Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa) |
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Autore: | RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea |
Titolo: | Conferenza interparlamentare "Legiferare meglio da una prospettiva digitale" - Videoconferenza, 27 ottobre 2020 |
Serie: | Documentazione per le Commissioni - Riunioni interparlamentari Numero: 43 |
Data: | 23/10/2020 |
Organi della Camera: | I Affari costituzionali, XIV Unione Europea |
XVIII LEGISLATURA
Servizio Studi
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Dossier europei n. 95
Ufficio rapporti con l’Unione europea
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Dossier n. 43
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Ordine del giorno
L’esperienza francese: la legge per la Repubblica digitale
Focus sull'intelligenza artificiale in Francia
L'esperienza estone e il modello della residenza elettronica
Infografiche sul governo digitale in Francia, Estonia e Danimarca
Il 27 ottobre 2020, dalle ore 13.45 alle ore 15.45, la Commissione giuridica del Parlamento europeo (EP Committee on Legal Affairs, JURI) terrà una Conferenza interparlamentare sul tema 'Legiferare meglio da una prospettiva digitale' (Better Law Making from a digital perspective), allo scopo di discutere il ruolo della digitalizzazione nel processo legislativo e di come garantire la conformità della nuova legislazione ai requisiti moderni.
A causa della situazione sanitaria determinata dalla pandemia da COVID-19, si è optato per la formula della videoconferenza, con un ordine del giorno articolato come segue.
Dopo le parole di benvenuto del Presidente della Commissione giuridica, Adrián Vázquez Lázara, e l'introduzione di Hrvoje Grubisic (European Commission, DG Justice and Consumers - Unit A1- Civil justice policy, Secretary of the European Judicial Network in Civil and Commercial Matters), vi sarà l'illustrazione di 3 specifiche esperienze in tema di digitalizzazione nel campo della legislazione e della resa di pubblici servizi, con successivo dibattito al termine di ciascuna relazione.
In particolare, verranno illustrate le esperienze danese (Digital-Ready Legislation: the Danish experience), estone (Digitalized services to citizens and enterprises: the Estonian experience) e francese (Digital tools in the service of law-making: The French experience).
A seguire, la relazione National experiences with remote legislating process in the COVID-19 pandemic curata dalla Prof. Dr. Sabine Kuhlmann, Vice Presidente del Nationaler Normenkontrollrat, NKR, titolare della Cattedra Hedda Andersson dell'Università di Lund (Svezia), Vicepresidente del Western Europe of the International Institute of Administrative Sciences, fellow della National Academy of Public Administration (USA), nonché dell'Università di Potsdam (Wirtschafts- und Sozialwissenschaftliche Fakultät), al termine della quale si svolgerà il relativo dibattito, seguito dalle parole di chiusura del Presidente della Commissione giuridica.
Si ricorda che la Commissione giuridica ha diverse competenze orizzontali, istituzionali e specifiche.
In questa prima metà della legislatura, le priorità della Commissione includono la regolamentazione efficace dell'intelligenza artificiale e l'elaborazione della legge sui servizi digitali.
Al momento, la Commissione JURI sta procedendo alla revisione del regolamento sulla notificazione e la comunicazione degli atti e del regolamento sull'assunzione delle prove e mira a concludere la direttiva relativa alle azioni rappresentative.
Lo sblocco dei fascicoli sulla presenza delle donne nei consigli di amministrazione e sulla comunicazione per paese, il lavoro sull'allineamento degli atti giuridici dell'UE al quadro giuridico del trattato di Lisbona e la riforma della comitatologia sono temi all'ordine del giorno. La Commissione intraprende iniziative nel campo degli obblighi di dovuta diligenza delle imprese, della comunicazione di informazioni aziendali di carattere non finanziario, della responsabilità in caso di danni ambientali, dello statuto per le associazioni europee transfrontaliere, delle sfide per gli organizzatori di eventi sportivi nel mondo digitale, del finanziamento delle spese processuali, come pure dell'impatto della violenza domestica e dei diritti di affidamento su donne e bambini.
La commissione JURI aiuta il Parlamento a elaborare una posizione informata sulle questioni giuridiche (quali, ad esempio, immunità, scelta della base giuridica e controversie dinanzi alla Corte di giustizia). Inoltre, riferisce in merito all'applicazione del diritto dell'UE e alla sussidiarietà.
La Legge per la Repubblica digitale (Loi n° 2016-1321 du 7 octobre 2016 pour une République numérique), promulgata il 7 ottobre 2016, rappresenta il risultato di un processo inedito di consultazione e co-creazione iniziato a fine 2014 con una concertazione nazionale sulle questioni digitali e proseguita nell'autunno 2015 con una consultazione on line sulla bozza del progetto di legge.
La legge, composta di 113 articoli, si pone l'obiettivo di incoraggiare l'innovazione e l'economia digitale, promuovere una società digitale di protezione e garantire a tutti l'accesso al digitale.
