare servizi sanitari territoriali nei centri con meno di 3.000 abitanti.

 

Nell’allegato alla decisione UE viene indicato che ci si aspetta che queste farmacie rafforzino il loro ruolo: partecipando al servizio integrato di assistenza domiciliare; fornendo prestazioni di secondo livello, attraverso percorsi diagnostico-terapeutici previsti per patologie specifiche; erogando farmaci che il paziente è ora costretto a ritirare in ospedale; monitorando pazienti con la cartella clinica elettronica e il fascicolo farmaceutico.

L’obiettivo è di consolidare almeno 2.000 farmacie rurali in comuni di aree interne con meno di 3.000 abitanti, entro il secondo trimestre del 2026 (500 farmacie rurali entro il quarto trimestre del 2023)

Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie

M5C3-I 2 - 5-6-7

300

(sovvenzioni)

 

2023: 75

2024: 75

2025: 75

2026: 75

L'investimento mira ad attuare la Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati. La misura deve promuovere lo sviluppo economico, sociale e civile delle zone colpite dalla criminalità organizzata prevedendo la riqualificazione di beni confiscati alle mafie. Mediante la riqualificazione a favore della comunità e un uso più efficace ed efficiente dei beni confiscati per fini economici, sociali ed istituzionali il progetto deve creare le condizioni per un'economia di mercato trasparente. Allo stesso tempo ci si attende che il progetto garantisca maggiori opportunità di benessere e di occupazione nelle regioni dell'Italia meridionale, nel rispetto della legalità e della giustizia sociale.

 

L’obiettivo, come specificato nell’Allegato alla decisione UE, è di valorizzare almeno 200 beni confiscati alle mafie entro la prima metà del 2026 (almeno 100 entro la metà del 2025).

La valorizzazione dei beni confiscati deve essere orientata a uno dei seguenti scopi: creazione di strutture, residenze sociali/sanitarie, centri diurni, coabitazione sociale a sostegno dell'alloggio/inclusione sociale delle persone che vivono in condizioni di esclusione (individui a rischio povertà, senza fissa dimora, vittime di violenza, anziani, persone con disabilità, Rom); riqualificazione di spazi pubblici volta a migliorare i servizi sociali per i cittadini (asili nido, centri ricreativi, servizi socio-educativi per la prima infanzia, centri diurni per minori, palestre, laboratori); creazione di spazi di incontro socioculturale per i giovani gestiti da associazioni di volontariato (biblioteche, spazi per musica e altre attività comunitarie); utilizzo di beni come caserme, stazioni di polizia, sedi di protezione civile per promuovere la legalità e la sicurezza territoriale. Questo investimento è sinergico con altri fondi dell'UE. Gli interventi sui beni confiscati saranno aggiudicati mediante notifica di appalti pubblici.

L'elenco dei beni che possono essere ristrutturati è disponibile sul sito web dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, https://www.benisequestraticonfiscati.it/.

Interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore

M5C3-I 3 - 8-9

220

(sovvenzioni)

 

2021: 50

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 20

 

La misura mira a promuovere il Terzo Settore nelle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e a fornire servizi socio-educativi ai minori in relazione alle disposizioni dell'accordo di partenariato per il periodo di programmazione 2021-2027 delle politiche europee di coesione.

 

L’obiettivo è di fornire servizi socioeducativi ad almeno 44.000 minori entro la prima metà del 2026 (ad almeno 20.000 minori entro la metà del 2023).

Nell’Allegato alla decisione UE viene specificato che gli interventi socioeducativi volti a combattere la povertà educativa e sostenere il terzo settore devono riguardare i seguenti ambiti:

§  interventi a favore di minori nella fascia 0-6 anni volti a migliorare le condizioni di accesso ai servizi di asili nido e di scuola materna e a sostenere la genitorialità;

§  interventi per minori nella fascia 5-10 anni volti a garantire effettive opportunità educative e una precoce prevenzione dell'abbandono scolastico, del bullismo e di altri fenomeni di disagio;

§  interventi per minori nella fascia 11-17 anni volti a migliorare l'offerta di istruzione e a prevenire il fenomeno dell'abbandono scolastico.

Per questi interventi deve essere garantito che le offerte rispettino i seguenti elementi chiave:

§  gli avvisi pubblici devono avere un valore di 50.000.000 euro ciascuno

§  i progetti degli enti del Terzo Settore devono avere una durata di almeno un anno e fino a un massimo di due

§  le azioni devono avere luogo in Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La misura è già stata attivata con risorse nazionali: il primo avviso pubblico si è concluso il 1º febbraio 2021 e sono state presentate 648 domande.

Investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali (ZES) M5C3-I 4 - 11-13

630

(prestiti)

 

2021: 8,4

2022: 84,5

2023: 174

2024: 188,8

2025: 121,9

2026: 52,5

 

Gli interventi mirano a favorire la competitività e lo sviluppo economico delle ZES attraverso urbanizzazioni primarie e il collegamento di tali aree con le reti stradali e ferroviarie, in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T), al fine di rendere efficace l’attuazione delle ZES.

Gli investimenti infrastrutturali riguardino i collegamenti dell'ultimo miglio con porti o aree industriali; la digitalizzazione della logistica, urbanizzazioni o lavori di efficientamento energetico; il rafforzamento della resilienza dei porti.

La supervisione generale delle tappe fondamentali di ciascun progetto è affidata all'Agenzia per la coesione territoriale, con il supporto tecnico del MIMS.

Un primo traguardo contempla l’entrata in vigore, entro il 2021, dei d.m. di approvazione del piano operativo per le otto ZES, con l’assegnazione delle risorse ai soggetti responsabili dell'attuazione e la definizione delle condizioni specifiche per evitare qualsiasi impatto ambientale degli interventi.

.

Gli investimenti infrastrutturali riguardano in particolare:

ZES Regione Campania: porto di Salerno e aree industriali di Uffita, Marcianise, Battipaglia e Nola (136 mln);

ZES Regione Calabria: porti di Gioia Tauro, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, nonché interventi infrastrutturali per l'accessibilità a Gioia Tauro e l'ammodernamento di alcune stazioni ferroviarie strategiche (111,7 mln);

ZES Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata: Porto di Taranto e aree industriali di Taranto, Potenza e Matera (108,1 mln);

ZES Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise: porto di Manfredonia e aree industriali di Brindisi, Lecce e Manfredonia (89,1 mln);

ZES Sicilia occidentale: porti di Termini Imerese e Trapani (56,8 mln);

ZES Sicilia orientale: Porti di Augusta, Riporto, Sant'Agata di Mitello e Gela e interporto di Catania (52,2 mln);

ZES Regione Abruzzo: porti di Vasto e Ortona e aree industriali di Saletti e Manoppello (rete TEN-T globale) (62,9 mln);

ZES Regione Sardegna (in fase di approvazione): porto di Cagliari (10 mln).

Come specificato nell’Allegato alla decisione UE (pag. 493-497), i lavori devono essere iniziati entro il 2023 (comprovati dal certificato di inizio lavori) per almeno 22 interventi per collegamenti dell'ultimo miglio con porti o aree industriali delle ZES; per almeno 15 interventi di digitalizzazione della logistica, urbanizzazioni o lavori di efficientamento energetico nelle stesse aree; per quattro interventi di rafforzamento della resilienza dei porti.

Il completamento degli interventi deve essere realizzato entro la metà del 2026

Competenze digitali di base M1C1-I 1.7 – 24, 28

200

(sovvenzioni)

2021: 16

2022: 73

2023: 79

2024: 27

 

L’investimento mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini anche al fine di superare il digital divide. I centri di facilitazione digitale (per i quali sono stanziati 135 milioni) sono punti di accesso fisico che forniscono a tutti i cittadini una formazione in materia di competenze digitale con un’assistenza personalizzata.

 

La diffusione dei centri di facilitazione digitale si baserà sulla percentuale di popolazione che non possiede ancora competenze digitali di base. Su 3.000 centri, circa 1.200 saranno concentrati nel Sud Italia.

L’obiettivo è di coinvolgere almeno 2 milioni di cittadini nelle iniziative di formazione erogate dai centri di facilitazione digitale. Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Digitalizzazione”.

Mobilità come servizio per l’Italia

M1C1 - I 1.4.6 - 23

40

(Sovvenzioni)

di cui:

2021: 0,7

2022: 0,5

2023: 10

2024: 24,6

2025: 3

2026: 1,2

 

 

L’obiettivo è di fornire agli utenti un'esperienza di mobilità integrata dalla pianificazione del viaggio alla effettuazione dei pagamenti attraverso la combinazione di più modalità di trasporto (ad esempio autobus, metropolitana, e-bike).

Per ulteriori dettagli sull’intervento si rinvia alle pagg. 425-426 dell’Allegato al PNRR.

 

 

Timeline: dal terzo trimestre 2021 al secondo trimestre 2026

Le milestones indicano nel quarto trimestre del 2023 il lancio dei primi 3 progetti pilota finalizzati alla sperimentazione di soluzioni Mobility as a Service (MaaS) nelle città metropolitane tecnologicamente avanzate.

La seconda milestone prevede al primo trimestre 2025 il lancio degli altri 7 progetti pilota (pag. 33 dell’allegato alla decisione UE).

L’Allegato alla decisione UE indica che il 40% dei progetti pilota deve essere svolto nel Sud.

I 40 milioni sono così suddivisi:

a) 16 per progetti pilota di cui la massima parte destinata al progetto relativo alla mobilità cooperativa, connessa;

b) 8,7 per lo sviluppo centrale della condivisione dei dati e delle strutture di deposito;

c) 15 per l'aggiornamento tecnologico degli operatori di trasporto.

Reti ultraveloci (banda ultra-larga e 5G). Isole minori connesse

M1C2-I 3.5 -19

60,5

(prestiti)

2021: 16,5

2022: 22

2023: 22

L’intervento è diretto a dotare 18 isole minori di un collegamento sottomarino (backhauling) in fibra ottica, entro il 2023.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti per le infrastrutture digitali”.

Competitività e resilienza delle filiere produttive

M1C2-I 5.2 – 28-29

750

(prestiti)

2022: 70

2023: 70

2024: 170

2025: 170

2026: 270

Si tratta di un sostegno finanziario agli investimenti (contributi e prestiti agevolati) attraverso lo strumento dei contratti di sviluppo, operativo dal 2012. Questo strumento mira a finanziare investimenti strategici, innovativi e progetti di filiera, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno ed è coerente con la normativa riguardante gli aiuti di Stato.

Il contratto di sviluppo è uno dei principali strumenti di "PON Imprese e competitività", finanziato con risorse provenienti dalle politiche di coesione dell'UE. Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Competitività nel sistema produttivo”.

L’obiettivo o di arrivare alla firma di almeno 40 contratti di sviluppo, in linea con la loro politica di investimento, entro il 2023.

Realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti

M2C1-I 1.1 - 14, 15, 15bis, 15ter, 15quater, 16, 16bis, 16ter

1.500

(prestiti)

 

2022: 50

2023: 200

2024: 400

2025: 400

2026: 450

 

L’investimento prevede il miglioramento della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, la realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclaggio di rifiuti organici, multimateriale, vetro, imballaggi in carta e la costruzione di impianti innovativi per particolari flussi. Gli investimenti proposti mirano a colmare i divari di gestione dei rifiuti tra le diverse regioni e aree del territorio nazionale, con l'obiettivo di recuperare i ritardi per raggiungere gli attuali e nuovi obiettivi previsti dalla normativa europea e nazionale (es. 65 per cento di raccolta differenziata al 2035, max 10 per cento di rifiuti in discarica, di riutilizzo, recupero, ecc.).

Poiché la dotazione impiantistica è soprattutto carente nel Centro-Sud, gli investimenti proposti sono focalizzati per circa il 60% nei comuni del Centro-Sud.

Secondo quanto precisato nell’allegato alla decisione UE, gli interventi non devono comprendere investimenti in discariche, impianti di smaltimento, impianti di trattamento meccanico/biologico meccanico o inceneritori, conformemente al principio "non arrecare un danno significativo".

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Economia circolare”.

Progetti “faro” di economia circolare

M2C1- I .1.2 -14, 17-17decies

600

(prestiti)

 

2022: 50

2023: 100

2024: 100

2025: 200

2026: 150

 

L'obiettivo è quello di potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo contribuendo al raggiungimento dei seguenti target: 55% di riciclo di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE); 85% di riciclo nell’industria della carta e del cartone; 65% di riciclo dei rifiuti plastici (con riciclaggio meccanico, chimico, “Plastic Hubs”); 100% di recupero nel settore tessile (con "Textile Hubs").

A sostegno della misura e per il raggiungimento degli obiettivi verrà sviluppato un sistema di monitoraggio sul territorio nazionale che consentirà di affrontare tematiche di “scarichi illegali” attraverso l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di intelligenza artificiale (v. M2-C4.1-I.1.1).

Tra i criteri di ammissibilità dei progetti si specificherà che il 60% delle risorse sarà assegnato alla zona Centro-Sud.

Nell’allegato alla decisione UE vengono indicati i traguardi da conseguire entro il 2025, consistenti nel raggiungimento di una serie di obiettivi di riciclaggio e nell’entrata in vigore della raccolta differenziata per le frazioni di rifiuti domestici pericolosi e i prodotti tessili, conformemente al piano d'azione per l'economia circolare.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Economia circolare”.

Rafforzamento smart grid

M2C2- I 2.1 – 8-11

3.610

(prestiti)

 

2022: 217

2023: 386

2024: 895

2025: 1.093

2026: 1.019

L'obiettivo è digitalizzare le infrastrutture di rete per abilitare e accogliere l'aumento di produzione da fonti rinnovabili. Due le linee progettuali:

·       incrementare la capacità di rete di ospitare ed integrare ulteriore generazione distribuita da FER per 4.000 MW, anche tramite realizzazione di interventi di smart grid su 115 sottostazioni primarie (negli allegati sono indicate 75 Smart Primary Substations).;

·       aumentare capacità e potenza a disposizione delle utenze per favorire l’elettrificazione dei consumi energetici di almeno 1,5 milioni di abitanti (es. mobilità elettrica, riscaldamento con pompe di calore).

Gli interventi saranno attuati per circa il 40% nelle regioni del Sud Italia (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia) e contribuiranno ad aumentare la coesione sociale ed economica del Paese.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Energia”.

Produzione di idrogeno in aree industriali dismesse

M2C2- I 3.1 – 48-49

500

(prestiti)

 

2023: 65

2024: 134

2025: 134

2026: 167

Promuovere la produzione locale e l'uso di idrogeno nell'industria e nel trasporto locale, con la creazione delle cosiddette hydrogen valleys, aree industriali con economia in parte basata su idrogeno.

Sarà data priorità alle aree collocate nel Sud del Paese per almeno il 50% dei progetti.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Energia”.

Rafforzamento mobilità ciclistica

M2C2 - I.4.1 – 22-24

600

(sovvenzioni)

 

2022: 130

2023: 225

2024: 100

2025: 80

2026: 65

Realizzazione e manutenzione di reti ciclabili in ambito urbano, metropolitano, regionale e nazionale (piano nazionale delle ciclovie), sia con scopi turistici o ricreativi, sia per favorire gli spostamenti quotidiani e l’intermodalità, garantendo la sicurezza.

Si prevede la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e di circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche.

La misura ha anche l’obiettivo di migliorare la coesione sociale a livello nazionale, con il 50 per cento delle risorse destinate alla Regioni del Sud.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Mobilità sostenibile e TPL”.

Rinnovo del parco ferroviario regionale per il trasporto pubblico con treni alimentati con combustibili puliti e servizio universale

M2C2- I. 4.4.2 – 33, 34bis, 35bis

800

(prestiti)

2022: 172

2023: 185

2024: 185

2025: 172

2026: 86

Obiettivo della misura è il rinnovo della flotta dei treni per trasporto regionale e intercity per ridurre l'età media del parco rotabile regionale tramite l'acquisto di unità a propulsione elettrica e a idrogeno.

Per quanta riguarda il servizio universitario, il nuovo materiale rotabile sarà destinato alle regioni del Sud, in particolare Sicilia, Calabria e Linea Adriatica.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Mobilità sostenibile e TPL”.

Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico

M2C4 - I.4.1 – 27-29

2.000

(prestiti):

 

2020:40

2021: 170

2022: 170

2023: 190

2024: 400

2025: 430

2026: 600

L’investimento mira a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e delle grandi aree irrigue; l’adeguamento e mantenimento della sicurezza delle opere strutturali; una maggiore resilienza delle infrastrutture, anche in un'ottica di adattamento ai cambiamenti climatici. Sono finanziati investimenti in 75 progetti di manutenzione straordinaria e nel potenziamento e completamento delle infrastrutture di derivazione, stoccaggio e fornitura primaria.

Gli interventi copriranno l'intero territorio nazionale, con in particolare il completamento di grandi impianti incompiuti principalmente nel Mezzogiorno. Si stima che una percentuale di circa il 45-50 % delle risorse sia destinata alle regioni meridionali.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Acqua e territorio”.

Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti

M2C4- I.4.2 – 30-33

900

(prestiti)

 

2022: 50

2023: 50

2024: 200

2025: 250

2026: 350

Il progetto è rivolto prioritariamente a una riduzione delle perdite nelle reti per l'acqua potabile, anche attraverso la digitalizzazione delle reti, per favorire una gestione ottimale delle risorse idriche, ridurre gli sprechi e limitare le inefficienze.

Gli investimenti saranno distribuiti in tutte le regioni italiane. Si stima che una percentuale di circa il 45-50 % delle risorse sia destinata alle regioni meridionali.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Acqua e territorio”.

Collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci

M3C1- I.1.1 - 3-6

4.640

(prestiti)

 

Gli investimenti proposti nella rete ad Alta Velocità permetteranno lo sviluppo dei servizi ferroviari passeggeri e merci a lunga percorrenza, coerentemente con le esigenze di connettività delle Regioni meridionali. Gli interventi proposti saranno integrati con i sistemi di trasporto regionali, alimentando il sistema dei collegamenti ad Alta Velocità a livello nazionale.

In particolare sono coinvolte le tratte Napoli-Bari (1,4 mld): dal 2020 al 2026; Palermo-Catania-Messina (1,44 mld): dal 2020 al 2026;

Salerno-Reggio Calabria (1,8 mld): dal 2021 al 2026.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Connessioni diagonali

M3C1- I.1.3 – 10-11

1.580

(prestiti)

 

Miglioramento della connettività trasversale attraverso linee diagonali ad alta velocità nel Centro-Sud del Paese per ridurre i tempi di percorrenza per i passeggeri e di trasporto delle merci dall'Adriatico e dallo Ionio al Tirreno, attraverso il miglioramento della velocità, della frequenza e della capacità delle linee ferroviarie diagonali esistenti.

