Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa) |
|
---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento Istituzioni |
Titolo: | Modifica all'articolo 58 della Costituzione in materia di elettorato per l'elezione del Senato della Repubblica |
Riferimenti: | AC N.1511/XVIII AC N.1647/XVIII AC N.1826/XVIII AC N.1873/XVIII |
Serie: | Progetti di legge Numero: 147/1 |
Data: | 18/07/2019 |
Organi della Camera: | Assemblea, I Affari costituzionali |
Servizio Studi
Ufficio Ricerche su questioni istituzionali, di giustizia e cultura
Tel. 06 6706-2451 - studi1@senato.it -
@SR_Studi
Dossier n. 128/1
Servizio Studi
Dipartimento Istituzioni
Tel. 06 6760-9475 - st_istituzioni@camera.it -
@CD_istituzioni
Progetti di legge n. 147/1
Ha partecipato alla redazione del dossier il seguente Servizio:
Servizio Biblioteca – Osservatorio della legislazione straniera
( 066760-2278 – * bib_segreteria@camera.it
La redazione del presente dossier è stata curata dal Servizio Studi della Camera dei deputati
La documentazione dei Servizi e degli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. Si declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.
AC0244a.docx
INDICE
Il contenuto del testo approvato in sede referente
I precedenti progetti di riforma dell’elettorato attivo e passivo
I limiti di età per l’esercizio dell’elettorato attivo e passivo in sedici Paesi europei
Il testo unificato delle proposte di legge C. 1511 Bruno Bossio, C. 1647 Ceccanti, C. 1826 Brescia e C. 1873 Meloni, di modifica costituzionale, approvato dalla Commissione Affari costituzionali al termine dell’esame in sede referente, interviene in materia di elettorato attivo dei componenti del Senato con la finalità di ridurre i limiti di età previsti dalla Carta costituzionale.
Attualmente votano per l’elezione delle due Camere [1] (elettorato attivo) i cittadini italiani che siano in possesso del diritto di elettorato attivo e che abbiano raggiunto i seguenti requisiti anagrafici:
- la maggiore età (18 anni) per l’elezione dei deputati (Costituzione, art. 48, primo comma; D.P.R. 223/67, art. 1);
- il compimento del 25° anno di età per l’elezione dei senatori (Costituzione, art. 58, primo comma; D.Lgs. 533/1993, art. 13, comma 1).
Il diritto di elettorato attivo può essere limitato soltanto per incapacità civile o per effetto di una sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge (Costituzione, art. 48, quarto comma). La legge elenca tassativamente le cause di perdita dell’elettorato attivo (D.P.R. 223/1967, art. 2).
Possono essere eletti alla carica di deputato e senatore (elettorato passivo) i cittadini italiani che siano titolari del diritto di elettorato attivo e abbiano compiuto rispettivamente il 25° e il 40° anno di età (Costituzione, art. 56, terzo comma e art. 58, secondo comma).
La perdita della capacità elettorale attiva produce come diretta conseguenza l’estinzione del diritto di elettorato passivo.
La proposta si compone di un articolo unico che, attraverso la modifica dell’articolo 58, primo comma della Costituzione, riduce il limite di età per gli elettori del Senato da 25 a 18 anni.
Con tale modifica l’elettorato attivo per il Senato della Repubblica verrebbe uniformato a quello già previsto per la Camera dei deputati (art. 56 della Costituzione).
Al citato prima comma dell’articolo 58, che riguarda l’elezione del Senato, sono infatti soppresse le parole: “dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età” cosicchè il testo cosituzionale reciti: “I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto”.
L'esame in sede referente delle abbinate proposte di legge è iniziato nella seduta del 14 maggio 2019.
Le proposte di legge C. 1511, C. 1647 e C. 1826 - attraverso la modifica dell’articolo 58, primo comma della Costituzione - intervengono sull'elettorato attivo del Senato, abbassando il limite di età per eleggere i componenti di tale organo da 25 a 18 anni.
Le proposte di legge C. 1511 e C. 1647 modificano altresì le previsioni sull'elettorato passivo del Senato, di cui all'articolo 58, secondo comma, della Costituzione riducendo l'età per essere eletti alla carica di senatore da 40 a 25 anni. Finalità di tali modifiche è quella di uniformare i requisiti di elettorato attivo e passivo per il Senato della Repubblica a quelli già previsti per la Camera dei deputati.