La prima parte della legge mira a promuovere la "circolazione di dati e conoscenze" attraverso l'apertura di dati pubblici e di interesse generale, l'istituzione di un servizio di dati e il libero accesso agli scritti di ricerca pubblica. In particolare, la condivisione degli open data, già praticata dallo Stato e da un centinaio di autorità locali pioniere, acquisisce ulteriore slancio, divenendo la regola di impostazione predefinita e non più l'eccezione. D'ora in avanti, le amministrazioni pubbliche dovranno pubblicare on line in uno standard aperto i documenti principali, compresi i codici sorgente, i database e i dati di interesse economico, sociale, sanitario o ambientale. L'obbligo riguarda le amministrazioni statali, le collettività locali con oltre 3.500 abitanti, le istituzioni pubbliche e gli organismi privati ??responsabili di pubblico servizio, eccetto gli enti minori. Si prevede che la diffusione di determinati documenti debba essere soggetta ad anonimato o oscuramento dei dati soggetti a protezione e relativi alla privacy. La diffusione è esclusa se concerne la "sicurezza dei sistemi informativi delle amministrazioni".
La Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi (Commission d’Accès aux Documents Administratifs, CADA) e la Commissione nazionale per l'informatica e le libertà (Commission Nationale Informatique et Libertés, CNIL), i cui poteri sono rafforzati, sono chiamate a svolgere un ruolo chiave nell'attuazione delle norme in esame.
L'obiettivo fissato dalla legge è la pubblicazione progressiva dei principali documenti amministrativi, quindi di tutti i documenti di interesse economico, sociale, sanitario o ambientale. L'apertura dei dati riguarda anche gli algoritmi pubblici, sempre più frequenti nelle decisioni amministrative (ad es. per il calcolo delle tasse o l'assegnazione di alunni nelle scuole o nell'istruzione superiore). In futuro, salvo eccezioni, chiunque riceverà una decisione basata su elaborazione algoritmica, potrà chiedere all'amministrazione le regole definitorie del trattamento e le principali caratteristiche. Inoltre, le amministrazioni dovranno pubblicare online le regole dei loro principali trattamenti algoritmici. Si prevede, inoltre, l'istituzione di un "servizio pubblico dei dati", incaricato di facilitare il riutilizzo dei principali database statali da parte di attori pubblici e privati (aziende, associazioni, ricercatori, ecc.), garantendo un elevato livello di qualità del servizio. Si tratta di costruire un'infrastruttura nazionale attorno a grandi basi di "dati di riferimento", come il catasto o il repertorio SIRENE di aziende (accessibile liberamente e gratuitamente dal 1° gennaio 2017).
La legge introduce la nozione di "dati di interesse generale", che saranno aperti a tutti e copriranno un vasto campo, ad es. i dati relativi: alle delegazioni di servizio pubblico (trasporto, acqua, gestione dei rifiuti, ecc.); alle sovvenzioni pubbliche al di sopra di una certa soglia; della giurisprudenza o sul consumo di energia. Si dispone, poi, il libero accesso ai lavori della ricerca pubblica e all'esplorazione dei dati. I ricercatori potranno pubblicare in linea, a condizioni di libero accesso, i risultati dei propri lavori di ricerca finanziati per oltre il 50% con fondi pubblici dopo un periodo di 6 o 12 mesi. Tale misura mira a facilitare la libera diffusione dei risultati della ricerca, diffusione sino ad ora limitata e concentrata dagli editori di pubblicazioni scientifiche. Al fine di garantire la competitività della ricerca, il "Text and Data Mining" viene autorizzato anche ai fini della ricerca pubblica.
La seconda parte della legge affronta la questione della protezione dei diritti nella società digitale, e riguarda - segnatamente - la protezione dei cittadini e dei consumatori su Internet. In particolare, la legge sancisce il principio della "neutralità" della rete, dopo l'adozione a livello europeo di tale principio con il Regolamento n. 2015/2120 del 25 novembre 2015 sull'accesso a un'Internet aperta. Il principio vieta ai fornitori di servizi internet di discriminare l'accesso alla rete in base ai servizi (ad es. offrendo un servizio più lento ad alcuni clienti e più rapido ad altri per accedere a un servizio identico a partire dalla medesima offerta). La competente Autorità di regolazione delle comunicazioni elettroniche e delle poste (Autorité de Régulation des Communications Électroniques et des Postes, ARCEP) viene individuata quale garante del rispetto di tale principio. Viene, poi, introdotto il diritto alla portabilità dei dati per gli utenti che intendono modificare il proprio fornitore di servizi digitali. In base a tale principio, gli utenti devono sempre poter recuperare i propri dati (e-mail, foto, preferenze musicali, ecc.) in un formato aperto e facilmente riusabile, al fine di migrarli verso un nuovo fornitore. Quanto agli obblighi informativi nei confronti dei consumatori e alle "Piattaforme di fidelizzazione", le piattaforme online - definite per la prima volta - vengono assoggettate a un triplice obbligo di lealtà, chiarezza e trasparenza, specie sulle regole di riferimento adottate. La maggior parte delle "grandi piattaforme", da identificare con decreto, dovrà anche sviluppare buone pratiche e diffonderle ai consumatori. Vengono, poi, imposti nuovi obblighi ai siti web che pubblicano le opinioni dei consumatori; in particolare, ad essi viene richiesto di specificare se i commenti pubblicati sono stati preventivamente verificati e, nel caso, indicando le modalità del controllo. Un articolo cd. "AirBnb" regolamenta le locazioni effettuate tramite tale tipologia di piattaforma. Si prevede che, nelle zone di particolare tensione, il consiglio comunale potrà obbligare le persone che desiderano affittare un immobile a clientela di passaggio, di registrarsi online in anticipo presso il comune.
