Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: LXV Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione dei Parlamenti dell'Unione europea (COSAC) Videoconferenza, 31 maggio - 1° giugno 2021
Serie: Documentazione per le Commissioni - Riunioni interparlamentari   Numero: 58
Data: 28/05/2021
Organi della Camera: XIV Unione Europea

        

 

XVIII LEGISLATURA

 

Documentazione per le Commissioni

RIUNIONI INTERPARLAMENTARI

 

 

 

LXV Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione dei Parlamenti dell'Unione europea (COSAC)

Videoconferenza, 31 maggio – 1° giugno 2021

 

 

 

 

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INDICE

Premessa.. 1

Ordine del giorno............................................................... 3

Schede di lettura.. 7

I sessione: la Presidenza portoghese del Consiglio dell’UE   9

II sessione: Europa sociale: quale modello per la triplice transizione economica, digitale e climatica?. 19

III sessione: attuazione dei Piani nazionali per la ripresa e la resilienza: il ruolo dei Parlamenti nazionali 25

Piani nazionali per la ripresa e la resilienza. 25

Le risorse del Dispositivo per la ripresa e la resilienza. 28

Il ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali 34

IV sessione: Conferenza sul futuro dell'Europa: situazione attuale. 39

La cerimonia inaugurale della Conferenza del 9 maggio 2021. 40

Il Comitato esecutivo della Conferenza. 41

L’Assemblea plenaria della Conferenza. 42

Mandato della Conferenza. 44

Panel europei dei cittadini 45

La piattaforma digitale multilingue. 46

Attività in Italia. 47



Premessa

Dal 31 maggio al 1° giugno 2021 si svolgerà, in videoconferenza da Lisbona, la LXV Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell’Unione dei Parlamenti dell’UE (COSAC).

La Conferenza rientra tra le riunioni previste nel programma della dimensione parlamentare della Presidenza portoghese del Consiglio dell’UE (primo semestre 2021).

Dopo gli interventi introduttivi e la presentazione del 35simo rapporto semestrale predisposto dal Segretariato della COSAC, i lavori della Conferenza si articoleranno in quattro sessioni, dedicate rispettivamente ai seguenti temi:

·        I sessione: la Presidenza portoghese del Consiglio dell’UE;

·        II sessione: Europa sociale: quale modello per la triplice transizione economica, digitale e climatica?

·        III sessione: attuazione dei Piani nazionali per la ripresa e la resilienza: il ruolo dei Parlamenti nazionali;

·        IV sessione: Conferenza sul futuro dell'Europa: situazione attuale.

La delegazione del Parlamento italiano sarà composta dai deputati Sergio Battelli, Presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea, Augusta Montaruli e Marina Berlinghieri, nonché dai senatori Dario Stefano, Presidente della Commissione Politiche dell’Unione europea, Marzia Casolati e Sabrina Ricciardi.

 

 

 

 

 


 


Schede di lettura




I sessione: la Presidenza portoghese del Consiglio dell’UE

Il Portogallo, che ha assunto la Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea dal 1° gennaio fino al 30 giugno 2021, ha inaugurato il semestre di presidenza dichiarando che avrebbe ispirato il proprio operato all'investimento in un'Europa resiliente, verde, sociale, digitale e globale[1].

Il programma della Presidenza è disponibile sul sito Internet dedicato, nel quale sono evidenziate le tre seguenti priorità:

1)     promuovere la ripresa dell'Europa, sulla spinta della duplice transizione climatica e digitale;

2)     attuare il Pilastro sociale dell'Unione europea quale elemento chiave per assicurare che la transizione abbia luogo in modo equo e inclusivo;

3)     rafforzare l'autonomia strategica dell'Europa, mantenendo l'apertura nei confronti del mondo.

Le priorità sono state perseguite attraverso cinque linee di azione:

1)     Europa resiliente (promozione della ripresa europea, della coesione e dei valori). Come preannunciato, la presidenza portoghese ha riservato particolare attenzione a:

·        l'esecuzione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 e dello strumento Next generation EU (NGEU)[2]. Fra l'altro, è stato approvato il programma di ricerca Orizzonte Europa e accordi sono stati raggiunti in merito al Fondo asilo, migrazione e integrazione (AMIF), allo strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e i visti (IBMF) e al Fondo sicurezza interna (ISF);

NGEU è uno strumento di natura emergenziale, durata temporanea e valenza una tantum, utilizzabile esclusivamente ai fini della risposta alla crisi e delle misure per la ripresa, in virtù del quale la Commissione europea è autorizzata a sollecitare prestiti sui mercati dei capitali per un ammontare totale di 750 miliardi di euro, 390 dei quali destinati a sovvenzioni e 360 a prestiti. Con il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 è stato approvato il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility - RRF), perno della strategia di ripresa post-pandemica dell’Unione europea finanziata tramite Next Generation EU (ad integrazione del QFP 2021-2027). Quasi il 90 per cento delle risorse NGEU è destinato all'RRF. Per accedere a tali risorse ogni Stato membro è tenuto a presentare alla Commissione europea un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) in cui deve essere delineato un pacchetto completo e coerente di riforme e investimenti (per dettagli si rinvia alla parte dedicata del presente Dossier).

·        i valori fondamentali dell'UE, la difesa e il consolidamento dello Stato di diritto e della democrazia del pluralismo nei media nonché la lotta contro ogni forma di discriminazione, la disinformazione, il terrorismo e l'odio, anche on-line;

In proposito il 29 aprile 2021 è stato adottato il regolamento (UE) 2021/784 relativo al contrasto della diffusione di contenuti terroristici online, che mira a stabilire un quadro giuridico chiaro e armonizzato per prevenire l'uso improprio dei servizi di hosting per la diffusione di contenuti terroristici online, al fine di garantire il corretto funzionamento del mercato unico digitale.

Il 6 aprile la Presidenza ha celebrato il decimo anniversario della firma della Convenzione di Istanbul con una Conferenza ad alto livello.

Il tema della disinformazione è stato al centro di un seminario organizzato dalla presidenza portoghese sulle minacce ibride.

·        ridurre la dipendenza esterna dell'Unione in termini di beni e tecnologie critiche, investendo nell'innovazione e migliorando la sicurezza alimentare;

·        la difesa dell'autonomia europea attraverso lo sviluppo di una strategia industriale dinamica e la diversificazione della produzione;

·        i settori maggiormente colpiti dalla crisi, in particolare il turismo e l'industria creativa;

·        rafforzare il sistema europeo di gestione delle crisi al fine di raggiungere una maggiore resilienza e coordinamento nella risposta a disastri, anche tramite il meccanismo UE di protezione civile;

·        la prosecuzione dei negoziati sul nuovo patto su migrazione e asilo al fine di trovare un equilibrio tra la prevenzione della migrazione irregolare, la promozione di canali sostenibili per quella legale e l'integrazione di migranti.

Il 23 settembre 2020 la Commissione europea ha presentato un nuovo patto sulla migrazione e l'asilo, basato su tre pilastri: nuove procedure per stabilire rapidamente lo status all’arrivo; un quadro comune per la solidarietà e la condivisione della responsabilità; un cambiamento di paradigma nella cooperazione con i Paesi terzi[3]. Permarrebbero posizioni molto diverse fra gli Stati membri su alcuni aspetti fondamentali dell'intero sistema. La Presidenza sottolinea che, in occasione della videoconferenza informale dei ministri degli Affari esteri e dell'Interno tenutasi 15 marzo 2021, un consenso è stato raggiunto in merito alla dimensione esterna delle politiche migratorie dell'UE.

L’11 maggio 2021 la Presidenza portoghese ha organizzato una Conferenza ministeriale sulla gestione dei flussi migratori, con particolare riguardo al dialogo politico con i paesi del Nord Africa. Alla conferenza hanno preso parte i Ministri degli affari interni degli Stati membri dell'Unione europea, Ministri e rappresentanti dei paesi partner: Algeria, Egitto, Libia, Mauritania, Marocco, Niger, Senegal e Tunisia, e rappresentanti di organizzazioni internazionali come l’UNHCR e l’OIM (Organizzazione internazionale della migrazione).

Al centro della discussione: la cooperazione globale per promuovere i meccanismi di migrazione legale, il contrasto alle reti criminali della tratta di esseri umani e il traffico di migranti, e il rafforzamento della cooperazione allo sviluppo.

2)     Europa verde (promozione dell'UE quale leader nell'azione per il clima) tramite:

·        l'attuazione prioritaria del Green deal europeo;

Il Green deal europeo è la nuova strategia di crescita lanciata dalla Commissione europea nel dicembre 2019, volta a far sì che l'Europa diventi il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Tra le varie iniziative previste si segnalano quelle inerenti al Patto europeo per il clima che mira a coinvolgere i cittadini e le comunità nell'azione per il clima e l'ambiente. La presidenza portoghese si è posta l'obiettivo di dare molta visibilità al patto, lanciato dalla Commissione europea il 9 dicembre. Inoltre, sempre nell'ambito del Green deal, ha inteso dare impulso alla nuova Strategia per l'adattamento ai cambiamenti climatici, adottata dalla Commissione il 24 febbraio 2021, con particolare riferimento ai settori della biodiversità, delle foreste e delle acque;

·        l'approvazione della prima legge europea sul clima e il sostegno agli sforzi di trasformare l'Europa nel primo continente a emissioni zero entro il 2050, nonché la garanzia dell'impegno comune di ridurre entro il 2030 le emissioni di CO2 di almeno il 55 per cento in relazione ai livelli del 1990;

La proposta di legge europea sul clima è stata presentata dalla Commissione europea nel marzo 2020 (e successivamente modificata nel settembre 2020). Su di essa, il 30 novembre sono stati avviati i negoziati di trilogo con il Parlamento e la Commissione. Da ultimo, il Consiglio europeo del 24 e 25 maggio 2021 ha accolto con favore l'accordo raggiunto dai colegislatori e ha invitato la Commissione a presentare rapidamente il suo pacchetto legislativo in materia di clima unitamente a un esame approfondito dell'impatto ambientale, economico e sociale a livello degli Stati membri[4].

