Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Priorità della Presidenza finlandese del Consiglio dell'UE
Serie: Documentazione per le Commissioni - Attività dell'Unione europea   Numero: 25
Data: 07/10/2019
Organi della Camera: III Affari esteri, XIV Unione Europea


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Priorità della Presidenza finlandese del Consiglio dell'UE

7 ottobre 2019


Indice

|Le priorità|


La Finlandia ha assunto la Presidenza del Consiglio dell'UE del secondo semestre del 2019 (dal 1° luglio al 31 dicembre 2019).
Nel primo semestre del 2020, a partire dal 1° gennaio 2020, la Presidenza del Consiglio dell'UE dalla Croazia e nel secondo semestre del 2020 dalla Germania (il prossimo turno di Presidenza dell'Italia è previsto nel primo semestre del 2028). La Presidenza Finlandese fa parte del trio delle presidenze del Consiglio dell'UE per il periodo 1° gennaio 2019 – 30 giugno 2020, composto dalle Presidenze romena e croata.

Le priorità

Secondo quanto riportato dal programma della Presidenza finlandese del Consiglio dell'UE, le priorità della stessa riguardano quattro pilastri:
  1. rafforzare i valori comuni e lo stato di diritto;
  2. rendere l'UE più competitiva e socialmente inclusiva;
  3. rafforzare la posizione dell'UE come leader globale nell'azione per il clima;
  4. proteggere la sicurezza dei cittadini nel suo complesso.
Oltre alla priorità articolate nei suddetti quattro pilastri, la Presidenza finlandese intende impegnarsi specificamente per altre due questioni che reputa di importanza strategica: la gestione del fenomeno migratorio e i negoziati sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
Si indicano di seguito le priorità della Presidenza finlandese articolate secondo i pilastri e le differenti politiche.

Rafforzare i valori comuni e lo Stato di diritto

La Presidenza finlandese sottolinea l'importanza del rispetto dei valori fondanti l'UE (dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e diritti umani, compresi i diritti delle minoranze), quale precondizione per il corretto funzionamento e la credibilità dell'Unione europea.    
A tal fine, durante il semestre, la Presidenza intende, da un lato, adoperarsi per migliorare e rafforzare gli strumenti a tutela del principio dello Stato di diritto, dall'altro, individuare modalità più efficaci per garantire il rispetto dei valori citati negli Stati membri e per prevenire potenziali situazioni di criticità. In tale contesto la Presidenza prefigura una valutazione del dialogo sullo Stato di diritto all'interno del Consiglio, con l'obiettivo di renderlo più strutturato e orientato agli obiettivi.
In particolare, la Presidenza intende continuare sia il lavoro volto ad istituire un meccanismo di peer review sul rispetto del principio dello Stato di diritto, sia i negoziati per subordinare la ricezione dei fondi dell'UE al rispetto del medesimo principio. Secondo la Presidenza, l'obiettivo è istituire un meccanismo ben equilibrato ed efficace che colleghi i finanziamenti dell'UE al rispetto dello Stato di diritto.
Si ricorda che nel novembre 2016, i Ministri competenti per le politiche dell'UE di Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Svezia hanno proposto il rafforzamento del dialogo politico annuale sullo Stato di diritto, mediante la trasformazione dell'attuale discussione in sede di Consiglio Affari generali in un esercizio periodico di valutazione inter pares tra Stati membri.
Si segnala inoltre che nell'ambito del pacchetto per il prossimo quadro finanziario pluriennale (2021-2027), la Commissione europea ha proposto un nuovo strumento di tutela del bilancio dell'UE dai rischi finanziari connessi a carenze generalizzate per quanto riguarda lo Stato di diritto negli Stati membri, che sostanzialmente consentirebbe all'Unione di sospendere, ridurre o restringere l'accesso ai finanziamenti dell'UE in modo proporzionale alla natura, alla gravità e alla portata di tali carenze.
Si segnala che, nella relazione ex art. 6, L. 234/2012, il Governo italiano, anche sulla scorta di rilievi sollevati dal Servizio giuridico del Consiglio dell'UE, ha sottolineato una serie di criticità presenti nel regime proposto, tra l'altro, relativamente all'appropriatezza della base giuridica individuata dalla Commissione europea, e alla non adeguatezza dello strumento rispetto all'obiettivo che si vorrebbe realizzare (la tutela dello Stato di diritto). In tale sede il Governo ha - in definitiva - ritenuto la proposta non conforme all'interesse nazionale.
Da ultimo, la Commissione europea ha pubblicato la comunicazione Rafforzare lo Stato di diritto nell'unione programma d'azione ( COM(2019)343) recante una disamina del contesto attuale nonché una serie di possibili nuove iniziative, tra le quali la decisione di istituire ciclo di esame dello Stato di diritto, comprendente una relazione annuale sullo Stato di diritto con informazioni sugli Stati membri dell'UE.
È considerato altresì essenziale il contrasto alla corruzione, ritenuta in grado di minare, le basi dell'UE per quanto riguarda valori e regole condivisi, la pubblica fiducia nelle autorità, e una sana gestione finanziaria.
Si segnala che il 10 luglio 2019 il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa (organismo estraneo alle Istituzioni dell'UE) ha accettato la richiesta dell'Unione europea di diventare un osservatore per il Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO, organo dedicato al monitoraggio della conformità dei suoi 49 Stati membri con gli strumenti di lotta alla corruzione del Consiglio d'Europa).
Il programma della Presidenza finlandese prevede, infine, la promozione dell 'uguaglianza e dell'inclusione in tutti i settori politici, sottolineando la necessità di una strategia per l' equality gender che combini azioni specifiche e un approccio generale basato sulla prospettiva di genere in tutti i campi.

