Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: RUE - Ufficio SG - Ufficio Rapporti con l'Unione europea
Titolo: Modifica al Regolamento (UE) 2017/1601 relativo al Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD) e relazione sull'attuazione dell'EFSD
Serie: Documentazione per le Commissioni - Esame di atti e documenti dell'UE   Numero: 38
Data: 20/07/2020
Organi della Camera: III Affari esteri


+ maggiori informazioni sul dossier

Modifica al Regolamento (UE) 2017/1601 relativo al Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD) e relazione sull'attuazione dell'EFSD

20 luglio 2020


Indice

|Finalità/Motivazione|Contesto della proposta|Contenuto della proposta di modifica del Regolamento EFSD|L'attuazione del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile|Le proposte relative all'EFSD+ nell'ambito della della proposta di Regolamento NDICI|Esame presso le Istituzioni dell'UE|Esame presso altri Parlamenti nazionali|



Finalità/Motivazione

La proposta (COM(2020)407), alla luce dell'impatto attuale della crisi provocata dalla pandemia di COVID 19 e delle azioni messe in atto dall'UE per sostenere i paesi terzi e, in particolare, i Paesi africani, quelli del vicinato e quelli dei Balcani occidentali, ha l'obiettivo di aumentare la portata dell'attuale Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), tramite un adeguamento dell'attuale quadro finanziario 2014-2020. Considerato che la proposta di regolamento sul nuovo fondo EFSD+ è ancora in discussione, tale fondo potrà essere operativo solo nel corso del 2021, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
La proposta prevede in particolare di:
  • estendere l'ambito di applicazione geografico dell' EFSD ai Balcani occidentali;
  • aumentare il contributo del bilancio dell'Unione con un importo supplementare di 1.040 milioni di euro per l'EFSD;
  • estendere fino al 31 dicembre 2021 il periodo di investimento dell'attuale regolamento EFSD (in scadenza il 31 dicembre 2020).

Contesto della proposta


Il piano per gli investimenti esterni dell'UE

Il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), istituito con il regolamento (UE) 2017/1601 (il "regolamento EFSD"), fornisce la base giuridica per l'uso di strumenti finanziari innovativi, in particolare le garanzie di bilancio, nell'ambito del Piano per gli investimenti esterni (PIE), avviato dalla Commissione europea nella scorsa legislatura europea.
Il Piano per gli investimenti esterni è costituito da tre pilastri:
  • primo pilastro: l 'EFSD costituisce il primo pilastro, con l'obiettivo primario di fornire un pacchetto finanziario integrato per il finanziamento degli investimenti nelle regioni dell'Africa e del vicinato europeo, sotto forma di sovvenzioni, garanzie e altri strumenti finanziari. L' EFSD contribuisce a mobilitare finanziamenti a favore dello sviluppo, provenienti in particolare dal settore privato, incentivando gli investitori a intervenire in Africa e nel vicinato dell'UE. Gli investimenti saranno principalmente destinati a migliorare le infrastrutture economiche e sociali, ad esempio le infrastrutture comunali e i servizi di prossimità, e a sostenere le PMI, la microfinanza e i progetti volti a creare occupazione;
  • secondo pilastro: l'UE fornisce un' assistenza tecnica sostanziale per aiutare autorità locali, micro, piccole e medie imprese e cooperative a definire progetti migliori e finanziariamente sostenibili;
  • terzo pilastro: il dialogo strutturato a livello politico e del settore privato con i Paesi partner e gli altri soggetti interessati. Questo contribuirà a migliorare il clima degli investimenti e il contesto imprenditoriale.

