Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Affari Esteri
Titolo: Incontro con la Presidente del Parlamento ucraino, Hanna Hopko
Serie: Documentazione e ricerche   Numero: 31
Data: 12/11/2018
Organi della Camera: III Affari esteri
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Camera dei deputati

XVIII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Incontro con la Presidente della Commissioine Affari esteri del Parlamento ucraino, Hanna Hopko

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 31

 

 

 

12 novembre 2018

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi

 

Dipartimento Affari esteri

( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it

 

 

 

 

Hanno partecipato alla redazione del dossier i seguenti Servizi:

Servizio Rapporti Internazionali

( 066760-3948 – * cdrin1amera.it

 

Segreteria Generale – Ufficio Rapporti con l’Unione europea

( 066760-2145 – * cdrue@camera.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: ES0062.docx

 


INDICE

 

 

Scheda-paese Ucraina (a cura del Ministero degli Affari esteri  e della Cooperazione internazionale) 3 (OMISSIS)

Rapporti parlamentari Italia-Ucraina (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 21

Rapporti tra l’Unione Europea e l’Ucraina (a cura della Segreteria Generale -  Ufficio Rapporti con l’Unione europea) 31

§  Accordo di associazione UE-Ucraina  31

§  Dialogo sulla liberalizzazione dei visti 32

§  Crisi ucraina: l’intervento dell’UE  33

§  Impatto delle sanzioni alla Russia  36

§  Assistenza finanziaria all’Ucraina  36

§  La missione civile dell’UE in Ucraina nell’ambito dalla Politica di sicurezza e di difesa comune  37

Profilo biografico

Hanna Hopko (Presidente della Commissione Affari esteri  del Parlamento ucraino) 41

 

 

 


Schede di lettura


Scheda-paese Ucraina
(a cura del Ministero degli Affari esteri
e della Cooperazione internazionale)

 

 

 

(OMISSIS)

 

 

 


Rapporti tra l’Unione Europea e l’Ucraina
(a cura della Segreteria Generale -
Ufficio Rapporti con l’Unione europea)

 

Accordo di associazione UE-Ucraina

L’accordo di associazione UE-Ucraina è stato firmato a margine del Consiglio europeo del 27 giugno 2014 ed è entrato in vigore definitivamente il 1° settembre 2017, a seguito del completamento del processo di ratifica da parte degli Stati membri dell’UE.

 

Alcune disposizioni dell’accordo di associazione, relative in particolare alle aree di competenza esclusiva dell’UE, in particolare l’Area di libero scambio tra UE e Ucraina erano già entrate provvisoriamente in vigore a partire dal 1° gennaio 2016.

L'accordo di associazione prospetta un significativo approfondimento delle relazioni UE-Ucraina, prevedendo sia un'associazione politica sia la creazione di un'area di libero scambio. In particolare, si stabiliscono regole di base per la cooperazione in settori quali energia, trasporti e istruzione e si prevede l’impegno dell’Ucraina a rispettare i principi democratici, i diritti umani e lo Stato di diritto.

Si ricorda che il 6 aprile 2016 un referendum consultivo svoltosi nei Paesi Bassi aveva respinto la ratifica dell’accordo di associazione UE- Ucraina.

Il Consiglio europeo del 15 dicembre 2016, al fine di consentire il completamento della procedura di ratifica dell’accordo da parte dei Paesi Bassi a seguito dell’esito del referendum, ha adottato una dichiarazione nella quale si indica che l'accordo di associazione:

·        non conferisce all'Ucraina lo status di paese candidato all'adesione all'Unione, né costituisce un impegno a conferirle tale status in futuro;

·        non prevede l'obbligo per l'Unione o i suoi Stati membri di fornire garanzie di sicurezza collettiva o altre forme di aiuto o assistenza militare all'Ucraina;

·        non richiede un sostegno finanziario complementare degli Stati membri all’Ucraina;

·        non garantisce ai cittadini dell'Ucraina il diritto di risiedere e lavorare liberamente nel territorio degli Stati membri e non incide sul diritto degli Stati membri di determinare il volume di ammissione nel loro territorio dei cittadini ucraini in cerca di lavoro, dipendente o autonomo.

Per quanto riguarda l’Italia, il Parlamento ha autorizzato la ratifica dell’Accordo con la legge 29 settembre 2015, n. 169.