Quanto alla tutela della privacy su internet, la legge ha anticipato taluni aspetti del Regolamento generale sulla protezione dei dati personali (Regolamento UE 2016/679, del 27 aprile 2016, General Data Protection Regulation, GDPR), applicabile da maggio 2018. Ad ogni cittadino viene riconosciuto il diritto alla libera disposizione dei propri dati digitali personali. Tale diritto si traduce in diverse misure concrete: il diritto all'oblio digitale per i minori, consentendo loro di ottenere più facilmente e rapidamente la cancellazione di un contenuto online che li riguardi (ad es., foto spiacevoli su un social network); il diritto alla cd. "morte digitale", consistente nel diritto di ciascuno di esprimere, in vita, le proprie volontà in ordine alla conservazione o alla comunicazione dei propri dati dopo la morte o di chiederne la cancellazione; la rigorosa applicazione della regola del segreto della corrispondenza privata, indipendentemente dal vettore o dalla tecnologia di comunicazione utilizzata (e-mail, social network, ecc.).
La legge amplia le competenze della CNIL in materia di protezione dei dati personali, rafforzandone il potere sanzionatorio (il limite massimo delle sanzioni applicabili viene portato da 150.000 a 3 milioni di euro). Viene, infine, inasprita la repressione della cd. "vendetta pornografica" (revenge porn), che diviene reato punibile con 2 anni di reclusione e 60.000 euro di ammenda.
La terza parte della legge è dedicata all'accesso digitale "per tutti", ovvero in tutti i territori e per tutte le persone diversamente abili o in situazione di difficoltà. Quanto al digitale nei territori, l'accelerazione della copertura mobile viene favorita con diverse misure: la semplificazione dell'esercizio del "diritto alla fibra", in base al quale ogni inquilino o proprietario di appartamento potrà ottenere la connessione alla rete in fibra ottica senza l'autorizzazione della comproprietà; gli investimenti delle collettività per la telefonia mobile vengono ammessi al Fondo di compensazione dell'imposta sul valore aggiunto (Fond de Compensation de la Taxe à la Valeur Ajoutée, FCTVA); il rafforzamento dei poteri dell'ARCEP in materia di incentivazione e implementazione dei dispositivi ad altissima velocità; il raddoppio degli importi delle sanzioni massime applicabili nei confronti degli operatori inadempienti agli obblighi di copertura previsti, specie per il mancato rispetto degli impegni nelle zone meno densamente popolate. Viene, poi, rafforzata la strategia digitale dei territori. I dipartimenti e le regioni potranno mettere in atto una strategia per lo sviluppo degli usi e dei servizi digitali che dovrà essere inclusa negli attuali Master Plan di sviluppo digitale territoriale (Schémas Directeurs Territoriaux d’Aménagement Numérique, SDTAN).
La legge promuove, altresì, la sinergia tra sindacati misti aperti (Syndicats Mixtes Ouverts, SMO), ai quali viene riconosciuta competenza in materia di sviluppo della rete di comunicazioni elettroniche. Al fine di rendere la tecnologia digitale più accessibile alle persone con disabilità, la legge ribadisce l'obbligo delle amministrazioni di rendere accessibili i propri siti internet al pubblico più vulnerabile. La legge impone loro due nuovi obblighi: lo sviluppo di un piano pluriennale per l'accessibilità e la visualizzazione, sulla home page dei relativi siti, della conformità o meno alle regole di accessibilità, sotto pena di sanzione finanziaria. Tali regole si applicano anche ai siti delle società di servizio pubblico con fatturato al di sopra di un determinato livello. Viene, inoltre, affrontata la questione dell'accessibilità dei servizi telefonici pubblici, dei servizi clienti delle grandi aziende e delle offerte di comunicazione elettronica alle persone sorde e con disabilità uditive. Alle persone in difficoltà finanziaria viene, invece, riconosciuto il diritto al mantenimento temporaneo della connessione internet in caso di mancato pagamento del servizio. Il fornitore dell'accesso ai servizi internet dovrà mantenere la connessione sino a quando il competente Fondo (Fonds de Solidarité pour le Logement, FSL) del dipartimento di appartenenza della persona coinvolta, non assuma determinazioni sull'eventuale richiesta di assistenza. La legge consente ulteriori sviluppi del digitale: l'introduzione di nuovi usi (il consigliato online, la cassaforte digitale, ecc.); il riconoscimento dell'e-sport come pratica professionale competitiva dei videogiochi; la semplificazione di donazioni via SMS.