Il 26 aprile 2021 la presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio su un nuovo strumento di prestito per il settore pubblico che sosterrà la transizione verso un'economia a impatto climatico zero nell'UE. Gli altri due pilastri sono il Fondo per una transizione giusta e il programma InvestEU, adottato dal Consiglio il 17 marzo 2021. Inoltre: gli ambasciatori degli Stati membri dell'UE hanno approvato un mandato affinché il Consiglio avvii negoziati con il Parlamento europeo per raggiungere un accordo sull'8° programma di azione per l'ambiente (PAA), che orienterà l'elaborazione e l'attuazione delle politiche ambientali e climatiche fino al 2030; il Consiglio ha approvato una nuova strategia in materia di sostanze chimiche; il 26 marzo è stato inaugurato l'Anno europeo del trasporto ferroviario. Sempre nel contesto della neutralità climatica, e della Strategia dell'idrogeno per un'Europa climaticamente neutra, incentrata sulla produzione e l'uso dell'idrogeno rinnovabile, il 7 aprile la Presidenza ha organizzato una Conferenza di alto livello.

·        la facilitazione della transizione a un'economia competitiva a emissioni zero e la promozione di una crescita sostenibile, un'economia circolare e l'innovazione e la sicurezza della fornitura di energia;

In particolare, nell'ambito delle azioni volte ad attuare il Nuovo piano d'azione per l'economia circolare, presentato dalla Commissione europea nel marzo 2020 (COM(2020)98) e sul quale il Consiglio ambiente ha adottato conclusioni il 17 dicembre, la presidenza ha avviato i negoziati sulla proposta di regolamento in materia di batterie (COM(2020)798), presentata il 10 dicembre.

In materia di energia la presidenza ha dato priorità anche all'aspetto legato allo sviluppo infrastrutturale, avviando i negoziati sulla proposta di modifica del regolamento sulle reti trans-europee, presentata dalla Commissione il 15 dicembre (COM(2020)824). Tra le altre priorità rientrano la promozione di un mercato interno dell'energia efficiente e sostenibile e di un mercato interno dell'idrogeno. Si ricorda che, sempre nell'ambito del Green deal, la Commissione nel luglio 2020 ha presentato una strategia per l'idrogeno (COM(2020)301), volta a rendere l'idrogeno pulito una soluzione praticabile per decarbonizzare i diversi settori energetici (industria, trasporti, produzione di energia elettrica, edilizia);

·        l'innovazione, la trasformazione digitale e la gestione sostenibile delle risorse naturali. In tale ambito una delle priorità sono stati i negoziati sulla riforma della politica agricola comune;

Nel 2018 la Commissione europea ha presentato nuove proposte legislative sul futuro della PAC dopo il 2020, tramite le quali si auspica di salvaguardare la posizione dell'agricoltura al centro della società europea, di assicurare un futuro economico stabile agli agricoltori ma anche di far partecipare l'agricoltura europea alle ambizioni climatiche e ambientali dell'Unione. I negoziati sono ancora in corso: nell'aprile 2021, durante una videoconferenza informale, i ministri dell'Agricoltura dell'UE hanno fornito alla presidenza orientamenti su alcuni aspetti della proposta di compromesso in vista delle discussioni con il Parlamento europeo. Il tema centrale è stato l'architettura verde della PAC e il bilancio specifico assegnato ai regimi ecologici. Inoltre, tra il 25 e il 27 maggio 2021 si è svolta un’importante tornata di triloghi interistituzionali, al termine della quale, tuttavia, non si è raggiunto un accordo politico su alcuni dei principali elementi della riforma.

·        l'incoraggiamento della conservazione e dell'uso sostenibile delle risorse dei mari e degli oceani e l'attuazione della politica comune della pesca;

In occasione del Consiglio "Agricoltura e pesca" del 22 e 23 marzo 2021, è stato raggiunto un accordo su un piano di emergenza per prorogare le possibilità di pesca provvisorie UE-Regno Unito fino al 31 luglio 2021. Il piano garantisce un'attività di pesca ininterrotta per le flotte dell'UE fino a quando l'UE e il Regno Unito non raggiungeranno un accordo sulle possibilità di pesca definitive per il 2021 e, per gli stock di acque profonde, per il 2021 e il 2022.

3)     Europa digitale (accelerazione della trasformazione digitale nei servizi ai cittadini e alle imprese). In questo contesto priorità della presidenza sono state:

·        accelerare la transizione digitale quale forza motrice della crescita economica e promuovere la leadership europea;

·        incoraggiare nuove soluzioni digitali e strategie per la transizione verde nei settori della salute, della ricerca e innovazione, della proprietà industriale, della giustizia e della mobilità;

·        promuovere un accesso migliorato a - e la condivisione di - dati ed informazioni di qualità nel rispetto dei valori di una società democratica, aperta e sostenibile. In questo contesto si è fatto espresso riferimento alla creazione di un'identità digitale europea;

Per la parte legislativa, sono stati in particolare trattati i dossier relativi al regolamento e-Privacy (COM(2017)10), su cui il Consiglio ha adottato il mandato negoziale il 10 febbraio 2021; al regolamento sulla governance europea dei dati ("Data Governance Act), a seguito della proposta della Commissione presentata il 25 novembre 2020 (COM(2020)767); all'identità digitale (è attualmente vigente il regolamento UE n. 910/2014 - regolamento e-Idas); all'intelligenza artificiale. Su quest'ultima, facendo seguito al Libro bianco presentato il 19 febbraio 2020 (COM(2020)65), il 21 aprile 2021 la Commissione ha proposto nuove regole e azioni volte a trasformare l'Europa nel polo mondiale per un'intelligenza artificiale affidabile: il primo quadro giuridico sull'IA, un nuovo piano coordinato con gli Stati membri per garantire la sicurezza e i diritti fondamentali di persone e imprese, rafforzando nel contempo l'adozione dell'IA e gli investimenti e l'innovazione nel settore in tutta l'UE, nuove norme sulle macchine.  

Per promuovere e sostenere la transizione digitale dell'UE, il 19 febbraio 2020 la Commissione europea aveva inoltre presentato la comunicazione quadro in materia, "Plasmare il futuro digitale dell'Europa" (COM(2020)67), e la comunicazione sulla Strategia europea per i dati (COM(2020)66), cui hanno fatto seguito, il 16 dicembre 2020, il Digital Services Act e il Digital Markets Act. La presidenza portoghese ha seguito con particolare attenzione i negoziati e ha organizzato l'edizione 2021 della "Giornata digitale", nel corso della quale sono state firmate tre dichiarazioni volte a promuovere la connettività internazionale: "I gateway di dati europei come elemento chiave del decennio digitale dell'UE"; "EU Startup Nations Standard of Excellence" e "La transizione verde e digitale dell'UE".

E' in corso la revisione delle norme sul roaming.

·        lo sviluppo universale di capacità digitali da parte dei lavoratori;

·        dare visibilità a migliori prassi digitali, particolarmente nel settore delle pubbliche amministrazioni;

·        promuovere un settore dello spazio competitivo;

4)     Europa sociale (promozione e rafforzamento del modello sociale europeo), nel cui contesto priorità della la presidenza sono state:

·        dare un significato concreto al pilastro europeo per i diritti sociali, anche con l'organizzazione a Porto, il 7 e 8 maggio 2021, di un vertice informale sui temi sociali (vd. documenti dell'Unione europea n. 22). 

Il Pilastro europeo per i diritti sociali è stato adottato nel 2017 e sancisce venti principi e diritti, che si articolano in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro eque; protezione sociale e inclusione. Il 4 marzo 2021 è stato presentato, da parte della Commissione europea, un piano d'azione per l'attuazione del pilastro stesso;

·        promuovere un dibattito sul potenziamento dei cittadini per la sfida digitale sui temi, tra l'altro, del futuro del lavoro, di salari minimi adeguati e sullo sviluppo di qualificazioni e competenze per un'economia moderna e digitale;

·        l'uguaglianza di genere e le politiche per combattere la discriminazione, la povertà e l'esclusione sociale;

·        la cooperazione tra gli Stati membri nel settore della salute, sostenendo le misure necessarie a migliorare la capacità di risposta a minacce alla salute pubblica;

Nel discorso pronunciato in occasione del vertice UE sulla salute del 2 dicembre 2020, la Presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato la necessità di una risposta comune e globale per combattere la pandemia. Ha inoltre ricordato che ci si sta avvicinando all’istituzione di un'Unione europea della salute, già prospettata nel suo discorso sullo Stato dell'Unione e i cui obiettivi sono il miglioramento della preparazione e delle capacità di risposta a livello dell'UE. Con la comunicazione dell'11 novembre 2020, "Costruire un'Unione europea della salute: rafforzare la resilienza dell'UE alle minacce per la salute a carattere transfrontaliero", la Commissione ha dichiarato di voler presentare una serie di proposte volte a potenziare il quadro per la sicurezza sanitaria dell'UE e il ruolo delle principali agenzie dell'Unione al fine di affrontare meglio future emergenze sanitarie. Nella stessa data la Commissione ha presentato tre proposte legislative riguardanti: un aggiornamento della decisione n. 1082/2013/UE relativa alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero; il rafforzamento del mandato del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC); l'ampliamento del mandato dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA), agenzia che gestisce (con riferimento all'UE) la valutazione scientifica della qualità, della sicurezza e dell'efficacia di tutti i farmaci. Ulteriori elementi chiave nella costruzione di un'Unione europea della salute richiesta dalla presidente von der Leyen sono la "Strategia farmaceutica per l'Europa", pubblicata il 25 novembre 2020, e il Piano europeo di lotta contro il cancro, presentato il 3 febbraio 2021.

La Presidenza portoghese ha prestato inoltre particolare attenzione alla nuova garanzia per l'infanzia e alla direttiva per un quadro europeo sul salario minimo.

5)     Europa globale (promozione dell'apertura al mondo dell'Europa), con riferimento a:

·        l'impegno nei confronti del multilateralismo effettivo e del ruolo geopolitico dell'UE quale attore globale;

·        la difesa di partnership internazionali per lo sviluppo, orientate ai risultati;

·        la leadership europea nel consolidare un sistema di commercio internazionale aperto e basato sulle regole;

·        la riflessione sulla sicurezza marina.

