Le elezioni presidenziali e legislative in Brasile 12 novembre 2018 |
Indice |
| L'assetto istituzionale|Le consultazioni presidenziali|Le elezioni legislative| |

Capitale: Brasilia
Superficie: 8.459.420 kmq
Popolazione: 207.652.865 abitanti
Lingua ufficiale: portoghese
PIL annuo: 2.080 mld di dollari
Valuta: Real
Forma di governo: Repubblica presidenziale
Political Rights Score (1-7): 2, libero
Civil Liberties Score (1-7): 2, libero
fonte: Atlante geopolitico Treccani 2018
L'assetto istituzionaleIl Brasile si configura come una repubblica federale di tipo presidenziale (República Federativa do Brasil), indipendente dal 7 settembre 1822, quando venne posta fine alla sovranità portoghese. La vigente Costituzione, adottata il 5 ottobre 1988 dopo il ritorno alla democrazia, definisce il Brasile quale "Repubblica federale formata dall'unione indissolubile di Stati e Municipi e dal Distretto federale" (art. 1 Cost.); il sistema federale comprende quindi tre livelli territoriali di governo: l'Unione, 26 Stati, un Distretto federale (dove si trova la capitale Brasilia) ed oltre 5500 Comuni. La nuova Carta costituzionale ha rifondato la Federazione brasiliana, ampliato le competenze amministrative e legislative degli Stati membri, conferito loro più risorse tributarie, tentato di riequilibrare il federalismo, garantendo più autonomia alle unità federali. Secondo alcuni studiosi, con la Costituzione del 1988 si è optato per la sostituzione del federalismo centralizzato o dualistico, di derivazione autoritaria e con ripartizione delle competenze esclusive, con un modello cooperativo che desse forma alle aspirazioni di decentralizzazione e riforma sociale ampiamente diffuse nella società brasiliana al termine della dittatura militare. In generale la Costituzione del 1988 delinea un assetto classico della ripartizione delle competenze istituzionali, destinando all'Unione e ai Municipi competenze espresse ed agli Stati i poteri restanti e residuali; tale sistema, tuttavia, ammette alcune eccezioni. Per l'Unione, gli Stati e i Municipi, la Costituzione ha previsto competenze comuni nei settori della salute, assistenza sociale, educazione, cultura, edilizia e bonifica, ambiente, protezione del patrimonio storico, lotta alla povertà e integrazione sociale di categorie svantaggiate e educazione al traffico. La legislazione di attuazione definisce le forme di cooperazione tra i tre livelli di governo (art. 23 Cost.). D'altro lato, sono state attribuite competenze legislative concorrenti ai governi federale e statali in un'ampia gamma di settori, dalla protezione dell'ambiente e delle risorse naturali all'organizzazione della polizia civile (art. 24 Cost.). In relazione alla materia tributaria, l'Unione detiene la competenza residuale, oltre a quelle enumerate come proprie. A partire dagli anni Novanta la produzione legislativa ha dato contenuto ai princìpi costituzionali. Le vicissitudini di tale processo non sembrano dovute alle carenze del modello cooperativo consacrato dal testo del 1988, quanto piuttosto alle circostanze economiche e alle limitazioni politiche, che rendono difficile la definizione da parte del centro degli strumenti di cooperazione e di incentivi alla decentralizzazione. La Repubblica federale brasiliana si caratterizza per la tradizionale tripartizione dei poteri e per il suo carattere presidenziale, essendo il potere esecutivo esercitato dal Presidente della Repubblica, coadiuvato dai Ministri di Stato (art. 76 Cost.). Il Presidente è quindi Capo dello Stato, del Governo e dell'Amministrazione. E' eletto a suffragio universale per un mandato di 4 anni, (art. 82 Cost.), rinnovabile una sola volta. In base all'articolo 77 Cost., l'elezione del Presidente e del Vicepresidente della Repubblica avviene simultaneamente: risulta eletto il candidato che ottenga la maggioranza assoluta dei voti, non computando le schede bianche e nulle. Qualora nessun candidato ottenga tale maggioranza in prima votazione, si dà luogo ad una seconda votazione nella quale concorrono i candidati più votati e risulta eletto chi ottiene la maggioranza dei voti validi. I poteri del Presidente sono enumerati dall'art. 84 Cost. In caso di assenza temporanea o impossibilità all'esercizio dell'incarico, il Presidente è sostituito, nell'ordine, dal Vicepresidente della Repubblica, dal Presidente della Câmara dos Deputados, da quello del Senado Federal e dal Presidente del Supremo Tribunal Federal (art. 80 Cost.).