Infine, la legge ha previsto l'obbligo per il Governo di presentare una relazione al Parlamento sulla possibilità di istituire un Commissario per la sovranità digitale (Commissariat à la souveraineté numérique) collegato all'Ufficio del Primo Ministro, con il compito di "concorrere all'esercizio, nel cyberspazio, della sovranità nazionale e dei diritti e delle libertà individuali e collettivi tutelati dalla Repubblica"; previsione mirante ad aprire un dibattito sulla fattibilità di un sistema operativo sovrano (una sorta di "Windows" francese).
Per approfondimenti sulla Legge si vedano anche le seguenti pagine:
https://www.economie.gouv.fr/republique-numerique (in cui sono indicati anche i provvedimenti attuativi della Legge)
https://www.gouvernement.fr/action/pour-une-republique-numerique
Ulteriori sintesi della legge:
in italiano: http://www.medialaws.eu/approvata-in-francia-la-legge-sulla-republique-numerique/
in francese: https://www.vie-publique.fr/loi/20755-loi-pour-une-republique-numerique
https://www.inc-conso.fr/content/loi-numerique-tableau-synthetique
La Francia è stato il primo paese europeo ad adottare la sua Strategia 'Artificial Intelligence', già nel marzo 2018. La Strategia francese, denominata "AI for Humanity", si basa sul Rapporto Villani, un documento coordinato dal famoso matematico e politico Cédric Villani e basato su un gran numero di interviste/colloqui con esperti del settore.
Sebbene nel rapporto manchi una specifica sezione sull'uso dell'Intelligenza Artificiale nel settore pubblico, vi sono una serie di azioni e progetti suggeriti nella strategia al fine di ottenere tutti i vantaggi che l'IA può offrire ai servizi pubblici. Ad esempio, la Strategia suggerisce che una componente di intelligenza artificiale deve essere integrata nella Strategia di Digitalizzazione del Governo francese al fine di cogliere le opportunità offerte dall'intelligenza artificiale per lo sviluppo dei servizi pubblici. Inoltre, la strategia evidenzia il potenziale dell'intelligenza artificiale per consentire servizi pubblici più inclusivi.
Nel Rapporto vengono sottolineate le difficoltà per alcuni cittadini di ottenere la giusta quantità di informazioni dai siti web governativi o la presenza di punti di attrito nelle procedure online che creano difficoltà nel fornire valore al servizio governativo. Per ovviare tali problemi, la Strategia afferma la necessità, da parte delle autorità pubbliche, di ripensare la progettazione delle proprie procedure amministrative, al fine di sostenere i cittadini nella fruizione dei servizi pubblici. In tale processo, le tecnologie di intelligenza artificiale potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel consentire il cambiamento richiesto, assorbendo procedure amministrative complesse o personalizzando l'esperienza dell'utente online.
In sostanza, la Strategia comporta una sfida aperta per lo sviluppo di una piattaforma basata sull'intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione per gestire ed eseguire le procedure amministrative. Tale piattaforma potrebbe aiutare gli utenti a esprimere le proprie esigenze e qualificarli in termini amministrativi utilizzando tecniche di intelligenza artificiale per fornire servizi personalizzati. La piattaforma dovrebbe essere progettata in modo tale da seguire e facilitare l'esperienza dell'utente. Tuttavia, se le tecnologie di IA vengono utilizzate nelle procedure amministrative, la Strategia afferma che i cittadini dovrebbero sempre essere consapevoli del fatto che stanno interagendo con un funzionario pubblico ovvero con un assistente virtuale e che i medesimi cittadini dovrebbero sempre essere in grado di richiedere l'assistenza di un essere umano laddove si verifichino errori o problemi durante la fornitura del servizio.
Inoltre, la Strategia riconosce che lo sviluppo dell'IA nella pubblica amministrazione sarà vantaggioso solo se le condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici saranno migliorate. Qualsiasi ottimizzazione delle procedure dovrà responsabilizzare i dipendenti pubblici, consentendo loro di fornire assistenza umana a coloro che ne hanno bisogno. Pertanto, vi è una forte necessità di formare i dipendenti pubblici sugli strumenti digitali, compresi i sistemi di intelligenza artificiale, e sulla comunicazione pubblica. Tale formazione viene ritenuta necessaria anche per prevenire pregiudizi soggettivi circa le procedure automatizzate. Le autorità pubbliche hanno bisogno di competenze per comprendere e affrontare qualsiasi forma di discriminazione algoritmica.