Obiettivi dell'EFSD

Le operazioni di finanziamento e di investimento ammissibili al sostegno dell'EFSD, tramite la garanzia irrevocabile e incondizionata a prima richiesta, sostengono gli obiettivi seguenti:
  1. contribuire allo sviluppo sostenibile nelle sue dimensioni economica, sociale e ambientale così come all'attuazione dell'Agenda 2030 e, se del caso, della politica europea di vicinato, con particolare attenzione all'eliminazione della povertà, alla creazione di posti di lavoro dignitosi, alle opportunità economiche, alle competenze e allo spirito imprenditoriale, promuovendo in particolare la parità di genere e l'emancipazione delle donne e dei giovani e perseguendo e rafforzando al contempo lo Stato di diritto, la buona governance e i diritti umani;
  2. contribuire all'attuazione della politica di migrazione dell'Unione europea;
  3. contribuire, mediante la promozione dello sviluppo sostenibile, ad affrontare le specifiche cause profonde della migrazione, tra cui la migrazione irregolare, nonché rafforzare la resilienza delle comunità di transito e d'accoglienza, e contribuire al reinserimento sostenibile dei migranti che ritornano nei loro Paesi d'origine;
  4. rafforzare i settori e le aree socioeconomici, e le connesse infrastrutture pubbliche e private, compresi energia sostenibile e rinnovabile, gestione idrica e dei rifiuti, trasporti, tecnologie dell'informazione e della comunicazione, ambiente, uso sostenibile delle risorse naturali, agricoltura sostenibile e crescita blu, infrastrutture sociali, salute e capitale umano, al fine di migliorare il contesto socioeconomico;
  5. erogare finanziamenti e sostenere lo sviluppo del settore privato e cooperativo, con un'attenzione particolare per le aziende locali e le micro, piccole e medie imprese, affrontando al contempo i fallimenti del mercato, limitandone le distorsioni, nonché incoraggiando il contributo delle imprese europee agli obiettivi dell'EFSD;
  6. affrontare le strozzature che ostacolano gli investimenti privati fornendo strumenti finanziari, che possono essere denominati nelle valute locali dei Paesi partner interessati, incluse garanzie di prima perdita in base al portafoglio, garanzie per i progetti del settore privato, ad esempio garanzie di prestito per piccole e medie imprese, e garanzie per i rischi specifici per i progetti infrastrutturali nonché altri capitali di rischio;
  7. contribuire all'azione per il clima, alla tutela e alla gestione dell'ambiente, assegnando almeno il 28% dei finanziamenti agli investimenti che contribuiscono all'azione per il clima, alle energie rinnovabili e all'efficienza nell'uso delle risorse.

