Piano d'azione dell'UE sulla parità di genere nell'azione esterna dell'UE 2021-2025 (GAP III) 19 gennaio 2021 |
Finalità/Motivazione
La Commissione europea e l'Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'UE hanno presentato, il 25 novembre 2020, il
Piano d'azione dell'Unione europea sulla parità di genere – Un'agenda ambiziosa per la parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna dell'UE (EU Gender Action Plan - GAP III).
Il piano prevede iniziative,
per il periodo 2021-2025, volte ad accrescere l'impegno dell'UE per la parità di genere, in quanto priorità trasversale dell'azione esterna, nonché a promuovere un impegno strategico dell'UE a livello multilaterale, regionale e nazionale.
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I contenuti del Piano d'azione |
Il contesto del Piano d'azione
Il piano d'azione per il periodo 2021-2025
(GAP III) è stato preceduto dal
GAP I per il periodo 2010-2015 e dal
GAP II per il periodo 2016-2020.
Il Piano GAP III, che integra la strategia per l'uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025 (
presentata la prima volta dalla Commissione europea il 13 novembre 2020, sulla base delle priorità strategiche della Commissione presieduta da Ursula von der Leyen), è volto ad
accrescere il contributo dell'UE per il raggiungimento dell'obiettivo di sviluppo sostenibile n. 5 nell'ambito dell'Agenda 2030.
L'Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile, sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite (tra cui l'Italia), e approvata dall'Assemblea Generale dell'ONU, è costituita da
17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile –
Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all'interno di un programma d'azione più vasto costituito da 169
target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale
entro il 2030.
L'
obiettivo n. 5
dell'Agenda 2030, relativo al raggiungimento
del
l'uguaglianza di genere e dell'
empowerment di tutte le donne e le ragazze prevede i seguenti
sotto-obiettivi:
e strumenti di attuazione:
Il Piano d'azione GAP III è coerente con le priorità previste dalla
strategia dell'UE per la parità di genere 2020-2025 (
COM(2020)152) presentata dalla Commissione europea il 5 marzo 2020, che definisce
obiettivi strategici e azioni volte a compiere progressi significativi entro il 2025
verso un'Europa garante della parità di genere. Tra gli obiettivi principali della strategia si segnalano i seguenti:
La strategia persegue il duplice approccio dell'
integrazione della dimensione di genere combinata con azioni mirate, la cui attuazione si basa sul principio trasversale dell'
intersezionalità. Seppur incentrata su azioni condotte all'interno dell'UE, la strategia è coerente con la politica estera dell'UE in materia di pari opportunità e di emancipazione femminile.
La tabella che segue indica per il 2019 la situazione della parità di genere in ciascun paese sulla base dell'indice di disuguaglianza di genere. I valori più alti individuano i paesi in cui si registrano i maggiori divari.
Il
GAP III si concentra
su cinque pilastri:
1. accrescere l'efficacia dell'impegno dell'UE per la
parità di genere in quanto
priorità trasversale dell'azione esterna nella sua
attività strategica e programmatica. La Commissione europea e l'Alto rappresentante ribadiscono (sulla base delle
conclusioni del Consiglio dell'UE del 26 ottobre 2015) che
l'85 % di tutte le nuove azioni esterne, entro il 2025, contribuirà a raggiungere tale obiettivo (
sulla base dei progressi compiuti con GAP II, questo dato ha registrato un costante aumento dal 58 % circa del 2016 a circa il 64 % del 2019, v. supra
). Ciò richiede un'ulteriore
integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche e i settori esterni.
