Modifica al Regolamento (UE) 2017/1601 relativo al Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD) e relazione sull'attuazione dell'EFSD 20 luglio 2020 |
Finalità/Motivazione
La proposta (COM(2020)407), alla luce dell'impatto attuale della crisi provocata dalla pandemia di COVID 19 e delle azioni messe in atto dall'UE per sostenere i paesi terzi e, in particolare, i Paesi africani, quelli del vicinato e quelli dei Balcani occidentali, ha l'obiettivo di
aumentare la portata dell'attuale
Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), tramite un
adeguamento dell'attuale quadro finanziario 2014-2020. Considerato che la proposta di regolamento sul nuovo fondo EFSD+ è ancora in discussione, tale fondo potrà essere operativo solo nel corso del 2021, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
La proposta prevede in particolare di:
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Contesto della proposta |
Il piano per gli investimenti esterni dell'UE
Il
Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), istituito con il regolamento (UE) 2017/1601 (il "regolamento EFSD"), fornisce la
base giuridica per l'uso di strumenti finanziari innovativi, in particolare le
garanzie di bilancio, nell'ambito del
Piano per gli investimenti esterni (PIE), avviato dalla Commissione europea nella scorsa legislatura europea.
Il
Piano per gli investimenti esterni è costituito da tre pilastri:
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Obiettivi dell'EFSD
Le operazioni di finanziamento e di investimento ammissibili al sostegno dell'EFSD, tramite la garanzia irrevocabile e incondizionata a prima richiesta, sostengono gli obiettivi seguenti:
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Contenuto della proposta di modifica del Regolamento EFSD
La proposta di regolamento (COM(2020)407) è volta a modificare il regolamento (UE) 2017/1601 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 settembre 2017, che istituisce il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), la garanzia dell'EFSD e il Fondo di garanzia dell'EFSD con gli obiettivi di:
Nella
relazione del Governo sulla proposta, trasmessa ai sensi dell'art. 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012 n. 234, si indica che essa appare
pienamente conforme all'interesse nazionale, nella misura in cui contribuisce a sostenere i sistemi economici dei Paesi partner e a rafforzarli, contribuendo alla stabilità degli stessi paesi. Inoltre, soprattutto i Paesi dei
Balcani occidentali rappresentano mercati di sbocco per le imprese italiane e una accresciuta liquidità e un maggiore accesso al credito per le piccole e medie imprese ivi localizzate potrebbe facilmente tradursi in un'espansione del mercato italiano e in una maggiore possibilità di partenariati produttivi.
A tal fine sarebbe utile acquisire la valutazione del Governo sulla effettiva distribuzione geografica dell'importo supplementare attribuito all'EFSD e della quota che potrebbe essere riservata ai Balcani occidentali.
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L'attuazione del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile
La
Commissione europea nella
relazione sull'attuazione dell'EFSD, presentata il 2 giugno 2020, formula - sulla base di una valutazione esterna indipendente relativa al
periodo 1° gennaio 2017 – 30 settembre 2019 – le seguenti
osservazioni:
Il
finanziamento misto combina il sostegno finanziario dell'UE a prestiti o capitale proprio proveniente da altri finanziatori pubblici e privati per stimolare gli investimenti pubblici e privati che contribuiscono a uno sviluppo economico sostenibile.
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Le proposte relative all'EFSD+ nell'ambito della della proposta di Regolamento NDICI |
La proposta di Regolamento che istituisce lo strumento d vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI)
La
Commissione europea ha presentato il
14 giugno 2018, nella scorsa legislatura europea, la
proposta di regolamento che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) (COM (2018) 460).
La proposta relativa allo strumento NDCI è volta a disciplinare l'azione dell'UE in tali settori nell'ambito del periodo di programmazione 2021-2027, in
particolare fondendo la maggior parte degli attuali strumenti finanziari esistenti nell'ambito del periodo di programmazione 2014-2020.
Si tratta in particolare di
strumenti finanziari, con finalità che variano nell'ambito degli obiettivi generali dell'azione esterna dell'UE e comprendono:
Il nuovo strumento dovrebbe, inoltre,
integrare uno dei principali strumenti di finanziamento esterno, l'
11° Fondo europeo di sviluppo, attualmente finanziato al di fuori del bilancio dell'UE.
Lo strumento NDICI, secondo le nuove proposte presentate dalla Commissione europea relative al Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, dovrebbe avere una dotazione di
86 miliardi a prezzi 2018,
di
cui 10,5 miliardi di euro nell'ambito dello strumento dell'UE per il sostegno dell'economia dopo la pandemia di Covid-19
"Next Generation EU". Nel contesto della
proposta sul nuovo QFP 2021-2027, presentata dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 luglio 2020, lo stanziamento per lo
strumento NDICI è pari a 86,3 miliardi di euro, di cui
15,5 nell'ambito di "Next Generation EU".
Il nuovo strumento si dovrebbe articolare in
tre pilastri:
Le
priorità trasversali saranno rafforzate mediante
obiettivi di spesa orizzontali della dotazione NDICI:
La proposta prevede che almeno il
92% dei finanziamenti erogati attraverso il nuovo strumento NDICI dovrebbe poter essere notificato come
aiuto pubblico allo sviluppo e che l'UE
continuerà ad adoperarsi per arrivare a investire lo 0,7% del suo PIL collettivo nell'
aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2030, destinando
lo 0,2% ai paesi meno sviluppati.