Contenuto della proposta di modifica del Regolamento EFSD

La proposta di regolamento (COM(2020)407) è volta a modificare il regolamento (UE) 2017/1601 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 settembre 2017, che istituisce il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD), la garanzia dell'EFSD e il Fondo di garanzia dell'EFSD con gli obiettivi di:
  • estendere l'ambito di applicazione geografico dell'EFSD ai beneficiari dei Balcani occidentali ( attualmente il regolamento si applica solo ai Paesi dell'Africa subsahariana e del vicinato europeo, sia meridionale che orientale);
    In particolare, l'applicazione geografica dell'EFSD comprende attualmente: i 49 Paesi dell' Africa subsahariana; i Paesi del vicinato meridionale: Algeria Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Palestina, Siria e Tunisia; i paesi del vicinato orientale: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina.
    I Paesi dei Balcani occidentali sono: Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Serbia e Macedonia del Nord.
  • incrementare il contributo del bilancio dell'Unione al Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile in considerazione delle misure esecutive per far fronte all'impatto della pandemia di Covid-19, attraverso la messa a disposizione di un importo supplementare di 1.040 milioni di euro per l'EFSD, aumentando la garanzia dell'UE di 2.078 milioni di euro e il massimale della garanzia a 3.578 milioni di euro rispetto agli attuali 1,5 miliardi di euro.
    Al fine di coprire il fabbisogno finanziario del 2020 che deriva dalle nuove iniziative volte a favorire la ripresa, si prevede l' adeguamento dei massimali degli stanziamenti di impegno, che è contenuto nella proposta di modifica del regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio relativa al quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020, presentata il 28 maggio 2020 dalla Commissione nell'ambito delle azioni messe in atto a livello europeo per favorire la ripresa economica ed attualmente in corso di discussione.
    La garanzia ha l'obiettivo di sostenere gli investimenti in Africa e nel vicinato europeo nell'ottica di promuovere uno sviluppo socio-economico inclusivo e sostenibile, massimizzare l'addizionalità e attirare fondi del settore privato. La garanzia intende fungere da meccanismo di attenuazione del rischio per stimolare i finanziamenti del settore privato evitando al contempo le distorsioni del mercato.
  • estendere al 31 dicembre 2021 il periodo di investimento ( che attualmente scade il 31 dicembre 2020) durante il quale è possibile concludere accordi con le controparti ammissibili ai fini della garanzia dell'EFSD a sostegno di operazioni di finanziamento e d'investimento.
    La proposta di regolamento relativa al nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) (COM(2020)459, vedi infra), presentata dalla Commissione europea il 29 maggio 2020, prevede che il regolamento (UE) 2017/1601 istitutivo del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD) sia abrogato a decorrere dal 31 dicembre 2021.
Nella relazione del Governo sulla proposta, trasmessa ai sensi dell'art. 6, comma 5, della legge 24 dicembre 2012 n. 234, si indica che essa appare pienamente conforme all'interesse nazionale, nella misura in cui contribuisce a sostenere i sistemi economici dei Paesi partner e a rafforzarli, contribuendo alla stabilità degli stessi paesi. Inoltre, soprattutto i Paesi dei Balcani occidentali rappresentano mercati di sbocco per le imprese italiane e una accresciuta liquidità e un maggiore accesso al credito per le piccole e medie imprese ivi localizzate potrebbe facilmente tradursi in un'espansione del mercato italiano e in una maggiore possibilità di partenariati produttivi.
A tal fine sarebbe utile acquisire la valutazione del Governo sulla effettiva distribuzione geografica dell'importo supplementare attribuito all'EFSD e della quota che potrebbe essere riservata ai Balcani occidentali.