Al fine di
promuovere l'integrazione della dimensione di genere in tutti gli ambiti dell'azione esterna dell'UE la Commissione europea e l'Alto rappresentante intendono in particolare:
2. promuovere, insieme agli Stati membri, un impegno strategico dell'UE a livello
multilaterale, regionale e nazionale e, congiuntamente,
migliorare l'attuazione del GAP III in ciascun paese e in ciascuna regione partner in stretta collaborazione con i governi partner, la società civile, il settore privato e altri fondamentali portatori di interessi. Ciò richiederà
maggiore coordinamento, cooperazione e trasparenza;
In particolare l'UE:
3
. concentrare l'azione su alcune aree di intervento (
vedi infra);
4. istituire
ai vertici politici e dirigenziali dell'UE una leadership equilibrata in termini di genere e che tenga conto di questa dimensione;
In particolare, la Commissione e l'Alto Rappresentante intendono:
5. rendicontare e comunicare i risultati, attuare un
sistema di monitoraggio quantitativo, qualitativo e inclusivo per accrescere l'assunzione di
responsabilità pubblica, garantire la trasparenza e l'accesso alle informazioni e ottenere una migliore sensibilizzazione a livello dell'UE circa l'
impatto dell'attività in tutto il mondo;
In particolare la Commissione e l'Alto Rappresentante prevedono forme di
monitoraggio dei progressi compiuti nel piano d'azione GAP III in particolare attraverso:
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Principi del Piano d'azione
L'azione dell'UE in tale ambito dovrebbe essere guidata da
tre principi:
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Aree di intervento e obiettivi del Piano d'azione
Il
GAP III individua le seguenti
6 principali aree tematiche di intervento strategiche:
Di seguito, si indicano
per ciascuna area tematica strategica gli
obiettivi del GAP III che l'azione dell'UE dovrebbe contribuire a raggiungere:
Garantire la libertà da tutte le forme di violenza di genere
La Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica - meglio nota come
Convenzione di Istanbul - adottata dal Consiglio d'Europa l'11 maggio 2011, è entrata in vigore il 1° agosto 2014, a seguito del raggiungimento del prescritto numero di dieci ratifiche. L'Italia ha svolto un ruolo importante in questo percorso, essendo stata tra i primi paesi europei a ratificare la Convenzione, con la
legge 27 giugno 2013, n. 77. La Convenzione
è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante volto a creare un quadro normativo completo a tutela delle donne contro qualsiasi forma di violenza. Particolarmente rilevante è il riconoscimento espresso della
violenza contro le donne quale
violazione dei diritti umani, oltre che come forma di discriminazione contro le donne (art. 3 della Convenzione). La Convenzione stabilisce inoltre un chiaro legame tra l'obiettivo della parità tra i sessi e quello dell'eliminazione della violenza nei confronti delle donne. A seguito dell'adozione di due decisioni preparatorie del Consiglio nel maggio del 2017 (la prima riguardante gli articoli sulla cooperazione in materia penale 12 (
decisione (UE) 2017/865), la seconda sugli articoli relativi all'asilo, ai rifugiati e al respingimento (
decisione (UE) 2017/866) il 13 giugno 2017,
l'UE ha firmato la Convenzione di Istanbul. Il
processo di adesione richiede l'adozione di decisioni del Consiglio relative alla conclusione della Convenzione, e l'approvazione del Parlamento europeo. Quest'ultimo ha invitato il Consiglio ad adottare dette decisioni, tra l'altro, con
risoluzione del 28 novembre 2019. La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo programma ha definito l'adesione dell'UE alla Convenzione di Istanbul sulla lotta contro la violenza domestica una priorità fondamentale per la Commissione.
Nella comunicazione si indica che il
35 % delle donne è stata
vittima di violenza di genere; ogni anno più di
4 milioni di ragazze corrono il
rischio di subire mutilazioni genitali femminili e in alcuni paesi questa percentuale sale al
70 %. In alcuni paesi il
40 % delle ragazze contrae
mat
rimonio prima di compiere 18 anni e il 12 % prima dei 15 anni. Secondo le previsioni la crisi legata alla COVID-19 causerà
13 milioni di matrimoni infantili in più tra il 2020 e il 2030, che non sarebbero altrimenti stati contratti.
Si ricorda, inoltre, che in tale ambito è stata avviata l
'
iniziativa Spotlight UE-ONU, con un contributo iniziale dell'UE di 500 milioni di euro, volta alla
prevenzione e al sostegno all'eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze.
Promuovere la salute sessuale e riproduttiva
Nella comunicazione si indica che nel 2017 si sono verificati
295 000 casi di
mortalità materna, durante e dopo la gravidanza e il parto. Il 94 % è avvenuto in contesti con scarse risorse. A livello globale le complicazioni legate alla gravidanza e al parto sono la principale causa di morte delle adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni.
Rafforzare i diritti economici e sociali e l'emancipazione di ragazze e donne
Emancipazione economica
Nella comunicazione si indica che nel 2020
meno del 50 % delle donne partecipa al mercato del lavoro, rispetto al
76 % degli uomini, con un conseguente divario di genere di 27 punti percentuali a livello globale. A livello globale le
donne si fanno carico del 76,2 % del totale delle ore di lavoro domestico e di assistenza non retribuito, il che pregiudica le loro prospettive in termini di istruzione e sul mercato del lavoro. Nella comunicazione si riportano, inoltre, alcune stime secondo le quali
l'avanzamento della parità di genere potrebbe far crescere il PIL globale di un valore approssimativo compreso tra
11 e 21 mila miliardi di euro entro il 2025.
Parità di genere nell'istruzione
Nella comunicazione si indica che
2 su 3 dei 740 milioni di adulti analfabeti nel mondo sono donne. Nel 2016 335 milioni di ragazze hanno frequentato scuole primarie e secondarie prive di acqua e sapone. Soltanto il
30 % circa delle studentesse dell'istruzione superiore sceglie percorsi di studio nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica). Secondo uno
studio della Banca mondiale, persistono significativi divari con
tassi di completamento della scuola secondaria da parte delle ragazze
inferiori del 36,9 % rispetto a quelli riferiti ai ragazzi. Secondo un recente
studio dell'Unesco, ogni
anno aggiuntivo di scuola può aumentare i guadagni di una donna fino al 20%.