Tra le funzioni principali del Presidente, si ricordano: la nomina e l'esonero dei Ministri di Stato; l'esercizio, con l'ausilio dei Ministri, della direzione superiore dell'amministrazione federale; il diritto di iniziativa legislativa; il diritto di sanzione, promulgazione e pubblicazione delle leggi; l'adozione di decreti e regolamenti per l'esecuzione delle leggi; l'esercizio del potere di veto totale o parziale su progetti di legge; il diritto di mantenere relazioni con Stati esteri e di accreditare i propri rappresentanti diplomatici; il potere di stipulare trattati, convenzioni e atti internazionali soggetti a referendum del Parlamento; la decretazione dello stato di difesa e assedio; la presentazione del programma di governo al Parlamento in occasione dell'apertura della sessione legislativa; la presentazione al Parlamento del piano pluriennale, del progetto di legge contenente direttive di bilancio e le proposte di bilancio di cui alla Costituzione; l'adozione di misure provvisorie con forza di legge nei casi di necessità e urgenza di cui all'art. 62 Cost.; il comando delle Forze armate, la nomina dei comandanti di Marina, Esercito ed Aeronautica; la nomina, dopo l'approvazione da parte del Senato federale, dei Ministri del Supremo Tribunal Federal e dei Tribunali Superiori, dei Governatori dei Territori, del Procuratore generale della Repubblica, del Presidente e dei Direttori della Banca centrale. Ai sensi dell'art. 44 Cost., la funzione legislativa è principalmente di competenza del Parlamento federale, il Congresso Nacional, composto dalla Câmara dos Deputados e dal Senado Federal, dotati di poteri tra loro paritari. Ogni legislatura dura 4 anni. La Camera dei deputati si compone di 513 deputati, eletti con sistema proporzionale in 27 circoscrizioni plurinominali (corrispondenti ai 26 Stati membri più il distretto federale di Brasilia, alle quali vengono assegnati un minimo di 8 ed un massimo di 70 seggi in proporzione alla loro popolazione). Tra le sue prerogative esclusive figura quella di autorizzare l'apertura di procedimenti penali a carico del Presidente della Repubblica. Il Senato federale è formato da 81 membri eletti con sistema maggioritario nelle 27 circoscrizioni in cui è suddiviso il paese. Ciascuno Stato e il Distretto federale eleggono 3 senatori per un mandato di 8 anni. Di conseguenza il loro mandato dura due legislature; si prevede, tuttavia, che la rappresentanza degli Stati e del Distretto venga rinnovata di 4 anni in 4 anni, alternativamente, per uno e due terzi.Ogni circoscrizione elegge tre senatori. Nell'ambito del sistema presidenziale brasiliano, il Senato federale è, come accennato, titolare di poteri legislativi pariordinati rispetto a quelli della Camera dei deputati; le uniche limitazioni al principio di parità sono costituite dalla necessaria presentazione presso la Camera bassa dei disegni di legge non di iniziativa di senatori (tra i quali, spiccano per importanza quelli d'iniziativa riservata al Presidente delle Repubblica) - prescrizione rilevante perché la camera di prima lettura ha poteri di decisione prevalenti - e l'esame in seduta comune delle due Camere di alcuni disegni di legge, tra i quali quelli di bilancio e quelli sottoposti a veto dal Presidente. Il Senato esercita inoltre poteri esclusivi di supervisione in materia finanziaria, con particolare riferimento al sistema tributario e alle operazioni creditizie degli Enti federati, e di nomina dei componenti delle supreme magistrature e dei rappresentanti diplomatici. E' altresì titolare del potere di impeachment del Presidente della Repubblica (su autorizzazione della Camera bassa) e giudica dei reati commessi nell'esercizio delle funzioni da alte cariche dello Stato. Il voto è obbligatorio e l'astensione senza giustificato motivo è sanzionato con una multa. L'elettorato attivo è fissato a 18 anni (da 16 a 18 anni l'esercizio del diritto di voto ha carattere opzionale) sia per la Camera, sia per il Senato, mentre quello passivo è fissato a 21 anni per la Camera e 35 per il Senato. In base alla legge 12.034 del 29 settembre 2009, i partiti sono tenuti a riservare a candidati di genere femminile almeno il 30% dei posti di lista per le elezioni al Parlamento ed hanno l'obbligo di utilizzare almeno il 10% delle pubblicità elettorali e il 5% dei finanziamenti pubblici per la campagna al fine di promuovere la partecipazione delle donne alla politica. |