La Strategia evidenzia che, attualmente, solo un numero molto limitato di aziende francesi dispone delle capacità di innovazione necessarie allo sviluppo dell'IA. Al contempo, le imprese sociali e le organizzazioni della società civile ricevono solo una piccola parte degli investimenti nell'IA, il che ha conseguenze per l'innovazione basata sull'IA in questi campi. Al fine di migliorare la quantità di IA nell'economia sociale, le autorità pubbliche dovrebbero lanciare programmi per assistere l'innovazione specifica dell'IA nella sfera sociale, come la creazione di un hub di competenze e risorse di IA per gli attori che lavorano nella politica sociale. Il rapporto strategico presenta una selezione di progetti faro che utilizzano l'IA nel settore pubblico, tra cui: un chatbot[1] che fornisce facile accesso alle normative riguardanti la gestione delle risorse umane nella pubblica amministrazione, sviluppato dal Centro interministeriale di tecnologia dell'informazione per le risorse umane; un chatbot per facilitare l'accesso al sistema informativo Chorus, sviluppato dai Sistemi Informativi Finanziari della Direzione Economia e Finanza; un sistema di intelligenza artificiale per la rilevazione di frodi nelle dichiarazioni fiscali e l'identificazione di traffici illeciti sviluppato dall'Agenzia doganale francese. Sistemi di IA contro il traffico finanziario sono utilizzati nell'unità di lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
(Informazioni tratte dal seguente Rapporto: AI Watch Report on Artificial Intelligence in public services in the EU: The European Commission’s Joint Research Centre has published a report on “Artificial Intelligence in public services”. Providing a preliminary overview of Member States’ efforts to integrate AI in their government operations and adopt AI-enabled innovations in the public sector, the report documents how governments use AI to improve public services delivery, engagement with citizens, policy design and evaluation, as well as the internal management of public administrations: https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/news/ai-watch-report-artificial-intelligence-public-services-eu).
Per approfondimenti sulla Stratégie Nationale de Recherche en Intelligence Artificielle, si vedano le seguenti pagine:
https://www.aiforhumanity.fr/en/
https://www.aiforhumanity.fr/en/
https://www.strategie.gouv.fr/debats/intelligence-artificielle-france-creation-de-usages
https://uk.ambafrance.org/Strategie-de-la-France-en-intelligence-artificielle
Rapport de synthèse – France IA: http://www.ladocumentationfrancaise.fr/var/storage/rapports-publics/174000247.pdf
NIFO Observatory
Digital Government Factsheets - 2019:
France |
07-2019 |
Digital Public Administration factsheets - 2020
France |
09-2020 |
eGovernment Factsheets 10-year Anniversary Report, 2019: The report presents the main digital government political communications, legal frameworks and infrastructures implemented in 34 European countries during the last decade; along with providing an overview of the main digital government trends in 2018. It also sheds light on the important role played by the European Commission in shaping the digital government’s landscape across Europe, while outlining a way forward for its future development: https://joinup.ec.europa.eu/sites/default/files/custom-page/attachment/2019-03/10egov_anniv_report.pdf
L’Estonia è uno dei paesi che, a livello europeo, si è maggiormente caratterizzato per una notevole trasformazione digitale che ha portato a considerare questo Paese, nel giro di pochi anni, un piccolo modello digitale sia a livello europeo che mondiale.
I risultati ottenuti sono il frutto di un processo continuo di rinnovamento, durato per circa tre decenni, a partire dagli anni ‘90.
Tra le principali innovazioni che hanno caratterizzato questo paese, si segnala la creazione del cosiddetto modello di residenza elettronica.
L'Estonia, infatti, è uno dei pochi paesi al mondo ad offrire la possibilità di ottenere una residenza elettronica. Si tratta, in pratica, di uno status messo a disposizione dal governo e di un’identità che garantisce l’accesso all’ambiente imprenditoriale digitale di quel Paese e, più in generale, dell’Unione europea. Ad oggi in Estonia sono ufficialmente residenti elettronici estoni persone che provengono da 165 paesi del mondo e che hanno quindi una identità digitale verificata e possono accedere a servizi ed operazioni digitali.
Il costante trend di crescita ha portato il governo estone a stimare il raggiungimento di 150.000 residenti elettronici entro il 2021.
Il programma di residenza elettronica estone si rivolge, nello specifico, ai liberi professionisti, start-up, imprenditori digitali.