Rendere l'UE più competitiva e socialmente inclusiva

Un mercato unico completo e orientato al futuro
Tra gli obiettivi principali:
  • approfondire il mercato unico attraverso un approccio lungimirante che riunisca la politica del mercato unico, la rivoluzione digitale, la concorrenza, la politica industriale e commerciale;
  • sviluppare ulteriormente il pilastro europeo dei diritti sociali;
    Si ricorda che il Pilastro europeo dei diritti sociali ha l'obiettivo di sostenere mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale equi e ben funzionanti e servire da bussola per un nuovo processo di convergenza verso migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa; esso sancisce 20 principi e diritti, che si articolano in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro eque; protezione sociale e inclusione. Diverse iniziative presentate nel quadro del Pilastro sono già state approvate, tra cui: la direttiva relativa all' equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza, che stabilisce una serie di standard minimi nuovi o più elevati per il congedo di paternità e per quello dei prestatori di assistenza; la direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'UE, al fine di potenziare gli obblighi di informazione nei confronti dei lavoratori, inclusi quelli che hanno contratti atipici, riguardo alle loro condizioni di lavoro; il regolamento per l'istituzione di un' Autorità europea del lavoro, come agenzia decentrata dell'UE, con l'obiettivo generale di contribuire ad assicurare un'equa mobilità dei lavoratori nel mercato interno; la direttiva che modifica la direttiva 2004/37/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro.
  • valutare la necessità di aggiornare la legislazione sul lavoro e i sistemi di protezione sociale per affrontare le nuove forme di occupazione e, al contempo, rivolgere un'attenzione particolare alla piena attuazione della legislazione esistente e al rafforzamento della cooperazione tra le varie autorità; a tal proposito, la nuova Autorità europea del lavoro avrebbe un ruolo chiave;
  • promuovere una politica industriale attiva per l 'UE e realizzare un piano per lo sviluppo sostenibile dell'economia europea nel processo di cambiamento globale;
  • rendere l'Europa il leader globale dell'economia digitale: la digitalizzazione, l'intelligenza artificiale e l'economia dei dati costituiscono fattori chiave, motori della produttività, della crescita, dell'occupazione, della prosperità e del benessere in Europa. In tale ambito, Horizon Europe, il programma quadro per la ricerca e l'innovazione, può servire a dare un importante impulso alla digitalizzazione, all'innovazione e allo sviluppo tecnologico;
  • rendere più competitiva l'economia dei dati basata sull'uomo.