Le tratte coinvolte sono:

Roma-Pescara (620 mln) dal 2021 al 2026

Orte-Falconara (510 mln) dal 2021 al 2026

Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia (450 mln) dal 2020 al 2026.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Potenziamento delle linee regionali

M3C1- I.1.6 - 18

936

(prestiti)

 

2021: 22

2022: 30

2023: 58

2024: 254

2025: 287

2026: 285

Si intende potenziare e rafforzare le linee ferroviarie regionali (interconnesse o meno alla rete infrastrutturale ferroviaria nazionale), sostenendone anche il collegamento e l’integrazione con la rete nazionale ad Alta Velocità, in particolare nelle Regioni del Mezzogiorno.

Campania:

§  (VAE): Rafforzamento e modernizzazione della linea Annullo-Benevento;

Puglia:

§  Linea Bari-Bitritto;

§  Ferrovie del Sud Est (FSE): adeguamento infrastrutturale della linea Bari-Taranto;

§  FSE: Completamento apparecchiature SCMT/ERTMS sulla rete;

§  FSE: Realizzazione di hub intermodali e potenziamento di 20 stazioni;

Calabria:

§  Rosarno-S. Linea Ferdinando.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Potenziamento, elettrificazione e aumento della resilienza delle ferrovie nel Sud

M3C1- I.1.7 - 17

2.400

(prestiti)

2020: 41

2021: 147

2022: 187

2023: 217

2024: 506

2025: 565

2026: 736

Si prevedono interventi specifici per potenziare la rete ferroviaria in diversi punti critici del Sud (Molise, Puglia, Calabria, Basilicata, Campania, Sicilia e Sardegna), al fine di aumentare la competitività e la connettività del sistema logistico intermodale e per migliorare l’accessibilità ferroviaria di diverse aree urbane del Mezzogiorno, nonché per realizzare gli interventi di ultimo miglio ferroviario per la connessione di porti (Taranto e Augusta) e aeroporti (Salerno, Olbia, Alghero, Trapani e Brindisi).

Cfr. Allegato alla decisione UE (pag. 348-349).

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

Miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud

M3C1- I.1.8 -19-20

700

(prestiti)

 

2021: 21

2022: 64

2023: 103

2024: 195

2025: 192

2026: 126

Investimenti per riqualificare le stazioni ferroviarie nel Sud, migliorare la funzionalità dei loro edifici, la qualità dei servizi forniti agli utenti, i livelli di efficienza energetica e lo sviluppo dell'intermodalità ferro-gomma.

 

Sono inclusi i seguenti interventi:

§  Nodi urbani e linee metropolitane (8 stazioni): progetti che mirano allo sviluppo, alla riqualificazione, all'accessibilità e all'efficientamento energetico di stazioni e nodi ferroviari (Villa S. Giovanni, Messina Centrale e Messina Marittima, Benevento, Caserta, Bari, Taranto, Lecce, Crotone) e di fermate di linee metropolitane (stazioni della linea L2 della metropolitana di Napoli e la nuova fermata di S. Maria di Settimo - Montalto Uffugo)

§  interventi relativi a 30 stazioni di importanza strategica dal punto di vista trasportistico e/o turistico, descritte come stazioni del circuito Easy&Smart, tra cui Pescara, Potenza, Barletta, Lamezia Terme, Cosenza, Reggio Calabria Lido, Sapri, Oristano, Palermo Notarbartolo, Milazzo, Marsala e Siracusa;

§  interventi analoghi su stazioni di piccole e medie dimensioni (10 stazioni).

§  Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Investimenti Rete ferroviaria”.

IPCEI

M4C2 - I. 2.110-12, 22

1.500

(prestiti)

 

2021:100

2022: 200

2023: 250

2024: 500

2025: 450

Integrare l’attuale fondo IPCEI - Important Projects of Common European Interest, per la realizzazione di importanti progetti di comune interesse europeo.

 

Dell’importo di 1,5 miliardi, il 90% sarà destinato al Sud Italia, il 10% al Centro-Nord. 

Allo stato, l’Italia ha preso parte a 3 IPCEI, due sulle batterie e l'altro sulla Microelettronica, quest’ultimo finalizzato in prevalenza al settore automotive. I soggetti destinatari sono i centri di ricerca e le imprese.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Energia”.

Orientamento attivo nella transizione scuola-università

M4C1- I.1.6 - 24

250

(sovvenzioni)

 

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026: 50

La misura prevede l’organizzazione di 50.000 corsi brevi, erogati da docenti universitari e insegnanti, destinati a 1 milione di studenti a partire dal terzo anno della scuola secondaria di secondo grado. Si prevede la stipula di 6.000 accordi scuola-università.

L'investimento contribuisce alla qualificazione del sistema educativo attraverso un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere.

Data l'attuale distribuzione degli studenti nel paese, questa iniziativa distribuirà circa il 38,7% delle risorse nelle regioni meridionali e nelle isole.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Borse di studio per l'accesso all'università

M4C1- I.1.7 – 2, 11, 15

500

(sovvenzioni)

 

2022: 166

2023: 167

2024: 167

Si prevede di aumentare di € 700 in media l’importo delle borse di studio, arrivando così ad un valore di circa € 4.000 per studente e di estendere le stesse a una quota più ampia di studenti.

Questo investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, alle quali (isole comprese) sarà destinato il 30% delle risorse.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Estensione del numero di dottorati di ricerca e dottorati innovativi per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale

M4C1 - I. 4.1 -12

432

(sovvenzioni)

 

2022: 144

2023: 144

2024: 144

L’obiettivo è aumentare di 3.600 unità i dottorati di ricerca attivando tre cicli a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio.

Inoltre, allo scopo di aumentare l’efficacia delle azioni delle Amministrazioni pubbliche, si prevedono, 3.000 nuovi dottorati innovativi, attivando tre cicli dal 2021, ciascuno dotato di 1.000 borse di studio.

Si prevede anche, in collaborazione con il Ministero della cultura, il finanziamento di cicli di dottorato destinati all’efficientamento della gestione e dello sviluppo del patrimonio culturale del Paese. Per contribuire al raggiungimento di tale obiettivo sono previste 600 borse di dottorato.

L'iniziativa avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, attualmente con la percentuale più bassa di dottorandi. Almeno il 30% delle risorse dovrebbe infatti essere distribuito nel Sud e nelle isole.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Didattica e competenze universitarie avanzate

M4C1- I. 3.4 - 23

500

(sovvenzioni)

 

2022: 150

2023: 200

2024: 50

2025: 50

2026: 50

Si intende qualificare e innovare i percorsi universitari, finanziando le seguenti iniziative: iscrizione, nell’arco di 3 anni, di 500 dottorandi a programmi dedicati alle transizioni digitale e ambientale; creazione di 3 Teaching and Learning Centres (TLC) per migliorare le competenze di insegnamento dei docenti nelle università e degli insegnanti nelle scuole; creazione di 3 Digital Education Hubs (DEH) per migliorare la capacità del sistema di istruzione superiore di offrire istruzione digitale a studenti e lavoratori universitari; rafforzamento delle scuole universitarie superiori; realizzazione di 10 iniziative educative transnazionali; sostegno a 5 progetti di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM.

L'investimento è collegato ad altri investimenti nell'ambito della componente 2 della missione 4 e avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali. In particolare: il 30% degli studenti di dottorato dovrebbe essere iscritto dalle università dell'Italia meridionale e delle isole; uno dei tre TLC e uno dei 3 DEH saranno stabiliti nelle regioni meridionali; almeno una delle iniziative di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM sarà promossa dalle istituzioni dell'Italia meridionale.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

Partenariati – Horizon Europe

M4C2 - I. 2.2 - 2

200

(sovvenzioni)

 

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

L’obiettivo è di sostenere progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la partecipazione ai partenariati nel quadro del programma Horizon Europe. In particolare, il sostegno si focalizzerà sui seguenti partenariati: Calcolo ad alte prestazioni; Tecnologie digitali chiave; Transizione all'energia pulita; Oceani blu - un'economia blu climaticamente neutra, sostenibile e produttiva; PMI innovative.

L’intento è di favorire la partecipazione di programmi o progetti nelle linee di finanziamento aperte dall’Unione europea aventi ad oggetto obiettivi di interesse per la competitività del Paese.

L’80% dell’ammontare del finanziamento è destinato al Mezzogiorno e il 20 al Centro-Nord.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Competitività nel sistema produttivo”.

Finanziamento di start –up

M4C2 - I. 3.2 – 20-21

300

(prestiti)

 

2022: 25

2023: 50

2024: 75

2025: 75

2026: 75

La misura è finalizzata ad integrare le risorse del Fondo nazionale per l’innovazione, lo strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti per sostenere lo sviluppo del venture capital in Italia. Attraverso questa iniziativa sarà possibile ampliare la platea di imprese innovative beneficiarie del Fondo. L’investimento consentirà di sostenere 250 piccole e medie imprese innovative con investimenti per 700 milioni di euro (partecipazione media pari a 1,2 milioni di euro).

Si stima che la suddivisione dello stanziamento andrà per il 73% al Centro- Nord e per il 27% al Mezzogiorno, tenuto conto degli attuali andamenti dei ventures capital.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Competitività nel sistema produttivo”.

 

 

 


Agli interventi sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

RIFORMA

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Semplificazione delle procedure e rafforzamento dei poteri del Commissario nelle Zone Economiche Speciali (ZES)

M5C3-R 1 - 10

--

La riforma punta a semplificare la governance delle ZES e a velocizzare la realizzazione degli interventi, nonché a favorire l’insediamento di nuove imprese.

 

La riforma, che verrà completata entro il quarto trimestre del 2021, riguarderà il rafforzamento dei poteri del Commissario che avrà la titolarità del procedimento di autorizzazione unica e sarà l’interlocutore principale per gli attori economici interessati a investire sul territorio di riferimento (pag. 492-493 dell’allegato alla decisione UE).

Per semplificare e unificare le procedure amministrative di insediamento delle imprese si istituirà il cd. “Digital One stop Shop ZES”, lo sportello unico digitale per le Zone Economiche Speciali.

Semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno (Riforma abilitante)

 

Nel testo del PNRR del 30 aprile, tra le riforme abilitanti (p. 68), si prevede la revisione delle norme sugli investimenti e gli interventi nel Mezzogiorno, tenendo conto dei negoziati in corso sulla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionali. L’intervento riformatore va collegato con la riforma di riordino normativo di tutte le incentivazioni alle imprese, che richiede un apposito provvedimento legislativo.

Nell’allegato alla decisione UE tale riforma non è contemplata.

Ai fini della riforma, si prevede la costituzione di una commissione interministeriale per la predisposizione di uno schema di disegno di legge in materia di incentivazione alle imprese, con particolare riferimento alle attività economiche ubicate nel Mezzogiorno d’Italia, che sarà insediata presso la Presidenza del Consiglio entro il 30 giugno 2021. La presentazione del disegno di legge alle Camere è prevista entro il 30 settembre 2021.

La commissione interministeriale è stata istituita con decreto del Ministro per il Sud e la coesione territoriale del 30 giugno 2021. Entro il prossimo 10 settembre si prevede che la Commissione presenti una relazione sull'esito dei lavori svolti e uno schema di disegno di legge volto proprio a semplificare gli incentivi alle imprese, in particolare a quelle presenti nel Mezzogiorno.

Accesso e reclutamento P.A.

M1C1-R.1.9 - 53

 

--

Snellire e rendere più efficaci e mirate le procedure di selezione del personale, nonché favorire il ricambio generazionale.

Il Piano stima che le misure relative a questa riforma possano essere operative entro il 2021.

Fase intermedia: Entrata in servizio di 2.800 tecnici per rafforzare le amministrazioni pubbliche del Sud e garantire l'assorbimento degli investimenti.

In tale contesto, si riferisce che il 6 aprile 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale l'invito al concorso per la coesione per l'assunzione di 2.800 unità con profilo tecnico per le 8 amministrazioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Il concorso per la coesione è promosso dal Ministero per la coesione territoriale, di concerto con il Ministero della pubblica amministrazione e con il Ministro dell'economia e delle finanze, e ha l'obiettivo di rafforzare il capitale umano coinvolto nella pianificazione e nella spesa dei fondi europei e nazionali.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Accesso del personale nella PA”.

Alloggi per gli studenti e riforma della legislazione sugli alloggi per studenti

M4C1- R. 1.7 – 27-30

960

(prestiti)

 

2022: 40

2023: 160

2024: 320

2025: 280

2026: 160

Si intende incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura anticipata, da parte del MUR, degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. L’obiettivo è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40.000 a oltre 100.000 entro il 2026.

La riforma completa dovrebbe intervenire entro la fine del 2022.

L’investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali. L'aumento della borsa di studio interesserà il 30% delle risorse nelle regioni meridionali e nelle isole.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al capitolo “Istruzione”.

 

 

 


La definizione ed esecuzione dei progetti a valenza sociale e territoriale della Missione 5 vede il coinvolgimento, in prima battuta, degli enti locali (comuni) e, in particolare delle aree metropolitane, dove le condizioni di disagio sociale e di vulnerabilità sono più diffuse. Il coinvolgimento degli enti locali è peraltro fondamentale – si sottolinea nel Piano - per assicurare il finanziamento a regime dei nuovi servizi forniti, destinato ad essere rafforzato nel corso della programmazione del bilancio dello Stato dei prossimi anni. Nell’implementazione delle misure, in particolare per gli interventi concernenti la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie e per gli interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo Settore, sarà coinvolta anche l’Agenzia per la Coesione Territoriale.


 


6.12 Ricerca di base


Per l’ambito Ricerca di base, le risorse del PNRR finanziano investimenti presenti nella componente 2 della Missione 4. Si tratta, complessivamente, di € 9.090 mln disponibili per gli anni dal 2021 al 2026.

Delle risorse indicate, € 1.200 mln sono a fondo perduto, mentre € 7.890 mln rappresentano prestiti.

 

Alle risorse sopra indicate si sommano € 300 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

Ulteriori risorse – pari a € 480 mln provenienti dal React-EU, che riguarda gli anni 2021 e 2022, e € 200 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei – sono destinate, sempre nell’ambito della componente 2 della Missione 4, a un investimento – denominato “Dottorati di ricerca e ricercatori ‘verdi’ e innovazione” – in corrispondenza del quale, tuttavia, non sono previste risorse del PNRR.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR destinate ai singoli investimenti presenti nella componente 2 della Missione 4:

 

 


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Fondo per il Programma Nazionale Ricerca (PNR) e progetti di Ricerca di Significativo Interesse Nazionale (PRIN)
(M4C2-I 1.1-5-7)

1.800, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 300

2022: 300

2023: 300

2024: 900

Il Fondo è finalizzato a rafforzare le misure di sostegno alla ricerca scientifica indicate nel Programma nazionale per la ricerca (PNR) 2021–2027.

Saranno anche finanziati Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN), di durata triennale che, per la loro complessità e natura, richiedono la collaborazione di unità di ricerca appartenenti ad università ed enti di ricerca. I progetti finanziati - che intendono promuovere attività di ricerca curiosity driven - sono selezionati sulla base della qualità del profilo scientifico dei responsabili, nonché dell'originalità, dell'adeguatezza metodologica, dell'impatto e della fattibilità del progetto di ricerca.

L’investimento finanzierà, fino al 2026, 5.350 progetti.

L’investimento, gestito dal MUR, sarà indirizzato principalmente a:

i) Sostenere le attività di ricerca curiosity-driven nei tre macrosettori del Consiglio europeo della ricerca (CER) (ossia, LS-Scienze della vita, PE-Matematica, scienze fisiche, informazione e comunicazione, ingegneria, scienze della terra e dell'universo e SH-Scienze sociali e umanistiche), incoraggiando l'interazione sinergica tra università e istituti nazionali di ricerca. I progetti avranno una durata massima di 36 mesi e potrebbero coinvolgere fino a 5 unità di ricerca. Il finanziamento massimo assegnato a ciascun progetto sarà di € 2,0 mln;

ii) Sostenere il rinnovo del finanziamento di progetti selezionati sulla base della qualità scientifica, del contesto territoriale e degli indicatori di impatto previsti a lungo termine. Questa strategia garantisce la continuità delle linee di ricerca strategiche fino a 6 anni (3+2 o 3+3). Il rinnovo del finanziamento durerà al massimo 36 mesi per i progetti ammessi al finanziamento nell'ambito dell'invito del 2021 e un massimo di 24 mesi per gli inviti del 2022. Il finanziamento massimo assegnato a ciascun progetto sarà di € 1,5 mln;

iii) Sostenere le attività di ricerca su temi strategici emergenti, quali sostenibilità e protezione delle risorse naturali, economia circolare, protezione e qualità dell'ambiente, biodiversità, servizi ecosistemici, benessere umano. I progetti avranno una durata massima di 48 mesi e potrebbero coinvolgere fino a 5 unità di ricerca. Il finanziamento massimo assegnato a ciascun progetto sarà di € 2,0 mln.

Le priorità di ricerca affrontate con i progetti di ricerca PRIN riguardano i 6 principali ambiti di intervento del PNR, che riflettono i 6 cluster del Programma quadro europeo di ricerca e innovazione 2021-2027 (i) salute; ii) cultura umanistica, creatività, trasformazioni sociali, una società dell’inclusione; iii) sicurezza per i sistemi sociali; iv) digitale, industria, aerospaziale; clima, energia, mobilità sostenibile; v) prodotti alimentari, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura, ambiente).

La selezione dei progetti PRIN da finanziare avviene attraverso un processo di valutazione effettuato da 3 comitati, uno per ciascuno dei macrosettori del CER. Tra il 2021 e il 2024 saranno programmati 4 inviti a presentare progetti (l'invito 2021 è già stato aperto e la procedura di selezione è in corso).

Gli inviti disporranno di risorse specifiche per affrontare i divari di genere o territoriali del paese. Inoltre, una parte delle risorse sarà destinata a progetti multidisciplinari.

L'iniziativa non costituisce un aiuto di Stato.

Traguardi:

T4-2023: Aggiudicazione di almeno 3150 progetti di ricerca PRIN in linea con le priorità del PNR, assegnati ad università ed enti di ricerca.

T2-2025: Aggiudicazione di almeno 5350 progetti di ricerca PRIN in linea con le priorità del PNR, assegnati ad università ed enti di ricerca, e assunzione di almeno 900 ricercatori a tempo determinato.

