Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Affari Esteri
Titolo: Le elezioni presidenziali in Messico
Serie: Consultazioni elettorali nel mondo   Numero: 3
Data: 03/07/2018
Organi della Camera: III Affari esteri


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Le elezioni presidenziali in Messico

3 luglio 2018


Indice

L'assetto istituzionale|Le elezioni presidenziali|


       

Capitale: Città del Messico

Superficie: 1.964.380

Popolazione: 125.540.423

Densità: 65,6 ab./Km2

PIL annuo: 1.142 miliardi

Valuta: Peso messicano

Forma di governo: Repubblica presidenziale

Divisioni amministrative: 32 stati

Indipendenza: 1810 (anno di inizio della lotta per l'indipendenza dalla Spagna che si concluse nel 1821)

Political Rights Score

(1-7): 3 (parzialmente libero)

Civil Liberties Score

(1-7): 3 (parzialmente libero)

(fonte: Atlante Geopolitico Treccani)

L'assetto istituzionale

Il Messico è una Repubblica federale presidenziale che si compone di 32 Stati (nel 2016 una riforma ha soppresso il Distretto federale di Città del messico).

I due principali livelli di governo fissati dalla Carta fondamentale messicana del 1917 sono rappresentati dalla Federazione, con i suoi poteri e le sue specifiche competenze, e dai singoli stati, dotati di autonomia costituzionale, politica ed amministrativa, posti tra di loro in posizione paritaria.

Il potere legislativo è esercitato dal Congresso generale, costituito dalla Camera dei deputati e dalla Camera dei senatori. La Camera dei deputati è composta da 500 parlamentari, eletti per un periodo di tre anni, di cui 300 eletti in distretti elettorali uninominali con sistema maggioritario, e 200 eletti in liste regionali plurinominali con sistema proporzionale.

L'articolo 74 della Costituzione disciplina le competenze esclusive della Camera dei deputati, consistenti nella proclamazione dei risultati delle consultazioni presidenziali, nel coordinamento e nella valutazione delle funzioni dell'organismo superiore di controllo della Federazione, nonché nella funzione annuale di controllo dei conti pubblici attraverso l'esame, la discussione e l'approvazione del bilancio annuale di spesa della Federazione. La Camera è altresì competente in ordine alla scelta di procedere contro i dipendenti pubblici presunti responsabili della commissione di un reato, nonché riguardo alle accuse mosse contro i funzionari pubblici, in qualità di organo di accusa nei processi politici promossi nei loro confronti.

 

La Camera dei senatori è composta da 128 membri, dei quali - per ognuno dei 32 stati – risultano eletti i due senatori che hanno ottenuto il maggior numero dei voti, mentre un seggio viene assegnato al capolista del gruppo di minoranza più consistente. I restanti 32 seggi sono assegnati con sistema proporzionale, mediante un sistema di liste, in un'unica circoscrizione nazionale. La Camera dei senatori è eletta per un periodo di sei anni.

L'articolo 76 della Costituzione disciplina le competenze esclusive del Senato, tra le quali risulta di particolare importanza il controllo della politica estera condotta dall'Esecutivo federale, in base alle relazioni presentate annualmente al Congresso dal Presidente e dal Ministro competente, nonché la ratifica dei trattati internazionali e degli accordi diplomatici conclusi dal Governo. Il Senato provvede inoltre a ratificare le nomine effettuate dal Presidente della Repubblica, lo autorizza ad effettuare interventi militari, nonché a consentire la presenza di flotte di Paesi stranieri nelle acque territoriali quando queste si protraggano per più di un mese. Sempre tra le competenze esclusive, risulta di particolare rilevanza il potere di dichiarare il "venire meno dei Poteri" in uno Stato della Federazione e la nomina di un Governatore provvisorio.

Il Presidente della Federazione è eletto dal corpo elettorale, a suffragio universale e diretto, a maggioranza relativa. Il Presidente rappresenta la nazione ed esercita il potere esecutivo conferitogli dalle norme costituzionali. Il mandato ha una durata di sei anni e non è rinnovabile per il principio sancito in Costituzione della non rieleggibilità delle cariche pubbliche. Spettano al Presidente, oltre che a tutti poteri relativi al governo della Federazione, l'iniziativa legislativa (ad esclusione delle materie di spesa e di bilancio), la promulgazione delle leggi, e il potere di veto sospensivo (superabile da parte del Congresso dell'Unione tramite l'approvazione a maggioranza di due terzi del testo in questione).