Una crescita inclusiva
La Presidenza finlandese intende impegnarsi in particolare per:
  • aumentare la disponibilità di lavoratori qualificati nel mercato unico;
  • promuovere un'economia del benessere, in altre parole impegnarsi per un nuovo approccio olistico che aumenti la comprensione comune di come il benessere delle persone accresca la produttività, generi crescita economica e riduca la spesa pubblica a lungo termine;
  • promuovere l'istruzione, la formazione e la ricerca europee, anche attraverso una strategia per l'apprendimento continuo, il rafforzamento delle università europee e la creazione di un modello europeo di "super-università" in rete, un programma Erasmus più forte, una maggiore mobilità dei lavoratori all'interno dell'UE, il reclutamento dei migliori talenti provenienti da Paesi terzi, la creazione, nella politica migratoria dell'UE, di un sistema di vie legali di ingresso per contribuire all'obiettivo di aumentare la disponibilità di lavoro;
  • aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, promuovere la parità di genere nella vita lavorativa, nella conciliazione
    tra lavoro e vita familiare e nella retribuzione;
  • promuovere carriere lavorative più lunghe anche attraverso il miglioramento della salute e della sicurezza sul lavoro, delle politiche di salute pubblica e dei programmi di lavoro part-time;
  • promuovere l' inclusione sociale dei giovani.