La proposta prevede che nel
processo di assegnazione delle risorse sia data la
priorità ai paesi più bisognosi, in particolare i paesi meno sviluppati, i paesi a basso reddito, i paesi in situazioni di crisi, post-crisi, fragilità e vulnerabilità, compresi i piccoli Stati insulari in via di sviluppo.
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Il nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+)
Il nuovo strumento NDICI reca la disciplina del
nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+) che, sulla scorta dei risultati positivi ottenuti dal precedente EFSD, dovrebbe costituire un pacchetto finanziario integrato, in grado di fornire capacità finanziaria sotto forma di sovvenzioni, finanziamenti misti (
blending), garanzie di bilancio ed altri strumenti finanziari a livello mondiale.
L'
EFSD+, che avrà
portata mondiale (
quindi più ampia dell'attuale EFSD), dovrebbe sostenere il piano per gli investimenti esterni e
combinare le operazioni di finanziamento misto e di garanzia di bilancio coperte dalla garanzia per le azioni esterne, comprese quelle riguardanti i rischi sovrani associati alle operazioni di prestito, precedentemente effettuate nell'ambito del mandato per i prestiti esterni della Banca europea per gli investimenti.
L'EFSD+ potrà sostenere il
finanziamento ed operazioni di investimento nei Paesi
del vicinato, dell'Africa sub-sahariana, dell'Asia e Pacifico, delle Americhe e Caraibi e dei paesi dei Balcani occidentali. Per i Paesi dei Balcani occidentali, però, le
risorse saranno attinte non dal regolamento NDICI (che non copre tali Paesi), ma dal distinto regolamento relativo allo
Strumento di assistenza preadesione (IPA III), anch'esso in discussione nell'ambito dei negoziati relativi al prossimo QFP e che dovebbe disporre di risorse complessive per 12,6 miliardi di euro nell'ultima proposta presentata dal Presidente del Consiglio europeo Michel.
In particolare, il nuovo strumento NDICI prevede che
l'Unione europea attraverso l'
EFSD+ e la
Garanzia per le azioni esterne,
possa garantire operazioni firmate tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2027, per un
importo massimo che dai 60 miliardi di euro della proposta iniziale della Commissione europea del 2018 è
stata ora portata – sempre nell'ambito delle nuove proposte presentate dalla Commissione europea per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 - a
130 miliardi di euro, con un tasso di copertura dal 9% al 50 % a seconda del tipo di operazione.
Le
operazioni suscettibili di essere
sostenute dall'EFSD+ dovranno avere i seguenti
obiettivi:
Per le operazioni dell'EFSD si prevede che dovrebbe essere riservata
particolare attenzione ai
Paesi ritenuti in
condizioni di fragilità o di
conflitto, ai
Paesi meno sviluppati e ai Paesi
poveri fortemente indebitati.
Nella proposta di regolamento tale previsione resta comunque generica e senza alcun eventuale vincolo di una quota di risorse, rinviando sostanzialmente ai futuri criteri di operatività dell'EFSD che saranno decisi successivamente in sede di gestione del Fondo dalla Commissione europea, con il parere del comitato strategico (v. infra).
A tale riguardo, si rileva che un
rapporto dell'OCSE
indica che nel periodo 2012-2015 il 77% delle risorse private di finanza mista si è indirizzato a Paesi in via di sviluppo e medio reddito (MICs) e solo il 7% ai Paesi meno sviluppati (LCDs).
La proposta prevede inoltre che, al fine di aumentare l'impatto della garanzia per le azioni esterne, gli
Stati membri e le parti contraenti dell'accordo sullo Spazio economico europeo dovrebbero avere la
possibilità di fornire contributi sotto forma di contanti o di una garanzia. Il contributo sotto forma di garanzia
non deve superare il 50% dell'importo delle operazioni garantite dall'Unione.
L'EFSD+ sarà articolato in
distinte piattaforme regionali di investimento per i paesi rispettivamente del vicinato, dell'Africa sub-sahariana, dell'Asia e Pacifico, delle Americhe e Caraibi.
L'EFSD+ sarà
gestito dalla Commissione europea, con il supporto di un
comitato strategico, composto da
rappresentanti della Commissione europea, dell'
Alto Rappresentante, degli
Stati membri e della
Banca europea per gli investimenti, e sarà incaricato di dare il parere sugli
orientamenti strategici e le priorità degl investimenti dell'EFSD.
Appare opportuno acquisire la valutazione del Governo, sia in generale sullo Strumento NDICI - che si ricorda riunisce in una unica cornice le azioni condotte attualmente da circa 10 fondi e programmi diversi – sia, in particolare, sul futuro EFSD+, sulle modalità di governance di tali strumenti, sui moduli organizzativi con i quali si intende strutturare una efficace partecipazione da parte dell'Italia in sede di loro gestione e programmazione, sulle eventuali priorità dell'Italia relativamente alle aree geografiche e tematiche verso le quali indirizzare progetti ed operazioni dell'EFSD, su una strategia allargata di coinvolgimento di partner ed investitori privati italiani ed infine sulle eventuali ricadute di tali progetti sul sistema italiano.
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Esame presso le Istituzioni dell'UE
La proposta è stata
trasmessa al Parlamento europeo ed al Consiglio dell'UE che la dovranno esaminare in
procedura legislativa ordinaria (ex codecisione).
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Esame presso altri Parlamenti nazionali
Sulla base dei dati forniti dal sito
IPEX, l
'esame dell'atto risulta:
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