L'attuazione del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile

La Commissione europea nella relazione sull'attuazione dell'EFSD, presentata il 2 giugno 2020, formula - sulla base di una valutazione esterna indipendente relativa al periodo 1° gennaio 2017 – 30 settembre 2019 – le seguenti osservazioni:
  • l'approccio dell'EFSD è stato definito estremamente pertinente nel nuovo modello di finanziamento dello sviluppo globale ispirato agli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030, tenuto conto del ruolo catalizzatore dell'EFSD e delle sue capacità di condivisione del rischio e di potenziamento dei partenariati. Pertanto è considerato uno dei migliori esempi di realizzazione di questo nuovo modello fino ad oggi;
  • l'EFSD consente all'Unione europea di perseguire due obiettivi difficilmente raggiungibili con altri strumenti dell'UE: un coinvolgimento molto più ampio per sostenere lo sviluppo del settore privato e gli investimenti sub-sovrani, e un sostegno all'innovazione;
  • nel complesso l'EFSD ha avuto risultati positivi: l' obiettivo iniziale (44 miliardi di euro) dovrebbe essere superato, con una mobilitazione complessiva di 47 miliardi di euro di investimenti da parte dell'EFSD, sulla base di uno stanziamento da parte dell'UE di 4,6 miliardi di euro di sovvenzioni miste e garanzie ( la leva finanziaria delle risorse dell'UE nell'ambito dell'EFSD è stata calcolata come pari a 10,04);
  • per quanto riguarda le garanzie, ad aprile 2020 erano già stati sottoscritti sette accordi.
    La Commissione ha stabilito cinque finestre di investimento per le principali aree prioritarie: energia sostenibile e connettività; finanziamento delle microimprese e delle piccole e medie imprese (MPMI); agricoltura sostenibile, imprenditori rurali e agroindustria; città sostenibili; digitale per lo sviluppo.
    Nel periodo 1° gennaio 2017 – 30 settembre 2019 sono stati assegnati 1,54 miliardi di euro a ventotto programmi di garanzia, dai quali si prevede che scaturiscano investimenti del valore complessivo di 17,5 miliardi di euro. In termini di aree prioritarie, gli importi di garanzia approvati hanno raggiunto 603,5 milioni di euro nel settore dell'energia sostenibile e della connettività, 522 milioni di euro per i prestiti erogati tramite intermediari alle MPMI e all'agricoltura, 220 milioni di euro per la digitalizzazione e 167 milioni di euro per le città sostenibili, mentre 22 milioni di euro erano previsti per il sostegno ai finanziamenti in valuta locale;
    Per la successiva stipula degli altri accordi di garanzia la relazione evidenzia la necessità di chiarire questioni orizzontali che continuano a creare problemi, al fine di concludere rapidamente tutti gli accordi di garanzia successivi prima della fine dell'attuale quadro finanziario pluriennale.
  • per quanto riguarda le operazioni miste, finora sono stati stanziati 3,1 miliardi di euro per progetti a finanziamento misto a sostegno di 154 progetti nel continente africano e nel vicinato europeo, e tali da promuovere investimenti complessivi per circa 30 miliardi di euro principalmente nei settori dell' energia e dei trasporti, sviluppando al contempo anche i settori privato e agricolo. In particolare, nell'ambito dell'EFSD, il finanziamento misto si applica attraverso due piattaforme regionali: la piattaforma di investimento per l'Africa (AIP, Africa Investment Platform, già meccanismo di investimento per l'Africa (AfIF, Africa Investment Facility)) e la piattaforma di investimento per il vicinato (NIP, Neighbourhood Investment Platform), già meccanismo di investimento per il vicinato (NIF, Neighbourhood Investment Facility):
    - nell'ambito della piattaforma di investimento per l'Africa, nel periodo 2017-2019, l'UE ha versato 1,8 miliardi di euro a favore di 78 operazioni, mobilitando investimenti nell'Africa subsahariana per un totale di 13,5 miliardi di euro. I progetti si sono concentrati principalmente sui settori dei trasporti e dell'energia, che rappresentano rispettivamente il 44 % e il 34 % delle operazioni;
    - nell'ambito della piattaforma di investimento per il vicinato, nel periodo 2017-2019, l'UE ha versato 1,3 miliardi di euro a favore di 76 operazioni. Secondo le stime questo finanziamento contribuirà a mobilitare investimenti nella regione del vicinato per un totale di circa 16,2 miliardi di euro. La ripartizione regionale tra vicinato orientale e meridionale è stata rispettivamente del 44 % e 56 %. I progetti si sono concentrati principalmente sullo sviluppo del settore privato (33%), sull' energia (18%) e su acqua e servizi igienico-sanitari (18%).
Il finanziamento misto combina il sostegno finanziario dell'UE a prestiti o capitale proprio proveniente da altri finanziatori pubblici e privati per stimolare gli investimenti pubblici e privati che contribuiscono a uno sviluppo economico sostenibile.

Le proposte relative all'EFSD+ nell'ambito della della proposta di Regolamento NDICI


La proposta di Regolamento che istituisce lo strumento d vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI)