Finanziamento di progetti presentati da giovani ricercatori (M4C2-I 1.2-1)

600, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 100

2023: 175

2024: 150

2025: 100

2026: 75

A questi si aggiungono € 200 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

Si prevede di sostenere le attività di ricerca di un massimo di 2100 giovani ricercatori – sul modello dei bandi European Research Council-ERC, Marie Sk?odowska-Curie Individual Fellowships-MSCA-IF e Seal of Excellence –, al fine di consentire loro di maturare una prima esperienza di responsabilità di ricerca. Una parte del contributo sarà vincolata all'assunzione di almeno un ricercatore “non-tenure-track” e parte del contributo dedicato a brevi periodi di mobilità per attività di ricerca o didattica in altre località in Italia o all'estero.

L'intervento, gestito dal MUR, inizierà nel 2022 e durerà fino al 2026. In particolare, tra il 2022 e il 2025 saranno programmati 4 inviti a presentare progetti.

L'iniziativa non costituisce un aiuto di Stato.

Traguardi:

T4-2022: Concessione di almeno 300 borse di ricerca a studenti e stipula di almeno 300 contratti a giovani ricercatori.

Partenariati allargati estesi a università, centri di ricerca, imprese e finanziamento progetti di ricerca di base (M4C2-I 1.3-8)

1.610, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2022: 260

2023: 300

2024: 550

2025: 250

2026: 250

L’investimento mira a finanziare fino a un massimo di 15 programmi di ricerca, realizzati da reti allargate di soggetti pubblici e privati.

L'intervento, gestito dal MUR, inizierà nel 2021 e durerà fino al 2026.

I progetti sono selezionati sulla base di criteri competitivi, tra cui i) il rispetto degli obiettivi e delle priorità del PNR; ii) il coinvolgimento delle parti interessate per combinare il livello di maturità tecnologica (TRL) con il livello di preparazione della società (SRL).

Saranno, inoltre, definiti criteri di selezione specifici per garantire i) l'equilibrio dei territori interessati (promuovendo il coinvolgimento di attori di diverse regioni e diverse zone del paese, compreso il Mezzogiorno e le isole); ii) il coinvolgimento sia delle grandi che delle piccole e medie imprese (PMI), con particolare attenzione alle imprese più giovani (fondate da meno di 5 anni) e innovative.

L’investimento medio in ogni programma di ricerca di base sarà circa di € 100 mln, con un contributo per ogni progetto parte del programma di importo compreso tra € 5 e € 20 mln e un contributo per l’assunzione di ricercatori a tempo determinato di importo compreso tra € 15 e € 25 mln per ogni programma e un numero medio di 100 ricercatori per programma.

L'iniziativa proposta non è direttamente collegata all'attività economica del beneficiario privato o pubblico e non rientra pertanto nella nozione di impresa ai sensi delle norme in materia di aiuti di Stato.

Nel caso in cui un singolo investimento possa coinvolgere operatori privati, l'investimento può essere considerato un aiuto di Stato, ma la sua conformità sarà prontamente valutata conformemente ai requisiti di cui al punto 4 della comunicazione CE 2014/C 198/01. Sarà effettuata una valutazione più dettagliata della possibilità di ricorrere al regolamento (CE) n. 651/2014 (regolamento generale di esenzione per categoria) o di dover procedere alle necessarie approvazioni preliminari da parte della Commissione europea (regimi di aiuto notificati).

Traguardi:

T2-2025: Almeno 100 nuovi ricercatori a tempo determinato assunti per ciascuno dei partenariati per la ricerca di base firmati tra istituti di ricerca e imprese private. Almeno il 40% del totale dei contratti a tempo determinato riguarda ricercatrici.

Introduzione di dottorati innovativi che rispondono ai fabbisogni di innovazione delle imprese e promuovono l’assunzione dei ricercatori dalle imprese
(M4C2-I 3.3-3)

600, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 100

2022: 150

2023: 200

2024: 50

2025: 50

2026: 50

A questi si aggiungono € 100 mln provenienti da Fondi strutturali e di investimento europei.

Si intende potenziare le competenze di alto profilo, in modo particolare nelle aree delle Key Enabling Technologies, attraverso: l'istituzione di programmi di dottorato innovativi dedicati, con il contributo e il coinvolgimento delle imprese; incentivi all’assunzione di ricercatori precari junior da parte delle imprese.

È, inoltre, prevista, la creazione di un hub finalizzato alla valorizzazione economica della ricerca prodotta dai dottorati industriali, favorendo la creazione di spin-off.

Nello specifico, si prevede l’attivazione di 5.000 borse di dottorato per 3 anni, con il cofinanziamento privato e l’incentivo all’assunzione di 20.000 assegnisti di ricerca o ricercatori da parte delle imprese. I programmi di dottorato saranno sottoposti a valutazione e confronto internazionale.

L'intervento, gestito dal MUR, inizierà nel 2021 e durerà fino al 2026.

In particolare, la selezione delle sedi e delle imprese coinvolte nei programmi di dottorato innovativi si articola in tre fasi: 1. Il MUR lancia una gara d'appalto aperta alle università che, singolarmente o collettivamente, presentano proposte di programmi di dottorato innovativi; 2. Le università selezionate concordano con le imprese interessate le priorità dei programmi di dottorato nei settori tecnologici più vicini alle esigenze di produzione; 3. Sulla base della valutazione delle proposte, il MUR seleziona i programmi da attivare.

Le imprese che partecipano volontariamente al progetto si impegnano a fornire il contributo finanziario concordato, come una sorta di preassunzione degli specialisti necessari.

Una percentuale non inferiore al 30% delle posizioni disponibili sarà concessa alle università situate nelle regioni e nelle isole meridionali.

L’azione è ammissibile ai sensi della notifica preventiva e della disciplina in materia di aiuti di Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione. Sarà effettuata una valutazione più dettagliata della possibilità di ricorrere al regolamento (CE) n. 651/2014 (regolamento generale di esenzione per categoria) o di dover procedere alle necessarie approvazioni preliminari da parte della Commissione europea (regimi di aiuto notificati).

In base all’Allegato alla decisione UE, i requisiti essenziali per l'individuazione dei dottorati di ricerca innovativi comprendono:

a) riguardare aree disciplinari e tematiche coerenti con i fabbisogni, in termini di figure ad alta qualificazione, del mercato del lavoro delle regioni interessate dal programma;

b) avere una durata complessivamente pari a 3 anni;

c) prevedere l'attuazione dell'intero percorso di dottorato, formazione, ricerca e valutazione, presso le sedi amministrativa ed operative dell'università beneficiaria, site nelle regioni obiettivo del programma, fatti salvi i periodi di studio e ricerca presso l'impresa e all'estero;

d) prevedere periodi di studio e ricerca in impresa da un minimo di 6 mesi a un massimo di 18 mesi;

e) prevedere periodi di studio e ricerca all'estero da un minimo di 6 mesi a un massimo di 18 mesi;

f) assicurare che il dottorando possa usufruire di qualificate e specifiche strutture operative e scientifiche per le attività di studio e ricerca, ivi inclusi eventuali laboratori scientifici, biblioteche, banche dati ecc.;

g) prevedere l'attuazione di attività didattiche per il perfezionamento linguistico e informatico, per la gestione della ricerca e la conoscenza dei sistemi di ricerca europei ed internazionali, per la valorizzazione dei risultati della ricerca e della proprietà intellettuale;

h) prevedere il coinvolgimento delle imprese nella definizione del percorso formativo anche nell'ambito di collaborazioni più ampie con l'università;

i) garantire il rispetto dei principi orizzontali (sostenibilità ambientale; sviluppo sostenibile; pari opportunità e non discriminazione; accessibilità per le persone disabili).

Traguardi:

T4-2024: Assegnazione di almeno 15.000 borse di dottorato.

 

 


Ulteriori interventi sono previsti, sempre nell’ambito della Missione 4, Componente 2, con riferimento agli investimenti:

§  Creazione e rafforzamento di "ecosistemi dell'innovazione", costruzione di "leader territoriali di R&S" (M4C2-I 1.5-18) (€ 1.300 mln), che si concretizza attraverso il finanziamento entro il 2026 di 12 “campioni territoriali di R&S” (esistenti o nuovi) (più approfonditamente, si veda la scheda “Competitività del sistema produttivo”);

§  Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione (M4C2-I 3.1-16-17) (€ 1.580 mln), che sostiene la creazione di infrastrutture di ricerca e innovazione che colleghino il settore industriale con quello accademico, promuovendo la combinazione di investimenti pubblici e privati (più approfonditamente, si veda la scheda “Competitività del sistema produttivo”.

 

Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e la mobilità (M4C2-R 1.1-4)

--

La riforma sarà attuata da MUR e MiSE attraverso la creazione di una cabina di regia interministeriale e l’emanazione di 2 decreti ministeriali: uno in ambito mobilità, per aumentare e sostenere la mobilità reciproca (attraverso incentivi) di figure di alto profilo (es. ricercatori e manager) tra università, infrastrutture di ricerca e aziende, l’altro nell’ambito della semplificazione della gestione dei fondi per la ricerca e della riforma del percorso professionale dei ricercatori.

Gli obiettivi specifici sono: i) sostenere la crescita diffusa e inclusiva della ricerca; ii) consolidare la ricerca fondamentale; iii) rafforzare la ricerca interdisciplinare; iv) garantire la centralità della persona nell'innovazione; v) migliorare la circolazione delle conoscenze e delle competenze tra il mondo della ricerca e il sistema produttivo; vi) accompagnare lo sviluppo di una nuova generazione di ricercatori, tecnici e professionisti del trasferimento delle conoscenze.

Si interverrà anche riformando il percorso di carriera dei ricercatori, anche unificando le figure attuali dei ricercatori universitari a tempo determinato di tipo A e B.

In particolare, il MUR destinerà parte delle risorse del Fondo di finanziamento ordinario per le università statali (FFO) e del Fondo ordinario per gli enti di ricerca da esso vigilati (FOE) a incentivare la mobilità tra università e università e centri di ricerca.

Il MUR e il MISE valuteranno la necessità di iniziative dedicate a territori specifici al fine di ridurre il divario regionale.

In base al citato Allegato alla decisione UE, gli enti pubblici di ricerca avranno un ruolo fondamentale sia come possibili leader progettuali per i partenariati, per i campioni nazionali e per gli ecosistemi territoriali, sia come potenziali partecipanti ai bandi sul Fondo PNR e sul Fondo Infrastrutture.

Traguardi:

T2-2022: Entrata in vigore dei decreti ministeriali sulla semplificazione e mobilità in R&S collegati al FFO.

In argomento, si ricorda che il 15 giugno 2021 l'Assemblea della Camera ha approvato il testo unificato di sette proposte di legge di iniziativa parlamentare (A.C. 208 e abb.) – ora all’esame del Senato (A.S. 2285) – che, tra l’altro:

- modifica la disciplina relativa ai contratti di ricercatore universitario a tempo determinato, riconducendo a unità le due tipologie di contratto previste a legislazione vigente;

- introduce un meccanismo di mobilità, riguardante ricercatori titolari di contratti a tempo determinato, fra università ed enti pubblici di ricerca.

 

 


I soggetti destinatari delle risorse sono essenzialmente università, enti di ricerca e studiosi.

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, si prevedono interventi indirizzati a offrire maggiori opportunità ai giovani studiosi, in particolare ricercatori, assegnisti di ricerca e dottorandi.

Relativamente al divario di genere, si prevede l’incremento del numero di ricercatrici a tempo determinato.

Alcune iniziative – in particolare, gli investimenti relativi a PNR e PRIN, a dottorati innovativi, a partenariati allargati – sono indirizzate anche a ridurre i divari territoriali.


 


6.13 Istruzione

 


Per il settore Istruzione, la maggior parte delle risorse del PNRR finanziano investimenti presenti nella componente 1 della Missione 4. Si tratta, complessivamente, di € 19.436 mln disponibili per gli anni dal 2021 al 2026.

Ulteriori risorse – pari, complessivamente, a € 800 mln – finanziano investimenti presenti nella componente 3 della Missione 2. Anche esse sono disponibili per gli anni dal 2021 al 2026.

Delle risorse indicate, € 18.476 mln sono a fondo perduto, mentre € 1.760 mln rappresentano prestiti.

 

Alle risorse sopra indicate si sommano:

- € 1.450 mln provenienti dal REACT-EU, che riguarda gli anni 2021 e 2022, € 1.000 mln provenienti da risorse PON e € 1.297 mln provenienti dalle disposizioni della legge di bilancio 2021 (cfr. pagg. 376 e ss. dell’allegato al PNRR).

- € 35 mln per il 2022, € 45 mln per il 2023, € 55 mln per il 2024, nell’ambito di un più complessivo rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027, operato dall’art. 2 del D.L. 59/2021 (L. 101/2021) al fine di accelerare la capacità di utilizzo delle risorse e di realizzazione degli investimenti del PNRR. In particolare, le risorse sono destinate alla realizzazione di una unica Rete di interconnessione nazionale dell'istruzione che assicuri il coordinamento delle piattaforme, dei sistemi e dei dati tra scuole, uffici scolastici regionali e Ministero, l'omogeneità nell'elaborazione e trasmissione dei dati, il corretto funzionamento della didattica digitale integrata e la realizzazione e gestione dei servizi connessi alle attività predette.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR destinate ai singoli investimenti presenti nelle Missioni 2 e 4:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia (M4C1-I 1.1-9,18)

4.600, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 650

2022: 650

2023: 1.250

2024: 1.000

2025: 750

2026: 300

Si intende costruire, riqualificare e mettere in sicurezza asili nido e scuole dell’infanzia. Ci si attende che la misura incoraggi la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e le sostenga nel conciliare vita familiare e professionale.

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

L’intervento è gestito dal Ministero dell’istruzione (d’ora innanzi, MI), in collaborazione con il Dipartimento delle politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’interno, ed è realizzato mediante coinvolgimento diretto dei Comuni.

Traguardi:

T2-2023: Aggiudicazione dei contratti di lavoro e distribuzione territoriale degli interventi.

T4-2025: Creazione di almeno 264.480 nuovi posti per servizi di educazione e cura per la prima infanzia (fascia 0-6 anni).

Piano di estensione del tempo pieno e mense
(M4C1-I 1.2-21)

960, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 260

2023: 330

2024: 150

2025: 100

2026: 120

Si intende estendere il tempo pieno scolastico, anche attraverso costruzione o ristrutturazione degli spazi delle mense, per almeno 1.000 edifici. Ci si attende che l'estensione del tempo scuola avrà un impatto positivo sulla lotta all'abbandono scolastico.

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

Il piano è gestito dal MI ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle mense, dagli enti locali proprietari dei relativi edifici.

Traguardi:

T2-2026: realizzazione di almeno 1.000 strutture.

Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola
(M4C1-I 1.3-8,22)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 60

2022: 51

2023: 51

2024: 51

2025: 51

2026: 36

Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente edifici da destinare a palestre o strutture sportive annesse alle scuole. Ci si attende che la misura possa contrastare la dispersione scolastica, favorire l'inclusione sociale e rafforzare le attitudini personali.

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

Il piano è gestito dal MI in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle palestre, direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici, sulla base di linee guida e di un Comitato nazionale che possa garantire la qualità tecnica dei progetti.

Traguardi:

T1-2024: Aggiudicazione dei contratti di lavoro per gli interventi di costruzione e riqualificazione di strutture sportive e palestre nei termini definiti con decreto del Ministero dell'istruzione a seguito di procedura di appalto pubblico.

T2-2026: Almeno 230.400 m² realizzati o riqualificati da utilizzare come palestre o strutture sportive annesse alle scuole.

Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nei cicli I e II della scuola secondaria di secondo grado e alla riduzione dell'abbandono scolastico (M4C1-I 1.4-7,25)

1.500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 400

2022: 460

2023: 510

2024: 130

A questi si aggiungono 750 mln PON e 240 mln da L. bilancio 2021.

La misura ha un triplice obiettivo: misurare e monitorare i divari territoriali, anche attraverso il consolidamento e la generalizzazione dei test PISA/INVALSI; ridurre i divari territoriali in Italia per quanto concerne il livello delle competenze di base (italiano, matematica e inglese), inferiore alla media OCSE, in particolare, nel Mezzogiorno; sviluppare una strategia per contrastare in modo strutturale l’abbandono scolastico.

L'intervento deve garantire, tra l’altro, l'avvio di corsi post diploma (qualifiche orientate al lavoro).

Ci si attende che l'intervento promuoverà la parità di genere e contribuirà al superamento dei divari territoriali e delle disuguaglianze nell'accesso all'istruzione.

Il piano per il miglioramento delle competenze di base sarà sviluppato nell'arco di 4 anni (fino al 2024).

L’attuazione è a cura del MI, con il supporto di INVALSI, scuole, circa 100 Centri territoriali di supporto.

Con esso, si intende garantire adeguate competenze di base ad almeno 1.000.000 studenti all'anno, anche attraverso lo sviluppo di un portale unico nazionale per la formazione online. Particolare attenzione sarà riservata alle scuole che hanno incontrato maggiori difficoltà in termini di performance, per le quali sarà previsto un intervento di supporto da parte del dirigente scolastico con tutor esterni e, nei casi più critici, la disponibilità di almeno un'unità di personale supplementare per argomento (italiano, matematica e inglese) e per un minimo di due anni. In particolare, sono previste azioni di tutoraggio e formazione (anche a distanza) per almeno il 50% degli insegnanti e il rafforzamento del numero di insegnanti (4) ed esperti (2) per almeno 2000 scuole.

Inoltre, si prevedono specifici programmi che impediscano l'abbandono prematuro degli studi già nel periodo della scuola secondaria (circa 120.000 studenti coinvolti). In particolare, per la fascia di età 12-18 anni, si prevede un tutoraggio online sia per i giovani a rischio che per quelli che sono già usciti, con un rapporto insegnante/studente pari a 1:1 per interventi di sostegno e recupero dell'apprendimento per un totale di 20 ore ciascuna (3 ore di tutoraggio e 17 ore di insegnamento). Il lavoro effettuato dagli insegnanti oltre l'orario di lavoro ordinario, per un massimo di 6 ore settimanali, sarà pagabile come attività didattica aggiuntiva. Per quanto riguarda la fascia di età 18-24 anni, le attività di sostegno consistono in 10 ore di tutoraggio o di consulenza per reintrodurre il giovane nel circuito di formazione.

L'intervento è coordinato con i fondi del PON. In particolare, si interverrà con i fondi del FESR nelle scuole del secondo ciclo di istruzione già nel 2021, mentre con le risorse del PON 2021-2027 si intende rivolgersi alle scuole del primo ciclo di istruzione e continuare gli investimenti oltre il 2024 nel corso del prossimo periodo di programmazione.