Speciale menzione è stata riservata ai rapporti con l'Unione africana (nella prospettiva del 6° vertice con l'UE), al Mediterraneo meridionale e all'America Latina. È stata affermata la necessità di rafforzare il dialogo con gli Stati Uniti, con la finalità di sfruttare il pieno potenziale delle relazioni transatlantiche, e di intensificare quello con l'India, anche in occasione di una riunione dei leader europei con il primo ministro indiano a Porto. È stata, infine, data priorità ad una relazione completa, equilibrata ed equa con il Regno Unito.

Nel contesto della ripresa europea, durante la Presidenza portoghese è stata inoltre portata avanti un'azione coordinata in materia di vaccini (anche attraverso l'attivazione di meccanismi di distribuzione, di produzione e di controllo delle esportazioni), con l'obiettivo di garantire la qualità, la sicurezza e l'efficacia dei vaccini nonché un accesso rapido ed equo per gli Stati membri. A tal fine la Commissione europea ha adottato, nel giugno 2020, la Strategia dell'Ue per i vaccini contro la Covid-19 e, nel corso del semestre di presidenza portoghese, sono stati conclusi contratti con diverse società farmaceutiche. Nelle background notes la presidenza evidenzia altresì lo sviluppo del programma Covax - di cui l'UE è il soggetto donatore principale - attraverso il quale si cerca di garantire un accesso equo e globale a vaccini a prezzi accessibili per tutti coloro che ne hanno bisogno; ricorda inoltre l'accordo raggiunto in seno al Consiglio europeo informale del 25 marzo 2021 per venire incontro alle esigenze degli Stati membri più in difficoltà.

Infine, la Presidenza ha evidenziato come la volontà di ripristinare la libertà di circolazione nell'UE abbia portato all'accordo su un testo di compromesso per quanto riguarda i certificati UE COVID-19 (precedentemente denominati certificati verdi digitali), che dovrebbero essere utilizzati a partire dal prossimo luglio (si vedano al riguardo le conclusioni adottate dal Consiglio europeo del 24 e 25 maggio 2021 - n. 23/DOCUE).

Le priorità della Presidenza portoghese si collocano nel contesto del programma del trio di Presidenza, convenuto con i governi tedesco e sloveno, che già nel giugno 2020 aveva individuato le priorità da perseguire nel periodo 1° luglio 2020 - 31 dicembre 2021.

Si segnala che è disponibile anche un sito Internet della dimensione parlamentare della Presidenza portoghese, in cui vengono tra l'altro illustrati gli incontri di cooperazione interparlamentare.


 

II sessione: Europa sociale: quale modello per la triplice transizione economica, digitale e climatica?

La seconda sessione sarà dedicata a una discussione sull'Europa sociale, con specifico riferimento alla transizione economica, digitale e climatica dell'Ue.

Lo stretto legame tra la dimensione sociale e le modifiche strutturali che si auspica di realizzare nella struttura economica dell'Unione è stato messo in luce, dalla stessa Commissione europea, tra l'altro nella Comunicazione "Un'Europa sociale forte per transizioni giuste" (COM(2020) 14) del 14 gennaio 2020. Nel documento infatti la "strategia (...) per garantire che la transizione alla neutralità climatica, la digitalizzazione e il cambiamento demografico siano socialmente equi e giusti" è stata individuata all'interno del Pilastro europeo dei diritti sociali.

Deliberato da Parlamento europeo, Consiglio e Commissione nel novembre 2017, il Pilastro mira a sostenere mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale equi e ben funzionanti nell'Europa del XXI secolo. Sancisce 20 principi e diritti, che si articolano in tre categorie: pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; condizioni di lavoro eque; protezione sociale e inclusione.

In attuazione del pilastro la Commissione europea ha già intrapreso una serie di azioni, tra le quali si ricordano: l'agenda per le competenze per l'Europa, la strategia per la parità di genere 2020-2025, il piano d'azione UE contro il razzismo 2020-2025, il pacchetto a sostegno dell'occupazione giovanile, la proposta di direttiva relativa ai salari minimi adeguati (COM(2020) 682)[5], la proposta di direttiva sulla trasparenza retributiva (COM(2021) 93), la strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030, la strategia europea dei diritti dei minori (COM(2021) 142); la proposta di raccomandazione del Consiglio che stabilisce una garanzia europea per l'infanzia (COM(2021) 137)[6].

Le azioni concrete per l'attuazione dei principi contenuti nel pilastro sono state delineate nel piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali (COM(2021) 102) del 4 marzo 2021. In particolare, vengono definiti alcuni obiettivi principali da conseguire entro il 2030:

1)     almeno il 78 per cento degli adulti (20-64 anni) dovrebbe avere un lavoro. Si dovrebbe puntare a dimezzare il divario di genere a livello occupazionale rispetto al 2019, aumentare l'offerta di servizi formali di educazione e cura della prima infanzia e ridurre al 9 per cento il tasso di giovani (15-29 anni) che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET);

2)     almeno il 60 per cento degli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione. Almeno l'80 per cento delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni dovrebbe possedere competenze digitali di base, l'abbandono scolastico precoce dovrebbe essere ridotto e la partecipazione all'istruzione secondaria superiore aumentata;

3)     ridurre di almeno 15 milioni il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, 5 milioni dei quali dovrebbero essere bambini.

Da ultimo in occasione del vertice informale tenutosi a Porto il 7 e 8 maggio 2021, i capi di Stato e di Governo dell'Unione hanno affermato l'intenzione di approfondire l'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali a livello dell'UE e nazionale. La prospettiva perseguita è, tra l'altro, quella di creare nuovi posti di lavoro e migliorarne la qualità, con particolare attenzione a: la riduzione delle disuguaglianze; la difesa di salari equi; la lotta all'esclusione sociale e alla povertà, soprattutto infantile e di gruppi vulnerabili; il sostegno ai giovani, "fonte indispensabile di dinamismo, talento e creatività per l'Europa"[7].

In questo contesto, la transizione digitale dovrebbe - coinvolgendo l'intero tessuto produttivo dell'Unione - contribuire alla creazione di posti di lavoro, alla promozione dell'istruzione, della competitività e dell'innovazione, fornendo ai lavoratori nuove competenze, utili anche a raggiungere l'obiettivo della decarbonizzazione.

La via da seguire per la transizione digitale è stata delineata dalla Commissione europea principalmente nei seguenti documenti:

1)     la bussola digitale per il 2030, illustrata in una Comunicazione pubblicata nel marzo 2021 (COM(2021) 118), con la quale la Commissione europea ha stabilito gli obiettivi da realizzare, entro il 2030, in quattro settori prioritari (“punti cardinali” della bussola). Dal punto di vista umano l'impiego di 20 milioni di specialisti impiegati nel settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, con una convergenza tra uomini e donne. In termini di infrastrutture, la copertura con una rete Gigabit per tutte le famiglie europee e con il 5G di tutte le zone abitate, la produzione in Europa di semiconduttori all'avanguardia e sostenibili per almeno il 20 per cento della produzione mondiale, l'installazione di 10.000 nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri per garantire l'accesso dati veloce, lo svolgimento di un ruolo d'avanguardia in termini di capacità quantistiche. Nell'ottica delle imprese, l'utilizzo dei servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale da parte del 75 per cento delle imprese europee, il raggiungimento di un livello almeno base di intensità digitale da parte di oltre il 90 per cento delle PMI, l'aumento del numero di aziende innovative. L'accesso ai servizi pubblici principali dovrebbe essere totalmente digitalizzato ed il cento per cento dei cittadini dovrebbe avere accesso alle cartelle cliniche elettroniche mentre l'80 per cento dei cittadini dovrebbe utilizzare l'identificazione digitale. La Comunicazione invita tra l'altro gli Stati membri a mettere in comune le rispettive risorse attraverso progetti multinazionali e auspica la conclusione di partenariati internazionali inclusivi;

2)     una strategia industriale per l'Europa, tale da rendere l'UE adatta all'era digitale. L'aggiornamento della previgente strategia, divulgato a maggio 2021 (COM(2021) 350), prevede tra l'altro, con riferimento alle azioni per accelerare la duplice transizione (par. 5): percorsi di transizione tra gli ecosistemi industriali rilevanti che forniscano un'idea più chiara delle dimensioni, dei benefici e delle condizioni che devono accompagnare la transizione; progetti multinazionali volti a massimizzare gli investimenti nell'ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza; una specifica attenzione al settore dell'acciaio, così da garantire un'industria metallurgica pulita e competitiva; partenariati Orizzonte Europa che riuniscano finanziamenti pubblici e privati a favore della ricerca e dell'innovazione nel campo delle tecnologie e dei processi a bassa intensità di CO2; l'accelerazione degli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle reti elettriche e la rimozione degli ostacoli. Nel marzo 2020 era stata pubblicata anche una strategia per le PMI per un'Europa sostenibile e digitale (COM(2020) 103), anch'essa finalizzata a fornire sostegno alle SME ai fini di una transizione sostenibile;

3)     il pacchetto dei servizi digitali, del dicembre 2020, che attraverso due proposte di regolamento (COM(2020) 842 e COM(2020) 825)[8] mira da un lato a garantire il corretto funzionamento del mercato unico digitale (promuovendo una concorrenza effettiva e affrontando le principali ripercussioni derivanti dall'affermarsi di grandi piattaforme che controllano l'accesso ai mercati digitali, i cd gatekeeper) e, dall'altro, a armonizzare le norme sugli obblighi e sulle responsabilità degli intermediari di servizi digitali transfrontalieri contribuendo al corretto funzionamento del mercato interno e garantendo la tutela dei diritti fondamentali degli utenti.

Strettamente connessa alla precedente dovrebbe essere infine la transizione climatica. Coerentemente con il Green Deal europeo, la nuova strategia di crescita dell’UE, questa mira a far sì che l’Europa diventi il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050.

Il Green Deal definisce un modello di crescita 'rigenerativa' che restituisce al pianeta più di quanto prende, illustra le priorità ambientali per i prossimi anni e l'ambizione dell'Unione di trasformare la propria economia per costruire un futuro sostenibile senza lasciare indietro nessuno.