Le consultazioni presidenzialiIl 28 ottobre, il secondo turno delle elezioni presidenziali brasiliane, ha registrato la netta affermazione del candidato di destra Jair Bolsonaro che con il 55,13% dei suffragi ha sconfitto Fernando Haddad, leader del Partito dei lavoratori (PT), che si è fermato al 44,87%. Dei 27 Stati che compongono il Brasile, 16 si sono pronunciati a favore di Bolsonaro, mentre i restanti nove – quelli del nord del Brasile – hanno visto prevalere il candidato della sinistra. Nel primo turno delle elezioni, tenutosi il 7 ottobre, Bolsonaro aveva ottenuto oltre 49 milioni di voti, pari al 46,03% dei suffragi, superando Fernando Haddad, che si era fermato al 29, 2% delle preferenze pari a circa 31 milioni di voti. Haddad, di origini libanesi, è stato ministro dell'educazione nelle amministrazioni Lula e Rousseff e, dal 2013 al 1° gennaio 2017, sindaco della città di San Paolo. La sua candidatura è emersa il 31 agosto scorso, quando la giustizia elettorale ha definitivamente escluso la candidatura dell'ex presidente Lula, dopo la condanna a dodici anni ed un mese di carcere per corruzione e riciclaggio di denaro. Haddad - che era stato indicato da Lula come potenziale Vicepresidente - ha scelto di correre in ticket con Manuela Pinto Vieira D'Ávila, leader del Partito comunista del Brasile, proponendo un programma di sinistra radicale che prevedeva la nazionalizzazione dei pozzi petroliferi marini attualmente in gestione a società stranierei, un massiccio ricorso all'intervento statale nel settore creditizio, il "controllo sociale dei media", un'ampia riforma agraria, un sistema di tassazione più oneroso per i redditi più alti, una politica estera a sostegno dei regimi di Cuba e Venezuela.
Bolsonaro, ex capitano dell'esercito, guida la coalizione formata dal Partito social-liberale (PSL) e dal Partito del rinnovamento laburista brasiliano, e gode anche del sostegno dei monarchici brasiliani. Deputato al Parlamento federale da 25 anni, ha cambiato gruppo numerose volte, fino ad approdare al PSL, di orientamento nazional-conservatore: nella precedente legislatura è stato il deputato social-liberale più votato di Rio de Janeiro, con 464.000 suffragi. Le sue affermazioni a difesa del regime militare, della liberalizzazione della vendita di armi da fuoco, di un rafforzamento dei poteri repressivi delle forze di polizia e della reintroduzione della pena di morte sono state fortemente contestate dall'opposizione che ha paventato rischi per la tenuta della democrazia: d'altra parte tali posizioni hanno trovato il sostegno di vasti settori della società brasiliana, esasperati dall'aumento della criminalità e dalla corruzione. In vista del ballottaggio, Bolsonaro ha comunque ribadito la sua adesione ai princìpi della Costituzione democratica e dello stato di diritto. Parole che ha confermato nel suo primo messaggio da presidente eletto: "Voi tutti sarete testimoni che questo governo sarà difensore della Costituzione, della democrazia e della libertà. Non è la promessa di un partito, né la parola di un uomo, ma un giuramento davanti a Dio". Congiuntamente al presidente Bolsonaro, che assumerà le sue funzioni il prossimo gennaio, è stato eletto Vicepresidente l'ex generale Hamilton Mourão, che durante la campagna elettorale è stato al centro di polemiche per le sue dichiarazioni in difesa dei militari