Sarà istituito un comitato scientifico internazionale incaricato di fornire orientamenti e il necessario monitoraggio degli obiettivi. Dopo il 2026, l'obiettivo è quello di integrare l'offerta formativa in modo coerente con i risultati ottenuti.

Traguardi:

T4-2024: Realizzazione di attività di tutoraggio per almeno 470.000 giovani a rischio di abbandono scolastico e per almeno 350.000 giovani che hanno già abbandonato la scuola.

T2-2026: Riduzione del divario nel tasso di abbandono scolastico nell'istruzione secondaria fino a raggiungere la media UE del 2019 (10,2%).

Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria (ITS) (M4C1-I 1.5-20)

1.500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 380

2023: 750

2024: 200

2025: 100

2026: 70

Si intende perseguire: l’incremento del numero di ITS; il potenziamento dei laboratori con tecnologie 4.0; la formazione dei docenti, perché siano in grado di adattare i programmi formativi ai fabbisogni delle aziende locali; lo sviluppo di una piattaforma digitale nazionale per le offerte di lavoro rivolte agli studenti in possesso di qualifiche professionali.

Ci si aspetta un aumento del numero di studenti iscritti a percorsi ITS e dei diplomati in tale ambito.

Ci si attende, inoltre:

- un miglioramento dei percorsi formativi ad alta specializzazione collegati ai settori Energia 4.0 e Ambiente 4.0, funzionali all’adeguamento delle competenze 4.0 a settori di sviluppo strategici.

- la riduzione della disoccupazione giovanile affrontando lo skill mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

L'intervento inizierà nel 2021 e durerà fino al 2025. (pag. 1746 dell’allegato al PNRR).

Al riguardo, si rileva che le risorse sono disponibili dal 2022 al 2026 (pag. 383 dell’allegato al PNRR).

L’attuazione è a cura del MI, in collaborazione con gli enti di formazione professionale.

Traguardi:

T4-2025: Aumento del 100% annuo del numero di studenti iscritti al sistema di formazione professionale terziaria. Ulteriori 208 ITS operativi.

Orientamento attivo nella transizione scuola-università
(M4C1-I 1.6-24)

250, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 50

2023: 50

2024: 50

2025: 50

2026: 50

La misura mira a facilitare e incoraggiare il passaggio dalla scuola secondaria superiore all'università e a ridurre il numero di abbandoni universitari, contribuendo in tal modo all'aumento del numero dei laureati.

Si prevede l’organizzazione di 50.000 corsi brevi, erogati da docenti universitari e insegnanti, destinati a 1 mln di studenti a partire dal terzo anno della scuola secondaria di secondo grado. Si prevede, inoltre, la stipula di 6.000 accordi scuola-università.

Ci si attende che l'investimento determinerà un innalzamento degli indicatori di successo (frequenza scolastica, miglioramento dei livelli di apprendimento, numero di studenti ammessi all'anno accademico successivo, ecc.) e la mitigazione dei divari di genere, entrambi in termini di occupazione e partecipazione all'istruzione superiore in tutti i campi.

L'intervento inizierà nel 2021 (pag. 383 dell’allegato al PNRR) e durerà fino al 2026 (pag. 1751 dell’allegato al PNRR).

Al riguardo, si rileva che le risorse sono disponibili dal 2022.

Esso è gestito dal Ministero dell’università e della ricerca (d’ora innanzi, MUR).

Data l'attuale distribuzione degli studenti nel paese, questa iniziativa distribuirà circa il 38,7% delle risorse nelle regioni meridionali e nelle isole.

Traguardi:

T2-2026: Almeno 1.000.000 di studenti hanno frequentato corsi di transizione scuola-università.

Borse di studio per l'accesso all'università (M4C1-I 1.7-2,11,15)

500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 166

2023: 167

2024: 167

A questi si aggiungono 450 mln REACT-EU e 660 mln da L. bilancio 2021.

L'obiettivo della misura è garantire la parità di accesso all'istruzione, agevolando l'accesso all'istruzione terziaria per gli studenti in difficoltà socioeconomiche. Si prevede di aumentare di € 700 in media l’importo delle borse di studio, fino a un massimo di € 4.000 per studente, e di estendere le stesse a una quota più ampia di studenti.

L'intervento inizierà nel 2022 e durerà fino al 2024.

Il programma è gestito dal MUR. L'attuazione dell'intervento sarà accompagnata da una revisione del decreto ministeriale sulla regolamentazione delle borse di studio.

Questo investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, alle quali (isole comprese) sarà destinato il 30% delle risorse.

Traguardi:

T4-2021: Entrata in vigore di decreti ministeriali di riforma della disciplina relativa alle delle borse di studio.

T4-2023: Assegnazione di borse di studio ad almeno 300.000 studenti. Almeno il 75% dei beneficiari deve essere costituito da donne, disoccupati di lungo periodo, persone con disabilità o persone con meno di 30 anni.

T4-2024: Almeno 336.000 studenti che beneficiano di una borsa di studio.

Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico
(M4C1-I 2.1-13)

800, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 150

2022: 200

2023: 300

2024: 100

2025: 50

La misura mira a creare un sistema permanente per lo sviluppo della didattica digitale e delle competenze digitali e didattiche del personale scolastico.

L'intervento prevede:

- la creazione di un sistema per la formazione continua del personale scolastico per la transizione digitale;

- l'adozione di un quadro di riferimento nazionale per la didattica digitale integrata, al fine di promuovere l'adozione di curricula in materia di competenze digitali in tutte le scuole.

Si prevede, inoltre, la costituzione di un polo di coordinamento sull’educazione digitale promosso dal MI.

Il progetto coinvolgerà circa 650.000 tra dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo e oltre 8.000 istituzioni educative. Si prevede, inoltre, l’erogazione di circa 20.000 corsi di formazione.

L'attuazione della misura copre il periodo dal 2021 al 2026. (pag. 1770 dell’allegato al PNRR).

Al riguardo, si rileva che sono previste risorse fino al 2025 (pag. 383 dell’allegato al PNRR) e che, come indicato infra, si prevede di raggiungere l’obiettivo nel quarto trimestre 2024 (pag. 1804 dell’allegato al PNRR e pag. 385 dell’allegato alla decisione UE).

In particolare, oltre al polo di coordinamento nazionale, sarà costituita una rete integrata di poli territoriali di formazione, in collaborazione tra scuole, centri provinciali per l'istruzione degli adulti, uffici scolastici regionali, università e centri di ricerca, e sarà attivato un catalogo di circa 20 corsi di formazione sull'uso dell'insegnamento digitale in tutte le discipline e per l'apprendimento del pensiero computazionale e dell'intelligenza artificiale, in tutti gli ordini e gradi di istruzione e nell’istruzione degli adulti.

Traguardi:

T4-2024: Formazione di almeno 650.000 tra dirigenti scolastici, insegnanti e personale amministrativo.

Nuove competenze e nuovi linguaggi (M4C1-I 3.1-16-17)

1.100, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 255

2022: 550

2023: 215

2024: 80

A questi si aggiungono 250 mln PON.

Si intende promuovere l’integrazione, all’interno dei curricula di tutti i cicli scolastici, di attività, metodologie e contenuti volti a sviluppare le competenze STEM, digitali e di innovazione. In particolare, l'intervento mira a garantire pari opportunità e la parità di genere in termini di approccio metodologico e di attività di orientamento STEM.

Tra l’altro, si prevede un corso obbligatorio di coding per tutti gli studenti.

Inoltre, verranno attivate azioni per il potenziamento delle competenze multilinguistiche di studenti e insegnanti, ampliando i programmi di consulenza e informazione su Erasmus+ con il sostegno dell'Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE), dell'Agenzia nazionale Erasmus+ e della sua rete di ambasciatori.

Sarà inoltre sviluppato un sistema digitale per il monitoraggio delle abilità linguistiche con il supporto di enti certificatori.

L'intervento inizierà nel 2022 e durerà fino al 2025 (pag. 1772 dell’allegato al PNRR).

Al riguardo, si rileva che le risorse sono, invece, previste dal 2021 al 2024 (pag. 383 dell’allegato al PNRR).

Esso è gestito dal MI, in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e INDIRE.

La misura relativa alle discipline STEM non si riferisce al mero percorso disciplinare delle materie di interesse scientifico, ma si basa su un nuovo paradigma educativo trasversale di natura metodologica. L'obiettivo è quello di creare nelle scuole la "cultura" scientifica e la forma mentis necessarie per un diverso approccio mentale allo sviluppo del pensiero computazionale, ancor prima che le discipline specifiche siano insegnate.

Traguardi:

T2-2025: Almeno 8.000 scuole che hanno attivato progetti di orientamento STEM. Erogazione di almeno 1.000 corsi annuali di lingua e metodologia per insegnanti.

Scuola 4.0 - scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori
(M4C1-I 3.2-4,19)

2.100, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 550

2023: 450

2024: 550

2025: 550

Si aggiungono 900 mln REACT-EU e 397 mln da L. bilancio 2021.

La misura intende accelerare la transizione digitale del sistema scolastico italiano con quattro iniziative: trasformazione di circa 100.000 classi tradizionali in connected learning environments, con l’introduzione di dispositivi didattici connessi; creazione di laboratori per le professioni digitali nel II ciclo; digitalizzazione delle amministrazioni scolastiche; cablaggio interno di circa 40.000 edifici scolastici.

L’attuazione fa capo al MI.

Almeno il 40% delle scuole beneficiarie sarà localizzato nel Sud Italia.

In particolare, il piano Scuola 4.0 deve prevedere:

a) la trasformazione di 100.000 classi delle scuole primarie e secondarie in ambienti di apprendimento innovativi. L'investimento deve dotare le classi di tutte le tecnologie didattiche più innovative (dispositivi di programmazione e robotica, dispositivi di realtà virtuale, dispositivi digitali avanzati per l'istruzione inclusiva ecc.).

b) la creazione di laboratori per le nuove professioni digitali in tutte le scuole del II ciclo. L'azione è tesa alla creazione di almeno un laboratorio per le professioni digitali in ciascuna scuola del II ciclo, strettamente interconnesso con imprese e start-up innovative per la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle nuove professioni digitali (intelligenza artificiale, robotica, big data, cybersecurity, economia blu e verde ecc.).

Traguardi:

T2-2022: Adozione del Piano Scuola 4.0.

T4-2025: Almeno 100.000 classi trasformate in ambienti di apprendimento innovativi.

Piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica
(M4C1-I 3.3-26)

3.900, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 700

2022: 735

2023: 1.380

2024: 575

2025: 330

2026: 180

A questi si aggiungono 50 mln REACT-EU

Al fine di contribuire al recupero climatico, si intende migliorare le classi energetiche degli edifici scolastici, con conseguente riduzione dei consumi e di emissione di CO2 e aumentare la sicurezza strutturale degli edifici per una superficie complessiva di 2.400.000,00 mq.

Particolare attenzione è riservata alle aree più svantaggiate con l'obiettivo di contrastare ed eliminare gli squilibri economici e sociali.

Il processo di autorizzazione, monitoraggio e rendicontazione fattuale e finanziaria di tutti gli interventi fa capo al MI. La realizzazione degli interventi avverrà sotto la responsabilità degli enti locali proprietari degli edifici.

Traguardi:

T2-2026: Ristrutturazione di almeno 2.784.000 mq di edifici scolastici, pari a circa 2.100 edifici scolastici.

Didattica e competenze universitarie avanzate
(M4C1-I 3.4-23)

500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 150

2023: 200

2024: 50

2025: 50

2026: 50

Si intende qualificare e innovare i percorsi universitari (e di dottorato), mediante tre obiettivi strategici: digitalizzazione, cultura dell'innovazione e internazionalizzazione.

Saranno, in particolare, attuate le seguenti sottomisure: iscrizione, nell’arco di 3 anni, di un numero massimo di 500 dottorandi (100+200+200) a programmi dedicati alle transizioni digitale e ambientale; creazione di 3 Teaching and Learning Centres (TLC) per migliorare le competenze di insegnamento (comprese le competenze digitali) dei docenti nelle università e degli insegnanti nelle scuole; creazione di 3 Digital Education Hubs (DEH) per migliorare la capacità del sistema di istruzione superiore di offrire istruzione digitale a studenti e lavoratori universitari; rafforzamento delle scuole universitarie superiori, attraverso: i) l’offerta di corsi e attività formative a dottorandi iscritti ad altre istituzioni; ii) il consolidamento del loro ruolo nella transizione scuola-università, attraverso attività di orientamento per gli studenti delle scuole; la realizzazione di 10 iniziative educative transnazionali - TNE - in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; il sostegno a 5 progetti di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM.

L’attuazione fa capo al MUR.

Il progetto sarà attuato attraverso una struttura di governance leggera, modellata sull'attuazione del programma Europa digitale, ossia attraverso consorzi che saranno individuati mediante un’apposita gara d'appalto.

L'investimento è collegato ad altri investimenti nell'ambito della componente 2 della missione 4 e avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali. In particolare: il 30% degli studenti di dottorato dovrebbe essere iscritto nelle università dell'Italia meridionale e delle isole; uno dei tre TLC e uno dei 3 DEH saranno stabiliti nelle regioni meridionali; almeno una delle iniziative di internazionalizzazione delle istituzioni AFAM sarà promossa dalle istituzioni dell'Italia meridionale.

Traguardi:

T2-2026: Assegnazione di almeno 500 nuovi dottorati di ricerca nell'arco di tre anni in programmi dedicati alle transizioni digitale e ambientale.

Estensione del numero di dottorati di ricerca e dottorati innovativi orientati alla ricerca, per la pubblica amministrazione e il patrimonio culturale
(M4C1-I 4.1-12)

432, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2022: 144

2023: 144

2024: 144

La misura mira ad aumentare la riserva di capitale umano impegnato in attività orientate alla ricerca, nelle Amministrazioni pubbliche e nel patrimonio culturale.

In particolare, mira a ridurre i divari numerici e anagrafici con i principali partner europei e a contrastare il fenomeno del brain drain.

Nello specifico, l’obiettivo è aumentare di 3.600 unità i dottorati attivando tre cicli a partire dal 2021, ciascuno dotato di 1.200 borse di studio.

Inoltre, allo scopo di aumentare l’efficacia delle azioni delle Amministrazioni pubbliche, si prevedono, in collaborazione con il Dipartimento della Funzione pubblica, 3.000 nuovi dottorati innovativi, attivando tre cicli dal 2021, ciascuno dotato di 1.000 borse di dottorato.

Si prevede anche, in collaborazione con il Ministero della cultura, il finanziamento di cicli di dottorato destinati all’efficientamento della gestione e dello sviluppo del patrimonio culturale del Paese. Per contribuire al raggiungimento di tale obiettivo sono previste almeno 200 nuove borse di dottorato all'anno (per tre anni).

L'intervento inizierà nel 2021 e durerà fino al 2025 (pag. 1784 dell’allegato al PNRR).

Si rileva che le risorse sono, invece, previste dal 2022 al 2024 (pag. 383 dell’allegato al PNRR).

L’attuazione della misura è a carico del MUR.

L'iniziativa avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali, attualmente con la percentuale più bassa di dottorandi. Almeno il 30% delle risorse dovrebbe infatti essere distribuito nel sud e nelle isole.

Traguardi:

T4-2024: Assegnazione di almeno 1.200 borse di dottorato supplementari ogni anno (su tre anni); assegnazione di almeno 1.000 borse di dottorato supplementari ogni anno (su tre anni) nell'ambito delle Amministrazioni pubbliche; assegnazione di almeno 200 nuove borse di dottorato ogni anno (su tre anni) destinate al patrimonio culturale.

Al riguardo, si ricorda che l’art. 3, co. 8-10, del D.L. 80/2021, in corso di esame, ha previsto che i corsi di dottorato di ricerca:

- forniscono le competenze necessarie anche ai fini dell’accesso alle carriere nelle pubbliche amministrazioni, nonché ai fini dell’integrazione di percorsi professionali di elevata innovatività;

- sono istituiti anche presso le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM).

Inoltre, ha previsto che, nel caso in cui le pubbliche amministrazioni richiedano fra i requisiti per l’accesso, per specifici profili o livelli di inquadramento di elevata qualificazione, il possesso del titolo di dottore di ricerca, le procedure di selezione individuano tra le aree dei settori scientifico-disciplinari definite ai sensi dell’art. 17, co. 99, della L. 127/1999 (v. Allegato A del DM 4 ottobre 2000) quelle pertinenti alla tipologia del profilo o al livello di inquadramento.

Costruzione di nuove scuole mediante la sostituzione di edifici

(M2C3-I 1.1-5-6)

800, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 70

2022: 70

2023: 70

2024: 210

2025: 210

2026: 170

La misura intende sostituire progressivamente parte del patrimonio edilizio scolastico obsoleto con l’obiettivo di creare strutture moderne e sostenibili. Gli obiettivi degli interventi sono la riduzione del consumo energetico, una maggiore sicurezza sismica degli edifici e lo sviluppo delle aree verdi.

In particolare, il piano mira ad intervenire su circa 195 edifici scolastici, per un totale di oltre 410.000 mq, con conseguente beneficio su circa 58.000 studenti e una riduzione del consumo di energia finale di almeno 50%.

L'attuazione dovrebbe iniziare nel 2021 e durare fino al 2026. Responsabile del piano è il MI.

Le procedure di attuazione includono, tra l’altro: emanazione di un atto ministeriale che definisce gli interventi per la costruzione di nuove scuole ammissibili al finanziamento; aggiudicazione di appalti relativi a lavori su interventi ammissibili al finanziamento formalizzati dagli enti locali con atto pubblico; fase di avvio dei lavori; conclusione dei lavori; fase di collaudo.

L'intervento non comporta aiuti di Stato.

 

 

Traguardi:

T3-2023: Notifica dell'aggiudicazione delle gare per la sostituzione di edifici scolastici.

T1-2026: Completamento della costruzione delle nuove scuole.