A seguito dell’entrata in vigore dell’area di libero scambio, gli scambi di merci tra l'UE e l'Ucraina, secondo dati Eurostat, sono aumentati complessivamente del 24% nel 2017 (+27% le esportazioni dell’Ucraina nell’UE e +22% le importazioni in Ucraina dall’UE) e l'UE continua a rafforzare la sua posizione di primo partner commerciale dell'Ucraina. Nel complesso, l'UE rappresenta la destinazione di circa il 40% delle esportazioni totali dell'Ucraina.

Il 1° ottobre 2017 è entrato in vigore un regolamento dell’UE che contiene disposizioni volte a migliorare l’accesso del paese al mercato dell’UE, per quanto riguarda determinati prodotti industriali e agricoli, ad integrazione delle concessioni commerciali disponibili nel quadro dell’accordo di associazione e dell’area di libero scambio. In particolare, il regolamento prevede nuovi contingenti tariffari esenti da dazio per alcuni prodotti agricoli — mais, orzo, frumento, farina/ semole d’orzo, pomodori trasformati, avena, miele e succo d’uva — per un periodo di tre anni.

L’Ucraina partecipa al programma dell’UE Erasmus+, secondo gli ultimi dati disponibili, aggiornati all’estate 2018, 5.200 tra studenti ed insegnanti hanno beneficiato del programma.

In occasione del 20° vertice UE-Ucraina che si è svolto a Bruxelles il 9 luglio 2018 è stata adottata una dichiarazione congiunta nella quale in particolare si ribadisce:

·        il fermo impegno dell’UE a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, la condanna dell'annessione illegale, da parte della Russia, della Crimea e di Sebastopoli e la necessità della piena attuazione degli accordi di Minsk da parte di tutte le parti;

·        il sostegno al programma di riforme dell'Ucraina, indicando che è importante proseguire e accelerare gli sforzi di riforma, segnatamente al fine di:

-       combattere meglio la corruzione;

-       migliorare il contesto imprenditoriale e tutelare i diritti degli operatori economici;

-       modernizzare il settore dell'energia.

Dialogo sulla liberalizzazione dei visti

L’11 giugno 2017 sono entrate in vigore le disposizioni del nuovo regolamento (UE) 2017/850 che ha previsto la liberalizzazione dei visti per i cittadini dell’Ucraina in possesso di un passaporto con dati biometrici. Dalla sua entrata in vigore circa 500.000 cittadini ucraini hanno viaggiato nell’UE senza necessità di visto.

La Commissione europea aveva avviato con l’Ucraina, sin dal 2008, un dialogo sulla liberalizzazione dei visti che hanno trovato forma attraverso un piano di azione che prevedeva che l’Ucraina allineasse le sue politiche agli standard europei in quattro aree:

 1) la sicurezza dei documenti di identità, inclusi dati biometrici;

 2) la gestione delle frontiere, delle fenomeni migratori e dell’asilo;

3) l’ordine pubblico e la sicurezza;

4) le relazioni esterne e la tutela dei diritti fondamentali.

Crisi ucraina: l’intervento dell’UE

L’Unione europea è intervenuta a più riprese, sin dal marzo 2014, a fronte del deterioramento della situazione in Ucraina, attraverso quattro principali canali:

1)     l’adozione di dichiarazioni con cui il Consiglio europeo e il Consiglio dell’UE hanno espresso la posizione politica dell’UE in merito alla situazione del Paese;

2)     l’adozione di misure restrittive nei confronti di persone fisiche e giuridiche specificamente individuate, e di sanzioni economiche (anche nei confronti della Russia):

3)     il rafforzamento dell’assistenza finanziaria all’Ucraina e la soppressione temporanea delle barriere tariffarie in attesa dell’entrata in vigore dell’area di libero scambio tra UE ed Ucraina, poi avvenuta il 1° gennaio 2016;

4)     l’istituzione di una missione civile nell’ambito della Politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE (PESC/PSDC).

Posizione dell’UE

Le istituzioni dell’Unione europea e in particolare il Consiglio europeo e il Consiglio dell’UE, sin dall’inizio della crisi ucraina, hanno adottato una serie di dichiarazioni.