La proposta di legge C. 1873 interviene in materia di elettorato passivo per i due rami del Parlamento, stabilendo che sia esteso a tutti gli elettori di ciascuno di essi: tutti gli elettori della Camera (18 anni) sono eleggibili a deputati e tutti gli elettori del Senato (25 anni) sono eleggibili a senatori.
Nella seduta del 25 giugno 2019 la Commissione Affari Costituzionali ha approvato come testo base per il prosieguo dell'esame il testo unificato formulato dai relatori che, come ricordato, attraverso la modifica dell’articolo 58, primo comma, della Costituzione, fissa il limite di età per eleggere i componenti del Senato a 18 anni anziché a 25 anni.
Per quanto riguarda la composizione della Camera e del Senato si ricorda che è stata approvata, in prima deliberazione, da entrambi i rami del Parlamento (7 febbraio 2019 il Senato; 9 maggio 2019 la Camera) la proposta di legge costituzionale C. 1585 che prevede la riduzione del numero dei parlamentari: da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi. Nella seduta dell’11 luglio 2019 il Senato ha approvato il testo costituzionale in seconda deliberazione. Il provvedimento torna ora all'esame della Camera.
Il testo di riforma fissa a 5 il numero massimo di senatori a vita di nomina presidenziale, mentre non vengono apportate modificazioni della previsione costituzionale vigente circa gli ex Presidenti della Repubblica senatori di diritto a vita. La riduzione del numero dei parlamentari trova applicazione a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della legge costituzionale ed, in ogni caso, non prima che siano trascorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore.
Sui temi in questione, alla Camera, sono state svolte audizioni di esperti della materia nell’ambito di indagini conoscitive sul provvedimento.
Articolo 58 Cost.
Costituzione |
Testo unificato
|
[…] |
|
Articolo 58
|
|
I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto |
I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto.
|
Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno.
|
Identico
|
Negli anni passati le diverse ipotesi di riforma costituzionale discusse in Parlamento hanno spesso incluso l’abbassamento del limite di età per l’elettorato attivo e passivo. Nel corso della XVI legislatura è stata presentata e discussa una proposta di riforma ad hoc.
Di seguito se ne dà conto in sintesi, procedendo dalle ipotesi di riforma più recenti.
Il testo di riforma costituzionale approvato dal Parlamento nel corso della XVII legislatura (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 15 aprile 2016), sul quale l’esito del referendum svolto ai sensi dell’art. 138 Cost. non è stato favorevole, prevedeva una Camera inalterata nella sua composizione di 630 deputati e un Senato di 95 senatori elettivi di secondo grado.
Per quanto riguarda l’elettorato attivo e passivo dei senatori, si ricorda che il testo prevedeva che i senatori fossero eletti dai Consigli regionali e dai Consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano fra i loro componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori. Veniva al contempo disposta la soppressione dell’articolo 58 della Costituzione (dall’art. 38, comma 2). Di conseguenza non era più previsto il requisito, per diventare senatori, del compimento di quaranta anni di età, né quello di venticinque anni per esercitare il diritto di voto divenendo il requisito di età, sia per l’elettorato attivo che per quello passivo, corrispondente a quello delle suddette cariche territoriali, quindi pari a 18 anni.
Per la Camera, invece, l’età anagrafica per essere eletti restava fissata a 25 anni (art. 56 Cost.).
Nella XVI legislatura, fu la volta della Commissione Affari costituzionali del Senato di esaminare numerosi disegni di riforma costituzionale, prospettanti tra l'altro modifiche dell’elettorato attivo e passivo delle Camere. Il testo che essa approvò (il 29 maggio 2012: A.S. n. 24 e abbinati-A) giunse in Assemblea del Senato, la quale infine l'approvò con significative modifiche, il 25 luglio 2012. Il testo fu trasmesso alla Camera dove, dopo la seduta iniziale svolta dalla I Commissione il 7 agosto 2012 si concluse, con la cessazione della legislatura, l'iter del disegno di legge (A.C. n. 5386). In quella proposta, era previsto un Senato di 250 senatori (più i senatori a vita e quelli di diritto a vita) con l’abbassamento del requisito di elettorato attivo alla maggiore età e di quello di elettorato passivo a trentacinque anni. Alla Camera, composta di 508 deputati, il requisito di età per l’elettorato passivo era ridotto da 25 a 21 anni, mentre quello dell’elettorato attivo coincideva con la maggiore età.