 

 


Ulteriori interventi sono previsti:

§  nell’ambito della Missione 1, Componente 1, Investimento Competenze digitali di base (M1C1-I 1.7-24,28) (€ 195 mln), che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini anche al fine di superare il digital divide (più approfonditamente, si veda la scheda “Pubblica amministrazione”);

§  nell’ambito della Missione 1, Componente 2, Investimento Connessioni internet veloci (banda ultra-larga e 5G) (M1C2-I 3-16-21) (€ 6.710 mln) che intende, fra l’altro, completare il Piano “Scuola connessa”, per assicurare la connessione in fibra a 1 Gbps ai 9.000 edifici scolastici rimanenti (pari a circa il 20% del totale) (più approfonditamente, si veda la scheda “Infrastrutture e trasporti”);

§  nell’ambito della Missione 5, Componente 1, Investimento Sistema duale (M5C1-I 3-15) (€ 600 mln), in corrispondenza del quale gli interventi mirano a favorire l’introduzione e lo sviluppo di corsi di formazione che rispondano alle esigenze delle imprese e del tessuto produttivo locale. Le risorse sono erogate dalle regioni, principalmente sulla base del numero degli studenti iscritti nei percorsi di istruzione e formazione professionale (più approfonditamente, si veda la scheda “Lavoro e occupazione”);

§  nell’ambito della Missione 5, Componente 2, Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5C2-I 4-11,12) (€ 3.300 mln), in corrispondenza del quale gli interventi possono riguardare diverse tipologie di azione, quali, tra l’altro, la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi educativi e didattici (più approfonditamente, si veda la scheda “Ambiente”);

§  nell’ambito della Missione 5, Componente 3, Investimento Interventi socio-educativi strutturati per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno a sostegno del Terzo settore (M5C3-I 3-8,9) (€ 220 mln), con il quale si intende finanziare iniziative del Terzo settore, con specifico riferimento ai servizi assistenziali nella fascia 0-6 anni e a quelli di contrasto alla dispersione scolastica e di miglioramento dell’offerta educativa nella fascia 5-10 e 11-17 anni. Si intende coinvolgere fino a 50.000 minori che versano in situazione di disagio o a rischio devianza (più approfonditamente, si veda la scheda “Coesione territoriale”).

 

Agli investimenti sopra indicati si affiancano le seguenti previsioni di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Riforma degli istituti tecnici e professionali (M4C1-R 1.1-5,10)

--

La riforma mira ad allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese e, in particolare, ad orientare l'istruzione tecnica e professionale verso l’innovazione introdotta da Industria 4.0, incardinandola nel contesto dell’innovazione digitale.

Essa coinvolge 4.324 istituti tecnici e professionali.

La piena attuazione – che fa capo al MI - è prevista per il 2025 mediante azioni di accompagnamento.

Traguardi:

T4-2022: Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne. T4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma del sistema ITS (M4C1-R 1.2-5,10)

--

La riforma mira a rafforzare il sistema di formazione professionale terziaria attraverso il potenziamento del modello organizzativo e didattico (integrazione offerta formativa, introduzione di premialità e ampliamento dei percorsi per lo sviluppo di competenze tecnologiche abilitanti – Impresa 4.0) e attraverso la semplificazione della governance al fine di aumentare il numero di istituti e di iscritti. Si prevede, inoltre, un’integrazione dei percorsi ITS con il sistema universitario delle lauree professionalizzanti.

Ci si attende che la riforma consentirà di migliorare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

La riforma sarà implementata dal MI, con la collaborazione del MUR.

Traguardi:

T4-2022: Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

T4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Al riguardo, si ricorda che il 28 giugno 2021 l’Assemblea della Camera ha avviato l’esame del testo unificato di sei proposte di legge di iniziativa parlamentare (A.C. 544 e abb.-A).

In particolare, il testo prevede che, nel primo quinquennio di applicazione della legge, costituisce priorità strategica degli ITS, ora ridenominati Accademie per l'Istruzione tecnica superiore-ITS Academy, la formazione professionalizzante di tecnici superiori per soddisfare i fabbisogni formativi collegati alla realizzazione di piani di intervento previsti dal PNRR, con particolare riferimento a:

- transizione digitale, anche ai fini dell'espansione dei servizi digitali negli ambiti dell'identità (ad es., SPID, CIE), dell'autenticazione (ad es., per le sottoscrizioni elettorali), della sanità e della giustizia;

- innovazione, competitività e cultura;

- rivoluzione verde e transizione ecologica;

- infrastrutture per la mobilità sostenibile.

Fra i principali interventi, vi sono:

- l'introduzione di un sistema di accreditamento inziale e periodico degli ITS Academy;

- la previsione di definizione di nuove aree tecnologiche alle quali devono fare riferimento gli ITS Academy;

- la definizione della governance degli ITS Academy;

- la strutturazione dei percorsi degli ITS Academy in due livelli.

Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico
(M4C1-R 1.3-5,10)

--

La riforma intende adeguare il numero degli alunni per classe e rivedere le norme relative al dimensionamento degli edifici scolastici.

Il processo normativo sarà avviato dal MI.

In particolare, a fronte del calo demografico, il numero di insegnanti sarà fissato allo stesso livello dell'a.s. 2020/2021, al fine di ridurre il numero degli alunni per classe e migliorare gradualmente il rapporto alunni/insegnanti. L'attuazione dell'intervento non è intesa ad aumentare il numero di edifici disponibili. Nell'ambito dell'iniziativa dovrà essere rivolta un'attenzione personalizzata ai singoli alunni, in particolare ai più vulnerabili e agli alunni con disabilità. Ci si attende che il miglioramento del rapporto alunni/insegnanti favorisca la qualità dell'insegnamento e la disponibilità di risorse per gli edifici scolastici.

Con riguardo alla revisione delle norme relative alle dimensioni degli edifici scolastici, come parametro efficace per individuare i plessi accorpati ad altri istituti dovrà essere adottata la popolazione scolastica regionale, anziché la popolazione del singolo istituto come previsto dalla legislazione vigente.

Traguardi:

T4-2022 Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne. T4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma del sistema di orientamento (M4C1-R 1.4-5,10)

--

Si prevedono moduli di orientamento (almeno 30 ore annue) rivolti alle classi quarte e quinte della scuola secondaria di secondo grado.

La riforma prevede inoltre la realizzazione di una piattaforma digitale di orientamento relativa all'offerta formativa terziaria degli Atenei e degli ITS.

Il processo sarà gestito dal MI.

Traguardi:

T4-2022: Adozione delle riforme che, in particolare, includono anche misure per sviluppare e rafforzare le competenze STEM, digitali e di innovazione, con l'obiettivo di incentivare le iscrizioni ai curricula STEM terziari, in particolare per le donne.

T4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma delle classi di laurea (M4C1-R 1.5-1,10)

--

La riforma prevede l'aggiornamento dei curricula universitari, riducendo i rigidi confini esistenti che limitano fortemente la possibilità di creare percorsi interdisciplinari.

Ci si attende, inoltre, che essa ampli le possibilità di attuazione di programmi di formazione professionale introducendo classi di laurea innovative professionalizzanti.

Traguardi:

T4-2021: Entrata in vigore delle riforme (legislazione primaria)

T4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Riforma delle lauree abilitanti per determinate professioni
(M4C1-R 1.6-1,10)

--

Si intende semplificare le procedure per l’abilitazione all’esercizio delle professioni, rendendo l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato, al fine di velocizzare l’accesso al mondo del lavoro.

Traguardi:

T4-2021: Entrata in vigore delle riforme (legislazione primaria).

T4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

Al riguardo, si ricorda che il 23 giugno 2021 l’Assemblea della Camera ha approvato, con modificazioni, l’A.C. 2751-A, collegato dal Governo alla manovra di bilancio, ora all’esame del Senato (A.S. 2305).

In particolare, il testo prevede che:

- l'esame finale dei corsi di laurea magistrale in odontoiatria e protesi dentaria (classe LM-46), farmacia e farmacia industriale (classe LM-13), medicina veterinaria (classe LM-42), psicologia (classe LM-51), e dei corsi di laurea professionalizzante in professioni tecniche per l'edilizia e il territorio (classe LP-01), professioni e tecniche agrarie, alimentari e forestali (classe LP-02), professioni tecniche industriali e dell'informazione (classe LP-03), abilita all'esercizio delle relative professioni;

- l'esame finale dei corsi di laurea magistrale per l'esercizio delle professioni di chimico, fisico e biologo è abilitante, previa emanazione di regolamenti di delegificazione;

- ulteriori titoli universitari che consentono l'accesso all'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio di professioni per il quale non è richiesto lo svolgimento di un tirocinio post-lauream, possono essere resi abilitanti, previa emanazione di regolamenti di delegificazione, su richiesta delle rappresentanze nazionali degli ordini o dei collegi professionali di riferimento o su iniziativa del Ministro dell'università e della ricerca.

Riforma della legislazione sugli alloggi per studenti e investimenti negli alloggi per studenti
(M4C1-R 1.7-27-30)

960, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2022: 40

2023: 160

2024: 320

2025: 280

2026: 160

Si intende incentivare la realizzazione, da parte dei soggetti privati, di nuove strutture di edilizia universitaria attraverso la copertura, da parte del MUR, di parte degli oneri corrispondenti ai primi tre anni di gestione delle strutture stesse. L’obiettivo è quello di triplicare i posti per gli studenti fuorisede, portandoli da 40.000 a oltre 100.000 entro il 2026.

In particolare, l'obiettivo è quello di ridurre in modo significativo il divario rispetto alla media UE per quanto riguarda gli studenti cui sia stato attribuito un alloggio (il 18% rispetto all'attuale 3% registrato in Italia).

La riforma introdurrà nel quadro normativo le seguenti importanti modifiche:

1. apertura della partecipazione al finanziamento anche a investitori privati, consentendo anche partenariati pubblico-privati;

2. assicurazione della sostenibilità a lungo termine degli investimenti privati modificando il regime di tassazione e, pur vincolando l'utilizzo dei nuovi alloggi durante l'anno accademico, consentendo un altro utilizzo delle strutture quando le stesse non sono necessarie per l'ospitalità studentesca. Ciò contribuirà a sua volta a fornire una nuova gamma di alloggi ad affitti accessibili;

3. condizionamento del finanziamento e delle agevolazioni fiscali aggiuntive all'uso dei nuovi alloggi come alloggi studenteschi e al rispetto del limite massimo concordato per gli affitti a carico degli studenti;

4. ridefinizione degli standard per gli alloggi degli studenti, rideterminando i requisiti relativi allo spazio comune per studente disponibile negli edifici in cambio di camere (singole) meglio attrezzate.

L’investimento avrà un impatto significativo sullo sviluppo delle regioni meridionali.

Il MUR valuterà la possibilità di estendere ulteriormente l'azione (ad esempio, mediante ricorso alla Banca europea per gli investimenti).

Traguardi:

T4-2021: Entrata in vigore della legislazione volta a modificare le norme vigenti in materia di alloggi per studenti (L. 338/2000 e d.lgs. 68/2012) al fine di: 1) favorire la ristrutturazione e il rinnovo delle strutture con il più alto standard ambientale; 2) semplificare, anche grazie alla digitalizzazione, la presentazione e la selezione dei progetti e, quindi, i tempi di realizzazione; 3) derogare ai criteri di cui alla L. 338/2000 per quanto riguarda la percentuale di cofinanziamento concedibile.

Con riferimento alla percentuale di cofinanziamento concedibile, si ricorda che l’art. 64, co. 8, del D.L. 77/2021, in corso di esame, ha innalzato (dal 50) al 75% del costo totale la quota massima di cofinanziamento dello Stato per la realizzazione di interventi per alloggi e residenze per studenti universitari e delle istituzioni AFAM, di cui alla L. 338/2000. In base al co. 9 dello stesso art. 64, agli oneri derivanti si fa fronte con le risorse del PNRR;

T4-2022: almeno 7.500 posti letto aggiuntivi creati e assegnati. Entrata in vigore della riforma della legislazione sugli alloggi per studenti.

T2-2026: Almeno 60.000 posti letto aggiuntivi creati e assegnati.

Reclutamento dei docenti
(
M4C1-R 2.1-3,10,14)

--

La riforma mira a istituire un nuovo modello di reclutamento dei docenti, collegato a un ripensamento della loro formazione iniziale e lungo tutto l'arco della loro carriera, al fine di migliorare la qualità del sistema educativo italiano.

Le misure introdurranno requisiti più rigorosi per l'accesso all'insegnamento, la limitazione dell'eccessiva mobilità, e un chiaro collegamento tra la progressione di carriera, la valutazione delle prestazioni e lo sviluppo professionale continuo.

Con riferimento alla semplificazione delle attuali procedure di concorso, si prevede che, sulla base della valutazione delle qualifiche culturali e di servizio e dell'esecuzione di un test informatizzato, viene stilata una graduatoria, utilizzata per coprire i posti vacanti e disponibili. I soggetti interessati devono quindi svolgere un anno di formazione e prova sul posto di lavoro, al termine del quale viene effettuata una prova finale, il cui esito positivo determina l'assunzione permanente. La prova finale è solo una prova di abilitazione e non modifica la graduatoria, sicché l'insegnante è confermato nel posto in cui è stato inquadrato, nel quale deve rimanere per almeno 3 anni. In tale processo, si dovrebbe riconsiderare il metodo di acquisizione di CFU supplementari (ora, 24) nelle discipline psicopedagogiche e nelle metodologie didattiche, rivedendo il loro contenuto e le istituzioni accreditate per il loro conferimento.

Si prevede di pubblicare il primo bando di concorso pubblico che applica il metodo di selezione innovativo nel 2022.

Traguardi:

T2-2022: Entrata in vigore della riforma della carriera degli insegnanti

T4-2023: Entrata in vigore della legislazione secondaria (qualora necessaria).

T4-2024: Almeno 70.000 insegnanti reclutati con il nuovo sistema di reclutamento.

Al riguardo, si ricorda che l’art. 59, co. 10-13, del D.L. 73/2021, in corso di esame, ha disposto che le prove dei concorsi ordinari per l’immissione in ruolo, su posti comuni e di sostegno, del personale della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria, si svolgono secondo le seguenti modalità semplificate:

- prova scritta con più quesiti a risposta multipla, volti all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché sull’informatica e sulla lingua inglese;

- prova orale;

- valutazione dei titoli;

- formazione della graduatoria sulla base delle valutazioni ottenute nelle fasi di cui ai punti precedenti, nel limite dei posti messi a concorso.

La disciplina, nell’ambito del percorso di formazione e prova, delle attività formative, delle procedure e dei criteri di verifica degli standard professionali, delle modalità di verifica in itinere e finale è stata rimessa ad un decreto del Ministro dell'istruzione, da adottare, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, in coerenza con le riforme del PNRR.

Scuola di Alta formazione e formazione obbligatoria per dirigenti scolastici, docenti e personale tecnico-amministrativo (M4C1-R 2.2-6)

34, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 10

2022: 6

2023: 6

2024: 6

2025: 6

La riforma mira a costruire un sistema di formazione di qualità per il personale della scuola in linea con un continuo sviluppo professionale e di carriera. In particolare, si prevede l’istituzione della Scuola di alta formazione, deputata all’emanazione delle linee di indirizzo della formazione del personale scolastico attraverso corsi erogati on line, alla selezione e al coordinamento delle iniziative formative, che saranno eventualmente collegate alle progressioni di carriera, come previsto nella riforma relativa al reclutamento.

La piena attuazione della riforma è prevista entro il 2025.

Si specifica che la Scuola sarà un’agenzia del MI e che lo stesso MI sarà supportato da INDIRE.

La Scuola sarà dotata di un comitato tecnico-scientifico (composto dai Presidenti di INDIRE, INVALSI, Accademia dei Lincei, da rappresentanti OCSE e UNESCO, dai direttori dei Dipartimenti universitari di pedagogia). Le funzioni amministrative saranno garantite dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione formazione.

Traguardi:

T4-2022: Entrata in vigore della normativa.

Riforma dei dottorati (M4C1-R 4.1-1)

--

Si prevede di aggiornare, attraverso un Decreto Ministeriale, la disciplina dei dottorati, semplificando le procedure per il coinvolgimento di imprese e centri di ricerca e potenziando la ricerca applicata

La riforma diventerà operativa per i cicli di dottorato che inizieranno nel 2022.

Traguardi:

T4-2021: Entrata in vigore delle riforme.

 

 


I soggetti destinatari delle risorse sono prevalentemente i cittadini – e, in particolare, studenti, famiglie e personale scolastico – e gli enti locali, proprietari degli edifici scolastici.

 

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, tutti i progetti sono rivolti innanzitutto a dare ai giovani gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica del paese. Alcuni, in particolare, intendono consentire ai capaci e ai meritevoli di raggiungere i gradi più alti degli studi, ovvero facilitare il loro ingresso nel mondo del lavoro.

I progetti relativi al potenziamento degli asili nido, al contrasto dell’abbandono scolastico e della povertà educativa, all’efficientamento degli edifici scolastici, alla disponibilità di alloggi per gli studenti universitari, all’aumento delle borse di studio per l’accesso all’università, alla qualificazione e innovazione dei percorsi universitari, all’estensione dei dottorati di ricerca, avranno un impatto anche in termini di riduzione dei divari territoriali.

Relativamente al divario di genere, il potenziamento degli asili nido, delle scuole per l’infanzia e del tempo scuola ha un impatto sull’occupazione femminile. A questo contribuiscono anche gli interventi finalizzati a sostenere l’accesso delle donne all’acquisizione di competenze STEM, linguistiche e digitali.



 

6.14 Cultura


Per il settore Cultura, le risorse del PNRR finanziano parte degli investimenti presenti nella componente 3 della Missione 1. Si tratta, complessivamente, di € 4.775 mln (ulteriori € 1.900 mln sono infatti destinati, nell’ambito della stessa componente, al Turismo).

Di essi, € 1.255 mln sono a fondo perduto, mentre € 3.520 mln rappresentano prestiti.

 

Alle risorse sopra indicate si sommano € 1.455,24 mln del Fondo complementare al PNRR di cui al D.L. 59/2021 (L. 101/2021), destinati ad un Piano di investimenti strategici su siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali. In particolare, le risorse, da ripartire con DPCM, su proposta del Ministro della cultura, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono destinate, come risulta da un comunicato stampa del 26 aprile 2021 del Ministero della cultura, a 14 interventi inclusi nel ‘Piano Strategico Grandi attrattori culturali’.