In particolare, il Consiglio europeo del 19 e 20 marzo 2015:

·        invita tutte le parti a dare rapida e piena attuazione agli accordi di Minsk e a tener fede ai propri impegni e ha sottolineato la responsabilità della Russia al riguardo;

·        conviene che la durata delle misure restrittive nei confronti della Federazione russa debba avere un legame chiaro con la piena attuazione degli accordi di Minsk. Il Consiglio europeo è pronto ad adottare ulteriori misure se opportuno.

·        non riconosce e continua a condannare l'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Federazione russa e rimarrà impegnato ad attuare pienamente la propria politica di non riconoscimento.

·        sostiene il processo di riforma dell'Ucraina, insieme con altri donatori e in linea con la condizionalità dell'FMI. Riconosce gli sforzi di riforma compiuti finora dal governo ucraino e chiede a quest'ultimo di intensificare ulteriormente il proprio lavoro.

·        sottolinea l'esigenza di contrastare le campagne di disinformazione in corso da parte della Russia e ha invitato l'Alto rappresentante a elaborare in collaborazione con gli Stati membri e le istituzioni dell'UE, un piano d'azione in materia di comunicazione strategica.

Il Piano d’azione sulla comunicazione strategica, presentato nel giugno 2015, verte su tre principali obiettivi: 1) efficace comunicazione e promozione delle politiche dell'UE nei confronti del vicinato orientale; 2) rafforzamento dell'ambiente dei media nel vicinato orientale e negli Stati membri dell'UE, incluso il supporto alla libertà dei media e il rafforzamento dei media indipendenti; 3) miglioramento delle capacità dell'UE di prevedere, affrontare e rispondere alle attività di disinformazione da parte di attori esterni.

 

Il Consiglio affari esteri del 6 febbraio 2017 ha espresso il suo forte impegno a favore del programma di riforme dell'Ucraina, sottolineando che il paese ha compiuto passi avanti in molti settori, soprattutto nello sviluppo socioeconomico e nella lotta alla corruzione.

 Il Consiglio ha incoraggiato ad attuare pienamente le riforme, nonché a compiere ulteriori progressi in settori quali la riforma costituzionale, giudiziaria ed elettorale, la pubblica amministrazione e l'energia.

A fronte delle nuove ondate di violenza nell'Ucraina orientale, i ministri degli esteri hanno espresso preoccupazione in particolare per la situazione umanitaria. Hanno valutato come potenziare il sostegno dell'UE all'attuazione degli accordi di Minsk. Il Consiglio ha ribadito che l'UE appoggia le discussioni nell'ambito del formato Normandia e ha riconosciuto il lavoro importante svolto dalla missione speciale di monitoraggio dell'OSCE in Ucraina.

Misure restrittive e sanzioni economiche

L’UE ha deciso, a partire dal marzo 2014, l’introduzione di misure restrittive volte al congelamento dei beni ed a restrizioni per la concessione di visti per alcune persone individuate come responsabili di violazioni dei diritti umani e dell’integrità territoriale dell’Ucraina.

Si ricorda che per il rinnovo di tutte le misure restrittive dell’UE, che hanno sempre una durata limitata, è richiesta l’unanimità in seno al Consiglio dei Ministri dell’UE.

Il Consiglio dell’UE, il 13 settembre 2018, ha prorogato al 15 marzo 2019 l’applicazione delle misure restrittive dell’UE (blocco dei beni e il divieto di viaggio nei confronti di 155 persone e 44 entità giuridiche) legate ad azioni volte a compromettere o minacciare l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

Nel marzo 2014 il Consiglio ha deciso di congelare i beni di persone responsabili dell'appropriazione indebita di fondi statali ucraini. Tali misure sono state prorogate da ultimo nel marzo 2018 fino al 6 marzo 2019.

Sono poi state adottate, il 31 luglio e l’8 settembre 2014, una serie di sanzioni economiche nei confronti della Russia, relative, all'accesso ai mercati dei capitali, alla difesa, ai beni a duplice uso e alle tecnologie sensibili.

In particolare, tali misure restrittive:

·        limitano l'accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell'UE da parte di talune banche e società russe;

·        impongono il divieto di esportazione e di importazione per quanto riguarda il commercio di armi;

·        stabiliscono il divieto di esportazione dei beni a duplice uso per scopi militari o utilizzatori finali militari in Russia;

·        limitano l'accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio.