Nel corso della stessa legislatura, inoltre, la Camera ha approvato un progetto di legge finalizzato a promuovere la partecipazione dei giovani alla vita politica, economica e sociale ed a equiparare l’elettorato attivo a quello passivo (A.S. 2921). Il Senato non ha concluso l'esame del testo prima della conclusione della legislatura.
Il disegno di legge interveniva esclusivamente sull’eleggibilità dei membri del Parlamento (e non anche sul diritto di voto attivo), equiparando completamente il limite di età tra elettorato attivo e passivo, attraverso l’adeguamento del secondo al primo. In tal modo, si prevedeva che fossero eleggibili alla Camera i maggiori di 18 anni (in corrispondenza con l’elettorato attivo) e al Senato di 25 anni (in corrispondenza, anche in questo caso, con l’elettorato attivo).
L’equiparazione del diritto di voto passivo e attivo costituiva una prima attuazione del nuovo articolo 31 della Costituzione, che veniva integrato dal medesimo progetto di legge: si stabiliva infatti che “la Repubblica promuove con appositi provvedimenti la partecipazione dei giovani alla vita politica, economica e sociale della Nazione”. Inoltre, con l'approvazione di un emendamento da parte dell'Assemblea della Camera, si proponeva l’introduzione in Costituzione del principio della equità fra le generazioni.
Nella XV legislatura, presso la Commissione Affari costituzionali della Camera dei deputati fu approvato un testo unificato (cd. 'bozza Violante': A. C. n. 553 e abbinati-A), di cui iniziò l’esame in Assemblea. Il progetto non giunse ad approvazione (nemmeno presso la Camera dei deputati) prima dell'anticipata cessazione della legislatura.
La riforma incideva essenzialmente:
- sul sistema bicamerale e sui limiti di età per l’elettorato attivo e passivo;
- sulle modalità di esercizio della funzione legislativa dello Stato;
- sulla forma di governo e sui rapporti tra Governo e Parlamento;
- sui requisiti di età per l’elezione a Presidente della Repubblica.
In particolare, oltre a ridefinire i compiti del Senato, sostituito dal Senato federale della Repubblica, in funzione del superamento del sistema bicamerale perfetto, il progetto prevedeva (art. 3 e 7) l’abbandono dell’elezione diretta dei senatori in favore dell’elezione di secondo grado ad opera dei consigli regionali e dai consigli delle autonomie locali, nell’ambito rispettivamente dei consiglieri regionali e di quelli degli enti locali. Veniva di conseguenza abrogato l’art. 58 e il requisito dell’età minima (40 anni) per l’elezione a senatore veniva implicitamente abbassata a 18 anni, così come, modificandosi il sistema elettorale, il requisito dell’età minima per l’esercizio del diritto di voto.
L’articolo 2 del progetto di legge modificava l’art. 56 della Costituzione intervenendo sulla composizione della Camera dei deputati e sull’età per l’eleggibilità a deputato: il numero dei deputati veniva ridotto da 630 a 512 e l’età minima per poter essere candidati portata da 25 anni a 18 anni.
L’abbassamento dell’età per l’eleggibilità aveva, in primo luogo, l’obiettivo di favorire la partecipazione dei giovani alla politica consentendo una maggiore rappresentanza delle giovani generazioni alla Camera [2] . Inoltre, la disposizione consentiva di superare il quadro dell’attuale sistema che permette ad esempio l’elezione di un cittadino di 18 anni alla carica di Presidente di regione e non anche a quella di deputato [3] . A queste motivazioni, per così dire preesistenti al progetto di riforma, si aggiungeva la necessità di equilibrare l’età della rappresentanza tra la Camera e il nuovo Senato federale come risultante dall’art. 3 del progetto di riforma. Infatti, come si è detto, l’elezione indiretta del Senato da parte dei consigli regionali e dei consigli delle autonomie locali che eleggono i senatori al proprio interno (i primi) e tra i consiglieri degli enti locali (i secondi), apriva di fatto l’elettorato passivo ai diciottenni per questo ramo del Parlamento.
Anche il progetto di riforma della Parte II della Costituzione approvato nella XIV legislatura (ma non confermato dal referendum del 2006) interveniva sui limiti anagrafici dell’elettorato attivo e passivo
[4]
(A.S. n. 2544-D).
Per quanto riguarda la composizione e formazione della Camera dei deputati, il numero dei deputati era ridotto a 518; non veniva modificata la disciplina dell’elettorato attivo, per il quale restava il “suffragio universale e diretto”; mentre per quanto riguarda l’elettorato passivo, l’età minima per essere eletti si abbassava da 25 a 21 anni.