Nel settembre 2020 la Comunicazione "Un traguardo climatico 2030 più ambizioso per l'Europa" ha delineato il Piano per l'obiettivo climatico 2030, con il quale l'Ue si prefigge di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'UE almeno del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. A livello nazionale, il Consiglio europeo del 10-11 dicembre 2020 ha approvato il nuovo obiettivo vincolante di riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra proposto dalla Commissione europea.

Tra le iniziative previste dal Green Deal vi è la cosiddetta "Legge europea sul clima", sulla quale lo scorso 21 aprile è stato raggiunto un accordo tra i colegislatori (il testo è disponibile in lingua inglese), che sarà sottoposto alla plenaria del Parlamento europeo. Si stabilisce un obiettivo comune giuridicamente vincolante a livello di UE di zero emissioni di gas a effetto serra entro il 2050 e si include l'obiettivo di riduzione netta del 55% (rispetto al 1990) entro il 2030 quale prima tappa verso l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. L'accordo inoltre istituisce un comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici e prevede l'uso di un bilancio dell'UE per i gas a effetto serra per fissare l'obiettivo intermedio per il 2040.

Il Green Deal ha previsto l'adozione di ulteriori iniziative strategiche, quali il nuovo piano d'azione per l'economia circolare per un'Europa pulita e competitiva, la Strategia sulla biodiversità per il 2030, la strategia "Dal produttore al consumatore" e il Patto europeo per il clima. La Commissione intende inoltre presentare una proposta relativa all'istituzione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere,per ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, garantendo che il prezzo delle importazioni tenga conto del loro tenore di carbonio. Nel Piano per l'obiettivo climatico al 2030, la Commissione europea ha prospettato inoltre una serie di interventi necessari in tutti i settori dell'economia e l'avvio della revisione dei principali strumenti legislativi in materia di clima per conseguire l'obiettivo di riduzione del 55%, preparandosi a presentare proposte legislative dettagliate al riguardo. In tale ottica ha annunciato la presentazione, il prossimo 14 luglio, del cd. pacchetto 'FIT for 55', con cui sarebbe intenzionata a rivedere le seguenti norme: la direttiva sullo scambio quote delle emissioni (direttiva (ue) 2018/410), cd "direttiva ETS", il regolamento sulla condivisione degli sforzi (Il regolamento (ue) 2018(842); Il regolamento relativo all'uso del suolo, ai cambiamenti di uso del suolo e alla silvicultura (regolamento (ue) 2018(841); la direttiva sull'energia da fonti rinnovabili  (direttiva (ue) 2018/2001); la direttiva sull'efficienza energetica (direttiva (ue) 2018/2002); la direttiva sulla tassazione sull'energia direttiva (ue) 2003/96; il regolamento sulle emissioni di C02 da autovetture e furgoni (regolamento(ue) 2019/631).

Nel gennaio 2020 la Commissione ha presentato il "Piano investimenti per un'Europa sostenibile - Piano investimenti del Green Deal europeo", nel quale illustra un serie di strumenti volti a finanziare il Green Deal. Tra essi il Meccanismo per una transizione giusta, che prevede:

1)     il Fondo per la transizione giusta. Istituito nell'ambito della politica di coesione e attuato in regime di gestione concorrente, sarà utilizzato per concedere sovvenzioni a favore della diversificazione economica dei territori maggiormente colpiti dalla transizione climatica nonché della riqualificazione professionale e dell'inclusione attiva dei lavoratori e delle persone in cerca di lavoro. Offrirà sostegno a tutti gli Stati membri. Le risorse saranno erogate sulla base di piani territoriali per la transizione giusta, presentati dagli Stati membri, che identificano i territori maggiormente colpiti dagli effetti economici e sociali della transizione, e approvati dalla Commissione europea;

2)     un regime specifico del programma InvestEu per il settore privato. Il programma InvestEU mobiliterà investimenti pubblici e privati, garantendo un accesso semplificato ai finanziamenti. Riceverà 26,2 miliardi di euro di garanzie dal bilancio dell'UE e si stima che possa generare circa 400 miliardi di euro di investimenti. Sosterrà settori sanitari cruciali e progetti sostenibili in supporto agli obiettivi ambientali e sociali dell'UE - con il 38% del bilancio destinato alle infrastrutture sostenibili;

3)     uno strumento di prestito per il settore pubblico presso la BEI. Tale strumento, la cui proposta non è ancora stata approvata, prevede 1,5 miliardi di euro di sovvenzioni dal bilancio a lungo termine dell'UE e fino a 10 miliardi in prestiti della Banca europea di investimento. Sono previsti inoltre dai 25 ai 30 miliardi di euro in investimenti pubblici per aiutare i territori più colpiti ad ammortizzare i costi della decarbonizzazione. I fondi andrebbero agli investimenti per ambiti quali energia, trasporti e sistemi di riscaldamento.

Tali strumenti di finanziamento si collocano nel contesto del Quadro finanziario pluriennale 2021 - 2027, bilancio settennale dell'Unione integrato da "Next Generation EU" (NGEU), strumento di natura emergenziale, durata temporanea e valenza una tantum, utilizzabile esclusivamente ai fini della risposta alla crisi e delle misure per la ripresa[9].

Per dettagli sul principale strumento del QFP, il dispositivo per la ripresa e la resilienza, e il contributo che da esso verrà alla transizione verde e alla transizione digitale si rinvia alla scheda relativa alla Sessione III.


 

III sessione: attuazione dei Piani nazionali per la ripresa e la resilienza: il ruolo dei Parlamenti nazionali

Piani nazionali per la ripresa e la resilienza  

Il regolamento (UE) 2021/241 che istituisce il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and Resilience Facility), il più importante strumento di Next Generation EU, prevede che ciascuno Stato membro presenti alla Commissione europea un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) per definire un programma di riforme e investimenti fino al 2026 ed ottenere così le risorse assegnate (sotto forma di prestiti e/o sovvenzioni) dal Dispositivo medesimo[10].

Nella fase attuale, taluni Stati membri stanno ultimando e trasmettendo ufficialmente alla Commissione europea i loro Piani nazionali.

Sulla base delle informazioni che si possono ricavare dal sito della Commissione europea, al 28 maggio 2021 sono stati ufficialmente trasmessi 19 Piani nazionali, tra cui quello dell’Italia (i Piani dovrebbero, di regola, essere trasmessi entro il 30 aprile e possono essere modificati successivamente).

Oltre all’Italia, hanno già presentato i Piani anche Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Spagna, Croazia, Cipro, Francia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Austria, Polonia, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Non risultano quindi ancora trasmessi i Piani di Bulgaria, Estonia, Finlandia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Romania e Svezia.

Sui Piani presentati è in corso la valutazione da parte della Commissione europea che, sulla base di quanto stabilito dal citato regolamento, ha due mesi di tempo dalla trasmissione ufficiale per completarla e formulare una proposta di decisione di esecuzione del Consiglio.

La valutazione della Commissione comprende, in particolare, un esame volto ad accertare se il Piano rappresenta una risposta equilibrata alla situazione economica e sociale dello Stato membro, contribuendo adeguatamente a tutti e sei i pilastri del Dispositivo (transizione verde; trasformazione digitale; occupazione e crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza; politiche per la prossima generazione, comprese istruzione e competenze), nonché concorre ad affrontare efficacemente, nel loro insieme o in parte, le sfide individuate nelle pertinenti raccomandazioni specifiche per Paese formulate nel contesto del Semestre europeo e a rafforzare il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro e la resilienza economica, istituzionale e sociale dello Stato membro interessato. La Commissione valuta, inoltre, se almeno il 37% delle spese previste sia dedicato a investimenti e riforme, che sostengono gli obiettivi climatici, e se il 20% sia attribuito alla transizione digitale. Valuta, altresì, se le misure rispettano il principio di "non arrecare un danno significativo" agli obiettivi ambientali dell’Unione (do no significant harm principle).

Si segnala, inoltre, che la Commissione, nella Strategia annuale per la crescita sostenibile 2021, ha incoraggiato gli Stati membri a presentare piani di investimento e di riforma nei seguenti sette settori faro europei (European flagships):

1.      Utilizzare più energia pulita (Power up) - Utilizzare prontamente tecnologie pulite adeguate alle esigenze future e accelerare lo sviluppo e l'uso delle energie rinnovabili;

2.      Rinnovare (Renovate) - Migliorare l'efficienza energetica degli edifici pubblici e privati;

3.      Ricaricare e rifornire (Recharge and Refuel) - Promuovere tecnologie pulite adeguate alle esigenze future per accelerare l'uso di sistemi di trasporto sostenibili, accessibili e intelligenti, stazioni di ricarica e rifornimento e l'estensione dei trasporti pubblici;

4.      Collegare (Connect) - Estendere rapidamente i servizi veloci a banda larga a tutte le regioni e a tutte le famiglie, comprese le reti in fibra ottica e 5G;

5.      Modernizzare (Modernise) - Digitalizzare la pubblica amministrazione e i servizi pubblici, compresi i sistemi giudiziari e sanitari;

6.      Espandere (Scale-up) - Aumentare le capacità industriali di cloud di dati e di sviluppo dei processori più potenti, all'avanguardia e sostenibili;

7.      Riqualificare e migliorare le competenze (Reskill and Upskill) - Adattare i sistemi d'istruzione per promuovere le competenze digitali e la formazione scolastica e professionale per tutte le età.

Dalla proposta della Commissione, il Consiglio dell’UE ha quattro settimane di tempo per approvare definitivamente, a maggioranza qualificata, i singoli Piani. L’approvazione consente, tra l’altro, l’erogazione, nel 2021, di un prefinanziamento del 13%.

Esso è subordinato, tuttavia, come l’operatività del Dispositivo e, più in generale, di Next Generation EU, all'entrata in vigore della decisione sulle risorse proprie UE 2021-2027, che deve essere approvata da tutti gli Stati membri e che permetterà alla Commissione europea di poter avviare l’assunzione di prestiti sui mercati dei capitali. Al riguardo, il 27 maggio scorso il Commissario per il bilancio e l’amministrazione, Johannes Hahn, ha comunicato che “con i voti positivi dei Parlamenti dell’Austria e della Polonia, tutti i 27 Stati membri hanno completato il processo parlamentare per l’approvazione della decisione sulle risorse proprie”.