Si tratta, in particolare, di:

1)      Progetto di sviluppo e potenziamento delle attività de La Biennale di Venezia in funzione della costruzione di un polo permanente di eccellenza nazionale e internazionale: € 169,556 mln. Qui maggiori informazioni;

2)      Il Porto Vecchio di Trieste: il nuovo rinascimento della città: € 40 mln. Qui maggiori informazioni;

3)      Torino, il suo Parco e il suo Fiume: memoria e futuro: € 100 mln. Qui maggiori informazioni;

4)      Biblioteca Europea di Informazione e Cultura (BEIC) – Milano: € 101,574 mln. Qui maggiori informazioni;

5)      Valorizzazione della cinta muraria e del sistema dei forti genovesiGenova; € 69,97 mln. Qui maggiori informazioni;

6)      Progetto integrato per il potenziamento dell’attrattività turistica delle aree del parco del delta del PoRegioni Veneto, Emilia Romagna: € 55 mln. Qui maggiori informazioni;

7)      Riqualificazione Stadio Artemio Franchi di Pierluigi Nervi – Firenze: € 95 mln. Qui maggiori informazioni;

8)      URBS. Dalla città alla campagna romana – Roma: € 105,9 mln. Qui maggiori informazioni;

9)      Museo del Mediterraneo. Waterfront di Reggio Calabria: € 53 mln. Qui maggiori informazioni;

10)   Costa Sud. Parco costiero della cultura, del turismo, dell'ambiente – Bari: € 75 mln. Qui maggiori informazioni;

11)   Recupero dell’ex complesso della Manifattura Tabacchi in chiave culturale, con realizzazione del primo Auditorium per la Città di Palermo: € 33 mln. Qui maggiori informazioni;

12)   Percorsi nella storia - Treni storici e Itinerari culturaliVari: € 435 mln. Qui maggiori informazioni;

13)   Progetto integrato di restauro, fruizione e valorizzazione dell'immobile costiero Colombaia – Castello di mare – Torre Peliade Trapani: € 27 mln. Qui maggiori informazioni;

14)   Valorizzazione e rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri a Napoli e dell’ambito urbano piazza Carlo III, via Foria, piazza Cavour: € 100 mln. Qui maggiori informazioni.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR destinate ai singoli investimenti presenti nella pertinente parte della componente 3 della Missione 1:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Strategia digitale e piattaforme per il patrimonio culturale (M1C3-I 1.1-1-2)

500, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 11,2

2022: 59

2023: 124,3

2024: 146,8

2025: 99,2

2026: 59,5

La misura si articola in interventi di digitalizzazione del patrimonio culturale italiano intesi a migliorare l'accesso alle risorse culturali e ai servizi digitali.

In particolare, si creerà una infrastruttura digitale nazionale che raccoglierà, integrerà e conserverà le risorse digitali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate.

Inoltre, si intende fornire sostegno alla creazione di nuovi contenuti culturali e allo sviluppo di servizi digitali ad alto valore aggiunto da parte di imprese culturali/creative e start-up innovative.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Esso si articola in 12 progetti complementari. Servizi abilitanti: 1. Piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio culturale (€ 2 mln); 2. Sistema di certificazione dell’identità digitale per i beni culturali (€ 16 mln); 3. Servizi di infrastrutture cloud (€ 25 mln); 4. Infrastruttura software per il patrimonio culturale (€ 73 mln). Servizi di produzione: 5. Digitalizzazione delle collezioni dei luoghi della cultura (€ 200 mln); 6. Formazione e miglioramento delle competenze digitali (programma di apprendimento permanente rivolto al personale del Ministero della cultura – d’ora in avanti, MIC – e a tutti gli operatori del settore del patrimonio culturale) (€ 20 mln); 7. Sostegno operativo (€ 5 mln). Servizi di gestione e conservazione dei documenti: 8. Centro di conservazione digitale (che prevede: un'infrastruttura software contenente i servizi abilitanti; un sistema per la conservazione a medio-lungo termine degli archivi digitali prodotti dalle strutture centrali e periferiche del MIC; un sistema per la conservazione permanente degli archivi digitali storici delle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli enti pubblici nazionali, nonché degli archivi digitali privati dichiarati di interesse storico) (€ 58 mln); 9. Portale delle procedure e dei servizi ai cittadini (finalizzato, tra l’altro, alla futura tracciabilità del patrimonio culturale anche allo scopo di contrastare il traffico illecito) (€ 10 mln). Servizi di accesso: 10. Piattaforma di accesso integrato alla Biblioteca digitale (€ 36 mln); 11. Piattaforma di co-creazione e crowdsourcing (nell’ambito della quale, tra l’altro, gli utenti contribuiranno ad arricchire le descrizioni del patrimonio culturale) (€ 10 mln); 12. Piattaforma di servizi digitali per gli sviluppatori e le imprese culturali (€ 45 mln).

La responsabilità dell’attuazione del progetto è del MIC, che si avvale, per l’attuazione di determinate azioni, anche di altri soggetti (quali, Agenzia per l’Italia digitale) mediante contratti e accordi di partenariato, nonché mediante gare d'appalto.

L'investimento non configura un aiuto di Stato. Gli investimenti per le imprese culturali e creative inclusi nel progetto 7. rientrano nei limiti del regime de minimis.

 

Traguardi:

T4-2025: Almeno 30.000 utenti formati attraverso la piattaforma di e-learning sui beni culturali e almeno 65 mln di nuove risorse digitali (libri e manoscritti, documenti e fotografie, opere d'arte e artefatti storici e archeologici, monumenti e siti archeologici, materiali audiovisivi) prodotte e pubblicate nella Biblioteca digitale.

Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura (M1C3-I 1.2-3)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 10

2022: 30

2023: 70

2024: 70

2025: 65

2026: 55

Oltre che rimuovere le barriere senso-percettive architettoniche, culturali e cognitive in varie istituzioni culturali, si intende organizzare attività di formazione per il personale amministrativo e per gli operatori culturali, promuovendo la cultura dell’accessibilità e sviluppando competenze sui relativi aspetti legali, di accoglienza, mediazione culturale e promozione.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

L'investimento è destinato principalmente (per circa € 282 mln) a siti culturali statali e, per una quota minore (€ 18 mln), a musei regionali, provinciali, civici o privati, gestiti da enti pubblici o organizzazioni senza scopo di lucro. L'individuazione delle istituzioni non statali sarà effettuata mediante bandi di gara.

L'investimento è costituito da quattro componenti:

1. Elaborazione di un piano strategico per l'eliminazione delle barriere architettoniche sensoriali, culturali e cognitive (PEBA) nei siti culturali (circa il 2% delle risorse); 2. Progettazione e attuazione di interventi volti a rimuovere le stesse barriere (circa l’85% delle risorse); 3. Creazione di un sistema informativo per fornire informazioni circa l'accessibilità dei luoghi culturali (circa l’11% delle risorse); 4. Programma di sviluppo delle capacità, formazione dei professionisti del patrimonio culturale all'uso e all'attuazione efficace delle misure adottate (circa il 2% delle risorse).

Il MIC monitorerà l'attuazione e sarà responsabile delle attività di monitoraggio e rendicontazione.

L'investimento rientra nell'ambito del regolamento (UE) n. 651/2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Traguardi:

T2-2026: Almeno 600 interventi di miglioramento dell'accessibilità fisica e cognitiva nei luoghi di cultura completati (352 tra musei, monumenti, aree archeologiche e parchi, 129 archivi, 46 biblioteche e 90 siti culturali non statali. Il 37% al Sud).

Migliorare l’efficienza energetica nei cinema, nei teatri e nei musei (M1C3-I 1.3-4-5)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 30

2022: 40

2023: 80

2024: 60

2025: 50

2026: 40

L’intervento riguarda strutture pubbliche e, in alcuni casi, private.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

L'investimento si articola in 3 interventi riguardanti, rispettivamente, musei e siti culturali statali (€ 100 mln: 67 strutture), sale teatrali pubbliche e private (€ 100 mln: 251 strutture), sale cinematografiche pubbliche e private (€ 100 mln: 149 strutture). L'individuazione dei soggetti non statali sarà effettuata mediante gare d'appalto.

Il MIC monitorerà lo stato di avanzamento fisico e procedurale degli interventi e sarà responsabile delle attività di monitoraggio e rendicontazione.

Gli investimenti rientrano nel regolamento (UE) n. 651/2014, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Traguardi:

T3-2023: 80 interventi conclusi con la certificazione della regolare esecuzione dei lavori.

T4-2025: 55 interventi su musei e siti culturali statali, 230 su sale teatrali e 135 su cinema conclusi con la certificazione della regolare esecuzione dei lavori.

Attrattività dei borghi (M1C3-I 2.1-12,16)

1.020, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 47

2022: 97

2023: 116

2024: 240

2025: 260

2026: 260

Gli interventi si attueranno attraverso il “Piano Nazionale Borghi”, un programma di sostegno allo sviluppo economico/sociale delle zone svantaggiate basato, per quanto qui interessa, sulla rigenerazione culturale dei piccoli centri.

In particolare, saranno attivati interventi volti al recupero del patrimonio storico e alla creazione di piccoli servizi culturali. Inoltre, sarà favorita la creazione e promozione di nuovi itinerari (es., itinerari tematici, percorsi storici) e visite guidate. Infine, sempre per quanto qui interessa, saranno introdotti sostegni finanziari per le attività culturali e creative.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Il Piano interviene su 250 borghi. In particolare, € 800 mln sono destinati al recupero e alla riqualificazione del patrimonio storico e degli spazi pubblici e per la costruzione di piccole infrastrutture di servizio; € 200 mln sono destinati al sostegno alle imprese (in un numero stimato di 2.500).

La selezione dei borghi sarà effettuata sulla base di: a) adeguati criteri territoriali, economici e sociali; b) capacità del progetto di incidere sull'attrattiva turistica e di aumentare la partecipazione culturale.

Gli indicatori riguarderanno: la coerenza del patrimonio culturale e ambientale; la coerenza dell'uso turistico e culturale (flussi turistici, visitatori di musei, ecc.); la coerenza dell'offerta turistica (alberghi e altri alberghi, B & B, camere e alloggi in affitto, ecc.); l'andamento demografico del comune (in base all’Allegato alla decisione UE, deve trattarsi di comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti) il grado di partecipazione culturale della popolazione; la coerenza tra le imprese culturali, creative e turistiche (profit e senza scopo di lucro) e i dipendenti collegati.

Considerato il precedente bando del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT), i comuni ammissibili, con riferimento al profilo demografico, sono stimati pari a 5.509.

Il MIC è responsabile del coordinamento e della gestione dell'intervento. Le risorse saranno assegnate ai comuni in cui si trovano i borghi selezionati. L'azione a sostegno delle imprese sarà gestita a livello centrale dal MIC con il sostegno di un organismo di gestione.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato. In altri casi, gli investimenti rientrano nel regolamento UE 651/2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Traguardi:

T2-2022: Entrata in vigore del decreto del MIC per l'assegnazione ai comuni delle risorse.

T2-2025: Almeno 1300 interventi conclusi per la valorizzazione di siti culturali o turistici e almeno 1800 imprese sostenute per progetti nei piccoli borghi storici (almeno il 37% riguarda borghi situati nelle regioni meno sviluppate).

Tutela e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale (M1C3-I 2.2-13,17)

600, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2022: 47

2023: 52

2024: 203

2025: 150

2026: 148

L’investimento deve dare impulso a un sistematico processo di valorizzazione di edifici storici rurali (di privati o di enti del terzo settore) e di tutela del paesaggio.

L’intervento avrà ricadute positive sulle economie locali.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

In particolare, si prevede di sostenere il recupero di circa 3.930 beni del paesaggio architettonico e rurale in tutto il paese attraverso: 1. Riassetto conservativo e recupero funzionale di insediamenti agricoli, edifici, artefatti e edifici storici rurali, colture agricole di interesse storico ed elementi tipici dell'architettura e del paesaggio rurale; 2. Completamento del censimento del patrimonio rurale edificato e attuazione di strumenti di informazione nazionali e regionali volti a raccogliere conoscenze su architettura e paesaggio rurali, metodi e tecniche di intervento, nonché sul trasferimento di buone pratiche e su una cultura del riutilizzo.

L’attuazione della componente 1. dell’intervento è coordinata dal MIC che assegna risorse agli enti locali sulla base di criteri da definire congiuntamente tra MIC e regioni/comuni. Gli enti locali, tramite un invito pubblico, selezionano le domande di sovvenzione e sono responsabili dell'erogazione delle risorse e del monitoraggio dell'attuazione. La componente 2. è coordinata dalla MIC, che individuerà i soggetti che effettueranno il censimento e l'attuazione dei sistemi di informazione.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato.

Traguardi:

T2-2022: Entrata in vigore del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse.

T4-2025: 3.000 interventi di tutela e valorizzazione dell'architettura e del paesaggio rurale ultimati (con certificazione della regolare esecuzione dei lavori) e almeno 900 interventi avviati (con certificazione dell'inizio dei lavori).

Programmi per valorizzare l’identità di luoghi: parchi e giardini storici (M1C3-I 2.3-14,18)

300, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 3

2022: 47,5

2023: 73

2024: 78

2025: 60

2026: 38,5

L'investimento è volto a riqualificare parchi e giardini storici e a formare personale locale che possa curarli/preservarli nel tempo.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

In particolare, l'intervento si concentra sulla riqualificazione di circa 110 parchi/giardini tutelati, dichiarati di interesse artistico o storico, attraverso: integrazione del censimento esistente, catalogazione e digitalizzazione dei beni culturali di parchi e giardini storici; restauro e valorizzazione dei beni, incluso il miglioramento del modo di utilizzo di tali spazi e garanzia di una maggiore accessibilità, anche per le persone con disabilità; formazione degli operatori, ai fini del riconoscimento della qualifica di "giardiniere d'arte".

Un primo gruppo di parchi storici e giardini, di proprietà pubblica, è già stato individuato e gli interventi possono iniziare nel 2021. Un secondo gruppo sarà selezionato mediante un bando pubblico. Un gruppo di coordinamento tecnico-scientifico, composto da rappresentanti di MIC, università, ANCI, associazioni settoriali, definirà i criteri di selezione dei siti.

Gli interventi saranno realizzati dai proprietari di parchi storici e giardini aperti al pubblico (MIC, comuni, università, istituzioni pubbliche e private, altri soggetti privati).

Le attività di censimento e catalogazione del patrimonio culturale dei parchi storici e dei giardini saranno gestite dal MIC che effettuerà la procedura di selezione del prestatore di servizi per le attività di formazione. Il programma formativo per gli operatori del settore sarà definito di concerto tra MUR, regioni, Scuole.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato.

Traguardi:

T2-2022: Entrata in vigore del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse.

T4-2024: Almeno 40 parchi e giardini storici riqualificati (con certificazione della regolare esecuzione dei lavori); almeno 1.260 operatori che hanno completato i corsi di formazione.

Sicurezza sismica nei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di culto (FEC) e siti di ricovero per le opere d’arte (Recovery Art) (M1C3-I 2.4-15,19)

800, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021:15

2022: 50

2023: 63

2024: 143

2025: 240

2026: 289

Si intende realizzare un piano di interventi preventivi antisismici per ridurre significativamente il rischio per i luoghi di culto, così da evitare i potenziali costi di ripristino dopo eventi calamitosi, oltre che la perdita definitiva di molti beni.

In particolare, il piano prevede: la messa in sicurezza antisismica dei luoghi di culto; il restauro del patrimonio Fondo Edifici di culto (FEC); la realizzazione di depositi per il ricovero delle opere d’arte coinvolte negli eventi calamitosi.

L'investimento prevede, inoltre, la realizzazione del Centro Funzionale Nazionale per la salvaguardia dei beni culturali da rischi di natura antropica e naturale (CEFURISC), finalizzato a consentire un utilizzo più sinergico delle tecnologie esistenti e dei sistemi ambientali per monitoraggio, sorveglianza e gestione dei luoghi culturali.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

I complessi oggetto dell’intervento saranno individuati con decreto del MIC. I decreti di assegnazione delle risorse saranno invece concessi una volta perfezionati i livelli di progettazione e basati sulle spese di avanzamento. Il MIC provvederà all'attività di monitoraggio e rendicontazione.

Gli interventi di prevenzione e sicurezza antisismica nei luoghi di culto riguardano le zone interessate dai vari terremoti che hanno colpito alcune regioni italiane dal 2009 in avanti.

Con riguardo al progetto Recovery Art, che prevede la creazione di depositi temporanei per la protezione dei beni culturali in caso di catastrofe, sono state individuate tre centrali nucleari dismesse (ex centrale nucleare di Bosco Marengo-Alessandria, ex centrale nucleare di Caorso-Piacenza, ex centrale nucleare di Garigliano-Caserta). Oltre a queste, saranno costruiti ulteriori depositi a Roma, ex Caserma 8º Cerimant, e Camerino, ex Casermette.

Il progetto sarà seguito dal MIC e da SoGIN (Societa Gestione Impianti Nucleari).

L'istituzione e l'entrata in funzione del CEFURISC saranno gestite direttamente dal MIC anche attraverso accordi con i principali operatori pubblici che si occupano di sicurezza.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato. In altri casi, gli investimenti rientrano nel regolamento UE 651/2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno.

Gli interventi del FEC sono selezionati in base allo stato di conservazione dei beni.

Traguardi:

T2-2022: Entrata in vigore del decreto del MIC per l'assegnazione delle risorse, che determinerà anche l'ente attuatore e l'ammissibilità e il finanziamento dei complessi oggetto di intervento, con la relativa tipologia.

T4-2025: Almeno 300 interventi ultimati per la sicurezza sismica nei luoghi di culto, il restauro del patrimonio culturale del FEC e i siti di ricovero per le opere d'arte dopo eventi calamitosi (con certificazione della regolare esecuzione dei lavori).

Sviluppo industria cinematografica (Progetto Cinecittà)
(M1C3-I 3.1,20)

Al riguardo, si rileva che l’investimento, denominato 3.1, nell’allegato al PNRR (cfr., ad esempio, pag. 110) e a pag 189 dell’allegato alla decisione UE, risulta indicato come investimento 3.2 in altre pagine del medesimo allegato alla decisione UE (cfr., ad esempio, pagg. 197-198).

300, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 34

2022: 54

2023: 44

2024: 48

2025: 50

2026: 70

Si intende potenziare la competitività del settore cinematografico e audiovisivo italiano. Il Progetto include tre linee di intervento: potenziare gli studi cinematografici di Cinecittà gestiti da Istituto Luce Cinecittà SRL; rilanciare le attività della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia (CSC) mediante sviluppo di infrastrutture, digitalizzazione e modernizzazione del parco immobiliare ed impiantistico; rafforzare le capacità e le competenze professionali nel settore audiovisivo legate soprattutto a favorire la transizione tecnologica.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Gli investimenti comprendono:

Componente A1. Costruzione di nuovi studi, recupero degli studi esistenti, investimenti in nuove tecnologie, sistemi e servizi digitali (€ 159.300.000);

Componente A2. Costruzione di 6 nuovi teatri ad alta tecnologia con allegati, servizi e relativi sistemi e strade su un'area di 473.000 mq (€ 99.850.000);

Componente B. Miglioramento delle attività di produzione e formazione del CSC e potenziamento dell'archivio cinematografico nazionale (€ 32.250.000);

Componente C. Sviluppo e attuazione della strategia nazionale per la formazione audiovisiva (€ 8.600.000).

L'Amministrazione responsabile è il MIC. L'attuazione esecutiva è affidata, a seconda delle componenti del progetto, a organismi intermedi: A1 e A2: Istituto Luce Cinecittà e Cassa Depositi e Prestiti; B: Centro sperimentale per la cinematografia e Cineteca nazionale; C. Centro sperimentale per la cinematografia e Istituto Luce Cinecittà.