Il Consiglio ha indicato che tali misure potranno essere modificate, sospese o revocate completamente o parzialmente in base alla valutazione dell'attuazione del piano di pace in Ucraina. Il Consiglio dell’UE il 5 luglio 2018 ha prorogato tali sanzioni al 31 gennaio 2019.

Il Consiglio dell’UE ha, anche, adottato misure restrittive in risposta all'annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli da parte della Federazione russa che comprendono: il divieto di importazione di beni provenienti dalla Crimea e da Sebastopoli; restrizioni sugli scambi e gli investimenti relativi a taluni settori economici e progetti infrastrutturali; il divieto di prestazione di servizi turistici in Crimea o a Sebastopoli; il divieto di esportazione di taluni beni e tecnologie. Il 18 giugno 2018 il Consiglio ha prorogato tali misure fino al 23 giugno 2019.

Nel giugno 2014, l’UE ha deciso la sospensione dei negoziati con la Russia per l’adesione all’OCSE e all’Agenzia internazionale per l’energia. Sono inoltre stati sospesi i summit bilaterali periodici UE-Russia.

Il Consiglio europeo del 16 luglio 2014 ha, inoltre, chiesto alla Banca europea per gli investimenti di sospendere la conclusione di nuove operazioni finanziarie in Russia.

Impatto delle sanzioni alla Russia

Per quanto riguarda, gli effetti delle sanzioni sull’economia dell’UE, la Commissione, secondo dati forniti nel marzo 2018 rileva che l’impatto ha determinato nel 2016 una riduzione del PIL nell’ordine di 0,1%, mentre non ha avuto alcun impatto nel 2017.

Gli scambi commerciali tra UE e Russia si sono fortemente contratti rispetto al 2013 (-28% l'export UE verso la Russia e -30% l'import UE dalla Russia) ma facendo registrare una tendenza alla ripresa nel 2017, con una crescita delle esportazioni UE verso la Russia del 19% rispetto al 2016, e delle importazioni dalla Russia del 22%.

A beneficiare di tale tendenza sono anche le esportazioni di prodotti agroalimentari le quali, pur in calo del 45% rispetto al 2013, fanno registrare una crescita nel 2017 rispetto al 2016 del 15.9%. Le uniche categorie merceologiche che, ad oggi, non risentono della generale tendenza alla crescita degli scambi commerciali con Mosca sono frutta e verdura.

Per quanto riguarda l’Italia, secondo gli stessi dati, le esportazioni si sono contratte del 26% rispetto al periodo pre-crisi (il 2013), un dato in linea con la contrazione fatta registrare in media a livello europeo. Rispetto al 2016, le esportazioni italiane in Russia sono cresciute nel 2017 del 19%, un dato in linea con quello medio europeo.

Per quanto attiene al settore agroalimentare, le esportazioni italiane si sono contratte del 25,3% rispetto al periodo pre-crisi (il 2013), un dato migliore rispetto a quello medio europeo (-45%). Rispetto al 2016, le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari sono cresciute del 25,3%, meglio della media europea (+15,9%).

 

Assistenza finanziaria all’Ucraina

 A partire dal marzo 2014 l’UE ha promosso lo stanziamento di misure di assistenza tecnica e finanziaria per complessivi 12,8 miliardi di euro e che prevede:

·        uno stanziamento di 3,4 miliardi di euro a titolo di assistenza macrofinanziaria;

·        la previsione di aiuti fino a 8 miliardi di euro erogati dalla Banca europea per gli investimenti e dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo;

·        circa 900 milioni di euro in prestiti dell’UE per iniziative e programmi specifici;

·        la creazione di una piattaforma di coordinamento dei donatori;

·        l’organizzazione di una task force ad alto livello sugli investimenti;

·        la modernizzazione del sistema ucraino di transito del gas e lavoro sui flussi inversi, specialmente attraverso la Slovacchia;

·        assistenza tecnica in una serie di settori come la riforma costituzionale e giudiziaria o la preparazione delle elezioni.

La Commissione europea ha proposto il 9 marzo 2017 un programma di assistenza finanziaria all’Ucraina per un ulteriore miliardo di euro e il 14 settembre 2018 è stato firmato un memorandum di intesa volto a fornire all’Ucraina assistenza macro finanziaria fino ad un miliardo di euro in prestiti a medio e lungo termine.