In seguito, gli Stati membri potranno presentare, su base semestrale, richieste di pagamento, che saranno valutate dalla Commissione europea, tenendo conto del parere del Comitato economico e finanziario.

La valutazione positiva da parte della Commissione delle richieste di pagamento sarà subordinata al conseguimento soddisfacente dei traguardi e degli obiettivi concordati.  

Qualora, in via eccezionale, uno o più Stati membri ritengano che vi siano gravi scostamenti dal soddisfacente conseguimento dei pertinenti target intermedi e finali, può essere attivata la procedura che è stata definita "freno d'emergenza", chiedendo che il Presidente del Consiglio europeo rinvii la questione al successivo Consiglio europeo.

Il Consiglio può comunque sospendere l'adozione o i pagamenti in caso di significative inadempienze.

Gli Stati membri dovranno riferire in merito ai progressi due volte l'anno nel quadro del Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche e sociali dell’Unione, che sarà temporaneamente adattato proprio per rispondere alle esigenze del Dispositivo, mentre la Commissione europea dovrà riferire periodicamente al Parlamento europeo (nell’ambito di un regolare “dialogo di ripresa e resilienza”) e al Consiglio in merito all'attuazione.

La Commissione europea ha pubblicato un Guida agli Stati membri e un modello standard per la predisposizione dei Piani.

L'attuazione del Dispositivo sarà coordinata da un’apposita task force della Commissione europea per la ripresa e la resilienza in stretta collaborazione con la Direzione generale degli Affari economici e finanziari (DG ECFIN).

Di seguito, un grafico riassuntivo (Fonte Consiglio dell’UE) sulla governance del Dispositivo.

 

Le risorse del Dispositivo per la ripresa e la resilienza

Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza fornirà agli Stati membri fino a 724 miliardi di euro a prezzi correnti, dei quali 338 di sovvenzioni e 386 di prestiti (672,5 miliardi totali se espressi a prezzi 2018: 312,5 di sovvenzioni e 360 di prestiti), ovvero circa il 90% della dotazione complessiva di Next Generation EU.

Lo Strumento dell’UE per la ripresa, il cosiddetto Next Generation EU, istituito con il regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio, integra il Quadro finanziario pluriennale dell’UE 2021-2027 stabilito dal regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio. La Commissione europea sarà autorizzata a contrarre prestiti, per conto dell'Unione, sui mercati dei capitali fino a un importo di circa 807 miliardi di euro a prezzi correnti (750 miliardi a prezzi 2018), al fine di fornire agli Stati membri le risorse necessarie, sotto forma di prestiti e sovvenzioni), per affrontare le conseguenze socio-economiche della crisi pandemica. L'attività di assunzione dei prestiti cesserà al più tardi alla fine del 2026, mentre il rimborso dei prestiti inizierà a partire dal 1° gennaio 2027 con termine fissato al 31 dicembre 2058.

Il 14 aprile 2021 la Commissione europea ha presentato la strategia di finanziamento per Next Generation EU. La Commissione prenderà in prestito gli importi, per un valore che potrà arrivare fino a 150-200 miliardi di euro l'anno, attraverso operazioni di finanziamento sui mercati internazionali dei capitali nel periodo 2021-2026. ll 30% del programma sarà finanziato mediante l'emissione di obbligazioni verdi.

L'obiettivo della Commissione è di emettere le prime obbligazioni entro giugno 2021.

Il 70% delle sovvenzioni dovrà essere impegnato nel 2021 e nel 2022 secondo criteri di assegnazione predeterminati (popolazione, inverso del PIL pro capite e tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni rispetto alla media UE 2015-2019), mentre il 30% nel 2023 tenendo conto del calo del PIL nel 2020 e nel periodo cumulato 2020-2021 (criterio che sostituisce quello della disoccupazione).

Il volume massimo dei prestiti per ciascuno Stato membro non dovrà superare il 6,8% del suo Reddito nazionale lordo (RNL) nel 2019, ma tale limite può essere aumentato in circostanze eccezionali da valutare caso per caso.

Sulla base di quanto stabilito nell’allegato IV del citato regolamento (UE) 2021/241, la tabella seguente (Fonte Commissione europea) riporta il contributo finanziario massimo per Stato membro a titolo di sovvenzioni (a prezzi correnti). Il 30% dell'importo è indicativo in quanto basato sulle previsioni di autunno 2020 della Commissione; sarà finalizzato solo quando Eurostat presenterà i dati definitivi nel giugno 2022.

 

 

 

Al momento, la maggior parte degli Stati membri ha richiesto solamente sovvenzioni. Hanno richiesto, invece, anche prestiti, Cipro, Grecia, Italia, Polonia, Portogallo e Slovenia.  

Il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro (68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 in prestiti) finanziati attraverso il Dispositivo.

A tali risorse, si aggiungono quelle rese disponibili dal Programma React-EU (13 miliardi di euro da spendere nel biennio 2021-2023), sempre finanziato da Next Generation EU, nonché quelle derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva (30,62 miliardi, che confluiscono in un apposito Fondo complementare)[11].

Si ricorda che l’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti di Next Generation EU: il Dispositivo per la ripresa e la resilienza e React-EU.

Nel complesso, il 27% delle risorse del Piano è dedicato alla transizione digitale e il 40% alla transizione ecologica

Il Piano prevede che il 40% degli investimenti pubblici siano destinati al Mezzogiorno.

 

Il Piano si articola nelle seguenti sei missioni (a loro volta suddivise in sedici componenti):

1) Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo: 40,32 miliardi (a cui si aggiungono 8,54 miliardi dal Fondo complementare e 800 milioni da React-EU);

2) Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica: 59,47 miliardi (a cui si aggiungono 9,16 miliardi dal Fondo complementare e 1,31 miliardi da React-EU);

3) Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile25,40 miliardi (a cui si aggiungono 6,06 miliardi dal Fondo complementare);

4) Istruzione e Ricerca: 30,88 miliardi di euro (a cui si aggiungono 1 miliardo dal Fondo complementare e 1,93 miliardi da React-EU);

5) Inclusione e Coesione: 19,81 miliardi (a cui si aggiungono 2,77 miliardi dal Fondo complementare e 7,25 miliardi da React-EU);

6) Salute: 15,63 miliardi (a cui si aggiungono 2,89 miliardi dal Fondo complementare e 1,71 miliardi da React-EU).

La governance del Piano prevede la responsabilità diretta dei Ministeri e delle amministrazioni locali, mentre il compito di monitorare e controllare l'implementazione del Piano spetta al Ministero dell'economia e delle finanze, che funge da unico punto di contatto tra il Governo e la Commissione europea.

Un decreto legge in corso di predisposizione dovrebbe disciplinare la governance del Piano.

 

 

 

Il ruolo del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali

L’articolo 26 del regolamento che istituisce il Dispositivo per la ripresa e la resilienza prevede un regolare “dialogo di ripresa e resilienza”, che consentirà al Parlamento europeo di invitare la Commissione europea ogni due mesi a discutere di diversi aspetti relativi al Dispositivo, compresi la valutazione dei Piani e lo stato di conseguimento dei traguardi e degli obiettivi inclusi nei Piani stessi, nonché di approvare risoluzioni in merito.

A tal proposito, il Parlamento europeo ha istituto un gruppo di lavoro ad hoc sul Dispositivo, che ha il compito anche di sovrintendere al “dialogo per la ripresa e la resilienza”, composto da 27 membri a pieno titolo e 14 membri supplenti delle Commissioni ECON e BUDG, nonché delle seguenti Commissioni: Occupazione e affari sociali (EMPL); Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare (ENVI); Industria, ricerca ed energia (ITRE); Trasporti e turismo (TRAN).

Lo scorso 10 maggio si è tenuto il primo Dialogo di ripresa e resilienza presso le Commissioni Affari economici e finanziari (ECON) e Bilanci (BUDG) del Parlamento europeo. Per la Commissione europea sono intervenuti Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per un'economia al servizio delle persone, e Paolo Gentiloni, Commissario per l’economia.

Inoltre, lo scorso 20 maggio il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non legislativa che ribadisce il diritto del Parlamento europeo stesso di ricevere le informazioni pertinenti sullo stato di attuazione dei Piani, nonché una sintesi delle riforme e degli investimenti in essi contenuti. La risoluzione auspica, inoltre, che le informazioni siano fornite in un formato facilmente comprensibile e comparabile, comprese le traduzioni esistenti dei documenti presentati dagli Stati membri. Infine, chiede che le Commissioni competenti del Parlamento siano tenute informate sui risultati preliminari riguardanti l'adempimento dei traguardi e degli obiettivi concordati, affinché siano in grado di valutare al meglio l'effettiva e corretta spesa dei fondi.

Per quanto riguarda, invece, il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nella progettazione e nella valutazione dei Piani, la background note della Presidenza portoghese relativa alla sessione in oggetto sostiene che le informazioni disponibili mostrano approcci misti e diversi gradi di coinvolgimento parlamentare nella fase preparatoria. Molti Parlamenti non avrebbero poteri formali per approvare i Piani, ma la stragrande maggioranza di essi ha mostrato interesse a discuterli (e ha avviato procedure a tal fine) in plenaria o nelle Commissioni.

La 35a relazione biennale della COSAC include un capitolo specifico dal titolo: "Next Generation EU: l’esame dei Piani nazionali per la ripresa e la resilienza - Implicazioni per il Semestre europeo".

In particolare, secondo la relazione, che ha sottoposto un questionario ai Parlamenti nazionali, la stragrande maggioranza di essi non è intervenuto direttamente nella predisposizione dei Piani e non ha adottato una risoluzione o un parere sui Piani, ma ha vagliato e discusso le misure proposte dai rispettivi Governi.

Per quanto riguarda le priorità che i Parlamenti nazionali ritengono debbano essere riflesse nei Piani, risulta chiaramente che la maggior parte di essi ha identificato come priorità la transizione verde, la transizione digitale, una crescita intelligente e inclusiva e l'occupazione.