Il nuovo testo dell’art. 57 Cost. stabiliva che il Senato “federale” è composto di 252 senatori eletti a suffragio universale e diretto, quindi da tutti gli elettori che hanno superato la maggiore età.
Quanto all’elettorato passivo, “in ciascuna Regione sono eleggibili a senatore gli elettori che abbiano compiuto i 25” (non più 40) anni di età [5] .
Nel testo elaborato dalla Commissione bicamerale per le riforme costituzionali nella XIII legislatura [6] , il limite anagrafico per l’elettorato passivo per la Camera era abbassato a 21 anni (art. 85).
Per quanto riguarda il Senato, l’esercizio del diritto di voto era equiparato a quello della Camera (18 anni), mentre l’età minima per l’eleggibilità era portata a 35 anni (art. 86).
Circa la disciplina dell’elettorato attivo, la relazione della Commissione parlamentare bicamerale istituita ad hoc nella IX legislatura (cd. 'Commissione Bozzi') auspicava la fissazione dell’elettorato attivo per il Senato al conseguimento della maggiore età, come per tutti gli altri diritti civili e politici, anche se il testo presentato non aveva previsto un modifica in tal senso dell’art. 58.
Paese
|
Organo parlamentare
|
Età minima per votare
|
Età minima eleggibilità
|
Fonti normative
|
Austria
[7]
|
Nationalrat
(Camera bassa)
|
16 anni
|
18 anni
|
Cost. art. 26
|
Bundesrat
(Camera alta)
|
Elezione
indiretta
|
Elezione
indiretta
|
||
Belgio
[8]
|
Chambre des Représentants
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 61, 64, 69
|
Sénat
|
Elezione indiretta
|
Elezione indiretta
(l’età minima richiesta è 18 anni)
|
||
Danimarca
|
Folketing
(Assemblea unica)
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 29-30;
Parliamentary Election Act 1987, artt. 1, 4
|
Finlandia
|
Eduskunta
(Assemblea unica)
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 14, 27;
Election Act 1998, artt. 2-3
|
Francia
[9]
|
Assemblée
nationale
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. art. 3;
Code electoral, artt. L. 2, LO. 127, LO. 296
|
Sénat
|
Elezione
indiretta
(18 anni)
|
Elezione
indiretta
(24 anni)
|
||
Germania
[10]
|
Bundestag
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. art. 38;
Bundeswahlgesetz (Legge elettorale federale), artt. 12, 15
|
Bundesrat
|
Elezione
indiretta
|
Elezione
indiretta
|
||
Grecia
|
Hellenic Parliament
(Assemblea unica)
|
18 anni
|
25 anni
|
Cost. artt. 51, 55;
Presidential Decree n. 26/2012
|
Irlanda
[11]
|
Dáil ?ireann
(Camera bassa)
|
18 anni
|
21 anni
|
Cost. artt. 16, 18
|
Seanad ?ireann
(Camera alta)
|
Elezione
indiretta
|
Elezione
indiretta
|
||
Lussemburgo
|
Chambre des
Députés
(Assemblea unica)
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 50, 61;
Representation of the People Act 2002, §§ 2-1, 3-1
|
Norvegia
|
Storting
(Assemblea unica)
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 50, 61;
Representation of the People Act 2002, §§ 2-1, 3-1
|
Paesi Bassi
[12]
|
Tweede Kamer
(Camera bassa)
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 54, 56
|
Eerste Kamer
(Camera alta)
|
Elezione indiretta
|
Elezione
indiretta
(l’età minima richiesta è 18 anni)
|
||
Portogallo
|
Assembleia
da República
(Assemblea unica)
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 49, 150;
Lei Eleitoral da Assembleia
da República n. 14/79, artt. 1, 4
|
Regno Unito
[13]
|
House of Commons
|
18 anni
|
18 anni
|
Representation of the
People Act 1983, art. 1;
Electoral Administration Act 2006, art. 17;
Standing Orders Of The House Of Lords Relating To Public Business (Regolamento della Camera dei Lord), art. 2
|
House of Lords
|
Per nomina o di diritto
|
Per nomina o di diritto
(l’età minima richiesta è 21 anni)
|
||
Spagna
[14]
|
Congreso de los
Diputados
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 12, 68, 69;
Ley Orgánica 5/1985 del Régimen Electoral General, artt. 2, 6
|
Senado
|
Elezione in parte diretta e in parte indiretta
|
Elezione in parte diretta e in parte indiretta
|
||
Svezia
|
Riksdag
(Asssemblea unica)
|
18 anni
|
18 anni
|
Constitution, The Instrument of Government, cap. 3, art. 4
|
Svizzera
[15]
|
Consiglio
nazionale
(Camera bassa)
|
18 anni
|
18 anni
|
Cost. artt. 136, 143
|
Consiglio degli
Stati
(Camera alta)
|
Elezione indiretta
|
Elezione indiretta
|
Nei grafici che seguono sono riportati i deputati e i senatori – che compongono i due rami del Parlamento in base ai risultati delle elezioni del 4 marzo 2018 - suddivisi per fasce di età (compresi, per il Senato, i senatori a vita e di diritto).