responsabili di reati di tortura durante la dittatura militare e per aver prospettato un nuovo golpe militare come soluzione della crisi politica brasiliana e contro gli uomini politici, considerati "un branco di corrotti". Il Brasile è andato al voto in una fase di crisi politica, economica e istituzionale senza precedenti. Il processo che ha portato alla destituzione della presidente Rousseff e alla condanna dell'ex presidente Lula ha fatto emergere una fitta trama di corruzione che coinvolgeva tutti i partiti dell'establishment. Inoltre l'acuirsi della crisi economica, la violenza generalizzata, l'insicurezza crescente e la sfiducia dei cittadini verso i partiti che hanno sostenuto il governo di Michel Temer, dopo la destituzione della Rousseff, sono alla base - secondo alcuni analisti internazionali - del rifiuto dei cittadini nei confronti dei partiti tradizionali e della decisione della maggioranza dei brasiliani di voltare pagina e votare un candidato che si è presentato come un outsider "contro" la classe politica al potere da molti anni. Bolsonaro, pur privo di risorse finanziarie ingenti per la campagna elettorale, ha saputo ottenere il sostegno popolare d'importanti settori della società brasiliana, a partire dagli elettori di fede evangelica, che hanno apprezzato il suo costante richiamo ai valori della famiglia durante la campagna elettorale. Al tempo stesso ha riscosso il sostegno d'importanti gruppi di pressione - come il cosiddetto "frente da bala", a favore di una maggiore diffusione alle armi da fuoco per motivi di autodifesa personale. La sua campagna elettorale è stata portata avanti mediante una strategia di comunicazione incalzante e capillare, attraverso i social media, caratterizzata da una semplificazione estrema delle problematiche della società brasiliana. L'attentato, di cui è stato vittima lo scorso 6 settembre per mano di uno squilibrato, è stato un ulteriore elemento che ha giocato a suo favore, poiché ha suscitato un vasto moto di solidarietà nei suoi confronti e gli ha permesso di sottrarsi ai confronti televisivi diretti con altri candidati. |
Le elezioni legislativeContestualmente al primo turno delle elezioni presidenziali, si sono svolte le elezioni legislative per il rinnovo della Camera dei deputati e di 2/3 dei componenti del Senato (pari a 54 senatori). I risultati hanno confermato oltre alla grande frammentazione della rappresentanza politica (95 seggi sono attribuiti a forze politiche che hanno raggiunto solo il 2% dei suffragi), il successo delle formazioni di destra, la diminuzione dei consensi per il PT e la crisi delle formazioni di centro. Alla Camera dei deputati il PSL di Bolsonaro ha ottenuto un successo che ha superato ogni aspettativa, passando alla Camera dei deputati da un solo deputato (elezioni 2014) a 52 rappresentanti. Il PT, pur rimanendo prima forza politica alla Camera con 56 deputati, ha perso 13 seggi. I centristi del Movimento democratico brasiliano (MDB, la formazione del presidente uscente Michel Temer), hanno diminuito i loro seggi da 51 a 34 ed il Partito della socialdemocrazia brasiliana (PSDB) è passato 49 a 29 deputati. Al Senato il gruppo di maggiore consistenza continuerà ad essere l'MDB, sebbene diminuisca il numero dei senatori da 18 a 12, cui segue il PSDB con 8 senatori (nella precedente legislatura ne aveva 12). Il PT registra la maggiore perdita passando da 12 a 6 senatori. Il PSL di Bolsonaro è passato da zero a 4 senatori. Il risultato elettorale dà un quadro globale di un Parlamento molto frammentato: il numero dei partiti alla Camera passa da 25 a 30 e al Senato da 16 a 21. Come altre volte nella storia politica brasiliana, il nuovo Parlamento non assicura quindi una maggioranza stabile al nuovo Presidente che, per portare avanti il suo programma di governo, dovrà negoziare alleanze ampie e trasversali con i rappresentanti di altre forze politiche. |