La
pandemia rischia inoltre di accentuare i divari in conseguenza della chiusura delle scuole
. Secondo un recente
studio le ragazze ricevono meno istruzione a distanza perché, rispetto ai ragazzi, hanno meno accesso a Internet (-17 % a livello globale). E secondo
stime dell'UNHCR la metà delle ragazze rifugiate iscritte alla scuola secondaria non tornerà a scuola dopo la COVID-19.
Accesso universale alla salute
La comunicazione riporta la stima secondo la quale
almeno il 50 % della popolazione mondiale non ha accesso ai servizi sanitari di cui ha bisogno, mentre circa
1 donna sposata su 3 nei paesi in via di sviluppo afferma di avere
pochissima o nessuna voce in capitolo in merito alla cura della propria salute.
Promuovere la partecipazione e la leadership su un piano di parità
La comunicazione riporta alcuni dati che evidenziano i
problemi di
rappresentanza delle donne. Le
donne costituiscono circa il
25 % dei parlamentari nazionali in tutto il mondo, dato che segna una lenta crescita rispetto all'11,3 % del rilevamento precedente. Tra il 1992 e il 2018 le
donne erano soltanto il
13 % dei negoziatori, il
6 % dei mediatori e il 6 % dei firmatari nei principali processi di pace.
Integrare l'agenda per le donne, la pace e la sicurezza
Si ricorda che, al fine di rispettare gli impegni indicati nella risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR) sulle donne, la pace e la sicurezza,
l'UE ha già presentato nel luglio 2019 un
piano d'azione per le donne, la pace e la sicurezza 2019-2024, volto a ridurre l'impatto dei conflitti su donne e ragazze e garantire la loro partecipazione nella prevenzione e risoluzione dei conflitti.
Affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte dalla transizione verde e digitale
La transizione verde
La comunicazione rileva che le
donne costituiscono l'80 % delle persone sfollate a causa dell'impatto dei cambiamenti climatici. Per le donne e i bambini poveri la probabilità di essere uccisi a causa di una catastrofe di origini climatiche, come un uragano o un'inondazione, è fino a 14 volte maggiore che per gli uomini. In media le
donne sono il 43 % della forza lavoro agricola nei paesi in via di sviluppo ma costituiscono meno del
15 % dei proprietari di terreni agricoli.
La comunicazione indica che
l'accesso a Internet di ulteriori 600 milioni di donne in tutto il mondo produrrebbe un
aumento del PIL di circa 13 miliardi di euro e che nei paesi a basso e medio reddito possiedono un telefono cellulare 165 milioni di donne in meno rispetto agli uomini. Il
48% delle donne usa Internet, rispetto al 58 % degli uomini. Le donne sono
sottorappresentate nelle carriere del settore delle
tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC). Il
52 % delle giovani donne e delle ragazze ha subito abusi online.
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Attività del Parlamento europeo
La
Commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere del Parlamento europeo ha
approvato il 25 novembre 2020 una
relazione
sulla strategia dell'UE per la parità di genere, che contiene un
progetto di risoluzione che dovrebbe essere
esaminato dall'Assemblea plenaria del Parlamento europeo il
21 gennaio 2021.
Per quanto riguarda, in particolare la
parità di genere nelle relazioni esterne, il progetto di risoluzione:
Il
17 dicembre 2020 il Parlamento europeo ha approvato una
risoluzione con la quale invita il Consiglio e il Consiglio europeo a istituire una
formazione del Consiglio dedicata alla parità di genere per agevolare l'integrazione della dimensione di genere in tutte le politiche e le normative dell'UE, tenuto conto del fatto che
attualmente le questioni relative alla parità di genere vengono affrontate dalla formazione "
Occupazione, politica sociale, salute e consumatori".
Secondo il Parlamento europeo una
specifica formazione del Consiglio dedicata alla parità di genere rappresenterebbe un elemento fondamentale, tra l'altro, per
sbloccare i negoziati sui principali fascicoli relativi alla parità di genere, tra cui la ratifica della convenzione di Istanbul.
Infine, un Consiglio ad hoc consentirebbe ai rappresentanti degli Stati membri responsabili della parità di genere di disporre di un
apposito forum istituzionale al fine di garantire, attraverso una stretta cooperazione, una
maggiore integrazione della parità di genere nelle strategie e nei processi politici dell'UE.
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Finanziamento delle azioni dell'UE per la parità di genere nell'azione esterna
Il finanziamento delle azioni dell'UE per la parità di genere nell'azione esterna è veicolato attraverso una serie di programmi e di strumenti, tra cui:
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Esame presso altri Parlamenti nazionali
Sulla base dei dati forniti dal sito
IPEX
l'esame della comunicazione relativa al piano d'azione risulta avviato dai Parlamenti di Finlandia, Lituania, Svezia, dal Consiglio nazionale della Slovacchia e dal Senato dei Paesi Bassi.
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