Un'unione economica inclusiva
Al fine di rafforzare l'Unione economica e monetaria, la Presidenza finlandese intende in particolare:
  • continuare i lavori per il completamento dell'Unione bancaria sulla base della tabella di marcia concordata, impegnandosi, tra l'altro, a ridurre i rischi nel settore bancario, a proseguire la discussione sulle misure concernenti le esposizioni sovrane e ad avviare le discussioni tecniche sull'assicurazione comune dei depositulteriormente il pilastro europeo dei diritti sociali;
    In merito si segnala, in particolare, che sulla  proposta di regolamento  che istituisce un sistema comune di assicurazione dei depositi bancari (EDIS), che costituirebbe il cosiddetto terzo pilastro dell'unione bancaria insieme al Meccanismo di vigilanza unico e al Meccanismo di risoluzione unico, continua a perdurare una fase di stallo nei negoziati. L'Italia ha sempre sostenuto con convinzione la proposta poiché permetterebbe di realizzare una più completa mutualizzazione del rischio bancario nell'area euro e contribuirebbe ad allentare il legame fra le banche e gli Stati sovrani, garantendo a tutti i depositanti lo stesso livello e garanzia di protezione ovunque siano ubicati.   
  • creare un' Unione dei mercati dei capitali più resiliente, attraverso, tra l'altro, un rafforzamento della finanza sostenibile e la diversificazione dei rischi nei mercati dei capitali;
  • proseguire i lavori per la creazione di uno strumento di bilancio per la convergenza e la competitività della zona euro e per il rafforzamento del Meccanismo europeo di stabilità;
    Per quanto riguarda lo Strumento di bilancio per la convergenza e la competitività dell'area euro, il 24 luglio 2019 la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento concernente il quadro di governance dello Strumento, che sarebbe istituito nell'ambito della proposta di regolamento relativa al programma di sostegno alle riforme strutturali e farebbe parte del bilancio dell'Unione (l'entità sarebbe determinata nel contesto dei negoziati sul prossimo bilancio a lungo termine dell'UE per il periodo 2021-2027). La proposta prevede che il Consiglio dell'UE definisca ogni anno orientamenti strategici sulle riforme e le priorità di investimento per l'intera zona euro (nell'ambito della raccomandazione annuale sulla politica economica della zona euro) e che, successivamente, adotti una raccomandazione con orientamenti specifici per Paese rivolta a ciascuno Stato membro della zona euro per quanto concerne le riforme e gli investimenti da sostenere nell'ambito dello Strumento. Gli Stati membri della zona euro potranno quindi decidere di presentare proposte relative a pacchetti di riforme e investimenti, tenendo chiaramente in considerazione sia gli orientamenti strategici che gli orientamenti specifici per Paese.
    Per quanto riguarda, invece, il MES, la proposta della Commissione europea (dicembre 2017) di trasformarlo in un Fondo monetario europeo e incorporarlo nel quadro giuridico dell'UE è allo stato attuale superata da una soluzione intermedia - individuata nel Vertice euro del 21 giugno 2019 sulla base di un ampio accordo raggiunto in Eurogruppo - che prevedrebbe, almeno in questa fase, solamente una revisione del Trattato istitutivo. Le modifiche concordate riguardano, in particolare, questioni quali il sostegno comune (backstop) per la risoluzione delle banche, gli strumenti precauzionali nonché gli aspetti istituzionali e la questione della cooperazione tra il MES e la Commissione europea nell'ambito dei programmi e al loro esterno.
    Si segnala che nelle rispettive sedute del 19 giugno 2019, dedicate alle Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno, la Camera e il Senato hanno approvato, rispettivamente, le risoluzioni 6-00076 (Nuova formulazione) Molinari, D'Uva, e 6-00065 Patuanelli, Romeo, nelle quali, tra l'altro, si impegna il Governo «in ordine alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, a non approvare modifiche che prevedano condizionalità che finiscano per penalizzare quegli Stati membri che più hanno bisogno di riforme strutturali e di investimenti, e che minino le prerogative della Commissione europea in materia di sorveglianza fiscale» e a «render note alle Camere le proposte di modifica al trattato MES, elaborate in sede europea, al fine di consentire al Parlamento di esprimersi con un atto di indirizzo e, conseguentemente, a sospendere ogni determinazione definitiva finché il Parlamento non si sia pronunciato».
  • continuare le discussioni in seno all'OCSE sulla tassazione digitale e cooperare maggiormente all'interno dell'UE al fine di adottare misure efficaci per affrontare la pianificazione fiscale aggressiva e l'evasione fiscale, ridurre la concorrenza fiscale dannosa e combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Politica commerciale
Tra gli obiettivi principali, la Presidenza finlandese intende in particolare:
  • modernizzare l'Organizzazione mondiale per il commercio (OMC), rafforzandone il funzionamento, in particolare con riferimento al sistema vincolante di risoluzione delle dispute;
    Si ricorda che il 2 ottobre 2019, il collegio arbitrale l'Organizzazione mondiale del Commercio (OMC) ha deciso di fissare a quasi 7,5 miliardi di dollari all'anno il livello di contromisure che gli Stati Uniti potrebbero richiedere all'UE e ad alcuni Stati membri nel caso della controversia Airbus. Per quanto riguarda l'ammontare delle tariffe, si valuta un 10% sui grandi aerei commerciali e un 25% su prodotti agricoli e industriali. La Commissione europea ha confermato agli Stati Uniti la disponibilità dell'Unione europea a collaborare per giungere ad una soluzione equa ed equilibrata per le rispettive industrie aeronautiche. La Commissaria responsabile per il Commercio, Cecilia Malmström ha dichiarato,  tuttavia, che se gli USA decidesse di imporre le contromisure autorizzate dall'OMC, l'UE non avrebbe altra scelta che rispondere nello stesso modo. A tale proposito, si ricorda che, n ell'ambito della causa parallela riguardante Boeing, il 28 marzo 2019 l'organo d'appello dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), ha confermato la posizione di lunga data dell'UE secondo cui gli Stati Uniti non hanno preso provvedimenti per conformarsi alle norme dell'OMC sul sostegno alla Boeing. Lo scorso 17 aprile è stato pubblicato un elenco preliminare di prodotti USA da prendere in considerazione ai fini delle contromisure. L'elenco pubblicato copre una vasta gamma di articoli, dagli aeromobili ai prodotti chimici e ai prodotti agroalimentari, che rappresentano complessivamente circa 20 miliardi di dollari di esportazioni degli Stati Uniti nell'Unione europea. L 'Unione europea a sua volta è dunque pronta ad imporre dazi su 12 miliardi di dollari di import dagli Usa.
  • proseguire i negoziati in corso per accordi commerciali ambizioni ed equilibrati con partner strategici, rinforzando la natura vincolante degli obiettivi di sviluppo sostenibile;
  • proseguire la discussione sulle modalità con le quali rafforzare le relazioni commerciali con gli Stati Uniti;
  • perseguire una relazione per il commercio e gli investimenti equilibrata con la Cina, che consenta un migliore accesso per le imprese europee al mercato cinese e un contesto globale di regole comuni ( global playing field);
    Si ricorda che la III Commissione affari esteri della Camera, in esito all'esame della comunicazione congiunta della Commissione e dell'Alta Rappresentante intitolato UE-Cina – Una prospettiva strategica (Join(2019)5) e sulla base del  parere della XIV Commissione politiche dell'UE, ha adottato un documento finale nel quale in particolare si formulano le seguenti osservazioni:
  1. nell'ottica di ridurre lo squilibrio della nostra bilancia commerciale negli scambi con la Cina, occorre intensificare gli sforzi volti alla rimozione delle barriere tariffarie e non tariffarie, al fine di semplificare l'accesso al mercato cinese dei nostri prodotti, in particolare agroalimentari, e assicurare un'effettiva parità di trattamento per gli operatori italiani e europei;
  2. allo scopo di assicurare il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, carattere prioritario assume il rafforzamento delle norme internazionali, nella cornice di una riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio volta a limitare l'incidenza dei sussidi industriali e a combattere le pratiche della cessione forzata di tecnologia; 
  3. sempre nel settore tecnologico, per scongiurare le possibili gravi implicazioni in termini di sicurezza delle infrastrutture digitali critiche, occorre continuare a lavorare sul piano nazionale e in sede UE per l'elaborazione di una strategia comune mirata alla sicurezza delle reti 5G, sul modello di quanto elaborato in sede nazionale con le recenti modifiche del decreto-legge n. 21 del 2012, affinché eventuali imprese cinesi che forniscono apparecchiature o servizi si conformino alla legislazione nazionale ed europea per quanto riguarda vita privata, protezione dei dati e cybersicurezza; 
  4. nel quadro degli impegni internazionali connessi con l'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, occorre promuovere un partenariato con la Cina basato sui princìpi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030, anche al fine di ridurre le forme di concorrenza sleale che derivano dalla inosservanza, da parte cinese, dei vincoli in tema di emissioni di carbonio; 
  5. sostenere in ogni sede di confronto con la Cina, europea e bilaterale, il rispetto e la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, sia i diritti civili e politici che quelli economici, sociali e culturali, con particolare riferimento alla tutela delle minoranze e al rispetto dei diritti dei lavoratori;
  6. anche alla luce dell'iniziativa «17+1», tenuto conto degli interessi italiani nella regione e della necessità di promuovere la sicurezza e la stabilità dell'Europa e del Mediterraneo, assicurar continuità alla promozione di progetti infrastrutturali che contribuiscono a rafforzare la presenza e l'influenza del nostro Paese nell'area balcanica; 
    avviare la riflessione sul rafforzamento del nuovo quadro europeo per il controllo sugli investimenti esteri diretti, definito dal Regolamento (UE) 2019/452, affinché tutti gli Stati membri si dotino meccanismi a livello nazionale che prevedano la possibilità di selezionare e bloccare le possibili acquisizioni predatorie;
  7. segnalare, nelle competenti sedi europee, la necessità che lo sviluppo delle future relazioni con la Cina da parte dell'Unione europea si svolga in un quadro complessivo che garantisca il rispetto e la convergenza con le prospettive del partenariato dell'Unione europea con la NATO.