La Commissione europea ha presentato il 14 giugno 2018, nella scorsa legislatura europea, la proposta di regolamento che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) (COM (2018) 460).
La proposta relativa allo strumento NDCI è volta a disciplinare l'azione dell'UE in tali settori nell'ambito del periodo di programmazione 2021-2027, in particolare fondendo la maggior parte degli attuali strumenti finanziari esistenti nell'ambito del periodo di programmazione 2014-2020.
Si tratta in particolare di strumenti finanziari, con finalità che variano nell'ambito degli obiettivi generali dell'azione esterna dell'UE e comprendono:
  • la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile (regolamento (UE) 233/2014 che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo);
  • la promozione degli interessi strategici dell'Unione (regolamento 234/2014 che istituisce uno strumento di partenariato);
  • l'assistenza per i Paesi vicini all'Unione (regolamento (UE) 232/2014 che istituisce uno strumento europeo di vicinato);
  • la tutela dei diritti umani (regolamento (UE) 235/2014 che istituisce lo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani nel mondo);
  • le attività di risposta alle crisi, prevenzione dei conflitti e costruzione della pace nei Paesi partner (regolamento 230/2014 che istituisce uno strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace);
  • la promozione di un elevato livello di sicurezza nucleare (regolamento (EURATOM) 237/2014 che istituisce uno strumento per la cooperazione in materia di sicurezza nucleare);
  • il sostegno per ripristinare una situazione finanziaria sostenibile incoraggiando riforme di aggiustamento economico (assistenza macrofinanziaria);
  • il sostegno alle piccole e medie imprese di determinati Paesi terzi, lo sviluppo delle infrastrutture sociali ed economiche e il sostegno a progetti connessi ai cambiamenti climatici (decisione (UE) 2018/412 che modifica la decisione n. 466/2014/UE sul mandato di prestiti esterni);
  • un Fondo di garanzia per le azioni esterne (regolamento (CE, EURATOM) 480/2009);
  • il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, con la relativa garanzia e il relativo fondo di garanzia (regolamento (UE) 2017/1601).
Il nuovo strumento dovrebbe, inoltre, integrare uno dei principali strumenti di finanziamento esterno, l' 11° Fondo europeo di sviluppo, attualmente finanziato al di fuori del bilancio dell'UE.
Lo strumento NDICI, secondo le nuove proposte presentate dalla Commissione europea relative al Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027, dovrebbe avere una dotazione di 86 miliardi a prezzi 2018, di cui 10,5 miliardi di euro nell'ambito dello strumento dell'UE per il sostegno dell'economia dopo la pandemia di Covid-19 "Next Generation EU". Nel contesto della proposta sul nuovo QFP 2021-2027, presentata dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 luglio 2020, lo stanziamento per lo strumento NDICI è pari a 86,3 miliardi di euro, di cui 15,5 nell'ambito di "Next Generation EU".
Il nuovo strumento si dovrebbe articolare in  tre pilastri:
  • un pilastro geografico, concentrato soprattutto sulla regione del vicinato e sull'Africa subsahariana, che sarà notevolmente rafforzato per affrontare congiuntamente sfide globali come lo sviluppo umano, la parità di genere, i cambiamenti climatici, la protezione dell'ambiente, la migrazione e la sicurezza alimentare;
    A tale pilastro la proposta iniziale della Commissione destinava 68 miliardi di euro, così ripartiti: Paesi del vicinato almeno 22 miliardi di euro, Africa subsahariana almeno 32 miliardi di euro, Asia e Pacifico 10 miliardi di euro, Americhe e Caraibi 4 miliardi di euro.
  • un pilastro tematico che andrà a integrare il pilastro geografico attraverso il sostegno ai diritti umani e alla democrazia, alla società civile, a stabilità, pace e prevenzione dei conflitti in quanto aspetti da affrontare a livello globale, e ad altre sfide globali che non rientrano nell'ambito del pilastro geografico;
    A tale pilastro la proposta iniziale della Commissione destinava 7 miliardi di euro, così ripartiti: diritti umani e democrazia 1,5 miliardi di euro; sostegno alla società civile 1,5 miliardi di euro; stabilità e pace 1 miliardo di euro; sfide mondiali 3 miliardi di euro.
  • un pilastro di reazione rapida che consentirà all'UE di reagire rapidamente alle crisi, sostenere la prevenzione dei conflitti, rafforzare la resilienza degli Stati, delle società, delle comunità e delle singole persone, il collegamento tra l'aiuto umanitario e l'azione per lo sviluppo, e l'intervento rapido per raggiungere altri obiettivi di politica estera.
    A tale pilastro la proposta iniziale della Commissione destinava 4 miliardi di euro.
    È inoltre prevista una riserva supplementare di flessibilità di 10,2 miliardi di euro per le priorità e le sfide emergenti.
Le priorità trasversali saranno rafforzate mediante obiettivi di spesa orizzontali della dotazione NDICI:
  • il 20% per l' inclusione sociale compresa la parità di genere e l'emancipazione delle donne;
  • il 25% per contribuire agli obiettivi climatici;
  • il 10% per affrontare le cause profonde della migrazione irregolare, degli sfollamenti forzati ed il sostegno alla gestione e alla governance della migrazione, compresa la protezione dei rifugiati e dei diritti dei migranti;
  • almeno il 75% deve essere dedicato a programmi geografici.
La proposta prevede che almeno il 92% dei finanziamenti erogati attraverso il nuovo strumento NDICI dovrebbe poter essere notificato come aiuto pubblico allo sviluppo e che l'UE continuerà ad adoperarsi per arrivare a investire lo 0,7% del suo PIL collettivo nell' aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2030, destinando lo 0,2% ai paesi meno sviluppati.
La proposta prevede che nel processo di assegnazione delle risorse sia data la priorità ai paesi più bisognosi, in particolare i paesi meno sviluppati, i paesi a basso reddito, i paesi in situazioni di crisi, post-crisi, fragilità e vulnerabilità, compresi i piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