I residenti elettronici estoni possono creare e gestire le proprie aziende on line senza una rappresentanza locale che consente ai cittadini di paesi terzi di avviare un’attività nel mercato unico digitale dell’Unione europea. L’ottenimento di una carta d’identità digitale è un processo particolarmente semplificato e si avvia con la presentazione di una domanda on line e successiva registrazione dell’azienda. Il programma di residenza elettronica estone non concede diritti di cittadinanza né residenza fiscale. La residenza digitale, inoltre, non dà diritto a risiedere o ad entrare in Estonia o nell’Unione europea in quanto non costituisce un visto o un permesso di soggiorno.
Oltre al modello di residenza digitale, poc’anzi illustrato, si sottolinea che l’Estonia ha deciso, nel corso degli ultimi vent’anni, di ricostruire la sua governance pubblica con l’aiuto della tecnologia digitale al fine di creare un governo sempre più efficace e vicino ai propri cittadini.
Il processo di digitalizzazione spinta della pubblica amministrazione ha consentito, ad oggi, di fare in modo che la quasi totalità dei servizi pubblici sono stati messi a disposizione dei cittadini come servizi elettronici ad esclusione dei matrimoni, dei divorzi e delle transazioni immobiliari. Anche per questo l’ONU ha classificato l'Estonia nel gruppo d'élite dei paesi con il più alto indice di sviluppo dell’e-governament.
L'insieme di questi processi hanno consentito una migliore qualità dei servizi, una minore burocrazia e la capacità per i cittadini di interagire direttamente con la pubblica amministrazione, ad esempio, attraverso la presentazione della dichiarazione dei redditi annui o la possibilità di costituire in poche ore, sempre on-line, delle società.
Tra i prossimi obiettivi annunciati dal governo vi è quello di realizzare dei servizi sempre più fluidi, proattivi e personalizzati nei confronti dei cittadini che riceverebbero un ventaglio di servizi senza la necessità di chiederli direttamente alla pubblica amministrazione.
Negli ultimi anni, attraverso le moderne tecnologie, si sono sviluppate inoltre forme di voto elettronico. Attualmente, il voto elettronico, è utilizzato da circa il 46% dei cittadini estoni.
Da un punto di vista tecnologico l'infrastruttura di e-government estone e il suo successo si basano su due pilastri principali introdotti all’inizio degli anni duemila: l’infrastruttura dati X- road e un ID digitale nazionale obbligatorio.
X-road è una piattaforma di interoperabilità per database decentralizzati esistenti e un livello di scambio dati che può essere utilizzato da attori del settore pubblico e privato.
È indipendente dalle piattaforme e dalle architetture e fornisce un'interoperabilità sicura per lo scambio di dati e l'identificazione di attori affidabili nella fornitura di servizi digitali.
L’ID digitale consente ai cittadini di essere identificati digitalmente e di utilizzare le firme digitali.
X-road e ID digitale consentono insieme di firmare digitalmente qualsiasi contratto e accedere essenzialmente a qualsiasi tipo di servizio pubblico.
L’Estonia, inoltre, nel 2018 ha riesaminato la propria Agenda digitale 2020.
L’aggiornamento del piano di sviluppo dell'Agenda ha fornito indicazioni per la creazione di un ambiente nazionale di tecnologie dell’informazione e della comunicazione sempre più efficiente.
Gli obiettivi principali dell'Agenda includono una struttura ICT che favorisca la crescita economica, lo sviluppo nazionale e il benessere della sua popolazione, un aumento occupazionale con un valore aggiunto più elevato, una migliore competitività internazionale, una migliore qualità della vita, una governance più intelligente e una maggiore consapevolezza delle governance in tutto il mondo.
Fattori chiave dell’Agenda digitale aggiornata sono l’accesso all’informazione pubblica e il rafforzamento degli aspetti di sicurezza legati al governo digitale. Su quest’ultimo aspetto è stata adottata una strategia sulla cybersecurity per il periodo 2019-2022 che definisce la visione a lungo termine per il campo, gli obiettivi, le aree di attività prioritarie, i ruoli e le funzioni necessarie per raggiungerla.
Nel marzo del 2018, inoltre, l’Estonia ha lanciato una task force per adottare una strategia nazionale per l’intelligenza artificiale. La strategia si è concentrata sull’adozione dell’IA nel settore pubblico per creare valore aggiunto e maggiore efficienza attraverso l’implementazione di sistemi abilitati all’IA.
Nell’Agenda 2020 si afferma che l’Estonia ha l’obiettivo generale di giungere all’utilizzo di almeno 50 casi di IA nel settore pubblico entro il 2020.
Per quanto riguarda, infine, i profili della trasparenza, nel dicembre del 2018 sono entrate in vigore alcune modifiche alla legge sull’informazione pubblica con cui si è intervenuti sui requisiti in materia di accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici aumentando l’accessibilità in modo che il pubblico nel suo insieme, ma soprattutto le persone che si trovino in stato di particolare bisogno, potesse comunicare con la pubblica amministrazione utilizzando i servizi di governo digitale in modo più efficace.