Rafforzare la posizione dell'UE come leader globale nell'azione per il clima

La Presidenza finlandese intende impegnarsi in particolare per:
  • proseguire i lavori a livello di Consiglio europeo sulla definizione degli elementi chiave per la strategia climatica a lungo termine dell'UE per il 2050;
  • incoraggiare l'implementazione dell'Unione dell'energia e promuovere la riduzione delle emissioni;
  • promuovere l'attuazione della strategia di bioeconomia della Commissione;
  • estendere a nuovi settori politiche e metodologie dell'economia circolare;
  • sostenere una politica agricola comune che possa rispondere meglio ai cambiamenti climatici;
  • promuovere azioni per attuare la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica;
  • promuovere l'uso sostenibile delle risorse naturali e il benessere degli animali;
  • assicurare che i programmi del quadro finanziario pluriennale (2021-2027) contribuiscano al conseguimento degli obiettivi climatici.
Si ricorda che le politiche per la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento sono state collocate al primo posto tra gli orientamenti politici per la nuova Commissione 2019-2024 dalla presidente eletta, Ursula von der Leyen. La presidente ha annunciato l'intenzione di fare dell'Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050 e di presentare entro i primi 100 giorni un "Green Deal" europeo che traduca quell'obiettivo in disposizioni vincolanti. Tra le ulteriori misure prospettate figurano: a) un piano di investimenti per un'Europa sostenibile e la parziale trasformazione della BEI in una banca per il clima; b) l'introduzione di un'imposta sul carbonio alle frontiere; c) la creazione di un Fondo di transizione da affiancare ai fondi di coesione per garantire l'equità sociale del passaggio ad un'economia ad impatto climatico zero; d) l'estensione del sistema di scambio di quote ETS (Emissions trading system). Il governo italiano ha espresso pieno sostegno a questi obiettivi programmatici, come dichiarato dal Ministro per gli affari europei, Vincenzo Amendola, nel corso dell'audizione sulle linee programmatiche, svolta presso le Commissioni per le Politiche dell'Unione Europea della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, il 24 settembre 2019. 