Il nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+)

Il nuovo strumento NDICI reca la disciplina del nuovo Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile Plus (EFSD+) che, sulla scorta dei risultati positivi ottenuti dal precedente EFSD, dovrebbe costituire un pacchetto finanziario integrato, in grado di fornire capacità finanziaria sotto forma di sovvenzioni, finanziamenti misti ( blending), garanzie di bilancio ed altri strumenti finanziari a livello mondiale.
L' EFSD+, che avrà portata mondiale ( quindi più ampia dell'attuale EFSD), dovrebbe sostenere il piano per gli investimenti esterni e combinare le operazioni di finanziamento misto e di garanzia di bilancio coperte dalla garanzia per le azioni esterne, comprese quelle riguardanti i rischi sovrani associati alle operazioni di prestito, precedentemente effettuate nell'ambito del mandato per i prestiti esterni della Banca europea per gli investimenti.
L'EFSD+ potrà sostenere il finanziamento ed operazioni di investimento nei Paesi del vicinato, dell'Africa sub-sahariana, dell'Asia e Pacifico, delle Americhe e Caraibi e dei paesi dei Balcani occidentali. Per i Paesi dei Balcani occidentali, però, le risorse saranno attinte non dal regolamento NDICI (che non copre tali Paesi), ma dal distinto regolamento relativo allo Strumento di assistenza preadesione (IPA III), anch'esso in discussione nell'ambito dei negoziati relativi al prossimo QFP e che dovebbe disporre di risorse complessive per 12,6 miliardi di euro nell'ultima proposta presentata dal Presidente del Consiglio europeo Michel.
In particolare, il nuovo strumento NDICI prevede che l'Unione europea attraverso l' EFSD+ e la Garanzia per le azioni esterne, possa garantire operazioni firmate tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2027, per un importo massimo che dai 60 miliardi di euro della proposta iniziale della Commissione europea del 2018 è stata ora portata – sempre nell'ambito delle nuove proposte presentate dalla Commissione europea per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 - a 130 miliardi di euro, con un tasso di copertura dal 9% al 50 % a seconda del tipo di operazione.
Le operazioni suscettibili di essere sostenute dall'EFSD+ dovranno avere i seguenti obiettivi:
  • stimolare il finanziamento del settore privato, con particolare attenzione alle micro, piccole e medie imprese, affrontando strozzature e ostacoli agli investimenti e promuovendo la creazione di posti di lavoro;
  • rafforzare i settori e le aree socioeconomici e le relative infrastrutture pubbliche e private e la connettività sostenibile, comprese l'energia rinnovabile e sostenibile, la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti, i trasporti, le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, nonché l'ambiente, l'uso sostenibile delle risorse naturali, l'agricoltura sostenibile e l'economia blu, la gestione sostenibile delle foreste e il ripristino del paesaggio, le infrastrutture sociali, la sanità e il capitale umano;
  • contribuire all'azione per il clima e alla protezione e gestione dell'ambiente;