Infine, la maggioranza dei Parlamenti nazionali ha riferito che il monitoraggio dell'attuazione dei Piani dovrebbe essere effettuato attraverso le Commissioni parlamentari permanenti esistenti, senza la necessità di istituire una Commissione parlamentare ad hoc. In particolare, nella maggior parte dei Parlamenti nazionali il controllo sarebbe svolto dalle Commissioni Affari dell’UE e/o Bilancio e Finanze, fermo restando il coinvolgimento di altre Commissioni su tematiche concernenti le loro competenze.

In Italia, l'iter di approvazione del Piano nazionale ha avuto inizio a ottobre 2020 con la presentazione alle Camere di una Proposta di linee guida per la definizione del PNRR. Su questo documento il 13 ottobre 2020 il Senato ha approvato la risoluzione 6-00134 e la Camera dei deputati la risoluzione 6-00138. Sul medesimo documento si erano espresse la V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) della Camera dei deputati (che, recependo i rilievi delle altre Commissioni permanenti sulle parti di rispettiva competenza, aveva approvato una Relazione per l’Assemblea) e le Commissioni riunite 5a e 14a del Senato.

La proposta di PNRR è stata approvata dal Consiglio dei ministri il 12 gennaio 2021, trasmessa alle Camere come documento XXVII, n. 18. Alla Camera dei deputati la proposta è stata esaminata dalla V Commissione (Bilancio, tesoro e programmazione) - con il coinvolgimento delle Commissioni di settore, che hanno formulato rilievi e pareri sui profili di propria competenza - che ha predisposto una Relazione per l’Assemblea. In Senato la materia di competenza "Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza" è stata assegnata alle Commissioni riunite 5a e 14a e, in sede consultiva, a tutte le altre Commissioni permanenti. Dopo una lunga serie di audizioni, alcune delle quali condotte in seduta congiunta con le omologhe Commissioni della Camera dei deputati, le Commissioni hanno presentato il 31 marzo 2021 la relazione di cui al Doc XVI, n. 5.

A seguito di un ampio dibattito in Assemblea, alla Camera dei deputati è stata approvata in data 31 marzo 2021 la risoluzione n. 6-00179; il giorno successivo, il Senato ha approvato la risoluzione 6-00181. Gli atti di indirizzo, di identico contenuto, impegnano il Governo a rendere comunicazioni alle Camere prima della formale trasmissione del PNRR all'UE e ad assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento nelle fasi successive del PNRR (ad esempio attraverso la trasmissione di relazioni quadrimestrali).

Come richiesto dal Parlamento, il 26 e 27 aprile 2021 il Presidente del Consiglio Draghi ha reso comunicazioni alle Assemblee di Camera e Senato sul testo finale del PNRR, trasmesso alle Camere dal Governo il 25 aprile. Il dibattito parlamentare si è concluso con l'approvazione di risoluzioni alla Camera e al Senato che impegnano il Governo a “trasmettere il Piano alla Commissione europea” e “ad assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento, nonché la leale collaborazione con le Regioni, le province autonome e gli enti locali nelle fasi successive del PNRR e la trasmissione della necessaria documentazione relativa al conseguimento dei traguardi e degli obiettivi intermedi contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, in modo da consentire al Parlamento di monitorare l'attuazione e l'impatto dei singoli interventi, il rispetto dei tempi e degli obblighi di risultato previsti dal regolamento (UE) 2021/241”.

In merito, il PNRR italiano, in un paragrafo dal titolo “Resoconti al Parlamento e alla Commissione europea sull’andamento del Piano”, “auspica un ruolo attivo del Parlamento lungo il periodo dei 6 anni nel controllo e monitoraggio dell’attuazione del PNRR”.

“A tal fine sono previsti resoconti periodici sull’andamento del Piano al Parlamento. In primo luogo, in base all’articolo 1, comma 1045, della legge 30 dicembre 2020, numero 178 (Legge di Bilancio 2021) entro il 30 giugno di ciascun anno dal 2021 al 2027, il Consiglio dei ministri approva e trasmette alle Camere una relazione predisposta dalla Presidenza del Consiglio dei ministri sulla base dei dati forniti dal Ministero dell'economia e delle finanze - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, nella quale sono riportati i prospetti sull'utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU e sui risultati raggiunti. La relazione indica, altresì, le eventuali misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti e per una migliore efficacia degli stessi rispetto agli obiettivi perseguiti. Il Governo, anche in aggiunta a quanto già disposto dal citato articolo della legge Bilancio 2021, è tenuto a riferire periodicamente alle Camere in merito al processo di attuazione del Piano e su ogni altro elemento utile alla relativa fase attuativa e alla valutazione dei suoi impatti, anche al fine di consentire alle Camere di verificare lo stato di attuazione degli interventi previsti dal Piano e del rispetto dei tempi e degli obiettivi previsti dal regolamento (UE) 2021/241”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

IV sessione: Conferenza sul futuro dell'Europa: situazione attuale

La Conferenza sul futuro dell’Europa ha avviato i suoi lavori, il 9 maggio 2021, in occasione della giornata dell’Europa, a Strasburgo nella sede del Parlamento europeo con un evento inaugurale, in formato ibrido (in parte in presenza, in parte in video conferenza).

Si ricorda che la proposta di istituire una Conferenza sul futuro dell’Europa era stata inizialmente avanzata da Emmanuel Macron nel marzo del 2019 nel suo contributo “Per un Rinascimento europeo”. La proposta di una Conferenza sul futuro dell’Europa è stata poi formalmente presentata dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ad inizio del suo mandato, con l’obiettivo di promuovere un ruolo attivo e determinante dei cittadini europei nella costruzione del futuro dell’Unione.

Le modalità organizzative della Conferenza sono state definite dalla dichiarazione comune interistituzionale, firmata il 10 marzo 2021 dal Presidente del Parlamento europeo, dal Presidente di turno del Consiglio dell’UE (Portogallo) e dalla Presidente della Commissione europea, che ne esercitano congiuntamente la presidenza.

I lavori della Conferenza sono coordinati da un Comitato esecutivo, composto da rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione e - in qualità di osservatore - della Troika presidenziale della COSAC (ossia dei rappresentanti dei Parlamenti nazionali degli Stati membri che esercitano la presidenza passata, attuale e futura del Consiglio dell’UE, attualmente i parlamenti tedesco, portoghese e sloveno).

La prima riunione dell’Assemblea plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa si svolgerà sabato 19 giugno 2021 a Strasburgo, presso il Parlamento europeo, in un formato ibrido (in parte in presenza in parte in video conferenza).

Secondo la bozza di ordine del giorno all’esame del Comitato esecutivo, la sessione inaugurale della plenaria del 19 giugno dovrebbe essere dedicata a temi di ordine procedurale (presentazione dei Panel europei di cittadini, della piattaforma digitale multilingue e calendario dei lavori della Conferenza).

La riunione dell’Assemblea plenaria sarà preceduta il 18 giugno 2021 da riunioni dei membri della Conferenza secondo le rispettive famiglie politiche.

Secondo il calendario approvato dal Comitato esecutivo il 26 maggio 2021, oltre alla riunione del 19 giugno prossimo, sarebbero previste altre quattro riunioni della plenaria, in due delle quali saranno esaminate le raccomandazioni dei 4 panel europei dei cittadini, che a loro volta terranno, a partire dal settembre 2021, tre sessioni di lavoro ciascuno.

 Il calendario prevede, inoltre, un evento inaugurale (in formato ibrido), con rappresentanti dei cittadini, a Lisbona il 17 giugno 2021 ed un evento finale nell’ambito dei Panel europei di cittadini a fine aprile 2022.

La Conferenza dovrebbe concludersi a primavera 2022, nell’ambito del semestre di Presidenza francese del Consiglio dell’UE.

La Conferenza sul futuro dell'Europa, come specificato nella dichiarazione, è un processo "dal basso verso l'alto", incentrato sui cittadini, attraverso molteplici eventi e dibattiti organizzati in tutta l'Unione, a diversi livelli, ad esempio a livello europeo, nazionale, transnazionale e regionale, nonché attraverso una piattaforma digitale multilingue interattiva. In tale ottica, le istituzioni europee si impegnano a organizzare panel europei di cittadini.

Ciascuno Stato membro e ciascuna istituzione può organizzare ulteriori eventi, in linea con le proprie specificità nazionali o istituzionali, e fornire ulteriori contributi alla conferenza, quali panel di cittadini a livello nazionale o eventi tematici.

L’Assemblea plenaria della Conferenza garantirà che le raccomandazioni dei panel di cittadini a livello nazionale ed europeo, raggruppate per temi, siano discusse senza un esito prestabilito e senza limitare il campo di applicazione a settori d'intervento predefiniti.

La cerimonia inaugurale della Conferenza del 9 maggio 2021

Il 9 maggio 2021, a Strasburgo, ha avuto luogo la cerimonia inaugurale della Conferenza sul Futuro dell’’Europa.

Dopo l’intervento di benvenuto del Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron che ha richiamato il futuro impegno della Presidenza francese dell’UE nel primo semestre del 2022, nel corso del quale è prevista la conclusione della Conferenza sul futuro dell’UE, ha preso la parola il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che è entrato nel vivo delle proposte che potrebbero esservi discusse, senza considerare un tabù l’eventuale aggiornamento dei Trattati. Ha pertanto indicato l’esigenza di superare il criterio dell’unanimità per accrescere la rapidità decisionale, di rafforzare la centralità del Parlamento europeo, attribuendogli un pieno diritto di iniziativa legislativa, di aumentare la trasparenza delle elezioni europee, consentendo ai cittadini  di indicare una preferenza per la carica di Presidente della Commissione europea, riprendendo la prassi degli Spitzenkandidaten (candidati alla carica di Presidente della Commissione europea presentati da ogni famiglia politica in occasione delle elezioni per il Parlamento europeo).

Intervenendo successivamente, il Presidente del Consiglio dell’UE, il primo ministro portoghese Antonio Costa, ha invece indicato la necessità di rilanciare l’integrazione europea, con l’utilizzo di geometrie variabili e delle forme di flessibilità previste dai Trattati, come in particolare la cooperazione rafforzata e le clausole passerella.

La Presidente delle Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha infine affermato che la Conferenza non dovrà essere un esercizio intellettuale, ma dovrà dare seguito alle indicazioni che saranno fornite dai cittadini dell’UE, trovando il giusto equilibrio tra le loro aspettative nei confronti dell’Europa e il suo assetto, sia che tale aspettative comportino, a seconda dei settori, una richiesta di più Europa o di meno Europa.