Il Public Information Act ha l’obiettivo che i cittadini e le imprese abbiano libero accesso alle informazioni destinate all’uso pubblico in modo da creare dei meccanismi di controllo pubblico sull’adempimento di doveri pubblici.
Sempre per quanto riguarda la pubblica amministrazione si segnala che il Parlamento estone ha approvato, nel febbraio del 2019, un disegno di legge in base al quale la contabilità dello Stato è passata integralmente alla fatturazione elettronica. Dal luglio del 2019, pertanto, il settore pubblico è tenuto ad accettare solamente fatture elettroniche.
Quest’ultima novità ha confermato l’orientamento degli ultimi anni che hanno visto l’Estonia adottare un nuovo approccio, in generale, allo sviluppo dei servizi pubblici.
La trasformazione digitale del paese, come si è cercato di evidenziare nell’illustrazione degli interventi sopra descritti, punta sempre più a mettere al centro l’idea di un cittadino digitale che accede a servizi pubblici e privati attraverso una piattaforma digitale ben strutturata che garantisca l’interoperabilità di sistemi di informazione diversificati e decentralizzati.
Per ulteriori approfondimenti si vedano anche le seguenti pagine:
European Commission, Digital Government Factsheet 2019 - Estonia: https://joinup.ec.europa.eu/sites/default/files/inline-files/Digital_Government_Factsheets_Estonia_2019.pdf
Estonia's Digital Transformation : Mission Mystique and the Hiding Hand. January 2019: https://www.researchgate.net/publication/338954441_Estonia's_Digital_Transformation_Mission_Mystique_and_the_Hiding_Hand
e-Governance: the Estonian Case, 2019: https://sciencemediahub.eu/2019/10/16/e-governance-the-estonian-case/
The Janus-Faced Approach to Governance: A Mismatch Between Public Sector Reforms and Digital Government in Estonia, 2018: https://www.riigikogu.ee/wpcms/wp-content/uploads/2018/08/Icegov-paper.pdf
Government of the Republic of Estonia. DIGITAL AGENDA 2020 FOR ESTONIA. Updated 2018 (summary): https://www.mkm.ee/sites/default/files/digitalagenda2020_final.pdf
Is Estonia the Silicon Valley of digital government? 2018: https://medium.com/iipp-blog/is-estonia-the-silicon-valley-of-digital-government-bf15adc8e1ea
La Danimarca ha avviato, da alcuni anni, una strategia digitale mirata per la pubblica amministrazione.
In particolare il paese si è dotato di una Strategia di digitalizzazione del settore pubblico per il periodo 2016-2020.
La principale caratteristica istituzionale della Strategia digitale in questione riguarda il coinvolgimento, da parte del governo centrale danese, dei diversi livelli locali di governo della Danimarca.
L’obiettivo della Strategia è quello di contribuire a delineare la Danimarca digitale del futuro e garantire che il settore pubblico sia pronto a cogliere tutte le opportunità tecnologiche per creare del valore aggiunto e migliorare l’efficienza dei propri servizi a favore dei cittadini.
La Strategia di digitalizzazione del settore pubblico ha coperto diversi ambiti tra cui anche l’automazione delle procedure amministrative pubbliche per assicurare una migliore esperienza degli utenti siano essi cittadini o imprese.
La strategia persegue tre obiettivi principali:
- la creazione di servizi pubblici più coesi ed efficienti attraverso la digitalizzazione;
- agevolare l’avvio e lo sviluppo di nuove imprese in Danimarca;
- garantire che tutti gli sviluppi relativi alla strategia tengano conto dei dati relativi alla sicurezza dei cittadini e delle imprese per assicurare che i cittadini danesi continuo ad avere fiducia nelle soluzioni digitali.
Nell’ambito di questa Strategia digitale il governo danese ha anche redatto un Libro bianco comune del settore pubblico in merito all’architettura per la digitalizzazione.
Tale architettura dovrebbe garantire processi interorganizzativi e una condivisione efficiente dei dati nel settore pubblico e tra i settori pubblico e privato.
La Strategia è stata accompagnata, tra l'altro, da un piano di azione con cui si è delineata una collaborazione intercomunale nella sfera della digitalizzazione.
Tra le iniziative di collaborazione Interistituzionale tra governo centrale e governi locali si segnala la sottoscrizione, nel 2017, di un quadro comune per l’architettura digitale federale che include una serie di architetture di riferimento incentrate sulla condivisione dei dati, dei processi interorganizzativi e una infrastruttura IT adeguata.
Sono state adottate, inoltre, diverse iniziative per rendere tutta la legislazione, promulgata a partire dal 2018, pronta per il digitale.
A tale riguardo sono state redatte delle linee guida su cui si è raggiunto un ampio accordo politico con cui si è previsto che tutta la legislazione proposta, a decorrere dal 1° luglio 2018, fosse conforme ad una serie di principi per una legislazione pronta per il digitale.