La Fondazione CSC non intende selezionare soggetti pubblici o privati per la fornitura di servizi di formazione, dal momento che la scuola è in grado di fornire da sola tutti i servizi previsti dal progetto.

Gli investimenti non costituiscono aiuti di Stato.

Traguardi:

T2-2023: Firma del contratto tra l'Istituto Luce Studios e le società in relazione a 9 studi.

T2-2026: Ultimazione (con certificato di regolare esecuzione) di 17 interventi riguardanti: la costruzione di 13 studi nuovi e il rinnovo di 4 teatri esistenti.

Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde (M1C3-I 3.2-7)

Al riguardo, si rileva che l’investimento, denominato 3.2, nell’allegato al PNRR (cfr., ad esempio, pag. 110), risulta indicato come investimento 3.3 nell’allegato alla decisione UE (cfr., ad esempio, pag. 175 e pag. 182).

155, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 7,8

2022: 7,8

2023: 46,5

2024: 46,5

2025: 31

2026: 15,5

Si intende sostenere la ripresa dei settori culturali e creativi, attraverso due linee di azione:

- "Sostenere la ripresa delle attività culturali incoraggiando l'innovazione e l'uso della tecnologia digitale lungo tutta la catena del valore";

- "Promuovere l'approccio verde lungo tutta la filiera culturale e creativa”, che mira a incoraggiare un approccio sostenibile sotto il profilo ambientale lungo tutta la filiera.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026

Gli obiettivi specifici dell’incoraggiamento all’uso della tecnologia digitale sono:

- Migliorare l'ecosistema in cui operano i settori culturali e creativi incoraggiando la cooperazione tra operatori e organizzazioni culturali e facilitando il miglioramento delle loro competenze e la riqualificazione (azione AI) (€ 10 mln);

- Sostenere la produzione culturale e creativa verso l'innovazione e la transizione digitale lungo l'intera filiera (produzione, coproduzione, gestione, distribuzione e incontro con il pubblico) attraverso contributi finanziari e l'accesso a servizi reali e finanziari (azione A II) (€ 115 mln).

Gli obiettivi specifici relativi alla promozione dell’approccio verde sono:

- Promuovere la riduzione dell'impatto ecologico degli eventi culturali promuovendo l'inclusione di criteri sociali e ambientali nelle politiche in materia di appalti pubblici (azione B I) (€ 10 mln);

- Promuovere l'innovazione e la progettazione ecocompatibile inclusiva, anche in termini di economia circolare, e orientare il pubblico verso un comportamento più responsabile nei confronti dell'ambiente e del clima (azione B II) (€ 20 mln).

Le azioni saranno promosse dal MIC che definirà gli obiettivi strategici, gli strumenti di intervento e i criteri per la selezione dei soggetti incaricati della realizzazione delle attività o che beneficeranno dell'azione.

Le azioni AI e BI non costituiscono aiuti di Stato. Le azioni AII e BII saranno attuate nell'ambito del regime de minimis.

Gli enti attuatori selezionati devono essere organizzazioni o reti specializzate in possesso di competenze ed esperienza sia nel campo della formazione che in quello della produzione culturale, dell'ambiente, della gestione culturale.

Traguardi:

T4-2023: Aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici all'ente attuatore/ai beneficiari per tutti gli interventi previsti.

Caput Mundi-Next Generation EU per grandi eventi turistici
M1C3-I 4.3-27,35-36)

500, attribuiti a titolo di prestito

di cui (pag. 381 dell’allegato al PNRR):

2021: 25

2022: 75

2023: 75

2024: 150

2025: 100

2026: 75

 

Ovvero, di cui (pag. 807 dell’allegato al PNRR):

2021: 25

2022: 75

2023: 150

2024: 150

2025: 75

2026: 25

Il progetto mira ad aumentare il numero di siti turistici accessibili, creare alternative turistiche e culturali valide e qualificate rispetto alle aree centrali affollate, incrementare l'uso delle tecnologie digitali e potenziare le aree verdi e la sostenibilità del turismo.

In particolare, per quanto qui interessa, le risorse stanziate saranno destinate a rigenerazione e restauro del patrimonio culturale.

L’intervento si svilupperà dall’1/6/2021 al 30/6/2026.

Il progetto è strutturato intorno a 6 grandi investimenti:

1. Patrimonio culturale di Roma per la next generation UE, che prevede la rigenerazione e il restauro del patrimonio culturale e urbano e dei complessi di elevato valore storico-architettonico della città di Roma (€ 169,4 mln);

2. Cammini giubilari (Dalla Roma pagana alla Roma cristiana), che prevede la valorizzazione, la messa in sicurezza, il consolidamento antisismico, il restauro di luoghi ed edifici di interesse storico e di percorsi archeologici (€ 159,4 mln);

3. #LaCittàCondivisa, per la riqualificazione dei siti ubicati nelle aree periferiche della città (€ 89,2 mln);

4. #Mitingodiverde, che prevede interventi su parchi, giardini storici, villaggi e fontane (€ 60,5 mln);

5. #Roma 4.0, finalizzato alla digitalizzazione dei servizi culturali e allo sviluppo di app per i turisti (€ 11,5 mln);

6. #Amanotesa, finalizzato all'incremento dell'offerta culturale nelle periferie per promuovere l'inclusione sociale (€ 10 mln).

Il particolare, si prevede la firma di un accordo di programma tra ministero del Turismo, MIC, comune di Roma Capitale, Ministero dell'interno, Diocesi di Roma, regione Lazio. Ciascuna amministrazione si occuperà dei propri settori di competenza e dei processi di attuazione dei singoli interventi. L'elenco delle misure, che comprende oltre 100 luoghi della cultura, è stato individuato da ciascuna amministrazione responsabile.

L'elenco dei beneficiari/enti attuatori comprende: Città di Roma Capitale, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma, Parco archeologico del Colosseo, Parco archeologico dell'Appia Antica, Diocesi di Roma, Ministero del Turismo, Regione Lazio.

Traguardi:

T2-2022: Firma degli accordi per ciascuno dei 6 progetti tra Ministero del turismo e beneficiari/enti attuatori.

T4-2024: Almeno 200 siti culturali e turistici la cui riqualificazione ha raggiunto, in media, il 50% dello stato di avanzamento lavori (SAL) (di cui: almeno 5 siti per la linea di investimento "Patrimonio culturale di Roma per Next Generation EU"; almeno 125 siti per "Cammini giubilari"; almeno 50 siti per #Lacittàcondivisa; almeno 15 siti per #Mitingodiverde; almeno 5 siti per #Roma 4.0) e completamento del 50% dei progetti della linea di investimento #Amanotesa.

T2-2026: Conclusione della riqualificazione di almeno 200 siti culturali e turistici. Completamento di tutti i progetti della linea di investimento #Amanotesa. Disponibilità al pubblico dell'applicazione "CaputMundi - Roma4.0".

 

 


Ulteriori interventi sono previsti nell’ambito della Missione 5, Componente 2, Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5C2-I 2.1-11,12) (€ 3.300 mln), in corrispondenza del quale gli interventi possono riguardare diverse tipologie di azione, quali, tra l’altro, la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento allo sviluppo di servizi culturali (più approfonditamente, si veda la scheda “Ambiente”).

Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Adozione di criteri ambientali minimi per eventi culturali (M1C3-R 3.1-6)

--

Si intende migliorare l'impronta ecologica degli eventi culturali attraverso l'inclusione di criteri sociali e ambientali negli appalti pubblici per eventi culturali finanziati, promossi o organizzati con fondi pubblici.

Traguardi:

T4-2022: Entrata in vigore del decreto.

 

 


Soggetti destinatari delle risorse, a seconda degli interventi, sono lo Stato – e, più specificamente, il Ministero della cultura (che si articola in amministrazione centrale e periferica) – gli enti locali e le imprese (in particolare, per alcuni interventi, sarà coinvolto il settore edile e dell'ingegneria impiantistica, nonché il mondo dei professionisti e di tutti i settori produttivi che operano nella progettazione di materiali e tecnologie relative all'efficienza energetica). Conseguentemente, si prevedono importanti ricadute sulle economie locali e sui privati in termini di sostegno all’occupazione e di riqualificazione e valorizzazione dei luoghi.

Da segnalare l’investimento Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi (M1-C3-I.1.2), che impatta direttamente sui cittadini con disabilità al fine di migliorarne l’accesso ai luoghi della cultura.

 

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, la componente 3 della Missione 1 avrà un impatto nella riduzione dei divari territoriali. In particolare, gli investimenti previsti per incrementare l’attrattività dell’offerta culturale miglioreranno il posizionamento internazionale del Mezzogiorno.

Relativamente al divario di genere, il potenziamento e l’ammodernamento dell’offerta culturale possono generare significative ricadute occupazionali su un settore che è già a forte presenza femminile.

Infine, è presumibile che l’intenzione di incoraggiare l'innovazione e l'uso della tecnologia digitale nelle attività culturali possa favorire l’attrattività delle stesse per i giovani.


 


6.15 Sport

 


Per l’ambito Sport, le risorse del PNRR finanziano investimenti presenti nella componente 1 della Missione 4 e nella componente 2 della Missione 5.

Si tratta, complessivamente, di € 1.000 mln, di cui € 300 mln attribuiti a fondo perduto ed € 700 mln attribuiti a titolo di prestito.

Di seguito, in forma tabellare, le risorse del PNRR presenti nella componente 1 della Missione 4 e nella componente 2 della Missione 5:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Potenziamento infrastrutture per lo sport a scuola
(M4C1-I 1.3-8,22)

300, attribuiti a fondo perduto

di cui:

2021: 60

2022: 51

2023: 51

2024: 51

2025: 51

2026: 36

Il piano mira a costruire o adeguare strutturalmente edifici da destinare a palestre o strutture sportive annesse alle scuole. Ci si attende che la misura possa contrastare la dispersione scolastica, favorire l'inclusione sociale e rafforzare le attitudini personali.

La durata del progetto è stimata in 5 anni (fino al 2026).

Il piano è gestito dal MI in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato, quanto alla costruzione e riqualificazione delle palestre, direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici, sulla base di linee guida e di un Comitato nazionale che possa garantire la qualità tecnica dei progetti.

Traguardi:

T1-2024: Aggiudicazione dei contratti di lavoro per gli interventi di costruzione e riqualificazione di strutture sportive e palestre nei termini definiti con decreto del Ministero dell'istruzione a seguito di procedura di appalto pubblico.

T2-2026: Almeno 230.400 m² realizzati o riqualificati da utilizzare come palestre o strutture sportive annesse alle scuole.

Sport e inclusione sociale (M5C2-I 7-21,22)

700, attribuiti a titolo di prestito

di cui:

2021: 30

2022: 84

2023: 84

2024: 184

2025: 184

2026: 134

Si intende recuperare le aree urbane puntando sugli impianti sportivi e realizzare parchi urbani attrezzati, al fine di favorire l'inclusione e l'integrazione sociale, soprattutto nelle aree più svantaggiate.

La durata del progetto è stimata dal 1/7/2021 al 30/6/2026.

I progetti devono riguardare uno dei seguenti ambiti: 1. Costruzione e rigenerazione di impianti sportivi nelle zone svantaggiate del paese, comprese le periferie metropolitane. 2. Fornitura di attrezzature sportive, compresa l'applicazione della tecnologia allo sport, nelle zone svantaggiate; 3. Completamento e adeguamento degli impianti sportivi esistenti (rimozione delle barriere architettoniche, efficienza energetica, ecc.).

L’implementazione del progetto si articola in tre fasi: (i) analisi preliminari e azioni necessarie per preparare al meglio gli appalti pubblici; (ii) fase di avvio e realizzazione dei progetti selezionati; (iii) monitoraggio e verifica del livello di implementazione dei progetti, al fine di individuare quelli più efficaci da promuovere e replicare.

In base all’Allegato alla decisione UE, i criteri di selezione devono garantire che almeno il 50% degli investimenti siano destinati a nuove costruzioni.

Traguardi:

T1-2023: Aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici a seguito di un invito pubblico a presentare proposte.

T2-2026: Completamento di almeno 100 interventi relativi a strutture sportive, riguardanti una zona di almeno 200.000 mq.

 

 


Un ulteriore intervento è previsto nell’ambito della medesima componente 2 della Missione 5, Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale (M5C2-I 4-11,12) (€ 3.300 mln), con il quale si intende migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale anche attraverso la ristrutturazione edilizia di edifici pubblici, con particolare riferimento, per quanto qui interessa, alla promozione di attività sportive (più approfonditamente, si veda la scheda “Ambiente”).

 

I soggetti destinatari delle risorse sono gli enti locali e, indirettamente, i cittadini, compresi gli studenti.

Per quanto riguarda l’influenza sulle priorità trasversali del Piano, vi è concordanza nel sottolineare l’importanza dello sport per la formazione dei giovani. In particolare, uno dei due progetti è finalizzato proprio a consentire lo svolgimento di attività sportive nelle scuole, per contribuire al pieno sviluppo degli studenti.

 

É presumibile che la realizzazione di impianti sportivi nelle aree urbane svantaggiate possa avere un impatto anche in termini di riduzione dei divari territoriali


 


6.16 Turismo


Nel PNRR, i progetti d’investimento in materia di turismo sono enunciati nella Missione 1, Componente C3 “Turismo e cultura” ed, in particolare, nell’ambito di intervento 3.4 Turismo 4.0” cui sono assegnati complessivi 2,4 miliardi di euro di risorse PNRR. Gli investimenti previsti sono volti al miglioramento delle strutture turistico-ricettive e dei servizi turistici, con il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L’azione include, in parte, la realizzazione di investimenti pubblici, per una maggiore fruibilità del patrimonio turistico-culturale, in parte il rifinanziamento di misure, anche fiscali, a sostegno alle imprese del settore.

Appare opportuno segnalare come il “turismo” riceva supporto anche attraverso i progetti del PNRR di rilancio e di valorizzazione del patrimonio culturale – parte dei quali sono inclusi nel Progetto “Caput Mundi” dell’intervento 3.4 qui in esame, e parte nei restanti ambiti della Componente C3 – (su di essi, si rinvia alla scheda “Cultura”). Essenziale poi appare il supporto al turismo derivante dagli investimenti sulle infrastrutture, anche digitali (per cui si rinvia all’apposita scheda “Investimenti in infrastrutture digitali”) e sulla rete dei trasporti e della mobilità del paese (per cui si rinvia alla scheda “Mobilità sostenibile”).

L’allegato alla decisione UE sul PNRR conferma nella sostanza l’articolazione dei progetti di investimento e di riforma prospettata nel PNRR presentato ad aprile. Si dà di seguito indicazione, in forma integrata e analitica dei singoli investimenti come risultanti dai citati documenti.

Obiettivi trasversali: giovani, parità di genere e coesione territoriale

Come evidenzia il PNRR, il potenziamento e l’ammodernamento dell’offerta turistica e culturale previsti dalla Missione 1 generano significative ricadute occupazionali su settori a forte presenza femminile come quello alberghiero, della ristorazione, delle attività culturali, nonché forti ricadute nei termini della coesione territoriale, non solo grazie ai progetti volti alla creazione dell’infrastruttura tecnologica e digitale necessaria a fornire all’imprenditoria gli strumenti con i quali ampliare il proprio mercato, per i quali si cita il progetto Hub del turismo digitale M1-C3-I.4.1, ma anche con progetti ad hoc volti a finanziare interventi di valorizzazione delle strutture ricettive di maggior pregio, in particolare quelle operanti nelle regioni meridionali. Nei Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche M1-C3-I.4.2, uno specifico intervento riguarda infatti la sottoscrizione, da parte del Ministero del Turismo, di quote (equity) del "Fondo Nazionale del Turismo" (FNT), gestito da CDP. Si rammenta, inoltre, il rifinanziamento del Fondo di garanzia PMI. Anche il turismo di montagna rientra tra le specifiche finalità delle risorse destinate al FoF BEI – Turismo sostenibile.

 

Di seguito, in forma tabellare, le risorse, in milioni di euro, destinate ai singoli investimenti presenti nelle Missione 1, afferenti al settore Turismo:


Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Hub del turismo digitale

(M1C3-I.4.1 -8,9)

114

(sovvenzioni)

 di cui:

2021:    6

2022:  24

2023:  33

2024:  27,1

2025:  16,3

2026:   7,1

 

Si riporta l’importo di 114 milioni presente negli allegati al PNRR anziché quello di 110 milioni presente nel testo del PNRR

Creare un Hub del turismo digitale, accessibile attraverso una piattaforma web dedicata, che consenta il collegamento dell'intero ecosistema turistico. L'investimento deve finanziare un'infrastruttura digitale nuova, modelli di intelligenza artificiale per l'analisi dei dati e servizi digitali di base a beneficio degli operatori turistici.

L’investimento si compone di tre linee di intervento:

§  messa a scala del portale Italia.it promosso da ENIT, migliorandone l’interfaccia utente, integrandolo con fonti di dati aggiuntive, ampliandone il portafoglio servizi a disposizione del turista (ad es. assistenza e informazioni sanitarie) e delle professioni turistiche (guide);

§  adozione di modelli di intelligenza artificiale per analizzare (in forma anonima) i dati sul comportamento online degli utenti e i flussi turistici in aree di maggiore e minore interesse

§  sviluppo di un sistema informativo per la promozione e gestione delle attività turistiche, un supporto all’adozione e formazione a beneficio degli operatori turistici di piccole e medie dimensioni nelle zone più arretrate del Paese.

All’indomani della pandemia, il Digital Hub potrà anche concentrarsi su due tipologie di servizi: servizi degli operatori turistici, al fine di tracciare i turisti dotati di pass verde; servizi ai turisti, per identificare le strutture sanitarie nel luogo di destinazione.

Al fine di garantire che la misura sia conforme al principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01), i criteri di ammissibilità contenuti nel capitolato d'oneri dei prossimi inviti a presentare progetti dovranno escludere le seguenti attività:

i) attività connesse ai combustibili fossili, compreso l'uso a valle; ii) attività nell'ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) che generano emissioni di gas a effetto serra previste non inferiori ai pertinenti parametri di riferimento;

iii) attività connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico;

iv) attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all'ambiente. Il capitolato d'oneri prevede inoltre che possano essere selezionate solo le attività conformi alla pertinente normativa ambientale dell'UE e nazionale.

 

 

Soggetto attuatore: Ministero del Turismo (MiTur).

Beneficiari diretti: P.A, indiretti: imprese del settore, cittadini.