Ultimi a parlare sono stati i copresidenti del Comitato esecutivo della Conferenza, rispondendo a domande pre-registrate dei cittadini di vari paesi. In tale ambito, il rappresentante del PE, Guy Verhofsyadt, ha prospettato l’eventualità che dai lavori della Conferenza emerga una cittadinanza europea assai più avanzata sulla via dell’integrazione rispetto alle stesse istituzioni dell’UE.

Il Comitato esecutivo della Conferenza

Il Comitato esecutivo coordina i tutti i lavori della Conferenza relativamente alla Assemblea plenaria, i panel europei di cittadini e la piattaforma digitale multimediale.

Il Comitato esecutivo è composto da 3 rappresentanti e 4 osservatori ciascuno per Parlamento europeo, Consiglio e Commissione e - in qualità di osservatore - della Troika presidenziale della COSAC.

Esso è co-presieduto dall’on. Guy Verhofstadt (Renew Europe, Belgio) per il Parlamento europeo, da Ana Paula Zacarias, sottosegretaria di Stato per gli affari europei portoghese per il Consiglio dell’UE, e dalla vicepresidente croata della Commissione europea Dubravka Šuica (responsabile per la Democrazia e demografia).

Partecipano in qualità di osservatori anche rappresentanti delle parti sociali, tra cui l’italiano Luca Visentini, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati.

Il Comitato esecutivo - secondo quanto previsto dalla Dichiarazione comune - è responsabile dell'adozione per consenso (dei soli rappresentanti e non degli osservatori) delle decisioni connesse ai lavori della Conferenza e della redazione e della pubblicazione delle conclusioni delle sessioni plenaria della Conferenza.

Il comitato esecutivo è assistito da un Segretariato composto da funzionari del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea.

L’Assemblea plenaria della Conferenza

Il regolamento della Conferenza, approvato dal Comitato esecutivo lo scorso 9 maggio, prevede che l’Assemblea plenaria – i cui lavori saranno diffusi via streaming – sia presieduta dai 3 copresidenti del Comitato esecutivo e sia composta da un numero complessivo di 433 partecipanti, di cui:

·        108 membri del Parlamento europeo e 108 rappresentanti dei Parlamenti nazionali (4 membri per Parlamento, 2 per assemblea nei regimi bicamerali);

La Conferenza dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo avrebbe deciso il 2 maggio la seguente distribuzione per gruppo politico dei 108 seggi del Parlamento europeo: 28 per il Partito popolare europeo, 23 per i Socialisti e democratici, 15 per Renew Europe, 11 per Identità e Democrazia, 11 per Verdi/Alleanza libera europea, 9 per Conservatori e riformisti, 6 per la Sinistra e 5 per i non iscritti. I copresidenti del Comitato esecutivo hanno inviato il 20 maggio una lettera ai Presidenti dei Parlamenti nazionali invitandoli a nominare, rispettando il criterio della parità di genere, 4 rappresentanti per ogni Parlamento entro il 6 giugno 2021.

·        54 rappresentanti del Consiglio (due per ciascun Stato membro);

·        3 rappresentanti della Commissione;

·        108 rappresentanti dei cittadini;

I 108 rappresentanti dei cittadini sono composti da 80 rappresentanti dei 4 panel europei dei cittadini (20 per ogni panel), con una quota riservata ai giovani al di sotto dei 25 anni pari ad almeno un terzo, il Presidente dell’European Youth Forum e 27 rappresentanti di eventi o panel nazionali (1 per ogni Stato membro).

·        18 rappresentanti del Comitato delle Regioni e 18 rappresentanti del Comitato economico e sociale;

·        8 rappresentanti delle parti sociali e 8 rappresentanti della società civile.

È prevista inoltre la partecipazione dell’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE (quando si discute sul ruolo internazionale dell’UE).

All’Assemblea plenaria potranno essere invitati rappresentanti delle principali parti sociali.

Il regolamento prevede che la composizione dell’Assemblea plenaria rispetti l’equilibrio di genere.

I copresidenti del Comitato esecutivo potranno proporre alla Plenaria la creazione di gruppi di lavoro tematici, con la partecipazione di rappresentanti dei panel dei cittadini.

In occasione della riunione del Comitato esecutivo del 26 maggio scorso, i copresidenti hanno indicato che vi saranno 9 gruppi di lavoro tematici, che dovrebbero corrispondere ai temi nei quali è articolata la piattaforma digitale multimediale della Conferenza (v. infra). I gruppi di lavoro saranno presieduti: 2 da rappresentanti del Consiglio, 2 da rappresentanti della Commissione europea, 2 dal Parlamento europeo e 2 dai Parlamenti nazionali. Il gruppo di lavoro dedicato a istruzione, cultura, gioventù e sport sarà presieduto dal Presidente dell’European Youth Forum.

L’European Youth Forum è una organizzazione internazionale, con sede a Bruxelles, che rappresenta più di un centinaio di organizzazioni giovanili europee. Esso è attualmente preseduto da Silja Markkula (Finlandia).

La Conferenza plenaria discuterà le raccomandazioni dei panel di cittadini europei e i contributi raccolti dalla piattaforma digitale multilingue, raggruppati per temi, nel pieno rispetto dei principi fondamentali dell'UE e della Carta della Conferenza. Le proposte della plenaria dovranno essere approvate sulla base del consenso tra le quattro componenti istituzionali della plenaria (Commissione, Parlamento europeo, Consiglio e Parlamenti nazionali) su un piano di parità.

Si rileva che si pone la questione di come acquisire il consenso delle varie componenti. Per quanto riguarda i Parlamenti nazionali, una modalità codificata per l’espressione di una posizione collettiva è quella relativa alla regola dell’adozione di contributi da parte della Conferenza degli organi parlamentari specializzati negli affari dell'Unione dei parlamenti dell'Unione europea (COSAC). L’articolo 7.5. del regolamento della COSAC prevede che, in generale, la COSAC cerca di adottare i contributi con un ampio consenso. Qualora ciò non sia possibile i contributi sono adottati con la maggioranza qualificata di almeno 3/4 dei voti espressi.

Ad integrazione di quanto previsto dalla dichiarazione comune -  che attribuisce al Comitato esecutivo la competenza a trarre le conclusioni della sessione plenaria e alla loro pubblicazione – il regolamento prevede che il rapporto finale resti di sua competenza, ma “sulla base delle discussioni e delle proposte dell’Assemblea plenaria” e “in piena trasparenza e collaborazione con la plenaria”.

La titolarità delle conclusioni pertanto, nello spirito della dichiarazione comune, resta imputata al Comitato esecutivo, ma si prevede un più forte coinvolgimento della plenaria.

Le riunioni dell’Assemblea plenaria saranno convocate dai copresidenti del Comitato esecutivo, sulla base di un calendario approvato dal Comitato esecutivo.

L’ordine del giorno dell’Assemblea plenaria è proposto dal Comitato esecutivo ed inviato, con i documenti rilevanti, in tutte le lingue ufficiali dell’UE, almeno 7 giorni lavorativi prima della data della riunione, a meno di eccezionali casi di urgenza.

Le riunioni dell’Assemblea plenaria si svolgono in tutte le lingue ufficiali dell’UE, di norma presso il Parlamento europeo a Strasburgo.

Spetta ai copresidenti decidere, in accordo con le norme per la protezione della salute o della sicurezza, se le riunioni dell’Assemblea plenaria si svolgono in presenza, da remoto o in formato ibrido.

Mandato della Conferenza

La Dichiarazione comune ha indicato che i lavori della Conferenza, sulla scorta dell'agenda strategica del Consiglio europeo, degli orientamenti politici 2019-2024 della Commissione europea e in considerazione delle sfide poste dalla pandemia di COVID-19, riguarderanno, tra l'altro (in modo non esaustivo), i seguenti temi: la costruzione di un continente sano; la lotta contro il cambiamento climatico e le sfide ambientali; una economia al servizio per le persone; l’equità sociale, l’uguaglianza e la solidarietà intergenerazionale; la trasformazione digitale dell’Europa; i diritti e valori europei, tra cui lo Stato di diritto; le sfide migratorie; la sicurezza; il ruolo dell’UE nel mondo; le fondamenta democratiche e come rafforzare i processi democratici dell’UE.

La Conferenza potrà, inoltre, discutere temi trasversali relativi alla capacità dell’UE di realizzare le priorità politiche, tra le quali legiferare meglio, l’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, l’attuazione e l’applicazione della legislazione europea e la trasparenza.

Si rileva che la dichiarazione comune non fa alcun riferimento all’eventualità che, in esito alle conclusioni dei lavori, si renda necessaria una riforma dei Trattati (senza però neanche escluderla esplicitamente), possibilità che era stata prospettata dalla Presidente della Commissione europea nei suoi orientamenti politici e sostenuta anche dal Parlamento europeo nella risoluzione del 15 gennaio 2020.

Gli Stati membri, in sede di definizione della posizione del Consiglio dell’UE, il 3 febbraio 2021, hanno indicato che la Conferenza dovrebbe anche applicare l'approccio "policy first" e ispirare l'ulteriore sviluppo delle politiche e degli strumenti a medio e lungo termine, in modo da poter affrontare meglio le sfide attuali e future (ovvero una visione dell'Europa tra 10 e 20 anni), e che la Conferenza non rientra nell’ambito di applicazione dell’articolo 48 del Trattato sull’UE, relativo alle procedure di revisione dei Trattati.