  • contribuire allo sviluppo sostenibile, affrontando le cause specifiche alla radice della migrazione irregolare e degli sfollamenti forzati, nonché promuovendo la resilienza delle comunità di transito e delle comunità ospitanti e contribuendo al reinserimento sostenibile dei migranti che ritornano nei loro Paesi di origine, con il dovuto riguardo al rafforzamento dello stato di diritto, del buon governo e dei diritti umani.
Per le operazioni dell'EFSD si prevede che dovrebbe essere riservata particolare attenzione ai Paesi ritenuti in condizioni di fragilità o di conflitto, ai Paesi meno sviluppati e ai Paesi poveri fortemente indebitati.
Nella proposta di regolamento tale previsione resta comunque generica e senza alcun eventuale vincolo di una quota di risorse, rinviando sostanzialmente ai futuri criteri di operatività dell'EFSD che saranno decisi successivamente in sede di gestione del Fondo dalla Commissione europea, con il parere del comitato strategico (v. infra).
A tale riguardo, si rileva che un rapporto dell'OCSE indica che nel periodo 2012-2015 il 77% delle risorse private di finanza mista si è indirizzato a Paesi in via di sviluppo e medio reddito (MICs) e solo il 7% ai Paesi meno sviluppati (LCDs).
La proposta prevede inoltre che, al fine di aumentare l'impatto della garanzia per le azioni esterne, gli Stati membri e le parti contraenti dell'accordo sullo Spazio economico europeo dovrebbero avere la possibilità di fornire contributi sotto forma di contanti o di una garanzia. Il contributo sotto forma di garanzia non deve superare il 50% dell'importo delle operazioni garantite dall'Unione.
L'EFSD+ sarà articolato in distinte piattaforme regionali di investimento per i paesi rispettivamente del vicinato, dell'Africa sub-sahariana, dell'Asia e Pacifico, delle Americhe e Caraibi.
L'EFSD+ sarà gestito dalla Commissione europea, con il supporto di un comitato strategico, composto da rappresentanti della Commissione europea, dell' Alto Rappresentante, degli Stati membri e della Banca europea per gli investimenti, e sarà incaricato di dare il parere sugli orientamenti strategici e le priorità degl investimenti dell'EFSD.
Appare opportuno acquisire la valutazione del Governo, sia in generale sullo Strumento NDICI - che si ricorda riunisce in una unica cornice le azioni condotte attualmente da circa 10 fondi e programmi diversi – sia, in particolare, sul futuro EFSD+, sulle modalità di governance di tali strumenti, sui moduli organizzativi con i quali si intende strutturare una efficace partecipazione da parte dell'Italia in sede di loro gestione e programmazione, sulle eventuali priorità dell'Italia relativamente alle aree geografiche e tematiche verso le quali indirizzare progetti ed operazioni dell'EFSD, su una strategia allargata di coinvolgimento di partner ed investitori privati italiani ed infine sulle eventuali ricadute di tali progetti sul sistema italiano.

Esame presso le Istituzioni dell'UE

La proposta è stata trasmessa al Parlamento europeo ed al Consiglio dell'UE che la dovranno esaminare in procedura legislativa ordinaria (ex codecisione).

Esame presso altri Parlamenti nazionali

Sulla base dei dati forniti dal sito IPEX, l 'esame dell'atto risulta:
  • concluso dalle Cortes generali spagnole e dal Senato francese;
  • avviato dai seguenti Parlamenti: Bundestag tedesco, Parlamento finlandese, Camera dei deputati belga, Consiglio nazionale slovacco, Parlamento svedese, Senato romeno, Senato Polacco, Parlamento lituano.