 

Traguardo:

T4 2021: Notifica dell'aggiudicazione degli (di tutti gli) appalti pubblici per lo sviluppo del portale del turismo digitale

 

T2- 2024: Il numero di operatori turistici coinvolti (ad es. hotel, tour operator e imprese dei codici ATECO 55.00.00; 79.00.00) rappresenta il 4% dei 500.000 operatori italiani stimati (attività di prenotazione, pianificazione degli itinerari, biglietteria).

Almeno il 37% degli operatori turistici coinvolti deve essere ubicato nel Sud.

 

Relevant time period 01/01/2021- 30/06/2026.

 

Si rinvia all’allegato alla decisione UE (p. 184) sul PNRR

Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche

M1C3-I.4.2 -22, 23,24,25,26,2829,30,31,32,33,34)

1.786

(prestiti)

di cui:

2021: 247

2022: 416

2023: 407

2024: 558

2025: 158

2026:     0

L'investimento è destinato a una pluralità di interventi, tra cui:

§  Rifinanziamento del Tax credit riqualificazione strutture alberghiere (530 milioni): per aumentare la qualità dell'ospitalità turistica con investimenti finalizzati alla sostenibilità ambientale (fonti rinnovabili a minor consumo energetico) alla riqualificazione e all'aumento degli standard qualitativi delle strutture ricettive italiane (art. 9 e 10 D.L. n. 83/2014). Verrà prevista anche una percentuale di Fondo perduto per incentivare gli investimenti in un periodo complesso come quello post-Covid. Quanto al tax credit riqualificazione, si richiama, fino all’anno 2021 l’applicazione della disciplina temporanea e straordinaria in materia di aiuti di Stato (Temporary framework) e, successivamente, il regime de minimis. La politica di investimento deve prevedere criteri di selezione che assicurino la conformità al principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01).

§  attivazione di un Fondo tematico della BEI per il turismo a sostegno di investimenti innovativi. Si tratta di un Fondo di Fondi (FoF) (Turismo Sostenibile 748 milioni): è ad effetto leva 1:3 capace di generare più di due miliardi di investimenti nelle aree: a) del turismo di montagna sia per infrastrutture sia per servizi ricettivi; b) del settore Business e dell'offerta turistica top quality; c) nel turismo sostenibile e nell'upgrade dei beni mobili e immobili connessi all'attività turistica. Il Fondo può raccogliere capitale attraverso la partecipazione ad iniziative delle istituzioni finanziarie europee per concedere crediti agevolati al settore turistico. Quanto alle modalità operative del FoF BEI, si rinvia a pag. 791 e ss. degli allegati. La politica di investimento deve prevedere che il 50 % del fondo sia destinato a misure di efficienza energetica e osservare la conformità al principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01).

§  Sottoscrizione di quote (equity), per 150 milioni di euro, del "Fondo Nazionale del Turismo" (FNT), un "Fondo di fondi" immobiliare gestito da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP) attraverso la sua controllata CDP Immobiliare Sgr (CDP SGR). Il fondo è destinato all'acquisto, alla ristrutturazione e alla valorizzazione di immobili in Italia, per sostenere lo sviluppo turistico nelle zone più colpite dalla crisi o situate ai margini (zone costiere, isole minori, regioni ultra periferiche e zone rurali e montane). La politica di investimento deve prevedere criteri di selezione che assicurino la conformità al principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01)

§  Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia (358 milioni) per facilitare l'accesso al credito per gli imprenditori che gestiscono un'impresa esistente o per i giovani che intendono avviare una propria attività;

§  È prevista anche la costituzione di un Fondo rotativo diretto a sostenere interventi di riqualificazione energetica; interventi sull'involucro edilizio e di ristrutturazione, conformemente all'articolo 3, primo comma, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica n. 380/2001 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia); rimozione delle barriere architettoniche; sostituzione integrale o parziale dei sistemi di condizionamento dell'aria; acquisto di arredi o componenti d'arredo destinati esclusivamente alle strutture ricettive contemplate dal decreto; interventi per l'adozione di misure antisismiche; rinnovo di componenti d'arredo; realizzazione di piscine termali e acquisto di attrezzature e apparati necessari allo svolgimento di attività termali, nonché al rinnovo delle strutture espositive per le fiere. La politica di investimento del Fondo deve prevedere che il 50 % del Fondo sia destinato a misure di efficienza energetica e che sia assicurata la conformità delle operazioni sostenute nell'ambito di questo intervento al principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01).

Relevant time period: 01/06/2021 - 31/08/2026

La partecipazione al FoF vedrà un’erogazione di 398 milioni al 2021 e un’ulteriore erogazione di 350 milioni entro la fine del 2023. Si richiama la disciplina straordinaria quadro in materia di aiuti di Stato (Temporary Framework) fino alla sua scadenza. Sarà inoltre valutata l’applicabilità del GBER (art. 39).

Quanto al Fondo Nazionale Turismo 50 milioni (a titolo di partecipazione azionaria) saranno erogati dal Mitur a fine 2022.

La partecipazione del Mitur al Fondo è già prevista a legislazione vigente. L’art. 178, del D.L. 34/2020 (Rilancio) e il D.M. attuativo 5 novembre 2020 hanno istituito presso il Mibact (ora Mitur) un Fondo destinato a supportare gli investimenti in immobili destinati ad attività turistico-ricettive, mediante la sottoscrizione, da parte del Ministero, delle quote del FNT. La dotazione del Fondo ministeriale autorizzata dal D.L. Rilancio è di 150 milioni di euro (50 per l’anno 2020, e 100 per il 2021, questi ultimi reperiti attraverso una rimodulazione delle risorse assegnate a valere sul FSC del PON Cultura e turismo).

 

Quanto alla Sezione speciale turismo del Fondo di garanzia PMI, il rifinanziamento previsto dal PNRR opererà nel seguente modo: 100 milioni nel 2021, 58 milioni nel 2022, 100 milioni nel 2023, 50 milioni nel 2024 e 50 milioni nel 2025.

Quanto al regime di aiuti di Stato applicabile, si richiama, per il periodo di operatività, lo State Aid Temporary framework della Commissione UE, e successivamente il regime de minimis.

Soggetti attuatori: MiTur, MISE, BEI, CDP.

 

Traguardi:

 

T4 2021

Adozione della politica di investimento per: i) Fondo BEI; ii) Fondo nazionale per il turismo, iii) Fondo di garanzia per le PMI); iv) Fondo rotativo.

Adozione del decreto di attuazione per il Credito d'imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive.

 

T4 2022:

Erogazione al Fondo BEI di 350 milioni di euro

Erogazione al Fondo nazionale del turismo di un totale di 150 milioni;

 

T4 2025:

3.500 Imprese turistiche beneficiarie del credito d'imposta per infrastrutture e/o servizi

 

150 progetti turistici da sostenere con i fondi tematici della BEI

 

11.800 imprese turistiche da sostenere tramite il Fondo di garanzia per le PMI

 

300 imprese da sostenere tramite il Fondo rotativo

 

12 proprietà immobiliari riqualificate per il turismo dal Fondo nazionale del turismo.

 

Si rinvia all’allegato alla decisione UE (p. 198) sul PNRR.

Caput Mundi – NGEU per grandi eventi turistici

(M1C3-I.4.2- 27,35,36)

500

(prestiti)

di cui

2021: 25

2022: 75

2023: 75

2024: 150

2025: 100

2026:   75

 

Attraverso Caput Mundi si intende si vuole creare un itinerario turistico nazionale che muovendo dalla Capitale – in sinergia con eventi come la Ryder Cup 2022 ed il Giubileo del 2025 - porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici. Le risorse stanziate saranno destinate alle seguenti iniziative

§  Patrimonio culturale di Roma per Next Generation EU (169,4 milioni): rigenerazione e restauro del patrimonio cultuale e urbano e dei complessi ad alto valore storico e architettonico;

§  Dalla Roma pagana alla Roma cristiana (159,4 milioni): interventi di messa in sicurezza, anti-sismica e restauro di luoghi pubblici ed edifici di interesse storico lungo i cammini giubilari della Città;

§  #Lacittàcondivisa (89,2 milioni): riqualificazione delle aree periferiche della Città e dei siti tematici (aree archeologiche, palazzi) situati nelle ampie zone periferiche al di fuori di Roma;

§  #Mitingodiverde (60,5 milioni): rinnovo e restauro di parchi, giardini storici, fontane e ville;

§  #Roma4.0 (11,5 milioni): digitalizzazione dei servizi culturali;

§  #Amanotesa (10 milioni + 30 finanziati dalla componente M5C2.1 “Rigenerazione urbana”): incremento dell’offerta culturale nelle periferie per promuovere l’inclusione sociale (ad es., rimozione delle barriere architettoniche, sensoriali, culturali e cognitive d’accesso ai luoghi di cultura, supporto a famiglie e soggetti fragili).

La gran parte del Progetto Caput Mundi consiste nel restauro del patrimonio culturale e sarà seguito dalle Soprintendenze. Si tratta di investimenti pubblici che non integrano aiuti di Stato.

 

Traguardi:

 

T2-2022 Firma degli accordi per i 6 progetti tra MiTur

e i beneficiari/enti attuatori.

L'elenco dei beneficiari/enti attuatori deve comprendere: Città di Roma Capitale, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'area metropolitana di Roma (MIC), Parco archeologico del Colosseo, Parco archeologico dell'Appia Antica, Diocesi di Roma, Ministero del Turismo, Regione Lazio.

Prima del bando di gara devono essere stabiliti i criteri di selezione e di aggiudicazione e le specificità dei progetti, con le relative risorse.

L'aggiudicazione degli appalti ai progetti selezionati con gli inviti a presentare proposte concorrenziali deve essere conforme agli orientamenti tecnici sull'applicazione del principio "non arrecare un danno significativo" (2021/C58/01) mediante l'uso di un elenco di esclusione e il requisito di conformità alla normativa ambientale dell'UE e nazionale.

 

T2-2024 Obiettivo: Almeno 200 siti culturali e turistici e 15 Parchi e giardini storici, la cui riqualificazione ha raggiunto, in media, il 50% dello stato di avanzamento lavori (SAL).

 

Obiettivo

T2-2026: Almeno 200 siti culturali e turistici e 30 Parchi e giardini storici, riqualificazioni concluse.

L'investimento deve interessare interventi di riqualificazione in almeno 5 siti archeologici/culturali per la linea di investimento "Patrimonio culturale di Roma per Next Generation EU"; almeno 125 siti archeologici/culturali per "Cammini giubilari"; almeno 50 siti archeologici/culturali per #Lacittàcondivisa; almeno 15 siti archeologici/culturali per #Mitingodiverde; almeno 5 siti archeologici/culturali per #Roma 4.0.

Per centrare l'obiettivo saranno necessari anche il completamento di tutti i progetti della linea di investimento #Amanotesa e disponibilità al pubblico dell'applicazione "CaputMundi - Roma4U".

Si rinvia all’allegato alla decisione UE (p. 200) sul PNRR

 


Agli investimenti sopra indicati si affianca la seguente previsione di riforma:


 

Investimento

 

Risorse

Obiettivo dell’intervento

Ulteriori elementi

Ordinamento delle professioni delle guide turistiche

(M1C3-R.4.1-10)

--

Dare, nel rispetto dell’autonomia locale, un ordinamento professionale alle guide turistiche e al loro ambito di appartenenza.

La definizione dello standard nazionale minimo non deve implicare la creazione di una nuova professione regolamentata.

La riforma deve prevedere formazione e aggiornamento professionale al fine di supportare meglio l'offerta. La riforma deve permettere l'acquisizione di una qualifica professionale univoca conforme a standard omogenei a livello nazionale, adottata con decreto ministeriale nell'ambito dell'intesa Stato Regioni.

 

Si rinvia all’allegato alla decisione UE (p. 184) sul PNRR

Sono in corso di esame al Senato, presso la 10° Commissione i disegni di legge AA.SS. 1921 e 2087, sulla Disciplina della professione di guida turistica.

Il 6 maggio 2021, in risposta all'interrogazione n. 3-02026, il Ministro del turismo Garavaglia, ha sottolineato l'esigenza di rivedere la normativa dettata dall'articolo 3 della legge n. 97 del 2013, anche al fine di renderla pienamente operativa ed efficace, "anche prendendo in considerazione i disegni di legge n. 1921 (...) e n. 2087 (...) che (...) poss[o]no costituire una valida base di discussione e confronto per riformare la professione".

 

T4-2023: Definizione di uno standard nazionale per le guide turistiche.

 



[1]    Il 15 gennaio 2021 il Governo Conte II aveva trasmesso al Parlamento una precedente versione del PNRR. Per un'illustrazione si vedano il dossier Documentazione di finanza pubblica n. 25 (parte I e parte II) dei Servizi di documentazione del Senato e della Camera.

[2]    Sul sito internet della Commissione sono disponibili le valutazioni relative ai piani nazionali degli Stati membri. Con particolare riferimento alla valutazione del PNRR italiano, si vedano anche il comunicato stampa e le domande e risposte divulgati dalla Commissione europea.

Per un’analisi comparata con gli altri Paesi UE si veda il dossier La valutazione dei Piani nazionali per la ripresa e la resilienza.

[3]    Per una ricostruzione delle risorse di NGEU e RRF, si veda la Documentazione di finanza pubblica n. 25 citata nella precedente nota.

[4]    Si tratta del regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF). Per un'illustrazione, cfr. la Nota UE n. 67/1 del Servizio studi del Senato.

[5]    Si precisa che - come del resto espressamente indicato nell'Allegato - il calendario per il conseguimento è basato su date indicative.

[6]    Il Piano nazionale è previsto dal decreto-legge n. 59 del 2021, approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 30 giugno 2021. Per un'illustrazione, si veda il Dossier n. 391/1 curato dai Servizi studi di Camera e Senato.

[7]    Per un quadro dell’impatto finanziario del PNRR si rinvia al Flash 1/2021 dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) del 21 maggio 2021.

[8]    Per un'illustrazione delle prossime tappe relative al finanziamento e all'attuazione del PNRR, cfr. la Nota su atti dell'UE n. 78/1 del Servizio Studi del Senato.

[9]     I due comitati interministeriali sono disciplinati dal decreto-legge n. 22 del 1° marzo 2021, rispettivamente all'art. 8 e all'art. 4.

[10]   Sul sito del Governo è presente una tabella che evidenzia che dal complesso delle risorse del Dispositivo (191,5 miliardi) sono destinati alla transizione ecologica 78,2 miliardi (40,8%) e alla transizione digitale 51,4 miliardi (26,9%).

[11]   Ai fini della complementarietà con la strategia del PNRR, assumono particolare rilievo i 37,3 miliardi di euro assegnati all’Italia per le politiche di coesione (a prezzi 2018, che diventano 42 miliardi di euro a prezzi correnti) - cui si aggiunge la quota nazionale di cofinanziamento per il principio di addizionalità -, da attuare attraverso i Fondi strutturali del FESR, FSE+ e CTE, che rappresentano la principale voce del QFP con cui realizzare il coordinamento e l’utilizzo complementare delle risorse con il PNRR, per rafforzare il perseguimento degli obiettivi di crescita inclusiva e di coesione sociale territoriale già fatti propri dal PNRR.

[12]   Si segnala che è attualmente all’esame della XI Commissione (Lavoro) della Camera una proposta di legge (C. 522 e abb.) che disciplina il rilascio della certificazione di pari opportunità di lavoro da attribuire alle aziende che realizzano i parametri minimi di rispetto delle pari opportunità, con particolare riferimento alla retribuzione corrisposta e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

[13]   Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti.

[14]   Il PNRR trasmesso dal Governo all’UE il 30 aprile 2021, comprensivo degli allegati, è stato trasmesso alle Camere il 4 maggio 2021, nella forma di un file pdf di 2.487 pagine (in lingua inglese).

[15]   La Decisione di esecuzione del Consiglio, relativa all’approvazione del Piano per la ripresa e resilienza dell’Italia, è stata adottata il 13 luglio 2021, unitamente a un corposo allegato (in lingua italiana).

[16]   Ad esempio la sigla M5-C3-I.1 indica l’investimento n.1 (I.1) della Componente n.3 (C3) della Missione 5 (M5).

[17]   In alcuni casi il rinvio non è effettuato con un link, bensì attraverso l’indicazione del numero di pagina del PNRR: in tal caso il rinvio si intende alla numerazione delle pagine del file pdf PNRR (comprensivo degli allegati, per un totale di 2.487 pagine) trasmesso dal Governo alle Camere il 4 maggio 2021.

[18]   Si fa presente che le tre priorità trasversali del Piano (Parità di genere, Giovani, Mezzogiorno) sono oggetto di tre specifiche schede nel presente dossier. Inoltre, elementi di dettaglio sugli investimenti nel Mezzogiorno sono rinvenibili nella scheda sulla Coesione territoriale.

[19]   Si ricorda che il gold plating, consiste nella prassi delle autorità nazionali di introdurre, nel recepimento del diritto UE, norme di regolazione ulteriori rispetto ai requisiti imposti dalla legislazione UE; la legge di stabilità 2012 (art. 15, co. 2, lettera b), l. n. 183/2011) definiscono in termini generali il divieto di gold plating, ovvero il divieto di introdurre un aggravio legislativo degli oneri tecnici e amministrativi previsti dalla disciplina europea, nella fase del recepimento della stessa nella normativa nazionale, e specificano in quali casi sia possibile disattendere il divieto, in una prospettiva di riduzione degli “oneri non necessari”.

[20]   Raccomandazione 3: porre l'accento sulla politica economica connessa agli investimenti in materia di ricerca e innovazione e sulla qualità delle infrastrutture, tenendo conto delle disparità regionali;

[21]   concentrare gli investimenti sulla transizione verde e digitale […], su ricerca e innovazione, […] e su un'infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali.

[22]   Tale strumento individuato dalla normativa vigente in base al combinato disposto degli articoli 1 e 6 del D.Lgs. n. 88/2011 e dall’art. 7 del D.L. n. 91/2017 (L. n. 123/2017) potrà accelerare la realizzazione di progetti strategici tra loro funzionalmente connessi. Il Contratto istituzionale di sviluppo deve contenere l’elenco di tutti i siti idonei individuati gli investimenti e gli obblighi che ciascuna Regione deve assumere per garantire il conseguimento del risultato atteso. In caso di inadempienza da parte della Regione si prevede l’intervento del Ministero della salute tramite un commissariamento ad acta.

[23]   Si tratta di progetti "volti a ridurre il gap fra i risultati del settore della ricerca scientifica e quello dell’applicazione per scopi industriali, attraverso la predisposizione di prototipi per la commercializzazione e la mitigazione dei rischi potenziali - derivanti da eventuali brevetti, licenze o barriere all’entrata - che potrebbero scoraggiare gli investitori di mercato".