Proteggere la sicurezza dei cittadini nel suo complesso

Azione esterna dell'UE
Tra gli obiettivi principali, la Presidenza finlandese intende in particolare:
  • proseguire il lavoro per una prospettiva credibile per l'allargamento dell'UE ai Balcani occidentali, mentre la Turchia come paese candidato rimane un partner strategico dell'UE in molte aree;
    Si ricorda che il prossimo Consigli affari generali del 15 ottobre prossimo dovrebbe esaminare la decisione di aprire i negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l'Albania. Il Consiglio dell'UE, nella riunione del 18 giugno 2019 ha adottato delle conclusioni sull'allargamento dell'UE con le quali ha infatti nuovamente rinviato per mancanza di unanimità tra gli Stati membri, la decisione sull'apertura dei negoziati di adesione con i due paesi (si ricorda che già il Consiglio dell'UE, nella riunione del 26 giugno 2018, aveva rinviato l'apertura dei negoziati di adesione con Albania e
    Repubblica della Macedonia del Nord a giugno 2019). In particolare, in sede di Consiglio, gli Stati membri che più restii ad avviare i negoziati di adesione con i due paesi sono risultati Francia e Paesi Bassi. In vista della riunione del Consiglio dell'UE i Ministri degli affari esteri di 14 Stati membri, avevano firmato una dichiarazione a favore dell'apertura dei negoziati di adesione per tali due paesi a giugno 2019. La dichiarazione oltre che dal Ministro degli Affari esteri dell'Italia è stata firmata anche dai Ministri dei seguenti Stati membri: Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Bulgaria, Slovenia, Malta, Austria, Croazia.
  • promuovere la stabilità del vicinato in quanto interesse vitale dell'UE, sia rafforzando la resilienza delle società nei paesi del vicinato orientale, sia intensificando nel vicinato meridionale il sostegno dell'UE alla mediazione condotta delle Nazione Unite nei conflitti in Medio Oriente e in nord Africa.
  • sostenere il partenariato transatlantico con gli Stati Uniti, proseguire la riflessione strategica sulle relazioni con la Cina e mantenere la consistenza e l' unità della politica dell'UE nei confronti della Russia, incluse le sanzioni e misure restrittive;
  • mantenere il ruolo guida dell'UE nella politica di sviluppo e nell'aiuto umanitario, garantendo sia a livello europeo che a livello globale il rispetto dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dell'Accordo di Parigi;
  • promuovere un partenariato EU Africa di carattere complessivo, più equo e mutualmente benefico, in particolare focalizzandosi su trasformazioni sostenibile in ambito ambientale, sociale ed economico volte a gestire la dimensione esterna del cambiamento climatico, della crescita della popolazione e della migrazione;
  • rafforzare e se necessario riformare il sistema multilaterale basato sulle regole e con al suo centro le Nazioni Unite e promuovere il rispetto del diritto internazionale, della tutela dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto;
  • raggiungere un accordo per un sistema più semplificato e flessibile delle forme di finanziamento dell'azione esterna dell'UE nell'ambito del negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027;
  • usare in modo concertato tutti gli strumenti dell'UE per l'azione esterna e rendere più veloce il processo decisionale, anche attraverso il proseguo della discussione di utilizzare la votazione a maggioranza qualificata in alcuni ambiti della politica estera e di sicurezza dell'UE;
  • promuovere l'unità, la coerenza e l'efficacia dell'azione esterna dell'UE impegnando gli Stati membri a mostrare più volontà di compromesso e impegno ad un agire comune;
  • sostenere l'azione dell'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune nel rafforzare l'azione dell'EU come attore globale sulla base delle indicazioni della Strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'UE;
  • sviluppare una politica dell'UE per l'artico che integri i profili della mitigazione dei cambiamenti climatici nella regione e quelli dello sfruttamento delle sue risorse naturali, promuovendo politiche sostenibili che sfruttino il suo potenziale nel settore dei trasporti e dell'energia;