XVIII legislatura
Età media nella XVIII legislatura alla Camera: 44 anni
Età media nella XVIII legislatura al Senato: 53 anni
Di seguito è confrontata la distribuzione per fasce di età dei deputati e dei senatori eletti dalla XVI alla XVIII legislatura
[16]
.
Aventi diritto al voto - dati elezioni 4 marzo 2018
|
Elettori
|
||
|
Donne
|
Uomini
|
Totale
|
Camera
|
24.174.723
|
22.430.202
|
46.604.925
|
Senato
|
22.361.797
|
20.509.631
|
42.871.428
|
I neo diciottenni aventi diritto al voto per la prima volta alle elezioni politiche 2018 sono stati complessivamente 584.530.
(fonte: Ministero dell’interno, Elezioni politiche del 4 marzo 2018. Il dossier)
[1]
L’art. 4, co. 1, del D.P.R. 361/1957, nel testo modificato dalla L. 270/2005, riprende la dizione costituzionale secondo cui il voto, oltre che un diritto, è un “dovere civico”.
[2]
Si vedano le relazioni illustrative delle pdl A.C. 553, 1524 e 2586.
[3]
Si veda in questo senso la relazione illustrativa della pdl A.C. 2586 e l’intervento del relatore on. Bocchino nella seduta del 12 giugno 2007 della I Commissione.
[4] Si veda il Testo di legge costituzionale approvato in seconda votazione a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi dei membri di ciascuna Camera, recante «Modifiche alla Parte II della Costituzione» (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005).
[5] Il progetto prevedeva, inoltre, che i candidati dovessero rispondere ad uno dei seguenti requisiti: avessero ricoperto o ricoprissero cariche pubbliche elettive in enti territoriali locali o regionali, all’interno della regione; fossero stati eletti deputati o senatori nella regione; risiedessero nella regione alla data di indizione delle elezioni.
[6] A.C. 3931 – A.S. 2583, Progetto di legge costituzionale. Revisione della parte seconda della Costituzione, trasmesso dalla Commissione parlamentare per le riforme costituzionali alla Presidenza della Camera dei deputati e alla Presidenza del Senato della Repubblica il 30 giugno 1997.
[7] In Austria il Bundesrat (Camera alta) non è eletto dai cittadini, ma è composto dai membri dei governi delle regioni (Länder).
[8] In Belgio i senatori non sono eletti direttamente dai cittadini, ma in parte dai collegi elettorali olandese e francese, in parte dai Consigli delle Comunità fiamminga, francese e germanofona.
[9] In Francia i membri del Sénat sono eletti a suffragio universale indiretto da collegi elettorali formati dai titolari di cariche elettive negli enti territoriali.
[10] In Germania il Bundesrat non è eletto dai cittadini, ma è composto dai membri dei governi delle regioni (Länder).
[11] In Irlanda, dei 60 membri che compongono il Seanad ?ireann (Camera alta), 11 sono nominati dal Primo Ministro, mentre gli altri 49 sono eletti a suffragio universale indiretto.
[12] Nei Paesi Bassi i membri della Eerste Kamer (Camera alta) sono nominati tra i membri dei consigli provinciali.
[13] Nel Regno Unito la House of Lords è un’assemblea non elettiva.
[14] In Spagna il Senato è la camera di rappresentanza delle autonomie territoriali: i senatori sono, in parte, eletti a suffragio universale dal corpo elettorale delle singole Comunità, in parte, designati dai parlamenti delle stesse.
[15] In Svizzera il Consiglio degli Stati (Camera alta) è eletto a suffragio universale indiretto ed è composto da 46 membri dei Cantoni.
[16] I dati del Senato tengono conto delle variazioni intervenute nel corso dell’intera legislatura.