La missione civile dell’UE in Ucraina nell’ambito dalla Politica di sicurezza e di difesa comune

Il Consiglio dell’UE ha deciso, il 22 luglio 2014, l’istituzione di una missione civile in Ucraina, della durata di due anni, nell’ambito della Politica di sicurezza e di difesa comune dell’UE, che è stata avviata il 1° dicembre 2014. La missione, con un bilancio di 13,1 milioni di euro, è destinata all’assistenza al Paese in materia di riforme del settore della sicurezza civile, sostegno della polizia e stato di diritto. Il mandato della missione è stato prorogato al 31 maggio 2019.

 

 


Profilo biografico


Hanna Hopko
(Presidente della Commissione Affari esteri
 del Parlamento ucraino)


 

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Hanna Hopko è nata il 4 marzo 1982 nella regione di Leopoli, in Ucraina.

Ha conseguito la laurea in giornalismo nel 2004, seguita da un master in giornalismo internazionale. Nel 2009 consegue un dottorato in comunicazione sociale presso l’Università di Kiev. Successivamente, nel 2012, si forma presso la Scuola ucraina di studi politici.

Nel 2001 lavora come corrispondente per il canale ucraino Inter TV, per poi passare, nel 2004, al primo canale nazionale. Nel 2007 vince il terzo premio nella categoria "Protezione sociale dei disabili" al concorso nazionale “Giornalista sociale” bandito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nello stesso anno riporta la vittoria al concorso nazionale per giornalisti riguardante il miglior materiale sull’ambiente.

E’ un’ambientalista impegnata; per la prima volta nella storia del giornalismo ucraino, ha proposto una definizione di “giornalismo ecologico”. Molto attiva anche nella lotta contro il fumo; dal 2007 al 2009 ha coordinato, a livello nazionale, la campagna internazionale “Per un futuro senza fumo”.

Oltre a ricoprire la carica di Presidente della Commissione Affari esteri, Hanna Hopko è altresì membro del Centro di azione contro la corruzione e del Consiglio nazionale delle riforme.

E’ stata insignita di numerose onorificenze. Nel 2014 la rivista americana Foreign Policy l’ha inclusa nell’elenco annuale dei 100 Leading Global Thinkers, che comprende i più importanti intellettuali attivi nella vita pubblica. Nello stesso anno riceve il premio della democrazia da parte del National Democratic Institute, una ONG che sostiene le istituzioni e le pratiche democratiche in ogni area del mondo.

 

Carriera politica

Dopo gli eventi di piazza Euromaidan[1], partecipa al lancio dell’iniziativa civica “Pacchetto di rianimazione delle riforme” (RPR).

Si tratta di una piattaforma creata nel marzo 2014 e costituita da attivisti, esperti, giornalisti e ricercatori per canalizzare le energie della protesta in energie al servizio delle riforme. Alla vigilia delle elezioni parlamentari del 2014, i leader delle forze politiche candidate hanno sottoscritto un memorandum in cui si impegnavano a sostenere la tabella di marcia per le riforme predisposta dalla piattaforma. Ad oggi circa 72 leggi sono state adottate dal Parlamento su iniziativa, dietro pressione o con l’assistenza della piattaforma.

Alle elezioni legislative anticipate del 26 ottobre 2014 (le prime dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia), Hanna Hopko si presenta come capolista del partito di centro-destra Samopomich, fondato nel 2012, che propugna i valori cristiani. Dopo essere stata eletta, il Primo Ministro Yatseniuk, in vista della formazione del nuovo governo, le propone di ricoprire la carica di Ministro dell’ecologia e delle risorse naturali, proposta che Hanna Hopko declina per rimanere in Parlamento dove assume l’incarico di Presidente della Commissione Affari esteri.

Nell’estate del 2015, discostandosi dall’orientamento del suo gruppo, vota a favore delle modifiche alla Costituzione volte a favorire il decentramento e a trasferire agli enti locali maggiori poteri e risorse finanziarie; come conseguenza di ciò, il 31 agosto 2015 viene espulsa dal gruppo parlamentare Samopomich e aderisce al gruppo dei non iscritti.

 

 



[1]     Nel novembre 2013 si svolsero numerose manifestazioni contro l’allora Presidente ucraino Viktor Yanukovych (cosiddetta protesta dell’Euromaidan, con alcune decine di morti) che aveva sospeso le trattative per un accordo di libero scambio con l’Unione europea, instaurando stretti legami con la Russia.