Panel europei dei cittadini

Il Comitato esecutivo ha approvato le seguenti modalità pratiche per lo svolgimento dei panel europei dei cittadini:

·        saranno costituiti 4 panel europei dei cittadini, che si svolgeranno in diverse località dell'Unione (Firenze, Natolin in Polonia, Maastricht e Dublino) e saranno dedicati rispettivamente a:

1) democrazia / valori europei, diritti, Stato di diritto, sicurezza;

2) cambiamento climatico, ambiente e salute;

3) economia più forte, giustizia sociale, lavoro, istruzione, gioventù, cultura, sport, trasformazione digitale;

4) l'UE nel mondo / migrazione;

·        ad ogni panel potranno partecipare 200 cittadini degli Stati membri dell’UE con la stessa ripartizione degressivamente proporzionale prevista per la composizione del Parlamento europeo e con l'inclusione di almeno una donna e un uomo per ogni Stato membro; i cittadini saranno scelti a sorte (nell’ambito di un campione statistico elaborato da una società specializzata) per creare dei gruppi rappresentativi della diversità dell'UE per origine geografica, genere, età, background socioeconomico e livello di istruzione; un terzo di ogni panel sarà costituito da giovani tra 16 e 25 anni;

·        i panel europei dei cittadini avranno il compito di formulare delle raccomandazioni che saranno discusse dall’Assemblea plenaria della Conferenza. Al tal fine, almeno 8 membri per ciascun panel saranno invitati a partecipare alle riunioni dell’Assemblea plenaria della Conferenza.

Il regolamento della conferenza prevede che i panel siano dedicati ad approfondire i temi della dichiarazione comune e quelli indicati dai contributi dei cittadini inviati alla piattaforma digitale. I temi per ciascun panel saranno definiti dal Comitato esecutivo.

La piattaforma digitale multilingue

La dichiarazione comune ha previsto che i contributi di tutti gli eventi relativi alla conferenza saranno raccolti, analizzati, monitorati e pubblicati nel corso dell'intera conferenza attraverso una piattaforma digitale multilingue, dove i cittadini potranno condividere le loro idee e inviare contributi online in relazione ai 10 temi indicati nella Dichiarazione comune. Un meccanismo di feedback garantirà che le idee formulate durante gli eventi connessi alla conferenza si traducano in raccomandazioni.

La Piattaforma digitale multilingue, inaugurata il 19 aprile 2021 e che sarà attiva per tutta la durata della Conferenza, ha il compito di raccogliere proposte e contributi di singoli cittadini o di eventi organizzati a livello nazionale e locale da Governi ed istituzioni nazionali, ai fini della loro discussione nei panel europei dei cittadini e nei dibattiti nella plenaria della Conferenza, e di informazione sui lavori della Conferenza stessa.

La piattaforma si articola sui 9 temi:

1)     cambiamento climatico e ambiente;

2)     salute;

3)     un'economia più forte, giustizia sociale e posti di lavoro;

4)     trasformazione digitale;

5)     valori e diritti, Stato di diritto, sicurezza;

6)     migrazione;

7)     istruzione, cultura, gioventù e sport;

8)     UE nel mondo;

9)     democrazia europea.

È prevista, inoltre, una sezione “altri argomenti” nella quale sarà possibile presentare contributi su qualsiasi altro tema.

Gli eventi relativi alla Conferenza, che saranno registrati sulla piattaforma, saranno visualizzati su una mappa interattiva, che consentirà ai cittadini di navigare e registrarsi per gli eventi online.

L’accesso alla piattaforma, in tutte le 24 lingue dell’UE, è libero ed aperto a tutti, ma richiede la registrazione con la creazione di una identità e la sottoscrizione della Carta della conferenza, nella quale sono indicati i valori e i principi dell’UE.

È prevista la presenza di moderatori che, sotto la supervisione del Segretariato dalla Conferenza per conto del Comitato esecutivo, sovraintenderanno alla discussione e alla pubblicazione di contributi sulla piattaforma e potranno eliminare i contributi eventualmente non in linea con i principi e valori indicati dalla Carta della Conferenza.

Attività in Italia

Governo

Il decreto dei Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 aprile 2021 prevede l’istituzione di un Comitato scientifico per il futuro dell’Europa - composto da 30 esperti- al quale è affidato il coordinamento della pianificazione, della preparazione e dell’organizzazione degli interventi relativi alla partecipazione italiana alla conferenza.

Il Comitato scientifico:

·        adotta direttive ed indirizzi per la sua predisposizione ed approva il programma delle attività relative alla partecipazione italiana alla conferenza;

·        su proposta del Comitato organizzativo: promuove e coordina le manifestazioni, in Italia ed all’estero, connesse alla partecipazione dell’Italia alla Conferenza e le diffonde anche attraverso mezzi di comunicazione di massa; promuove opere letterarie, artistiche, cinematografiche, audiovisive e fotografiche atte a rappresentare i valori europei.

Il Comitato scientifico è assistito da un Comitato organizzativo co-presieduto dal Capo del dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri e dal direttore generale per l’Unione europea del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che:

·        fornisce supporto operativo al Comitato scientifico e ne prepara le riunioni, ne attua le direttive e gli indirizzi;

·        predispone il programma di attività connesse alla partecipazione dell’Italia alla Conferenza e lo sottopone all’approvazione del Comitato scientifico;

·        organizza le iniziative relative alla partecipazione italiana alla conferenza.

Al Comitato organizzativo è stato altresì invitato a partecipare un rappresentante per ciascuna amministrazione della Camera e del Senato. La prima riunione si è svolta venerdì 28 maggio 2021.

Parlamento

Le Commissioni affari esteri e comunitari e le Commissioni Politiche dell’UE della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica stanno svolgendo una indagine conoscitiva congiunta sulla Conferenza sul futuro dell’Europa, che è stata avviata con l’audizione della Commissaria Šuica il 29 aprile 2021 e del copresidente del Comitato esecutivo Verhofstadt il 20 maggio 2021.

 

 



[1] Si ricorda che, in base alla decisione del Consiglio europeo del 1° dicembre 2009, n. 2009/881/UE, la presidenza del Consiglio dell'Unione, ad eccezione della formazione «Affari esteri», è esercitata da gruppi predeterminati di tre Stati membri per un periodo di 18 mesi. Tali gruppi sono composti secondo un sistema di rotazione paritaria degli Stati membri, tenendo conto della loro diversità e degli equilibri geografici nell'Unione. Ciascun membro del gruppo esercita a turno la presidenza di tutte le formazioni del Consiglio, ad eccezione della formazione «Affari esteri», per un periodo di sei mesi. Gli altri membri del gruppo assistono la presidenza in tutti i suoi compiti sulla base di un programma comune. I membri del gruppo possono decidere tra loro modalità alternative.

In base alla ripartizione effettuata con decisione (UE) del Consiglio n. 2016/1316, per il periodo 1° luglio 2021 - 31 dicembre 2021, la presidenza del Consiglio spetterà quindi alla Slovenia. Sono già individuate anche le presidenze successive. Il prossimo trio presidenziale, che opererà nel periodo 1° gennaio 2022 - 30 giugno 2023, sarà composto da Francia, Repubblica ceca e Svezia. L'Italia avrà la presidenza nel primo semestre 2028 e aprirà il trio presidenziale insieme con Lettonia e Lussemburgo (la stessa composizione peraltro che ha operato nel periodo 1° luglio 2014 - 31 dicembre 2015).

[2] Per dettagli sul QFP 2021-2027 e l'illustrazione dei vari atti di cui è composto, si rinvia al Dossier del Servizio Studi del Senato della Repubblica "L'approvazione del nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027" (106/DE), dicembre 2020. 

[3] Per approfondimenti si rimanda al Dossier N. 98/DE "Conferenza interparlamentare di alto livello sulla migrazione e l'asilo in Europa - Videoconferenza, 19 novembre 2020", a cura del Servizio Studi del Senato della Repubblica e dell'Ufficio rapporti con l'UE della Camera dei deputati, nonché ai Dossier n. 47 "Nuovo patto sulla migrazione e l'asilo" e n. 34 "Audizione, in videoconferenza, della Commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson", a cura dell'Ufficio rapporti con l'UE della Camera dei deputati.

[4] Il nuovo obiettivo UE vincolante di riduzione nazionale netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 è stato proposto dalla Commissione europea nel settembre 2020 e approvato dal Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020. Tale obiettivo è stato inserito dalla Commissione europea anche nella proposta di legge europea sul clima con la modifica del settembre 2020.

[5] Sulla proposta si sono espresse in Senato la 14a Commissione permanente sui profili relativi alla sussidiarietà (Doc XVIII-bis, n. 7) e l'11a Commissione permanente per i profili di merito (Doc XVIII, n. 22). L'XI Commissione permanente della Camera dei deputati ha approvato un documento finale contenente una valutazione positiva con osservazioni.

[6] Per dettagli sul contenuto delle singole proposte si rinvia alla documentazione predisposta dai servizi di documentazione del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati in occasione della Conferenza interparlamentare "Covid 19: impatto sulla salute ed effetti sociali", aprile 2021 (Dossier n. 120/DE).

[7] La dichiarazione di Porto sugli affari sociali e le osservazioni del Presidente Charles Michel sono state pubblicate dal Servizio studi del Senato della Repubblica nella propria documentazione DOCUE n. 22, maggio 2021.

[8] Per maggiori dettagli, si rinvia alle documentazioni, curate dal Servizio studi del Senato della Repubblica, Elementi di valutazione sui progetti di atti legislativi dell'UE n. 21 e Elementi di valutazione sui progetti di atti legislativi dell'UE n. 22. La 14a Commissione permanente del Senato ha esaminato entrambe le proposte senza rilevare criticità nel rispetto del principio di sussidiarietà. Le proposte di regolamento sono tuttora all’esame della IX Commissione (Trasporti) della Camera dei deputati ai fini dell’approvazione di un documento finale nell’ambito del dialogo politico con l’UE; per ulteriori approfondimenti si rinvia al dossier n.51 sulla  proposta di regolamento relativo a un mercato unico dei servizi digitali (legge sui servizi digitali) e che modifica la direttiva 2000/31/CE, e al dossier n.52 sulla proposta di  regolamento relativo a mercati equi e contendibili nel settore digitale (legge sui mercati digitali).

[9] Per dettagli sul QFP 2021-2027 e l'illustrazione dei vari atti di cui è composto si rinvia al Dossier del Servizio studi del Senato della Repubblica "L'approvazione del nuovo quadro finanziario pluriennale 2021-2027" (106/DE), dicembre 2020.

[10] Per approfondimenti sul Dispositivo e, in particolare, sui Piani nazionali per la ripresa e la resilienza, si veda il primo capitolo del seguente dossier.

 

[11] Per approfondimenti sul PNRR italiano, si veda il dossier predisposto dai servizi di documentazione di Camera e Senato.