Sicurezza e difesa
La Presidenza finlandese intende impegnarsi in particolare per:
  • consolidare i recenti progressi e avviare una discussione di natura strategica sulla cooperazione nel settore della difesa e della sicurezza a livello di UE;
  • promuovere une discussione sull'intelligenza artificiale e la digitalizzazione nello sviluppo di capacità per il futuro;
  • rafforzare la cooperazione tra UE e NATO, in particolare nelle aree dalla mobilità militare e della lotta alle minacce ibride e cibernetiche.
Resilienza alle minacce ibride e cibernetiche
Tra gli obiettivi principali, la Presidenza finlandese intende in particolare:
  • rafforzare la capacita dell'UE nel contrasto alle minacce ibride e promuovere la resilienza in tale ambito a livello di UE e di Stati membri;
  • rafforzando la capacità dell'UE di garantire un alto livello di cibersicurezza a protezione delle economie interconnesse degli Stati membri, in particolare promuovendo un'azione comune dell'UE nella tecnologia del 5G a protezione delle infrastrutture critiche.

Ulteriori priorità chiave

Gestione globale del fenomeno migratorio
La Presidenza finlandese ribadisce la necessità di un approccio alla politica di migrazione che combini sia la dimensione interna della gestione del fenomeno che quella relativa all' azione esterna dell'UE.
In particolare, nel programma si propone di uscire dall' impasse relativo al processo di revisione del Sistema europeo comune di asilo (avviato dalla Commissione europea nel 2016 e, allo stato, lontano dalla sua conclusione), attraverso l'adozione, "una alla volta" (ovverosia separatamente), delle proposte per le quali sia possibile il raggiungimento di un accordo.
Il pacchetto asilo si articola in sette proposte normative, che registrano differenti stadi di avanzamento nell'iter legislativo, in particolare a causa delle criticità in sede di esame presso il Consiglio dell'UE per quanto riguarda la riforma del regolamento di Dublino (e meno significativamente con riferimento al regolamento sulla procedura unica di asilo).
La Commissione europea (secondo un orientamento sostanzialmente condiviso anche dalla precedente Presidenza dell'UE) ha prefigurato l'ipotesi di un' adozione separata delle proposte normative considerate più avanti nell'esame presso le Istituzioni legislative, secondo un approccio che risulta non condiviso da quei Paesi, come l'Italia, particolarmente esposti ai flussi migratori, i quali propendono al contrario per l' inscindibilità del legame tra tutte le proposte legislative che compongono il pacchetto sull'asilo ai fini di un bilanciamento complessivo tra i principi di responsabilità e solidarietà.
Nel programma, la Presidenza sottolinea altresì gli obiettivi che si potrebbero ottenere nella politica di asilo e di migrazione con l'istituzione di:
  • un sistema di reinsediamento di richiedenti asilo su scala europea tramite sufficienti incentivi finanziari (tale misura è contenuta in una delle iniziative normative in cui si articola il citato pacchetto); 
  • un meccanismo di ricollocazione temporanea per i migranti soccorsi in mare, anche in considerazione dell'assenza di progressi nella realizzazione dei centri controllati per i migranti all'interno dell'UE, previsti nelle conclusioni del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2018.
    È in atto una discussione circa l'elaborazione di un meccanismo di gestione degli sbarchi nel Mediterraneo, da ultimo sviluppato anche in occasione del  Vertice di Malta del 23 settembre 2019, cui hanno partecipato i Ministri dell'Interno di Francia, Germania, Italia e Malta (alla presenza della Presidenza finlandese del Consiglio dell'Unione europea e del Commissario europeo alla migrazione e agli affari interni); in esito a tale riunione, è stata adottata una Dichiarazione congiunta di intenti su una procedura di emergenza controllata, recante l'impegno, su base volontaria, per gli Stati membri che vorranno aderirvi, a istituire un meccanismo temporaneo di solidarietà prevedibile ed efficiente. Tra le misure chiave indicate nella Dichiarazione, vi sono: la rotazione di porti di sbarco alternativi e su base volontaria; l'introduzione di un meccanismo di ricollocazione dei richiedenti asilo tra Stati membri.   Il documento è oggetto di discussione nei prossimi Consigli dell'UE giustizia affari interni.

 

La Presidenza sottolinea, infine, la necessità di monitorare attentamente le rotte migratorie attuali e nuove verso l'Europa, e di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione dell'UE (compresi incentivi positivi e negativi nella politica commerciale, di sviluppo e dei visti) per rendere più efficace la politica di rimpatrio, e potenziando gli sforzi e le risorse per il reinserimento dei migranti rimpatriati. Da ultimo, il Programma si sofferma sul rafforzamento dell'Agenzia europea delle guardie costiera e di frontiera nel sostegno agli Stati membri circa il controllo delle frontiere e il rimpatrio dei migranti irregolari.
Il nuovo regime dell'Agenzia, recante tra l'altro l'istituzione al suo interno di corpo permanente di 10 mila unità operative abilitate a svolgere compiti che implicano competenze esecutive, è stato approvato dal Parlamento europeo ed è tuttora in attesa di adozione da parte del Consiglio.