Il Presidente è a capo delle Forze Armate e rientra nei suoi poteri ichiarare la guerra e intervenire militarmente in caso di invasione esterna o di conflitto interno a uno Stato membro dell'Unione. In ottemperanza al principio federale, tuttavia, l'intervento all'interno del territorio di uno Stato federato deve necessariamente seguire una richiesta esplicita in tal senso da parte del Parlamento statale o del suo Governatore.

L'organizzazione istituzionale degli stati della Federazione è regolata nelle sue linee fondamentali dall'articolo 116 della Costituzione, che affida il potere esecutivo a un Governatore eletto a suffragio universale per un mandato massimo di sei anni, mentre il potere legislativo è affidato a un organo rappresentativo monocamerale, per la cui composizione la Costituzione prevede una soglia minima di deputati a seconda del numero degli abitanti di ciascuna entità federata . La Costituzione disciplina il riparto delle competenze legislative tra i diversi livelli di governo. Per quanto riguarda la materia fiscale, esiste una sostanziale preminenza del livello federale sulle entità federate: la dipendenza economico-fiscale del livello statale è andata con il tempo accentuandosi a causa della progressiva espansione della capacità impositiva tributaria della Federazione a discapito dei poteri locali.


Le elezioni presidenziali

Il 1° luglio 2018 si sono svolte in Messico le elezioni generali che hanno riguardato il Presidente della Repubblica,  il Senato e la Camera dei deputati: si è trattato della più vasta consultazione elettorale nella storia del Paese, poichè riguardava non soltanto gli organi federali ma anche il rinnovo di nove governatori e oltre 3.400 amministratori locali. 

E' stata allo stesso tempo la campagna elettorale più violenta con 130 omicidi di figure del mondo politico a partire dal settembre scorso.

Le consultazioni presidenziali hanno visto la netta affermazione del candidato di sinistra, Andrés Manuel López Obrador, che, secondo una prima valutazione dell'Istituto nazionale elettorale, avrebbe ottenuto il 53,59% dei suffragi, distanziando in misura notevole gli altri candidati che avrebbero ottenuto rispettivamente il 22,63% (Ricardo Anaya, del Partito d'azione nazionale, di centro-destra), il 15,52% (José Antonio Meade, del Partito repubblicano istituzionale, fino a oggi formazione egemone nel sistema politico messicano) e lo 0,5% (Jaime Heliodoro Rodríguez Calderón, canidato indipendente). Subito dopo la proiezione dei risultati, i due principali rivali hanno riconosciuto la sconfitta e si sono congratulati con il vincitore. Fra i primi a felicitarsi con il nuovo capo dello Stato, il Presidente uscente, Enrique Peña Nieto, che gli ha augurato ogni successo "per il bene del Messico" ed il Presidente statunitense, Donald Trump.

Il risultato ottenuto, mai raggiunto prima da un candidato alla Presidenza testimonia, secondo gli analisti, la volontà dei messicani di voltare le spalle alla tradizione politica del Partito rivoluzionario istituzionale, rappresentata da José Antonio Meade e di respingere anche la proposta di rinnovamento avanzata da Rodríguez Calderón.

 López Obrador è il leader del Movimiento Regeneración Nacional (MORENA) che ha per obiettivo una trasformazione sociale del Messico: a parere dell'esponente politico il suo paese è attualmente dominato da una minoranza che concentra il potere economico e politico ed è segnato da forti fenomeni corruttivi e da una pervasiva presenza della criminalità organizzata

Una delle prime sfide che López Obrador dovrà affrontare nei mesi che lo separano dall'assunzione della Presidenza, che avverrà il 1° dicembre, sarà lavorare per superare la polarizzazione che si è creata durante la campagna elettorale. La sua figura infatti, nonostante l'innegabile successo che ha avuto, ha generato molti timori in una parte del Paese, che lo accumuna al modello autoritario rappresentato dal Venezuela.

Nel suo primo discorso dopo l'affermazione elettorale, il nuovo Presidente ha fatto un appello alla riconciliazione di tutti i messicani e ha lanciato un messaggio rassicurante agli investitori e al settore imprenditoriale, ma ha anche sottolineato che sarà data priorità "ai più umili e dimenticati e soprattutto ai popoli indigeni". Ha specificato che rispetterà l'autonomia della Banca del Messico e che la sua gestione seguirà i criteri della disciplina finanziaria e fiscale. Ha assicurato che verranno rispettati gli impegni assunti con le imprese e le banche nazionali ed estere.