I punti principali delle linee guida, elencati di seguito, sono sette:
? Regole semplici e classiche: le legislazioni dovrebbero essere semplici e distinte, per contribuire a un'amministrazione più uniforme e digitale;
? Comunicazione digitale: la legislazione dovrebbe sostenere la comunicazione digitale con cittadini e aziende;
? Consentire un'elaborazione digitale automatizzata dei casi: le legislazioni dovrebbero automatizzare in modo efficiente o in parte l'elaborazione digitale dei casi, pur tenendo conto dei diritti legali per i cittadini e le aziende;
? Coerenza tra le autorità - concetti uniformi e riutilizzo dei dati: i dati e le definizioni dei concetti vengono riutilizzati tra le autorità;
? Gestione dei dati sicura e protetta: la sicurezza dei dati dovrebbe avere la priorità:
? Utilizzo dell'infrastruttura IT pubblica: dovrebbero essere applicate soluzioni e standard IT pubblici;
? Le legislazioni dovrebbero prevenire la frode e gli errori: la legislazione deve essere progettata per sostenere l'uso dell'IT per finalità di controllo.
A questo proposito è stato anche avviato un corso sulla legislazione pronta per il digitale in cui sono stati coinvolti più di cinquanta redattori legislativi in rappresentanza dei diversi livelli di governo.
Per quanto riguarda, invece, l’identità digitale, si segnala che nel 2018 è stata realizzata una app alternativa alle tessere a codice cartacee detenute dai cittadini.
La Danimarca, infine, ha recentemente dedicato particolare attenzione alla nuova Strategia nazionale per la sicurezza informatica e delle informazioni, nonché ad un'apposita Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale.
Tale strategia, elaborata lo scorso anno, mira a promuovere l’uso responsabile dell’IA sia nel settore pubblico che in quello privato nonché a rafforzare la ricerca e lo sviluppo di soluzioni di IA.
La strategia persegue questi obiettivi attraverso 20 iniziative che riguardano le seguenti quattro aree:
1) una base responsabile per l’intelligenza artificiale;
2) dati più numerosi e migliori;
3) forti competenze e nuove conoscenze;
4) quattro maggiori investimenti nell’intelligenza artificiale.
Si segnala, da ultimo, che nella Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale sono contenuti sei principi etici per l’uso dell’intelligenza artificiale oltre ad alcune iniziative per un migliore accesso ai dati pubblici e lo sviluppo di una risorsa comune in lingua danese per supportare il pieno sviluppo di soluzioni di tecnologia linguistica in danese.
Infografiche sul governo digitale in Francia, Estonia e Danimarca*
Infografiche tratte dal rapporto della Commissione europea sui quadri giuridici e infrastrutturali del governo digitale di 34 paesi europei
[1] Guidati da AI, regole automatizzate, elaborazione in linguaggio naturale (NLP) e machine learning (ML), i chatbot elaborano i dati per fornire risposte a richieste di ogni tipo. Esistono due principali tipi di chatbot. I chatbot dedicati alle attività (dichiarativi) sono programmi monouso che si concentrano sull'esecuzione di una funzione. Usando regole, NLP e pochissima ML, generano risposte automatizzate ma colloquiali alle richieste degli utenti. Le interazioni con questi chatbots sono altamente specifiche e strutturate e sono per lo più applicabili alle funzioni di assistenza e di servizio: pensa a domande frequenti interattive e consolidate. I chatbot dedicati alle attività sono in grado di gestire domande comuni, ad esempio query riguardo gli orari lavorativi o semplici transazioni che non coinvolgono una varietà di variabili. Sebbene utilizzino la NLP in modo tale che gli utenti finali possano sperimentarli in modo semplice, le loro capacità sono abbastanza basilari. Attualmente, questi sono i chatbot più usati. I chatbot predittivi basati sui dati (di conversazione) sono spesso indicati come assistenti virtuali o assistenti digitali e sono molto più sofisticati, interattivi e personalizzati rispetto ai chatbot dedicati alle attività. Questi chatbot sono consapevoli del contesto di riferimento e sfruttano la comprensione della lingua naturale (NLU), la NLP e la ML per imparare. Applicano intelligenza predittiva e analisi dei dati per consentire la personalizzazione in base ai profili degli utenti e al comportamento degli utenti precedenti. Gli assistenti digitali possono imparare nel tempo le preferenze di un utente, fornire raccomandazioni e persino anticipare le esigenze. Oltre a monitorare i dati e le linee guida, possono avviare conversazioni. Siri di Apple e Alexa di Amazon sono esempi di chatbot predittivi orientati al consumatore e basati sui dati. Gli assistenti digitali avanzati sono inoltre in grado di connettere diversi chatbot monouso sotto un unico gruppo, estrarre diverse informazioni da ognuno e combinare queste informazioni per eseguire un'attività mantenendo comunque il contesto: in tal modo il chatbot non diventa "confuso".