Quadro finanziario pluriennale 2021-2027
La Presidenza finlandese intende impegnarsi per portare a termine i negoziati in Consiglio sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 entro la fine dell'anno, con l'obiettivo di creare un bilancio equilibrato che coniughi sia le nuove priorità che le politiche tradizionali dell'Unione, e per raggiungere il massimo progresso possibile nelle diverse proposte settoriali relative al QFP.
Inoltre, con riguardo al bilancio unionale 2021-2027, la Presidenza finlandese sottolinea che:
  • finanziamenti dovrebbero essere assegnati sulla base di precondizioni riguardanti, ad esempio, il rispetto dello stato di diritto e la gestione della migrazione;
  • l'UE deve rimanere all'avanguardia nella ricerca e nell'innovazione e il futuro programma Orizzonte Europa è essenziale a tale scopo;
  • la politica di coesione dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla promozione della crescita e della competitività e nell'assegnare i finanziamenti si dovrebbe prestare attenzione anche alle caratteristiche speciali specifiche di un Paese di natura più permanente, come le aree scarsamente popolate;
  • una politica agricola comune riformata e modernizzata deve rispondere alle sfide della sicurezza alimentare, del cambiamento climatico
    cambiamento e della protezione dell'ambiente e, a tal riguardo, i finanziamenti per lo sviluppo rurale svolgono un ruolo cruciale;
  • la gestione della migrazione richiede un approccio completo con un sufficiente finanziamento;
  • il rafforzamento della cooperazione europea in materia di difesa è una priorità nuova con un chiaro valore aggiunto per l'UE;
  • futuri programmi del QFP dovrebbero chiaramente contribuire agli obiettivi climatici comuni e la politica artica dell'UE e i progetti artici finanziati attraverso vari strumenti dell'UE devono essere utilizzati anche per combattere il cambiamento climatico;
  • il sistema generale delle risorse proprie dovrebbe essere semplice, trasparente ed equo e, per quanto riguarda le entrate, si dovrebbe trovare una soluzione equilibrata tra gli Stati membri.
Infine, la Presidenza finlandese mira anche a raggiungere un accordo tra il Consiglio e il Parlamento europeo sul bilancio 2020.
Si segnala che nel prossimo Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre 2019 si farà il punto sui negoziati in corso sul QFP 2021-2027. In estrema sintesi - sulla base anche di quanto affermato dal Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, sia nel corso dell'audizione presso le Commissioni riunite Politiche dell'UE della Camera e del Senato del 24 settembre 2019 che durante il question time del 25 settembre 2019 alla Camera dei deputati - il Governo italiano, nonostante l'intenzione della Commissione europea e di alcuni Paesi (compresa la Finlandia) di concludere i negoziati entro la fine dell'anno, ritiene innanzitutto prioritario garantire un risultato finale di qualità piuttosto che una tempistica serrata. Inoltre, per quanto riguarda, l'ammontare complessivo del prossimo bilancio unionale, pur non ritenendo la proposta della Commissione europea sufficientemente ambiziosa, la considera un compromesso abbastanza equilibrato. Tuttavia, per il prosieguo dei negoziati, intende in particolare: evitare ulteriori tagli al bilancio complessivo, in particolare per quanto riguarda la politica agricola comune e la politica di coesione; opporsi al principio di convergenza esterna delle allocazioni per la PAC; rivedere l'indice di prosperità relativa proposto nella coesione; in tema di risorse proprie, mantenere la risorsa IVA, introdurre nuove risorse (tra cui la web tax e la tassa sulle transazioni finanziarie) e mettere fine alle correzioni legate al cosiddetto rebate britannico. Infine, in merito al nuovo QFP, il Ministro ha affermato che "occorre mantenere ampi margini di flessibilità e disponibilità fuori bilancio, in modo da poter reagire alle numerose occasioni di emergenze naturali e sociali e anche circa gli elementi di condizionalità bisogna legare il principio della solidarietà economica tra gli Stati membri a quello della concreta risposta comune di fronte a emergenze comuni".